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Villa Immacolata si racconta - Giuliocesaro.it

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<strong>Villa</strong> <strong>Immacolata</strong>: una conquista<br />

della Gioventù <strong>it</strong>aliana di Azione cattolica<br />

Nell'immediato dopo guerra, a partire dal 1946, <strong>si</strong> è posto come prior<strong>it</strong>ario per la GIAC<br />

(Gioventù <strong>it</strong>aliana di Azione cattolica) il problema della formazione dei responsabili<br />

parrocchiali (allora <strong>si</strong> chiamavano delegati aspiranti, juniores, seniores; oggi <strong>si</strong> definiscono<br />

educatori). La GIAC era uno dei quattro rami dell'Azione cattolica: GIAC<br />

(gioventù maschile), la GF (gioventù femminile), l'UDACI (Unione donne di Azione<br />

Cattolica), e l'Unione uomini, a cui <strong>si</strong> aggiunsero i Laureati e la FUCI. Ogni ramo aveva<br />

le rispettive pre<strong>si</strong>denze parrocchiali e diocesane, coordinate dalle rispettive Giunte, formate<br />

dal pre<strong>si</strong>dente e as<strong>si</strong>stente di Giunta e dai quattro pre<strong>si</strong>denti e as<strong>si</strong>stenti di ramo.<br />

Durante il periodo bellico, la GIAC, aveva operato attraverso incontri (adunanze) settimanali<br />

parrocchiali e qualche incontro diocesano per i responsabili di settore. Con il<br />

1946 vennero awiate le co<strong>si</strong>ddette "tre giorni" (anticipazione dei futuri campi scuola<br />

settimanali, iniziati alla fine degli anni Sessanta), utilizzando strutture in aff<strong>it</strong>to.<br />

Nel 1946 era as<strong>si</strong>stente diocesano GIAC, don Pietro Costa, succeduto a don Ermanno<br />

Gasparella che aveva segu<strong>it</strong>o la Gioventù <strong>it</strong>aliana per 20 anni, lino al 1944, quando<br />

mori.<br />

Don Piero Costa fu una figura di rilievo nella Re<strong>si</strong>stenza padovana; arrestato nel 1944<br />

per la sua attiv<strong>it</strong>à partigiana fu salvato, mentre già era stato aggregato al convoglio<br />

di prigionieri diretti in Germania, dall'intervento personale del vescovo Carlo Agostini<br />

che riuscì a far commutare la pena nella detenzione nel carcere di piazza Castello a<br />

Padova, che <strong>si</strong> prolungò <strong>si</strong>no alla Liberazione nel 1945. L'Azione cattolica, con tutti i<br />

suoi rami, aveva la sua sede nella parrocchia di San Tommaso, in via San Tommaso<br />

I; la sede era adiacente alla cella del carcere in cui era rinchiuso don Costa. Ogni sera<br />

i giovani parlavano con il loro as<strong>si</strong>stente che rispondeva dalla cella al di là del muro.<br />

Don Costa era fermamente convinto che tutti i ventimila giovani della Dioce<strong>si</strong> iscr<strong>it</strong>ti<br />

alla GIAC dovessero partecipare a un corso di esercizi spir<strong>it</strong>uali almeno due volte fra<br />

i 15 e i 30 anni (in occa<strong>si</strong>one del matrimonio <strong>si</strong> passava al ramo adulti, altrimenti <strong>si</strong><br />

rimaneva appartenenti alla GIAC <strong>si</strong>no ai trent'anni).<br />

Ma in Dioce<strong>si</strong> non e<strong>si</strong>steva una casa per esercizi spir<strong>it</strong>uali. Molte parrocchie per tale<br />

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