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ANNO XXXIII / N. 10 / OTTOBRE 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE)<br />

POSTE ITALIANE TARIFFA PAGATA DCO/DCCentrale/D.E./3139/02 DEL 25.03.2002<br />

Mensile della Regione <strong>Sardegna</strong><br />

per gli emigrati<br />

POLITICA REGIONALE<br />

PASSI AVANTI<br />

PER L'ISTITUZIONE<br />

DELLE NUOVE PROVINCE<br />

SICCITA'<br />

ACQUA DALLE MINIERE<br />

PER FRONTEGGIARE<br />

LA GRANDE SETE<br />

EMIGRAZIONE / Convegno a Padova<br />

EMIGRAZIONE / Festeggiati i 35 snni del circolo<br />

IL RUOLO DEI CIRCOLI<br />

PER FAVORIRE<br />

L'INTEGRAZIONE<br />

SAPORI E COLORI<br />

DI SARDEGNA<br />

NEL CENTRO DI LOSANNA


IL MESSAGGERO SARDO 2<br />

OTTOBRE 2002<br />

Missionaria da 25 anni<br />

in Kenya chiede<br />

giornale<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

sono una suora Missionaria<br />

della Consolata residente in<br />

Kenya dal 1967! Una vita!<br />

Sono di Bonorva (Sassari) e<br />

sono sarda fino al midollo.<br />

Orgogliosa della mia terra da<br />

cui ereditai tanti valori spirituali<br />

e morali. Attualmente<br />

insegno in una Secondary<br />

School di ragazze, qui a<br />

Wamba in piena savana! Sono<br />

molto contenta del mio lavoro<br />

missionario fra le mie studentesse,<br />

la gioventù e gli altri<br />

insegnanti della Parrocchia.<br />

Vengo in <strong>Sardegna</strong> ogni cinque<br />

anni compatibilmente con<br />

il mio impegno di insegnamento.<br />

Sono felice di ritornare<br />

a casa e parlare il mio logudorese<br />

che qui, purtroppo, per<br />

ovvie ragioni, devo relegare<br />

solo nella memoria. Bene, tutta<br />

questa lunga storia è per<br />

chiedere gentilmente se fosse<br />

possibile ricevere il vostro<br />

“Messaggero Sardo”, mi porterebbe<br />

un’ondata sarda. Grazie.<br />

Suor Anna Lucia Piredda<br />

St. Theresa’s Sec. School,<br />

P.O. Box 5<br />

WAMBA (via Maralal) (Kenya)<br />

Cara Suor Anna Lucia,<br />

abbiamo trascritto il suo indirizzo<br />

e riceverà il giornale<br />

al più presto, come desidera.<br />

Approfittiamo dell’occasione<br />

per ringraziare lei e i tanti<br />

missionari per l’importante<br />

opera che svolgono nel mondo<br />

e rivolgiamo un saluto particolare<br />

alle ragazze della sua<br />

scuola con l’augurio che possano<br />

crescere con l’entusiasmo<br />

e la carica umana della<br />

loro insegnante.<br />

Cerca notizie parenti<br />

emigrati in Tunisia<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

mi chiamo Luciano Congiu,<br />

sono originario di Senorbì<br />

(Cagliari) e da 16 anni abito in<br />

Liguria, a La Spezia. Ti scrivo<br />

perché tu possa divulgare<br />

questa lettera, attraverso la<br />

pubblicazione sul giornale<br />

letto da tantissime persone<br />

anche all’estero. Vorrei, infatti,<br />

lanciare un appello per<br />

avere notizie di eventuali discendenti<br />

di parenti emigrati<br />

in Tunisia, precisamente a<br />

Tunisi, nel periodo 1920/<br />

1921. Il familiare cui mi riferisco<br />

è la sorella di mio nonno<br />

paterno che si chiamava Francesca<br />

Usai ed era nata a Senorbì<br />

(Cagliari) verso il 1877.<br />

Era emigrata in Tunisia con la<br />

sorella Marianna, deceduta in<br />

quel Paese, e con il fratello<br />

Mario, poi rientrato e successivamente<br />

morto in Italia.<br />

Dalle ultime notizie, risulta<br />

che Francesca Usai abbia sposato<br />

Louis Tandille dal quale<br />

ebbe due figli Giovannino e<br />

Maria Luigia o Luisa. Faccio<br />

presente che mia sorella ha<br />

scritto all’Ambasciata francese<br />

e ha saputo che l’ultimo indirizzo<br />

della famiglia si trova<br />

in una località vicina alla città<br />

di Mornag, non lontana da<br />

Tunisi.<br />

Luciano Congiu<br />

Viale G. Amendola, 40<br />

19121 La Spezia<br />

Caro Congiu,<br />

come vede abbiamo pubblicato<br />

il suo appello, anche se<br />

la invitiamo a non farsi illusioni<br />

perché quello che chiede<br />

ai lettori del giornale non è<br />

facile. Tuttavia speriamo che<br />

il suo desiderio di ritrovare i<br />

parenti possa essere soddisfatto<br />

con la passione e la solidarietà<br />

degli emigrati. Per<br />

quanto riguarda la sua richiesta<br />

del giornale per i suoi cari<br />

amici che vivono a Roma, siamo<br />

spiacenti di non poterla<br />

accontentare in quanto il<br />

mensile è inviato gratuitamente<br />

agli emigrati e ai loro<br />

familiari. Abbiamo, invece,<br />

registrato l’indirizzo di suo<br />

fratello che vive a Genova.<br />

Molti auguri.<br />

Chiarimenti<br />

a proposito<br />

di Puc e di Put<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

sono un gallurese residente<br />

in Francia da oltre 40 anni,<br />

naturalmente per motivi di lavoro,<br />

ora in pensione. Speravo<br />

tanto di tornare nella mia<br />

terra natia, ma il destino ha<br />

deciso altrimenti, pazienza!<br />

Comunque ogni volta che si<br />

presenta l’occasione ne approfitto<br />

per ritornare in <strong>Sardegna</strong>,<br />

se non altro per prendere<br />

una “boccata d’aria” e, credetemi,<br />

fa molto bene. Anche il<br />

giornale è un mezzo per non<br />

dimenticare la nostra cara<br />

<strong>Sardegna</strong> e tenerci uniti. Vi<br />

scrivo perché nel Messaggero<br />

del mese di febbraio 2001,<br />

avete dedicato una pagina intera<br />

(la n. 12) per esporre che<br />

la “Regione” aveva emanato<br />

un nuovo “Piano Regolatore”<br />

chiamato PUT – Piano Urbanistico<br />

Territoriale che avrebbe<br />

annullato tutti quelli precedenti,<br />

compreso il PUC (Piano<br />

Urbanistico Comunale).<br />

Purtroppo da allora il giornale<br />

non ha dato più notizie e<br />

all’Ufficio Tecnico del mio<br />

paese, Palau, non sono al corrente<br />

di questa legge. Se potete,<br />

datemi una risposta in merito.<br />

Tonino Orecchioni<br />

21, Rue Jean Borderei<br />

95100 Argenteuil<br />

(Francia)<br />

Caro Orecchioni,<br />

abbiamo sintetizzato la sua<br />

lettera, omettendo le informazioni<br />

private e i complimenti<br />

per la Redazione (che ovviamente<br />

apprezza e ringrazia),<br />

solo per motivi di spazio e siamo<br />

certi che ci perdonerà.<br />

Per dare una risposta al suo<br />

quesito, la informiamo che<br />

quella da lei indicata come<br />

“legge” è un “disegno di legge”,<br />

cioè prima che diventi<br />

normativa regionale deve essere<br />

approvata dall’Assemblea<br />

sarda. Troverà riscontro<br />

nell’articolo da lei citato di<br />

cui ci ha inviato la fotocopia.<br />

Ha, quindi, iniziato l’iter procedurale<br />

ed è stata trasmessa<br />

al Consiglio regionale che la<br />

esaminerà per la definitiva<br />

approvazione. Trattando un<br />

argomento molto delicato, in<br />

quanto riguarda l’assetto del<br />

territorio, la discussione non<br />

sarà semplice e richiederà del<br />

tempo. Stia certo che il Messaggero<br />

non ha dimenticato la<br />

questione e che lei sarà adeguatamente<br />

informato non<br />

appena la normativa verrà<br />

varata. Deve avere un po’ di<br />

pazienza! La salutiamo molto<br />

cordialmente.<br />

Chiede giornale<br />

ma non scrive nome<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

vi chiedo di farmi avere il<br />

giornale. Sono nato a Siniscola<br />

e vivo da anni in Inghilterra.<br />

Amo la storia, la poesia e<br />

l’arte della <strong>Sardegna</strong>. Vi mando<br />

sinceri saluti anche da parte<br />

dei miei familiari.<br />

1 Fairfield Avenue<br />

Tunbridge Wells<br />

TN2 3SD Kent<br />

(England)<br />

Caro lettore,<br />

speriamo che qualcuno dei<br />

suoi amici legga questo messaggio<br />

e così lei possa mandarci,<br />

oltre che l’indirizzo,<br />

anche il suo nominativo completo<br />

che ha dimenticato di<br />

scriverci. A presto.<br />

Ricerca circolo<br />

emigrati in zona<br />

Pirenei francesi<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

ricevo il giornale da molti<br />

anni e vorrei sapere se esiste<br />

un Circolo sardo nelle vicinanze<br />

della mia residenza<br />

cioè nelle Landes (40 chilometri)<br />

o nei Pirenées Atlantiques<br />

(64). Vorrei inoltre che<br />

inviaste il mensile a mia cugina<br />

che, nata come me a Orani,<br />

vive in Bretagna.<br />

Pascaline Cottu Wegner<br />

15 av. Jean Lartigan<br />

40530 Labenne<br />

Cara Cottu Wegner,<br />

la invitiamo a consultare<br />

l’elenco dei Circoli che trova<br />

nella seconda pagina del<br />

giornale e a scegliere quello<br />

che è più vicino alla sua residenza.<br />

Se, invece, la distanza<br />

è eccessiva e nella zona dove<br />

abita ci sono numerosi emigrati<br />

sardi potrebbe farsi promotrice<br />

di un’iniziativa per la<br />

costituzione di un nuovo Circolo.<br />

Per quanto riguarda sua<br />

cugina, abbiamo trascritto<br />

l’indirizzo e riceverà “Il Messaggero”<br />

al più presto. Cordialità.<br />

Bonorvese emigrata in<br />

Argentina chiede notizie<br />

su paese natale<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

vi scrivo per ringraziarvi<br />

per la vostra bella e gradita<br />

pubblicazione che ricevo, grazie<br />

all’abbonamento che ha<br />

fatto una mia cugina, Gabina<br />

Serra, che abita a Bonorva<br />

(Sassari). Sono emigrata dalla<br />

<strong>Sardegna</strong> 75 anni fa, proprio<br />

da Bonorva, ma sono nata a<br />

Bortigali. Abito a Leones, in<br />

provincia di Cordoba, in Argentina.<br />

Essendo venuta da<br />

piccolina, avevo due anni, e<br />

poiché mio padre è morto<br />

quando avevo 12 anni, a poco<br />

a poco ho perso la familiarità<br />

con la lingua sarda, ma capisco<br />

l’italiano e il dialetto piemontese,<br />

giacché mio marito<br />

discende da genitori di quella<br />

regione.<br />

Mi piacerebbe trovare nel<br />

giornale qualche nota su Bonorva<br />

e Bortigali, almeno così<br />

potrei conoscere qualcosa sulla<br />

mia terra di origine, dal momento<br />

che non sono mai ritornata<br />

in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Battistina Biosa Sachetto<br />

Dante Alighieri 748<br />

2594 Leones (Cordoba)<br />

Argentina<br />

Cara Biosa Sachetto,<br />

proprio per rispondere all’esigenza<br />

di molti emigrati<br />

che come lei non hanno avuto<br />

modo di tornare in <strong>Sardegna</strong>,<br />

ma anche per soddisfare la<br />

curiosità dei lettori sulle diverse<br />

località dell’isola, abbiamo<br />

promosso una nuova<br />

iniziativa dedicata ai paesi<br />

della <strong>Sardegna</strong>. Speriamo che<br />

al più presto possa trovare<br />

soddisfazione anche la sua richiesta.<br />

La ringraziamo per le<br />

gentili parole e per l’affetto<br />

che manifesta per il giornale.<br />

Cari saluti.<br />

Abbonato da oltre 30<br />

anni cambia indirizzo<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

da oltre 30 anni ricevo il<br />

“nostro” mensile, grazie anche<br />

al quale ho saputo tenermi<br />

informato su avvenimenti di<br />

primo piano della vita politica,<br />

sociale e di costume della<br />

nostra <strong>Sardegna</strong>, traendone<br />

sempre motivo di intima soddisfazione.<br />

Infatti, per chi<br />

come me è lontano dall’Isola<br />

da cinquant’anni, ricevere un<br />

così vasto sommario di notizie<br />

aggiornate, riportate e rappresentate<br />

con intelligente capacità<br />

da fornire un quadro<br />

vivo e immediato dei fatti, è<br />

molto importante in quanto<br />

tiene sempre vivace lo spirito<br />

e il ricordo della <strong>Sardegna</strong>.<br />

Desidero quindi esprimere un<br />

grazie affettuoso a quanti lavorano<br />

e collaborano a questo<br />

notiziario che, in qualche misura,<br />

ripaga chi lo riceve della<br />

nostalgia celata nel profondo<br />

dell’animo. L’età e gli acciacchi<br />

hanno suggerito di lasciare<br />

Roma e trasferirmi in<br />

Abruzzo dove vivono due figlie<br />

sposate, la cui vicinanza<br />

“dovrebbe” attenuare gli effetti<br />

delle primavere immagazzinate.<br />

È possibile avere il<br />

giornale al nuovo indirizzo?<br />

Bernardino Rais<br />

Via Arzuni, 11<br />

67054 Civitella Roveto<br />

Caro Rais,<br />

abbiamo in parte ridotto la<br />

sua lettera, per motivi di spazio,<br />

la ringraziamo molto per<br />

gli apprezzamenti rivolti alla<br />

testata e speriamo davvero di<br />

offrire un servizio sempre<br />

adeguato alle esigenze dei<br />

lettori. Per quanto riguarda<br />

la sua domanda conclusiva,<br />

come potevano negare una<br />

cortesia ad un così affezionato<br />

lettore? Vada quindi in<br />

Abruzzo a godere degli affetti<br />

familiari e delle cure che le<br />

sue figliole saranno ben liete<br />

di prodigarle, il Messaggero<br />

la seguirà. Auguri.<br />

Continuità territoriale<br />

solo per nati in <strong>Sardegna</strong><br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

sono figlio di genitori sardi.<br />

Per motivi di lavoro i miei si<br />

sono trasferiti in Germania<br />

nel 1969 ed io sono nato in<br />

Germania il 23 gennaio 1969.<br />

Nel dicembre di quell’anno<br />

siamo ritornati nell’isola e ho<br />

quindi vissuto in <strong>Sardegna</strong><br />

fino all’età di 21 anni. Successivamente<br />

mi sono trasferito<br />

a Bergamo dove risiedo e<br />

dove ho costruito la mia famiglia.<br />

Il problema è che fino ad<br />

oggi non ho mai usufruito delle<br />

agevolazioni per i residenti<br />

o nati in <strong>Sardegna</strong>, perché, in<br />

effetti, non lo sono! Ma sono<br />

sardo a tutti gli effetti, come<br />

posso dimostrarlo?<br />

Antonio Pes<br />

Via Papa Giovanni XXIII, 100<br />

24040 Madone (Bergamo)<br />

Caro Pes,<br />

cogliamo nelle sue parole,<br />

così come in quelle di tanti<br />

lettori che ci hanno rivolto lo<br />

stesso interrogativo, la duplice<br />

amarezza di aver pagato<br />

almeno due volte la condizione<br />

di emigrato, quella di chi è<br />

stato costretto ad abbandonare<br />

la propria terra, i familiari<br />

e gli amici per necessità di sopravvivenza<br />

e quella, ancora<br />

più paradossale, di chi come<br />

lei, pur con salde radici nell’isola<br />

e di fatto sardo, non<br />

può esibire o dimostrare le<br />

radici “autentiche” della sua<br />

storia personale. Non possiamo<br />

che confermarle ciò che<br />

lei ben conosce. Purtroppo, in<br />

questa fase della continuità<br />

territoriale, per usufruire delle<br />

agevolazioni non basta essere<br />

figli di emigrati sardi,<br />

occorre essere nati nell’isola.<br />

L’auspicio che formuliamo è<br />

che questa opportunità di<br />

avere consistenti sconti sui<br />

voli possa essere estesa anche<br />

ai figli degli emigrati e ai loro<br />

familiari, ma la realtà attuale<br />

è quella che sa. Ricambiamo<br />

gli affettuosi saluti.<br />

Lettore lamenta ritardo<br />

in pubblicazione poesie<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

nelle prime ore del mattino<br />

ripenso al tempo trascorso<br />

scrivendoti versi in lingua italiana<br />

e sarda dei quali però<br />

non ho avuto ancora modo di<br />

vederne la pubblicazione. Ora<br />

ti chiedo di tenere in considerazione<br />

anche me ed è per<br />

avere un piccolo spazio che ti<br />

scrivo. Mi domando se per<br />

caso non ho sbagliato nell’inviare<br />

i versi e non sono stati<br />

adeguatamente recapitati.<br />

Ringrazio tanto per il giornale<br />

che ogni mese mi tiene più<br />

vicino alla <strong>Sardegna</strong>.<br />

Gesuino Orrù<br />

Scheldestraat, 76<br />

6413XZ Heerlen (Olanda)<br />

Caro Orrù,<br />

abbiamo registrato l’indirizzo<br />

del suo caro amico trasferitosi<br />

in Belgio e riceverà<br />

al più presto il giornale. Per<br />

quanto riguarda la pubblicazione<br />

dei suoi testi in rima,<br />

stia tranquillo sono stati recapitati<br />

all’esatto indirizzo e<br />

consegnati al prof. Tola curatore<br />

dell’apposita rubrica dedicata<br />

alla poesia. Le chiediamo<br />

ancora un po’ di pazienza<br />

e vedrà che sarà accontentato.<br />

Cari saluti.<br />

Nuovo indirizzo<br />

per lettore “Scozzese”<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

vorrei subito ringraziare di<br />

cuore per la pubblicazione<br />

che ricevo da molti anni. Tro-


IL MESSAGGERO SARDO 3<br />

OTTOBRE 2002<br />

vo il giornale molto interessante<br />

con varie informazioni,<br />

apprezzo specialmente quelle<br />

che portano tanta nostalgia<br />

della <strong>Sardegna</strong>, nostra cara<br />

terra. Chiedo di registrare il<br />

mio nuovo indirizzo. Invio<br />

un piccolo omaggio della<br />

vecchia Glasgow: cartoline<br />

d’antiquariato di cui faccio<br />

collezione.<br />

Abele Murru<br />

2 Cementery Road - Dunblane<br />

Scotland FK15 ONT U. K.<br />

Caro Murru,<br />

abbiamo registrato il nuovo<br />

indirizzo e avrà il giornale<br />

nella nuova residenza. Le<br />

sue cartoline sono state molto<br />

apprezzate e la ringraziamo<br />

molto dell’omaggio sapendo<br />

bene il valore che hanno<br />

per un collezionista. Auguri.<br />

Dal Cile ricorda isola<br />

e abbraccia familiari<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

mi chiamo Silvia Pais Gerdes,<br />

sono nata a Santiago del<br />

Cile e ho sposato un cileno.<br />

Ho quattro figli, tre femmine<br />

(una delle quali è monaca) e<br />

un maschio. Sono figlia di un<br />

sardo, Giovanni Pais Bellu di<br />

Pozzomaggiore, che ha 92<br />

anni, e di una tedesca, che ha<br />

attualmente 88 anni. Mio padre<br />

è giunto in Cile nel 1927<br />

e qui ha sposato mia madre.<br />

Sono nate due figlie e sette<br />

nipoti. I miei genitori, che<br />

hanno festeggiato 60 anni di<br />

matrimonio, mi hanno insegnato<br />

ad amare la <strong>Sardegna</strong> e<br />

io non l’ho mai dimenticata.<br />

La famiglia è divisa tra l’isola,<br />

il Cile e la Francia. Ho<br />

avuto la fortuna di vedere la<br />

<strong>Sardegna</strong> due volte: la prima,<br />

nel 1970, con mio babbo, e la<br />

seconda, nel 2000, con mia<br />

figlia Rosina. Ho potuto così<br />

conoscere i familiari, il paese<br />

d’origine di mio padre e la<br />

terra dei miei antenati. È stata<br />

una grande emozione. Anche<br />

io ho trasmesso a mio<br />

marito e ai figli un grande<br />

amore per l’isola e il mio<br />

grande sogno è quello di potervi<br />

tornare insieme a loro<br />

per viverci. Ricevo costantemente<br />

il giornale e così sono<br />

sempre informata su quanto<br />

avviene nella mia cara <strong>Sardegna</strong>.<br />

Saluto tutti con mio marito<br />

Jesus e i figli Furica, Rosina,<br />

Renza e Silvio.<br />

Silvia Pais Barrera<br />

(posta elettronica)<br />

Cara Pais,<br />

la sua gentile lettera ci<br />

permette di ricordare e salutare<br />

i tantissimi emigrati e i<br />

figli di sardi che, nonostante<br />

il tempo, non dimenticano le<br />

più lontane radici. Cogliamo<br />

l’occasione per rivolgere<br />

tanti cari auguri ai suoi genitori<br />

che con 60 anni di matrimonio<br />

rappresentano un bellissimo<br />

esempio di longevità<br />

matrimoniale. A lei un abbraccio<br />

speciale dalla Redazione.<br />

Indirizzo e casa editrice<br />

libro Milia<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

gradirei conoscere il nome<br />

e l’indirizzo della Casa Editrice<br />

che ha pubblicato il libro<br />

“Dialogo sulla Nazione<br />

sarda” di Graziano Milia, da<br />

voi citato nel numero di gennaio<br />

del “Messaggero”. Non<br />

sono riuscito a trovarlo né<br />

nelle librerie né nella locale<br />

Associazione dei Sardi.<br />

Massimo Dorello<br />

Verona<br />

Caro Dorello,<br />

il testo di cui lei chiede notizie<br />

è stato pubblicato da<br />

“AM&D Edizioni” – Cagliari,<br />

via Aosta 3/5 – tel.<br />

070.309038; fax 070.345037<br />

Nuova lettrice esprime<br />

gradimento per giornale<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

da pochi mesi sono iscritta<br />

all’Associazione dei Sardi in<br />

Toscana, ricevo il vostro<br />

mensile e ve ne sono grata.<br />

Personalmente non sono<br />

un’emigrata in quanto nata in<br />

Toscana da madre pure Toscana,<br />

tuttavia mio padre è di<br />

Luras e questo basta a farmi<br />

sentire sarda. Trovo lodevole<br />

ciò che fate per i sardi che si<br />

trovano lontani dalla propria<br />

terra e che spesso devono affrontare<br />

molte difficoltà.<br />

Mio padre non ha mai trovato<br />

ostacoli, anzi è sempre<br />

stato indicato come esempio<br />

di onestà e senso del dovere,<br />

tuttavia l’integrazione non è<br />

affatto facile.<br />

Francesca Cabras<br />

Via del Tinto, 22<br />

56010 Vicopisano (Pisa)<br />

Cara Cabras,<br />

ci fa piacere sapere che il<br />

giornale è apprezzato, tuttavia<br />

non è noi che deve ringraziare<br />

ma la Regione <strong>Sardegna</strong><br />

che attraverso il Fondo<br />

Sociale sostiene la pubblicazione<br />

distribuita gratuitamente<br />

agli emigrati e ai loro<br />

familiari. Per la Cooperativa<br />

“Il Messaggero Sardo” è innanzitutto<br />

un valore dare<br />

voce e accompagnare la crescita<br />

dell’emigrazione nel<br />

mondo, ma non mancano le<br />

difficoltà, soprattutto in un<br />

momento in cui l’informazione<br />

“di servizio” è sempre<br />

meno diffusa e aumentano le<br />

spese per produrre giornali<br />

su carta. Seppure la Redazione<br />

faccia di tutto per essere<br />

“dalla parte dei lettori”, non<br />

sempre ci riesce e le parole<br />

di stima fanno piacere. Speriamo<br />

di continuare a meritarle.<br />

Emigrazione, viaggi,<br />

spese e disservizi<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

sono tanti anni che dalla<br />

Valle d’Aosta, regolarmente<br />

due volte all’anno, con immenso<br />

piacere, scendiamo in<br />

<strong>Sardegna</strong>. Mio marito è sardo,<br />

io “continentale”. La nota<br />

dolente di questi spostamenti<br />

sta nei viaggi. Con grande<br />

rammarico, nell’agosto scorso,<br />

con la Tirrenia, sulla rotta<br />

Genova-Porto Torres, abbiamo<br />

potuto usufruire solo<br />

di due navi? Perché? I prezzi<br />

sono lievitati, il servizio no.<br />

Perchè? Prenotiamo con netto<br />

anticipo, a marzo, per avere<br />

la cuccetta. Scopriamo, in<br />

nave, che alcuni nostri amici,<br />

che hanno prenotato a gennaio,<br />

viaggiano in ponte. Perché.<br />

Per non parlare delle<br />

“code”, all’imbarco, per ritirare<br />

l’apri cabina, per sbarcare…<br />

Perché? Nel dicembre<br />

2001 ci è toccata una “mini<br />

crociera” di tre giorni! Non si<br />

poteva attraccare a causa del<br />

vento di grecale. Una volta<br />

nei garages siamo stati sollecitati<br />

ad affrettare le operazioni<br />

di sbarco. Non era certo<br />

nostra intenzione rimanere<br />

ancora a bordo, dopo 40 ore<br />

di mare! Via “cielo”, non va<br />

meglio. Da Torino non c’è<br />

continuità territoriale e solo<br />

un volo Torino-Cagliari-Palermo…<br />

Perché? Con quello<br />

che costa il biglietto, riusciamo<br />

ad andare in Canada!<br />

Speriamo che in un futuro<br />

non troppo lontano, la nostra<br />

valigia di emigrati sia piena<br />

delle risposte a tutti i nostri<br />

perché.<br />

Noi in <strong>Sardegna</strong> ci torniamo,<br />

malgrado tutto, perché<br />

amiamo questa terra.<br />

Aiutateci però ad arrivare<br />

più dolcemente.<br />

A questo proposito c’è sicuramente,<br />

chi può fare qualcosa.<br />

Buon lavoro e grazie al<br />

giornale per i servizi che offre.<br />

Maria Fazari e Tiziano<br />

Cotza<br />

Fraz. Mazod, 46<br />

11020 Nus<br />

Cara Fazari Cotza,<br />

abbiamo pubblicato integralmente<br />

la sua lettera in<br />

quanto, con i ripetuti perché,<br />

ci è sembrata idonea ad<br />

esprimere il disappunto e<br />

l’educata rabbia di tantissimi<br />

viaggiatori, emigrati e<br />

non, che subiscono disservizi<br />

e disagi per poter tornare<br />

nella loro terra d’origine<br />

perfino per le vacanze. È evidente<br />

che il giornale non possa<br />

fare molto di più che registrare<br />

le situazioni segnalate<br />

dai lettori.<br />

È importante tuttavia anche<br />

dare spazio alle proteste<br />

e alla denuncia dei disagi<br />

con la certezza che “c’è sicuramente<br />

chi può fare qualcosa”.<br />

Bisogna tuttavia anche registrare<br />

qualche piccolo passo<br />

in avanti. Innanzitutto si è<br />

spezzato il monopolio delle<br />

Compagnie di Navigazione e<br />

nei collegamenti via mare<br />

qualcosa è cambiata, anche<br />

se ciò nulla toglie ai disagi<br />

da lei evidenziati.<br />

È stata inoltre avviata la<br />

richiesta di allargare anche<br />

alle vie marittime la continuità<br />

territoriale e si comincia<br />

a parlare dell’opportunità<br />

di ampliare le rotte aeree,<br />

per consentire di fruire degli<br />

sconti da qualunque aeroporto.<br />

Non è poco. E’ aumentato<br />

anche l’interesse a gestire<br />

flussi di traffico dall’estero<br />

da parte di compagnie aeree<br />

straniere. Certo la valigia<br />

dei perché è ancora molto<br />

pesante, ma c’è da ritenere<br />

che siano maturi i tempi per<br />

vivere esperienze diverse. Ce<br />

l’auguriamo per tutti i sardi<br />

nell’isola e nel mondo. Grazie<br />

per averci scritto.<br />

Chiede informazioni<br />

su poeta Luigi Cabras<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

ringrazio per l’invio del<br />

giornale di cui apprezzo in<br />

modo particolare la pagina<br />

dedicata alla poesia. Approfitto<br />

dell’occasione per chiedere<br />

informazioni sulle raccolte<br />

di componimenti in<br />

rima di Luigi Cabras. Nelle<br />

librerie e su internet non riesco<br />

a risalire all’Editore e ai<br />

titoli. Mi potreste aiutare?<br />

Maria Luisa Prette<br />

(posta elettronica)<br />

Cara Prette,<br />

abbiamo trasmesso la sua<br />

lettera al prof. Tola, curatore<br />

della rubrica che lei apprezza<br />

molto e stia certa che avrà al<br />

più presto le informazioni che<br />

desidera. Cari saluti.<br />

LE ORIGINI DEI COGNOMI<br />

Appello collezionista<br />

cartoline e francobolli<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

vivo a Torino dal 1978, ma<br />

sono originario di Uri, in provincia<br />

di Sassari, dove annualmente<br />

trascorro 15 giorni<br />

di vacanza.<br />

Sono un collezionista di<br />

cartoline antiche e moderne,<br />

buste e francobolli, chiedo<br />

pertanto se qualcuno dei numerosi<br />

lettori del giornale,<br />

anche residenti all’estero, abbia<br />

voglia di scrivermi e di<br />

promuovere scambi.<br />

Raimondo Masala<br />

Casella Postale, 48<br />

10093 Collegno<br />

(Torino)<br />

Caro Masala,<br />

abbiamo ridotto la sua lettera<br />

all’essenziale, rispettando<br />

la richiesta da lei formulata.<br />

Vedrà che le cartoline<br />

non tarderanno ad arrivare.<br />

Buon lavoro!<br />

Chiede invio giornale<br />

come dono per la<br />

mamma<br />

Caro Messaggero Sardo,<br />

sono figlia di un’emigrata<br />

originaria di Posada (Nuoro)<br />

che vive a Monterotondo, in<br />

provincia di Roma avendo<br />

sposato mio padre, nato a Latina.<br />

Vorrei fare una sorpresa<br />

alla mamma facendole recapitare<br />

il giornale.<br />

Vi sarei molto grata se poteste<br />

inviarlo.<br />

Laura Chiurato<br />

Via Pietro Nenni, 3<br />

00015 Monterotondo<br />

Cara Laura,<br />

abbiamo sintetizzato la sua<br />

lettera per motivi di spazio.<br />

Sarà però accontentata e sua<br />

mamma Aurelia avrà il giornale<br />

al più presto.<br />

Cordialità.<br />

Per poter rispondere alle domande degli emigrati sull'origine dei loro cognomi, tra le altre fonti, attingiamo<br />

anche dal prezioso volume del prof. Massimo Pittau “I Cognomi della <strong>Sardegna</strong> - significato e<br />

origine di 5.000 cognomi” (Carlo Delfino Editore, Sassari 1990).<br />

Per chi fosse interessato questo è l'indirizzo della casa editrice: Carlo Delfino editore, Regione Li Cadduffi,<br />

07100 Sassari.<br />

LAMPIS<br />

Caro Messaggero,<br />

oltre che comunicarvi il mio<br />

nuovo indirizzo, al quale spero<br />

continuerete a spedire l’amato<br />

giornale, approfitto per salutare<br />

da queste pagine il mio paesano<br />

scrittore Tiberio Vacca<br />

ed infine, che origine ha il mio<br />

cognome?<br />

Lampis Emilio<br />

Via Pettinengo, 5<br />

10149 Torino<br />

Caro Lampis,<br />

continuerà a leggere il Messaggero,<br />

speriamo che il signor<br />

Vacca possa mettersi in<br />

contatto con lei.<br />

Il suo cognome presenta il<br />

plurale di famiglia, di forma<br />

campidanese, e corrisponde al<br />

cognome medievale Alanpi<br />

(documentato nel Condaghe di<br />

Silki) corrispondente probabilmente<br />

al nome personale<br />

bizantino Eulampios.<br />

Compare in gran parte dei<br />

testi del XII e XIII secolo.<br />

CANI<br />

Caro Messaggero,<br />

cortesemente chiedo informazioni<br />

approfondite sulla<br />

storia del mio cognome.<br />

Nell’aspettare la vostra risposta,<br />

porgo i più cordiali saluti.<br />

Cani Fabio<br />

Via Cav. Vittorio Veneto, 20<br />

Saluzzo (CN)<br />

Caro Cani,<br />

l’ origine del suo cognome<br />

può corrispondere al campidanese<br />

cani “cane” che deriva<br />

dal sostantivo latino canis, o<br />

potrebbe originare da cognome<br />

propriamente italiano di<br />

significato ed origine uguale.<br />

Si registra come Cane del<br />

Condaghe di Silki e nel CDS II<br />

dei secoli XI e XII.<br />

FENU<br />

Caro Messaggero,<br />

avrei piacere correggeste il<br />

mio indirizzo in quanto è ormai<br />

da tanto che il giornale a<br />

me diretto arriva a mio omonimo,<br />

peraltro felice di ciò, che<br />

ho pregato per indicare l’indirizzo<br />

esatto, ma fino ad oggi<br />

nulla è cambiato. Mi raccomando!<br />

Avrei piacere sapere anche<br />

da cosa origina il mio cognome.<br />

Fenu Giuliano<br />

Via G. Puecher, 18<br />

Sovico (MI)<br />

Caro Fenu,<br />

siamo spiacenti del disguido<br />

che cercheremo di risolvere al<br />

più presto.<br />

L’origine di Fenu ci indirizza<br />

o al latino fenum da cui fenu<br />

“fieno”, oppure corrisponderebbe<br />

al nome di villaggio medievale<br />

Fenu, ormai scomparso,<br />

indicando naturalmente la<br />

nascita di individuo in quella<br />

località.<br />

Fanno parte di tale matrice<br />

anche i cognomi De Fenu o<br />

Deffenu, presenti nel Condaghe<br />

di Silki.<br />

MASCIA<br />

Caro Messaggero,<br />

sarei curioso di avere notizie<br />

circa l’origine del mio cognome<br />

e di quello di mia moglie<br />

che è Palmas.<br />

Mascia Attilio<br />

Via A. Mutti, 7<br />

25126 Brescia<br />

Caro Mascia,<br />

presto accontentata la sua<br />

curiosità.<br />

Palmas sarebbe originario<br />

dal singolare Palma, ovviamente<br />

inteso come pianta o indicante<br />

bella donna o palma<br />

della mano.<br />

Potrebbe essere originario<br />

dal paese di Palmas Arborea,<br />

nell’oristanese, o di altri cinque<br />

paesi omonimi, e quindi<br />

indicare individuo nato in tale<br />

luogo.<br />

Mascia, più usato in <strong>Sardegna</strong><br />

come Maxia, corrispondente<br />

all’omologo temine<br />

campidanese indicante “magia,<br />

stregoneria” derivante<br />

dal latino magia.<br />

In subordine può essere intesa<br />

come variante del cognome<br />

Masia.


