marzo 2011.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode
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Italiani”<br />
LA STORIA DELL’INNO D’ ITALIA<br />
Mi è piaciuto Ogni volta che, durante le occasioni<br />
più speciali, noi italiani, con<br />
che ha combattuto<br />
per la Patria, mi dispiace<br />
che sia morto a 21<br />
la mano destra sul cuore, intoniamo<br />
il nostro inno “ Fratelli d’Italia”,<br />
anni.<br />
Riccardo<br />
non pensiamo, forse anche per<br />
Febbraretti eccesso di ignoranza, alle profonde<br />
radici di questo canto, radici che<br />
risalgono addirittura al famigerato 1848,<br />
meglio noto come l’anno della primavera dei popoli, in<br />
pieno Risorgimento.<br />
Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli, un ventenne<br />
patriota genovese, scrisse il testo del “ Canto degli Italiani”,<br />
che poté debuttare il 10 Dicembre, con la musica di<br />
un altro genovese, il maestro Michele Novaro.<br />
Era un momento di grande eccitazione e fermento, mancavano,<br />
infatti, pochi mesi al celebre 1848. In quel periodo<br />
Nino Bixio, che si trovava sulle montagne, organizzava<br />
i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni tutti<br />
conoscevano l’inno, cosicché, durante le cinque giornate<br />
di Milano gli insorti lo intonavano a squarciagola. L’inno<br />
di Mameli fu senza dubbio il più importante di tutti i canti<br />
patriottici che, oltre ad essere strumento di propaganda<br />
degli ideali del Risorgimento, favorirono l’emanazione del-<br />
E’ stato un<br />
eroe, lo ammiro<br />
molto. Mi ha interessato<br />
molto la sua vita. Penso<br />
che ha fatto una fine un po’<br />
ingiuste spero che<br />
venga sempre ricordato.<br />
Lavinia<br />
lo Statuto Albertino e portarono<br />
Russo<br />
all’impegno del Re nel rischioso piano<br />
di unificazione.<br />
Quando l’inno si diffuse, le autorità fallirono nel tentativo di<br />
censurare l’ultima parte dl canto, considerata troppo dura<br />
nei confronti degli austriaci.<br />
Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, addirittura le<br />
bande militari lo suonarono senza tregua, tanto che il Re<br />
dovette ritirare ogni limitazione del testo, rinunciando anche<br />
agli inutili tentativi di reprimere l’uso del nostro attuale tricolore,<br />
divenuto nel 1831 il simbolo della Giovine Italia di<br />
Mazzini. In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli<br />
che, <strong>Giuseppe</strong> Garibaldi, con i “Mille” intraprese la conquista<br />
dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.<br />
Il canto degli italiani accompagnò i nostri patrioti anche<br />
durante l’ultima tappa di questo processo,<br />
la presa di Roma del 1870.<br />
Il nostro è un inno di grande storia<br />
e importanza, che, a mio parere,<br />
è meritevole di maggior onore<br />
e rispetto da parte di tutti noi<br />
italiani.<br />
Matteo Tagliatesta III B<br />
Per me è un<br />
grande uomo perché<br />
ha scritto un inno che ha<br />
aiutato a portare l’Italia<br />
alla vittoria. Per me l’Inno<br />
deve rimanere questo.<br />
Filippo Boerner<br />
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