RSSV 4 2013.indd - Stazione Sperimentale del Vetro
RSSV 4 2013.indd - Stazione Sperimentale del Vetro
RSSV 4 2013.indd - Stazione Sperimentale del Vetro
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
4-2013<br />
studies<br />
studi<br />
Rivista <strong>del</strong>la <strong>Stazione</strong> <strong>Sperimentale</strong> <strong>del</strong> <strong>Vetro</strong><br />
Mo<strong>del</strong>lazione reologica <strong>del</strong>la prova di aderenza<br />
a compressione-taglio per compositi laminati<br />
vetro-vetro e vetro-metallo<br />
Maurizio Froli, Matteo Lazzarotti<br />
1. Introduzione<br />
L’impiego crescente di vetro laminato (LSG: Laminated<br />
Safety Glass) nel campo <strong>del</strong>le strutture architettoniche<br />
ha posto in rilievo l’esigenza di stabilire<br />
per via sperimentale in modo affidabile e ripetibile<br />
le effettive proprietà adesive ed i legami costitutivi<br />
che gli intercalari plastici, quali PVB o SGP®, sviluppano<br />
in opera nelle unioni vetro-vetro e vetrometallo.<br />
Si è osservato che le proprietà meccaniche <strong>del</strong> materiale<br />
plastico già laminato risultano sostanzialmente<br />
diverse da quelle <strong>del</strong> materiale vergine perché una<br />
volta laminato il materiale può avere subito processi<br />
di anisotropia o di alterazione chimica per interazione<br />
con gli aderendi.<br />
Sotto il profilo strettamente meccanico, osserviamo<br />
anche che nelle giunzioni reali l’adesivo è sistematicamente<br />
disposto in strato sottile tra due aderendi solitamente<br />
molto più rigidi quali vetro o metalli e che<br />
esso è sempre sottoposto a sforzi di scorrimento e a<br />
sforzi ortogonali al suo piano medio, per cui l’intercalare<br />
è soggetto a complessi stati triassiali di sforzo.<br />
La determinazione sperimentale <strong>del</strong>le proprietà adesive<br />
di questi materiali plastici deve essere quindi<br />
necessariamente effettuata su campioni aventi dimensioni<br />
le più piccole possibile ma comunque finite<br />
e tali da consentire la riproduzione di tutte le<br />
proprietà locali <strong>del</strong>la adesione in opera. La preparazione<br />
dei campioni deve perciò avvenire rispettando<br />
tutte le condizioni di laminazione presenti sul luogo<br />
di produzione, tra le quali principalmente: il grado<br />
di pulizia <strong>del</strong>le superfici affacciate, il lato (zinco o<br />
aria) sul quale avviene l’incollaggio, i cicli di pressione<br />
e temperatura in autoclave, l’umidità relativa<br />
<strong>del</strong>l’ambiente in cui è stoccato il materiale plastico.<br />
Attorno alla vasta problematica <strong>del</strong>la determinazione<br />
<strong>del</strong>le proprietà adesive e visco-elastiche in sito dei<br />
materiali plastici in lastre di vetro stratificato sono<br />
state condotte in passato, presso il Laboratorio Ufficiale<br />
per le Esperienze dei Materiali da Costruzione<br />
<strong>del</strong>la Università di Pisa, numerose indagini sperimentali<br />
su campioni di grandi dimensioni [1], [2].<br />
In epoca recente la Regione Toscana ha finanziato<br />
un programma triennale di ricerche teoriche e sperimentali,<br />
denominato SISMIVETRA, avente come<br />
obiettivo l’approfondimento <strong>del</strong>le conoscenze attorno<br />
alle proprietà adesive e visco-elastiche di giunzioni<br />
vetro-vetro e vetro-metallo dotate di intercalari<br />
plastici di diversa specie. Il programma <strong>del</strong>le<br />
ricerche si è concluso nel corso <strong>del</strong> 2013 e diversi<br />
interessanti risultati sono stati già pubblicati (v. [3],<br />
[4]) e richiamati in sintesi nel paragrafo seguente.<br />
Le misure sperimentali sono state effettuate su alcuni<br />
campioni di lastre stratificate a doppio strato<br />
in vera grandezza e su molti campioni, composti da<br />
due piastrine di vetro, sottoposti a prove di aderenza<br />
mediante il test di compressione-taglio, meglio noto<br />
come “Compression Shear Test” (CST).<br />
Questa metodologia di prova, nella quale lo strato<br />
aderente è sottoposto a sforzi di taglio e di compressione<br />
simultaneamente crescenti, si è dimostrata<br />
vantaggiosa rispetto ad altri test nei quali l’intercalare<br />
è sottoposto unicamente a sforzi di taglio perché<br />
in questi casi la rottura <strong>del</strong>l’aderendo vetro precede<br />
quella <strong>del</strong>l’adesivo plastico [5].<br />
Nella presente nota viene presentato un semplice<br />
mo<strong>del</strong>lo analitico interpretativo <strong>del</strong>la prova CST,<br />
grazie al quale è possibile descrivere teoricamente,<br />
introducendo qualche ipotesi semplificativa, lo stato<br />
di tensione puntuale presente nell’adesivo e quin-<br />
12