Con l’autunno sono tornate<br />

le nuvole. C’è stato<br />

qualche temporale. Ma<br />

le piogge, tanto attese e invocate,<br />

hanno provocato, come<br />

sempre, anche danni. Comunque<br />

il beneficio per le campagne<br />

assetate, dopo la più torrida<br />

e secca estate che si ricordi,<br />

è stato innegabile. Così come<br />

l’apporto per gli invasi ormai<br />

quasi prosciugati dalla siccità.<br />

Ora c’è qualche settimana in<br />

più d’acqua garantita per le famiglie<br />

di Cagliari e di gran<br />

parte del Campidano, che non<br />

saranno costrette a subire ulteriori<br />

drammatici tagli all’erogazione<br />

idrica già limitata a sei<br />

ore giornaliere.<br />

Ma con l’autunno sono tornate<br />

ad addensarsi dense nubi<br />

anche sul governo della Regione.<br />

Con l’approssimarsi della<br />

presentazione e della discussione<br />

della manovra finanziaria,<br />

è ormai prassi pressoché<br />

consolidata, cominciano le frizioni<br />

tra le varie componenti<br />

della coalizione di maggioranza<br />

e anche all’interno delle<br />

stesse. E’ successo in passato,<br />

si è ripetuto di recente e si sta<br />

ripetendo ancora quest’ anno.<br />

Sembrava che il presidente<br />

Pili – dopo l’avvio drammatico<br />

del suo mandato: segnato da<br />

un numero rilevante di sconfitte<br />

al voto segreto nell’Aula del<br />

Consiglio regionale – fosse<br />

riuscito se non a pacificare almeno<br />

a placare le varie componenti<br />

del Centrodestra. E invece<br />

il fuoco covava sotto la<br />

cenere. A muovere critiche al<br />

presidente della Giunta con richiami<br />

espliciti anche in Aula<br />

non è stato solo il suo predecessore<br />

Mario Floris. Questa<br />

volta la voce grossa l’ha fatta<br />

Alleanza nazionale, il secondo<br />

partito della coalizione. Già<br />

alcuni mesi fa il Gruppo di An<br />

aveva minacciato di uscire dall’esecutivo<br />

e di dare solo l’appoggio<br />

esterno (un modo come<br />

un altro per sfiduciare il presidente).<br />

Ma ai primi d’ottobre<br />

EDITORIALE<br />

4<br />

OTTOBRE 2002<br />

CON L'AUTUNNO ARRIVANO<br />

DENSE NUBI DI CRISI<br />

SUL GOVERNO DELLA REGIONE<br />

la protesta di An è esplosa durante<br />

i lavori del Consiglio regionale.<br />

Per protesta, sentendosi<br />

emarginati e non considerati<br />

nelle scelte del presidente,<br />

tutti gli undici consiglieri del<br />

Gruppo hanno disertato l’Aula.<br />

Un fatto che non ha precedenti<br />

nella storia dell’Autonomia.<br />

Le opposizioni hanno giudicato<br />

il gesto come una esplicita<br />

sfiducia al presidente della<br />

Regione e hanno chiesto a Pili<br />

di trarne le conseguenze. La situazione<br />

non è precipitata perché<br />

l’uscita dall’Aula dei consiglieri<br />

di Forza Italia ha fatto<br />

mancare il numero legale e la<br />

seduta del Consiglio è stata<br />

sospesa.<br />

Il motivo scatenante della<br />

presa di posizione di An è stato<br />

la decisione di Pili di nominare<br />

commissario dell’Agenzia<br />

per l’ Ambiente l’ex assessore<br />

dell’Agricoltura, nonché<br />

esponente di primo piano dell’UDC,<br />

Antonello Usai.<br />

An che rivendicava quel posto<br />

e che non aveva gradito alcune<br />

precedenti scelte fatte in<br />

solitudine da Pili, ha rotto gli<br />

indugi.<br />

Per tentare di rasserenare gli<br />

animi sono intervenuti personalmente<br />

Berlusconi e Fini.<br />

Dopo giornate di convulse<br />

trattative e di pubbliche prese<br />

di posizione il gruppo consiliare<br />

di An, ha accolto un invito<br />

di Pili, e ha deciso – a maggioranza<br />

– di tornare in aula e<br />

di far rientrare la protesta in<br />

attesa di un chiarimento con<br />

gli alleati, che deve essere definitivo.<br />

Mauro Pili, alla vigilia<br />

della ripresa dei lavori dell’assemblea<br />

regionale ha scritto<br />

al coordinatore di An, Carmelo<br />

Porcu e al presidente del<br />

Gruppo, Bruno Murgia, spiegando<br />

che “alcuni atti compiuti<br />

in questi ultimi mesi possono<br />

aver suscitato la sensazione<br />

di un venir meno della collegialità<br />

del governo della Regione”<br />

ma che si è trattato di<br />

“atti indispensabili per salvare<br />

importanti risorse per la <strong>Sardegna</strong><br />

e la cui urgenza era assolutamente<br />

improcrastinabile”.<br />

Dopo aver ribadito la<br />

“centralità” di Alleanza nazionale,<br />

Pili riconosce che “è indispensabile<br />

maggior coesione,<br />

più determinazione, e aggiungo,<br />

maggiore collegialità”.<br />

A fine ottobre il Consiglio<br />

dovrà riunirsi per discutere<br />

una mozione di sfiducia presentata<br />

dal Centrosinistra. In<br />

quella circostanza si vedrà se il<br />

presidente Pili è riuscito a riportare<br />

serenità nei rapporti tra<br />

le varie forze della maggioranza.<br />

Perché la insoddisfazione<br />

per l’azione di governo della<br />

Regione non è solo di An. Anche<br />

i Riformatori di Massimo<br />

Fantola, dal loro congresso di<br />

Villasimius, già prima che la<br />

situazione precipitasse, e<br />

l’Udr a più riprese, avevano<br />

chiesto più collegialità e più<br />

incisività nell’attuazione del<br />

programma. Tutti sono consapevoli<br />

delle nefaste conseguenze<br />

di una crisi dallo sbocco<br />

imprevedibile, ma anche<br />

preoccupati della paralisi che<br />

provocherebbe una situazione<br />

di stallo.<br />

Pili sa bene che per accontentare<br />

un alleato non può<br />

scontentarne altri. E la lettera<br />

inviata a Porcu e Murgia, infatti,<br />

conclude con l’impegno a<br />

sottoporre alla maggioranza le<br />

questioni sollevate da An ma<br />

“tenendo ben conto che la nostra<br />

coalizione è articolata e<br />

necessita un atteggiamento di<br />

equilibrio che in questa fase<br />

deve prevalere”.<br />

EDITORIALE<br />

Con l'autunno arrivano<br />

dense nubi di crisi<br />

4 nel governo della Regione<br />

POLITICA REGIONALE<br />

Con la nomina dei commissari<br />

diventa operativa la legge<br />

6 sulle nuove Province sarde<br />

di Maria Grazia Caligaris<br />

Proposte di modifica della<br />

legge elettorale<br />

7 dell'UDR e “Democratzia”<br />

di Luigi Alfonso<br />

Un concorso di idee<br />

per il nuovo simbolo<br />

8 dell'UDR di Floris<br />

I riformatori sardi sollecitano<br />

il rilancio delle riforme<br />

9 istituzionali<br />

Nasce tra le polemiche<br />

l'agenzia regionale<br />

di protezione ambientale<br />

SERVIZI DALLA SARDEGNA<br />

L'acqua delle miniere per<br />

5 fronteggiare l'emergenza<br />

siccità<br />

di Gino Zasso<br />

Un osservatorio per controllare<br />

i prezzi nei mercati di Cagliari<br />

Un progetto di recupero<br />

dei detenuti sardi<br />

8 attraverso la formazione<br />

di Alessandro Zorco<br />

Il mondo del volontariato<br />

rivendica dalle istituzioni<br />

11 il rispetto dei diritti<br />

di Luigi Alfonso<br />

ECONOMIA<br />

La SFIRS abbandona<br />

la cordata Sardo-Veneta<br />

7 per la Costa Smeralda<br />

La chimica chiude:<br />

ciminiere spente nella<br />

10 piana di Ottana<br />

di Giuseppe Centore<br />

CULTURA<br />

Uno studio scientifico<br />

12 sulla produzione di coltelli sardi<br />

di Eugenia Da Bove<br />

SOMMARIO<br />

Concluso a Ozieri il corso<br />

per allievi del canto a chitarra<br />

di Gerolamo Squintu<br />

Si rinnova a Posada<br />

19 la festa dei poeti<br />

di Natalino Piras<br />

Le origini mitologiche<br />

20 a Silanus<br />

di Gianni Perrotti<br />

EMIGRAZIONE<br />

La storia della <strong>Sardegna</strong><br />

per le scuole curata<br />

21 da Manlio Brigaglia<br />

di Giovanni Mameli<br />

L'umanità dentro il lager<br />

diario di Pietro Tola<br />

di Natalino Piras<br />

Parlando in Poesia<br />

22 a cura di Salvatore Tola<br />

Eleonora d'Arborea storia<br />

minore del monumento<br />

32 di Oristano<br />

di Adriano Vargiu<br />

EMIGRAZIONE<br />

Un nuovo impegno<br />

per onorare il debito<br />

20 verso i padri emigrati<br />

Antonio Marredda acclamato<br />

presidente onorario<br />

della Federazione belga<br />

Il ruolo dell'associazionismo<br />

per favorire l'inserimento<br />

14 e l'integrazione degli emigrati<br />

di Gianni De Candia<br />

Per affrontare il presente<br />

15 non dimenticare la lezione<br />

del passato<br />

Quattro giorni con la <strong>Sardegna</strong>.<br />

16 I sapori e i colori dell'isola<br />

animano il centro di Losanna<br />

di Antonello De Candia<br />

“Su Nuraghe” festeggia<br />

17 35 anni di attività<br />

al servizio dei sardi<br />

SPORT<br />

Il Cagliari si affida<br />

30 a Ventura<br />

di Andrea Frigo<br />

Appena quattro punti<br />

dopo cinque giornate<br />

Licenziato Leonardi<br />

di Franco Ferrandu<br />

La <strong>Sardegna</strong> conferma<br />

la sua leadership<br />

31 nell'hockey su prato<br />

di Andrea Porcu<br />

Due squadre sarde<br />

al campionato di A/2<br />

di Volley<br />

di Liliana Fornasier<br />

RUBRICHE<br />

23 <strong>Sardegna</strong> notizie<br />

25 Emigrazione<br />

IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione <strong>Sardegna</strong> per gli emigrati e le loro famiglie<br />

Edito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. - Pres. Gianni De Candia<br />

Comitato di Direzione: Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia,<br />

Ezio Pirastu, Luigi Coppola<br />

Redazione e Amministrazione: Via Barcellona, 2 - 09124 Cagliari<br />

Tel. 070/664214 - Fax 070/664742<br />

Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell'11-4-1969<br />

Iscritto al Registro Stampa n. 217<br />

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PRESTAMPA - Via Nenni 133, tel. 070/883223 - 09045 Quartu S. Elena (CA)<br />

Stampa:<br />

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IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione <strong>Sardegna</strong> a tutti gli emigrati,<br />

in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO - Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI<br />

e-mail: ilmessaggerosardo@tiscalinet.it


IL MESSAGGERO SARDO 5<br />

OTTOBRE 2002<br />

ACQUA / Bizzarrie del tempo: mai negli ultimi cento<br />

anni era piovuto così poco fino a luglio e mai così tanto<br />

in agosto e settembre. Dai pozzi dell'iglesiente le<br />

risorse idriche per Cagliari<br />

L'ACQUA DELLE MINIERE<br />

PER FRONTEGGIARE<br />

L'EMERGENZA SICCITA'<br />

Acqua, è stata l’annata dei<br />

record: mai, negli ultimi<br />

cento anni era piovuto,<br />

fino a luglio, così poco, mai in<br />

agosto e nei primi di settembre era<br />

piovuto tanto. E a record si aggiunge<br />

record: mai, in <strong>Sardegna</strong>,<br />

nel settore dei lavori pubblici, si<br />

era lavorato ininterrottamente per<br />

ventiquattr’ore al giorno, in tre<br />

turni massacranti, per addurre nell’area<br />

metropolitana di Cagliari<br />

l’acqua delle miniere dell’Iglesiente,<br />

come invece sta avvenendo<br />

ora.<br />

Per attenuare i disagi della siccità<br />

di un anno, hanno dato una<br />

poderosa mano prima Giove pluvio,<br />

poi la Regione. Rovinando le<br />

ferie a migliaia e migliaia di villeggianti<br />

(Ciampi, il turista per<br />

eccellenza, prima del diluvio aveva<br />

già lasciato, con tanto rimpianto,<br />

La Maddalena), a cavallo tra<br />

agosto e settembre è piovuto<br />

come rarissimamente è accaduto:<br />

gran parte delle precipitazioni è<br />

stata assorbita dal terreno riarso<br />

(portando comunque benefici effetti<br />

alle falde) ma anche i bacini<br />

se ne sono avvantaggiati.<br />

Si riteneva ci fosse acqua solo<br />

fino ad ottobre, invece la situazione<br />

è nettamente migliorata. In<br />

assenza di piogge, a fine ottobre si<br />

sarebbero dovute intaccare le cosiddette<br />

“acque morte”, cioé i fondali<br />

fangosi dei bacini, con grave<br />

impegno per la loro depurazione<br />

e con grosso pregiudizio per le<br />

specie ittiche che popolano i bassifondi.<br />

Fortunatamente l’acqua è<br />

arrivata e il pericolo è stato scongiurato:<br />

secondo calcoli dell’assessorato<br />

regionale dei lavori<br />

pubblici negli invasi dell’isola<br />

sarebbero finiti oltre 25 milioni di<br />

metri cubi di acqua il che ha scongiurato<br />

il pericolo di una crisi più<br />

nera. L’aumento di disponibilità<br />

non è stato uniforme: a trarre maggior<br />

vantaggio è stato il sistema<br />

Coghinas-Mannu-Temo, che ha<br />

incrementato le sue esigue risorse<br />

di oltre 21 milioni di metri cubi (a<br />

metà settembre erano invasati 85<br />

milioni di metri cubi), seguito dal<br />

sistema Flumendosa-Campidano-Cixerri<br />

con 3,2 milioni di metri<br />

cubi in più: la disponibilità attuale<br />

è stabilita in nove milioni e<br />

mezzo di metri cubi ma arriva a<br />

venticinque milioni con l’apporto<br />

dei bacini minori, Mulargia, Sa<br />

forada, Cixerri, Is barroccus). Nel<br />

Sassarese nel mese di agosto sono<br />

caduti 80 millimetri di acqua,<br />

contro i dodici della media climatologica:<br />

il Bidighinzu, tuttavia, è<br />

da mesi fermo a una disponibilità<br />

di quattro milioni di metri cubi.<br />

Pressoché stazionaria la situazione<br />

anche negli altri dei quaranta bacini<br />

dell’isola, dove, comunque, gli<br />

aumenti di livello hanno compensato<br />

i consumi, rilevantissimi,<br />

come sempre, nei mesi estivi.<br />

Nonostante il fortunato e in<br />

gran parte imprevisto aiuto di natura<br />

meteorologica, le restrizioni<br />

per città e campagne restano tutte:<br />

a Sassari l’acqua viene erogata<br />

soltanto nelle ore notturne, a Cagliari<br />

per sei ore al giorno, come<br />

nella maggior parte dei Comuni<br />

dell’isola. L’unica eccezione è<br />

rappresentata da Guspini che,<br />

grazie a un intelligente sfruttamento<br />

di pozzi e sorgenti, può<br />

permettersi il lusso di fornire acqua<br />

ventiquattr’ore al giorno.<br />

Altrove alla ferrea logica della<br />

limitazione delle forniture non si<br />

può derogare: è infatti maggiore<br />

la quantità di acqua che si perde<br />

negli impianti di adduzione che<br />

quella che si consuma. Secondo<br />

Sergio Marracini, presidente dell’Esaf,<br />

l’ente che gestisce le reti<br />

idriche dei comuni dell’isola, il<br />

sessanta per cento dell’acqua erogata<br />

(ma il dato è contestato dall’assessorato<br />

regionale dei lavori<br />

pubblici, che ritiene il fenomeno<br />

più contenuto) si perde per strada.<br />

Vi sarebbero paradossali situazioni-limite:<br />

a Olbia e a Carbonia le<br />

perdite arriverebbero addirittura<br />

all’ottanta per cento della quantità<br />

distribuita. Complessivamente<br />

si perdono oltre cento milioni di<br />

metri cubi di acqua e 150 milioni<br />

di euro.<br />

I dati hanno fatto gridare allo<br />

scandalo gli agricoltori della<br />

Gallura che, riuniti nel salone comunale<br />

di Tempio assieme ai<br />

sindaci e ai presidenti delle comunità<br />

montane, hanno elaborato<br />

un dettagliato documento che<br />

hanno inviato al presidente della<br />

Regione Mauro Pili, che è anche<br />

commissario per l’emergenza<br />

idrica. Chiedono, tra l’altro, la<br />

realizzazione di una condotta di<br />

collegamento tra gli invasi del<br />

Coghinas e del Liscia, il definitivo<br />

collaudo della diga sul Liscia,<br />

la ridiscussione della concessione<br />

del bacino del Coghinas all’Enel.<br />

«La priorità - ha detto<br />

Eugenio Maddalon, presidente<br />

di Confagricoltura - deve essere<br />

data agli usi civili, quali agricoltura,<br />

turismo e attività produttive,<br />

e non alle centrali idroelettriche,<br />

le cui esigenze costano dai<br />

100 ai 150 milioni di metri cubi<br />

all’anno».<br />

Il grave handicap dell’erogazione<br />

è comunque rappresentato<br />

di Gino Zasso<br />

UN OSSERVATORIO<br />

PER CONTROLLARE I PREZZI<br />

NEI MERCATI DI CAGLIARI<br />

Un Osservatorio controllera’<br />

i prezzi dei prodotti<br />

in vendita a Cagliari,<br />

in particolare nei Mercati<br />

Civici e contribuira’ con<br />

un’informazione costante a<br />

ristabilire un rapporto di fiducia<br />

tra commercianti e consumatori.<br />

E’ l’impegno assunto<br />

con un protocollo d’intesa tra il<br />

Comune di Cagliari, le associazioni<br />

dei commercianti Confesercenti<br />

e Confcommercio e<br />

quelle di tutela dei consumatori<br />

Cittadinanzattiva, Unione<br />

Nazionale Consumatori e Adiconsum.<br />

L’obiettivo e’ fronteggiare<br />

il carovita, dopo introduzione<br />

dell’euro coincisa con un<br />

aumento indiscriminato dei<br />

prezzi. L’iniziativa colloca Cagliari<br />

tra le prime citta’ in Italia<br />

a essersi dotata di uno strumento<br />

operativo cui potranno fare<br />

riferimento i cittadini. L’Osservatorio<br />

consentira’ all’assessorato<br />

delle Attivita’ produttive<br />

di assumere anche iniziative<br />

specifiche cui si affiancheranno<br />

quelle delle associazioni. Il<br />

dalle reti di distribuzione, obsolete<br />

e fatiscenti in tutta la <strong>Sardegna</strong>:<br />

secondo il presidente dell’Esaf<br />

con una spesa di 150 milioni<br />

di euro in due anni sarà<br />

possibile portare le perdite al limite<br />

fisiologico del 15 per cento.<br />

Nel frattempo non è andato in<br />

porto, per la netta opposizione<br />

del Consorzio di bonifica dell’Oristanese,<br />

il progetto della<br />

giunta regionale di prelevare acqua<br />

dal Tirso per destinarla ad<br />

altre zone della <strong>Sardegna</strong>, in particolare<br />

al Cagliaritano. «L’acqua<br />

di cui disponiamo non basta<br />

neanche a noi - ha detto Mario<br />

Comune procedera’ all’adegua<br />

mento del numero degli ispettori<br />

di vigilanza<br />

annonaria per monitorare i<br />

prezzi e sanzionare le violazioni<br />

alle norme sulla pubblicita’,<br />

sull’origine dei prodotti e sulle<br />

vendite.<br />

E’ prevista, inoltre, l’apertura<br />

al pubblico del Mercato Ortofrutticolo<br />

all’ingrosso almeno<br />

un giorno la settimana o tutti i<br />

giorni dopo le 11. I firmatari<br />

dell’accordo si sono impegnati<br />

a incontrarsi ogni mese per valutare<br />

la situazione, segnalando<br />

anomalie nei prezzi e proponendo<br />

e concordando strategie<br />

per combatterle. Le associazioni<br />

sono impegnate a coinvolgere<br />

gli aderenti per ottenere il miglior<br />

risultato in quanto, in regime<br />

di libero mercato, la collaborazione<br />

tra le parti e’ determinante.<br />

L’iniziativa, che si affianca<br />

all’Osservatorio Pubblici<br />

Esercizi, istituito in attuazione<br />

del Piano per le attivita’ di<br />

vendita, intende inoltre coinvolgere<br />

la Camera di Commercio<br />

per la diffusione dei dati.<br />

Nel protocollo d’intesa si ritiene<br />

determinante anche il supporto<br />

dei mass-media, che saranno<br />

tempestivamente informati<br />

con bollettini bisettimanali<br />

o mensili, per diffondere<br />

l’andamento dei<br />

prezzi e le iniziative per calmierarli.<br />

L’accordo e’ stato sottoscritto,<br />

alla presenza del sindaco<br />

Emilio Floris, dall’assessore<br />

delle attivita’ produttive<br />

Luciano Collu, da Puppo Mareddu<br />

di Confcommercio, Carlo<br />

Abis di Confesercenti, Romano<br />

Satolli per Adiconsum e<br />

Unione Nazionale Consumatori<br />

e Roberto Porcu di Cittadinanzattiva.<br />

“L’Osservatorio<br />

dei prezzi”, ha precisato Collu,<br />

sara’ a costo zero, in quanto si<br />

avvarra’ di personale e strutture<br />

dell’amministrazione e avra’<br />

sede in uno dei mercati civici.<br />

Per il funzionamento, i contraenti<br />

dell’intesa nomineranno<br />

ciascuno un rappresentante che<br />

partecipera’ agli incontri calendarizzati.<br />

Matta, presidente del Consorzio<br />

- Attualmente siamo in grado di<br />

irrigare soltanto il 30 per cento<br />

delle nostre colture e non siamo<br />

certo in grado di approvvigionare<br />

il Basso Campidano».<br />

Sulla base di queste considerazioni,<br />

il presidente Mauro Pili ha<br />

deciso di dare un’accelerazione<br />

ai lavori per la rete di adduzione<br />

dell’acqua delle miniere. Come<br />

già detto si lavora alacremente,<br />

con ritmi finora sconosciuti in<br />

<strong>Sardegna</strong>, anche di notte, alla<br />

luce delle fotoelettriche. Cento<br />

persone impiegate alternativamente<br />

in tre turni, un appalto di<br />

un milione e 667 mila euro, tempo<br />

concesso per concludere i lavori<br />

cinquanta giorni. Le imprese<br />

che hanno accettato questo<br />

singolare contratto sono l’Igea,<br />

che si occupa del pompaggio e<br />

della verifica delle qualità, la<br />

Opere pubbliche, che scava le<br />

gallerie e sistema i tubi e la Saint<br />

Gobain, che fornisce i materiali.<br />

Collaborano tecnici e operai del<br />

Consorzio di bonifica del Cixerri,<br />

dell’Esaf e dell’Eaf. Una scommessa,<br />

la cui verifica si avrà il 19<br />

ottobre, quando nel Cagliaritano<br />

dovrebbe riversarsi un fiume di<br />

dieci milioni di metri cubi l’anno,<br />

al ritmo di 300 litri al secondo.<br />

Per impiegarla negli usi civili,<br />

venti chilometri di scavi e altrettanti<br />

di tubi di ghisa del diametro<br />

di 60 centimetri preleveranno<br />

l’acqua dalle falde, a duecento<br />

metri di profondità, dei pozzi<br />

“Sella” e “T” della miniera di<br />

Monteponi. Sono luoghi della<br />

storia: in un secolo di sfruttamento<br />

industriale hanno prodotto<br />

tre milioni di tonnellate di zinco<br />

e piombo, ma nella notte dei<br />

tempi, erano già utilizzati da Fenici,<br />

Pisani e Aragonesi. Il 18 ottobre<br />

1985 c’era stata, in quei<br />

luoghi ormai in crisi irreversibile,<br />

l’indimenticabile visita di<br />

papa Wojtila, che aveva voluto<br />

abbracciare i minatori senza lavoro.<br />

Adesso i pozzi che non<br />

danno più minerali “produrranno”<br />

acqua: da Monteponi sarà<br />

portata a Campo Pisano, dove<br />

verrà convogliata, poi verso Villamassargia,<br />

per concludere il<br />

suo viaggio, costeggiando la<br />

strada provinciale, nell’invaso di<br />

Gennas is abis, in territorio di<br />

Uta. Dal bacino l’acqua proseguirà<br />

il suo cammino nelle già<br />

esistenti tubature dell’ente Flumendosa<br />

e placherà alfine la sete<br />

dei cagliaritani.<br />

Una scommessa, si è detto. Una<br />

scommessa per la quale il presidente<br />

Pili si è impegnato in prima<br />

persona, contagiando la sua<br />

frenesia e la sua voglia di concludere<br />

a tecnici e maestranze. Era<br />

sindaco di Iglesias quando, nel<br />

1997, aveva subìto la chiusura<br />

dell’impianto di pompaggio del<br />

pozzo Sella, decisa da altri per<br />

evitare che l’acqua finisse in<br />

mare e a per favorirne la risalita<br />

nei bacini sotterranei. Lui, il sindaco,<br />

quell’acqua avrebbe voluto<br />

governarla per migliorarne la<br />

qualità. Non c’è riuscito allora,<br />

lo sta facendo, in altra veste,<br />

adesso, con un’opera pubblica di<br />

eccezionale portata, destinata a<br />

restare memorabile.<br />

E in extremis, alla scadenza irrevocabile<br />

del 30 settembre, il<br />

presidente della Regione ha istituito<br />

l’Arpas, l’Agenzia regionale<br />

per la protezione dell’ambiente<br />

della <strong>Sardegna</strong> e ha emesso<br />

l’ordinanza per la creazione del<br />

Piano d’ambito, lo strumento che<br />

regolerà il governo delle acque<br />

per i prossimi vent’anni. La <strong>Sardegna</strong><br />

è arrivata ultima tra le regioni<br />

italiane, ma, avendolo comunque<br />

fatto entro il tempo limite,<br />

otterrà la bellezza di un miliardo<br />

di euro di fondi comunitari.<br />

Alla guida del nuovo, importantissimo<br />

organismo, Pili ha<br />

nominato, in qualità di commissario,<br />

l’ex assessore regionale<br />

Antonello Usai, segretario dell’Udc<br />

e direttore generale della<br />

sanità.<br />

La designazione è motivo di<br />

forti polemiche: l’opposizione<br />

parla di “golpe istituzionale”<br />

mentre si registrano forti tensioni<br />

anche nella coalizione di governo:<br />

anche per questo fatto An minaccia<br />

di uscire dalla maggioranza,<br />

provocando una crisi di non<br />

facile soluzione.


IL MESSAGGERO SARDO 6<br />

OTTOBRE 2002<br />

La legge regionale, che ha<br />

istituito quattro nuove<br />

Province, è divenuta<br />

concretamente esecutiva con<br />

l’operatività dei quattro Commissari,<br />

nominati dalla Giunta<br />

nei primi giorni di agosto e insediati<br />

dall’assessore degli Enti<br />

Locali Andrea Biancareddu il 5<br />

settembre. A conclusione dell’iter<br />

burocratico, in <strong>Sardegna</strong>,<br />

oltre a quelle “storiche” di Cagliari,<br />

Sassari, Nuoro ed Oristano,<br />

ci saranno altre quattro amministrazioni<br />

provinciali che<br />

gestiranno i territori di Medio<br />

Campidano, Ogliastra, Olbia-<br />

Tempio e Sulcis. Insomma<br />

l’isola assumera’ in tempi brevi<br />

una nuova fisionomia amministrativa<br />

con otto Enti Intermedi<br />

che, al pari delle Province di<br />

più antica istituzione, acquisiranno<br />

le relative competenze.<br />

Un delicato compito sarà<br />

svolto nelle prossime settimane<br />

dai quattro Commissari -<br />

Adamo Pili (Ogliastra), Gabriele<br />

Asunis (Sulcis), Peppino Burrai<br />

(Olbia-Tempio) e Giovanni<br />

Carta (Medio Campidano), tutti<br />

funzionari e direttori dei servizi<br />

dell’assessorato degli Enti Locali<br />

– ai quali spetta ora il compito<br />

di acquisire e gestire i beni<br />

patrimoniali, mobili e immobili,<br />

e il personale per dare gambe<br />

alle nuove Province.<br />

La strada per attuare la legge<br />

non è semplice. Basti pensare<br />

che per abolire la normativa regionale<br />

è stata promossa una<br />

raccolta di firme per indire un<br />

referendum abrogativo. Ci sono,<br />

inoltre, altri ostacoli come per<br />

esempio il personale che potrebbe<br />

non acconsentire al trasferimento<br />

dalla sede dove attualmente<br />

opera. Anche la cessione<br />

dei beni potrebbe determinare<br />

qualche “frizione” tra vecchi e<br />

nuovi “proprietari”. Sulla normativa<br />

pende, inoltre, un ricorso<br />

del Governo alla Corte Costituzionale<br />

per quanto riguarda il<br />

punto in cui si stabilisce la competenza<br />

della Regione nello<br />

scioglimento dei Consigli provinciali<br />

attuali.<br />

RIFORME<br />

Procede l'iter per<br />

l'attuazione dei<br />

nuovi enti<br />

intermedi.<br />

Polemiche sulla<br />

decisione della<br />

Giunta. Reazioni<br />

all'annuncio di<br />

voler sciogliere<br />

le Comunità<br />

montane<br />

CON LA NOMINA DEI COMMISSARI<br />

DIVENTA OPERATIVA LA LEGGE<br />

SULLE NUOVE PROVINCE SARDE<br />

Per i commissari azione<br />

concertata<br />

L’intento – hanno sottolineato<br />

unanimemente i Commissari<br />

alla conferenza stampa indetta<br />

dall’assessore Biancareddu in<br />

occasione dell’insediamento –<br />

è quello di operare in sintonia e<br />

collaborando con le Province.<br />

Siamo convinti che troveremo<br />

una mediazione corretta. Se,<br />

però, dovessero sorgere impedimenti<br />

insormontabili o si dovesse<br />

ravvisare un’opposizione<br />

netta, la legge regionale ha previsto<br />

la figura del “Commissario<br />

ad acta” un “attore” con pieni<br />

poteri in grado di procedere<br />

nell’attuazione del deliberato<br />

del Consiglio regionale.<br />

L’attuazione della legge ha<br />

anche provocato una serie di reazioni<br />

con riferimento alle spese<br />

da sostenere che determinerebbero<br />

un autentico salasso per le<br />

casse della Regione quantificato<br />

in 500 miliardi di vecchie<br />

lire. A controbattere le osservazioni<br />

critiche, emerse soprattutto<br />

dal fronte referendario, è stato<br />

l’assessore regionale Biancareddu<br />

che, nel corso dell’incontro<br />

con i giornalisti per presentare<br />

ed illustrare l’azione dei Commissari,<br />

ha annunciato la predisposizione<br />

di un disegno di legge<br />

con cui intende abolire le Comunità<br />

Montane.<br />

Biancareddu: abolire<br />

Comunità montane<br />

La soppressione degli Enti<br />

Montani – ha detto - completera’<br />

il quadro di riferimento amministrativo-finanziario<br />

per<br />

dare ulteriori risorse alle nuove<br />

quattro Province. In tempi brevi<br />

- ha precisato l’assessore - sottoporrò<br />

all’attenzione della Giunta<br />

un disegno di legge con cui<br />

verranno soppressi i 25 Enti<br />

montani esistenti, che contano<br />

oltre 200 persone negli organismi<br />

di rappresentanza. Le Comunità<br />

Montane, che costano<br />

oltre 20 milioni di euro all’anno,<br />

hanno dimostrato nel tempo<br />

l’incapacità di svolgere il ruolo<br />

per cui erano state istituite. Per<br />

esempio, non sono riuscite a<br />

contrastare lo spopolamento dei<br />

piccoli centri delle aree interne<br />

che, invece, e’ in netto aumento.<br />

I risparmi derivanti dalla soppressione<br />

delle Comunita’, che<br />

peraltro sono in contrasto con la<br />

legge che riconosce la Provincia<br />

quale unico Ente intermedio,<br />

consentiranno di disporre<br />

di finanziamenti aggiuntivi per<br />

la nascita delle nuove Province.<br />

Occorre tuttavia precisare, in<br />

contrasto con quanto affermano<br />

i sostenitori dei Referendum<br />

contro l’istituzione delle otto<br />

Province, che nessun aggravio<br />

ricadra’ - ha sottolineato Biancareddu<br />

che ha incontrato i<br />

giornalisti alla presenza, oltre<br />

che dei Commissari, di Enzo<br />

Satta, vice Presidente, e Giovanni<br />

Giovannelli, componente,<br />

della Commissione Autonomia<br />

del Consiglio regionale, eletti<br />

in Gallura - sui cittadini dalla<br />

nascita dei nuovi Enti. Per il<br />

funzionamento degli attuali organismi<br />

vengono spesi 300 miliardi<br />

di vecchie lire. La stessa<br />

cifra verrà d’ora in poi suddivisa,<br />

in base alla popolazione e<br />

alla superficie territoriale, tra le<br />

otto Province. È vero che aumenteranno<br />

le spese per gli organi<br />

istituzionali e per i dirigenti,<br />

ma anche nella peggiore delle<br />

ipotesi questa cifra non supererà<br />

i 10 milioni di euro, che<br />

potranno essere integralmente<br />

coperti con i fondi destinati alle<br />

Comunità Montane. Non solo,<br />

se dovessero verificarsi “ammutinamenti”<br />

di personale, potrebbero<br />

essere assunti ex novo fino<br />

a 200 persone, per un totale di 6<br />

milioni di euro, risparmiando<br />

ancora 4 milioni di euro e creando<br />

nuovi posti di lavoro. Siamo<br />

quindi ben lontani dalle cifre<br />

esorbitanti che vengono sbandierate.<br />

Non ha neppure fondatezza –<br />

ha osservato ancora l’assessore<br />

degli Enti Locali rivolgendosi<br />

alla platea dei giornalisti in cui<br />

sedevano, tra gli altri, anche il<br />

Capogruppo Giorgio Corona e<br />

il consigliere di Forza Italia Antonio<br />

Granara - il rilievo che con<br />

le nuove province si creeranno<br />

in <strong>Sardegna</strong> otto piccole realtà.<br />

La Provincia di Sassari è attualmente<br />

quella più estesa d’Italia,<br />

analogamente quella di Nuoro si<br />

colloca al terzo posto.Con questa<br />

nuova organizzazione territoriale<br />

le province sarde saranno<br />

nella media nazionale. È indispensabile<br />

infine chiarire che la<br />

legge è stata approvata a larga<br />

maggioranza dai rappresentanti<br />

CHE COSA PREVEDE IL RIASSETTO GENERALE DELLE PROVINCE<br />

di Maria Grazia Caligaris<br />

eletti dal popolo ed esprime<br />

un’esigenza di più ampia democrazia.<br />

È quasi certo che le elezioni<br />

per le nuove quattro province<br />

siano indette l’anno prossimo.<br />

Non è invece indispensabile<br />

che si voti contemporanemente<br />

in tutte, come avviene del<br />

resto nella maggior parte delle<br />

altre realtà della Penisola.<br />

L’assessore regionale degli<br />

Enti locali Andrea Biancareddu<br />

si è detto ottimista sull’esito del<br />

ricorso del Governo alla Corte<br />

Costituzionale che attiene la<br />

norma con cui si stabilisce la<br />

competenza della Regione nello<br />

scioglimento dei Consigli<br />

provinciali attuali. Ma se anche<br />

si dovesse dare torto alla Regione,<br />

la norma vigente - ha spiegato<br />

Biancareddu - stabilisce l’obbligo<br />

di indire le elezioni alla<br />

prima scadenza utile, così come<br />

avviene nel caso di commissariamento<br />

per i Comuni.<br />

Nell’esprimere soddisfazione<br />

per l’esito raggiunto, Enzo Satta<br />

ha sottolineato che sarà condotta<br />

qualunque battaglia contro<br />

chi non vuole l’attuazione della<br />

legge. Mi auguro - ha sottolineato<br />

invece Giovannelli - che i<br />

promotori dei Referendum riflettano<br />

e rivedano i propri convincimenti.<br />

Se invece c’è qualche<br />

forza politica che vuole assumere<br />

una posizione contraria<br />

alle nuove province è opportuno<br />

che palesi il punto di vista e<br />

lo discuta alla luce del sole.<br />

PROVINCIA N. COMUNI SUPERFICIE KMQ POPOLAZIONE 2001<br />

CAGLIARI 55 (14,59%) 3.612,82 (15%) 504.018 (31,51%)<br />

MEDIO CAMPIDANO 24 (6,37%) 2.062,15 (8,56%) 127.565 (7,98%)<br />

CARBONIA-IGLESIAS 41 (10,88%) 1.740,54 (7,23%) 136.164 (8,51%)<br />

ORISTANO 86 (22,81%) 2.972,31 (12,34%) 162.480 (10,16%)<br />

NUORO 55 (14,59%) 4.143,34 (17,20%) 165.188 (10,33%)<br />

OGLIASTRA 23 (6,10%) 1.854,24 (7,70%) 57.980 (3,62%)<br />

OLBIA-TEMPIO 25 (6,63%) 3.367,85 (13,98%) 128.580 (8,04%)<br />

SASSARI 68 (18,04%) 4.336,64 (18%) 317.536 (19,85%)<br />

TOTALI 377 24.089,89 1.599.511<br />

Le reazioni alla proposta<br />

Numerose e polemiche le reazioni<br />

alla proposta dell’assessore<br />

Biancareddu. In primo piano a<br />

protestare per la decisione assunta<br />

dall’Assessore Biancareddu,<br />

senza alcuna consultazione<br />

con gli organismi interessati,<br />

sono stati l’Unione Nazionale<br />

Comunità Montane (UNCEM)<br />

e l’Associazione dei Comuni<br />

Italiani (ANCI). Al loro fianco si<br />

sono schierati i Presidenti delle<br />

quattro province. Il sistema delle<br />

Autonomie Locali ha infatti<br />

sollecitato le forze politiche ad<br />

un’ampia riflessione sulla riorganizzazione<br />

degli enti territoriali<br />

nella fase di elaborazione<br />

della nuova Carta Costituzionale<br />

dei Sardi. Ha anche invitato<br />

l’Assemblea sarda ad approvare<br />

in tempi brevi la legge istitutiva<br />

del Consiglio regionale delle<br />

Autonomie Locali.<br />

Gli oppositori, tra i quali oltre<br />

ad amministratori provinciali e<br />

comunali numerosi esponenti<br />

politici, hanno sostenuto che le<br />

valutazioni a sostegno dell’iniziativa<br />

sono errate. Si parte – è<br />

stato precisato – da presupposti<br />

in contrasto con la Costituzione,<br />

con il Testo Unico sugli Enti<br />

Locali e con la legge sulla montagna.<br />

Il risparmio per la Regione<br />

sarebbe al massimo di 15 miliardi<br />

di vecchie lire e non di 40.<br />

I finanziamenti statali inoltre<br />

non possono essere diversamente<br />

destinati e quindi trasferiti<br />

alle Province.<br />

Gli Enti locali – hanno precisato<br />

i vertici dell’ANCI - non<br />

possono accettare colpi di mano<br />

che ne cancellino l’identita’, per<br />

di piu’ estraniandoli dalle scelte<br />

e dalle decisioni che direttamente<br />

li riguardano. La Regione ha<br />

l’obbligo l’obbligo politico e<br />

morale di confrontarsi con il sistema<br />

delle autonomie locali.<br />

Nuovo ruolo anche<br />

per i Cocico<br />

Nel programma dell’assessore<br />

Andrea Biancareddu vi è anche<br />

il progetto di ridefinire le funzioni<br />

dei CoCiCo assegnando nuovo<br />

ruoli e compiti ai Comitati<br />

Circoscrizionali di Controllo<br />

sugli atti degli Enti Locali dislocati<br />

nei quattro capoluoghi<br />

di provincia e a Iglesias, Lanusei<br />

e Tempio. Lo ha annunciato<br />

anticipando i contenuti di un disegno<br />

di legge che, recependo<br />

la modifica del Titolo V della<br />

Costituzione, approvata dal<br />

Parlamento della Repubblica,<br />

ha abolito il controllo sugli atti<br />

degli Enti Locali da parte delle<br />

Regioni. Innanzitutto – ha precisato<br />

Biancareddu – saranno investiti<br />

di nuove competenze<br />

come quella relativa al patrimonio<br />

e demanio. Affinché sia immediatamente<br />

chiaro il ruolo<br />

verranno chiamati “Servizi territoriali<br />

per i cittadini e gli Enti<br />

Locali”. Rappresenteranno,<br />

quindi, un punto di riferimento<br />

importante soprattutto per chi<br />

vive in periferia nell’ottica di un<br />

concreto decentramento, ma<br />

avranno anche funzione di supporto<br />

all’attività di chi opera<br />

negli Enti Locali. È in atto una<br />

rivoluzione nel sistema dei<br />

rapporti tra i diversi organismi<br />

che operano a livelli diversi<br />

del territorio e la ricon<strong>versione</strong><br />

dei COCICO è in linea con<br />

l’idea di una partecipazione<br />

sempre più diretta dei cittadini.<br />

È appena il caso di ricordare,<br />

specialmente a chi mi accusa<br />

di centralismo, che tra le<br />

iniziative assunte dall’assessorato<br />

– ha concluso Andrea<br />

Biancareddu - c’è stata, non<br />

più di quattro mesi fa, l’abolizione<br />

del CORECO (Comitato<br />

Regionale di Controllo).


