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Relazione Programmatica - Unione dei Comuni del Pratomagno

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Comune di Empoli<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>Programmatica</strong><br />

Secondo Regolamento Urbanistico<br />

Tra questi spiccava, già al tempo <strong>del</strong>la redazione <strong>del</strong> primo Regolamento, il fenomeno<br />

<strong>del</strong>la terziarizzazione e <strong>del</strong>la frammentazione-dispersione <strong>del</strong>la produzione che,<br />

per certi aspetti, prefigurava poi l’assetto strategico <strong>del</strong>la pianificazione da attuarsi.<br />

La pianificazione comunale, sin dall’anno 2000, ha quindi proposto, accanto ad uno<br />

sviluppo tradizionale di funzioni industriali ed artigianali, la creazione di poli integrati di<br />

produzione e servizi cercando di intervenire senza ulteriori consumi di suolo ma fornendo<br />

la possibilità di incrementare l’offerta di funzioni insediabili all’interno <strong>del</strong>le aree già<br />

esistenti, anche parzialmente edificate.<br />

La presa d’atto di questa situazione e la sua valutazione, soprattutto a livello di reciproca<br />

compatibilità funzionale e di congruità con l’ambito generale, ha guidato le scelte<br />

pianificatorie che si sono poi tradotte in riconferma o meno <strong>del</strong>la situazione esistente o<br />

nella ri-modulazione <strong>del</strong>le reciproche interazioni, anche in termini di effetti, <strong>del</strong>le diverse<br />

zone.<br />

Nell’arco temporale che va dall’approvazione <strong>del</strong> Piano Strutturale in data 30/03/2000 e<br />

<strong>del</strong> Regolamento Urbanistico <strong>del</strong> 21/12/2004 ad oggi, si registra un sensibile<br />

cambiamento <strong>del</strong> quadro di riferimento.<br />

Da una parte, un nuovo ambito legislativo e normativo regionale, in particolare la L.R.T.<br />

1/2005 ed i relativi regolamenti di attuazione ed il Piano di Indirizzo Territoriale;<br />

dall’altra, l’attuale quadro <strong>del</strong> mercato economico e <strong>del</strong> lavoro che richiedono politiche<br />

territoriali di sviluppo economico diversificato.<br />

Il mutato contesto socio economico necessita, in particolare, di una maggiore flessibilità<br />

funzionale che consenta alle aziende esistenti di adeguare tempestivamente la propria<br />

struttura e organizzazione produttiva alle richieste di un mercato in continua evoluzione,<br />

nonché di attivare sinergie tra i diversi settori economico - produttivi (obiettivi non<br />

perseguibili con la zoonizzazione tradizionale), previa valutazione <strong>del</strong>la compatibilità con<br />

gli assetti infrastrutturali esistenti e di progetto.<br />

Il governo <strong>del</strong> territorio deve assumere anche il difficile compito di mantenere e<br />

consolidare il sistema produttivo esistente, tipicamente artigianale e manifatturiero, e di<br />

creare i presupposti per potenziare gli insediamenti a tecnologia avanzata (la così detta<br />

new-economy), basata su produzioni ad alto contenuto tecnologico ma a basso impatto<br />

ambientale.<br />

Nell’attuale scenario di crisi economica appare scontata la perentoria necessità di<br />

intraprendere una serie d’interventi finalizzati a rispondere alle problematiche evidenziate<br />

anche dagli attori locali: sia per il rafforzamento <strong>del</strong>la competitività <strong>del</strong>le aree industriali<br />

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