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numero 10 2011 - Diocesi di Nola

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anno XXVI <strong>numero</strong> <strong>10</strong> <strong>di</strong>cembre <strong>2011</strong><br />

In <strong>di</strong>alogo<br />

19<br />

Essere adulto con una gioventù on-line<br />

Il racconto <strong>di</strong> un insegnate dell'Istituto Sacro Cuore <strong>di</strong> Napoli<br />

<strong>di</strong> Saverio Gaetano Napolitano<br />

L'anno scolastico in corso è per me cominciato<br />

con un po' <strong>di</strong> ritardo, per problemi<br />

<strong>di</strong> salute. Al mio rientro, qualche<br />

settimana fa, mi hanno colpito le parole<br />

<strong>di</strong> una studentessa:«Professore, ci<br />

è mancato tanto il suo appuntamento<br />

con noi». Queste parole contengono<br />

un termine decisivo: appuntamento.<br />

Da queste parole emerge un imperativo<br />

categorico per noi docenti: recuperare<br />

la <strong>di</strong>mensione della scuola come<br />

comunità in formazione, recuperare<br />

il rapporto tra docente e studente,<br />

partendo però da una certezza:<br />

che i nostri studenti non sono delle<br />

scatole vuote. Tale certezza scaturisce<br />

dalla personale esperienza <strong>di</strong> insegnamento,<br />

ormai quinquennale,<br />

presso l'Istituto Sacro Cuore – Fondazione<br />

“Romano Guar<strong>di</strong>ni” <strong>di</strong> Napoli<br />

che, seppur brevissima, mi ha fornito<br />

qualche spunto <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> lavoro.<br />

È necessario, innanzitutto, partire<br />

dall'osservazione, da come generalmente<br />

i ragazzi si presentano a noi.<br />

Sono i giovani delle e-mail, dei blog e<br />

delle chat, <strong>di</strong> MSN, <strong>di</strong> Facebook e <strong>di</strong><br />

Twitter, quelli con i quali i docenti, e gli<br />

adulti in generale, sono chiamati a rapportarsi,<br />

cioè quelli <strong>di</strong> un'accelerazione<br />

e <strong>di</strong> una imme<strong>di</strong>atezza senza<br />

precedenti. Tutto accade in tempo reale,<br />

on-line.<br />

In nome <strong>di</strong> questa imme<strong>di</strong>atezza <strong>di</strong>ventata<br />