IL MESSAGGERO SARDO 7<br />

OTTOBRE 2002<br />

La Sfirs abbandona la cordata<br />

sardo-veneta, ma<br />

l’operazione Costa Smeralda<br />

va avanti. È questa l’ultima<br />

(per ora) puntata della<br />

telenovela della compravendita<br />

dell’impero sardo della<br />

Starwood, un’operazione da<br />

350 milioni di Euro. In ballo,<br />

gli alberghi Pitrizza, Cala di<br />

Volpe, Romazzino e Cervo, il<br />

cantiere navale di Porto Cervo,<br />

il Pevero Golf Club e numerose<br />

altre proprietà immobiliari.<br />

Fra tutte, i 2400 ettari di<br />

terreno sui quali è stato progettato<br />

un Master Plan da oltre un<br />

milione e mezzo di metri cubi.<br />

La parte sarda della cordata<br />

risulta composta dalle società<br />

Iti ed Ifim, che fanno capo a<br />

vari imprenditori (Corbeddu,<br />

Loi, Paglietti), mentre la parte<br />

veneta è rappresentata dalla “2<br />

g properties” della famiglia<br />

Tabacchi, dai fratelli De Rigo<br />

e dalla “Forma Urbis” (Toffano,<br />

Salmaso e Gallina). In più,<br />

la Sfirs, con una partecipazione<br />

dell’8 per cento.<br />

Proprio sulla presenza della<br />

finanziaria sarda si è aperta<br />

una spinosa questione in Consiglio<br />

regionale, quando, alcuni<br />

consiglieri hanno denunciato<br />

in aula che la Sfirs aveva risposto<br />

picche alla richiesta di<br />

informazioni del suo azionista<br />

di maggioranza, vale a dire la<br />

Regione.<br />

Il presidente dell’unica finanziaria<br />

regionale italiana,<br />

Alberto Meconcelli, si era limitato<br />

a far sapere al Presidente<br />

della Giunta che aveva agito,<br />

secondo lo statuto, per<br />

“promuovere le iniziative economiche<br />

conformi ai piani ed<br />

ai programmi” previsti da una<br />

serie di leggi. Ma lo sgarbo di<br />

aver organizzato una cordata<br />

sardo-veneta senza averne informato<br />

ufficialmente il maggior<br />

azionista era troppo grande<br />

e Mauro Pili non ha mai nascosto<br />

il proprio disappunto.<br />

Ai primi di settembre, il presidente<br />

della Sfirs è stato sentito<br />

in audizione congiunta<br />

dalle Commissioni consiliari<br />

Programmazione ed Industria,<br />

presiedute rispettivamente da<br />

Dopo la proposta di legge<br />

dei Riformatori per disci<br />

plinare alle elezioni per il<br />

Consiglio regionale il diritto di<br />

voto ai sardi emigrati nel continente<br />

italiano ed all’estero, altre<br />

due iniziative legislative sono all’attenzione<br />

delle forze politiche<br />

che devono confrontarsi sui contenuti<br />

della nuova legge elettorale.<br />

Si tratta delle proposte avanzate<br />

dall’UDR (Unione Democratica<br />

della Repubblica), il partito di<br />

centro di cui e’ leader l’ex Presidente<br />

della Regione Mario Floris<br />

e dai quattro Consiglieri dissidenti<br />

dei DS – Ivana Dettori, Nazareno<br />

Pacifico, Giampiero Pinna<br />

e Pier Sandro Scano - appartenenti<br />

al movimento “Democratzia”.<br />

La proposta dell’UDR prevede<br />

l’elezione del 60% dei consiglieri<br />

(48 seggi) in collegi uninominali<br />

maggioritari a turno unico. Il<br />

restante 40% (32 seggi), tenuto<br />

conto dell’istituzione delle nuove<br />

province, sarà invece espressione<br />

del metodo proporzionale e<br />

con liste concorrenti a livello provinciale.<br />

Nello schema di ripartizione<br />

dei seggi, assegna, infatti,<br />

alle 8 circoscrizioni un numero di<br />

rappresentanti in Consiglio regionale<br />

in rapporto alla densita’<br />

di popolazione ricompresa nella<br />

provincia.<br />

La nuova legge, ha spiegato<br />

ECONOMIA<br />

LA SFIRS ABBANDONA<br />

LA CORDATA SARDO-VENETA<br />

PER LA COSTA SMERALDA<br />

Giorgio Balletto e Nicolò Rassu.<br />

“L’operazione – ha precisato<br />

Meconcelli – non è un semplice<br />

passaggio di mano di alberghi<br />

e terreni da una società<br />

ad un’altra, ma propone, per<br />

l’economia del territorio, un<br />

effetto moltiplicatore che dovrebbe<br />

suscitare sicuri benefici.<br />

L’iniziativa risponde alle<br />

finalità staturarie ed è stata<br />

condivisa dal collegio sindacale.<br />

Inoltre – ha assicurato il<br />

presidente della Sfirs – rientra<br />

nelle linee giuda tracciate dalla<br />

Regione per lo sviluppo della<br />

filiera del turismo”.<br />

Ai consiglieri che gli hanno<br />

rivolto numerose domande,<br />

Meconcelli ha risposto in maniera<br />

giudicata poco soddisfacente,<br />

soprattutto nei dettagli<br />

di natura finanziaria, qualificati<br />

“tabù” per motivi di “riservatezza<br />

legata alla natura<br />

commerciale dell’operazione”.<br />

Tempo venti giorni e si è<br />

sparsa la voce di un possibile<br />

ritiro della famiglia Tabacchi,<br />

subito smentita. “La compagine<br />

è integra e nessun socio intende<br />

andarsene” ha dichiarato<br />

il portavoce ufficiale del<br />

gruppo, l’avvocato romano<br />

Antonio Romei.<br />

La volontà ribadita, insomma,<br />

è stata quella di portare a<br />

termine il percorso avviato<br />

con la sottoscrizione della lettera<br />

di intenti che impegnava<br />

la Starwood ad una trattativa<br />

esclusiva per la cessione dell’ex<br />

regno dell’Aga Khan.<br />

Cammin facendo, però, qualche<br />

ostacolo ha costretto a rallentare<br />

il passo. Tant’è che l’affare<br />

(che doveva essere chiuso<br />

POLITICA REGIONALE / Dopo quella dei Riformatori<br />

PROPOSTE DI MODIFICA<br />

DELLA LEGGE ELETTORALE<br />

DELL'UDR E DEMOCRATZIA<br />

Mario Floris ai giornalisti, apporta<br />

correttivi al sistema elettorale<br />

proporzionale garantendo, al contempo,<br />

sia la più ampia partecipazione<br />

dei cittadini alla vita politica<br />

sia la specificità della <strong>Sardegna</strong><br />

dove il secco bipolarismo soffocherebbe<br />

esperienze politiche<br />

strettamente legate alla nostra<br />

cultura. Il disegno di legge introduce,<br />

inoltre, lo strumento della<br />

sfiducia costruttiva con il quale<br />

l’Assemblea regionale, una sola<br />

volta nel corso della legislatura,<br />

potrà salvaguardare il buon governo<br />

e la governabilità “evitando<br />

eccessivi trasformismi e frequenti<br />

ribaltoni. Tutelando il valore<br />

delle diversità, daremo vita a<br />

un presidenzialismo moderato<br />

che, nel rispetto delle competenze<br />

del presidente della Giunta, assicura<br />

però al Consiglio regionale<br />

la possibilita’ di esercitare un<br />

controllo sulla condotta politica<br />

del capo dell’esecutivo.<br />

Con la proposta di legge elettorale<br />

verrebbe, tra l’altro, istituzionalizzata<br />

la volontà di voto degli<br />

emigrati sardi. Un’apposita circoscrizione,<br />

denominata Estero, riserverà<br />

a 2 consiglieri l’elezione<br />

con il sistema proporzionale.<br />

Altra novità della proposta,<br />

l’incompatibilità fra consigliere e<br />

assessore, “per creare una netta,<br />

opportuna distinzione fra assemblea<br />

ed esecutivo”. Vigerà il sistema<br />

alla francese che prevede<br />

un’incompatibilità temporanea<br />

(il consigliere cessa nella carica, e<br />

viene sostituito dal primo dei<br />

non eletti, per tutta la durata del<br />

mandato assessoriale. Viene reintegrato<br />

al suo posto al termine<br />

dell’incarico).<br />

Il testo firmato da Piersandro<br />

Scano, Ivana Dettori, Giampiero<br />

Pinna e Nazareno Pacifico, con il<br />

contributo di Verdi, Comunisti<br />

Italiani e Italia dei Valori, è stato<br />

presentato alle segreterie dei partiti<br />

del centrosinistra. La proposta<br />

prevede l’elezione diretta del presidente<br />

della Regione con il ballottaggio<br />

nel caso al primo turno<br />

nessun candidato ottenga la maggioranza<br />

assoluta e l’abolizione<br />

del listino bloccato destinato a<br />

costituire premio di maggioranza<br />

in cui quasi un quarto dei consiglieri<br />

(16) viene scelto di fatto<br />

dalle segreterie dei partiti. La lista<br />

o il gruppo di liste collegate al<br />

candidato eletto avrà, invece, un<br />

premio di maggioranza pari al 55<br />

per cento dei seggi. Non sono previste<br />

soglie di sbarramento, gli<br />

emigrati potranno eleggere cinque<br />

consiglieri, con modalità stabilite<br />

da un successivo regolamento<br />

consiliare, mentre le liste<br />

entro settembre), sarà presumibilmente<br />

concluso alla fine<br />

dell’anno.<br />

Nel frattempo, si è delineato<br />

il quadro dei partner economici<br />

dell’operazione. Si tratta di<br />

tre banche, che garantiranno la<br />

copertura di 250 milioni di<br />

euro: Antonveneta (scesa in<br />

campo fin dall’inizio), Abaxbank<br />

(la merchant bank del<br />

Credito emiliano) ed Unicredit<br />

(attraverso la componente veneta<br />

di Cariverona).<br />

Negli stessi giorni di fine<br />

settembre, altro passo cruciale.<br />

È stato quello compiuto dai<br />

Ds, che col capogruppo Renato<br />

Cugini hanno avvertito il<br />

presidente Pili: “Non faccia<br />

scadere i termini per la comunicazione<br />

all’Unione europea<br />

della partecipazione Sfirs alla<br />

cordata sardo-veneta. L’assenso<br />

di Bruxelles è indispensabile.<br />

Non si può fare a meno della<br />

deroga della Commissione<br />

europea”.<br />

E la mossa di Pili non si è<br />

fatta attendere. Ha ingaggiato<br />

come consulente il legale cagliaritano<br />

Giulio Steri (avvocatura<br />

dello Stato) e spedito un<br />

corposo malloppo a Bruxelles,<br />

nel quale si sostiene che la finanziaria<br />

regionale avrebbe<br />

concesso un “aiuto di Stato”<br />

alla cordata sardo-veneta. Nel<br />

ricorso si definisce l’operazione<br />

della Sfirs “altamente onerosa<br />

e rischiosa”. Onerosa perché<br />

esistono “forti dubbi su<br />

una seria prospettiva di redditività:<br />

la gestione degli alberghi<br />

rimarrebbe infatti in mano<br />

alla Starwood. A ciò aggiungasi<br />

l’alto margine di rischio connesso<br />

alle difficoltà di edificare<br />

sui 2400 ettari di terreno<br />

acquistati. I vigenti strumenti<br />

urbanistici consentono solo<br />

un uso limitato di quelle aree e<br />

la loro modifica appare quanto<br />

mai aleatoria”. Per queste ragioni<br />

“il comportamento della<br />

Sfirs si pone in contrasto con<br />

le regole sulla trasparenza delle<br />

imprese pubbliche più volte<br />

dettata dalla Commissione europea.<br />

La Regione potrebbe<br />

vedersi esposta ad una procedura<br />

di incompatibilità dell’aiuto<br />

a seguito di esposti di<br />

imprese concorrenti e subire,<br />

indirettamente sul proprio bilancio,<br />

gli oneri conseguenti<br />

all’obbligo di restituire gli<br />

aiuti erogati”<br />

“Ho compiuto un atto obbligatorio<br />

– ha dichiarato Mauro<br />

Pili – al quale non deve essere<br />

data alcuna connotazione politica”.<br />

La risposta di Meconcelli,<br />

giunta il primo di ottobre, contenuta<br />

in una lettera di poche<br />

righe inviata ai Presidenti della<br />

Regione, del Consiglio regionale<br />

e delle Commissioni<br />

Programmazione ed Industria.<br />

“Comunico che la Sfirs non ha<br />

posto in essere alcun intervento<br />

che possa essere qualificato,<br />

sotto alcun profilo, aiuto di<br />

Stato e, comunque, ha sospeso<br />

ogni ulteriore attività inerente<br />

all’operazione di acquisto della<br />

proprietà Starwood”.<br />

Bisognerà partire da zero?<br />

“Nemmeno per sogno – sostengono<br />

gli imprenditori che hanno<br />

avuto l’esclusiva del negoziato<br />

– si va avanti senza tentennamenti<br />

ed il 31 dicembre<br />

si chiude definitivamente l’affare.<br />

Per quanto riguarda la Sfirs,<br />

se fosse costretta ad abbandonare,<br />

noi continueremo tranquilli<br />

sulla strada dell’acquisizione”.<br />

Insomma, l’uscita di<br />

scena del socio pubblico non<br />

pregiudicherebbe il buon andamento<br />

dell’affare, perché<br />

“ci sarebbero altri imprenditori<br />

pronti ad entrare in qualsiasi<br />

momento”.<br />

Malgrado le smentite, la battaglia<br />

si è ormai spostata sul<br />

fronte politico.<br />

elettorali dovranno essere formate<br />

per metà da donne, per garantire<br />

la parità d’accesso alle cariche<br />

elettive.<br />

La bozza attribuisce al presidente<br />

il potere di nominare la<br />

Giunta e di revocare e sostituire<br />

gli assessori e al Consiglio quello<br />

di cambiare il proprio presidente<br />

e l’ufficio di presidenza, qualora<br />

nel corso della legislatura non si<br />

sentisse più rappresentato. Prevista,<br />

infine, l’incompatibilità fra la<br />

carica di consigliere e quella di<br />

assessore, senza possibilita’ di ripescaggio<br />

in caso di uscita dall’esecutivo.<br />

Scartato perché contro<br />

lo Statuto il meccanismo della<br />

sfiducia costruttiva contenuto<br />

nella proposta di legge del leader<br />

dell’Udr Mario Floris. Se cade il<br />

presidente della Giunta, anche i<br />

consiglieri devono fare le valigie.<br />

Abbiamo molti dubbi – ha osservato<br />

Scano nel corso della conferenza<br />

stampa di presentazione<br />

dell’iniziativa - che Forza Italia e<br />

An vogliano davvero la riforma<br />

elettorale. Per loro conviene andare<br />

al voto con l’attuale sistema.<br />

L’urgenza sollecitata dai quattro<br />

consiglieri di Democratzia è<br />

giustificata anche dalla possibilità,<br />

prevista dallo Statuto, di ricorrere<br />

a un referendum entro tre mesi<br />

dall’approvazione della riforma<br />

elettorale.


IL MESSAGGERO SARDO 8<br />

OTTOBRE 2002<br />

Mettere una pietra sopra<br />

il passato e costruire un<br />

futuro da onesti lavoratori<br />

reinserendosi nella società<br />

dopo un lungo soggiorno in carcere.<br />

Magari aprendo una piccola<br />

bottega artigiana o imparando<br />

ad arare i campi. Oppure,<br />

perché no?, diventando esperti<br />

nel campo del turismo o dell’informatica.<br />

Un titolo professionale<br />

da spendere nel mondo civile<br />

ed un lavoro decoroso sono<br />

due tappe obbligatorie nel percorso<br />

di riabilitazione di chi ha<br />

pagato un conto salato alla Giustizia<br />

per i suoi errori ma è intenzionato<br />

a cambiare vita.<br />

Per questo le istituzioni isolane<br />

hanno deciso di credere nella<br />

formazione dei detenuti e creare<br />

i presupposti per facilitare il loro<br />

ingresso nel mondo del lavoro.<br />

Nei mesi scorsi la Regione e<br />

l’amministrazione penitenziaria<br />

hanno dato vita ad un progetto<br />

che cerca di tradurre compiutamente<br />

i dettami dell’articolo 27<br />

della Costituzione (“le pene<br />

non possono consistere in trattamenti<br />

contrari al senso di umanità<br />

e devono tendere alla rieducazione<br />

del condannato”). E, lo<br />

scorso 11 settembre, l’assessore<br />

regionale al Lavoro, Formazione<br />

professionale, Cooperazione<br />

e Sicurezza sociale Matteo Luridiana<br />

e il responsabile delle carceri<br />

isolane, il provveditore regionale<br />

del Dipartimento dell’amministrazione<br />

penitenziaria<br />

del Ministero della Giustizia<br />

Francesco Massidda, hanno sigillato<br />

il protocollo d’intesa che<br />

dà inizio ad un ambizioso programma<br />

di orientamento e formazione<br />

professionale all’interno<br />

degli istituti di pena finalizzato<br />

a favorire l’acquisizione di<br />

specifiche competenze tecniche<br />

e permettere il concreto inserimento<br />

dei detenuti nel mondo<br />

del lavoro.<br />

Il documento, a quanto hanno<br />

affermato i protagonisti dell’accordo,<br />

segna un notevole cambio<br />

di rotta rispetto al passato.<br />

Come ha spiegato l’assessore<br />

Luridiana, negli anni precedenti<br />

la Regione sarda aveva finanziato<br />

i progetti di orientamento<br />

professionale senza criteri omogenei<br />

ma sulla base dei rapporti<br />

con i singoli direttori delle carceri.<br />

«Finora - ha assicurato Luridiana<br />

- abbiamo finanziato<br />

corsi di formazione in quasi tutti<br />

gli istituti tranne che in quello<br />

di Buoncammino, per comprensibili<br />

problemi tecnici. Il<br />

nostro obiettivo – ha proseguito<br />

l’assessore - è sempre stato quello<br />

di reinserire i detenuti nel<br />

mondo civile. Negli anni passati<br />

siamo riusciti a dare una risposta<br />

a quasi tutte le domande ma<br />

oggi vogliamo allargare il campo<br />

e realizzare un progetto più<br />

capillare, pianificando le attività<br />

in base alle esigenze dell’intero<br />

sistema carcerario sardo».<br />

Il progetto prevede l’omogeneizzazione<br />

degli interventi secondo<br />

due linee guida: da un<br />

lato si tenderà ad assicurare la<br />

formazione e l’orientamento<br />

professionale a tutti i detenuti<br />

che ne facciano richiesta e, dall’altro,<br />

si mirerà alla ricerca di finanziamenti<br />

per la sperimentazione<br />

di progetti a più ampio<br />

respiro che favoriscano l’inserimento<br />

dei detenuti nel mondo<br />

del lavoro sfruttando le opportunità<br />

previste dalla normativa<br />

sulla cooperazione sociale. La<br />

legge, infatti, permette ad alcune<br />

categorie particolarmente<br />

svantaggiate di fare parte (come<br />

soci o come dipendenti) di imprese<br />

che per il loro carattere sociale<br />

hanno diritto a notevoli<br />

SOCIETA' / Accordo tra Regione e Amministrazione<br />

carceraria<br />

UN PROGETTO DI RECUPERO<br />

DEI DETENUTI SARDI<br />

ATTRAVERSO LA FORMAZIONE<br />

agevolazioni fiscali e contributive.<br />

In particolare, la vera scommessa<br />

della Regione e del Provveditorato<br />

è quella di rilanciare<br />

le colonie agricole di Mamone,<br />

Isili e Is Arenas. Queste, dopo<br />

essere state per anni completamente<br />

abbandonate a sé stesse,<br />

saranno valorizzate, rese produttive<br />

e gestite dalle cooperative<br />

sociali in cui, appunto, è destinata<br />

a lavorare la popolazione<br />

che attualmente dimora nelle tre<br />

case di reclusione.<br />

Un progetto ambizioso dunque,<br />

per realizzare il quale sarà<br />

necessario fare quadrato e coordinare<br />

gli interventi. In base all’accordo,<br />

l’istituto penitenziario<br />

dovrà fornire alla Regione un<br />

quadro che delinei le necessità<br />

formative dei detenuti sardi<br />

mentre l’assessorato regionale al<br />

Lavoro dovrà reperire la mappa<br />

delle cooperative sociali che<br />

operano nel settore agricolo.<br />

Anche per questi motivi la<br />

conferenza stampa che ha accompagnato<br />

la firma del protocollo<br />

d’intesa è stata lo spunto<br />

per gettare l’occhio al di là dei<br />

muri di cinta degli istituti di<br />

pena e per dare uno sguardo al<br />

complesso pianeta carcerario<br />

isolano, al centro delle polemiche<br />

in seguito alla recentissima<br />

visita della Commissione Giustizia<br />

del Senato.<br />

In <strong>Sardegna</strong> vi sono attualmente<br />

quattordici istituti penali<br />

(Alghero, Arbus-Is Arenas, Cagliari-Buoncammino,<br />

Quartucciu,<br />

Iglesias, Isili, Lanusei-San<br />

POLITICA<br />

UN CONCORSO D'IDEE<br />

PER IL NUOVO SIMBOLO<br />

DELL'UDR DI FLORIS<br />

L’UDR (l’Unione Democratica<br />

della Repubblica),<br />

il partito di centro<br />

fondato dal Presidente Emerito<br />

della Repubblica Francesco<br />

Cossiga, cambierà nome e simbolo<br />

in occasione del convegno<br />

regionale che si svolgerà<br />

entro l’anno. Lo ha annunciato<br />

il leader, l’ex presidente<br />

della Regione Mario Floris illustrando<br />

un bando di concorso<br />

per “un simbolo e un inno<br />

per i sardi” che - ha detto - sappiano<br />

interpretare i valori del<br />

sentimento nazionalitario del<br />

popolo isolano nei suoi aspetti<br />

storici, culturali, linguistici,<br />

antropologici e ambientali.<br />

Dovrà inoltre essere promossa<br />

l’identità della <strong>Sardegna</strong><br />

nella globalizzazione in modo<br />

da coniugare la sua specificità<br />

con la modernità e i processi di<br />

cambiamento che investono il<br />

mondo.<br />

Il concorso di idee servirà -<br />

ha sottolineato Floris ai giornalisti<br />

- a dare corpo visivo ed<br />

emotivo al progetto nazionalitario<br />

sardo, nuova era e dimensione<br />

dell’autonomia che finora<br />

non ha trovato una adeguata<br />

formulazione politica.<br />

Floris ha parlato del progetto<br />

nazionalitario come proposta<br />

aperta a tutti i sardi, alla<br />

società civile e ai partiti che<br />

se aderiranno dimostreranno<br />

di essere realmente indipendenti.<br />

Si tratta - ha aggiunto -<br />

di un processo culturale e politico<br />

che appartiene al sentimento<br />

di tutti i sardi, sia dei<br />

residenti che di quelli sparsi<br />

per il mondo.<br />

Il leader dell’UDR, nel rilanciare<br />

il progetto, ha auspicato<br />

un più ampio fronte nazionalistico<br />

sardo che comprenda chi<br />

la pensa come noi, di sinistra,<br />

di centro, di destra. Tutti uniti<br />

sotto la bandiera dei valori<br />

della sardità. Floris ha anche<br />

sottolineato la necessità di una<br />

concezione moderna dello<br />

di Alessandro Zorco<br />

Daniele, Lodè-Mamone-Lodè,<br />

Macomer, Nuoro, Oristano, Sassari,<br />

Sassari, Tempio Pausania)<br />

in cui dimorano complessivamente<br />

1820 detenuti. Per la<br />

maggior parte si tratta di carcerati<br />

di sesso maschile: gli uomini<br />

sono infatti 1758 contro 62 donne,<br />

per la gran parte (31) ospitate<br />

a Cagliari (le altre dimorano a<br />

Sassari, Nuoro e Oristano).<br />

I dati, che risalgono allo scorso<br />

9 settembre, segnalano però<br />

una situazione al limite della saturazione.<br />

In molti istituti la capienza<br />

regolamentare è stata<br />

ampiamente superata. Il caso<br />

lampante è quello di Buoncammino,<br />

in cui la capienza regolamentare<br />

è di 276 persone mentre<br />

il limite di tollerabilità di 403:<br />

attualmente nel carcere cagliaritano<br />

sono ospitati 410 detenuti<br />

con comprensibili problemi di<br />

spazio. A sentire chi c’è stato,<br />

infatti, mancano completamente<br />

le aree per le attività ricreative<br />

e gli impianti sportivi. Così<br />

come, purtroppo, accade in tante<br />

altre carceri isolane. Come ha<br />

sottolineato il provveditore regionale<br />

Francesco Massidda,<br />

una delle realtà più accettabili<br />

dell’intera <strong>Sardegna</strong> è il carcere<br />

di Alghero che, seppure abbia<br />

un numero di presenze superiore<br />

alla norma (160 detenuti contro<br />

i 136 regolamentari), è<br />

l’unico in cui i carcerati possono<br />

godere del “privilegio” di<br />

una doccia calda in camera.<br />

Per ovviare a questa cronica<br />

carenza di posti, le notizie dell’ultima<br />

ora parlano di due<br />

Stato nazionalitario sardo,<br />

non fondato sull’indipendentismo<br />

eroico e perdente, ma legato<br />

all’Italia, all’Europa, ai<br />

Paesi del Mediterraneo in forme<br />

nuove di partecipazione e<br />

integrazione economica e culturale.<br />

Questi principi - ha aggiunto<br />

- sono la “chiave di<br />

volta” del progetto di sviluppo<br />

fondato sulla soluzione<br />

dei problemi che hanno frenato<br />

la crescita economica dell’isola:<br />

acqua, energia, trasporti<br />

e infrastrutture. La <strong>Sardegna</strong><br />

- ha concluso l’ex Presidente<br />

della Regione - ha bisogno<br />

di una nuova stagione<br />

di lotte popolari. Tutto quello<br />

che abbiamo ottenuto in passato<br />

è stato infatti il frutto di<br />

un confronto deciso con lo<br />

Stato. Alla conferenza stampa<br />

erano presenti anche i consiglieri<br />

regionali Marco Fabrizio<br />

Tunis e Ettore Businco ed<br />

il Presidente dell’UDR Ennio<br />

Dalmasso.<br />

nuovi istituti in via di realizzazione,<br />

uno a Sassari e uno a<br />

Tempio Pausania. In particolare,<br />

nella sua recente visita nel<br />

Sassarese, il presidente della<br />

Commissione Giustizia al Senato<br />

Antonino Caruso ha annunciato<br />

l’imminente chiusura<br />

della Casa circondariale di<br />

Tempio (41 posti) e l’edificazione,<br />

alla periferia del centro<br />

gallurese, di un carcere di sicurezza<br />

destinato ai detenuti speciali,<br />

i cosiddetti 41 bis.<br />

Tornando alla conferenza<br />

stampa dell’11 settembre, il<br />

provveditore Massidda, pur<br />

non tacendo le molteplici difficoltà<br />

legate soprattutto al limitato<br />

numero di direttori impiegati<br />

stabilmente negli istituti<br />

(negli ultimi anni nel carcere di<br />

Nuoro si sono temporaneamente<br />

avvicendati ben quattordici<br />

direttori) ha evidenziato la disponibilità<br />

della Regione sarda<br />

nel risolvere i problemi del sistema<br />

carcerario isolano, specificando<br />

come lo scopo del<br />

progetto di formazione professionale<br />

sia quello di ottimizzare<br />

i pochi spazi a disposizione<br />

dei detenuti e consentire eventuali<br />

spostamenti da un carcere<br />

all’altro per completare i percorsi<br />

formativi.<br />

Il provveditore, in particolare,<br />

si è detto soddisfatto per la<br />

recente apertura da parte dell’assessorato<br />

regionale alla Sanità<br />

che nei mesi scorsi ha garantito<br />

la fornitura dei medicinali<br />

e l’assistenza sanitaria negli<br />

istituti penali sardi.<br />

I corsi di formazione professionale<br />

previsti dal protocollo<br />

d’intesa saranno finanziati con<br />

i fondi comunitari del Programma<br />

operativo plurifondo (Por)<br />

<strong>Sardegna</strong> 2000-2006. Il progetto,<br />

approvato dalla Giunta e ora<br />

al vaglio dell’ottava Commissione<br />

del Consilio regionale,<br />

stanzia esattamente 1.898 mila<br />

euro (circa 3miliardi e 600 milioni<br />

di vecchie lire) per l’organizzazione<br />

di 15 corsi di formazione<br />

destinati a 150 detenuti.<br />

«Pur essendo meno del 10<br />

per cento», ha assicurato l’assessore<br />

Luridiana, «150 detenuti<br />

sono sicuramente una<br />

quota rappresentativa dell’intera<br />

popolazione carceraria<br />

isolana».<br />

Quasi un miliardo di vecchie<br />

lire, esattamente 821 mila euro,<br />

saranno invece destinati ai corsi<br />

di formazione per i 25 minori<br />

detenuti nel carcere di Quartucciu,<br />

i quali – ha puntualizzato<br />

Pepe Deiala, consulente dell’assessore<br />

Luridiana – effettueranno<br />

inizialmente un percorso formativo<br />

all’interno del carcere e<br />

poi saranno accompagnati per<br />

mano in un percorso lavorativo<br />

all’esterno dell’istituto.<br />

L’avvio del progetto, ha assicurato<br />

l’assessore Luridiana, è<br />

imminente ed ora si aspetta<br />

solo l’esito del bando di gara.<br />

D’altronde, la somma destinata<br />

dal Por <strong>Sardegna</strong> 2000-2006<br />

alla formazione dei detenuti è<br />

più o meno in linea con la programmazione<br />

del Pop 1994/<br />

1999. Nel quinquennio precedente,<br />

infatti, erano stati finanziati<br />

complessivamente 94<br />

corsi di formazione rivolti a<br />

1060 utenti, tra carcerati ospiti<br />

degli istituti penitenziari sardi<br />

e tossicodipendenti che avevano<br />

in corso un trattamento di<br />

recupero presso le comunità terapeutiche<br />

dell’isola.<br />

Oggi, tuttavia, l’intervento<br />

sarà più capillare e, nelle intenzioni<br />

degli amministratori,<br />

consentirà di dare risposte più<br />

efficaci ai detenuti sardi.


IL MESSAGGERO SARDO 9<br />

OTTOBRE 2002<br />

Messaggi forti sono stati lanciati<br />

da parte del leader dei Riformatori<br />

sardi, Massimo Fantola, al<br />

Congresso del partito (questo è il<br />

terzo) che si è tenuto al Tanka<br />

Village di Villasimius a fine settembre:<br />

“O si cambia rotta o non si<br />

va avanti” ha detto perentorio<br />

agli alleati della coalizione di<br />

centro destra che governa la Regione.<br />

“Una coalizione - ha aggiunto<br />

Fantola - che non è stata<br />

finora sufficientemente all’altezza<br />

delle aspettative, troppo distratta<br />

dai riti dalla vecchia politica<br />

(una verifica che non finisce<br />

mai!), e caratterizzata da personalismi<br />

esasperati, incapace di farla<br />

finita con l’assistenzialismo e soprattutto<br />

di avere una linea guida<br />

capace di rompere la ragnatela<br />

della conservazione”. “È arrivato<br />

il momento - ha detto Fantola - di<br />

buttare il cuore oltre l’ostacolo e<br />

di realizzare i programmi che abbiamo<br />

scritto”.<br />

E tra gli impegni assunti, secondo<br />

il leader dei Riformatori<br />

sardi, prioritario è quello della<br />

Costituente: “L’unica, vera, grande<br />

idea politica degli ultimi anni<br />

nell’Isola”.<br />

“Senza Costituente - ha ribadito<br />

il leader dei Riformisti sardi -<br />

non c’è coalizione. Siamo e rimaniamo<br />

fedeli all’alleanza di centro<br />

destra e alla Giunta di Mauro<br />

Pili - ha confermato - e siamo alternativi<br />

alla sinistra, ma se la destra<br />

non fa di più e la Costituente<br />

non passa, non ci sarà più maggioranza.<br />

Le forze politiche che hanno<br />

appoggiato la Costituente<br />

hanno il dovere della coerenza e<br />

della lealtà, e se il Parlamento non<br />

farà la sua parte - ha concluso Fantola<br />

- saremo noi, qui in <strong>Sardegna</strong><br />

ad Istituire l’Assemblea Costituente”.<br />

Dell’urgenza delle riforme ha<br />

parlato anche il deputato dei riformatori<br />

Michele Cossa, il quale<br />

ha denunciato le inefficienze della<br />

Pubblica Amministrazione che<br />

si ritorcono inevitabilmente sui<br />

più deboli.<br />

L’Assessore regionale al Turismo,<br />

Roberto Frongia, ha lanciato<br />

cinque grandi sfide per la <strong>Sardegna</strong><br />

del futuro: un piano della<br />

portualità, la valorizzazione del<br />

golf, l’autodromo, cinque grandi<br />

eventi internazionali da portare<br />

nell’Isola, e la formazione dei<br />

menager del Turismo.<br />

Il capogruppo al Consiglio regionale,<br />

Pier Paolo Vargiu, ha ribadito<br />

la lealtà alla Casa delle Libertà,<br />

“ma - ha detto - deve essere<br />

molto chiaro che lealtà non significa<br />

appiattimento al centro<br />

destra isolano che invece deve incarnare<br />

la forza del cambiamento,<br />

un cambiamento che i sardi chiedono<br />

a gran voce”.<br />

Il consigliere regionale Sergio<br />

Pisanu ha parlato della proposta<br />

di legge perché ci sia una rappresentanza<br />

del mondo dell’ emigrazione<br />

in Consiglio Regionale,<br />

mentre l’assessore del Lavoro<br />

Matteo Luridiana ha illustrato i<br />

notevoli passa avanti che il mondo<br />

dell’emigrazione ha fatto e ha<br />

sostenuto come esso sia un punto<br />

di riferimento in Europa e nel<br />

Mondo per lo sviluppo culturale,<br />

sociale ed economico della <strong>Sardegna</strong>.<br />

A chiusura del Congresso l’intervento<br />

di Mario Segni, leader<br />

storico dei Riformatori, il quale ha<br />

apprezzato l’iniziativa dei Riformatori<br />

sardi di proporsi come forza<br />

politica “liberale” alternativa alla<br />

sinistra, che sia diversa da quella<br />

portata avanti da Forza Italia.<br />

“C’è bisogno di noi in Italia - ha<br />

detto Mario Segni - e questa fiammella<br />

deve accendersi anche nel<br />

Paese”. Segni ha poi criticato Silvio<br />

Berlusconi (“il premier - ha<br />

POLITICA REGIONALE / Dal congresso di Villasimius<br />

I RIFORMATORI SARDI<br />

SOLLECITANO IL RILANCIO<br />

DELLE RIFORME ISTITUZIONALI<br />

detto - non mi convincerà che la<br />

battaglia contro il duopolio televisivo<br />

è una battaglia di sinistra”)<br />

e il leghista Umberto Bossi (“è dichiaratamente<br />

un antieuropeista”).<br />

“I Riformatori - ha ribadito<br />

Segni - non sono nella Casa delle<br />

Libertà. Ssiamo una cosa diversa,<br />

anche perché a dividerci ci sono<br />

due questioni di fondo, l’informazione,<br />

appunto, e la giustizia.<br />

E poi - ha aggiunto - il Governo<br />

non ha fatto tutto quello che doveva<br />

fare per far valere il principio<br />

dell’insularità, nei documenti italiani<br />

la questione dell’insularità è<br />

appena accennata. È arrivato il<br />

momento di scendere in campo.<br />

Quello del riconoscimento della<br />

questione dell’insularità è uno<br />

dei nostri obiettivi prioritari - ha<br />

concluso – e per realizzarlo andremo<br />

avanti anche a costo di<br />

mettere le tende a Roma!”.<br />

Al congresso dei Riformatori<br />

hanno partecipato in rappresentanza<br />

dell’ emigrazione organizzata,<br />

invitati dall’Assessore Luridiana,<br />

i presidenti delle Federazioni:<br />

Domenico Scala, della<br />

Svizzera, Mario Agus, Presidente<br />

dell’ Olanda, Francesco Laconi,<br />

POLITICA<br />

NASCE TRA LE POLEMICHE<br />

L'AGENZIA REGIONALE<br />

DI PROTEZIONE AMBIENTALE<br />

Sarà l’attuale direttore generale<br />

della Sanità Antonello<br />

Usai a guidare,<br />

come commissario straordinario,<br />

l’Agenzia regionale per la<br />

protezione dell’ambiente<br />

(ARPA) istituita con un’ordinanza<br />

dal presidente della Regione<br />

Mauro Pili che ha esercitato<br />

i poteri straordinari conferitigli<br />

dal Presidente del<br />

Consiglio Silvio Berlusconi. I<br />

poteri straordinari sono stati<br />

concessi in quanto la <strong>Sardegna</strong><br />

era l’unica regione dove, in<br />

assenza dell’apposita Legge,<br />

l’Agenzia non è ancora operativa.<br />

La gestione commissariale di<br />

Usai, che andrà in aspettativa<br />

dall’attuale incarico, non ha una<br />

durata predefinita. Spetterà alla<br />

Giunta nominare il direttore generale<br />

che in base all’ordinanza<br />

firmata da Pili reggerà l’Agenzia,<br />

a meno che nel frattempo il<br />

Consiglio regionale non approvi<br />

la legge istitutiva dell’Arpa,<br />

all’ordine del giorno.<br />

L’Agenzia doveva essere<br />

istituita otto anni fa, 180 giorni<br />

dopo l’entrata in vigore della<br />

legge nazionale n.61 del<br />

1994 istitutiva dell’Agenzia<br />

nazionale per la protezione<br />

dell’ambiente. L’ordinanza<br />

Berlusconi, che arriva (di fatto<br />

integrandola) dopo quella firmata<br />

il 12 aprile scorso dall’allora<br />

ministro dell’Interno<br />

Scajola per attribuire poteri<br />

straordinari a Pili in materia di<br />

gestione delle acque per attuare<br />

la legge Galli istituendo<br />

l’Autorita’ d’ambito, consente<br />

al Commissario anche di accedere<br />

a risorse stanziate per le<br />

aree depresse in deroga alle<br />

procedure previste dalle deliberazioni<br />

del Cipe (Comitato<br />

Interministeriale per la Programmazione<br />

Economica).<br />

Autorizza inoltre Pili a stipulare<br />

10 contratti di lavoro a tempo<br />

determinato per l’assunzione<br />

di personale tecnico e/o<br />

amministrativo.<br />

È “un testo ottimale”, secondo<br />

Pili e gli assessori all’Ambiente<br />

Emilio Pani e alla<br />

Sanità Giorgio Oppi, quello<br />

definito dopo lunghe trattative<br />

con il Ministero dell’Economia<br />

per cercare di far rientrare<br />

la <strong>Sardegna</strong> nella premialità<br />

dei fondi comunitari di sostegno.<br />

Rappresenta una sintesi<br />

della proposta di partenza<br />

della Giunta regionale e del<br />

testo esitato dalla Commissione<br />

consiliare.<br />

L’ARPA ha compiti in materia<br />

di tutela, controllo, recupero<br />

dell’ambiente, prevenzione<br />

e promozione della salute<br />

pubblica, attraverso l’utilizzo<br />

integrato e coordinato delle<br />

risorse e la rimozione dei fattori<br />

di rischio. La competenza<br />

della Francia, Telemaco Bundone,<br />

della Germania, Sandro Mameli<br />

del Belgio, e Filippo Soggiu,<br />

Presidente onorario della<br />

FASI la Federazione dei Circoli<br />

sardi in Italia, i quali hanno portato<br />

i saluti delle loro comunità, lasciando<br />

poi il compito a Domenico<br />

Scala, che è anche vice Presidente<br />

vicario della Consulta Regionale<br />

dell’Emigrazione, di<br />

svolgere un intervento unitario a<br />

nome delle Federazioni dei Circoli<br />

sardi nel mondo.<br />

Scala ha subito affrontato le tematiche<br />

di fondo che interessano<br />

il mondo dell’Emigrazione.<br />

“In questo mio intervento - ha<br />

esordito - mi propongo di correggere,<br />

o perlomeno tentare di correggere,<br />

il pensiero che l’opinione<br />

pubblica sarda ha degli emigrati<br />

sardi e delle loro organizzazioni,<br />

e di esprimere un giudizio su<br />

due iniziative dei Riformatori<br />

Sardi che sono state apprezzate<br />

dai Sardi fuori <strong>Sardegna</strong>: la Costituente<br />

per la revisione dello Statuto<br />

e l’elezione di una rappresentanza<br />

degli emigrati nel Consiglio<br />

Regionale della <strong>Sardegna</strong>.<br />

“È ormai tempo che siano denunciate<br />

e sfatate tutte quelle leggende<br />

e stereotipi, artatamente e lungamente<br />

propagandati, sull’emigrazione<br />

sarda ancora strettamente<br />

avvinta alla valigia di cartone<br />

legata con spago consumato, afflitta<br />

da un perenne mal di nostalgia<br />

per la terra madre e matrigna.<br />

Gli emigrati sardi hanno maturato<br />

esperienze importanti nel mondo<br />

della produzione, delle professioni,<br />

hanno raggiunto posizioni di<br />

prestigio in ambito sociale, politico<br />

e culturale nei luoghi di residenza.<br />

Le nuove generazioni dei<br />

sardi fuori <strong>Sardegna</strong> hanno studiato,<br />

conseguito titoli di studio<br />

accademici (lauree e dottorati) e<br />

sono oggi imprenditori, professionisti,<br />

docenti universitari perfettamente<br />

inseriti nei contesti<br />

sociali dei luoghi di residenza.<br />

Siamo oggi tutti convinti e desiderosi<br />

di poter operare, congiuntamente<br />

con i sardi residenti, per<br />

promuovere e conseguire lo sviluppo<br />

dell’Isola e raggiungere un<br />

maggior benessere. Offriamo questa<br />

totale disponibilità al popolo<br />

sardo e attendiamo che ci vengano<br />

riconosciuti gli strumenti per<br />

poter lavorare insieme”.<br />

dell’Agenzia si estende a acqua,<br />

aria (compreso inquinamento<br />

acustico ed elettromagnetico),<br />

suolo, rifiuti, radioattività<br />

e rischi di incidenti rilevanti<br />

connessi con determinate<br />

attività industriali. Ogni<br />

anno la Giunta dovrà approvare<br />

gli indirizzi strategici da<br />

sottoporre poi al futuro direttore<br />

generale che istituisce e<br />

presiede un comitato tecnico.<br />

Altro organo dell’Arpa è il<br />

collegio dei revisori, composto<br />

da tre membri e nominato<br />

con decreto del presidente della<br />

Regione previa deliberazione<br />

della Giunta su proposta<br />

degli assessori alla Sanità e all’Ambiente.<br />

Nella fase di avvio<br />

sarà il presidente Pili a a<br />

nominare direttamente il collegio<br />

entro 30 giorni come<br />

prevede l’ordinanza istitutiva.<br />

L’Agenzia opera attraverso<br />

una struttura centrale regionale<br />

e dipartimenti locali di ambito<br />

provinciale. Per ora l’Arpa<br />

svolgerà l’attivita’ in base a un<br />

programma valido fino al 31<br />

dicembre 2003, scadenza della<br />

gestione commissariale scattata<br />

nel dicembre 2001 con la<br />

proclamazione dello stato di<br />

emergenza idrica in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Con la nascita dell’Agenzia<br />

vengono provvisoriamente<br />

soppressi i presidi Multizonali<br />

di prevenzione (Pmp).<br />

Scala ha quindi affrontato il<br />

rapporto burocratico con le Istituzioni<br />

e in particolare con la Regione.<br />

“Un rapporto ormai datato<br />

e superato dagli eventi - ha sottolineato<br />

- un rapporto che si è instaurato<br />

sulla base delle leggi 10/<br />

65 e 7/91, e che si è sviluppato<br />

esclusivamente in un’ottica assistenziale<br />

e clientelare. Chiediamo<br />

pertanto che si provveda con<br />

sollecitudine ad una revisione<br />

della legge 7/91, prendendo atto<br />

dei cambiamenti intervenuti e<br />

degli sviluppi prevedibili a breve<br />

e medio termine. Chiediamo, nel<br />

quadro della programmazione regionale<br />

e delle compatibilità economiche<br />

e finanziarie, tenuto<br />

conto della capacità di autogoverno<br />

del mondo dell’emigrazione<br />

sopra ricordata, che la gestione del<br />

raccordo tra <strong>Sardegna</strong> e emigrati<br />

sardi venga affidata in toto agli<br />

emigrati. Ciò avrebbe tra l’altro la<br />

funzione di riconoscere e ulteriormente<br />

promuovere l’associazionismo<br />

sardo sia in termini qualitativi<br />

che quantitativi, con evidenti vantaggi<br />

per la propria capacità di rappresentanza<br />

degli interessi della<br />

<strong>Sardegna</strong> in contesti economici e<br />

sociali evoluti”.<br />

Soffermandosi sulla questione<br />

delle riforme Scala ha ricordato<br />

che la proposta di varo di una Assemblea<br />

Costituente, è stata salutata<br />

positivamente dal mondo<br />

dell’emigrazione come un esplicito<br />

atto del popolo sardo di voler<br />

riscrivere la propria Carta Statutaria.<br />

“Purtroppo - ha lamentato il<br />

rappresentante degli Emigrati -<br />

gli avvenimenti degli ultimi giorni<br />

nel Parlamento Italiano, con<br />

l’esclusione della questione dell’Assemblea<br />

Costituente dal calendario<br />

dei lavori della Commissione<br />

Affari Costituzionali su iniziativa<br />

di parlamentari sardi, è la<br />

prova della debolezza della classe<br />

politica sarda, della incapacità<br />

di capire che esistono momenti<br />

nella vita politica di un popolo in<br />

cui gli interessi supremi di quel<br />

popolo e la sua dignità prevalgono<br />

su qualsiasi interesse di parte.<br />

Il mondo dell’Emigrazione continuerà<br />

in ogni caso a rivendicare e<br />

sostenere il varo della Costituente<br />

- ha detto Scala - e chiederà che<br />

una sua delegazione faccia parte<br />

dell’Assemblea Costituente e che<br />

il nuovo Statuto sancisca il principio<br />

dell’unitarietà del popolo sardo,<br />

sia quello residente nell’Isola<br />

che quello fuori, con uguaglianza<br />

di diritti e doveri e di accesso al<br />

governo della <strong>Sardegna</strong> in tutte le<br />

sue articolazioni.”<br />

“C’è però un altro e decisivo<br />

passo che deve essere fatto affinché<br />

gli emigrati siano messi nelle<br />

condizioni di poter condividere<br />

con i Sardi residenti scelte e strategie<br />

per un futuro migliore - ha detto<br />

ancora Scala - ed è la presenza<br />

in Consiglio Regionale di una<br />

rappresentanza degli emigrati. E’<br />

stato pertanto accolto con estremo<br />

favore il disegno di legge, di<br />

iniziativa dei Riformatori Sardi”.<br />

“Le nostre braccia di uomini e<br />

donne emigrate – ha concluso<br />

Scala - hanno arricchito l` Italia ,<br />

il mondo, ma arricchiscono ancora<br />

la <strong>Sardegna</strong>, ne hanno ancora<br />

tutti bisogno, soprattutto la nostra<br />

Isola. Spetta pertanto a questo<br />

Congresso approvare una linea<br />

politica che tenga conto di questa<br />

grande riserva di energie, di intelligenze,<br />

di competenze, di esperienze<br />

espresse dal mondo dell’emigrazione.<br />

Con una sola riserva:<br />

le sole parole, per quanto lusinghiere,<br />

accattivanti ed elogiative<br />

non sono più sufficienti. Ci<br />

vogliono atti e fatti concreti e<br />

possibilmente in tempi ravvicinati”.<br />

A.D.C.


