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ELEMENTI - Il periodico del GSE - Corrente

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Ma Cuticchio non si ferma all’opra, va oltre. Abbraccia anche<br />

il “cuntu” e la spada, che <strong>del</strong> “cuntu” è arma ed emozione.<br />

Acquisisce quest’arte “rubandola” a Peppino Celano, maestro<br />

contastorie che lui frequentava per farsi insegnare la tecnica<br />

di costruire i pupi. Sarà un “rubare” lento e lungo. Celano<br />

non parla molto <strong>del</strong>la sua arte. Come fosse geloso di regalarla<br />

agli altri. Ne dà solo qualche accenno.<br />

Qualche piccola nozione. Ma Mimmo non molla, lo segue<br />

nei suoi spettacoli all’aperto, tra le viuzze antiche di Palermo,<br />

tra la gente <strong>del</strong> popolino, affascinata da quell’uomo che solitario<br />

racconta le gesta di eroi, nemici, donne, maghi e traditori,<br />

con immedesimazione e con la forza <strong>del</strong>la passione.<br />

“<strong>Il</strong> “cuntu” è un’altra arte antica. Fascionosa”, mi confida<br />

Cuticchio. “<strong>Il</strong> contastorie è una sorta di storico <strong>del</strong>la tradizione<br />

orale dei poemi epico-cavallereschi. Per fare il contastorie ho<br />

dovuto studiare tantissimo, ma quanto ho appreso mi è tornato<br />

utile nelle mie scorribande contatorie tra la gente.<br />

È un’emozione forte “cuntare” per strada, vedere gli sguardi<br />

attenti, meravigliati, entusiasti di grandi e piccini. I bambini<br />

poi sono quelli che danno più soddisfazione.<br />

Nei loro occhi leggi il viaggio fantastico che intraprendono<br />

dietro le tue parole”.<br />

Gli domando per quale alchimia il “cuntu” e il teatro dei pupi,<br />

riescono a trasmettere emozioni, ieri come oggi, anche a chi<br />

non conosce l’italiano, o addirittura, il siciliano.<br />

“È la forza di ciò che appartiene al passato che attrae, che<br />

emana fascino. Poi, in qualsiasi parte <strong>del</strong> mondo, in America,<br />

in Asia, in Marocco, in Francia, in Germania, in Inghilterra,<br />

ovunque sono stato, la tecnica particolare <strong>del</strong> movimento,<br />

di manipolazione dei pupi, così come gli scenari <strong>del</strong> teatro,<br />

i colori <strong>del</strong>le tele, i ritmi, i suoni, i battiti <strong>del</strong> piede, le voci<br />

tremolanti all’antica, hanno sempre contribuito a creare<br />

un’atmosfera fascinosa. C’è da dire che questo successo è stato<br />

favorito anche dal mio lavoro sui testi, dai quali ho cercato<br />

di liberare la musicalità più forte, limando, a volte, le parti<br />

dialettali, che pure c’erano e ci sono nel mio teatro.<br />

Così come sono voluto uscire dalla prolissità di alcuni scritti,<br />

asciugandoli <strong>del</strong> superfluo. Quelli di Dumas, per esempio,<br />

autore che era pagato un tanto a parole, e che quindi,<br />

per guadagnare di più, allungava il brodo dei suoi pur<br />

importanti racconti. Ricordo ancora lo spettacolo che facemmo<br />

in Vietnam, i volti, le espressioni di quelle persone che ci<br />

guardavano incantati, con il naso all’insù, come tanti bambini<br />

che si accostano allo stupore, alla scoperta <strong>del</strong>la meraviglia.<br />

I Pupi, mi sono detto quando alzammo il sipario, hanno<br />

conquistato pure il cuore dei vietnamiti”.<br />

“c’è tanta Sicilia<br />

nell’opra”<br />

Gli occhi di Cuticchio si fanno lucidi di emozione.<br />

Dietro la quale mal si cela la soddisfazione per avere creduto<br />

in un’impresa che sembrava difficile, o, addirittura, impossibile.<br />

Un’impresa nella quale c’è tutta la sua determinazione, la sua<br />

forza e quella <strong>del</strong>la sua magica terra.<br />

“C’è tanta Sicilia nell’opera di pupi”, mi dice. “Tutto quello<br />

che appare attraverso “l’opra” nasconde un mondo sottostante,<br />

il mondo siciliano di ieri e di oggi. Ci sono le voci <strong>del</strong>le piazze,<br />

quelle degli “abbannianti” (i venditori di frutta, pesce, cose<br />

e oggetti vari. ndr). Ci sono le metafore, le cose dette con<br />

poche parole, con gli sguardi, ma anche quelle gridate.<br />

Ci sono le rabbie, le indignazioni per ciò che sembra immutato,<br />

immobile e non risolversi mai.<br />

><br />

Elementi 24 87

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