05.01.2015 Views

Campo de'fiori

Campo de'fiori

Campo de'fiori

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

47<br />

a Viterbo con<br />

Amore e Nostalgia<br />

Stava per finire<br />

l’ultimo anno di<br />

scuola e mentre<br />

ci si preparava<br />

per gli esami di<br />

maturità e si avvicinava<br />

la fatidica<br />

data, cresceva<br />

la preoccupazione<br />

ed<br />

di Sandro Anselmi insieme la paura<br />

di non farcela e<br />

così si studiava seriamente per affrontare<br />

quello sforzo finale. C’era però una cosa<br />

che avrebbe temporaneamente sospeso<br />

quello stato di tensione, una cosa che tutti<br />

noi studenti aspettavamo da cinque lunghi<br />

anni: la famosa gita del quinto. Si era incominciato<br />

a discutere qualche mese prima<br />

per la scelta dell’itinerario e i professori,<br />

con persuasivo convincimento, decidevano<br />

di andare in Germania. Avvisammo i nostri<br />

genitori e ne implorammo il benestare,<br />

perché non volevamo assolutamente perdere<br />

quell’esperienza e così l’adesione fu<br />

larghissima, quasi totale. Prima di partire<br />

si era concordato un programma che<br />

avrebbe assicurato un sicuro divertimento<br />

e nelle valige, oltre i vestiti, ognuno portò<br />

quanto necessario per organizzare degli<br />

scherzi ed a me, come al solito, venne<br />

chiesto di portare la chitarra. Si partì con il<br />

treno, ci sistemammo nei vagoni letti e nel<br />

viaggio di andata mantenemmo, per<br />

rispetto, una certa distanza dai professori.<br />

La gita però è un’esperienza bellissima,<br />

perché ti fa conoscere lati insospettati dei<br />

compagni di scuola ed anche quelli dei<br />

professori, che hai sempre visto con timore<br />

e riverenza. Mi ricordo che mi colpì<br />

molto l’esperienza di viaggiare di notte,<br />

dormire nelle cuccette e risvegliarsi al<br />

mattino per scoprire che si era già a<br />

Pordenone e c’era la neve. Arrivammo a<br />

Monaco di Baviera e già nella prima notte<br />

di albergo, mettemmo in atto i nostri piani<br />

di divertimento. Tutti infatti avevamo portato<br />

la camicia e la cuffia da notte della<br />

mamma e così, dopo averle indossate,<br />

accendemmo una candela per dar via ad<br />

un traffico di finti sonnambuli. L’albergo<br />

allora fu animato fino a tarda ora da queste<br />

“signore” che, in trance, cantavamo,<br />

bussavamo alle porte sbagliate delle<br />

camere…… Ci mancò poco che i tedeschi<br />

ci cacciassero. Ricordo il giorno dopo la<br />

visita al campo di sterminio di Dacao e<br />

l’indimenticabile impressione che ci fece<br />

quel luogo sinistro. Lo strano sapore delle<br />

minestre acquose e speziate e poi la bellissima<br />

serata in un grande locale sulla<br />

Elisabeth Strasse, il Blou up. Io, per l’invidia<br />

dei miei compagni, avevo “rimorchiato”<br />

una ragazza del posto e nell’euforia<br />

persi un bellissimo maglione nuovo, che<br />

mia madre mi aveva comperato proprio<br />

per l’occasione. Ci rimasi veramente male<br />

e sentii un senso di rimorso per il mio<br />

comportamento irresponsabile. Stemmo<br />

molto bene quei giorni, perché conoscemmo<br />

finalmente i nostri professori per il loro<br />

lato umano che a scuola non traspariva<br />

minimamente. Nel viaggio di ritorno il Prof.<br />

Baldassini, il Prof. Capanna, cantarono<br />

addirittura insieme a noi assiepati dentro il<br />

mio scompartimento e siccome la chitarra<br />

è da sempre un suadente richiamo, ci<br />

capitò nel gruppo anche una ragazza della<br />

quale ricordo ancora il nome: Maurizia.<br />

Complice l’allegria e le canzoni, nacque<br />

un’istintiva, simpatica amicizia e, quando<br />

lei scese a Bologna, scesi anch’io per salutarla<br />

e quasi perdevo il treno che subito<br />

ripartiva, tra le incitazioni e le urla dei miei<br />

compagni, affacciati ai finestrini. Ciao professori,<br />

ciao amici, ciao Maurizia.<br />

Pianoforti - Strumenti S<br />

- Edizioni Musicali<br />

Via Palazzina, 109 - 01100 Viterbo - Tel. 0761.309095

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!