F.1 - Italiaracing

Leggenda vuole che Mateschitz,
stordito dal fuso orario thailandese,
e consigliato da un barista,
beve una bevanda dal nome Krating Daeng,
che significa toro rosso.
Si riprende così velocemente,
che in testa gli scatta l'idea...
Massimo Costa
Si parla sempre dei grandi costruttori, ma si tende
a trascurare quello che è il vero fenomeno, addirittura
potremmo definirla una anomalia, che da
anni sta travolgendo il mondo delle corse. E non
ci fermiamo alla sola F.1, ma a tutto ciò che ha
quattro e anche due ruote. E, spostandoci più in
là, anche a tutti gli altri sport, dal calcio al ciclismo,
dallo snowboard all'alpinismo, dall'atletica
alla vela, per non parlare di quelle folli gare per
aeroplani. Ci riferiamo alla Red Bull, un'azienda
che produce bevande energetiche e che ha trovato
nel motorsport un canale unico ed inesauribile.
Dapprima come mezzo per aiutare i migliori giovani,
poi come primo attore con ben due squadre
di F.1. Inutile aggiungere che a Dieter Mateschitz
sarebbe indispensabile costruire un monumento.
Red Bull è al primo posto della classifica degli
sponsor che investono nello sport. Nel 2008 sono
stati spesi due miliardi e centosei milioni di euro.
Sì, avete letto bene. Di questi, almeno 200 sono
finiti nelle casse dei team di F.1, Red Bull e Toro
Rosso. Non male per una azienda che si sostiene
con la vendita di quelle lattine grigioblu presenti
in 130 Paesi del globo. Dove si trovano Ovunque:
nei bar, al supermercato, nelle drogherie, nelle
macchinette per bibite, nelle discoteche. Secondo
gli ultimi dati, la Red Bull negli Stati Uniti è riuscita
a scalzare la Coca Cola dal trono di lattina
più venduta nel 2008.
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