IL MESSAGGERO SARDO 10<br />

OTTOBRE 2002<br />

La vecchia chimica, quella<br />

di Stato o collegata ad<br />

essa è morta. Al suo fianco<br />

vive la chimica privata, legata<br />

più al profitto che alla politica.<br />

Tutt’intorno un panorama<br />

che doveva tornare a vivere<br />

con ingenti sostegni pubblici,<br />

ma che a dir poco stenta a<br />

decollare. L’industria, nell’area<br />

di Ottana, non c’è, e<br />

quando c’è fa salti mortali per<br />

sopravvivere. Del resto non ci<br />

si poteva aspettare alcun miracolo<br />

da un’area al centro della<br />

<strong>Sardegna</strong>, non direttamente<br />

servita dalla ferrovie,isolata<br />

nell’isola, con servizi mai nati<br />

e che ancora adesso stentano a<br />

decollare. La storia, quella<br />

quasi recente, si intreccia con<br />

il presente. Allora, erano gli<br />

anni Settanta, Ottana diventò<br />

per più di un anno il terreno di<br />

scontro della battaglia tra Sir<br />

ed Eni, con progetti fantasmagorici<br />

che si rincorrevano per<br />

strappare quanti pi— contributi<br />

possibile. Poi l’accordo<br />

tra i giganti (dai piedi d’argilla)<br />

della chimica, e la divisione<br />

dei ruoli. A Ottana sbarcò<br />

l’Eni, che diede via a un polo<br />

chimico dove le lavorazioni<br />

principali erano le fibre. Migliaia<br />

di persone varcarono i<br />

cancelli della fabbrica, nacque<br />

per la prima volta la figura dell’operaio<br />

industriale anche in<br />

provincia di Nuoro. Un mondo<br />

venne sconvolto, e con esse<br />

antiche consuetudini e perenni<br />

garanzie. La crisi della chimica,<br />

e del mercato delle fibre,<br />

oltre a un oggettivo sovradimensionamento<br />

(ai fini di una<br />

ricerca spasmodica del consenso),<br />

della manodopera, portò<br />

all’ingresso per anni, a Ottana<br />

dell’istituto della cassa integrazione,<br />

che accompagnò le<br />

stagioni della chimica, e dell’indotto,<br />

che naturalmente<br />

crebbe a fianco delle ciminiere.<br />

Il sistema impresa, a Ottana,<br />

e nella <strong>Sardegna</strong> centrale, non<br />

subì però importanti modifiche.<br />

I trasporti, la loro assenza<br />

e gli handicap che chiunque<br />

volesse produrre in quella valle<br />

doveva affrontare, rimasero<br />

e rimangono la vera palla al<br />

piede. Anche oggi i costi però<br />

uscire dalla <strong>Sardegna</strong> sono elevatissimi:<br />

un dato su tutti. Un<br />

container, non importa il suo<br />

contenuto, da Ottana a Livorno<br />

o Genova costa quanto lo<br />

stesso container, dagli scali<br />

della penisola a Hong-Kong.<br />

Con queste premesse essere<br />

concorrenziali, nel nuorese è<br />

più che un sogno.<br />

La storia degli anni<br />

recenti,únon ha visto però solo<br />

la lenta moria della chimica di<br />

Stato, ma anche l’affacciarsi di<br />

altre società chimiche e non<br />

che a poco a poco hanno rilevato<br />

le produzioni abbandonate<br />

da Enichem.Tra tutte la<br />

Montefibre del gruppo Orlandi,<br />

e la Inca del gruppo americano<br />

della Dow Chemical. A<br />

queste, da ultima la Aes, multinazionale<br />

dell’energia statunitense<br />

che ha acquistato la centrale<br />

elettrica dello stabilimento<br />

proprio da Enichem. La<br />

scomparsa della chimica pubblica,<br />

e la riduzione ai minimi<br />

termini degli addetti,non potevano<br />

però essere compensate<br />

solo dai nuovi soggetti privati,<br />

che non a caso hanno acquistato,<br />

con personale ridotto all’osso<br />

e per quattro soldi, impianti<br />

tecnologicamente non<br />

certo scadenti.<br />

Ci voleva qualcos’altro per<br />

dare speranza alla <strong>Sardegna</strong><br />

centrale, per non far disperdere<br />

INDUSTRIA<br />

Con il ritiro<br />

dell'intervento<br />

pubblico fallito il<br />

tentativo di far<br />

decollare il<br />

comparto.<br />

Stentato avvio<br />

delle nuove<br />

imprese<br />

LA CHIMICA CHIUDE:<br />

CIMINIERE SPENTE<br />

NELLA PIANA DI OTTANA<br />

un patrimonio di professionalità<br />

conquistato con fatica in<br />

tanti anni e per tornare, o meglio,<br />

per iniziare a produr<br />

re ricchezza. Il sistema utilizzato<br />

a OttaÄna, ma anche in<br />

decine di altre piccole e medie<br />

realtà del centro-sud, con maggiore<br />

fortuna, a dire il vero, era<br />

quello del contratto d’area. In<br />

sostanza si decise di utilizzare<br />

anche le agevolazioni dello<br />

Stato, a cui si sarebbero sommate<br />

quelle locali e regionali,<br />

questa volta concesse sulla<br />

base di progetti seri e selezionati<br />

in grado di attivare un arcipelago<br />

di piccole e medie<br />

imprese. Insomma, la via della<br />

cosiddetta programmazione<br />

negoziata. I primi a credere nel<br />

nuovo progetto furono le parti<br />

sociali. Sindacati e industriali<br />

sotterrarono l’ascia di guerra e<br />

cominciarono insieme a creare<br />

una nuova cultura del lavoro.<br />

A Roma trovarono interlocutori<br />

disponibili sul piano politico<br />

e operativo. La nuova geografia<br />

produttiva della <strong>Sardegna</strong><br />

centrale, disegnata dall’associazione<br />

industriali e da<br />

Cgil, Cisl e Uil, promotori e<br />

sostenitori sin da subito del<br />

contratto d’area, venneúsottoposta<br />

all’esame della task force<br />

governativa per l’occupazione.<br />

La procedura venne attivata<br />

nel luglio del 1997.<br />

Qualche mese prima, l’Enichem<br />

aveva annunciato la<br />

chiusura del fiocco-poliestere.<br />

Occorreva fare in fretta per non<br />

perdere il treno verso una nuova<br />

primavera industriale. Nell’agosto<br />

1997 venne costituita<br />

una società di gestione, la Ottana-sviluppo<br />

con il difficile<br />

compito, lo si capirà solo<br />

dopo, di far dialogare soggetti<br />

pubblici e privati e di accelerare<br />

i tempi per la nascita di nuove<br />

iniziative. Partì la ricerca di<br />

nuovi imprenditori anche fuori<br />

dall’Isola. Il 15 maggio del<br />

1998 il contratto d’ area venne<br />

firmato a palazzo Chigi dall’allora<br />

vice presidente del consiglio,<br />

Walter Veltroni,údai sindacati<br />

nuoresi, dagli imprenditori<br />

e dai comuni di Ottana e<br />

Bolotana. Nel pacchetto, oltre<br />

ai protocolli sulla flessibilità<br />

del costo del lavoro, (argomento<br />

chiave per attirare imprese)<br />

sulla procedura amministrativa<br />

(semplificata per non morire di<br />

burocrazia) e sulla sicurezza,<br />

(con un impegno del ministero<br />

degli interni che dotandosi di<br />

nuove tecnologie avrebbe<br />

monitorato l’intera area) c’erano<br />

62 progetti per 907 miliardi<br />

di investimenti e un’occupazione<br />

di tre mila e 500 addetti.<br />

Il compito di curarne l’istruttoria<br />

venne affidato a una autorevole<br />

società privata l’esame<br />

venne superato da 29 iniziative,<br />

per 343 miliardi di investimenti<br />

e 1184 addetti.<br />

Quasi il 50 per cento dei progetti<br />

ottenne il via libera ai finanziamenti<br />

agevolati del primo<br />

protocollo aggiuntivo.<br />

Oggi il contratto è nelle mani<br />

degli imprenditori e si vedono<br />

finalmente i primi passi, ma<br />

di Giuseppe Centore<br />

non tutto va bene. I problemi<br />

sono gli stessi, e si chiamano<br />

ritardi nell’allacciamento della<br />

corrente, e del telefono, assenza<br />

di strade, acqua col contagocce,<br />

fognature un miraggio,<br />

accesso al credito quasi<br />

impossibile, burocrazia che<br />

continua ad essere una croce<br />

più che una delizia. Si sta proponendo<br />

anche il secondo protocollo<br />

aggiuntivo, ma se le 29<br />

imprese del primo protocollo<br />

non sono operanti _ dicono diversi<br />

imprenditori _ non si possono<br />

chiedere altri finanziamenti.<br />

Le altre imprese non<br />

sono a regime per loro responsabilità,<br />

ma per ritardi oggettivi.<br />

Il vecchio tramonta a ritmi<br />

sostenuti, del nuovo non c’è<br />

quasi traccia. Lo scorso anno<br />

la centrale termoelettrica è stata<br />

ceduta alla multinazionale<br />

americana Aes, che ha preso in<br />

carico a Ottana 170 dipendenti.<br />

Anche il deposito costiero<br />

di Santa Giusta è stato ceduto<br />

alla societ… Sedem.úDei comparti<br />

produttivi, diúcui un<br />

tempo aveva il monopolio,<br />

nulla è rimasto nelle mani di<br />

Enichem. Oggi lo stabilimento<br />

è polverizzato in cinque<br />

aziende indipendenti fra loro.<br />

Rimangono in carico a Enichem<br />

ancora 200 lavoratori<br />

addetti alla manutenzione e ai<br />

servizi tecnici, amministrativi,<br />

generali e logistici. Per la società<br />

dell’Eni, liberarsi di questi<br />

è solo questione di tempo.<br />

La metà è già in cassa integrazione,<br />

poi arriverà la mobilità<br />

e poi, per i fortunati una leggera<br />

pensione o il nulla.<br />

Ma la cassa integrazione<br />

non colpisce solo i lavoratori<br />

dell’Enichem, ma anche quelli<br />

delle altre società chimiche,<br />

come la Montefibre, dove a<br />

ogni stornir di mercato (debole<br />

e molto competitivo, visto<br />

che le fibre nuoresi vanno nell’estremo<br />

oriente) la metà del<br />

personale va a casa, e persino<br />

le nuove attività nate pochi<br />

mesi fa, come la Ecoplast, una<br />

azienda di riciclaggio di materie<br />

plastiche, e poi la Plasteco.<br />

Queste due società fanno parte<br />

di un consorzio che avrebbe<br />

dovuto garantire a regime 112<br />

posti di lavoro per 23 milioni<br />

di euro di investimento. Ecoplast<br />

nasce ai primi del 2001,<br />

ma a fine anno gli stipendi non<br />

arrivano, per tre mesi di fila. In<br />

cambio, per 18 dei 112 operai<br />

arriva la cassa integrazione,<br />

per quattro mesi.<br />

Adesso è tempo di ripensare<br />

all’utilità e al senso delle intese<br />

siglate pochi anni fa. Da un<br />

lato l’Enichem, ha continuato<br />

in una strategica e ordinata riduzione<br />

di produzioni e personale<br />

(mille persone in meno in<br />

dieci anni, delle quali solo la<br />

metà riassorbite dalle altre iniziative);<br />

a nulla sono servite le<br />

sue promesse di investimenti<br />

in ambiente e sicurezza. Ottana<br />

è una piccola-grande pattumiera<br />

chimica, dove chi ha fatto<br />

danni e creato illusioni va<br />

via senza pagare alcun pegno.<br />

Dall’altro c’è l’inconsistenza,<br />

progettuale, se non culturale di<br />

un piano di reindustrializzazione<br />

che partendo dalla coda voleva<br />

far nascere un tessuto di<br />

piccole e medie imprese in una<br />

zona dove la cultura d’impresa<br />

è scarsa e dove manca quasi<br />

tutto. In mezzo un’area di centomila<br />

abitanti, sparpagliati in<br />

una trentina di comuni dove<br />

anche l’agricoltura stenta a<br />

conquistare nuovi mercati, e<br />

dove la sussistenza sembra<br />

l’unica strada percorribile.<br />

Ottana, una metafora della<br />

<strong>Sardegna</strong>, o del nuorese, non<br />

intende però arrendersi. Le imprese,<br />

che hanno avuto finanziamenti<br />

interessanti e che<br />

credevano nel progetto della<br />

<strong>Sardegna</strong> centrale, continuano<br />

a lavorare per creare sviluppo<br />

anche in quell’area. Hanno<br />

però bisogno di un sostegno<br />

doppio; non solo quello dei<br />

lavoratori, disposti anche a<br />

fare i salti mortali per non morire,<br />

ma anche quello di tutte<br />

le istituzioni. Non basta firmare<br />

un protocollo, e concedere<br />

dei finanziamenti per far decollare<br />

un’area industriale.<br />

Non basta promettere di accelerare<br />

le pratiche burocratiche<br />

se poi le linee telefoniche sono<br />

un miraggio. Non serve, se non a<br />

racimolare voti, assumere i giovani,<br />

se poi le produzioni sono<br />

fuori mercato. A Ottana si sta<br />

facendo tutto questo, ma quell’area<br />

industriale rimane forse la<br />

cenerentola rispetto a tutte le<br />

zone simili dell’isola. Questa<br />

volta la colpa non è di Enichem,<br />

nè del destino cinico e baro, ma<br />

di uomini, con nomi e cognomi,<br />

spesso sardi, che non hanno creduto<br />

sino in fondo ad una legge<br />

banale. E’ l’impresa che crea ricchezza,<br />

non i finanziamenti<br />

pubblici. Senza questa, qualsiasi<br />

cifra spesa è inutile. E per attirare<br />

imprenditori, nel centro<br />

<strong>Sardegna</strong> bisogna avere le carte<br />

in regola e offrire più di quelle<br />

che promettono, e danno, le<br />

altre aree industriali del Mezzogiorno.


IL MESSAGGERO SARDO 11<br />

OTTOBRE 2002<br />

Il mondo del volontariato<br />

sardo alza la voce, pretendendo<br />

il sacrosanto rispetto<br />

dei diritti da parte delle istituzioni.<br />

“Non vogliamo privilegi,<br />

solo il riconoscimento<br />

del lavoro di migliaia di persone<br />

a favore di chi soffre o è<br />

in condizioni svantaggiate”,<br />

ha tuonato Giampiero Farru,<br />

direttore del Centro di servizi<br />

‘<strong>Sardegna</strong> Solidale’, dal palco<br />

della prima Conferenza regionale<br />

del volontariato.<br />

L’appuntamento celebrato<br />

alla Fiera di Cagliari lo scorso<br />

21 settembre, ha registrato la<br />

presenza di mille delegati in<br />

rappresentanza delle 1.401 associazioni<br />

che operano nell’Isola:<br />

648 in provincia di<br />

Cagliari, 371 nel Sassarese,<br />

234 nel Nuorese e 148 in provincia<br />

di Oristano. Numeri importanti:<br />

sono 40 mila i volontari<br />

attivi, che diventano 100<br />

mila con quelli saltuari. “Ottocento<br />

delle associazioni iscritte<br />

all’Albo operano nei 22<br />

maggiori Comuni della <strong>Sardegna</strong><br />

– spiega Farru – che è la<br />

terza regione in Italia per numero<br />

di realtà operative in rapporto<br />

alla popolazione, dopo<br />

Valle d’Aosta e Toscana. Tutte<br />

e 1.400 sono impegnate per<br />

fare dell’Isola una terra di solidarietà,<br />

legalità e giustizia”.<br />

Forte dei numeri e del grande<br />

lavoro svolto dai volontari<br />

dal secondo Dopoguerra ad<br />

oggi, con un particolare incremento<br />

di iniziative negli ultimi<br />

25 anni, Farru si è lamentato<br />

della “colpevole assenza<br />

del presidente della Regione,<br />

Mauro Pili, o di un suo rappresentante”.<br />

Un disappunto sottolineato<br />

dai fischi dell’uditorio,<br />

per giunta alla presenza<br />

del Sottosegretario del Welfare,<br />

la senatrice Grazia Sestini.<br />

Il problema è che “Pili, per legge<br />

(in quanto presidente della<br />

Giunta regionale, ndr) presiede<br />

l’Osservatorio regionale del<br />

volontariato, ma non lo ha mai<br />

convocato. E i fondi per le attività<br />

restano bloccati”, sottolinea<br />

Farru.<br />

Applausi calorosi, invece,<br />

per l’ex presidente della Regione,<br />

Federico Palomba: nessuno<br />

ha dimenticato che fu lui,<br />

nel 1994, a promuovere la prima<br />

delle tre assemblee regionali<br />

del volontariato e due Osservatori,<br />

dando un forte impulso<br />

al settore. Non è una<br />

questione politica: le associazioni<br />

di volontariato, e soprattutto<br />

i loro assistiti, non possono<br />

pensare in questa chiave<br />

e non vogliono neppure cadere<br />

nella trappola vischiosa della<br />

logica di mercato, come in<br />

tanti hanno sottolineato nei<br />

loro interventi. “Ma il mio impegno<br />

– sottolinea Palomba –<br />

è sempre stato limpido ed è<br />

frutto della cultura di governo<br />

del Centrosinistra. La prima<br />

assemblea regionale fu pure il<br />

primo atto politico della<br />

Giunta da me guidata, potrei<br />

dimenticarmelo? Quel film ora<br />

si è interrotto, perché alla Regione<br />

oggi non c’è capacità o<br />

sensibilità di valutare certe tematiche”.<br />

L’appuntamento cagliaritano,<br />

come ha sottolineato Padre<br />

Salvatore Morittu, fondatore<br />

delle comunità di recupero<br />

‘Mondo X – <strong>Sardegna</strong>’, doveva<br />

servire a elaborare le proposte<br />

da portare in ottobre alla<br />

quarta Conferenza nazionale<br />

del volontariato, che si terrà ad<br />

Arezzo. Una parte del mondo<br />

politico isolano ha offerto un<br />

contributo concreto. Salvatore<br />

SOCIETA'<br />

Ferma presa di<br />

posizione alla<br />

Prima<br />

Conferenza<br />

Regionale.<br />

Non chiedono<br />

privilegi ma il<br />

riconoscimento<br />

del loro impegno<br />

IL MONDO DEL VOLONTARIATO<br />

RIVENDICA DALLE ISTITUZIONI<br />

IL RISPETTO DEI DIRITTI<br />

S'ISPERANTZIA SARDA<br />

IL SITO DEL PSD'AZ<br />

Far partecipare cittadini e<br />

partiti al progetto del<br />

PSDAZ per un nuovo governo<br />

regionale che rilanci lo<br />

sviluppo dell’isola. È l’obiettivo<br />

del sito internet (www.-<br />

progettosardista.net) aperto al<br />

contributo anche dei sardi all’estero,<br />

presentato ai giornalisti<br />

dal Capogruppo in Consiglio<br />

regionale del partito dei<br />

quattro mori Giacomo Sanna.<br />

Ci ammoderniamo - ha spiegato<br />

Sanna - utilizzando le nuove<br />

tecnologie mediatiche per<br />

chiedere alle forze politiche<br />

proposte sulle cose da fare e su<br />

di Luigi Alfonso<br />

Sanna, vicepresidente del<br />

Consiglio regionale, ha sottolineato<br />

che “la <strong>Sardegna</strong> si<br />

pone come modello a livello<br />

nazionale per i numeri e la<br />

qualità del lavoro svolto”. Poi<br />

ha ricordato che “le modifiche<br />

al Titolo V della Costituzione<br />

impongono alle istituzioni<br />

una particolare attenzione al<br />

mondo del volontariato”.<br />

Sanna ha parlato a lungo<br />

delle trasformazioni in atto in<br />

tutta l’Europa e della forza trascinatrice<br />

del terzo settore in<br />

economia. “Può diventare una<br />

straordinaria fonte di occupazione<br />

qualificata. Il Consiglio<br />

regionale deve peraltro discutere<br />

ben quattro proposte sulla<br />

valorizzazione del volontariato<br />

sociale e l’istituzioni di un<br />

Consorzio fidi per le organizzazioni<br />

no-profit”.<br />

Don Angelo Pittau, presidente<br />

del Comitato promotore<br />

del Centro servizi ‘<strong>Sardegna</strong><br />

Solidale’, non ha mancato di<br />

essere pungente: “Vogliamo<br />

che sia garantita l’indipendenza<br />

del volontariato dal potere<br />

politico e da quello economico,<br />

anche se concordo con il<br />

fatto che si stanno aprendo<br />

nuovi scenari. Vorremmo stimolare<br />

le istituzioni a costruire<br />

una politica di solidarietà e<br />

a dare ascolto ai bisogni altrui”.<br />

Isa Sarullo, volontaria vicenziana,<br />

ha ricordato che “è<br />

impossibile quantificare le dimensioni<br />

della povertà, soprattutto<br />

in una regione depressa<br />

come la <strong>Sardegna</strong>. In 106 Comuni<br />

isolani non sono state<br />

costituite associazioni di volontariato<br />

ma, per fortuna, non<br />

sono escluse altre forme di solidarietà.<br />

Occorre fare gioco di<br />

squadra, non è certo questo il<br />

luogo per personalismi o egoismi.<br />

Proponiamo l’istituzione<br />

di una cassa di solidarietà,<br />

con una parte dei fondi regionali<br />

da destinare a progetti di<br />

sostegno”.<br />

Il mondo delle donazioni,<br />

che nell’Isola conta un esercito<br />

di 65 mila iscritti, è stato<br />

rappresentato in blocco da<br />

Piergiorgio Deliperi, presidente<br />

dell’Avis <strong>Sardegna</strong>. “Nonostante<br />

la grande generosità dei<br />

Sardi – ha spiegato – nella nostra<br />

regione lamentiamo la<br />

mancanza di 40 mila unità di<br />

sangue all’anno per essere autosufficienti.<br />

Ne riceviamo 35<br />

mila dai nostri donatori, ma<br />

non bastano. Dal 1990 aspettiamo<br />

la legge regionale per la<br />

disciplina del settore, però<br />

manca la dovuta collaborazione<br />

delle strutture medicoospedaliere<br />

e della classe politica<br />

sarda”.<br />

Un richiamo ai politici è<br />

stato fatto anche dal rappresentante<br />

dell’handicap. “Le<br />

istituzioni regionali e locali –<br />

ha detto Sandrino Porru (Saspo)<br />

– devono prestare maggiore<br />

attenzione nella spendita<br />

dei fondi: talvolta non sono<br />

sfruttati a dovere. Capita anche<br />

che gli interventi non rispettino<br />

le nuove normative<br />

europee. Le famiglie vanno<br />

aiutate nel superamento delle<br />

enormi difficoltà quotidiane<br />

che affrontano con i disabili.<br />

In <strong>Sardegna</strong>, almeno il 6 per<br />

cento della popolazione ha<br />

problemi accertati a livello<br />

fisico o mentale (ufficialmente<br />

siamo nell’ordine delle 93<br />

mila persone, ma c’è ancora<br />

un sommerso da scoprire,<br />

ndr). Occorre una Consulta<br />

delle associazioni per dialogare<br />

proficuamente con gli<br />

amministratori pubblici. Spero<br />

che il 2003, Anno dei Disabili,<br />

porti un cambio culturale<br />

e di mentalità”.<br />

Gino Mereu, segretario generale<br />

regionale della Uil,<br />

parla a nome delle tre confederazioni:<br />

“Si può essere religiosi,<br />

laici o atei, ma nessuno<br />

può negare l’importanza del<br />

ruolo svolto dai volontari.<br />

Una realtà che in <strong>Sardegna</strong><br />

come portarle avanti. Il nostro<br />

non è infatti un “progetto<br />

chiuso” ma uno strumento che<br />

riteniamo “unico” per imprimere<br />

una svolta politica al governo<br />

della regione. Con il<br />

sito vogliamo anche verificare<br />

quanti intendono partecipare<br />

alla sua realizzazione. Il portale<br />

si articola in sei sezioni. La<br />

prima contiene una poesia di<br />

un vecchio sardista. Seguono<br />

le linee guida del documento<br />

programmatico per il governo<br />

regionale, la sezione proposte,<br />

quella dedicata a appuntamenti<br />

e iniziative, la rubrica “Scrivi<br />

al segretario” e il “Libro<br />

degli ospiti”. Il progetto<br />

“S’isperantzia Sarda”, denominato<br />

“La nuova stagione della<br />

non dipendenza” è articolato<br />

in otto brevi capitoli: il Sardismo<br />

ha vinto; il movimento<br />

per la Rinascita ha perso; la<br />

politica; i diritti del Popolo<br />

sardo; lo Statuto; l’Europa dei<br />

Popoli; l’economia e i saperi;<br />

la nuova Regione. Il Partito<br />

Sardo d’Azione – ha precisato<br />

Giacomo Sanna – si candida a<br />

governare la <strong>Sardegna</strong>, al di là<br />

della contingenza politica che<br />

lo vede all’opposizione.<br />

cozza con l’insensibilità delle<br />

istituzioni, confermata<br />

oggi dall’assenza dei rappresentanti<br />

della Regione e della<br />

Provincia di Cagliari. I sindacati<br />

vi sono vicini, perché capiscono<br />

che cosa significhi<br />

lavorare al fianco delle famiglie<br />

che vivono nel disagio<br />

sociale”.<br />

Numerosi anche gli ospiti<br />

giunti dalla penisola. Stefania<br />

Mancini, commissario dell’Agenzia<br />

per le Onlus (operativa<br />

dal febbraio 2002), sostiene<br />

che “il mondo del volontariato<br />

in Italia è diventato<br />

visibile politicamente. Altri<br />

Paesi sono molto più indietro,<br />

ed è forse per questo che<br />

l’Unione europea non ci riconosce<br />

fondi adeguati. Per<br />

giunta, nell’ambito del terzo<br />

settore, il volontariato è quello<br />

che fruisce del minor numero<br />

di interventi comunitari.<br />

Occorre impegnarsi per attivare<br />

una rete europea”.<br />

Punti in comune con <strong>Sardegna</strong><br />

Solidale sono stati individuati<br />

da Paolo Balli, direttore<br />

del Centro Servizio volontariato<br />

della Toscana. “Non è<br />

stato facile neppure per noi<br />

riunire le singole realtà e confrontarsi<br />

sulle tematiche comuni<br />

– ammette – Ma oggi<br />

contiamo 2.650 associazioni<br />

in una popolazione di 3 milioni<br />

e mezzo di abitanti. Anche<br />

noi chiediamo di accorciare<br />

le distanze tra istituzioni e<br />

volontari”. Emanuele Alecci,<br />

componente dell’Osservatorio<br />

nazionale del volontariato,<br />

ricorda che “non possiamo<br />

sostituirci allo Stato, ma è<br />

giusto veder riconosciuto il<br />

nostro ruolo nella società civile.<br />

Dobbiamo guardare al<br />

futuro più che al passato. Il<br />

volontariato autentico non<br />

sta morendo, solo bisogna<br />

avere gli occhi giusti per incontrarlo.<br />

Le motivazioni da<br />

sole non bastano più, occorre<br />

anche la formazione. La società<br />

però non può basarsi<br />

solo sulle regole dettate dall’economia<br />

di mercato. Attenzione<br />

a non mercificare la solidarietà,<br />

l’affarismo è dietro<br />

l’angolo. Il no-profit non è sinonimo<br />

di gratuità”.<br />

Il Sottosegretario Sestini ha<br />

voluto premiare la <strong>Sardegna</strong>:<br />

“Spettava alla vostra regione<br />

l’organizzazione della prossima<br />

Conferenza nazionale, ma<br />

i tagli alle spese non ce l’hanno<br />

permesso. Mi sentivo in debito<br />

con la vostra importante<br />

realtà, perciò ho voluto partecipare<br />

a questi lavori, unica<br />

occasione tra le conferenze regionali”.<br />

Poi parole di incoraggiamento:<br />

“Il governo non<br />

vuole creare nuovi intoppi<br />

burocratici, semmai si deve facilitare<br />

il rapporto con gli strumenti<br />

offerti dalle leggi esistenti.<br />

Il futuro è fatto di un<br />

welfare sempre più regionalizzato,<br />

per un moderno sistema<br />

realmente al servizio dei cittadini.<br />

Occorrono interventi mirati<br />

e non contributi a pioggia,<br />

peraltro mai richiesti dai volontari:<br />

di questo vi do atto”.<br />

Intanto si aprono le porte<br />

delle scuole sarde. In autunno<br />

sono previste due grandi manifestazioni<br />

nelle medie superiori<br />

delle province di Cagliari<br />

e Sassari. Nel 2001, i<br />

cinque camper della Carovana<br />

della solidarietà “Hajò” hanno<br />

toccato 254 centri della<br />

<strong>Sardegna</strong> e incontrato 220<br />

Consigli comunali, per promuovere<br />

l’educazione al volontariato.


