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La TOSCANA - Ottobre 2013

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L'Elettrice Palatina (particolare)<br />

perfezione. Altre importanti opere di Alfonso<br />

Boninsegni possono essere poi viste a Monte<br />

Giovi, con il Tabernacolo di San Giovannino,<br />

a Cerignola (Foggia), con il monumento a<br />

Nicola Zingarelli, e a Siena, con i delfini della<br />

fontana della contrada dell’Onda. Importante<br />

per l’artista fu, come detto, la collaborazione<br />

artistica con Annigoni dal quale venne<br />

introdotto nella cerchia degli artisti fiorentini<br />

e dei loro committenti. Mentre visitiamo la<br />

casa di San Donato in Fronzano, Mauro ci<br />

mostra con orgoglio ed entusiasmo i bozzetti<br />

e i disegni dei ranocchi ritratti da Alfonso.<br />

Sembra che questo animale fosse una vera e<br />

propria passione dello zio che ne faceva decine<br />

di riproduzioni e di studi, cercando di ritrarne<br />

il movimento e la forza della muscolatura<br />

animale. Originario di Tosi, l’artista dopo<br />

la morte del padre, quando aveva solo nove<br />

anni, fu mandato al collegio Magnolfi di Prato<br />

dove imparò i primi rudimenti di intaglio e<br />

scultura. Tornato in età adulta a Firenze, trovò<br />

il prezioso aiuto dello scultore Giuseppe<br />

Graziosi che lo indirizzò definitivamente verso<br />

le arti plastiche. Ma, come abbiamo già<br />

ricordato, fondamentale fu l’incontro con il<br />

già famoso e carismatico Pietro Annigoni<br />

che lo invitò a seguirlo in Inghilterra durante<br />

le sessioni dei suoi ritratti per la regina. Alfonso,<br />

da toscano ribelle e anticonformista,<br />

rifiutò più volte l’invito e continuò nel suo<br />

lavoro artistico, concentrandosi sulla scultura<br />

e sul disegno; divenne poi insegnante e<br />

membro dell’Accademia delle Arti del Disegno,<br />

dove si circondò di un’ampia schiera di<br />

Complicità femminile, bronzo, <strong>2013</strong><br />

discepoli e appassionati estimatori della sua<br />

opera. Mauro ci racconta con commozione e<br />

trasporto del suo apprendistato artistico alla<br />

scuola dello zio, ci rivela la disciplina che gli<br />

imponeva e gli esercizi che gli faceva fare<br />

per diventare un pittore. “Lo scultore è un<br />

disegnatore a tre dimensioni” affermava Alfonso<br />

Boninsegni; la scultura, secondo la sua<br />

personale teoria, è un’espansione e un completamento<br />

della meditazione sul disegno<br />

che è la base per ogni realizzazione figurativa.<br />

<strong>La</strong> ricerca dell’armonia e della bellezza<br />

delle forme unite a una serenità esistenziale<br />

sono le prerogative principali che il maestro<br />

trasmise ai suoi alunni presso l’Accademia<br />

delle Arti del Disegno di Firenze. Il suo capolavoro<br />

rimane ancora oggi la già menzionata<br />

scultura dell’Elettrice Palatina, nata sotto l’egida del sindaco Gaetano<br />

Pieraccini. Fra le opere che parteciparono al concorso del 1946,<br />

indetto dal primo sindaco fiorentino del dopo guerra, la mirabile Elettrice<br />

Palatina fu forse la più corrispondente alla personalità decisa e<br />

vivace della principessa. Quest’opera rivela la grande abilità di ritrattista<br />

di Boninsegni, suffragata anche dai numerosi suoi disegni oggi<br />

conservati presso il Gabinetto Vieusseux , dai quali si evince la capacità<br />

di cogliere non solo i tratti fisiognomici ma anche quelli psicologici<br />

dei personaggi raffigurati. Lo scavo introspettivo e l’attitudine a<br />

tradurre l’anatomia umana dilatandola in opere di grandi dimensioni<br />

derivarono a Boninsegni dagli studi condotti fin dal 1938 presso l’Accademia<br />

delle Arti del Disegno di Firenze con Giuseppe Graziosi, di<br />

cui divenne prima allievo e poi assistente, iniziando così il cammino<br />

di insegnante all’Accademia. L’Elettrice Palatina dimostra che l’artista<br />

fu attento osservatore della scultura classica, non tanto di quella<br />

aulica quanto piuttosto quella di libera interpretazione che ne dettero<br />

i grandi del Rinascimento quali Donatello, Luca Della Robbia, Giambologna,<br />

Jacopo Della Quercia<br />

e Mazzoni. Le sculture di<br />

Boninsegni che furono esposte<br />

in una retrospettiva tenutasi<br />

presso l’Accademia delle<br />

Arti del Disegno nel 2005<br />

mostrarono una decisa propensione<br />

verso il figurativo.<br />

Descriviamo ora nel dettaglio<br />

la bellezza dell’Elettrice<br />

Paladina: si tratta di un’opera<br />

maestosa, alta due metri,<br />

che raffigura la nobildonna<br />

seduta con un libro in mano<br />

e con lo sguardo pensoso rivolto<br />

verso sinistra. Una leggera<br />

malinconia aleggia sul<br />

suo volto, quasi che lo scultore<br />

abbia voluto rendere<br />

vive le parole che la principessa<br />

scriveva all’adorato<br />

zio Cardinale Francesco Maria.<br />

Il luogo più significativo<br />

e giusto per collocarla fu proprio la cripta<br />

delle Cappelle Medicee, laddove nel 1857<br />

Leopoldo II aveva posto le spoglie della stirpe<br />

granducale e dove sono ancora oggi conservate<br />

quelle della principessa Anna Maria<br />

Luisa de' Medici, elettrice del Palatinato ed<br />

ultima erede medicea morta nel 1667.<br />

<strong>La</strong> commemorazione dell'artista, che si terrà<br />

in forma strettamente privata, sarà ripresa<br />

dalla troupe di Incontri con l'arte di Toscana<br />

Tv che documenterà l'evento con interviste<br />

e approfondimenti critici.<br />

Per informazioni:<br />

Mauro Boninsegni<br />

337 697018 - mauro.boninsegni@libero.it<br />

Alfonso Boninsegni<br />

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