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tirreno_adriatico_2015

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Per la 50° edizione i “quattro tenori” del ciclismo<br />

Cinquanta candeline. Era il 1966 quando si apriva la storia della Tirreno-Adriatico, vinta da Dino Zandegù su<br />

Vito Taccone. Il gioiello è cresciuto anno dopo anno. E per le cinquanta edizioni la Corsa dei Due Mari si<br />

trasformerà in kolossal. Vincenzo Nibali, il re del Tour, contro lo spagnolo Alberto Contador, il britannico Chris<br />

Froome e il colombiano Nairo Quintana. Al mondo non c’è di meglio. E per il mondo sarà una prima volta. Mai i quattro<br />

tenori del ciclismo si erano scontrati in una stessa corsa. Negli ultimi tre anni ne era sempre mancato qualcuno…<br />

Nel 2013 primo Nibali, secondo Froome, terzo Contador. Nel 2014 primo Contador. Vi basta, no? Dal Tirreno<br />

all’Adriatico, questa corsa ha rappresentato il modo più moderno e intelligente di disegnare i percorsi<br />

del ciclismo. E’ stata l’esaltazione del meglio dell’Italia, aiutata da quell’orografia che consente anche ai corridori di<br />

testarsi a ripetizione e, crediamo, pure di divertirsi proprio per la varietà dei paesaggi. E il valore della corsa sta nelle<br />

cifre: 154 Paesi raggiunti in diretta televisiva, un bacino di 5 milioni di persone toccato in sette tappe.<br />

E poi ricordiamo che nelle ultime due stagioni la Tirreno-Adriatico è stata la migliore gara italiana per qualità, un gioiello<br />

di cui andare fieri.<br />

Il format non si cambia, con due cronometro (una a squadre di 22 km e l’ultima a San Benedetto del Tronto di 10), due<br />

tappe per velocisti (Cascina e Porto Sant’Elpidio), una per scattisti (Arezzo), una di media montagna (Castelraimondo) e<br />

una di vera salita, come al Giro d’Italia. Stavolta il giudice è il Terminillo, la montagna di Roma, una delle ascese più<br />

dure dell’Italia centrale. Il Giro è salito fin quassù nove volte, l’ultima nel 2010. Dal versante nord, sono 15,4 km al 6,1 %<br />

di pendenza media, con punte del 10%. Del resto, con quei lo scenario non poteva certo essere anonimo.<br />

Luca Gialanella<br />

La Gazzetta dello Sport<br />

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