IL MESSAGGERO SARDO 12<br />

OTTOBRE 2002<br />

CULTURA<br />

Realizzato<br />

dall'economista<br />

Antonio Sassu<br />

Presidente del<br />

Banco di<br />

<strong>Sardegna</strong>.<br />

Le potenziali<br />

risorse di<br />

un'antica attività<br />

UNO STUDIO SCIENTIFICO<br />

SULLA PRODUZIONE<br />

DI COLTELLI SARDI<br />

di Eugenia Da Bove<br />

CONCLUSO A OZIERI<br />

IL CORSO PER ALLIEVI<br />

DEL CANTO A CHITARRA<br />

Dopo cinque intensi<br />

mesi di lavoro si è con<br />

cluso nel Centro culturale<br />

San Francesco di Ozieri il<br />

primo corso svolto a livello regionale<br />

sulla valorizzazione<br />

ed il rilancio in grande stile<br />

del canto sardo a chitarra.<br />

L’impegno della amministrazione<br />

comunale ozierese ed in<br />

particolare dell’assessore alla<br />

cultura signora Franca Cossu è<br />

stato premiato dagli ottimi risultati<br />

conseguiti in ciò favoriti<br />

anche dalla grande passione,<br />

competenza ed entusiasmo dei<br />

docenti, i notissimi cantadores<br />

Franco e Gianni Denanni, Salvatorangelo<br />

Salis, Franco Dessena,<br />

Franco Demuru , Daniele<br />

Giallara e del chitarrista Nino<br />

Manca; tutti facenti parte della<br />

cooperativa Bemintinde.<br />

Così venerdì 5 aprile, sul palco<br />

del Teatro Civico di Ozieri<br />

si sono potuti presentare gli allievi<br />

Walter Bittau (11 anni) e<br />

Gianpaolo Saba (entrambi di<br />

Ozieri, 17 anni appena compiuti<br />

ed i poco più anziani Costantino<br />

Piga (Sassari), Salvatore<br />

Spanu (Pozzomaggiore),<br />

Battista Murgia (Tula), Giovanni<br />

Tedde (Ardara), Gianni<br />

Salaris e Salvatore Camboni<br />

Depositari di un sapere antico,<br />

i maestri coltellinai<br />

della <strong>Sardegna</strong> sono oggi<br />

una ristretta cerchia di artigiani<br />

gelosa e consapevole del valore<br />

delle proprie creazioni. In La dinamica<br />

economica di un sapere<br />

locale. La coltelleria di <strong>Sardegna</strong><br />

(AM&D Edizioni, euro 25,00<br />

pagine 168) l’economista Antonio<br />

Sassu, attuale presidente del<br />

Banco di <strong>Sardegna</strong>, analizza un<br />

settore della produzione sarda<br />

poco studiato ma dalle grandi potenzialità<br />

sia dal punto di vista<br />

economico sia da quello dell’immagine<br />

dell’isola nel mondo. Pur<br />

avendo un impianto prettamente<br />

economico il saggio di Sassu dà<br />

conto anche della storia della coltelleria<br />

sarda e italiana, nella sezione<br />

affidata alla giovane studiosa<br />

Antonella Scalas, e dell’ambiente<br />

socio istituzionale nel quale<br />

operano i coltellinai sardi nel<br />

capitolo scritto da un altro allievo<br />

di Sassu, Simone Atzeni. Il libro<br />

si avvale inoltre di una nutrita sezione<br />

iconografica che illustra efficacemente<br />

la grande varietà di<br />

coltelli sardi e i diversi processi e<br />

tecniche di produzione. Emerge<br />

così un quadro del passato, del<br />

presente ma anche di quello che<br />

potrà essere il futuro di un comparto<br />

(la cui produzione ha un<br />

valore stimato intorno ai 3 miliardi<br />

di lire) finora rimasto legato a<br />

forme, sebbene alte, di artigianato.<br />

E che rischia di non riuscire<br />

più a tramandare il proprio knowhow<br />

mentre avrebbe tutte le caratteristiche<br />

per diventare una vera<br />

epropria industria.<br />

Secondo l’indagine condotta<br />

gli odierni produttori di coltelli<br />

tradizionali sono nell’isola 22 ai<br />

quali vanno aggiunti altri 166<br />

non ufficiali, hobbisti che comunque<br />

hanno una loro committenza<br />

spesso costituita da facoltosi<br />

collezionisti. Si tratta in entrambi<br />

i casi di piccole imprese con<br />

pochi addetti, più spesso individuali,<br />

sparse in alcuni centri dell’isola<br />

come Pattada, Arbus, Guspini<br />

e Santulussurgiu. Centri nei<br />

quali l’arte della coltelleria è stata<br />

tramandata di padre in figlio<br />

secondo tecniche ormai scomparse<br />

nel resto del mondo o dove la<br />

produzione del coltello è sorta<br />

solo dagli anni Settanta proprio<br />

per rispondere alle esigenze di<br />

una clientela diversa da quella<br />

tradizionale. Se infatti fino a pochi<br />

decenni orsono la produzione<br />

andava a soddisfare una domanda<br />

locale legata all’uso quotidiano<br />

che del coltello si faceva in una<br />

società agro pastorale, oggi l’offerta<br />

è rivolta principalmente al<br />

settore del turismo e al collezionismo.<br />

Ma la domanda di un oggetto<br />

che ormai può essere prodotto<br />

con tecniche industriali senza<br />

perdere troppo delle sue caratteristiche<br />

migliori è, secondo Sassu,<br />

potenzialmente molto più ampia.<br />

Lo dimostra anche il fatto che alcuni<br />

produttori italiani, in particolar<br />

modo toscani, si sono appropriati<br />

del marchio “Pattada” e fabbricano<br />

industrialmente, per poi<br />

vendere a prezzi sensibilmente<br />

più bassi, coltelli che gli acquirenti<br />

sono convinti vengano realizzati<br />

in <strong>Sardegna</strong>. La conclusione<br />

e il suggerimento dell’autore è<br />

perciò quello di non abbandonare<br />

la nicchia di mercato medio<br />

alta ma di ampliare il target attraverso<br />

una produzione industriale<br />

realizzata entro i confini dell’isola.<br />

Una strategia che porterebbe<br />

fra l’altro alla creazione di nuovi<br />

e numerosi posti di lavoro. A tale<br />

intrapresa, sottolinea, Sassu devono<br />

però collaborare le istituzioni<br />

politiche con la creazione<br />

di un marchio “Doc” per il coltello<br />

sardo e quelle creditizie con un<br />

supporto economico alle nuove<br />

imprese che decidessero di affacciarsi<br />

sul mercato. Un mercato che<br />

sarebbe ampio e internazionale e<br />

che darebbe nuovo smalto all’immagine<br />

e all’economia dell’isola.<br />

In occasione della presentazione<br />

del volume La dinamica economica<br />

di un sapere locale. La<br />

coltelleria di <strong>Sardegna</strong> (AM&D<br />

Edizioni, euro 25,00 pagine 168)<br />

abbiamo rivolto alcune domande<br />

all’autore, Antonio Sassu, professore<br />

ordinario di politica economica<br />

presso l’Università di Cagliari<br />

e attuale presidente del<br />

Banco di <strong>Sardegna</strong>.<br />

Come nasce l’idea di dedicare<br />

uno studio a un argomento così<br />

specifico come quello della coltelleria?<br />

«Da almeno cinque anni mi<br />

occupo di problemi relativi ai saperi<br />

locali. Infatti sono coordinatore<br />

di un progetto di ricerca finanziato<br />

dal ministero dell’Università<br />

a cui partecipano diverse<br />

università del Meridione. Si tratta<br />

di un progetto che ha come obiettivo<br />

lo studio e la valorizzazione<br />

dei saperi locali. Per quanto riguarda<br />

la <strong>Sardegna</strong> ci siamo occupati<br />

del pane, del miele, dei tessuti,<br />

dell’olio, del cuoio, cioè di tutti<br />

quei settori in cui abbiamo<br />

un’attività produttiva fortemente<br />

identitaria. Nel corso di questi<br />

studi ci siamo resi conto che il<br />

settore della produzione dei coltelli<br />

aveva la consistenza per essere<br />

studiata. In <strong>Sardegna</strong> esiste<br />

un grande numero di imprese che<br />

producono coltelli ma, mentre la<br />

produzione italiana del coltello si<br />

è saputa trasformare inserendo<br />

molti elementi tecnologici nuovi,<br />

gran parte dei produttori sardi<br />

di Gerolamo Squintu<br />

(Ozieri). Nella interpretazione<br />

dei vari stili e tecniche di canto<br />

essi sono stati accompagnati<br />

alla chitarra oltre che dal<br />

“maestro” Nino Manca dall’allievo<br />

Andrea Satta(Tula), che<br />

ha suonato all’“antica” e cioé<br />

senza l’uso del pennino.<br />

La sala era gremitissima ed il<br />

pubblico si è scatenato spesso<br />

in manifestazioni di tifo da stadio,<br />

segno che il canto sardo ad<br />

Ozieri, culla fra l’altro di numerose<br />

importanti espressioni<br />

culturali fra cui il tradizionale<br />

“Usignolo della <strong>Sardegna</strong>” e<br />

gli affermati Premio Letterario<br />

Ozieri e “Premio Logudoro di<br />

poesia in rima ed a tema imposto”,<br />

così come è stato rilevato<br />

dal brillante conduttore della<br />

riuscitissima serata il prof. Giovanni<br />

Perria, è sempre nell’interesse<br />

della gente che ha mostrato<br />

di aver “fame” di spettacoli<br />

simili. Per le premiazioni,<br />

sul palco, sono saliti il sindaco<br />

di Ozieri Dr. Vanni Fadda, l’assessore<br />

regionale alla cultura<br />

on. Beniamino Scarpa, la signora<br />

Franca Cossu ed il presidente<br />

della Cooperativa Remintinde<br />

Franceschino Dettori.<br />

Tutti hanno rilevato la importanza<br />

e la necessità di proseguire<br />

nella linea dell’approfondimento<br />

del perfezionamento affinché<br />

questi ed anche altri giovani<br />

sardi possano meglio impadronirsi<br />

delle varie tecniche,<br />

dal canto in re o a s’otieresa, ai<br />

muttos, a sa nuaresa, a sa corsicana,<br />

a sa tempiesina, a bogh’e<br />

carru, e così via.<br />

«Certo in questi mesi tanto<br />

si è fatto e già l’esser riusciti<br />

ad aver invogliato i ragazzi ad<br />

impegnarsi fattivamente in<br />

questo affascinante settore<br />

della cultura musicale isolana<br />

forse è la più viva espressione<br />

delle nostre più originali radici,<br />

è già per noi assai gratificante»<br />

hanno detto Giovanni<br />

Perria, Nino Manca e Gianni<br />

Denanni. Essi pertanto hanno<br />

richiesto ai programmatori regionali<br />

e locali ancora uno<br />

sforzo per proseguire in questa<br />

direzione, organizzando altri<br />

corsi di formazione, ampliando<br />

se possibile l’offerta e sostenendo<br />

magari i giovani nelle<br />

loro trasferte consentendo<br />

anche ai nostri fratelli residenti<br />

nella penisola o all’estero di<br />

poter godere della presenza fra<br />

loro dei nuovi cantanti, magari<br />

con al fianco i più affermati<br />

loro colleghi.<br />

ha mantenuto una produzione<br />

tradizionale».<br />

L’indicazione fondamentale<br />

che emerge dal suo studio sulla<br />

coltelleria sarda è sostanzialmente<br />

quella che si tratti di una produzione<br />

suscettibile di espandersi<br />

verso un target medio basso. Lei<br />

lo crede davvero possibile sia<br />

come economista che come uomo<br />

di banca?<br />

«Molti dei coltelli che vengono<br />

venduti in <strong>Sardegna</strong> sono realizzati<br />

fuori dall’isola e hanno un<br />

prezzo che si aggira sui 25-50<br />

euro, mentre il coltello prodotto<br />

in <strong>Sardegna</strong> ha prezzi sensibilmente<br />

più alti anche perché è realizzato<br />

in maniera diversa. Questa<br />

produzione che ha prezzi medio<br />

bassi e che si rivolge a una fascia<br />

più ampia di acquirenti potremmo<br />

farla noi o altrimenti questi<br />

coltelli verranno comunque offerti<br />

e venduti in <strong>Sardegna</strong>. Si tratta<br />

insomma di un prodotto che ha un<br />

mercato che oggi viene occupato<br />

da produttori non sardi: ecco, credo<br />

che sia possibile che i sardi si<br />

sostituiscano a questi. E dato che<br />

la <strong>Sardegna</strong> ha un’ottima reputazione<br />

in questo campo credo che<br />

sia possibile vendere anche fuori<br />

dell’isola facendo concorrenza<br />

direttamente agli altri con questo<br />

tipo di produzione».<br />

Lei sostiene anche la necessità<br />

di un supporto a questo settore da<br />

parte di Regione e istituti di credito.<br />

«Se vogliamo creare un distretto<br />

industriale di questo tipo si<br />

tratta di supporti necessari per fare<br />

emergere quel consistente numero<br />

di “hobbisti” - ne abbiamo<br />

contati 166- che porterebbe il settore<br />

a circa 200 aziende: neanche<br />

i produttori di pecorino sardo<br />

sono tanti».<br />

Una domanda più generale sull’economia<br />

sarda e sui saperi locali:<br />

perché la <strong>Sardegna</strong> che ha<br />

tante produzioni di qualità, che<br />

lei stesso ha già citato, e anche un<br />

patrimonio ambientale e archeologico<br />

unico al mondo, non riesce<br />

ad avere un decollo e uno sviluppo<br />

economico reale basato su<br />

queste sue peculiarità?<br />

«Indicherei due elementi: uno è<br />

la mancanza di conoscenze adeguate,<br />

cioè la mancanza di una<br />

evoluzione delle conoscenze,<br />

ovvero un’arretratezza delle tecnologie.<br />

Oggi ad esempio i produttori<br />

di pane carasau, che fino a<br />

vent’anni veniva fatto a mano<br />

con il forno a fuoco, producono<br />

un pane altrettanto buono con un<br />

processo in parte meccanizzato.<br />

Oltre a non perdere in qualità questo<br />

pane può quindi essere prodotto<br />

in grandi quantità e a costi<br />

più bassi cioè, come dicono gli<br />

economisti, con grandi economie<br />

di scala. In questo caso le macchine<br />

sostituiscono la manodopera<br />

che è molto costosa e ha una produttività<br />

più bassa. Come dimostra<br />

questo esempio, utilizzando<br />

una tecnica produttiva più avanzata<br />

si possono fare notevoli progressi.<br />

Ecco perché lo sviluppo<br />

locale non è andato particolarmente<br />

avanti. Ma vi è anche un<br />

problema di fiducia e di sicurezza<br />

in certe zone, perlopiù interne,<br />

dell’isola dove la criminalità è<br />

più diffusa e dove la diffidenza e<br />

la paura hanno finora impedito un<br />

vero e proprio sviluppo economico.<br />

D’altra parte ci sono dei segnali<br />

che inducono all’ottimismo:<br />

oggi si avverte una maggiore sensibilità<br />

da parte delle istituzioni<br />

pubbliche a questi problemi e,<br />

inoltre, i giovani che vanno a studiare<br />

e a lavorare fuori dell’isola<br />

quando ritornano portano nuove<br />

conoscenze e nuova voglia di<br />

fare. Insomma esistono fondate<br />

speranze che le cose possano cambiare».


IL MESSAGGERO SARDO 13<br />

OTTOBRE 2002<br />

EMIGRAZIONE<br />

Perché un<br />

giovane crede<br />

nel circolo?<br />

La risposta di<br />

Sandro Mameli<br />

presidente della<br />

Federazione dei<br />

circoli sardi in<br />

Belgio.<br />

L'impulso<br />

dall'incontro di<br />

Berlino con altri<br />

giovani dirigenti<br />

UN NUOVO IMPEGNO<br />

PER ONORARE IL DEBITO<br />

VERSO I PADRI EMIGRATI<br />

ANTONIO MARREDDA ACCLAMATO<br />

PRESIDENTE ONORARIO<br />

DELLA FEDERAZIONE BELGA<br />

La Federazione dei Circoli<br />

Sardi in Belgio ha conferito<br />

ad Antonio Marredda,<br />

una delle figure storiche<br />

dell’Emigrazione sarda in<br />

Belgio, il titolo di Presidente<br />

Onorario. Questa iniziativa,<br />

voluta in primo luogo dal giovane<br />

presidente della Federazione,<br />

Sandro Mameli, è soprattutto<br />

un segno di incoraggiamento<br />

per tiu Marredda, che<br />

per motivi di salute non ha potuto<br />

proseguire il suo impegno,<br />

lungo di 35 anni, in seno al suo<br />

Circolo ed alla Federazione.<br />

Antonio Marredda, originario<br />

di Benetutti, ha iniziato il<br />

suo impegno sociale in seno<br />

alle ACLI, per poi costituire<br />

insieme ad altri il Circolo dei<br />

Sardi del Borinage, nel 1966.<br />

La creazione del sodalizio è<br />

avvenuta in uno spirito di collaborazione<br />

con le altre comunità<br />

italiane e con il Consolato,<br />

ed era ben più che un punto<br />

di ritrovo nostalgico. Nella logica<br />

politica dei ‘blocchi’ che<br />

Sandro Mameli<br />

Antonio Marredda (in piedi) interviene a un congresso degli emigrati<br />

sardi in Belgio<br />

animava gli Italiani all’epoca,<br />

si voleva un foro di discussione<br />

culturale e politica, nonché<br />

un punto di riferimento per<br />

servizi sociali. L’esperienza di<br />

Marredda in seno alle ACLI ed<br />

il suo ruolo di corrispondente<br />

consolare gli permetteva di<br />

decentralizzare i servizi sociali<br />

in seno al circolo, offrendo<br />

la possibilità ai soci di sistemare<br />

numerosissime ‘pratiche’,<br />

dal passaporto al biglietto<br />

per la nave, e rispondendo<br />

cosi alle prime necessità della<br />

comunità sarda del Borinage<br />

(zona mineraria del sud del<br />

Belgio).<br />

E con il sorriso e lo sguardo<br />

di chi è cosciente di aver svolto<br />

un lavoro utile, ci racconta<br />

alcuni aneddoti per aiutare famiglie<br />

a disagio o per far capire<br />

alla Regione <strong>Sardegna</strong> la<br />

realtà dei suoi emigrati in Belgio<br />

e soprattutto nel Borinage.<br />

Ma già allora - ricorda Marredda<br />

- il Circolo era una vetrina<br />

della <strong>Sardegna</strong>, e numerosi<br />

– “Ciao, piacere, mi chiamo<br />

Telemaco Bundone, sono della<br />

Federazione tedesca”<br />

– “Piacere, sono Sandro Mameli,<br />

del Belgio”<br />

– “Simone, benn’inoche!, Ti<br />

presento Simone Pisano, della<br />

FASI”.<br />

È così che ricordo il mio incontro<br />

con due delegati giovani<br />

delle Federazioni dei Circoli Sardi<br />

nel Mondo, era metà Maggio<br />

del 2000. Tutti a Berlino per incontrare<br />

il nuovo Assessore Matteo<br />

Luridiana!<br />

Era la mia prima esperienza<br />

all’Estero in quanto membro di<br />

un direttivo della Federazione<br />

dei Circoli sardi in Belgio. Erano<br />

presenti tutti i Presidenti delle<br />

Federazioni e i delegati giovani.<br />

C’era molta tensione, non solo<br />

perché si cercava di capire di che<br />

pasta era fatto questo nuovo interlocutore<br />

politico (due anni<br />

dopo, posso dire che ha un pregio<br />

che pochi politici hanno : sa<br />

ascoltare), ma anche perché era<br />

palpabile in tutte le discussioni<br />

la necessità di un cambiamento,<br />

di ‘fare qualcosa’ per far uscire le<br />

strutture dell’Emigrazione da<br />

una serie di rapporti di forza sedimentati<br />

che non portavano a<br />

nulla di buono.<br />

È stata l’occasione di ascoltare,<br />

di capire quanto diversificato<br />

ed eterogeneo era il concetto<br />

‘Emigrazione’. Da questa presa<br />

di coscienza ho definito la mia<br />

‘visione’ dell’Emigrazione, ed<br />

in particolare del ruolo dei Circoli<br />

e delle Federazioni. Una visione<br />

che ha trovato un riscontro<br />

positivo nella mia Federazione,<br />

che ha deciso di affidarmi l’incarico<br />

di presidente un anno fa, il<br />

23 giugno 2002. Circoli forti, autonomi,<br />

responsabilizzati e che<br />

rispondano alle necessità ed<br />

aspirazioni delle proprie comunità,<br />

ma soprattutto che trovino il<br />

giusto equilibrio tra passato e<br />

futuro. Federazioni garanti del<br />

buon funzionamento dei Circoli<br />

e del collegamento con la Regione,<br />

fonti di idee e sempre più<br />

attori nei paesi di residenza.<br />

Ma torniamo a Berlino, e a<br />

Telemaco e Simone, oggi rispettivamente<br />

Presidente della Federazione<br />

dei Circoli Sardi in Germania<br />

e Vicepresidente della<br />

FASI. Che cambiamenti!<br />

La prima esperienza all’Estero,<br />

e la prima notte senza dormire.<br />

Tante cose da dirsi, tante idee,<br />

frustrazioni, progetti, storie de<br />

condividere. Assieme agli altri<br />

delegati, tra cui la Presidente del<br />

Circolo di Lausanne, Francesca<br />

Fais, abbiamo subito capito una<br />

cosa: il nostro futuro in quanto<br />

giovani sardi all’Estero sta nei<br />

circoli, non al di fuori. Sarà dura,<br />

talvolta scoraggiante, ma questo<br />

è il prezzo da pagare per chi vede<br />

nell’azione sociale e culturale un<br />

modo di conoscersi meglio, di<br />

capire da dove viene per meglio<br />

andare avanti.<br />

La nostra sacrosanta identità<br />

sarda! A noi giovani sardi, per la<br />

maggior parte nati all’Estero,<br />

nessuno può dettarci come e con<br />

quale intensità la dobbiamo sentire,<br />

coltivare, trasmettere. Siamo<br />

sardi, sardi dentro, e con la<br />

pazienza riusciremo a farlo capire<br />

a chi ha vissuto sulla propria<br />

pelle l’avventura, spesso drammatica<br />

dell’emigrazione. Ma<br />

non esiste un conflitto di generazione,<br />

esiste solo un momento di<br />

passaggio, un momento di dialogo<br />

a viso aperto.<br />

In questa occasione, anche su<br />

sollecitazione dell’Assessore,<br />

abbiamo gettato le basi di un<br />

progetto per realizzare un Congresso<br />

mondiale dei giovani. La<br />

critica principale rivolta alle sezioni<br />

giovanili è quella della<br />

continuità. Chi si ricorda l’incontro<br />

del 1999 a Mar del Plata in<br />

Argentina (dove non ero presente)<br />

sa benissimo che l’ormai defunto<br />

GISAM (giovani Sardi nel<br />

Mondo) non ha avuto nessun<br />

seguito concreto. Cosa pensare?<br />

Giovani di poca sostanza? Direi<br />

proprio di no. In seguito all’incontro<br />

di Berlino, i giovani presenti<br />

hanno dato la prova che<br />

non erano pecore smarrite, si<br />

sono rivelati pastori agguerriti<br />

che purtroppo si sono confrontati<br />

con Sardi sordi, e non c’è peggior<br />

sordo di chi non vuole sentire.<br />

Creazione di una mailing list,<br />

lavoro via internet, riunioni telefoniche<br />

hanno portato nel giro di<br />

sei mesi a presentare all’Assessorato<br />

al Lavoro un progetto concreto,<br />

reale e realizzabile di Congresso<br />

Mondiale dei Giovani<br />

erano i Belgi desiderosi di<br />

scoprire la nostra Isola, oggetto<br />

di un orgoglio che incuriosiva<br />

i nostri ospiti. Anche a<br />

loro erano offerti servizi di biglietteria<br />

ed informazioni turistiche<br />

sull’Isola.<br />

Certo, la salute non permette<br />

ancora al Presidente Onorario<br />

di impegnarsi quanto lo vorrebbe,<br />

ma Tiu Marredda ha le<br />

idee chiare, vuole rimanere informato<br />

e la sua visione dell’Emigrazione<br />

è impregnata di<br />

una modernità che può essere<br />

un punto di riferimento per le<br />

nuove generazioni di quadri<br />

dirigenti nei circoli.<br />

E in questo senso si è complimentato<br />

per l’elezione del<br />

giovane Presidente della Federazione,<br />

Sandro Mameli, e<br />

lo ha incoraggiato nel suo impegno.<br />

Per Marredda la Federazione<br />

ha saputo compiere un<br />

passo importante per non<br />

ghettizzare i giovani e sfruttare<br />

al meglio le capacità delle<br />

nuove generazioni.<br />

Sardi, da tenersi a Cagliari nel<br />

2001.<br />

Era inclusa nel progetto una<br />

serie di incontri con le realtà giovanili<br />

della <strong>Sardegna</strong>, con le Istituzioni<br />

politiche e con operatori<br />

commerciali per sponsorizzare<br />

l’evento.<br />

Una bozza di statuto di un comitato<br />

permanente dei Giovani<br />

Sardi Nel Mondo era stata dibattuta<br />

per un Week-end a Zurigo, a<br />

metà Ottobre del 2000, al fine di<br />

dare continuità a queste iniziative.<br />

Ne eravamo orgogliosi perché<br />

rappresentava il frutto di una sardità<br />

tutta nostra. E orgogliosi lo<br />

siamo ancora perché questo progetto<br />

andrà avanti, altrimenti si<br />

verificherà solo il fallimento della<br />

politica regionale nei confronti<br />

dell’Emigrazione.<br />

Ma in tutto questo ci sono dei<br />

punti positivi, e voglio insistere<br />

sulla necessità di questi incontri,<br />

perché la creazione di legami forti<br />

a livello giovanile permette<br />

oggi di concepire a livello internazionale<br />

una maggior cooperazione<br />

tra le Federazioni. E questo<br />

è un punto di forza sul quale<br />

oggi più che mai dobbiamo focalizzarci<br />

nel dibattito con la Regione<br />

<strong>Sardegna</strong>, che per troppi<br />

anni ha trovato nella litigiosità<br />

dei Sardi nel Mondo il suo più<br />

forte alleato per imporre dall’alto<br />

una visione riduttrice del suo<br />

ruolo e soprattutto delle sue responsabilità<br />

nei nostri confronti.<br />

Sono convinto che spetta a noi<br />

giovani sfruttare questi spazi per<br />

rafforzare la nostra collaborazione.<br />

Essere giovane socio di un<br />

Circolo vuol dire anche impegnarsi<br />

in questo processo di comunicazione<br />

e di collaborazione.<br />

Perché credo nei circoli? Perché<br />

credo nelle strutture dell’Emigrazione?<br />

Perché passo i<br />

miei week-end sui treni per andare<br />

nei Circoli? Mio padre, obiettivamente<br />

più sardo di me (?),<br />

non lo capisce nemmeno, mi dà<br />

del testardo che non vuol prendere<br />

la patente. Ma so che è orgoglioso<br />

di me, so che ripensa alle<br />

serate passate con la televisione<br />

spenta, a raccontarci com’era la<br />

vita laggiù, ad Ussana. E so che si<br />

ricorda che questo suo figlio gli<br />

chiedeva mille volte di raccontare<br />

le sue avventure al fiume, e<br />

anche se ne conosceva la fine,<br />

rideva come la prima volta. La<br />

solidarietà tra le generazioni non<br />

sempre si manifesta in modo plateale,<br />

ma c’è, e ne dobbiamo essere<br />

coscienti quando rivendichiamo<br />

più spazio.<br />

Abbiamo un debito verso chi<br />

se n’è andato per offrirci un futuro<br />

migliore, ma anche verso chi<br />

non conosce oggi in <strong>Sardegna</strong> le<br />

stesse opportunità di crescita personale,<br />

perché trovare un lavoro<br />

è duro, perché il mondo, più che<br />

globalizzarsi, è in verità un insieme<br />

di mondi che entrano ormai<br />

in collisione. E spetta ad<br />

ognuno di noi trarne i vantaggi.<br />

Ma non possiamo ignorare le difficoltà<br />

di chi non ha gli strumenti<br />

per sfruttare questo fenomeno e<br />

di chi oggi si deve confrontare<br />

con un altro fenomeno ben noto<br />

a noi dell’Emigrazione : la crisi<br />

d’identità.<br />

È in questo contesto che voglio<br />

lanciare un appello a tutti i<br />

giovani sardi nel mondo e nell’Isola.<br />

Non aspettate! Il futuro della<br />

<strong>Sardegna</strong> si decide oggi. E dall’esperienza<br />

dell’incontro che si<br />

può capire meglio chi siamo e<br />

che cosa vogliamo fare.<br />

Sandro Mameli<br />

Presidente della Federazione dei<br />

Circoli sardi in Belgio


IL MESSAGGERO SARDO 14<br />

OTTOBRE 2002<br />

EMIGRAZIONE<br />

Importanti<br />

indicazioni da un<br />

convegno<br />

organizzato nella<br />

Basilica del<br />

Santo a Padova<br />

dal Messaggero<br />

di S. Antonio con<br />

la partecipazione<br />

del circolo sardo<br />

e del sodalizio<br />

abruzzese e<br />

molisano<br />

IL RUOLO DELL'ASSOCIAZIONISMO<br />

PER FAVORIRE L'INSERIMENTO<br />

E L'INTEGRAZIONE DEGLI EMIGRATI<br />

Il “Messaggero di Sant’Antonio”,<br />

il giornale più attento<br />

ai mutamenti sociali<br />

(e non solo religiosi) delle comunità<br />

emigrate, ha promosso<br />

un interessante e intenso convegno<br />

sul tema “Associazionismo<br />

e Intercultura” che si è<br />

tenuto a Padova, nel Chiostro<br />

della Magnolia della Basilica<br />

del Santo, il 28 settembre. Il<br />

convegno, organizzato dal Sodalizio<br />

Abruzzese Molisano di<br />

Padova in collaborazione con<br />

il Circolo culturale sardo “Eleonora<br />

d’Arborea”, ha posto al<br />

centro del confronto tra studiosi<br />

e rappresentanti delle istituzioni,<br />

il ruolo delle associazioni.<br />

Si sono confrontate esperienze<br />

e proposte ed è stata<br />

confermata la tesi che il patrimonio<br />

di cultura e di identità<br />

di ciascuna comunità, se fatto<br />

interagire nel rispetto dei valori<br />

e delle reciproche tradizioni,<br />

rappresenta un arricchimento<br />

anche per le comunità<br />

di accoglienza.<br />

Al convegno, magistralmente<br />

coordinato da padre Luciano<br />

Segafreddo, inesauribile e<br />

instancabile direttore del<br />

“Messaggero di Sant’Antonio”,<br />

edizione italiana per<br />

l’estero, sono intervenuti tra<br />

gli altri due assessori della<br />

Regione Veneto, Antonio De<br />

Poli, delle Politiche Sociali, e<br />

Raffaele Zanon, dell’ Emigrazione,<br />

il segretario generale<br />

del Consiglio Nazionale degli<br />

Italiani all’Estero, Franco Narducci,<br />

il sociologo Sabino Acquaviva,<br />

il vicedirettore del<br />

Gazzettino, Edoardo Pittalis,<br />

“emigrato” da oltre 20 anni in<br />

Veneto ma sempre profondamente<br />

attaccato alla sua <strong>Sardegna</strong>,<br />

che ha moderato magistralmente<br />

una tavola rotonda<br />

sui problemi e le prospettive<br />

dell’ associazionismo in Italia<br />

e nel Mondo di fronte al cambio<br />

generazionale e alle “nuove<br />

famiglie”, al quale hanno<br />

partecipato il coordinatore<br />

della Fasi per il Nord Est, Gian<br />

Vittorio Masala, la presidente<br />

del circolo “E. D’Arborea”,<br />

Serafina Mascia, il presidente<br />

onorario del Sodalizio Abruzzese<br />

Molisano, Adriano Ciccotosto,<br />

Anita Correli, una<br />

giovane dirigente del circolo<br />

sardo, e Gianni Tosin esperto<br />

di problemi degli emigrati della<br />

Terza Età. I rappresentanti<br />

della Regione <strong>Sardegna</strong> che<br />

avrebbero dovuto partecipare<br />

alla tavola rotonda su come<br />

Regioni e Comuni rispondono<br />

alle attese delle associazioni,<br />

sono stati bloccati - così come<br />

altri ospiti - dallo sciopero dei<br />

controllori di volo che ha paralizzato<br />

il traffico aereo e non<br />

hanno potuto raggiungere per<br />

tempo Padova.<br />

Dal dibattito coordinato da<br />

padre Segafreddo sono emerse<br />

esperienze e testimonianze<br />

confortanti per il futuro dell’associazionismo.<br />

Particolarmente<br />

apprezzata l’opera della<br />

Regione sarda che tra le prime,<br />

fin dagli anni Sessanta –<br />

come ha ricordato Gianni De<br />

Candia, presidente della cooperativa<br />

di giornalisti che da<br />

circa 30 anni realizza “Il Messaggero<br />

Sardo”, mensile che<br />

tiene unita e in contatto la comunità<br />

sarda sparsa in ogni angolo<br />

del mondo – ha varato<br />

una politica di interventi a favore<br />

dell’emigrazione. Politica<br />

e interventi che in questi<br />

anni hanno subito modifiche e<br />

integrazioni, per rispondere<br />

alle esigenze mutate dei sardi<br />

fuori dall’Isola, ma che restano<br />

ancora fondamentali per tenere<br />

vivi i rapporti con i discendenti<br />

delle centinaia di migliaia<br />

di sardi emigrati. Anche<br />

se oggi ci sono regioni che destinano<br />

più risorse a sostegno<br />

dell’emigrazione, la <strong>Sardegna</strong><br />

è tra le più organizzate e strutturate.<br />

La organizzazione dei<br />

suoi circoli e presa ad esempio<br />

dai rappresentanti delle altre<br />

comunità.<br />

Aprendo il convegno Armando<br />

Traini, presidente del<br />

Sodalizio Abruzzese Molisano<br />

di Padova, ha rimarcato che<br />

Padre Segafreddo, Armando Traini e Sabino Acquaviva<br />

solo dall’ associazionismo e<br />

dell’ intercultura potranno venire<br />

i buoni frutti per la valorizzazione<br />

di quell’ esperienza<br />

straordinaria che è l’ emigrazione,<br />

coinvolgendo vecchie e<br />

nuove generazioni in un processo<br />

evolutivo e di integrazione<br />

ricco di creatività e di<br />

benessere.<br />

L’ assessore alla Cultura del<br />

comune di Padova, Giorgio<br />

Castellani, ha espresso apprezzamento<br />

e gratitudine per tutto<br />

quello che “sardi, abruzzesi<br />

e molisani hanno fatto per la<br />

nostra città”. Gente che pur essendo<br />

da considerare padovana<br />

a tutti gli effetti “conserva<br />

immutato l’amore per la propria<br />

terra e per la propria cultura”,<br />

e ha sottolineato che<br />

“Padova ha ricevuto molti benefici<br />

da queste presenze”.<br />

Nel suo intervento Sabino<br />

Acquaviva ha posto l’ accento<br />

sul fatto che sta nascendo una<br />

nuova civiltà, ha parlato della<br />

crisi demografica dell’ Occidente<br />

e ha riaffermato che<br />

“avremo bisogno sempre più<br />

di emigrati”.<br />

Acquaviva ha allargato<br />

l’orizzonte del suo intervento<br />

Servizio e foto dell'inviato Gianni De Candia<br />

al fatto che con la evoluzione<br />

degli Stati Nazione e con la<br />

nascita dell’Unione Europea,<br />

stanno riemergendo le culture<br />

regionali. “Bisogna aiutare le<br />

realtà regionali a salvarsi”, sul<br />

modello della Catalogna, che<br />

ha ricuperato la sua lingua. Per<br />

il sociologo gli Stati Uniti<br />

d’Europa sono il “nostro grande<br />

futuro”, ma - ha avvertito –<br />

anche la riscoperta e la valorizzazione<br />

delle culture regionali<br />

è una grande modernizzazione”.<br />

L’ assessore De Poli ha invitato<br />

a rivisitare ciò che è successo<br />

dal dopoguerra a oggi<br />

per capire cosa sta succedendo<br />

e cosa potrà ancora accadere in<br />

questi fenomeni sociali. Ha ricordato<br />

gli interventi della<br />

Regione a sostegno dell’ associazionismo,<br />

considerato lo<br />

strumento più efficace per l’integrazione<br />

e per evitare le discriminazioni.<br />

Raffaele Zanon è stato ancor<br />

più esplicito. “I popoli – ha<br />

detto - non si fermano. Le migrazioni<br />

ci sono sempre state e<br />

continueranno a esserci”.<br />

Dopo aver sostenuto che il futuro<br />

è l’Europa delle culture,<br />

l’assessore ha sottolineato<br />

l’esigenza di dare un ruolo ai<br />

giovani nell’ associazionismo.<br />

Ha concluso annunciando<br />

le iniziative dei giovani<br />

veneti a favore degli anziani<br />

d’Argentina.<br />

Franco Narducci ha ricordato<br />

a tutti che l’ ”emigrazione è<br />

frutto di condizioni disperate”,<br />

e che i flussi si dirigono dove<br />

ci sono opportunità di lavoro,<br />

“per svolgere mansioni che altri<br />

non vogliono svolgere”.<br />

TAVOLA ROTONDA<br />

La Tavola rotonda, introdotta<br />

da Edoardo Pittalis (pubblichiamo<br />

a parte il suo intervento),<br />

ha messo a confronto esperienze<br />

diverse. Gian Vittorio<br />

Masala ha spiegato che la Regione<br />

sarda riconosce i circoli<br />

e li sostiene nelle loro attività.<br />

Ha raccontato che il flusso più<br />

massiccio dalla <strong>Sardegna</strong> risale<br />

al periodo 1950-70 e concise<br />

con la crisi delle miniere e<br />

delle campagne, ma ha evidenziato<br />

che esiste anche un’emigrazione<br />

intellettuale. “La<br />

<strong>Sardegna</strong> - ha detto – resta<br />

sempre la terra d’origine e di<br />

riferimento culturale anche se<br />

con il passare del tempo anche<br />

i sardi si integrano nelle nuove<br />

realtà”. Masala ha riconosciuto<br />

che la classe politica sarda<br />

ha favorito la costituzione dei<br />

circoli e ha spiegato che ora la<br />

Regione si aspetta che i sardi<br />

emigrati apportino nell’Isola i<br />

loro patrimoni di con conoscenze<br />

e esperienze.<br />

Adriano Ciccotosto, un ex<br />

preside, ha posto l’accento sul<br />

problema scolastico e sulla tutela<br />

delle identità perché ci sia<br />

integrazione ma mai assimilazione.<br />

Serafina Mascia ha parlato<br />

della collaborazione tra le associazioni<br />

come occasione per<br />

mettere a confronto le diverse<br />

esperienze. Ha poi posto l’ accento<br />

sul ruolo della famiglia<br />

e della donna per favorire l’integrazione.<br />

I circoli – ha concluso<br />

– sono nati come luoghi<br />

di rifugio e di difesa ora invece<br />

abbiamo obiettivi nuovi e importanti,<br />

primo fra tutti la salvaguardia<br />

e la promozione<br />

della cultura e dei valori d’origine.<br />

Anita Curreli, unica voce<br />

giovane, ha ricordato che per il<br />

sardo “il mare segna una linea<br />

di demarcazione netta”. Ha poi<br />

ripercorso le tappe della sua<br />

presa di contatto con il circolo<br />

e ha valutato positivamente<br />

l’esperienza fatta in occasione<br />

di alcune iniziative della Regione<br />

sarda che ha favorito il<br />

contatto con altri giovani provenienti<br />

da realtà diverse,<br />

come positivo è stato il giudizio<br />

sui corsi di formazione per<br />

dirigenti di circoli fatti per i<br />

giovani. “Le nostre associazioni<br />

- ha detto – sono punti di<br />

incontro per i giovani perché<br />

portatori del senso di apparte-<br />

Le sorelle Elisa e Anita Curreli<br />

Adriano Ciccotosto, Edoardo Pittalis, Gianvittorio Masala, Serafina, Gianni Tosin


