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L'Elettrice Palatina (particolare)<br />
perfezione. Altre importanti opere di Alfonso<br />
Boninsegni possono essere poi viste a Monte<br />
Giovi, con il Tabernacolo di San Giovannino,<br />
a Cerignola (Foggia), con il monumento a<br />
Nicola Zingarelli, e a Siena, con i delfini della<br />
fontana della contrada dell’Onda. Importante<br />
per l’artista fu, come detto, la collaborazione<br />
artistica con Annigoni dal quale venne<br />
introdotto nella cerchia degli artisti fiorentini<br />
e dei loro committenti. Mentre visitiamo la<br />
casa di San Donato in Fronzano, Mauro ci<br />
mostra con orgoglio ed entusiasmo i bozzetti<br />
e i disegni dei ranocchi ritratti da Alfonso.<br />
Sembra che questo animale fosse una vera e<br />
propria passione dello zio che ne faceva decine<br />
di riproduzioni e di studi, cercando di ritrarne<br />
il movimento e la forza della muscolatura<br />
animale. Originario di Tosi, l’artista dopo<br />
la morte del padre, quando aveva solo nove<br />
anni, fu mandato al collegio Magnolfi di Prato<br />
dove imparò i primi rudimenti di intaglio e<br />
scultura. Tornato in età adulta a Firenze, trovò<br />
il prezioso aiuto dello scultore Giuseppe<br />
Graziosi che lo indirizzò definitivamente verso<br />
le arti plastiche. Ma, come abbiamo già<br />
ricordato, fondamentale fu l’incontro con il<br />
già famoso e carismatico Pietro Annigoni<br />
che lo invitò a seguirlo in Inghilterra durante<br />
le sessioni dei suoi ritratti per la regina. Alfonso,<br />
da toscano ribelle e anticonformista,<br />
rifiutò più volte l’invito e continuò nel suo<br />
lavoro artistico, concentrandosi sulla scultura<br />
e sul disegno; divenne poi insegnante e<br />
membro dell’Accademia delle Arti del Disegno,<br />
dove si circondò di un’ampia schiera di<br />
Complicità femminile, bronzo, <strong>2013</strong><br />
discepoli e appassionati estimatori della sua<br />
opera. Mauro ci racconta con commozione e<br />
trasporto del suo apprendistato artistico alla<br />
scuola dello zio, ci rivela la disciplina che gli<br />
imponeva e gli esercizi che gli faceva fare<br />
per diventare un pittore. “Lo scultore è un<br />
disegnatore a tre dimensioni” affermava Alfonso<br />
Boninsegni; la scultura, secondo la sua<br />
personale teoria, è un’espansione e un completamento<br />
della meditazione sul disegno<br />
che è la base per ogni realizzazione figurativa.<br />
<strong>La</strong> ricerca dell’armonia e della bellezza<br />
delle forme unite a una serenità esistenziale<br />
sono le prerogative principali che il maestro<br />
trasmise ai suoi alunni presso l’Accademia<br />
delle Arti del Disegno di Firenze. Il suo capolavoro<br />
rimane ancora oggi la già menzionata<br />
scultura dell’Elettrice Palatina, nata sotto l’egida del sindaco Gaetano<br />
Pieraccini. Fra le opere che parteciparono al concorso del 1946,<br />
indetto dal primo sindaco fiorentino del dopo guerra, la mirabile Elettrice<br />
Palatina fu forse la più corrispondente alla personalità decisa e<br />
vivace della principessa. Quest’opera rivela la grande abilità di ritrattista<br />
di Boninsegni, suffragata anche dai numerosi suoi disegni oggi<br />
conservati presso il Gabinetto Vieusseux , dai quali si evince la capacità<br />
di cogliere non solo i tratti fisiognomici ma anche quelli psicologici<br />
dei personaggi raffigurati. Lo scavo introspettivo e l’attitudine a<br />
tradurre l’anatomia umana dilatandola in opere di grandi dimensioni<br />
derivarono a Boninsegni dagli studi condotti fin dal 1938 presso l’Accademia<br />
delle Arti del Disegno di Firenze con Giuseppe Graziosi, di<br />
cui divenne prima allievo e poi assistente, iniziando così il cammino<br />
di insegnante all’Accademia. L’Elettrice Palatina dimostra che l’artista<br />
fu attento osservatore della scultura classica, non tanto di quella<br />
aulica quanto piuttosto quella di libera interpretazione che ne dettero<br />
i grandi del Rinascimento quali Donatello, Luca Della Robbia, Giambologna,<br />
Jacopo Della Quercia<br />
e Mazzoni. Le sculture di<br />
Boninsegni che furono esposte<br />
in una retrospettiva tenutasi<br />
presso l’Accademia delle<br />
Arti del Disegno nel 2005<br />
mostrarono una decisa propensione<br />
verso il figurativo.<br />
Descriviamo ora nel dettaglio<br />
la bellezza dell’Elettrice<br />
Paladina: si tratta di un’opera<br />
maestosa, alta due metri,<br />
che raffigura la nobildonna<br />
seduta con un libro in mano<br />
e con lo sguardo pensoso rivolto<br />
verso sinistra. Una leggera<br />
malinconia aleggia sul<br />
suo volto, quasi che lo scultore<br />
abbia voluto rendere<br />
vive le parole che la principessa<br />
scriveva all’adorato<br />
zio Cardinale Francesco Maria.<br />
Il luogo più significativo<br />
e giusto per collocarla fu proprio la cripta<br />
delle Cappelle Medicee, laddove nel 1857<br />
Leopoldo II aveva posto le spoglie della stirpe<br />
granducale e dove sono ancora oggi conservate<br />
quelle della principessa Anna Maria<br />
Luisa de' Medici, elettrice del Palatinato ed<br />
ultima erede medicea morta nel 1667.<br />
<strong>La</strong> commemorazione dell'artista, che si terrà<br />
in forma strettamente privata, sarà ripresa<br />
dalla troupe di Incontri con l'arte di Toscana<br />
Tv che documenterà l'evento con interviste<br />
e approfondimenti critici.<br />
Per informazioni:<br />
Mauro Boninsegni<br />
337 697018 - mauro.boninsegni@libero.it<br />
Alfonso Boninsegni<br />
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