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Download Quaderno n. 6 Novembre-Dicembre 2010 - Quaderni del ...

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Invecchiamento “attivo” e prevenzione 2<br />

2.6. Fattori individuali<br />

2.6.1. Fattori biologici e genetica<br />

La biogerontologia sta permettendo di capire quali<br />

sono i meccanismi alla base <strong>del</strong>le modificazioni legate<br />

all’invecchiamento. Non è ancora possibile sapere<br />

quanto le attuali conoscenze siano trasferibili<br />

alla pratica clinica quotidiana, tanto da essere utilizzate<br />

per la prevenzione ai fini di una vecchiaia attiva.<br />

I fattori genetici, ovviamente non modificabili,<br />

hanno un’indubbia importanza nel condizionare alterazioni<br />

età-correlate, anche se non se ne conosce<br />

la reale importanza in un confronto con le determinanti<br />

ambientali. Infatti, secondo alcuni studi il<br />

fenotipo anziano dipenderebbe per circa il 25% da<br />

fattori genetici, percentuale che risulta maggiore nei<br />

figli di genitori longevi, una volta superati i 70 anni.<br />

2.6.2. Adattabilità<br />

Prima dei 50 anni, diversi fattori [abuso di alcool,<br />

fumo, stabilità <strong>del</strong> matrimonio, attività fisica, indice<br />

di massa corporea (body mass index, BMI),<br />

capacità di adattamento e livello di cultura] condizionano<br />

la possibilità di arrivare a una “vecchiaia<br />

attiva”. Questi fattori “precoci” risultano scarsamente<br />

sensibili a programmi di prevenzione applicati<br />

in un’età più avanzata.<br />

Tra i fattori “tardivi”, la depressione sembra essere<br />

il più importante nell’influenzare una vecchiaia<br />

attiva. Mantengono, però, tutta la loro importanza<br />

– per esempio per quel che riguarda la mobilità –<br />

tutti gli altri fattori dipendenti dagli stili di vita e<br />

dalle condizioni sociali.<br />

Il pensiero prevalente degli anziani nei riguardi<br />

<strong>del</strong>la qualità <strong>del</strong>la vita è che essa si identifichi<br />

prima di tutto, anche indipendentemente dal proprio<br />

stato di salute e di autonomia, nella conservazione<br />

di relazioni sociali.<br />

2.7. Stili di vita<br />

2.7.1. Attività fisica<br />

La performance fisica si riduce progressivamente<br />

con l’età: il calo è drammatico dopo i 75 anni anche<br />

in chi pratica un’attività fisica intensa. Per<br />

esempio, i risultati ottenuti dagli atleti master alle<br />

Olimpiadi senior <strong>del</strong> 2001 dimostrano che dai<br />

50 ai 75 anni le performance appaiono abbastanza<br />

stabilizzate, con una diminuzione modesta<br />

(–1,86% negli atleti maschi e –1,94% nelle atlete<br />

femmine); una diminuzione molto maggiore è<br />

stata riscontrata, invece, dai 75 agli 85 anni, dove<br />

le prestazioni hanno un calo <strong>del</strong> 7,86% negli atleti<br />

maschi e <strong>del</strong> 7,36% nelle atlete femmine.<br />

Le ragioni <strong>del</strong>la diminuzione età-dipendente <strong>del</strong>l’efficienza<br />

fisica vanno individuate prima di tutto<br />

nella progressiva perdita di massa – sarcopenia –<br />

e di forza muscolare. La sarcopenia è legata alla<br />

sedentarietà, che è sempre più frequente con l’aumentare<br />

<strong>del</strong>l’età e ha un impatto estremamente<br />

negativo sul metabolismo e sulla forza <strong>del</strong> muscolo<br />

<strong>del</strong>l’anziano: per esempio, sono sufficienti 10<br />

giorni di assoluto riposo a letto per determinare<br />

un bilancio azotato progressivamente negativo,<br />

una diminuzione <strong>del</strong>la massa magra di 1,5 kg,<br />

<strong>del</strong>la sintesi proteica <strong>del</strong> muscolo <strong>del</strong>lo 0,027%<br />

per ora e <strong>del</strong>la forza muscolare di oltre il 15%.<br />

Inoltre, il metabolismo ossidativo <strong>del</strong> muscolo si<br />

riduce con l’età e l’invecchiamento diminuisce la<br />

capacità di ipertrofizzarsi da parte dei muscoli<br />

dopo allenamento fisico. La causa sarebbe stata<br />

individuata nelle stesse cellule muscolari, che, per<br />

un’alterazione autocrina e paracrina, sarebbero incapaci<br />

di esprimere, a differenza di quelle giovani,<br />

il fattore MGF (Mechano Growth Factor), indispensabile<br />

per lo sviluppo <strong>del</strong>l’ipertrofia muscolare.<br />

L’ipertrofia <strong>del</strong> muscolo invecchiato dopo<br />

training non può, perciò, che essere parziale.<br />

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