Campo de'fiori
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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
44<br />
Tragedie dimenticate: il sottotenente Francesco Conti<br />
(1898-1918)<br />
del Prof. Arch. Enea Cisbani<br />
Nell’attuale fase politica dominata dall’aspirazione,<br />
tipicamente italiana, delle piccole<br />
“Patrie” e “Italie”, proporre la figura del giovane<br />
civitonico Francesco Conti, ufficiale<br />
di fanteria del Regio Esercito, morto a vent’anni<br />
nella I Guerra Mondiale, può sembrare<br />
anacronistico, ma i valori che tale personalità<br />
trasmette - il senso dell’unità nazionale,<br />
il ripudio della guerra, il personale<br />
sacrificio - sono principi di grande attualità<br />
in un momento storico, quello attuale,<br />
attraversato da guerre e in una fase dove<br />
sempre più va scemando l’idea di Patria e<br />
unità del paese, a totale vantaggio dell’idea<br />
di federalismo, concetto estraneo alla storia<br />
e cultura italiana.<br />
L’unica immagine che conserviamo, ci<br />
mostra un ragazzo di bell’aspetto, dalla folta<br />
capigliatura e con gli occhiali, in divisa da<br />
ufficiale di complemento dell’arma di fanteria,<br />
severo e classico nel suo aspetto, quasi<br />
consapevole della tragedia che lo attendeva,<br />
in un destino comune a quello di tanti<br />
giovani italiani chiamati alle armi all’indomani<br />
del 24 Maggio 1915, giorno dell’entrata<br />
in guerra dell’Italia, al fianco di Francia,<br />
Russia ed Inghilterra contro gli imperi centrali,<br />
Austria e Germania.<br />
Da un primo e sommario esame delle carte<br />
e dei documenti del tempo, allo scoppio<br />
della guerra furono incorporati nel Regio<br />
Esercito ben 105 giovani civitonici delle<br />
classi 1888-1889-1890-1891-1892 e 1893.<br />
All’indomani del disastro di Caporetto del 24<br />
Ottobre 1917, vennero contingentati altri<br />
85 giovani concittadini delle classi 1894-<br />
1895-1896-1897-1898 - la classe di appartenenza<br />
di Francesco Conti – e del 1899.<br />
Dopo un primo e sommario addestramento<br />
furono tutti inviati al fronte.<br />
Alla fine della I Guerra Mondiale, 4<br />
Novembre 1918, sono stati arruolati nell’esercito<br />
italiano 190 giovani civitonici e di<br />
essi ben 84 non fecero più ritorno alle loro<br />
case.<br />
Nella prima fase delle ostilità, enormi furono<br />
i sacrifici sostenuti dai soldati italiani in<br />
una guerra di totale logoramento, in una<br />
scarsità e penuria di mezzi e in sacrifici<br />
immani, tanto che al Dicembre 1915 erano<br />
caduti in azione duecentomila soldati, tra<br />
cui numerosi quadri del corpo ufficiali.<br />
La partenza al fronte dei giovani locali comportò<br />
numerosi sacrifici per le rispettive<br />
famiglie, per la maggior parte di modesta<br />
estrazione, operai e contadini.<br />
Narrano le cronache che l’aspetto di Civita<br />
Castellana nel periodo 1915-1918 era particolarmente<br />
desolante: ferme le attività<br />
produttive, mancanza del pane, abbandonati<br />
i campi, i cantieri edili e il lavoro nelle<br />
botteghe…”perché tutti i giovani erano<br />
al fronte….”.<br />
La popolazione risultava composta da vecchi,<br />
bambini e donne con il marito in guerra,<br />
senza nessuna assistenza e conforto di<br />
fronte alle sempre più crescenti difficoltà<br />
quotidiane.<br />
Tale senso si accentuò nel Novembre del<br />
1917: scarsità totale dei mezzi di prima<br />
necessità e famiglie in lutto.<br />
Non dimentichiamo che gli stessi soldati al<br />
fronte, oltre a combattere, provvedevano<br />
alle necessità dei propri nuclei mandando a<br />
casa i pochi soldi della paga giornaliera e in<br />
alcuni casi, paradossalmente, ricevevano al<br />
fronte anche ingiunzioni di pagamento e del<br />
tribunale.<br />
Dal foglio matricolare, poco si sa della famiglia<br />
del giovane Francesco Conti.<br />
Le notizie a tal riguardo sono totalmente<br />
assenti.<br />
Si ricava che era in possesso della maturità<br />
classica e che frequentò il Corso Allievi<br />
Ufficiali di Complemento di Roma e dopo un<br />
mese di addestramento nella capitale venne<br />
inserito nel corpo ufficiali della 51^<br />
Divisione di Fanteria di stanza a Verona.<br />
Il ruolo degli ufficiali di complemento fu<br />
fondamentale nello svolgimento della guerra<br />
perché il loro lavoro fu costantemente al<br />
fianco dei soldati semplici e di supporto alle<br />
attività degli ufficiali di carriera.<br />
Nelle lunghe giornate in trincea registravano<br />
le ansie e gli umori dei soldati, mentre<br />
nelle improvvise azioni militari conducevano<br />
la loro compagnia all’attacco fino all’estremo<br />
sacrificio personale.<br />
Il disastro di Caporetto segnò l’apice della<br />
crisi dell’esercito italiano, ma al contempo<br />
l’inizio della sua pronta riscossa.<br />
Le linee difensive italiane arretrarono nell’interno<br />
e da lì partirono all’azione di sfondamento<br />
del fronte tedesco in epiche battaglie,<br />
tra cui quella famosa del Piave del 2<br />
Luglio 1918, in cui perse la vita il giovane<br />
Francesco Conti, , vent’anni, medaglia<br />
d’oro al Valor Militare.<br />
Il suo corpo non venne riportato a casa, ma<br />
forse sepolto in qualche fossa comune,<br />
oppure come accadeva, lasciato sul terreno<br />
di combattimento.<br />
I documenti non riportano quali furono le<br />
reazioni della famiglia, dei genitori e degli<br />
eventuali fratelli: tutto sepolto dal tempo.<br />
Rimane soltanto il Monumento Sepolcrale<br />
nel civico cimitero cittadino a ricordo del<br />
giovane.<br />
Tra un decennio, un secolo ci dividerà da<br />
quella immane tragedia.<br />
La storia di Francesco Conti, come quelle<br />
degli altri concittadini di Civita Castellana,<br />
non deve essere “dimenticata”, ma attualizzata<br />
per ricordare che se oggi viviamo in<br />
una moderna democrazia, il merito va<br />
anche a tutti questi ragazzi.