IL MESSAGGERO SARDO 15<br />

OTTOBRE 2002<br />

nenza e di identità”. Ha poi<br />

spiegato che per mantenere in<br />

collegamento la comunità sarda<br />

nel mondo oltre a internet<br />

c’è “Il Messaggero Sardo” che<br />

si occupa di veicolare e far circolare<br />

le nostre iniziative. Anita<br />

Correli ha quindi raccontato<br />

una sua esperienza che l’ ha<br />

messa in contatto con bambini<br />

figli di immigrati. “Io non<br />

posso fare a meno di dire a tutti<br />

che sono sarda, pur essendomi<br />

realizzata e integrata in<br />

Veneto, perché la mia famiglia<br />

mi ha fatto sentire forte il<br />

senso dell’appartenenza, molti<br />

di quei bambini invece non<br />

hanno avuto racconti e non<br />

hanno memoria”.<br />

Ha concluso gli interventi<br />

Gianni Tosin che si è soffermato<br />

sui problemi della Terza<br />

età e delle iniziative per<br />

favorire questo tipo di associazionismo.<br />

CONCLUSIONI<br />

Una delle caratteristiche<br />

dell’attività delle associazioni<br />

– ha detto padre Segafreddo<br />

concludendo il convegno<br />

– è di essere espressione<br />

della loro terra d’ origine.<br />

Il territorio - vale a dire<br />

le Regioni, i Comuni e le<br />

Province - è lo spazio privilegiato<br />

per rapporti di collaborazione,<br />

d’interscambio e<br />

di iniziative che le associazioni<br />

possono instaurare nel<br />

campo sociale, economico e<br />

culturale. Divengono così<br />

protagoniste di un processo<br />

d’attiva integrazione, trasformando<br />

il territonio in<br />

una “casa comune” dove persone<br />

provenienti da diverse<br />

regioni e città imparano a<br />

convivere e a relazionarsi.<br />

La sfida dell’ integrazione<br />

in un nuovo territorio con<br />

culture e tradizioni diverse –<br />

ha sottolineato padre Segafreddo<br />

- si supera nel riispetto<br />

e nella reciproca valorizzazione<br />

della propria identità.<br />

Le differenze culturali diventano<br />

motivo di reciproci<br />

arricchimenti.<br />

Le associazioni oggi sono<br />

chiamate non a difendere i<br />

loro privilegi e le loro conquiste<br />

ma a divenire dei “laboratori<br />

d’idee”, di cultura al<br />

dialogo e all’incontro. Sono<br />

spinte a porsi in rete, con la<br />

ricchezza della propria identità,<br />

cercando di ritrovare al<br />

fondo della loro storia e delle<br />

loro tradizioni radici e valori<br />

che legano insieme, che<br />

promuovano una cultura<br />

dell’ incontro. In tal modo,<br />

da ogni esperienza associazionistica<br />

se ne esce, nella<br />

maggioranza del casi, arricchiti.<br />

Con questo convegno – ha<br />

detto - abbiamo voluto suggerire<br />

alcuni obiettivi che<br />

l’associazionismo può oggi<br />

raggiungere. Innanzitutto<br />

quello di realizzare interscambi<br />

valorizzando anche i<br />

nuovi strumenti informatici<br />

della comunicazione; mantenere<br />

viva una fitta rete<br />

d’iniziative: formative, assistenziali<br />

e umanitarie, che<br />

Questa poesia è stata composta<br />

da Adriano Ciccotosto e ispirata<br />

dall'intervento di Anita<br />

Curreli<br />

Il mare da un oblò<br />

Là<br />

perduti nell'azzurro<br />

del cielo,<br />

con la tristezza<br />

dell'animo,<br />

con gli occhi<br />

che non vogliono<br />

vedere,<br />

con il cuore<br />

vicino ai ricordi,<br />

con la malinconia<br />

del pensiero,<br />

che non vuole accettare il futuro<br />

è la vita amara del presente,<br />

sostenuto solo dallo spirito,<br />

con un solo pensiero:<br />

«andare per ritornare»,<br />

ma poi?<br />

È cercare un'altra patria,<br />

senza dimenticare<br />

la propria.<br />

possono avere sviluppo anche<br />

nella promozione del turismo<br />

culturale e sociale,<br />

nel mondo dell’ economia e<br />

dell’ imprenditorialità; promuovere<br />

incontri e rapporti<br />

che rilancino l’offerta del<br />

patrimoni storici delle regioni<br />

e delle città italiane come<br />

valore aggiunto alle bellezze<br />

naturali e artistiche che<br />

già caratterizzano l’Italia<br />

nel mondo, richiamare all’attenzione<br />

dell’opinione pubblica<br />

i grandi temi e le attese<br />

delle comunità itallane all’estero:<br />

quali i valori della<br />

lingua, della cultura italiana<br />

e delle tradizioni legate alle<br />

nostre regioni, le richieste<br />

nel settori della formazione,<br />

dell’assistenza, della previdenza<br />

e dell’informazione di<br />

ritorno.<br />

Pensando all’epopea migratoria<br />

italiana, dagli ultimi<br />

decenni del 1800 fino al<br />

primi anni del secondo dopoguerra,<br />

emergono le immagini<br />

di folle di uomini e<br />

donne, obbligati a lasciare<br />

le loro case per trovare all’estero<br />

lavoro e migliori<br />

prospettive di vita per i loro<br />

figli.<br />

Ma queste milioni di persone,<br />

portarono nei vari Paesi<br />

europei e d’oltreoceano la<br />

loro laboriosità: costruirono<br />

strade, ferrovie, nuovi centri<br />

abitativi, oggi divenuti città.<br />

Trasmisero stilo di vita,<br />

patrimoni di memorie e di<br />

valori morali e religiosi; ebbero<br />

l’orgoglio e la capacità<br />

di indirizzare i loro figli<br />

allo studio, tanto che i loro<br />

discendenti sono divenuti<br />

protagonisti nelle scuole,<br />

nelle università, del centri di<br />

ricerca, nel mondo dell’imprenditoria<br />

e del commercio<br />

mondiale. Hanno costruito<br />

un’altra Italia che ora, nel<br />

processo di globalizzazione,<br />

non può perdere la sua identità<br />

e il suo ruolo.<br />

Edouard Glissant nel 1996<br />

scriveva: “Nel panorama attuale<br />

del mondo, si pone un<br />

grande interrogativo: come<br />

essere se stessi senza chiudersi<br />

agli altri e come aprirsi<br />

agli altri senza perdere se<br />

stessi?”.<br />

Noi – ha concluso padre<br />

Segafreddo - viviamo in un<br />

mondo divenuto villaggio<br />

globale, dove possiamo<br />

esprimere la nostra identità<br />

soprattutto nelle espressioni<br />

quotidiane della nostra cultura<br />

e delle nostre relazioni;<br />

ma più si accelera il processo<br />

di globalizzazione, più abbiamo<br />

bisogno di rafforzare<br />

la nostra identità, il nostro<br />

senso di appartenenza.<br />

Mio nonno paterno<br />

Giovanni Maria emigrò<br />

in Argentina nel<br />

1910. Dal suo paese, Cossoine,<br />

partirono in otto, avevano<br />

meno di vent’anni. Alcuni si<br />

sono sposati laggiù, hanno<br />

avuto figli e nipoti tra Rosario<br />

e Santa Fè.<br />

Cossoine è un paesino dell’interno,<br />

distante cinquanta<br />

chilometri da Sassari, una strada<br />

tortuosa che richiedeva allora<br />

molte ore di viaggio a cavallo.<br />

Non c’è mai stato un treno<br />

per Cossoine, la corriera è<br />

venuta dopo l’ultima guerra.<br />

Il nonno partì povero e rimpatriò<br />

povero nel 1915, quando<br />

si arruolò per combattere<br />

una guerra, talmente enorme e<br />

tragica da passare alla storia<br />

come la Grande Guerra. Era<br />

lanciafiamme del 151° reggimento<br />

fanteria della Brigata<br />

Sassari, è stato sulle trincee<br />

dell’Altopiano e poi in quelle<br />

del Carso. Il suo tenente era<br />

Emilio Lussu.<br />

L’intero fronte era nel Nordest<br />

dell’Italia, la città nella<br />

quale si svolge questo convegno<br />

sull’immigrazione, Padova,<br />

era allora presidio militare.<br />

Di più: dopo la rotta di Caporetto,<br />

divenne “capitale militare”,<br />

sede del Comando e residenza<br />

del re.<br />

Il nonno raccontava che gli<br />

anni da emigrante erano stati<br />

terribili come quelli in trincea.<br />

Nel lavoro e in guerra il senso<br />

della vita era precario. Quando<br />

il piroscafo che li portava<br />

in Argentina fu in vista delle<br />

coste, dove il Rio della Plata si<br />

getta nell’Atlantico, il comandante<br />

diede ordine di calare in<br />

mare le barche con i passeggeri<br />

irregolari, per farli sbarcare<br />

fuori dal controllo delle autorità.<br />

Ieri come oggi li chiamavano<br />

clandestini. Su quelle<br />

barche c’erano sardi, calabresi,<br />

campani, veneti. Molti erano<br />

nati nei villaggi dell’interno e<br />

non avevano mai visto il mare,<br />

pochissimi sapevano nuotare,<br />

qualcuno morì annegato alle<br />

prime ondate, trascinandosi sul<br />

EMIGRAZIONE<br />

PER AFFRONTARE IL PRESENTE<br />

NON DIMENTICARE<br />

LA LEZIONE DEL PASSATO<br />

Edoardo Pittalis, Anita Curreli, Serafina Mascia<br />

fondo, con la valigia, gli ultimi<br />

ricordi della patria. Quel punto<br />

dell’Oceano è sicuramente bagnato<br />

anche dalle lacrime e dal<br />

sangue di molti italiani.<br />

Qualche tempo fa in televisione<br />

è stato trasmesso un film<br />

a puntate sulla vita di Joe<br />

Bonanno, “padrino” famoso<br />

della mafia newyorkese dagli<br />

anni Trenta ai Sessanta, arricchitosi<br />

col proibizionismo,<br />

amico del vecchio Kennedy.<br />

Bonanno e decine di siciliani<br />

entrarono clandestini negli Usa<br />

da Cuba, attraverso le paludi<br />

della Louisiana. Una volta nella<br />

laguna, il comandante del<br />

battello diede ordine che i<br />

clandestini venissero gettati in<br />

acqua: “Arrangiatevi”. Molti<br />

toccarono terra, qualcuno morì<br />

annegato.<br />

Davvero, emigrare per gli italiani<br />

dell’inizio del Novecento<br />

significava rischiare la vita,<br />

come quando saranno fanti in<br />

trincea. “Si sta/ come d’autunno/<br />

sugli alberi/ le foglie”, scriveva<br />

il soldato Giuseppe Ungaretti<br />

in una trincea del Carso.<br />

Storie vecchie che assomigliano<br />

straordinariamente alla<br />

storia di questi mesi. Con una<br />

differenza: gli italiani di oggi<br />

spesso danno l’impressione di<br />

voler dimenticare ciò che sono<br />

stati, quasi vogliono scordare<br />

di essere stati poveri, emigranti,<br />

persino clandestini.<br />

L’emigrazione era allora la<br />

sola alternativa alla miseria in<br />

gran parte dell’Italia. Padova è<br />

oggi il cuore colto e agiato del<br />

ricco Nordest. Una città attenta<br />

alle trasformazioni e alle novità.<br />

A guardarlo adesso, sembra<br />

che il Veneto sia sempre stato<br />

così, ugualmente ricco, abbondante.<br />

Invece, cento anni fa era<br />

terra di emigranti, lo chiamavano<br />

la “Calabria del Nord”.<br />

Ci volevano quaranta giorni<br />

di nave a vapore per arrivare in<br />

America. “Merica”, dicevano<br />

gli emigranti veneti, e negli<br />

anni è stata la meta di milioni di<br />

veneti e di friulani. C’era miseria<br />

nera nei villaggi e nei paesi,<br />

la fame riduceva le speranze, la<br />

pellagra e la tubercolosi facevano<br />

il resto. Ogni piroscafo<br />

trasportava duemila persone<br />

per volta, due metri di spazio a<br />

testa, una latrina ogni venti<br />

passeggeri. Durante la navigazione<br />

si moriva di dissenteria,<br />

morbillo, scorbuto.<br />

Si moriva e si nasceva su quelle<br />

navi. Si spegnevano i sogni e<br />

si accendevano altri sogni.<br />

L’emigrazione era nel Veneto<br />

come al Sud la vera professione<br />

della maggioranza della popolazione<br />

maschile. Le rimesse degli<br />

emigrati erano la sola fonte<br />

di reddito di molti paesi.<br />

Oggi si tende a dimenticare il<br />

passato. Ricordare “come eravamo”<br />

provoca in molti la voglia<br />

di rimozione. Così la lezione<br />

del passato non aiuta a<br />

capire il grande problema del<br />

presente: l’immigrazione. E’ un<br />

esodo quasi epocale dai Paesi<br />

più poveri, una marcia disordinata<br />

e colossale che può sconvolgere<br />

l’Europa intera. Certo<br />

occorrono regole, il più possibili<br />

comuni, ma prima bisogna<br />

sforzarsi di capire. L’Europa<br />

deve adottare una legislazione<br />

efficace che valga nel Canale di<br />

Sicilia e nello Stretto della<br />

Manica, sotto le coste spagnole<br />

e nelle isole della Grecia. Una<br />

legislazione che capisca i diritti<br />

umani e che sappia distinguere<br />

tra profughi e clandestini,<br />

tra disperati e criminali.<br />

Questo convegno padovano<br />

punta molto sulla parola “intercultura”<br />

e si pone un obiettivo:<br />

scambiarsi le esperienze per arricchirsi<br />

e arricchire. Il sociologo<br />

veneto Ulderico Bernardi,<br />

uno degli studiosi più attenti<br />

dell’emigrazione a Nordest, ha<br />

coniato una fortunata definizione:<br />

“Chi scambia, cambia”.<br />

Gli incontri migliorano le società,<br />

le svecchiano, le preparano<br />

meglio al futuro, danno armi<br />

nuove per capire. La cosa peggiore<br />

che si possa fare è chiudersi<br />

agli altri.<br />

Sono stato chiamato a moderare<br />

una tavola rotonda che ha<br />

come tema il cambio generazionale<br />

all’interno dell’immigrazione.<br />

Dagli interventi sono<br />

emersi i ruoli della famiglia, della<br />

donna, dei giovani come interpreti<br />

della cultura della tolleranza,<br />

la sola che può arginare la<br />

deriva del razzismo. C’è spesso<br />

l’ignoranza alla base del rifiuto<br />

più volgare e umiliante degli altri.<br />

Come diceva Leonardo<br />

Sciascia: “C’è sempre un Sud<br />

più al Sud del Sud”. C’è sempre<br />

il pericolo del razzismo, spesso<br />

è nella nostra presunzione.<br />

Soprattutto è stato sottolineato<br />

il valore della memoria che<br />

collega il nostro passato al nostro<br />

presente. Tra quegli emigranti<br />

abbandonati nelle acque<br />

dell’Oceano o nelle paludi della<br />

Louisiana e gli immigrati abbandonati<br />

su vecchi canotti<br />

contro gli scogli della Sicilia c’è<br />

un legame molto più stretto di<br />

quanto sembri. C’è qualcosa di<br />

estremamente attuale che attraversa<br />

cento e più anni della storia<br />

di tutti. Se si spezza la memoria<br />

(che è fatta della nostra identità,<br />

ovunque ci troviamo, della<br />

nostra lingua, della nostra tradizione),<br />

si spezza la storia stessa.<br />

A quel punto davvero sarà come<br />

se non ci fossimo, come se non<br />

fossimo mai esistiti.<br />

Nel prossimo numero<br />

il servizio sulla «Settimana<br />

sarda» a Mestre-<br />

Venezia


IL MESSAGGERO SARDO 16<br />

OTTOBRE 2002<br />

EMIGRAZIONE<br />

Iniziativa della<br />

Federazione dei<br />

circoli sardi.<br />

Gli svizzeri<br />

impazziscono<br />

per il torrone.<br />

Esposizione di<br />

opere di artisti<br />

del legno e del<br />

granito.<br />

Anche<br />

l'assessore<br />

Luridiana alla<br />

festa del Circolo<br />

QUATTRO GIORNI CON LA SARDEGNA<br />

I SAPORI E I COLORI DELL'ISOLA<br />

ANIMANO IL CENTRO DI LOSANNA<br />

Un quintale di torrone che<br />

Mario Crobe di Buddusò aveva<br />

portato per la degustazione<br />

nella Place du marché di Renens<br />

è scomparso dal bancone<br />

nel giro di poco tempo con gli<br />

svizzeri in fila ad assaggiare<br />

quel dolce tanto gustoso fatto<br />

di miele e nocciole.<br />

In Svizzera, patria del cioccolato,<br />

il torrone è poco conosciuto<br />

e viene importato dalla<br />

Francia: ecco in parte spiegato<br />

il segreto di tanto successo,<br />

ma c’è da aggiungere che quel<br />

torrone andato a ruba era davvero<br />

buono e si squagliava in<br />

bocca.<br />

Sicuramente gli Svizzeri (e<br />

non solo loro!) se lo ricorderanno<br />

a lungo.<br />

Oltre che dal torrone l’interesse<br />

della grande folla presente<br />

sabato mattina nella<br />

piazza del mercato è stato catturato<br />

dai vini sardi, dai formaggi,<br />

dal pane, ma soprattutto<br />

hanno incuriosito la salsiccia<br />

e i prosciutti di capra e di<br />

pecora (per molti dei presenti<br />

una novità assoluta) offerti<br />

dall’ERSAT.<br />

Svizzeri presi per la gola,<br />

dunque - è il caso di dirlo - ma<br />

anche catturati dalle foto delle<br />

bellissime località della<br />

<strong>Sardegna</strong> e del suo mare, pubblicizzate<br />

dall’ ESIT, e interessati<br />

anche alle produzioni<br />

artigianali esposte da artisti<br />

del sughero, del granito e del<br />

legno, che operano a Buddusò,<br />

come Antonio Carta, Mastru<br />

Mimmiu e Mario Renzo<br />

Solinas, Giuseppe Satta, i fratelli<br />

Fumu e Francesco Fodde<br />

con i suoi violini.<br />

Dopo l’importante rassegna<br />

dello scorso anno a Ginevra,<br />

in occasione della “Vogue di<br />

Carouge”, quest’anno è stata<br />

Losanna ad organizzare una<br />

manifestazione per far conoscere<br />

ai Sardi-Svizzeri delle<br />

nuove generazioni, e ovviamente<br />

agli Italiani e agli<br />

Svizzeri, uno spaccato della<br />

nostra isola: oltre ai già citati<br />

prodotti alimentari, balli,<br />

canti, teatro dialettale, cultura<br />

e tradizioni della nostra terra.<br />

Il tutto racchiuso appunto<br />

in “4 Giorni con la <strong>Sardegna</strong>”,<br />

manifestazione che è stata il<br />

frutto della collaborazione tra<br />

la Federazione dei circoli Sardi<br />

in Svizzera e il circolo “Su<br />

Nuraghe” di Losanna, con il<br />

patrocinio della Regione <strong>Sardegna</strong><br />

e dell’Assessorato del<br />

Lavoro e il contributo dei comuni<br />

di Buddusò, Mores e<br />

Oschiri, ma più in generale di<br />

tutta la comunità del Monte<br />

Acuto (rappresentata dalla<br />

sua Presidente, Maria Antonietta<br />

Mazzone) che ha partecipato<br />

attivamente alla riuscita<br />

e al successo della manifestazione.<br />

L’apertura ufficiale, giovedì<br />

sera nella grande sala degli<br />

spettacoli di Renens, con il<br />

saluto di benvenuto a tutti gli<br />

ospiti da parte della giovane<br />

Presidente del circolo “Su<br />

Nuraghe”, Francesca Fais, cui<br />

è seguito l’intervento del rappresentante<br />

della Federazione<br />

dei Circoli sardi in Svizzera,<br />

Gigi Masia, il quale ha sottolineato<br />

l’importanza di queste<br />

manifestazioni. “Questo - ha<br />

detto - rappresenta il momento<br />

più importante del 2002 per<br />

la vita della nostra Associazione<br />

,perché ufficializza il<br />

lavoro che i nostri Circoli<br />

svolgono da sempre. È risaputo<br />

che chi va all’Estero porta<br />

con sé cultura, costumi modi<br />

di vestire e di mangiare. Questo<br />

copioso bagaglio va con il<br />

Servizi e foto di Antonello De Candia<br />

tempo integrandosi nella società<br />

ospitante entrando gradatamente<br />

a farne parte significativa.<br />

Ed è quanto è accaduto in<br />

Svizzera. E i Sardi emigrati -<br />

ha detto ancora Masia - rivendicano<br />

questo ruolo di interconnessione<br />

,perché sono nella<br />

condizione più appropriata<br />

per farlo , ma hanno bisogno<br />

di interlocutori che diano risposte<br />

chiare e in tempi ragionevolmente<br />

rapidi”.<br />

Al sindaco di Renens, madame<br />

Anne Marie Depoisier ,<br />

il compito di ricambiare e augurare<br />

la riuscita della manifestazione<br />

, alla quale ha dato<br />

entusiasta il suo contributo,<br />

concedendo spazi e strutture<br />

comunali .<br />

Renens è una cittadina di<br />

circa 20 mila abitanti ,un<br />

quartiere industriale di Losanna<br />

diventato comune autonomo<br />

negli anni ’60 .Ed è<br />

qui che la comunità sarda è la<br />

più numerosa per evidenti ragioni<br />

di lavoro.<br />

Al Console di Losanna, dottoressa<br />

Venerandi ,il compito<br />

di portare il saluto ufficiale<br />

dell’ambasciatore Lorenzo<br />

Ferrari e di sottolineare che<br />

“la <strong>Sardegna</strong> è una delle regioni<br />

più belle d’Italia. Io la<br />

conosco in parte - ha detto - e<br />

sono rimasta colpita dalle<br />

rocce imponenti della Gallura<br />

,delle vere sculture della natura”.<br />

Il Console ha poi sottolineato<br />

anch’egli l’importanza<br />

di queste manifestazioni ,<br />

di apertura verso l’esterno:<br />

avete capito lo spirito del futuro<br />

- ha concluso - che è<br />

quello appunto di mantenere<br />

la propria identità e nel contempo<br />

di aprirsi agli altri.”<br />

Dopo i saluti di rito, sul palco<br />

si sono alternati la fanfara<br />

“La clé d’argent” di Renens e<br />

il coro polifonico “Lachesos”<br />

di Mores, una formazione di<br />

25 elementi, fondato nel<br />

1978, che prende il nome dalla<br />

collina che sovrasta l’abitato.<br />

Il coro - presentato da Nino<br />

Virdis - sarà poi protagonista<br />

per tutta la<br />

manifestazione,che chiuderà<br />

con la messa cantata in sardo<br />

nella chiesetta di Renens.<br />

Un ricco buffet di prodotti<br />

sardi ha quindi consentito<br />

agli ospiti di far conoscenza e<br />

di familiarizzare e di scambiare<br />

impressioni e convenevoli.<br />

Per molti si è trattato di incontrare<br />

vecchi paesani, emigrati<br />

da tempo, com’è il caso<br />

di Salvatore Putzu di Oschiri,<br />

uno dei fondatori del circolo<br />

di Losanna, emigrato in Svizzera<br />

ormai da oltre 40 anni.<br />

“Sono ormai prossimo alla<br />

pensione - si è confidato – e<br />

pensavo di rientrare in <strong>Sardegna</strong><br />

dove ho acquistato una<br />

casetta , ma mia moglie non<br />

ne vuole sentire e ha detto<br />

che lei rimane qui con i nipotini<br />

!”<br />

La seconda giornata è stata<br />

caratterizzata dalle rappresentazioni<br />

teatrali della compagnia<br />

“Sos amigos de Anna”<br />

(in origine “Sos amigos de su<br />

teatru oschiresu”),così ribattezzata<br />

in onore della loro<br />

maestra recentemente scomparsa,<br />

Anna Ogano. Una insegnante<br />

elementare - ha ricordato<br />

Chicca Seu, responsabile<br />

del gruppo - che per oltre 40<br />

anni, anche dopo essere andata<br />

in pensione , ha voluto<br />

continuare a riunire i ragazzi<br />

del paese, trascorrendo con<br />

loro parte della giornata per<br />

insegnare, o meglio per non<br />

dimenticare, la lingua sarda e<br />

le tradizioni della nostra terra.<br />

Creata come associazione di<br />

volontariato nel 1997, la<br />

compagnia teatrale di Anna<br />

Ogano è composta quasi tutta<br />

da giovanissimi( e bravissimi<br />

) attori che vogliono continuare<br />

nel loro impegno culturale<br />

per non far morire una tradizione<br />

che rischia di scomparire<br />

con le nuove generazioni.<br />

E le due rappresentazioni proposte<br />

- opera della scrittrice<br />

di origine oschirese, Nanda<br />

Palmas - hanno offerto uno<br />

spaccato di vita paesana, viva<br />

e stimolante, fatta di pregiudizi<br />

e sentimenti che segnano<br />

un confine tra un tempo passato<br />

e una realtà in movimento a<br />

volte difficile da accettare,<br />

come quella del figlio che<br />

emigra in Germania e torna in<br />

paese con una moglie tedesca,<br />

biondissima e molto estrover-<br />

L'assessore del lavoro, Matteo Luridiana (al centro) durante la manifestazione<br />

Francesco Laconi, Domenico Scala, Mario Agus


IL MESSAGGERO SARDO 17<br />

OTTOBRE 2002<br />

EMIGRAZIONE<br />

“SU NURAGHE” FESTEGGIA<br />

35 ANNI DI ATTIVITA'<br />

AL SERVIZIO DEI SARDI<br />

L'Assessore Luridiana con Francesca Fais e i dirigenti del circolo<br />

sa la quale suscita simpatie e<br />

appetiti e quindi chiacchiere e<br />

dicerie che turbano la pace<br />

familiare, fino ad indurre la<br />

suocera sospettosa e bigotta a<br />

liberarsene facendola morire<br />

di spavento, considerato che<br />

la giovane sposina era malata<br />

di cuore. Insomma una commedia<br />

gustosa, ricca di sfumature<br />

e di sarcasmo, che ha riscosso<br />

successo e applausi, a<br />

testimonianza di un teatro<br />

dialettale sardo più che mai<br />

vivo e che meriterebbe maggiore<br />

attenzione e sostegno<br />

da chi è responsabile della<br />

cultura in <strong>Sardegna</strong> .<br />

Certo è che i Sardo-Svizzeri<br />

o se preferire gli Svizzero-Sardi<br />

hanno apprezzato molto,<br />

così come è stato importante<br />

per questi giovanissimi attori<br />

provenienti da un piccolo<br />

centro della <strong>Sardegna</strong> conoscere<br />

una realtà come quella<br />

dell’emigrazione in Svizzera<br />

e soprattutto avere una platea<br />

così numerosa che, forse, non<br />

immaginavano neppure di poter<br />

avere mai. Queste manifestazioni,<br />

dunque, ben vengano,<br />

se questi sono i risultati<br />

tangibili.<br />

E nell’incontro - seppure informale<br />

- che c’è stato tra la<br />

municipalità di Renens, con<br />

il sindaco madame Anne Marie<br />

Depoisier, e la delegazione<br />

sarda ,capeggiata dall’Assessore<br />

del lavoro Matteo Luridiana<br />

, con il sindaco di<br />

Buddusò, Giovanni Satta,<br />

l’assessore alla cultura di<br />

Oschiri ,Angelo Solinas, e il<br />

consigliere comunale di Mores,<br />

Francesco Sanna, e la presidente<br />

della Comunità Montana<br />

Monte Acuto Maria Antonietta<br />

Mazzone, si è andati<br />

oltre i convenevoli di circostanza<br />

con scambio di doni e<br />

gagliardetti, e si sono gettate<br />

le basi per un rapporto più<br />

stretto e più concreto, sia sul<br />

piano culturale che su quello<br />

commerciale, con la possibilità<br />

di un gemellaggio tra<br />

qualche comune della <strong>Sardegna</strong><br />

e la cittadina di Renens,<br />

famosa per la produzione di<br />

vini Doc, oltre che di componenti<br />

per l’industria della<br />

meccanica fine..<br />

Si è arrivati così al “clou”<br />

della serata con la grande<br />

cena sarda, a base di malloreddus<br />

e di arrosti di porcetto e<br />

agnello, in una sala affollatissima<br />

( che non ha potuto accogliere<br />

tutte le richieste ) mentre<br />

sul palco si sono alternati<br />

il gruppo folk “Santa Lucia<br />

“di Buddusò, i tenores di<br />

Buddusò e il Coro Lachesos di<br />

Mores, che hanno animato<br />

fino a tarda notte una serata<br />

indimenticabile.<br />

Ma prima di dare inizio alle<br />

libagioni e ai canti e ai balli,<br />

ci sono stati i discorsi ufficiali<br />

e lo scambio di doni .<br />

Ha cominciato Francesca<br />

Fais, presidentessa del circolo”<br />

Su Nuraghe “ di Losanna,<br />

la quale ha ringraziato tutti<br />

coloro che hanno dato un<br />

contributo alla riuscita della<br />

manifestazione:” Forse - ha<br />

detto - alcuni anni fa non<br />

avremmo pensato di poter fare<br />

questa manifestazione. E ciò<br />

dimostra - ha aggiunto con<br />

una punta polemica - che anche<br />

i giovani, quando viene<br />

dato loro lo spazio, riescono<br />

anche a fare qualcosa.”<br />

Domenico Scala, Presidente<br />

della Federazione dei Circoli<br />

sardi in Svizzera, si è detto orgoglioso<br />

di questa manifestazione<br />

ed ha auspicato che simili<br />

iniziative possano ripetersi.<br />

Scala ha quindi ringraziato<br />

la presidentessa del circolo<br />

di Losanna e tutti coloro<br />

che hanno dato un contributo<br />

per la riuscita della manifestazione,<br />

ed in particolare agli<br />

ospiti venuti dalla <strong>Sardegna</strong><br />

“che - ha detto Scala - ci hanno<br />

permesso di portare qui in<br />

Svizzera uno spaccato della<br />

nostra cultura e di aggiungere<br />

un altro anello, oltre ai già<br />

molti esistenti tra i nostri due<br />

Paesi e tra questa bella regione<br />

e la nostra cara terra, la <strong>Sardegna</strong>.”<br />

Il circolo sardo “Su Nuraghe”<br />

di Losanna è uno dei<br />

circoli “storici” dell’Emigrazione<br />

sarda in Svizzera, essendo<br />

stato fondato alla fine<br />

degli anni ’60 da un gruppo<br />

di “pionieri” ( tra i quali vanno<br />

ricordati, Antonio Sanna<br />

di Ozieri - che ne fu il primo<br />

Presidente - ,Salvatore Putzu<br />

di Oschiri e Pietro Meloni di<br />

Orgosolo) spinti dalla necessità<br />

di trovarsi tra loro dopo<br />

aver lasciato l’amata <strong>Sardegna</strong>.<br />

Vi si incontravano con le<br />

famiglie, con i figli, per ricreare<br />

un’atmosfera di calore<br />

umano, solidarietà e fratellanza<br />

in una Svizzera che all’epoca<br />

concedeva poco spazio<br />

agli emigrati.<br />

Ed è proprio ripensando a<br />

quei tempi che oggi si può capire<br />

veramente quanta strada<br />

sia stata fatta dai lavoratori<br />

sardi emigrati nel processo di<br />

integrazione nella comunità<br />

Svizzera e anche come sia<br />

cambiata la vita del circolo<br />

stesso, proiettato all’esterno,<br />

e impegnato a far conoscere la<br />

storia, la cultura e le tradizioni<br />

dell’Isola, oltre alle bellezze<br />

naturali, decantate ormai in<br />

tutto il mondo dagli operatori<br />

turistici.<br />

L’inaugurazione ufficiale<br />

della sede, che è sempre stata<br />

in av. de Morges, risale al<br />

1972, e quello che era un<br />

grande appartamento vuoto,<br />

con il tempo e con il lavoro<br />

dei soci, è diventato un angolo<br />

di <strong>Sardegna</strong>, con un nuraghe<br />

realizzato al suo interno,<br />

bandiere, quadri, libri e oggetti<br />

vari che ricordano inequivocabilmente<br />

la terra<br />

d’origine.<br />

La sede del Circolo è composta<br />

da un grande salone, al<br />

centro del quale c’è il bar, una<br />

biblioteca, una sala della Segreteria<br />

dotata di computer,<br />

una cucina e i servizi, e d anche<br />

un’ampia terrazza esterna.<br />

Per l’Assessore del lavoro<br />

Matteo Luridiana, presente a Losanna<br />

alla manifestazione “4<br />

giorni con la <strong>Sardegna</strong>”, la visita<br />

al Circolo è stata una tappa<br />

obbligatoria.<br />

Ad accoglierlo e a fare gli<br />

onori di casa, la giovane Presidente,<br />

Francesca Fais, e alcuni<br />

membri del Consiglio direttivo.<br />

Alle domande di prammatica<br />

dell’Assessore sul numero dei<br />

soci e sull’attività del Circolo,<br />

Francesca Fais risponde che “i<br />

soci sono oltre un centinaio, che<br />

sono calati rispetto al passato<br />

perché - spiega - i Sardi, figli ormai<br />

di 2° e 3° generazione, sono<br />

integrati nel sistema svizzero. E<br />

con la vita degli emigrati - aggiunge<br />

- è cambiata anche la vita<br />

del Circolo.<br />

“Il Circolo con la stessa struttura<br />

e gli stessi programmi di 30<br />

anni fa’ era destinato a morire -<br />

dice Francesca Fais - perché non<br />

corrispondeva più alle esigenze<br />

dei suoi soci. Per superare quindi<br />

questa situazione abbiamo<br />

semplicemente deciso di aprirci<br />

agli altri e piuttosto che cercare<br />

di portare nuovi soci nel Circolo,<br />

abbiamo deciso di uscire<br />

noi, in quanto Circolo, e di proporci<br />

non solo ai Sardi e più in<br />

particolare ai giovani, ma agli<br />

Italiani e soprattutto agli Svizzeri.”<br />

E la manifestazione “ 4<br />

jours avec la Sardaigne” a Renens<br />

- Losanna ne è la più tangibile<br />

delle prove.<br />

Quello de “Su Nuraghe” è un<br />

circolo quasi tutto “a trazione “<br />

femminile: oltre alla presidente<br />

Francesca Fais, sono donne la<br />

vicepresidente Josane Masala e<br />

la segretaria, Natascia Manca.<br />

“Siano diventati dei veri e<br />

propri ambasciatori della <strong>Sardegna</strong><br />

a Losanna e nel cantone di<br />

VAUD - dice ancora Francesca -<br />

e restarlo è il nostro obiettivo<br />

per il futuro”.<br />

E in questo spirito è nata<br />

Scala ha poi rivolto un ringraziamento<br />

particolare al<br />

sindaco di Renens, madame<br />

Depoisier , ai suoi cittadini e<br />

amministratori e al cantone di<br />

Vaud,” e non solo per l’attenzione<br />

e l’appoggio datoci in<br />

questa occasione, ma perché<br />

questo cantone lo sentiamo<br />

vicino a noi soprattutto per<br />

aver accolto migliaia di lavoratori<br />

e giovani che lasciavano<br />

la <strong>Sardegna</strong>, offrendo loro<br />

lavoro nell’industria meccanica<br />

fine, nel settore alberghiero<br />

e in quello dell’edilizia<br />

.”<br />

l’idea della manifestazione<br />

“4 giorni con la <strong>Sardegna</strong>”.<br />

“Già nel settembre del<br />

2001 - ricorda Francesca Fais<br />

- in occasione della Vogue di<br />

Carouge, la <strong>Sardegna</strong> era stata<br />

protagonista di una importante<br />

rassegna nel cantone di<br />

Ginevra, ora siamo noi di Losanna<br />

a dare risalto alle ricchezze<br />

e alle bellezze della<br />

nostra Isola. E l’aspetto più<br />

importante - sottolinea la Presidente<br />

del Circolo - è che la<br />

manifestazione ha ricevuto<br />

l’appoggio incondizionato e<br />

il contributo attivo dalle autorità<br />

di Renens - Losanna,<br />

con in testa il sindaco Anne<br />

Marie Depoisier, oltre ovviamente<br />

al patrocinio della Regione<br />

<strong>Sardegna</strong> tramite l’Assessorato<br />

del Lavoro.<br />

Così dall’idea originaria di<br />

promuovere un solo paese<br />

della <strong>Sardegna</strong>, si è pensato di<br />

coinvolgere una intera zona,<br />

che è quella del Monte Acuto,<br />

che comprende ben 11 paesi.<br />

L’obiettivo della manifestazione?<br />

Semplicemente ci<br />

siamo proposti di far conoscere<br />

la <strong>Sardegna</strong> per quello<br />

che è - dice Francesca - non<br />

solo quella dei Vip, della Costa<br />

Smeralda ( che peraltro<br />

non va disconosciuta ,perché<br />

per tanti anni è stato il nostro<br />

biglietto da visita, soprattutto<br />

per il turismo!), ma la vera <strong>Sardegna</strong>,<br />

quella delle tradizioni,<br />

della cultura, della eno-gastronomia,<br />

ma soprattutto del<br />

carattere del popolo sardo<br />

nella sua quotidianità. È questa<br />

<strong>Sardegna</strong> - conclude Francesca<br />

Fais - che abbiamo voluto<br />

presentare anche ai nostri<br />

giovani di 2° e 3° generazione,<br />

una <strong>Sardegna</strong> di valori<br />

che, nonostante il tempo trascorra,<br />

rimangono sempre radicati<br />

nelle nostre genti e nella<br />

nostra terra.”<br />

Un ringraziamento particolare<br />

Scala ha poi rivolto agli<br />

ospiti venuti dalla <strong>Sardegna</strong>:<br />

al Direttore Generale dell’Assessorato<br />

del Lavoro, dott.<br />

Roberto Neroni, alla signora<br />

Barbara Spignesi in rappresentanza<br />

della ATEM “Emilio<br />

Lussu e delle Associazioni<br />

di tutela, ai presidenti delle<br />

Federazioni dei Circoli<br />

Sardi della Francia e dell’Olanda,<br />

Francesco Laconi e<br />

Mario Agus, e quindi all’Assessore<br />

Matteo Luridiana<br />

“siamo onorati - ha concluso<br />

Scala - della sua qualificata e<br />

gradita partecipazione a questo<br />

importante avvenimento<br />

e per il prezioso aiuto datoci<br />

come assessore per la realizzazione<br />

di questa “Quattro<br />

giorni con la <strong>Sardegna</strong>” .<br />

Ancora ringraziamenti e<br />

scambio di doni ( tra gli altri,<br />

la consegna del gonfalone<br />

del Comune di Buddusò da<br />

parte del sindaco Giovanni<br />

Satta alla presidente del Circolo<br />

“Su Nuraghe”, Francesca<br />

Fais ) e il saluto portato<br />

da Maria Antonietta Mazzone,<br />

a nome dell’intero Consiglio<br />

dei circoli del territorio<br />

del Monte Acuto “con emozione<br />

e orgoglio” che si provano<br />

- ha detto - quando si incontrano<br />

persone della nostra<br />

terra che stanno così lontane<br />

e che ci fanno venire alla<br />

mente ricordi e pensieri di un<br />

passato molto duro e difficile.<br />

E l’orgoglio è tanto, perché<br />

vediamo che sono perfettamente<br />

integrati in questa<br />

realtà economica, ma soprattutto<br />

- ha concluso - sono orgogliosa<br />

perché in questa<br />

terra ricca c’è molto del lavoro<br />

dei nostri emigrati.<br />

E brava Francesca, per<br />

quello che hai fatto per la riuscita<br />

di questa manifestazione,<br />

perché sei giovane e perché<br />

sei donna ; e grazie a<br />

Domenico Scala per tutto<br />

quello che ha fatto e che sta<br />

facendo per gli emigrati sardi<br />

in Svizzera e per far conoscere<br />

questa realtà a noi Sardi residenti”.<br />

All’Assessore Matteo Luridiana<br />

il compito di chiudere<br />

gli interventi.<br />

“Porto il saluto del Presidente<br />

della Regione , Mauro<br />

Pili e del Presidente del Consiglio<br />

Regionale Efisio Serrenti<br />

- ha esordito - e saluto e<br />

ringrazio Domenico Scala e<br />

Francesca Fais e i soci dei<br />

Circoli che in questi anni<br />

hanno fatto tanto per far conoscere<br />

la <strong>Sardegna</strong> nel loro<br />

luogo di residenza e di lavoro,<br />

la Svizzera. La <strong>Sardegna</strong> -<br />

ha proseguito l’Assessore -<br />

ha cercato dal canto suo di<br />

mantenere i legami con i nostri<br />

figli costretti a cercare lavoro<br />

fuori dall’Isola, e se non<br />

fosse stato così - ha sottolineato<br />

l’Assessore - oggi questi<br />

avvenimenti, queste manifestazioni<br />

non sarebbero<br />

potute esistere.<br />

La <strong>Sardegna</strong> - ha proseguito<br />

Luridiana - ha bisogno di<br />

farsi conoscere nel mondo :<br />

abbiamo bellezze naturali<br />

straordinarie, produzioni<br />

d’élite nel settore agro - alimentare<br />

;abbiamo un mercato<br />

potenziale molto alto, ecco<br />

perché stiamo cercando di far<br />

diventare i nostri emigrati<br />

nostri ambasciatori, e questo<br />

progetto si sta realizzando.<br />

Non più serate che finiscono,<br />

ma che durano nel tempo.<br />

Come questa .Vorremmo che<br />

la Regione contasse per voi -<br />

ha concluso Luridiana - come<br />

voi contate per la Regione.<br />

Ringrazio infine tutti coloro<br />

che con impegno e sacrificio<br />

vi hanno permesso di conoscere<br />

la <strong>Sardegna</strong> e quel che<br />

può offrire.A kent’annos !”.<br />

E a conclusione di una manifestazione<br />

coinvolgente non<br />

poteva mancare un finale più<br />

emozionante come la messa celebrata<br />

da padre Luciano e cantata<br />

in sardo dal coro Lachesos<br />

di Mores nelle chiesetta di Renens<br />

affollata di gente e portata<br />

a un lungo applauso finale da<br />

una struggente “Ave Maria”.


