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Villa Immacolata si racconta - Giuliocesaro.it

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attiv<strong>it</strong>à formativa <strong>si</strong> rivolgevano a <strong>Villa</strong> San Giuseppe dei Gesu<strong>it</strong>i di Bassano, o nella<br />

casa dei padri Cavanis di Possagno ... La prima struttura "diocesana" fu la "Montanina",<br />

a Velo d'Astico, già villa dello scr<strong>it</strong>tore Fogazzaro. Negli anni succes<strong>si</strong>vi <strong>si</strong> aggiunse<br />

l'uso, nei me<strong>si</strong> estivi, del seminario Minore di Thiene (El Barcol1) e di un edificio<br />

scolastico <strong>si</strong>tuato a Foza, sull'Altopiano di A<strong>si</strong>ago.<br />

Nell'estate del 1945 la GIAC aveva provveduto a riannodare il suo tessuto organizzativo<br />

incontrando, nelle cinque zone della dioce<strong>si</strong> (Grappa, Cengio, Centrale, Adriatica,<br />

Euganea) i pre<strong>si</strong>denti vicariali per organizzare le prime tre giorni. Fu allora che la mancanza<br />

di una casa diocesana di spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à tornò a far<strong>si</strong> sentire in modo <strong>si</strong>gnificativo<br />

e don Piero Costa lanciò l'idea che la GIAC <strong>si</strong> dotasse di una propria casa di esercizi<br />

nella zona dei Colli Euganei. Analoga e<strong>si</strong>genza era sent<strong>it</strong>a dalla GF che, assai più effIciente<br />

della GlAC nel reperire i fondi, provvide abbastanza rapidamente ad acqui<strong>si</strong>re<br />

<strong>Villa</strong> Assunta. AI tempo la GlAC aveva come as<strong>si</strong>stenti diocesani don Piero Costa e<br />

don Antonio Sarto rata, pre<strong>si</strong>dente diocesano Ezio Riondato, delegato seniores Olivo<br />

Spolaore, delegato juniores Vinicio Dalla Vecchia, delegato aspiranti Piero Schiano.<br />

Il problema fu segnalato al vescovo Agostini che, pur approvando e benedicendo il<br />

progetto, negò ogni pos<strong>si</strong>bil<strong>it</strong>à di finanziamento.<br />

Ras<strong>si</strong>curata dall'approvazione episcopale la GlAC <strong>si</strong> mise, <strong>si</strong>a pur con scarso successo,<br />

a raccogliere fondi parrocchia per parrocchia; a un certo punto la neces<strong>si</strong>tà economica<br />

rischiò di assorbire tutte le attenzioni dell'Associazione e determinò un memorabile<br />

quanto passeggero contrasto tra il pre<strong>si</strong>dente Ezio Riondato e l'as<strong>si</strong>stente don Pietro<br />

Costa.<br />

Don Costa de<strong>si</strong>derava che la casa fosse ubicata sui Colli Euganei (abbastanza centrali<br />

rispetto alla vast<strong>it</strong>à della Dioce<strong>si</strong>), zona allora molto povera e segnata da una diffusa<br />

carenza d'acqua; era, questo, uno dei problemi che rendevano piuttosto ardua la<br />

pos<strong>si</strong>bil<strong>it</strong>à di individuare u n <strong>si</strong>to adatto.<br />

Nel giugno del 1947 il <strong>si</strong>gnor Giovanni Boaretto, mediatore di Galzignano, segnalò che<br />

era in vend<strong>it</strong>a, a Torreglia Alta, una tenuta di 37 campi padovani con villa padronale<br />

(<strong>Villa</strong> dei Cedri) e con una polla d'acqua.<br />

Don Pietro Costa e Pietro Schiano (delegato diocesano aspiranti) andarono a vedere il<br />

posto. La villa era circondata da un parco alberato e a monte da un vasto terreno, in<br />

parte coltivato a v<strong>it</strong>igno e in parte a boscaglia tipica dei Colli (robinia e castagni). Da<br />

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