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impianti termotecnici - volume 3 - Dipartimento di Ingegneria ...

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IMPIANTI TERMOTECNICI – VOL.UME 3°<br />

8<br />

<br />

<br />

<br />

w w<br />

2g<br />

v dp<br />

g<br />

2 2<br />

2 1<br />

altezza <strong>di</strong>namica;<br />

2<br />

altezza <strong>di</strong> pressione<br />

1<br />

lr<br />

zr<br />

altezza <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> carico per attrito.<br />

g<br />

Qualche volta è anche comodo scrivere l‟equazione <strong>di</strong> Bernoulli [14] in termini <strong>di</strong> pressione:<br />

2 2<br />

w2 w1<br />

p2 gz2 p1 gz1<br />

lm<br />

lr<br />

[20]<br />

2 2<br />

In questo caso ogni termine della [20] è omogeneo ad una pressione e quin<strong>di</strong> si esprime in<br />

termini <strong>di</strong> Pascal ([Pa]=[N/m²]). Dalla [20] si può ancora ricavare un‟interessante espressione molto<br />

utile nelle applicazioni future:<br />

2 2<br />

w1 w2<br />

p2 p1 g( z1 z2)<br />

pm<br />

pr<br />

[21]<br />

2<br />

Quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> pressione (primo membro) è dovuta alla somma <strong>di</strong> tre effetti: la caduta<br />

cinetica più la caduta gravimetrica più la caduta per lavoro (motore e resistivo).<br />

Data l‟arbitrarietà nello scegliere le sezioni 1 e 2 si può fare in modo che il lavoro motore non<br />

sia presente nel bilancio [20] e pertanto possiamo scrivere che la caduta <strong>di</strong> pressione in un tratto <strong>di</strong><br />

condotto è data dalla relazione:<br />

2 2<br />

w2 w1<br />

p1 p2 g( z2 z1)<br />

pr<br />

[22]<br />

2<br />

1.4 LE PERDITE DI PRESSIONE PER ATTRITO<br />

Le per<strong>di</strong>te per attrito sono dovute essenzialmente a due cause: le per<strong>di</strong>te per attrito <strong>di</strong>stribuito<br />

(dovute all’interazione fra fluido e pareti) e per<strong>di</strong>te per attrito concentrato (dovute a bruschi cambiamenti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>rezione o per la presenza <strong>di</strong> ostruzioni lungo tratti molto piccoli <strong>di</strong> condotto).<br />

1.4.1 PERDITE PER ATTRITO DISTRIBUITO<br />

Per calcolare p r per attrito <strong>di</strong>stribuito occorre utilizzare la relazione <strong>di</strong> Weissbach -Darcy:<br />

2<br />

lw<br />

pa<br />

<br />

[23]<br />

d 2<br />

ove è detto fattore <strong>di</strong> attrito <strong>di</strong>stribuito. La [23] ci <strong>di</strong>ce che le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong>stribuite sono <strong>di</strong>rettamente<br />

proporzionali alla lunghezza del condotto e all‟energia cinetica per unità <strong>di</strong> <strong>volume</strong> e sono<br />

inversamente proporzionali al <strong>di</strong>ametro del condotto. Il fattore <strong>di</strong> attrito è funzione dai seguenti<br />

parametri:<br />

, w, d, ,<br />

e [24]<br />

<br />

ove:<br />

è la densità del fluido, [kg/m³];<br />

w è la velocità del fluido, [m/s];<br />

d è il <strong>di</strong>ametro del condotto, [m];<br />

è la viscosità <strong>di</strong>namica del fluido, [kg.s/m²];<br />

e è la scabrezza assoluta, [m].<br />

La scabrezza assoluta è l‟altezza delle singole asperità superficiali presenti nel condotto.<br />

Esse sono sempre presenti, qualunque sia il grado <strong>di</strong> finitura superficiale del condotto; in alcuni<br />

casi, tubi per <strong>impianti</strong>stica in genere, si hanno valori assoluti molto piccoli tanto da far ritenere questi<br />

condotti come lisci, cioè privi <strong>di</strong> asperità. E‟ comunque una semplificazione <strong>di</strong> calcolo.

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