IL MESSAGGERO SARDO 19<br />

OTTOBRE 2002<br />

Quest’anno è piovuto.<br />

Una pioggia torrenziale<br />

a pomeriggio<br />

appena iniziato e quando stava<br />

per terminare il pranzo<br />

collettivo consumato sulle<br />

tavole di pietra che circondano<br />

sa corte della chiesa di<br />

San Michele, Santu Migali.<br />

Non è che ci fosse tanta<br />

gente, solo un centinaio di<br />

persone tra sardi, continentali<br />

e stranieri che comunque<br />

hanno gustato l’antipasto di<br />

salsicce e olive, la pasta condita<br />

con ragù di carne, la pecora<br />

bollita, il porcetto arrosto<br />

e un tocco di formaggio.<br />

Acqua e vino.<br />

L’anguria è arrivata quando<br />

si era già in ordine sparso<br />

per la pioggia, riparati sotto<br />

le tettoie, un poco prima che<br />

servissero il caffè e l’acquavite.<br />

Qualcuno ha ricordato la<br />

magnificenza di altri anni<br />

con persone a gruppi, a folle,<br />

a continuare fino a sera il rito<br />

dello stare insieme. Stiamo<br />

parlando del Premio di poesia<br />

sarda di Posada giunto<br />

quest’anno alla ventunesima<br />

edizione. Una durata che è un<br />

buon segnale. Così come è<br />

segnale di grande serietà il<br />

fatto che quest’anno la giuria<br />

abbia deciso di non assegnare<br />

premi, solo menzioni e segnalazioni,<br />

per la poesia in<br />

rima. Troppe ripetizioni,<br />

inattuali arcadie e versi zoppi.<br />

La parola che stenta a farsi<br />

poesia e costituire senso.<br />

Perciò un messaggio da poeti<br />

a poeti: è necessario, per la<br />

sopravvivenza della poesia,<br />

uscire dagli schemi e pensare<br />

e sentire dentro il proprio<br />

tempo con la consapevolezza<br />

di utilizzare una lingua viva e<br />

vitale. Alcuni dei poeti, forse<br />

risentiti, non sono venuti alla<br />

festa. Altri invece si sono<br />

presentati e pure hanno letto<br />

i loro versi. Non la piazza<br />

quest’anno, un suggestivo<br />

scorcio sotto il castello della<br />

Fava, ma l’auditorium della<br />

scuole vicino alla Traversa.<br />

Cerimonia per forza di cose<br />

al chiuso: la pioggia seppur<br />

meno incessante ha continuato<br />

a battere.<br />

La festa dei poeti in limba,<br />

rimata e verso sciolto, si è<br />

consumata in questo lungo<br />

arco di tempo tra la fine del<br />

rito della mensa e la festa serale,<br />

con la recita dei testi<br />

premiati e segnalati da parte<br />

CULTURA<br />

SI RINNOVA A POSADA<br />

LA FESTA DEI POETI<br />

di Natalino Piras<br />

LA “VOCE DEL LOGUDORO”<br />

HA COMPIUTO 50 ANNI<br />

degli stessi poeti. Festa serale<br />

preceduta dal ballo dei ragazzi<br />

e dei grandi in costume,<br />

pitzinnos minores e mannos<br />

e da unu corfu de su tenore<br />

de Posada. Hanno letto i<br />

loro componimenti anche gli<br />

alunni delle scuola media. Ha<br />

presentato e condotto il sindaco<br />

Sebastiano Fiori alternato<br />

nella lettura di testi dei<br />

poeti assenti da Peppino Deledda,<br />

uno dei più anziani del<br />

Comitato.<br />

Il rito della parola poetica<br />

che segue il rito della mensa<br />

ha un suo significato.<br />

Il rito della mensa è cosa<br />

importante in una festa che<br />

come questa dei poeti a Posada<br />

si avvia a diventare tradizionale.<br />

Segna innanzitutto il<br />

benvenuto a s’istranzu e insieme<br />

esprime il grado di civiltà<br />

di una comunità: quest’anno<br />

turbata nel tempo immediatamente<br />

precedente la<br />

festa da cronache di incidenti<br />

mortali e da un assassinio<br />

capitato in paese, solo capitato,<br />

come può accadere. I Posadini,<br />

sindaco e organizzatori<br />

della festa, ci tengono e<br />

dire, e lo rimarcheranno pubblicamente<br />

nella cerimonia<br />

serale, di non essere comunità<br />

violenta. Si sentono bollati<br />

da un marchio che non è<br />

nella loro storia attuale. Insieme<br />

alla pioggia, comunque<br />

ben accetta, il tempo della<br />

festa è servito quest’anno a<br />

elaborare la notizia di una<br />

Posada che non si riconosce<br />

nelle notti dei balordi. Anche<br />

a questo serve la poesia: non<br />

solo a ripetere convenzioni<br />

ma a dare voce al vero dolore<br />

delle persone. Se anche il<br />

dolore diventa fatto identitario<br />

e perciò condivisibile da<br />

Posadini e istranzos che pure<br />

hanno messo la loro firma<br />

per protestare contro l’etichettatura<br />

di gente violenta.<br />

Dovrebbe ancora servire, la<br />

poesia, a riflettere perché comunque<br />

anche in questa civiltà<br />

si consumi a volte parte<br />

del nostro degrado, del nostro<br />

residuo di balentia, incomunicabilità<br />

e sedimentati<br />

rancori. Nel rito della mensa<br />

le voci a tratti indicano, a<br />

tratti cadono. Si inseguono,<br />

si accantonano e poi ritornano.<br />

Certo bisogna separare i<br />

fatti dalle responsabilità di<br />

ciascuno.<br />

Non c’erano tutti a Santu<br />

Migali ma comunque eravamo<br />

in molti. Gente comune e<br />

gente delle istituzioni. Parroci<br />

e viceparroci. E’ venuto<br />

anche il sindaco di Nuoro<br />

IN UN VOLUMETTO LE OPERE<br />

DEI VINCITORI DEL PREMIO<br />

DI POESIA SARDA<br />

Irisultati della 21 edizione<br />

del “Premiu ‘e poesia sarda<br />

Posada” sono leggibili nel<br />

volumetto che contiene i testi<br />

dei premiati, segnalati e menzionati.<br />

Cosa importante, che<br />

ogni anno venga prodotto questo<br />

libretto (l’anno scorso, per<br />

il ventennale, fu un librone).<br />

Questo del 21 è stato pubblicato<br />

con il contributo del Comune<br />

di Posada, della X Comunità<br />

Montana della Baronia ma<br />

anche di singoli cittadini.<br />

Due le sezioni del premio:<br />

poesia rimata e verso sciolto.<br />

Nella prima non è stato assegnato<br />

alcun premio in quanto<br />

la giuria ha riscontrato “temi<br />

triti, scontati, la rima spesso<br />

forzata, troppi gli italianismi”.<br />

Ci sono comunque state menzioni<br />

per Santino Marteddu di<br />

Siniscola per la poesia “Appo<br />

connottu”, Antonio Maria Pinna<br />

di Pozzomaggiore per<br />

“Notte ‘entosa”, Salvatore<br />

Murgia di Macomer per “Tempus<br />

fuidittu”. Segnalazioni per<br />

Salvatore Fancello di Dorgali<br />

con “S’andala ‘e s’allega”,<br />

Angelo Porcheddu di Banari<br />

per “Bentos” e Giulio Cossu di<br />

Tempio per “Vespari chjari”.<br />

Ammirevole il vecchio professore<br />

gallurese che continua a<br />

83 anni suonati a scommettere<br />

sulla poesia e sul suo valore,<br />

La “Voce del Logudoro”,<br />

settimanale cattolico di<br />

informazione locale diffuso<br />

nel Logudoro, Monte<br />

Acuto e Goceano, ha festeggiato<br />

i cinquant'anni.<br />

L’evento è stato celebrato<br />

anche con la pubblicazione,<br />

per i tipi delle Edizioni Diocesi<br />

di Ozieri, di un volume intitolato<br />

“Una Voce” per il Logudoro<br />

e il Goceano 1952-2002,<br />

curato sapientemente da monsignor<br />

Tonino Cabizzosu.<br />

Il libro sottolinea ed evidenzia<br />

il percorso storico della<br />

Voce del Logudoro ed il continuo<br />

confronto che ha consentito<br />

tra la Chiesa e le problematiche<br />

del territorio.<br />

Nelle pagine di “Una Voce”<br />

si snoda una puntuale rievocazione<br />

dei primi cinquanta anni,<br />

la significativa sintonia e operatività<br />

dell’associazionismo<br />

cattolico; la pastorale e lo<br />

spirito missionario (si veda il<br />

caso di don Nanni Carta la<br />

cui storia è stata rievocata recentemente<br />

anche nelle pagine<br />

del Messaggero Sardo); le<br />

realtà locali e le problematiche<br />

del mondo agro pastorale;<br />

l’anticomunismo militante<br />

che caratterizza i primi due<br />

decenni e più della “Voce” e il<br />

collateralismo con la Democrazia<br />

Cristiana; l’evoluzione<br />

lenta sul piano sociale nello<br />

spirito nuovo e innovativo del<br />

Concilio con istanze consiliari<br />

a stimolare partecipazione e<br />

rinnovamento secondo progetti<br />

pastorali mirati alle nuove<br />

problematiche familiari,<br />

sociali e di identità culturale.<br />

Secondo lo spirito della<br />

Costituzione Pastorale Gaudium<br />

e Spes si rileva un sensibile<br />

interessamento alle<br />

specificità del territorio e alla<br />

povertà delle zone del Centro<br />

sulle possibilità di una lingua.<br />

Ammirevole anche per come<br />

ha accettato, motivandolo con<br />

la sua presenza, il verdetto della<br />

giuria, lui poeta pluripremiato<br />

e certo tutt’altro che mestierante.<br />

Nella sezione verso sciolto il<br />

primo premio è andato a Giuseppe<br />

Tirotto di Castelsardo<br />

per la poesia “Che brusta buffadda”.<br />

Seconda piazza al dorgalese<br />

Gonario Carta Brocca<br />

per “Andalas de sonnios” e terzo<br />

posto per Domenico Battaglia<br />

di La Maddalena con<br />

“Passi di carrulanti”.<br />

Le menzioni a Peppino Fogaritzu<br />

di Pattada per “Dolu e<br />

interru de su printzipale”, Antonellu<br />

Bazzu di Sassari per<br />

“Carrasegare”, Antonio Maria<br />

Pala di Torpè per “Melios de<br />

ispera”, Antonietta Demurtas,<br />

bittese trapiantata a Olbia, per<br />

“Sa limba urata” e Domenico<br />

Uccheddu , un ragazzino di<br />

Muravera, per “Apu pensai a<br />

tui”.<br />

Presieduta da Giacomino Zirottu<br />

la giuria era composta da<br />

Gianni Pititu, Sebastiano Pilosu,<br />

Paolo Porru, Ignazio Porcheddu<br />

(che è anche presidente<br />

del Comitato organizzatore),<br />

Pinuccio Giudice Marras,<br />

Paolo Russu, Peppino Deledda,<br />

Giovanni Piga e chi scrive.<br />

mentre quello di Posada serviva<br />

a tavola insieme agli altri<br />

componenti del Comitato.<br />

Un certo effetto faceva sentire<br />

la voce di un continentale,<br />

un lumbard, un padano imparentato<br />

qui a Posada, che,<br />

mestolo in mano, girava per i<br />

tavoli a chiedere se tutto fosse<br />

a posto.<br />

Il rito della mensa collettiva<br />

abolisce i ruoli e insieme<br />

li rafforza, in quello che è ancora<br />

oggi una proponibile recita<br />

dello scambio, una interpretazione<br />

del lavare i piedi<br />

ai pellegrini che arrivavano<br />

al santuario. Così come la<br />

qualità del cibo indica la qualità<br />

del dono, la volontà di<br />

continuare a sorprendere<br />

compaesani e turisti. italiani<br />

e no. Un poco ricorda questo<br />

pranzo dei poeti il pranzo di<br />

Babette dell’omonimo film<br />

dove le pietanze raffinate<br />

servite da una straniera servono<br />

a far parlare la gente di<br />

una comunità chiusa. Parlare<br />

è importante.<br />

Dopo il pranzo c’è stato un<br />

fuori programma. Mentre<br />

quelli del Comitato sparecchiavano,<br />

un gruppo di pattadesi,<br />

tra di loro anche uno dei<br />

poeti menzionati, ha provocato<br />

a cantare un altro gruppo<br />

di persone da loro credute<br />

posadine. La provocazione è<br />

stata fatta in maniera tradizionale,<br />

partendo dal fatto<br />

che i pattadesi avevano sentito<br />

cenni di un canto che sembrava<br />

di Limbudu, loro compaesano.<br />

Solito scambio di ammiccamenti<br />

e contrasti e alla<br />

fine, accordati gli strumenti,<br />

il gruppo dei provocati ha<br />

dato il via a una straordinaria<br />

performance sotto la pioggia.<br />

Solo che non erano posadini<br />

ma di Torpè: Sebastiano<br />

Pilosu, uno dei giurati, Antonio<br />

Maria Pala, un altro dei<br />

menzionati, sa oche Tore<br />

Chessa e alle launeddas Giulio<br />

Pala. Pilosu ha cantato e<br />

suonato la chitarra e sa zampurra,<br />

così a Torpé chiamano<br />

lo scacciapensieri.<br />

Così come la chitarra ha<br />

suonato alternandola su pipiarolu,<br />

lo zufolo di canna,<br />

Antonio Maria Pala. Repertorio<br />

che ha messo insieme<br />

barones sa tirannia, gosos sacri<br />

e profani, convincendo a<br />

muovere qualche passo di<br />

ballo alcuni tra spettatori e<br />

spettatrici.<br />

Poco discosto, Salvatore<br />

Sanna, del comitato organizzatore,<br />

torpeino anche lui, intagliava<br />

zufoli per i bambini.<br />

Se questo non è fare poesia<br />

dite voi.<br />

Se questo non è scommessa<br />

per continuare a mostrare<br />

quanto si è civiltà contemporanea,<br />

cos’altro si può proporre.<br />

Ci sono sempre segnali<br />

e richiami all’ordine per<br />

continuare a credere nella<br />

poesia e in quello che la fa diventare<br />

moneta di scambio,<br />

“monida de alma”.<br />

Nord della <strong>Sardegna</strong> con riferimenti<br />

specifici al “Caso<br />

Goceano” ed alla “Vertenza<br />

Logudoro”.<br />

Docente di Storia della<br />

Chiesa Moderna e Contemporanea,<br />

di Archivistica ed<br />

Ecclesiastica nella Facoltà<br />

Teologica della <strong>Sardegna</strong> e<br />

direttore dell’Archivio Arcivescovile<br />

di Cagliari, monsignor<br />

Tonino Cabizzosu vanta<br />

numerose pubblicazioni<br />

sulla storia ecclesiastica sarda<br />

dell’Ottocento e del Novecento.<br />

A lui, nel suo paese natale<br />

di Illorai, si deve una ricca e<br />

prestigiosa biblioteca attualmente<br />

in fase di catalogazione.<br />

Nel panorama dell’informazione<br />

cattolica in <strong>Sardegna</strong>,<br />

la Voce del Logudoro<br />

affianca per importanza i fogli<br />

“Libertà” e l’”Ortobene”,<br />

rispettivamente di Sassari e<br />

Nuoro.<br />

Dal settembre del 1999<br />

Voce del Logudoro è diretta<br />

da Don Gavino Leone che,<br />

forte delle esperienze maturate<br />

nei primi 50 anni, intende<br />

proiettare il giornale verso<br />

significative e nuove sfide pastorali<br />

e culturali.<br />

Cristoforo Puddu


IL MESSAGGERO SARDO 20<br />

OTTOBRE 2002<br />

Silvano, il dio romano dei<br />

boschi, oppure Caio Silanus,<br />

luogotenente di Cesare? Quale<br />

personaggio della mitologia o<br />

della storia ha alimentato le<br />

leggende sulle origini di Silanus?<br />

Non si può escludere che il<br />

fedelissimo del condottiero romano<br />

possa avere, rispetto alla<br />

divinità, qualche chance in più<br />

«perché Cesare ricompensava i<br />

suoi fedeli cedendo loro la terra.<br />

Però non lo sappiamo con esattezza».<br />

Per Giuseppe Runchina,<br />

docente di matematica all’istituto<br />

tecnico di Macomer, le ipotesi<br />

sono tante ma solo alcune suffragate<br />

da riscontri obiettivi.<br />

Come, ad esempio, quando si<br />

sostiene che inizialmente Silanus<br />

fosse posta verso Bortigali.<br />

Una tesi non del tutto campata<br />

in aria e suffragata dalla scoperta<br />

di una necropoli durante i lavori<br />

di realizzazione della strada<br />

ferrata Macomer-Nuoro. Importanti<br />

resti archeologici che<br />

avrebbero potuto aprire un capitolo<br />

nella storia di Silanus ma<br />

che qualche irresponsabile fece<br />

distruggere. Poi, in seguito a<br />

una pestilenza, Silanus si trasferì<br />

più a monte, a sinistra dell’attuale<br />

cava; lì sono state trovate<br />

monete romane.<br />

Silanus aveva un’economia<br />

agropastorale; c’erano boschi<br />

con alberi giganteschi i cui tronchi<br />

potevano essere abbracciati<br />

da una catena umana formata da<br />

molte decine di persone. Di certo,<br />

pastorizia e allevamento di<br />

suini erano voci importanti per<br />

la sopravvivenza del paese, tanto<br />

che i bambini avevano il compito<br />

di raccogliere nel bosco le<br />

ghiande per i numerosi maiali. E<br />

inoltre la coltivazione del grano.<br />

Che spesso provocava qualche<br />

contrasto fra agricoltori e pastori<br />

i quali erano circondati dai<br />

campi coltivati e dovevano stare<br />

giorno e notte a sorvegliare il<br />

bestiame. Da qui, piccoli screzi<br />

che alcune volte sono sfociati in<br />

atti non certamente edificanti.<br />

I contadini di Silanus coltivavano<br />

anche fave, ceci, fagioli e<br />

orzo. «Quando era il periodo<br />

delle aie –racconta Giuseppe<br />

Runchina-, noi ragazzi eravamo<br />

addetti a seguire il giogo che trascinava<br />

una pietra che serviva<br />

per aprire il chicco. E su questa<br />

fase del lavoro c’è un anédotto:<br />

PAESI DI SARDEGNA (3)<br />

LE ORIGINI<br />

MITOLOGICHE<br />

DI SILANUS<br />

un vecchio fattore della vigna di<br />

mia suocera, Costantino Cappai,<br />

figura molto caratteristica,<br />

uomo alto, bel paio di baffi, mi<br />

raccontava che prima del ‘900 i<br />

ragazzi, dopo il lavoro nell’aia,<br />

dovevano portare i buoi al pascolo<br />

mentre le donne preparavano<br />

la pastasciutta. Raccontava<br />

che prima di portare i buoi al<br />

pascolo si riempiva le tasche di<br />

maccheroni, ovviamente conditi<br />

non solo con il formaggio, non<br />

solo con il sugo ma anche con<br />

abbondante polvere. E, diceva<br />

lui, erano molto buoni. Questo<br />

per inquadrare l’ambiente e le<br />

condizioni di vita, quando vi<br />

erano grossissimi problemi di<br />

sopravvivenza». Agli inizi del<br />

Novecento, gli abitanti di Silanus<br />

e della maggioranza dei paesi<br />

della <strong>Sardegna</strong> non se la passavano<br />

molto bene. L’economia<br />

era in mano a poche persone.<br />

Chi per eredità o chi perché aveva<br />

fatto affari. E i più erano<br />

di Gianni Perrotti<br />

“servi della gleba” che spesso<br />

per sfamarsi utilizzavano i semi<br />

conservati per la semina. Poi c’è<br />

stato un fenomeno che ha cambiato<br />

il paese: l’emigrazione. La<br />

prima, che ha preceduto la prima<br />

guerra mondiale, con tendenza<br />

verso l’America del Sud,<br />

quando un giovane di Silanus<br />

finì addirittura nella Terra del<br />

Fuoco. Da che cosa ha avuto origine<br />

l’emigrazione? Di certo<br />

dalla necessità, dalla fame.<br />

C’era una mortalità e una morbilità<br />

infantile eccezionalmente<br />

alte. «Il nonno di mia moglie –<br />

ricorda Runchina- era medico<br />

condotto, prima a Sarule, poi a<br />

Silanus. E teneva le schede dei<br />

pazienti: sarebbe interessante<br />

fare una ricerca sulle cause di<br />

morte in quel periodo. Una seconda<br />

corrente migratoria, dopo<br />

la grande guerra, si diresse verso<br />

il Nord America, l’Australia e<br />

molti nel bacino mediterraneo:<br />

Libia, Tunisia. La terza corrente<br />

migratoria dopo la seconda<br />

guerra mondiale, in Italia settentrionale<br />

e in Europa».<br />

Le migrazioni, tutte indistintamente,<br />

hanno inciso profondamente<br />

nel tessuto sociale di Silanus.<br />

E soprattutto nell’economia<br />

del paese che iniziò a reggersi<br />

sulle rimesse degli emigrati.<br />

Quelli che rientravano avevano<br />

acquisito una mentalità nuova,<br />

diversa. Si verificò la tendenza a<br />

modificare le case, oppure all’acquisto<br />

di vecchi edifici che cercavano<br />

di riattare. Iniziò a prosperare<br />

l’attività edilizia. E non fu un<br />

avvenimento di poco conto. Vicino<br />

a Silanus, a Codes, c’erano<br />

le cave di basalto, utilizzato prevalentemente<br />

per costruzione. In<br />

più con l’amministrazione Aielli<br />

ci fu l’espansione del paese.<br />

Ecco, le rimesse degli emigrati<br />

fecero tutto questo. Ma c’è anche<br />

l’aspetto sociale: l’emigrante che<br />

rientrava e vedeva come si continuava<br />

a vivere faceva i confronti<br />

con il paese che lo aveva ospitato<br />

e si impegnava per modificare<br />

le cose. Oggi Silanus ha avuto,<br />

come tutti i paesi della zona, la<br />

fortuna e la sfortuna di essere vicino<br />

a Ottana. «Non voglio fare<br />

polemiche –dice Giuseppe Runchina-<br />

sappiamo come è nata e<br />

purtroppo stiamo assistendo a<br />

come muore. Probabilmente se<br />

anziché costruire tutta quella<br />

roba, avessero costruito piccoli<br />

invasi e irrigato bene tutta la piana,<br />

la situazione sarebbe diversa.<br />

Anche perché, e questo mi addolora<br />

dirlo, i nostri pastori non<br />

sempre colgono l’occasione propizia<br />

per migliorarsi. Non c’è cooperazione,<br />

siamo troppo individualisti.<br />

Forse è l’isolamento? La<br />

risposta la lasciamo ai sociologi.<br />

Prospettive di sviluppo? O nel<br />

terziario o nelle industrie di manufatti<br />

edili, ma sono attività di<br />

poco conto».<br />

Né si può dire che Silanus abbia<br />

un artigianato tradizionale.<br />

Le donne tessevano ma non tanto<br />

da creare un’industria come è<br />

stato, e forse lo è ancora, a Nule.<br />

Il pane si faceva in casa ma per le<br />

sole esigenze e necessità domestiche.<br />

A Silanus qualcuno faceva<br />

il carbone ma i carbonai non<br />

erano di Silanus. Il paese aveva<br />

tutti gli artigiani ma servivano<br />

per il fabbisogno della comunità.<br />

La principale attività del paese<br />

era legata al mondo agropastorale.<br />

Attività che oggi rappresenta<br />

più un handicap che una base imprenditoriale.<br />

L’unica che continui<br />

è la pastorizia perché l’agricoltura<br />

è scomparsa. Ma purtroppo<br />

Silanus è un paese di vecchi;<br />

ha quasi tremila abitanti. «Non si<br />

può –conclude amaramente<br />

Runchina- far scomparire un paese<br />

e la sua storia: ogni pietra ha<br />

la sua storia. E non possiamo<br />

cancellarla: chi rinnega la storia,<br />

rinnega se stesso. Ed è tragico. Il<br />

fatto che molti giovani non parlino<br />

il dialetto è una cosa che grida<br />

vendetta. Io non sono per l’indipendenza.<br />

Me ne guardo bene,<br />

noi sardi faremmo ridere i polli<br />

se con l’economia che tende a diventare<br />

globale restiamo nel particolare.<br />

Però devo tenere viva la<br />

mia identità, la mia cultura, le<br />

mie origini. Questo sì. E noi in<br />

fatto di cultura non penso che<br />

siamo secondi a tante regioni<br />

italiane».<br />

PAESI DI SARDEGNA (4)<br />

ARBOREA UN ANGOLO<br />

DI VENETO<br />

IN SARDEGNA<br />

Quando ci fermiamo nella<br />

piazza principale di<br />

Arborea, nel viaggio da<br />

Oristano verso Terralba e il<br />

Medio Campidano, viene<br />

spontaneo chiedersi se non siamo<br />

per caso capitati in un paese<br />

del continente: dall’aspetto<br />

stesso della piazza, occupata<br />

quasi per intero da un giardino<br />

sempre fiorito, ai lineamenti<br />

degli edifici, con i tetti spioventi<br />

come in montagna, tutto<br />

indica che non ci troviamo in<br />

uno dei soliti villaggi dell’isola,<br />

sorti con povere case nel<br />

periodo medioevale. E poi<br />

quella scritta sul campanile, a<br />

prima vista misteriosa, Resurgo<br />

(“Risorgo”, “Torno a vivere”),<br />

che poi torna anche nello<br />

stemma del comune.<br />

In realtà nell’isola tutti sanno,<br />

almeno genericamente,<br />

che la vicenda di Arborea è<br />

molto diversa, e tutta racchiusa<br />

in un arco di tempo molto<br />

più breve di un secolo.<br />

La prima data da citare è il<br />

1918, quando venne costituita a<br />

Milano la Società Bonifiche<br />

Sarde, con l’intento di riportare<br />

alla luce tutto questo territorio,<br />

ricoperto da epoca immemorabile<br />

da una distesa di acque paludose.<br />

Gli studi accertarono<br />

che provenivano dal rio Mogoro,<br />

che discende dal monte<br />

Arci, e fu ben presto costruita<br />

una diga per regolamentarle;<br />

ma non bastava, perché buona<br />

parte delle terre sono sotto il livello<br />

del mare: per questo fu installata<br />

una potente idrovora,<br />

che da allora getta nel mare le<br />

acque, raccolte in un razionale<br />

sistema di canali.<br />

Quindi i campi furono suddivisi<br />

in poderi, affidati ad assegnatari<br />

giunti quasi tutti dal<br />

Veneto, furono impiantate lunghe<br />

file di eucalipti per proteggere<br />

le colture; e vennero erette<br />

le cascine, mentre nel luogo<br />

scelto come centro sorgevano<br />

soltanto i locali di aggregazione<br />

ed i servizi; il tutto in modo<br />

da indurre i contadini – al contrario<br />

di quanto avviene solitamente<br />

in <strong>Sardegna</strong> – a risiedere<br />

sul luogo del loro lavoro.<br />

Nel 1931 Arborea fu fatta<br />

comune autonomo, ma in un<br />

primo tempo col nome di Mussolinia,<br />

che avrebbe sostituito<br />

nel dopoguerra; ed ebbe inizio<br />

la sua vicenda fortunata, grazie<br />

a una serie di elementi favorevoli:<br />

la fertilità delle terre<br />

e la laboriosità dei coloni, soprattutto.<br />

Nel giro di pochi decenni<br />

di Salvatore Tola<br />

queste terre hanno raggiunto<br />

tutta una serie di primati, sia<br />

nell’allevamento bovino che<br />

nelle coltivazioni. Nelle stalle<br />

di Arborea crescono dei capi<br />

vaccini dalla grande produttività,<br />

anche 30 e persino 50 litri<br />

di latte al giorno, tanto che<br />

la Latteria Sociale 3A distribuisce<br />

i suoi prodotti in tutta<br />

l’isola. Il territorio è diventato<br />

famoso per la produzione non<br />

solo dell’erba medica, dei pomodori<br />

(sino a 1200 quintali<br />

ad ettaro) e di altri ortaggi, ma<br />

anche e in particolare delle fragole<br />

e delle angurie.<br />

Per questi prodotti, in particolare<br />

per gli ultimi due, vengono<br />

organizzate delle sagre<br />

che attirano molti visitatori,<br />

come accade anche per la fiera<br />

annuale del bestiame e per una<br />

celebrazione invernale che<br />

viene dedicata giustamente, in<br />

una zona abitata per il 75% da<br />

veneti, alla polenta.<br />

In queste occasioni vengono<br />

esposte alcune delle macchine<br />

che furono usate per la bonifica<br />

e per le prime coltivazioni.<br />

Anche Arborea sente infatti il<br />

bisogno di tornare indietro<br />

lungo la sua vicenda storica,<br />

anche se così breve.<br />

Ma il territorio era stato abitato<br />

anche nelle epoche più<br />

lontane, prima che le acque<br />

paludose lo ricoprissero; per<br />

rendersene conto basta recarsi<br />

al Comune, dove in alcune vetrine<br />

al primo piano sono conservati<br />

i reperti archeologici<br />

rinvenuti durante i lavori di<br />

bonifica.<br />

Sono oggetti in metallo, vetro<br />

e ceramica, per i quali si<br />

renderebbe necessaria la sistemazione<br />

in un locale apposito.<br />

Il “pezzo” di spicco è un<br />

askos, ossia un piccolo vaso<br />

per contenere liquidi, che raffigura<br />

il volto di una ragazza.


Nei libri di testo adottati<br />

nelle scuole dell’obbligo<br />

e alle medie superiori<br />

la realtà storica della nostra<br />

isola è quasi del tutto cancellata.<br />

Basta sfogliare i manuali<br />

delle discipline preposte per<br />

verificare come le vicende riguardanti<br />

la seconda isola del<br />

Mediterraneo non abbiano il<br />

minimo risalto (a parte qualche<br />

riferimento marginale trattato<br />

in poche righe). Per ovviare<br />

a queste lacune, già a partire<br />

dagli anni Trenta, sono state<br />

scritte opere da studiosi isolani<br />

con lo scopo di proporre ai<br />

giovani diversi aspetti della<br />

loro terra. Ma non sempre gli<br />

insegnanti hanno abbinato ai<br />

testi nazionali quelli regionali,<br />

anche perchè i programmi ministeriali<br />

non lo imponevano.<br />

Solo in tempi recenti, la legislazione<br />

scolastica, dalle elementari<br />

ai licei, ha espressamente<br />

invitato i docenti a portare<br />

in primo piano la storia,<br />

l’ambiente, l’arte della regione<br />

di appartenenza. Sensibili, a<br />

questo richiamo, diverse case<br />

editrici hanno varato opere affidate<br />

a esperti di quella che i<br />

Francesi hanno chiamato microstoria.<br />

L’ultima ad averlo<br />

fatto è la Laterza di Bari, che<br />

ha proposto dei volumetti –<br />

uno per ciascuna classe delle<br />

superiori – incentrati sulle vicende<br />

delle regioni d’Italia.<br />

Per la <strong>Sardegna</strong> questo incarico<br />

è stato affidato a Manlio<br />

Brigaglia, che con la collaborazione<br />

di Attilio Mastino e<br />

Gian Giacomo Ortu ha approntato<br />

cinque agili testi dal titolo<br />

Storia della <strong>Sardegna</strong>, i quali<br />

abbracciano un arco di tempo<br />

compreso tra la Preistoria e i<br />

giorni nostri. Per attuare questa<br />

iniziativa sono stati coinvolti<br />

parecchi specialisti – per<br />

lo più docenti delle Università<br />

di Cagliari e Sassari – ognuno<br />

dei quali ha tracciato il profilo<br />

di un periodo storico diverso.<br />

PARLIAMO DELLA SARDEGNA<br />

CULTURA<br />

Iniziativa<br />

della Laterza<br />

per colmare un<br />

vuoto sulle<br />

vicende<br />

dell'Isola<br />

OTTOBRE 2002<br />

a cura di Manlio Brigaglia<br />

LA STORIA DELLA SARDEGNA<br />

PER LE SCUOLE<br />

CURATA DA MANLIO BRIGAGLIA<br />

di Giovanni Mameli<br />

Ma c’è di più: per offrire ai<br />

giovani un panorama ampio si<br />

è dato risalto anche alle vicende<br />

letterarie e a quelle della<br />

storia dell’arte, al dibattito politico<br />

sull’autonomia e al nodo<br />

irrisolto della lingua sarda.<br />

Insomma, l’immagine globale<br />

che si è voluta proporre<br />

presenta una <strong>Sardegna</strong> a tutto<br />

tondo, nella quale interagiscono<br />

politica e cultura, economia<br />

e ambiente naturale. Al riguardo<br />

Brigaglia scrive nel capitolo<br />

Cronache nel secondo Novecento:<br />

«Anche per la <strong>Sardegna</strong><br />

l’evento più importante<br />

del decennio finale del secolo<br />

è la nascita dell’Unione europea.<br />

Il processo di centralizzazione<br />

verso Strasburgo e Bruxelles<br />

di molta parte delle decisioni<br />

fondamentali per lo<br />

sviluppo del Continente pone<br />

molti interrogativi non solo<br />

sullo sviluppo dell’autonomia<br />

regionale sarda, ma anche su<br />

quello della stessa <strong>Sardegna</strong>,<br />

tanto più che a questo processo<br />

di centralizzazione “europeo”<br />

si accompagna quello<br />

della globalizzazione dell’economia<br />

su scala planetaria».<br />

In queste affermazioni conclusive<br />

è contenuto il senso di<br />

un processo storico millenario<br />

che ha portato la <strong>Sardegna</strong>,<br />

nelle varie epoche, da un ruolo<br />

subalterno (frutto di diverse<br />

dominazioni straniere) a una<br />

piena indipendenza politica e<br />

amministrativa, sia pure condizionata<br />

da rapporti di interazione<br />

con l’Italia e la Comunità<br />

europea. In altre parole la<br />

nostra isola, grazie allo statuto<br />

speciale, è diventata una piccola<br />

patria libera di legiferare<br />

in tanti settori dell’economia,<br />

dell’ambiente e della cultura.<br />

21<br />

Si è fatto un buon uso o un<br />

cattivo uso di questi strumenti,<br />

supportati da contributi dello<br />

Stato e della Comunità europea?<br />

A una simile domanda gli<br />

storici non danno risposte definitive,<br />

dal momento che si<br />

tratta di questioni aperte, suscettibili<br />

di svolte in positivo o<br />

in negativo. Ripercorrendo le<br />

vicende storiche del passato –<br />

raccontate da Alberto Moravetti,<br />

Raimondo Zucca, Pier<br />

Giorgio Spanu, Giuseppe Meloni,<br />

Giulio Paulis, Giovanni<br />

Lupinu, Roberto Coroneo,<br />

Bruno Anatra, Gianfranco<br />

Tore, Giovanni Murgia, Francesco<br />

Manconi, Luciano Carta,<br />

Luisa Maria Plaisant, Raimondo<br />

Turtas, Luciano Marrocu,<br />

Simone Sechi, Sandro<br />

Ruju, Paola Pittalis, Salvatore<br />

Tola, Manlio Brigaglia, Attilio<br />

Mastino e Gian Giacomo Ortu<br />

– si ha la percezione di uno<br />

sviluppo di eventi contrassegnati<br />

da un intreccio quanto<br />

mai ricco di fermenti. Da un<br />

lato c’è stata un’apertura verso<br />

il mondo esterno (specie nelle<br />

fasce costiere dell’isola) per<br />

un altro verso si è conservato<br />

un patrimonio culturale dai<br />

tratti fortemente autoctoni, che<br />

resiste e rende la <strong>Sardegna</strong> –<br />

agli occhi dei visitatori – diversa<br />

da tutte le altre isole del<br />

Mediterraneo. Questa dialettica<br />

ancora oggi attiva, anche<br />

nel campo letterario e delle arti<br />

visive, costituisce un contrassegno<br />

del quale bisogna tener<br />

conto quando ci si addentra in<br />

questioni centrali che coivolgono<br />

studiosi dei diversi<br />

aspetti della realtà isolana.<br />

Ma anche insegnanti e studenti<br />

dovrebbero essere consapevoli<br />

di una simile articolazione<br />

per evitare stereotipi o<br />

semplificazioni che rischiano<br />

di distorcere una memoria<br />

storica con la quale bisogna<br />

fare i conti, se si vuole capire<br />

meglio il presente.<br />

CULTURA<br />

L'UMANITÀ DENTRO IL LAGER<br />

DIARIO DI PIETRO TOLA<br />

di Natalino Piras<br />

Cosa c’è di meglio, per un<br />

figlio, che sottrarre alla<br />

dimenticanza chi fu il<br />

padre e quanto seppe, in tempi<br />

bui, essere uomo pieno di umanità.<br />

Qui i figli sono due, Giovanni<br />

e, firma molto conosciuta<br />

anche in questo giornale,<br />

Salvatore Tola. Il togliere dalla<br />

dimenticanza lo hanno fatto<br />

curando il diario del padre Pietro,<br />

da poco pubblicato dalla<br />

Cuec nella collana Storie di<br />

vita in collaborazione con<br />

l’Istituto sardo per la Storia<br />

della Resistenza e dell’Autonomia.<br />

Titolo-guida del libro:<br />

Il lager nel bosco. Due anni di<br />

lavoro forzato nei campi di<br />

concentramento tedeschi (157<br />

pagine, euro 10,50). Dice<br />

Manlio Brigaglia nella prefazione,<br />

in qualche maniera capovolgendo<br />

il famoso se questo<br />

è un uomo di Primo Levi,<br />

autobiografia dell’orrore di<br />

Auschwitz, che Pietro Tola<br />

“sì, questo è un uomo”. Lo<br />

dice al presente, nonostante il<br />

protagonista della vicenda narrata<br />

in questo libro sia scomparso<br />

nel 1979 e nonostante<br />

l’arco di narrazione vada dal<br />

1943 al 1945. Pietro Tola, allora<br />

trentottenne, guardia di finanza,<br />

attraversa in toto la tragedia<br />

della seconda guerra<br />

mondiale.<br />

Da militare fa in tempo a<br />

conoscere di quanta cialtrona<br />

inconsistenza fossero fatti gli<br />

eserciti di Mussolini (altro<br />

che dichiarare guerra a Francia<br />

e Inghilterra e minacciare<br />

di spezzare le reni alla Grecia!)<br />

e poi dopo l’8 settembre<br />

finisce insieme a molti altri<br />

italiani nella rete dei tedeschi,<br />

alleati fino al 25 luglio del<br />

1943, giorno della caduta del<br />

fascismo. Pietro Tola è uno<br />

dei 600 mila IMI, Internati<br />

Militari Italiani, avviati ai<br />

campi di prigionia e di lavoro<br />

della Germania nazista. Il popolo<br />

tedesco sente di aver<br />

perduto la guerra eppure è<br />

ancora succube e esecutore<br />

dei piani di dominio e di sterminio<br />

di Hitler. Con inumana<br />

ferocia lega a questa sua sorte<br />

di “resistenza” centinaia di<br />

migliaia di ostaggi provenienti<br />

da diversi paesi dell’Europa<br />

da loro occupata.<br />

Pietro Tola, pastore-contadino<br />

thiesino trapiantato in Romagna<br />

dove si è sposato con<br />

Laura Magnani, è in questa<br />

moltitudine di perduta gente.<br />

Si salverà e tornerà a casa per<br />

riabbracciare la moglie e il<br />

piccolo Salvatore, perché<br />

sorretto da una forza d’animo<br />

e da una fede, in Dio e nella<br />

Madonnina di Montenero,<br />

che gli fanno attraversare il<br />

campo di Homburg e il bosco<br />

di Musbach ridotto da uomo a<br />

schiavo, forza-lavoro, solo<br />

per questo sostentato, dei tedeschi<br />

che vogliono continuare<br />

la guerra e con questa<br />

rendersi vieppiù fautori di distruzione<br />

e di stermini. A differenza<br />

dei campi di concentramento<br />

per ebrei, zingari e<br />

oppositori politici, luoghi<br />

chiusi e di soluzione finale, il<br />

lager dove Pietro Tola visse<br />

principalmente dall’autunno<br />

del 43 ai primi mesi del 1945<br />

è un bosco della Renania<br />

dove insieme ad altri commilitoni<br />

come lui prigionieri abbatte<br />

alberi dal giorno alla<br />

notte. L’alternativa sono la<br />

fabbrica e lavori di manutenzione<br />

di strade e fognature<br />

dei paesi circostanti, con i<br />

“civili” che li osservano ostili<br />

e diffidenti. Certo c’è più<br />

“libertà” rispetto ad Auschwitz<br />

e Dachau ma come in<br />

quei luoghi diventati simbolo<br />

globale dell’abominio anche<br />

in questi campi attraversati<br />

da Pietro Tola ci sono la<br />

fame, gli stenti, il pericolo e<br />

la tema delle malattie.<br />

Ci sono la disumanità delle<br />

sentinelle e degli stessi compagni<br />

di prigionia cui si contrappone,<br />

giorno dopo giorno,<br />

la capacità di credere nella<br />

fine della guerra, come esito<br />

naturale. È questo credito<br />

alla speranza, documentato<br />

in fogli di quaderno scritti a<br />

penna e in mancanza, a matita,<br />

che mette Pietro Tola<br />

come referente per i compagni<br />

che con lui vissero l’nferno<br />

e per i figli che quelle pagine<br />

mettono insieme, molti<br />

anni dopo. La tecnica di costruzione<br />

di questo libro è appunto<br />

quella di seguire il racconto<br />

del protagonista,<br />

l’estenuazione e l’attesa, alternandola<br />

con ricuciture di<br />

carattere storico: a dire dei<br />

fatti grandi, pure avvertiti nel<br />

lager, che contengono il terribile<br />

quotidiano che vissero<br />

Pietro e tanti altri come lui e<br />

da lui, pure italiani, distanti.<br />

Un fatto rivela questa differenza<br />

di sentire umanità dell’inferno:<br />

Pietro Tola, lo testimonia<br />

il commilitone e sodale<br />

Paolo Bianco, era l’unico<br />

a dividere il contenuto dei<br />

pacchi, ogni ben di Dio, se e<br />

quando arrivavano da casa.<br />

Altra erano l’educazione e la<br />

caratura, lui continuamente<br />

disilluso dalla disumanità.<br />

Elemento importante di<br />

questo diario, che è anche un<br />

libro di viaggio, sono i treni.<br />

Segno di invagonamento ma<br />

anche di ritorno. Per ricostruire<br />

quanto in sua assenza è<br />

stato completamente distrutta,<br />

la Ca’ Rossa minata dai<br />

tedeschi.<br />

E molto altro c’è in questo<br />

libro che come dice Brigaglia<br />

è di “educazione insieme civica<br />

e morale”. Un libro di<br />

testo. Per il contenuto e per<br />

lo stile, un dato che la dice<br />

lunga sulla capacità dei padri<br />

di insegnare ai figli.