vera e propria, se non unica,<br />

forma <strong>di</strong> rapporto, niente sembra durare,<br />

niente sembra sod<strong>di</strong>sfare se non<br />

nell'istante, compresi purtroppo i sentimenti.<br />

Emerge, pertanto, la continua<br />

necessità da parte del docente <strong>di</strong> trovare<br />

qualcosa <strong>di</strong> nuovo, <strong>di</strong> eccitante,<br />

per scacciare la così <strong>di</strong>ffusa esperienza<br />

della noia.<br />

La scuola deve recuperare urgentemente<br />

la <strong>di</strong>mensione del rapporto.<br />

Purtroppo i nostri studenti vivono<br />

all'istante, un istante privo <strong>di</strong> passato<br />

e <strong>di</strong> futuro (una prova evidente, ad<br />

esempio, ne è l'interrogazione, durante<br />

la quale si cerca <strong>di</strong> affastellare<br />

notizie senza alcuna sequenza logico-temporale),<br />

nel quale vengono anche<br />

meno le conseguenze per gli atti<br />

compiuti. Invece è solo all'interno della<br />

<strong>di</strong>mensione del rapporto con l'altro<br />

che il tempo assume il suo significato<br />

creando un reciproco beneficio. Tale<br />

rapporto deve essere necessariamente<br />

coltivato e curato. Non possiamo<br />

e non dobbiamo rassegnarci alla<br />

situazione presente, pensando a strategie<br />

<strong>di</strong> contenimento delle per<strong>di</strong>te o<br />

arroccandoci su stili, metodologie e<br />

programmi che funzionavano decenni<br />

fa. Ma non possiamo neanche ridurci<br />

ad amplificare il mito dell'insegnante<br />

giovane, vicino <strong>di</strong> età, che per<br />

questo solo motivo sarebbe davvero<br />

capace <strong>di</strong> capire gli studenti e parlare<br />

il loro linguaggio (il che risulterebbe<br />

patetico come certi genitori giovanilisti<br />

che si professano amici dei figli prima<br />

ancora che educatori).<br />

Occorre invece ripartire proprio dai ragazzi,<br />

tenendo conto della loro specifica<br />

situazione culturale e sociale, e<br />

iniziando ad accordare loro fiducia<br />

all'interno <strong>di</strong> un rapporto con loro. È<br />

un errore trattarli come degli eterni<br />

adolescenti in crisi, brufolosi e sempre<br />

preda degli ormoni, incomprensibili<br />

e inafferrabili per natura, rinchiusi<br />

in un mondo inaccessibile. La maggior<br />

parte dei ragazzi che in questi pochi<br />

anni ho incontrato al “Sacro Cuore”<br />

aveva in sé il desiderio <strong>di</strong> essere<br />

preso sul serio, nonostante magari facesse<br />

<strong>di</strong> tutto per non invogliare a questo.<br />

Nei ragazzi persiste sempre il desiderio<br />

inespresso <strong>di</strong> essere stimati in<br />

quanto soggetti ambiziosi <strong>di</strong> esserci<br />

nel mondo e <strong>di</strong>re la loro, nonostante<br />

sembrino in apparenza persi. Essi cercano<br />

ancora la sod<strong>di</strong>sfazione come e<br />

dove possono, trovando risposte che<br />

loro stessi giu<strong>di</strong>cano insod<strong>di</strong>sfacenti,<br />

cui si adeguano nonostante tutto. Se<br />

sollecitati da una proposta affascinante,<br />

che parta dal loro sentire e dalle<br />

loro esigenze, i ragazzi sanno ancora<br />

aderire, ciascuno secondo una modalità<br />

sempre personale che va riconosciuta,<br />

rispettata e semmai rielaborata.<br />

Non basta solo invocare il necessario<br />

rinnovamento del sistema<br />

scolastico in nome delle mutate con<strong>di</strong>zioni<br />

giovanili; c'è anche un livello<br />

personale da curare, alla portata <strong>di</strong><br />

ciascun docente. È fondamentale che<br />

l'adulto che questi ragazzi si ritrovano<br />

in aula la mattina <strong>di</strong>mostri con tutto se<br />

stesso <strong>di</strong> essersi preparato all'appuntamento<br />

con loro, perché si tratta <strong>di</strong><br />

un appuntamento, cioè <strong>di</strong> una confermata<br />

<strong>di</strong>sponibilità al rapporto, ogni singolo<br />

giorno <strong>di</strong> scuola (in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dallo stipen<strong>di</strong>o, dai problemi in<br />

famiglia o con i colleghi o con il <strong>di</strong>rigente<br />

scolastico). Ben preparato non<br />

significa solo con lezioni adeguatamente<br />

me<strong>di</strong>tate e confezionate, ma<br />

anche curato e gradevole nella presentazione<br />

<strong>di</strong> sé, perché ha un appuntamento,<br />

con i ragazzi appunto.<br />

Questo è il primo elementare modo<br />

per trasmettere la nostra simpatia e il<br />

nostro rispetto verso l'umanità dei ragazzi.<br />

Un modo semplice per invogliare<br />

l'altro al rapporto, alla collaborazione<br />

e per comunicare il nostro apprezzamento<br />

per lui, per la vita, per il<br />

tempo in cui viviamo, perché è nell'hic<br />

et nunc che si gioca il rapporto. Un<br />

semplice, e forse banale, proposito<br />

che potrebbe fare la <strong>di</strong>fferenza.

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