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E<br />
’ stato particolarmente <strong>in</strong>teressante per i suoi spunti<br />
religiosi, umani e solidali, l’<strong>in</strong>contro che si è tenuto<br />
presso la Sede del Gruppo Missionario al Centro<br />
Monauni l’11 luglio scorso con suor Emilia Paris e suor<br />
Clara Pagani. Tutte e due hanno trascorso un periodo di<br />
riposo qui a <strong>Coccaglio</strong> durante la primavera e l’estate<br />
appena trascorse; l’<strong>in</strong>contro aveva l’obiettivo di salutare<br />
le nostre amiche e avere un quadro del loro operato <strong>in</strong><br />
Africa.<br />
Suor Emilia, Missionaria della<br />
Consolata che lavora <strong>in</strong> Kenya, ci<br />
ha illustrato il suo lavoro presso il<br />
“Consolata Sister” di Nairobi, l’appoggio<br />
logistico, organizzativo e<br />
burocratico per i visti e i passaporti<br />
che deve fornire alle sue<br />
Consorelle <strong>in</strong> arrivo e <strong>in</strong> partenza<br />
da Nairobi e dal Kenya.<br />
Particolarmente toccante è stata<br />
la sua testimonianza sull’uccisione<br />
di suor Leonella Sgorbati<br />
(amica di suor Emilia) uccisa a<br />
Mogadiscio <strong>in</strong> Somalia il 17 settembre<br />
2006, colpita a morte<br />
mentre si recava all’ospedale cui<br />
prestava servizio, da alcuni sicari<br />
che si erano appostati dietro ad<br />
un’automobile. Bravissima <strong>in</strong>fermiera<br />
da molti anni, nel 2002<br />
aveva <strong>in</strong>iziato i primi corsi della scuola per <strong>in</strong>fermieri a<br />
Mogadiscio e nel 2006 erano usciti i primi diplomati. In<br />
agosto, v<strong>in</strong>cendo le forti resistenze burocratiche, suor<br />
Leonella era riuscita ad ottenere per i propri allievi un<br />
diploma <strong>in</strong>ternazionalmente riconosciuto dall’Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità. La sua morte violenta è<br />
stata un duro colpo per tutta la famiglia dei Missionari<br />
della Consolata e per le Comunità Missionarie del Kenya.<br />
Suor Emilia ha descritto con emozione e con forza i sentimenti<br />
che hanno pervaso le sue Consorelle appena<br />
saputa la notizia: “Eravamo spaventate e angosciate, ci<br />
<strong>in</strong>terrogavamo quale futuro potevamo avere, ci scoprivamo<br />
poche e vecchie per affrontare ormai i problemi<br />
dell’Africa”. E’ stata la fede e la testimonianza a rispondere<br />
per loro, a far loro rimboccare le maniche e a rispondere<br />
all’odio e alla violenza con il l<strong>in</strong>guaggio del perdono<br />
e della condivisione solidale.<br />
36<br />
Comunità aperta<br />
VITA MISSIONARIA<br />
DAL GRUPPO MISSIONARIO<br />
MISSIONARI DI CASA NOSTRA<br />
Il Battesimo di Cristo, con il dono dello Spirito, <strong>in</strong>augura la<br />
sua missione (Gaudnzio Ferrari, 1540)<br />
Come Gruppo Missionario <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e cercheremo di<br />
f<strong>in</strong>anziare il Progetto: “Kuni Moja (un pezzo di legna)<br />
per risparmiare legna” di cui è responsabile suor Emilia,<br />
f<strong>in</strong>alizzato a costruire forni di mattoni isolanti per ridurre<br />
la dispersione di calore con un m<strong>in</strong>imo di consumo, e<br />
per risparmiare e rispettare l’ambiente della savana povero<br />
di legna e di materie prime. Il Kuni Moja è rivolto a una<br />
Scuola-Convitto di 160 ragazze <strong>in</strong> Karare, nel Nord del<br />
Kenya. Il Progetto, che richiede un<br />
f<strong>in</strong>anziamento di 6.000,00 Euro, permetterà<br />
<strong>in</strong>oltre la nascita di un bosco<br />
di Grevillae e Encephalea, una vegetazione<br />
particolare che può crescere <strong>in</strong> quei<br />
terreni aridi, anche se ci vorranno sette<br />
anni prima che si possano tagliare i<br />
primi rami laterali, e fornire la legna<br />
necessaria. Se qualcuno vuole aiutarci<br />
può contattare Daniela (030 7700227)<br />
o Severa (030 723657). Suor Emilia è<br />
ritornata a Nairobi nei primi giorni di<br />
agosto.<br />
Suor Clara ci ha parlato <strong>in</strong>vece dei<br />
ragazzi che accoglie nel suo “Centro” e<br />
del difficile camm<strong>in</strong>o della comunità<br />
rwandese verso la riconciliazione dopo<br />
il genocidio del Rwanda, uno dei più<br />
sangu<strong>in</strong>osi episodi della Storia del XX<br />
secolo. Da aprile alla metà luglio del<br />
1994, <strong>in</strong> circa 100 giorni vennero massacrate<br />
sistematicamente con armi da fuoco e machete,<br />
circa 1 milione di persone, prevalentemente di etnia Tutsi,<br />
ma non venne risparmiata una larga parte di Hutu moderati,<br />
soprattutto personaggi politici.<br />
Attualmente la povertà è molto diffusa, dovuta ad episodi<br />
metereologici non favorevoli, alle condizioni economiche<br />
che escludono ancora una volta i più svantaggiati e i<br />
più deboli, ad un disgregamento della famiglia dove i<br />
genitori e molto spesso il papà, non sanno proteggere i<br />
loro figli e li abbandonano, l’AIDS <strong>in</strong>oltre, è molto diffuso.<br />
Quando questi ragazzi ritornano nel Centro, dopo un<br />
periodo di permanenza <strong>in</strong> famiglia, sono ancora più<br />
magri e con la pancia gonfia di quando sono partiti.<br />
Il processo di riconciliazione nazionale voluta dal presidente<br />
rwandese Paul Kagame ( a cui è andato il Premio<br />
“Nessuno tocchi Ca<strong>in</strong>o”nell’ottobre 2007 per aver abolito<br />
la pena di morte <strong>in</strong> Rwanda, e che è stato oggetto di