05.01.2015 Views

Campo de'fiori

Campo de'fiori

Campo de'fiori

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

28<br />

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Come eravamo<br />

Cinema, che passione!<br />

di<br />

Alessandro Soli<br />

Erano gli anni 50/60, a<br />

Civita Castellana potevamo<br />

ritenerci fortunati,<br />

perché avevamo due<br />

sale cinematografiche, e<br />

a quei tempi, così avari<br />

di svago e divertimenti,<br />

questo rappresentava il<br />

massimo per noi ragazzi<br />

di provincia. Quanti<br />

ricordi affiorano nella mia mente, cercherò<br />

come ho fatto finora, di rievocarne alcuni<br />

per farli uscire dal dimenticatoio in cui i<br />

miei coetanei li hanno relegati,<br />

e cercare di stimolare<br />

sentimenti nelle nuove<br />

generazioni. Il Cinema<br />

Teatro Florida antico palcoscenico<br />

di piccole recite<br />

scolastiche e amatoriali,<br />

usato anche come cinema,<br />

ha rappresentato da sempre<br />

il luogo deputato a fare<br />

teatro, perché dotato di<br />

una acustica perfetta, limitato<br />

nella capienza, con<br />

tanto di sipario e camerini,<br />

una bomboniera, rispetto al<br />

maestoso Cinema Flaminio<br />

, il vero tempio della<br />

“settima arte”. Ricordo<br />

ancora quando fu proiettato<br />

il primo film in<br />

Cinemascope, con la sala<br />

ristrutturata, e questo grande schermo rettangolare<br />

che non finiva mai, dove Robert<br />

Taylor, Mel Ferrer, e Tony Curtis, attori<br />

dell’epoca, ci facevano rivivere le gesta di<br />

Re Artù e Lancillotto, il tutto in<br />

Tecnicolor. A quei tempi, non c’era l’aria<br />

condizionata, ed ecco il soffitto del cinema<br />

si apriva come per incanto, e l’afa estiva si<br />

trasformava in brezza, e di sera altre stelle<br />

brillavano insieme a quelle della Lux Film.<br />

Altro ricordo particolare, fu il cosiddetto<br />

film tridimensionale pellicole particolari<br />

visibili con speciali occhialetti di cartone<br />

e plastica colorata, che ci venivano dati<br />

all’ingresso in sala. Per noi l’andare al cinema<br />

era allora un rito, l’ avvenimento “cult”<br />

della domenica pomeriggio. Nella mia poesia<br />

“Civita mia” dò una pennellata a questo<br />

avvenimento dicendo “’e domeniche<br />

doppo pranzo, fatte de spinte, pe’<br />

entrà ar cinema Flaminio” già, perché<br />

noi eravamo lì accalcati davanti alle porte di<br />

ingresso in legno e vetro due ore prima dell’inizio<br />

del primo spettacolo, tutti tesi nell’immane<br />

sforzo di entrare per primi ed<br />

occupare i posti migliori, non appena veniva<br />

aperta mezza porta. E’ doveroso a questo<br />

punto ricordare vari personaggi che<br />

hanno fatto la storia e per certi versi, la fortuna<br />

del Cinema Flaminio, come zì Lino<br />

Evangelisti e le famiglie Fasoli, i custodi<br />

della sala, i cui rampolli Franco e il cugino<br />

Mario, nostri coetanei, erano invidiati da<br />

tutti, perché abitando nello stabile, potevano<br />

vedere, e gratis, tutti i film proiettati,<br />

seduti comodamente, e senza incorrere<br />

nell’esclusione per i film allora vietati ai<br />

minori di anni 18. Poi la dolce cassiera ,la<br />

Sig.na Ines Mariani alla quale porgevi le<br />

monete per il biglietto, per anni e anni<br />

sempre uguale, sempre lo stesso, con<br />

stampigliato il timbro S.I.A.E. e la maschera<br />

della musa del cinema, ad essa chiedevi<br />

subito se la sala era piena, oppure quando<br />

iniziava il film. Sciocche domande, certo<br />

non fatte da noi, che entrando per primi ,<br />

di corsa e vocianti, ci imbattevamo in colui<br />

che rappresentava la maschera per antonomasia:<br />

Alessandro Zitelli detto<br />

”Lisandro Cacarella.” Sinceramente non<br />

so il motivo di quel soprannome, se dato<br />

per motivi fisiologici, ma per noi, “cacarella”<br />

era quella che ti faceva venire, quando,<br />

col suo frustino di bambù ti minacciava<br />

se parlavi in sala durante il film, oppure<br />

non lasciavi il posto, quando terminato lo<br />

spettacolo, volevi rivederlo daccapo, noncurante<br />

della gente che stava aspettando in<br />

piedi.Per quanto riguarda gli operatori alla<br />

macchina di proiezione, noi fisicamente<br />

non li vedevamo mai, perché stavano lì<br />

sopra alla galleria, tra “ pizze” da avvolgere<br />

e obiettivi da mettere<br />

a fuoco ce ne accorgevamo<br />

però quando saltava<br />

la pellicola, o peggio<br />

ancora, quando la lente la<br />

bruciava , perché passavano<br />

interminabili minuti<br />

prima della ripresa del film.<br />

Una menzione particolare<br />

voglio darla ad altri due<br />

personaggi, Pietro<br />

Paternesi e Giovanni<br />

Morganti ( per i civitonici,<br />

quello che venneva i fichi<br />

d’india co’ ‘o canestro)<br />

addetti al trasporto dei cartelloni<br />

con le locandine dei<br />

film in piazza Matteotti.,<br />

lavoro manuale, ma utilissimo,<br />

perché attraverso<br />

quella grande bacheca<br />

ambulante passava la programmazione dei<br />

films.Certo erano altri tempi, ora andare al<br />

cinema non è più un avvenimento, nei piccoli<br />

paesi addirittura è un’abitudine che sta<br />

scomparendo, perché soppiantata dalle<br />

multisale e dal noleggio dei vari CD, o DVD;<br />

ma il fascino per il grande schermo resterà<br />

sempre e se il Cinema finora ha resistito<br />

all’urto di nuovi svaghi e divertimenti, lo<br />

deve in piccola parte anche a noi “giovani<br />

degli anni 60” che facevamo a spinte<br />

per entrare ed uscivamo dal Cinema<br />

Flaminio, con la lingua lessata da quattro<br />

cucchiai di bruscolini (semi di zucca<br />

salati) o addolcita da due “sgummarelli<br />

de lupini” (fusaie).<br />

Aò, noi eravamo felici così.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!