30 <strong>Campo</strong> de’ fiori Cari amici la storia di Noel si arricchisce sempre più di nuove avventure. Conservate gli inserti e ... buona lettura dai vostri Cecilia e Federico soggetto e testo Sandro Anselmi continua sul prossimo numero...
ROMA RIONE TRASTEVERE Palazzo Dal Pozzo a Piazza San Calisto (1615-1885) Prof. Arch. Enea Cisbani La costruzione di Palazzo Dal Pozzo, deve essere storicamente collocata tra il 1610 e il 1615, in concomitanza con l’apertura dello Stradone di San Francesco a Ripa che collega l’omonima chiesa con la piazza, celebre, di Santa Maria in Trastevere, preceduta da un altro slargo, ben più modesto, di San Calisto sul quale si affaccia il palazzo, costruito sotto il Pontificato di Paolo V Borghese. Palazzo Dal Pozzo è attualmente delimitato dalla piazza di S.Calisto e da via della Cisterna, anticamente denominata Vicolo Dal Pozzo. Il Palazzo Trasteverino conclude prospetticamente la lunga infilata e successione di case popolari e minute poste ai lati dell’asse viario Barocco e la sua chiarezza esecutiva e tipologica, l’assoluta semplicità dei dettagli architettonici e decorativi, unitamente all’originalità del portale e del profondo androne, da cui si intravede la grande corte interna, ne fanno un episodio architettonico di grande valore dimenticato dalla cultura artistica ufficiale. Il palazzo fu la dimora romana di Cassiano Dal Pozzo, eccezionale erudito e uomo di cultura della Roma Barocca, amante delle arti e cultore di grandi architetti e pittori come Andrea Sacchi, Nicolas Poussin e Pietro da Cortona che facevano della Roma Barocca un eccezionale centro di cultura artistica e figurativa. Che il palazzo trasteverino appartenne a Cassiano Dal Pozzo è attestato dall’Arma Gentilizia della sua famiglia , due serpenti alati bifronti con pozzo al centro, posta sopra il cornicione dell’alto portone. Nel palazzo del rione trastevere Cassiano vi formò il suo ricco museo personale, composto da dipinti e libri antichi. L’acquisto del palazzo da parte del Dal Pozzo <strong>Campo</strong> de’ fiori è attestato dall’atto notarile rogato a Roma il 30 Giugno 1621 in nome di Giovanni Secondo Ferrero Ponzigliani in favore di Michele, zio di Cassiano Dal Pozzo. Il palazzo …”fu convegno di quanti letterati uomini albergava Roma e di quanti la visitassero stranieri…..”. Appartenne a Cassiano dal 1621 al 1657, anno della sua morte, avvenuta il 22 Ottobre dello stesso anno con sepoltura nella Chiesa di Santa Maria sopra Minerva.. Dopo la morte di Cassiano, il palazzo e il ricco museo passarono in eredità al fratello Carlo e nel 1689 al proprio figlio Gabriele e da questi al suo erede Cosimo Antonio, con cui la famiglia Dal Pozzo si estinse intorno al 1730. Successivamente il palazzo divenne Collegio Femminile della SS.ma Assunzione della Beata Vergine Maria. La vicenda del palazzo è collegata a quella di Civita Castellana. Nel 1730 il ricco archivio e museo di Cassiano, tra cui cinquanta dipinti del Poussin, subirono alterne vicende: acquistato dalla famiglia Albani, fu in parte smembrato con alcune opere inviate a Torino e altre in Francia. Addirittura una parte consistente dei dipinti e dei carteggi comprati dai Sovrani Tedeschi, nel viaggio in mare da Civitavecchia a Genova, a seguito di una burrasca, affondarono in mare. Il Poussin, celebre pittore francese del XVII secolo, fu più volte ospitato nel palazzo da Cassiano Dal Pozzo, suo fervente protettore e ammiratore e sappiamo che lo stesso pittore soggiornò a più riprese a Civita 31 Castellana, dove eseguì numerosi dipinti, per lo più vedute, tra cui un dipinto di modeste dimensioni ispirato all’episodio della storia antica di Civita Castellana, del maestro fedifrago che consegna i suoi allievi ai soldati romani di Furio Camillo che nel 394 a.C.cinge d’assedio Civita Castellana, ultimo baluardo delle popolazioni Italiche contro Roma. L’episodio e’ ben noto: i maggiorenti della città avevano affidato l’educazione dei propri figli a un precettore, il quale per accattivarsi i favori dei Romani consegna a loro i giovani allievi. Furio Camillo, tribuno, non accetta lo scambio, fa arrestare il maestro e riporta i giovani alle loro case. La comunità colpita dal gesto si arrende ai Romani, diventando loro alleata. L’episodio storico, realtà o leggenda, è dunque ben noto, ma avvolti nella nebbia i destini del dipinto. Composto a Civita castellana tra il 1630 e il 1635, fu donato da Nicolas Poussin alla comunità di Civita Castellana in segno di gratitudine verso la città, che a più riprese l’ospitò nei suoi soggiorni di lavoro. Il pittore soggiornava presso l’Albergo dei Tre Re, posto alla confluenza della strada per Castel S.Elia, in una dimora che agli inizi dell’800 vide ospitare un altro grande pittore francese il Corot. Il tema, classico e di forte ispirazione civile, non poteva essere certo conservato in qualche chiesa, tanto che per ragioni tuttora ignote lo ritroviamo a Roma nell’800 nella bottega di un antiquario e da lì scompare definitivamente, per poi ripresentarsi recentemente nella ricca collezione di un magnate americano della finanza internazionale. Il dipinto civitonico, forse venduto per rimpinguare qualche debito, mostra il destino comune a tante opere d’arte: vendute per un tozzo di pane, anche perché nessuno in quel periodo poteva certo immaginare la futura importanza del pittore francese. Scopri lo Sport Vi invitiamo ad indovinare il noto personaggio sportivo riportato nella foto a fianco. I primi cinque che indovineranno e ne daranno comunicazione in redazione, avranno diritto a ricevere un premio offerto da FLASH JEANS di Fabrica di Roma