SUONO n° 478
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STEFANO BATTAGLIA<br />
Non è facile, oggi, resistere su posizioni rigorose ed evitare<br />
compromessi. Anche per chi, come te, incide per un’etichetta<br />
autorevole come la ECM e ottiene riconoscimenti interna-<br />
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Siamo comunque dei privilegiati, perché siamo nella musica, nel giar-<br />
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momento complesso, anche eccitante in un certo senso. So che come<br />
musicista raccolgo quello che semino. Quello che ho è il frutto di ciò<br />
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ha grande successo è talmente lontano da quello che voglio difendere<br />
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anche degli aspetti dolorosi, ma sono perfettamente conscio di doverli<br />
accettare. Faccio quello che sono e non voglio fare ciò che non sono!<br />
come lo stesso Jarrett e il primo Chick Corea, quello dei dischi Blue<br />
Note, del trio con Altschul e Holland e poi in quartetto con Braxton. In<br />
quel momento io ero completamente dentro il mondo del free “melodico”,<br />
Bley, Ornette, Don Cherry, Dewey Redman… Era proprio la mia<br />
musica di riferimento. Credo che se si confronta Bley con il Bill Evans<br />
dello stesso periodo degli anni ’60, quello dei famosi dischi al Village<br />
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era nel mistero totale, pur proponendo una visione lirica, melodica e<br />
poetica straordinaria. Lì è proprio il mio eroe. È un retaggio dal quale<br />
non mi separo mai.<br />
Tutto questo porta comunque ad una scelta che riduce le<br />
dimensione dell’organico…<br />
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chiave nella storia evolutiva del linguaggio non li amo. Faccio fatica ad<br />
accettare i musicisti che suonano tanto, forte, sempre. Questo ha fatto<br />
sì che mi sia anche separato dai miei colleghi milanesi più legati, anche<br />
ideologicamente, a quell’estetica. A me interessa proprio l’opposto: la<br />
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vicino ad un’idea romantica. I gruppi superiori al trio o al quartetto sono<br />
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Ho scelto musicisti non solo vicini per poetica, ma anche logisticamente,<br />
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Vuoi raccontarci qualcosa a proposito di Songways, il tuo più<br />
recente lavoro pubblicato a inizio anno dalla ECM (L’album<br />
è già stato recensito da Roberto Paviglianiti, in <strong>SUONO</strong> n.<br />
475, aprile 2013 – ndr).<br />
È il secondo volume di un grande lavoro che sto facendo, sulla musica<br />
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miro ad essere in qualche modo un musicista di 1000 anni fa, con un<br />
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vicino a una chiesa romanica. Ho usato molto delle armonie arcaiche,<br />
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In questi tempi dominati da piccoli dispositivi digitali portatili<br />
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ed ascoltare della musica riprodotta come si deve<br />
No, no! Io sono un dinosauro. Amo il rapporto poltrona/casse eccetera.<br />
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per avere di nuovo il desiderio di ascoltare.<br />
36 <strong>SUONO</strong> luglio 2013