SUONO n° 478

NUOVI STANDARD
Lo chassis è realizzato in sei elementi
componibili in ABS. La forma e le
modalità di assemblaggio sono a dir
poco curiose ma appaiono anche del
tutto funzionali: due coperchi e quattro
placchette laterali, due uguali e
una con i fori delle connessioni e
l’altra con la fessura per la ghiera di
regolazione del volume. Il coperchio
superiore è rivestito internamente
con un tappetino bituminoso
smorzante. Quattro viti installate
sul fondo tengono in posizione le
placchette laterali in un sandwich.
L’intera area interna, seppur di piccole
dimensioni, è completamente
occupata da un PCB di eccellente
fattura multistrato con piste di differenti
sezioni. Da un alto è implementata
la sezione di alimentazione
di rete switching dotata di filtri in
ingresso e in uscita. Al centro il circuito
di amplificazione del segnale
e poi la sezione di potenza affidata
a due circuiti integrati della National
LME49600, uno per canale, espressamente
studiati per l’amplificazione
di cuffie anche a bassa impedenza.
La fattura e i componenti utilizzati
sono eccellenti, molto al di sopra
della classe del prodotto: condensatori
blindati e resistori tradizionali
ma installati con tecnica tipo SMD
Mini-Melf.
un prodotto di questa fascia di
prezzo. L’impostazione timbrica
è centrata particolarmente sulla
gamma media con un effetto abbastanza
proiettato in avanti della
voce: non che la gamma alta
sia velata ma prevale la gamma
medioalta, in particolare le voci
femminili che non perdono il
copro ma assumono una specie
di prevalenza che in alcuni casi
è molto piacevole. In generale
l’apparecchio propone una musicalità
molto elevata e solo il paragone
con prodotti dal costo ben
superiore (il nostro riferimento
assoluto Bryston BHA-1) mette
in luce una leggera perdita di
nella parte bassa della gamma,
che comporta un impatto ed una
estensione in basso minore che
nel riferimento ma in una misura
talmente ridotta da mettere
fortemente in dubbio che quel
quid in più meriti una spesa che
è pari a 10 volte il prezzo del
MyZic! Come accennato, l’unico
elemento che a questo livello
fa davvero la differenza sono
le prestazioni ad alto volume,
peraltro - vista la tensione d’uscita
- si tratta sostanzialmente
di una condizione inapplicabile:
se si mantengono gli equilibri
generali, oltre un certo livello
i piani tendono a schiacciarsi
fra loro e le voci ad indurirsi,
effetto tipico della saturazione.
Nel complesso e in funzione
della sua classe di prezzo l’apparecchio
presenta comunque
parametri di eccellenza che ne
consentono senza imbarazzo (e
con ottimi risultati!) l’accoppia-
tanti
(nel nostro caso Sennheiser
HD 800 e Audeze LCD3), senza
mettere in luce particolari idiosincrasie.
Non sorprende che il
MyZic per molti punti di vista
le
esigenze dell’utente comune
per quanto riguarda l’utilizzo,
l’interfacciabilità e tutti gli aspetti
pratici; se si esclude il malfunzionamento
dell’uscita passante,
affetta da una distorsione rilevata
prima in fase di ascolto e poi
confermata al banco di misura
-
progettazione ottimizzata che da
un lato lascia intravedere i nuovi
orizzonti qualitativi alla portata
dei prodotti di prima fascia,
dall’altro conforta su quella che
è una tesi condivisa da questa
rivista: può essere il microlusso
la chiave di rilancio di questo
settore... Il MyZic ne è un degno
rappresentante!
SUONO luglio 2013 109