Ci è arrivata da Asti una<br />

simpatica lettera della signora<br />

Anna Asciutto, appassionata<br />

di poesia come il marito, che<br />

di cognome di chiama Longu<br />

ed appartiene ad una famiglia<br />

di poeti di Bolotana; purtroppo<br />

non ha conservato nessuna<br />

composizione di suo pare,<br />

mentre quelle di un suo zio,<br />

Costantino, sono state raccolte<br />

in un volume a cura dei figli,<br />

che lo hanno presentato<br />

nel luglio del 2000 con una<br />

grande festa alla quale hanno<br />

chiamato amici e parenti. Il<br />

volume si intitola Rimas mias,<br />

conta 156 pagine, costa<br />

20.000 lire e può essere richiesto<br />

a Vittorio Longu, via<br />

Stazione 64, 08011 Bolotana (Nuoro),<br />

telefono 339.1081274.<br />

È stato curato da Giovanni Piga, il<br />

noto poeta nuorese, che in una bella<br />

prefazione in sardo racconta tra l’altro<br />

chi era Costantino Longu. Nato<br />

nel 1904, aveva frequentato poche<br />

scuole e poi era dovuto andare a lavorare:<br />

«Dae minoreddu at comintzadu<br />

a facher su pastore in sos sartos<br />

PARLANDO IN POESIA<br />

OTTOBRE 2002<br />

LE<br />

ULTIME<br />

RIME<br />

de Bolotana»; ed aveva poi conosciuto<br />

vari mestieri, sempre attaccato<br />

al lavoro, come dice in alcuni versi:<br />

«Est su tribagliu fecundu e costante<br />

/ fonte de bene pro s’umanidade;<br />

/ est dae su bratzu de su tribagliantre<br />

/ chi dipendet sa prosperidade».<br />

Aveva avvertito sin da giovane la<br />

passione per la poesia, e si era dato<br />

a cura di Salvatore Tola<br />

22<br />

allo studio per conoscere meglio la<br />

storia, la mitologia, la letteratura;<br />

aveva così maturato le competenze<br />

necessarie per poter salire sul palco<br />

insieme ai migliori improvvisatori<br />

del suo tempo, Tucconi, Piras, Piredda,<br />

Sassu, Sotgiu. Allo stesso<br />

tempo mandava avanti una produzione<br />

“a tavolino” composta di modas<br />

e altre retrogas, e poi sonetti, ottave,<br />

gosos. Opere in cui, scrive<br />

Piga, esprimeva il proprio<br />

cuore, «unu coro apertu, solianu,<br />

prenu de amore, de pache<br />

e affettu pro sa famillia,<br />

pro sa bidda, pro sa natura».<br />

Dopo la sua morte, avvenuta<br />

nel 1978, i figli hanno coltivato<br />

l’idea di raccogliere in un<br />

volume questo patrimonio di<br />

versi, e il progetto è giunto a<br />

compimento, dicevamo, nel<br />

2000.<br />

Dal libro la nostra lettrice<br />

ha trascritto nella sua lettera<br />

due testi; infatti, come ci racconta,<br />

è anche lei molto appassionata<br />

di poesia sarda, per<br />

quanto sia siciliana: «So leggere<br />

le vostre poesie e mi<br />

piacciono tanto».<br />

Pubblichiamo quasi per intero la<br />

seconda delle composizioni, quella<br />

che il poeta aveva scritto negli ultimi<br />

anni di vita per dire della vecchiaia<br />

e della malattia; e la facciamo<br />

seguire da altri versi nei quali i nostri<br />

lettori ci dicono di sé, dei propri<br />

sentimenti e ricordi, della propria<br />

biografia.<br />

SAS URTIMAS RIMAS<br />

Sunu settantachimbe sos Nadales<br />

cun custu sos chi deo apo connotu:<br />

primma solennes mi parian totu<br />

cando sa gioventude possedia,<br />

como so ’ezzu e non bezzu ebbia<br />

ma ’ezzu so e garrigu de males!<br />

Sunu battordigh’annos chi resisto<br />

a custu male chi non tenet cura<br />

ma como, cando penso a coment’isto,<br />

non nego, m’aumentat sa paura;<br />

e nde tenzo resone si m’attristo,<br />

ca so seguru ch’in sa sepoltura<br />

che poto ruer dae ora in ora<br />

mentres disizo de viver ancora.<br />

Non poto fagher peruna faina,<br />

so passande sas dies troppu malas;<br />

sa vida mia la passo in coghina<br />

e a inzottu che pigo in sas iscalas.<br />

Cando su male mi ’enit de s’angina<br />

dae pettorras che passat a sas palas:<br />

cand’istat su dolore a si che franghere<br />

che pitzinneddu mi faghet pianghere.<br />

Costantino Longu<br />

FATTU SOS MASONES<br />

Da minore in campagna so istadu<br />

pastorighende fattu sos masones,<br />

giogaia cun canes e anzones,<br />

che anzone m’aiana istittadu,<br />

poi leggia sas cantones<br />

de Padre Luca Cubeddu giamadu,<br />

pro me non b’aiat mezus cosa<br />

intitulada Gerusalemme vittoriosa.<br />

Pietrino Canu<br />

SA PASSENTZIA ’E MAMA<br />

Cando appo a pagare su dolore,<br />

cando appo a pagare cussa pena,<br />

cando appo assuttare su sudore,<br />

cando la torro a bier cussa vena,<br />

cando at a torrare cuss’amore<br />

cando cantaias a boghe serena.<br />

Ca non bastat dinari ne perdonu<br />

de custa vida chi m’as dau in donu.<br />

Francesco Soru<br />

IL GIARDINO CHIUSO<br />

NEL CUORE<br />

Un vento d’amore sfoglia all’indietro<br />

pagine di diario scritte tra solitudini<br />

calcinate in un sud di assetati silenzi.<br />

La speranza, ebbra d’illusione, cerca<br />

smarriti feticci di felicità, l’immagine<br />

che gli occhi giurano di riconoscere<br />

sotto il tulle livido della realtà.<br />

È il piccolo giardino chiuso nel cuore,<br />

con gigli e gerani, cespugli di rose,<br />

alberelli di cedrina e melograno.<br />

Ma gracchiano corvi di magie dileguate<br />

tra rami di un presente che non perdona.<br />

Luigi Cabras<br />

BALENTE IN GIOVENTUDE<br />

Mi che so imbetzande lente lente<br />

e de sos annos intendo su pesu,<br />

como appo sa fortza mesu mesu,<br />

m’est mancande de sa vista sa currente.<br />

In gioventude ja fippo balente<br />

e non timia de leare pesu,<br />

so chena fune ja mi parzo presu,<br />

custu lu naro e non lu cret sa zente!<br />

Gai est sa vida ’e s’omine antzianu,<br />

a sa etzesa est una cumbatta,<br />

est finidu pro tottu su ’eranu!<br />

Ca paret custa una cosa fatta<br />

e su destinu de s’essere umanu,<br />

ca de pagare ch’at s’ultima rata!<br />

Micheli Morittu<br />

SA VIDA MIA<br />

Nadala, Capodannu e Epifania<br />

passad’appo faghinde su pastore,<br />

parte allegru e in malumore,<br />

oramai cust’est sa vida mia;<br />

e fra gioia e tribulia<br />

appo a su mistieri tantu amore,<br />

a sos tempos cando fia minore<br />

atter’iscelta fagher non podia.<br />

Po passatempus calchi poesia<br />

fatto cuntentu e cun lamentos<br />

in settantabattor annos ch’app’in manu.<br />

Sas tempestas mi ana postu energia<br />

e ancora sa muida de sos bentos<br />

non timo ca m’agatto fort’e sanu.<br />

Pasquale Corrias<br />

UNA MARIPOSA<br />

Appo sedalzadu annos e annos<br />

su riu de sa vida<br />

morighende abbas fungudas,<br />

grogads de limu,<br />

chilchende filos de oro,<br />

colende tra-e sas manos boidas<br />

isperantzias faulalzas.<br />

Mi so frimmadu como,<br />

istraccu mortu,<br />

a mirare una mariposa<br />

cun sas alas pintadas<br />

cun piughere de oro,<br />

bolende tra-e sos rattos<br />

de una fozagra.<br />

Franco Emanuel Solinas<br />

SU CADDITTU DE CANNA<br />

So pensende a cando pitzinnu fia,<br />

chi fia che a tantos poverittu,<br />

sa notte subra s’istoja drommia<br />

e pro mi sere bi fit su banchittu.<br />

E pro zogare babbu mi faghia’<br />

de ferula sos boeddos, su carrittu,<br />

e de canna mi faghia su caddittu<br />

e poi cun sos pes meos lu curria.<br />

E tenia de canna su fusileddu,<br />

sas truveddas cun su pippiriolu,<br />

poi sa matraccula cun su riu rau.<br />

Sa bardufula ballaia cun s’ispau,<br />

a lunamonta brincaia che crabolu,<br />

custos fin zogos de s’antigu piseddu.<br />

Berteddu Craba<br />

SU SAMBEN DE SAS VENAS<br />

A bortas non cherio esser sardu<br />

ne esser fizu a sa terra isolana,<br />

però in cherbeddos mi daet mattana<br />

ca so fieru e soe testardu.<br />

In sas venas iscurret samben sardu,<br />

babbu oroteddesu e mamma ’e Ottana;<br />

e barant’annos mancari a mala gana<br />

so fora ’e domo che fizu bastardu.<br />

Da duos annos ti appo imbiadu<br />

un’istoria iscritta a manu mia,<br />

e so arrennegadu de abberu:<br />

in carchi cuzone est abbandonadu,<br />

manc’una riga in su “Messaggeru”,<br />

forsis perdidu s’est in mesu ’ia.<br />

Luigi Zoroddu<br />

SU CAMPUZZARE<br />

Sos annos bellos de sa pitzinnia<br />

mi sun bolados sena m’abizare,<br />

sempre troppu accossadu a mattanare<br />

in gherras, faghe faghe e tribulia.<br />

Itte giuesit cussa marrania,<br />

s’isfida de su duru campuzzare<br />

ninnende sonnios mortos conc’a pare<br />

cubinde tragos, dolu e angustia.<br />

S’est sa bella istajone isfiorida,<br />

su currer s’est mustradu una pelea<br />

chi m’at lassadu s’anima artturdida;<br />

ma fissu unu disizu appo in idea:<br />

mai connosca sa ’ezzesa in vida,<br />

e mai ’ida sa morte cant’est fea!<br />

Vittorio Falchi<br />

MONZAS E RETTORE<br />

Tiberio mi giamana dae pitzinnia,<br />

faghia binzatteri e agricoltore,<br />

babbu si naresit Vacca Salvatore<br />

e mamma mia Maccioni Lughia,<br />

chi fin disizosos de m’ider rettore,<br />

monzas sorres mias de clausoria.<br />

Genitores, frade e sorre in eternos bolos<br />

nos an lassadu totos ammantad’e dolos.<br />

Tiberio Vacca<br />

FIORI DI CARTA<br />

Primavere lontane,<br />

profumo di fiori,<br />

rugiade mattutine<br />

e tramonti di fuoco:<br />

son ricordi che vagano<br />

per poi svanire<br />

come è svanita<br />

la mia gioventù.<br />

Qui vedo solo<br />

fiori di carta e panno<br />

con profumo e colore<br />

di nebbie artificiali;<br />

e tramonti grigi<br />

che mi fan rimpiangere<br />

la tua bellezza, terra mia.<br />

Costantino Mele<br />

TUCCARU E AMENTA<br />

A s’iscurtza currende falaia<br />

in s’impedradu, mancari metzanu,<br />

pro comporare zigarru toscanu<br />

in domo ’e tia Paula Maria.<br />

A sa pigada s’andadura lenta<br />

no la faghia, ca fia impressadu<br />

pensende a su regalu preparadu:<br />

unu quadu ’e tuccaru e amenta.<br />

E cando a Tattari andaimis<br />

in barroccio male covaccadu,<br />

ie su caddu lanzu fadigadu,<br />

a pè pro su piusu ch’arrivimis.<br />

Poveru caddu cun paga proenda<br />

e i sa zente pagu consolada,<br />

sa vida de cuss’epoca passada<br />

est pro sos de oe una lezzenda.<br />

Giovanni Francesco Soletta<br />

SU MASTRU SILANOS<br />

In quinta già fia preparadu<br />

comente tantos bravos iscolanos,<br />

deo tenia su mastru Silanos,<br />

già fit severu ma puru istimadu;<br />

a sa fine manc’unu nd’at bocciadu,<br />

votos bellos li essiat de manos,<br />

lu trattaimis cun grande rispettu,<br />

comente preparare fit perfettu.<br />

Giuliano Meazza<br />

S’ESORDIU IN SA PINNETTA<br />

Si mi ponzo un’ora ’e bonumore<br />

già cheria cantare che poeta,<br />

non mi trattenzo pius de un’oretta<br />

pro narrer cosas de pagu valore.<br />

M’ammento cando faghia su pastore<br />

chi faghimis s’esordiu in sa pinnetta<br />

e altzaimis su cantigu a sas istellas<br />

e cantu a nois nos parian bellas!<br />

Medas de nois sun in terra istraniera<br />

e iscriimus a su caru “Messaggeru”,<br />

medas fuidos sun pro disisperu<br />

e atteros pro fagher carriera,<br />

e a sa Sardigna nobile e fiera<br />

mandan saludos de coro sintzeru,<br />

sentza rancore e sentza rimpiantu<br />

a sa patria chi ancora istiman tantu.<br />

Frantziscu Ledda


SARDEGNA NOTIZIE<br />

23<br />

OTTOBRE 2002<br />

LO STEMMA DEI 4 MORI<br />

NELLO SPAZIO<br />

CON LA MISSIONE COSMIC<br />

NEL NUORESE<br />

PRIMATO<br />

DI PENSIONATI<br />

Ci sarà anche lo stemma dei<br />

Quattro Mori nella missione<br />

spaziale COSMIC (Combustion<br />

Synthesis Under Microgravità<br />

Conditions). Il progetto<br />

di ricerca su nuovi materiali,<br />

che partirà nello spazio a<br />

novembre, e’ stato elaborato<br />

dall’Universita’ di Cagliari e<br />

dal Centro di Ricerca Sviluppo<br />

e Studi Superiori in <strong>Sardegna</strong>.<br />

Recepito dall’Agenzia Spaziale<br />

Europea (ESA), collocandosi<br />

al primo posto tra quelli coordinati<br />

da ricercatori italiani e<br />

settimo al mondo, tra i 117<br />

presentati, dopo quelli della<br />

NASA e dell’agenzia spaziale<br />

giapponese, COSMIC ha superato<br />

la prima fase sperimentale.<br />

Obiettivo della missione e’<br />

lo studio di materiali innovativi<br />

su sistema ceramico a matrice<br />

intermetallica che potranno<br />

essere utilizzati per la costruzione<br />

di pezzi impiegati nel<br />

settore aerospaziale e per l’ottimizzazione<br />

del trattamento<br />

di inertizzazione dei rifiuti e<br />

scarti tossici. Una volta conclusi<br />

con esito positivo i test con i<br />

voli parabolici che hanno consentito<br />

di studiare le reazioni<br />

dei materiali in condizioni di<br />

microgravita’, nella stazione<br />

spaziale orbitante ISS (International<br />

Space Station) saranno<br />

trasferite le apparecchiature<br />

che permetteranno di effettuare<br />

i successivi esperimenti. Un<br />

astronauta belga, in un taxi-flight<br />

a mezzo Shuttle raggiungera’<br />

la stazione orbitante ISS ed<br />

eseguira’ i nuovi test.<br />

Il team di progetto, coordinato<br />

dall’ingegner Giacomo<br />

Cao ordinario del Dipartimento<br />

di Ingegneria Chimica e dei<br />

Materiali dell’ateneo sardo,<br />

vede impegnati studiosi dell’Universita’<br />

di Lovanio, in<br />

Belgio, dei Centri di Ricerca<br />

Inasmet (Spagna) e Astrium<br />

(Germania), dell’Istituto di<br />

macrocinetica strutturale dell’Accademia<br />

delle Scienze<br />

(Russia) e, per l’Italia, del<br />

CNR di Milano “Tempe”. I<br />

test effettuati con i voli parabolici<br />

in diverse giornate - ha<br />

spiegato all’AGI Giacomo<br />

Cao - hanno dato risultati soddisfacenti.<br />

L’equipe, costituita<br />

da ricercatori russi e belgi e in<br />

cui ha operato anche una giovane<br />

studiosa sarda, ha testato<br />

i materiali in microgravita’.<br />

Queste condizioni, con i voli,<br />

sono tuttavia conseguibili per<br />

un tempo molto ristretto, circa<br />

20 secondi. Nella fase di sperimentazione<br />

spaziale, invece,<br />

sara’ possibile effettuare lo<br />

studio senza limiti temporali,<br />

verificando le diverse reazioni<br />

grazie alla presenza di una “camera<br />

a guanti” di fabbricazione<br />

NASA. Si tratta di materiali<br />

compositi che uniscono le<br />

proprieta’ dei metalli con<br />

quelle della ceramica le cui peculiarita’<br />

possono offrire garanzie<br />

di impiego in settori delicati.<br />

“MANOS DE ORO” UN VOLUME<br />

PER VALORIZZARE I TESORI<br />

DELL'ARTIGIANATO SARDO<br />

I più bei tesori dell’artigianato<br />

sardo sapientemente descritti<br />

da Manlio Brigaglia<br />

hanno fatto la loro comparsa<br />

in una “vetrina” di carta patinata<br />

nelle librerie e in alcuni<br />

punti vendita selezionati di<br />

tutta Italia con il volume<br />

«Manos de oro. Curata dalla<br />

casa editrice specializzata<br />

«Italia turistica» di Padova in<br />

collaborazione con l’ISOLA<br />

(Istituto sardo per l’organizzazione<br />

del lavoro artigiano),<br />

la pubblicazione in tre lingue<br />

- inglese e tedesco oltre all’italiano<br />

– illustra, attraverso<br />

le foto di Federico Meneghetti,<br />

gli aspetti piu’ suggestivi<br />

del lavoro di ceramisti,<br />

tessitori, orafi e artigiani della<br />

pelle, del legno, dei metalli<br />

e della pietra.<br />

L’ISOLA ha acquistato<br />

3.000 delle 6.000 copie stampate,<br />

che saranno distribuite<br />

per valorizzare l’immagine<br />

della <strong>Sardegna</strong> in tutte le manifestazioni<br />

di settore -nazionali<br />

e internazionali- assieme<br />

a 30.000 depliant che riproducono<br />

uno speciale sull’artigianato<br />

sardo, sempre dal<br />

titolo “Manos de Oro”, apparso<br />

sul numero di maggio<br />

del magazine “Italia Turistica”.<br />

Il 30 per cento delle<br />

146.000 copie della rivista,<br />

diffusa esclusivamente per<br />

abbonamento, è spedita all’Estero,<br />

in particolare in<br />

Germania, Gran Bretagna,<br />

Stati Uniti e Giappone. Una<br />

parte dei depliant personalizzati<br />

commissionati dall’ISO-<br />

LA - che nell’operazione ha<br />

investito circa 100.000 euroriporta<br />

anche la traduzione in<br />

giapponese.<br />

“Manos de oro vuol essere<br />

un segnale di cambiamento,<br />

il primo momento del piano<br />

di rilancio dell’ISOLA presentato<br />

ai primi del mese”, ha<br />

dichiarato Giuseppe Ventura,<br />

presidente dell’ente strumentale<br />

della Regione che da 40<br />

anni promuove le produzioni<br />

artistiche dell’artigianato<br />

sardo.<br />

“La fase attuativa del piano<br />

sara’ presentata nelle prossime<br />

settimane”. Ai primi di<br />

UN PROGETTO<br />

PER RECUPERARE E TRASFORMARE<br />

LE ALGHE MARINE<br />

agosto l’Isola ha pubblicato i<br />

bandi di concorso per l’organizzazione<br />

della biennale<br />

dell’Artigianato artistico di<br />

Sassari.<br />

La preparazione della pubblicazione,<br />

costata nel complesso<br />

270.000 euro, e messa<br />

in vendita da Italia Turistica<br />

a 51,65 euro, è durata circa<br />

sei mesi, con un lavoro di ricerca<br />

fotografica - ha spiegato<br />

lo scrittore Manlio Brigaglia<br />

- in archivi ricchi di decine<br />

di migliaia di immagini.<br />

Con l’intento di valutare<br />

l’opportunità di presentare al<br />

“programma Life Ambiente” il<br />

progetto per il recupero ed utilizzo<br />

delle alghe marine, l’assessore<br />

provinciale dell’Ambiente<br />

Gianluca Grosso ha convocato<br />

una conferenza dei servizi<br />

dei Comuni costieri che si<br />

è svolta nei giorni scorsi nell’aula<br />

consiliare di via Giudice<br />

Guglielmo.<br />

Il deposito delle alghe lungo<br />

le spiagge ed i litorali (nel 2001<br />

circa 65.000 tonnellate) rappresenta<br />

per i Comuni costieri - ha<br />

detto Grosso - un problema rilevante<br />

per quanto riguarda lo<br />

smaltimento. Le alghe, classificate<br />

come rifiuti solidi urbani,<br />

non possono essere trattate secondo<br />

i normali metodi di eliminazione,<br />

quali ad esempio<br />

l’incenerimento, in quanto il<br />

materiale che le costituisce e’<br />

un cattivo combustibile. Devono<br />

percio’ essere conferite in<br />

discarica con notevoli costi e<br />

dispendio di tempo. Con il<br />

“Programma Life Ambiente”<br />

saranno selezionate le proposte<br />

di finanziamento a sostegno di<br />

iniziative dirette alla riduzione<br />

della produzione di rifiuti e alle<br />

relative operazioni di recupero<br />

e trattamento, attraverso dotazioni<br />

impiantistiche anche innovative<br />

finalizzate al recupero<br />

di materia dai rifiuti. Il progetto<br />

di trasformazione delle alghe,<br />

brevettato da una societa’<br />

sarda, prevede una procedura di<br />

raccolta sull’arenile con degli<br />

appositi mezzi ed il successivo<br />

Nel 76% dei Comuni della provincia di Nuoro, oltre un terzo<br />

della popolazione beneficia di trattamento pensionistico. E’<br />

quanto emerge dal rapporto Aspen sull’economia della provincia<br />

di Nuoro, che per la prima volta presenta una ricognizione sul<br />

sistema pensionistico su dati Inps e Inpdap. Il 46% dei Comuni<br />

della provincia hanno una pencentuale di pensionati che varia dal<br />

30,1% al 40% della popolazione residente. Il 30% dei Comuni ha<br />

una popolazione di pensionati Inps che supera il 40%. Record a<br />

Sagama, con il 54,55%. AI 31 dicembre 2001 sono state erogate<br />

nella provincia 93.136 pensioni di cui 81.741 dall’Inps e 11.935<br />

dall’Inpdap. Il valore totale delle pensioni erogate è di 590 milioni<br />

88.397,09 euro, di cui circa 441 milioni euro dall’lnps e<br />

149.888.397 dall’lnpdap. Il 45% delle pensioni Inps è destinato<br />

all’invalidità, il 39% alla vecchiaia, il 16% alla reversibilità.<br />

Quanto all’lnpdap, il 70% è assegnato ai dipendenti dello Stato<br />

ed il restante 30% al personale degli enti locali.<br />

IN UN SITO WEB<br />

I PRODOTTI LAPIDEI<br />

DELLA SARDEGNA<br />

trasporto in un centro di trasformazione<br />

industriale.<br />

Un metodo di smaltimento<br />

alternativo all’ammasso in discarica<br />

- ha sottolineato l’assessore<br />

all’Ambiente - che consente<br />

di valorizzare le qualita’<br />

di non deperibilita’ e di resistenza<br />

al fuoco e di individuare<br />

un adeguato settore di impiego<br />

delle alghe recuperate, nonche’<br />

di risolvere il problema della<br />

pulizia dei litorali. Infatti, con<br />

una tecnologia altamente innovativa<br />

si potranno ottenere, tra<br />

le altre cose, pannelli di elevata<br />

resistenza meccanica utilizzati<br />

nell’edilizia. Percio’, valutata<br />

l’adesione al progetto dei<br />

Comuni costieri, la Provincia<br />

decidera l’entita’ dell’intervento.<br />

Realizzati nell’ambito di un<br />

progetto pilota promosso dal<br />

Consorzio Ventuno e cofinanziato<br />

dall’Unione Europea e dalla<br />

Regione <strong>Sardegna</strong> (POP <strong>Sardegna</strong>),<br />

sono stati presentati a Nuoro<br />

un manuale tecnico sul tema<br />

“Lapidei omamentali della <strong>Sardegna</strong>”<br />

e il sito web “www.lapidei<br />

sardi.it. Alla presentazione, avvenuta<br />

nella sede del Consorzio Vent u -<br />

no, sono intervenuti Carlo Marini,<br />

Docente di Georisorse all’Università<br />

di Cagliari, Sergio<br />

Russo, presidente dell’Ailun, Alberto<br />

Meconcelli, presidente della<br />

SFIRS e l’assessore regionale<br />

dell’Industria Giorgio La Spisa.<br />

L’obiettivo tanto del manuale<br />

quanto del sito è quello di dotare<br />

di strumenti informativi e promozionali<br />

le aziende del comparto<br />

isolano delle pietre ornamentali.<br />

Il progetto ha coinvolto nove imprese<br />

del settore e i due principali<br />

consorzi sardi: la societa’ consorti<br />

le “Graniti e Marmi di <strong>Sardegna</strong>”<br />

e il “Consorzio marmi e graniti.<br />

Il manuale tecnico e il sito web<br />

costituiscono gli strumenti promozionali<br />

e gli archivi informativi<br />

del progetto. In essi e’ catalogata<br />

l’offerta merceologica delle<br />

principali pietre ornamentali della<br />

<strong>Sardegna</strong>: granito, marmo, basalto<br />

e trachite. Con il manuale le<br />

aziende sarde del settore potranno<br />

promuovere i loro prodotti presso<br />

i progettisti (architetti, ingegneri,<br />

arredatori, uffici tecnici, artigiani,<br />

etc.) e i clienti (imprese di costruzione<br />

e committenti pubblici e<br />

privati). Il manuale è valorizzato<br />

da un ricco corredo fotografico ed<br />

è completato da un CD-Rom contenente<br />

un software applicativo<br />

appositamente elaborato. Il sito è<br />

accessibile dal 13 settembre e offre<br />

la possibilità di consultare il<br />

manuale con gli ultimi aggiornamenti,<br />

di leggere le notizie sul<br />

comparto e i comunicati delle<br />

aziende, di scaricare software tecnico<br />

e aggiornamenti.<br />

Il comparto dei lapidei della<br />

<strong>Sardegna</strong> - ha spiegato Antonello<br />

Fonnesu, presidente del Consorzio<br />

Ventuno - è il risultato di un<br />

processo di formazione spontanea<br />

di una molteplicità di piccole<br />

e medie imprese che estraggono e<br />

lavorano materiali ornamentali<br />

secondo un’antica tradizione<br />

d’uso della pietra. Nel comparto,<br />

che conta al suo intemo due importanti<br />

distretti industriali, quello<br />

del granito in Gallura e quello<br />

del marmo di Orosei, sono attualmente<br />

attive circa 230 cave. Le<br />

principali tra queste si occupano<br />

anche dei processo di trasformazione<br />

della materia prima in semi<br />

lavorato e prodotto finito. Il Consorzio<br />

Ventuno, ente regionale<br />

per l’assistenza alle piccole e medie<br />

imprese, esercita la sua attivita’<br />

in favore del sistema produttivo<br />

regionale promuovendo azioni<br />

volte al rafforzarne la competitività<br />

in ambito nazionale ed internazionale.<br />

Tale obiettivo è perseguito con<br />

l’erogazione di servizi diretti alle<br />

singole imprese e l’avvio di programmi<br />

sperimentali e progetti<br />

pilota su gruppi di imprese omogenee,<br />

secondo una logica che<br />

mira a sostenere lo sviluppo dei<br />

distretti industriali e dei sistemi<br />

produttivi territoriali.


SARDEGNA NOTIZIE<br />

24<br />

OTTOBRE 2002<br />

SI CERCA NEL DNA DI UN SARDO<br />

L'ANTIDOTO PER DEBELLARE<br />

IL VIRUS DELL'AIDS<br />

ACCORDO STATO-REGIONE<br />

PER POTENZIARE<br />

LA CASERMA DI MACOMER<br />

Potrebbe essere racchiuso<br />

nel DNA di un 81enne sardo<br />

l’antidoto per debellare il male<br />

del secolo. Sieropositivo al virus<br />

HIV da 18 anni, l’anziano,<br />

che vive in un paese dell’Ogliastra,<br />

gode tuttora di ottima<br />

salute senza essersi mai<br />

sottoposto a terapie antivirali.<br />

A suscitare l’interesse del<br />

mondo scientifico è, tra l’altro,<br />

la resistenza all’infezione in<br />

un’eta’ in cui, solitamente, il<br />

decorso della malattia è piuttosto<br />

rapido. L’uomo ha contratto<br />

l’infezione nel 1985 a Milano,<br />

dove lavorava come operaio,<br />

dopo un rapporto sessuale<br />

con una prostituta.<br />

“Lo straordinario potere immunitario<br />

del paziente - ha<br />

spiegato il medico patologo<br />

Efisio Sulis che, insieme al genetista<br />

Licinio Contu, ha seguito<br />

il caso per anni nella clinica<br />

Tommasini di lerzu - è<br />

frutto di una scoperta casuale<br />

in seguito ad un banale prelievo<br />

effettuato nel 1992. Da allora,<br />

il paziente esegue controlli<br />

ogni sei mesi e la sua è<br />

una normalissima cartella clinica.<br />

Nessun sintomo dell’Aids,<br />

ma solo qualche lieve acciacco<br />

imputabile alla vecchiaia.<br />

Dotato di un’eccezionale<br />

capacita’ di risposta immunitaria,<br />

l’anziano appartiene<br />

a quel 5% di popolazione<br />

sieropositiva mondiale classificata<br />

dagli scienziati come<br />

“long term non progressor”<br />

ovvero portatore sano di aids.<br />

“Nessun gene difettoso o malformazione<br />

nella struttura del<br />

DNA”, ha assicurato il professor<br />

Sulis, “quanto, invece,<br />

un’ottima qualità della vita”.<br />

Una delle ipotesi più accreditate<br />

per spiegare il blocco dello<br />

sviluppo del virus pone in<br />

stretta correlazione la capacità<br />

immunitaria del soggetto con<br />

il territorio. Fino al Dopoguerra<br />

- ha aggiunto - malaria, tubercolosi<br />

e altre patologie infettive,<br />

tipiche del continente<br />

africano, hanno falcidiato<br />

l’Ogliastra, innescando un<br />

meccanismo di selezione, cosicché<br />

i più forti sono sopravvissuti<br />

ai più deboli. Al di là<br />

delle probabili teorie evoluzionistiche,<br />

la zona costiera del<br />

Nuorese non è comunque nuova<br />

a scoperte di alto rilievo<br />

scientifico. Terra di ultracentenari,<br />

è stata più volte oggetto<br />

di studi e ricerche su fattori<br />

di invecchiamento della popolazione.<br />

Ma l’osservazione dei<br />

medici sardi, fra i quali il genetista<br />

Licinio Contu, pubblicata<br />

sull’autorevole rivista intemazionale<br />

“New Ingland<br />

Jurnal of medicine”, potrebbe<br />

aprire prospettive per la sperimentazione<br />

del vaccino contro<br />

l’Aids. In <strong>Sardegna</strong> si contano<br />

1.523 casi, in Italia sono oltre<br />

50.000.<br />

Un accordo di programma<br />

tra il ministero della Difesa<br />

ed il Comune di Macomer è<br />

stato siglato nei giorni scorsi<br />

con l’obbiettivo di potenziare<br />

le caserme della zona. Il progetto-pilota<br />

verrà predisposto<br />

dal Comando militare autonomo<br />

d’intesa con la Regione<br />

<strong>Sardegna</strong>.<br />

I dettagli dell’importante<br />

intervento sono stati discussi<br />

nel corso di un incontro a<br />

Villa Devoto fra il presidente<br />

della Giunta Mauro Pili,<br />

il sottosegretario alla Difesa,<br />

Salvatore Cicu, e il sindaco<br />

Giuseppe Ledda. È<br />

prevista la realizzazione di<br />

impianti sportivi, la ristrutturazione<br />

e l’ampliamento<br />

della stazione ferroviaria,<br />

oltre alla costruzione di alloggi<br />

di servizio e di strutture<br />

per il tempo libero e attività<br />

culturali.<br />

Alla riunione hanno partecipato<br />

anche gli assessori regionali<br />

Silvestro Ladu (Lavori<br />

pubblici), Pietro Fois (Affari<br />

generali) e Salvatore<br />

Amadu (Trasporti). Il presidente<br />

Pili ha ipotizzato anche<br />

un Piano integrato d’Area, a<br />

sostegno dell’iniziativa.<br />

Secondo le stime del ministero,<br />

entro un anno nelle caserme<br />

di Macomer potranno<br />

essere alloggiati 400 volontari.<br />

Piu’ in la’ potranno diventare<br />

un migliaio, come ha sottolineato<br />

Cicu.<br />

Il progetto “caserme-aperte”<br />

era stato piu’ volte illustrato<br />

nei mesi scorsi dai vertici<br />

dell’Esercito, che propongono<br />

un’integrazione fra<br />

militari e popolazione civile<br />

anche attraverso la promozione<br />

di percorsi formativi<br />

universitari aperti ai giovani<br />

del posto.<br />

LA SARDEGNA AL SALONE<br />

DELL'ALIMENTAZIONE<br />

BIOLOGICA E NATURALE<br />

Con uno stand di 16 metri<br />

quadrati all’intemo dell’area<br />

collettiva AIAB, destinato a<br />

promuovere le attivita’ dell’associazione,<br />

anche l’ARPA-<br />

AIAB <strong>Sardegna</strong> onlus ha partecipato<br />

nelle scorse settimane<br />

al Salone Internazionale dell’Alimentazione<br />

Naturale, Salute<br />

e Ambiente (SANA) di<br />

Bologna.<br />

Si tratta del principale appuntamento<br />

per “il mondo del<br />

naturale”, la vetrina internazionale<br />

piu’ completa e aggiomata<br />

di prodotti, tecnologie ed<br />

eventi culturali nei settori dell’alimentazione,<br />

della salute e<br />

dell’ambiente.<br />

I numeri delle ultime edizioni<br />

ne sono una conferma. Oltre<br />

90.000 metri quadrati di superficie<br />

espositiva distribuiti in<br />

16 padiglioni. 1.600 espositori<br />

provenienti da tutto il mondo<br />

che ogni anno presentano le<br />

loro novita’ a 80mila visitatori<br />

circa, il 70% dei quali e’<br />

composto da operatori di settore.<br />

In crescita anche la presenza<br />

di operatori esteri, a conferma<br />

della valenza internazionale<br />

del Salone.<br />

L’ARPA-AIAB <strong>Sardegna</strong><br />

onlus ha organizzato la propria<br />

area espositiva per favorire il<br />

contatto tra i soggetti che operano<br />

nel settore della trasformazione<br />

e commercializzazione<br />

delle produzioni biologiche<br />

e le aziende sarde associate.<br />

Alcune di queste erano presenti<br />

nello stand con i loro prodotti<br />

e materiali pubblicitari<br />

L’area delle aziende socie<br />

AIAB comprendeva: il “Bar<br />

dell’olio”, la piu’ importante<br />

manifestazione internazionale<br />

nella quale vengono premiati i<br />

migliori olii extravergine<br />

d’oliva biologici; il “Bio di<br />

vino”, una vera e propria enoteca<br />

dove si potevano degustare<br />

i migliori vini bio, in collaborazione<br />

con AIAB Piemonte,<br />

Biobacchus e Bio Slow.<br />

Sono previsti, inoltre, uno spazio<br />

riservato ai Marchi AIAB,<br />

partendo da quello alimentare<br />

“Garanzia AIAB” e quelli “no<br />

food” con particolare attenzione<br />

agli agriturismi bio e ai tessuti<br />

e cosmetici bioecologici;<br />

lo spazio riservato all’Editoria<br />

AIAB, con la rivista Bioagricoltura,<br />

la newsletter<br />

Bio@gricultura Notizie e il<br />

nuovo sito internet dell’associazione<br />

presentato per l’occasione;<br />

e lo spazio delle Campagne,<br />

con la presentazione della<br />

Biodomenica (6 ottobre),<br />

della Primavera Biologica del<br />

prossimo anno e della nuova<br />

iniziativa in collaborazione<br />

con Greenpeace: GODO<br />

(Gruppi Organizzati Domanda<br />

e Offerta), per contribuire alla<br />

CAMBIANO I VERTICI<br />

DELLE FERROVIE DELL'ISOLA<br />

Importanti novità ai vertici<br />

delle Ferrovie della <strong>Sardegna</strong><br />

(FdS) e delle Ferrovie Meridionali<br />

Sarde (FMS).<br />

Entrambe in gestione governativa<br />

in attesa del trasferimento<br />

alla Regione, hanno due<br />

nuovi Commissari nominati<br />

dal ministro dei Trasporti Pietro<br />

Lunardi su indicazione della<br />

Giunta regionale.<br />

Nella delicata fase di passaggio<br />

alle competenze regionali,<br />

a gestire le Ferrovie della<br />

costruzione di una rete nazionale<br />

di vendita diretta.<br />

Lo stand ICEA era presente<br />

al SANA per la seconda volta,<br />

ma quest’anno con una novita’<br />

di grande rilievo, il riconoscimento<br />

del ministero delle Politiche<br />

Agricole e Forestali<br />

giunto con decreto del 18 agosto<br />

2002, che le ha consentito<br />

di rilevare definitivamente le<br />

attivita’ di controllo di AIAB.<br />

Nello stand, condiviso con<br />

Banca Popolare Etica, uno dei<br />

soci fondatori di ICEA, si potevano<br />

ricevere tutte le informazioni<br />

utili, sull’attivita’ di<br />

controllo e di certificazione.<br />

E’ stato infine allestito l’angolo<br />

dedicato all’Osservatorio<br />

Nazionale dei Prezzi dei Prodotti<br />

Biologici<br />

(www.prezzibio.it), nato dalla<br />

collaborazione tra l’Azienda<br />

Romana per i Mercati della<br />

Camera di Commercio di<br />

Roma e l’AIAB.<br />

<strong>Sardegna</strong> e le Ferrovie Meridionali<br />

Sarde saranno, rispettivamente,<br />

l’avvocato Marco<br />

Tedde, attuale Sindaco di Alghero,<br />

e l’ingegnere Marco<br />

Carboni ex assessore regionale<br />

dei Trasporti. Sostituiscono<br />

il commissario governativo<br />

Orlando Bufaritti.<br />

Le Ferrovie governative, in<br />

attuazione della riforma del<br />

trasporto pubblico locale, sono<br />

rimaste operative solo in tre<br />

Regioni speciali (oltre alla<br />

I FENICOTTERI<br />

SONO TORNATI<br />

A NIDIFICARE<br />

Dopo la fuga dello scorso<br />

anno provocata dalle incursioni<br />

dei cani randagi, i fenicotteri<br />

sono tornati a nidificare sulle<br />

rive dello stagno di Molentargius.<br />

Nei due siti di Bellarosa e<br />

vicino all’asse mediano sono<br />

nati oltre 2.500 pulli. L’importante<br />

avvenimento è il risultato<br />

del servizio di vigilanza coordinato<br />

dal corpo forestale in collaborazione<br />

con l’associazione di<br />

volontariato Paff convenzionata<br />

con Provincia, l’Associazione<br />

del Parco, la ASL e i Comuni di<br />

Cagliari e Quartu Sant’Elena. In<br />

particolare, dal 10 maggio a ferragosto,<br />

480 forestali sono stati<br />

impegnati in 260 turni che hanno<br />

consentito di effettuare la<br />

sorveglianza 24 ore su 24. Il<br />

consuntivo del servizio e’ stato<br />

fatto dal comandante del Corpo<br />

Forestale e di Vigilanza Ambientale<br />

della Regione Carlo<br />

Boni che ha sottolineato il successo<br />

dell’operazione. “Con un<br />

<strong>Sardegna</strong>, in Sicilia e nel Friuli<br />

Venezia Giulia) in attesa<br />

della definizione dei rapporti<br />

di trasferimento alla Regione<br />

delle competenze e delle funzioni<br />

operative.<br />

Perché ciò avvenga è necessaria<br />

l’approvazione di una<br />

legge regionale che recepisca<br />

il provvedimento quadro nazionale.<br />

Nelle Regioni a statuto ordinario<br />

il passaggio è stato definito<br />

l’anno scorso.<br />

servizio mirato siamo riusciti a<br />

fare in modo che la nidificazione<br />

andasse a buon fine. In due<br />

mesi e mezzo sono stati catturati<br />

otto cani randagi”. Boni ha<br />

quindi messo in evidenza la<br />

“piena collaborazione” con i<br />

volontari, l’Associazione del<br />

Parco e la ASL. E’ stata invece<br />

“saltuaria” quella con i Comuni<br />

ai quali ha chiesto una maggiore<br />

sensibilizzazione dei proprietari<br />

dei cani che vagano nei<br />

pressi dell’area protetta e l’istituzione<br />

dell’anagrafe canina.<br />

Finora - ha precisato - le nostre<br />

sollecitazioni non hanno ricevuto<br />

risposte adeguate.<br />

Il comandante del Corpo forestale<br />

ha anche auspicato la costituzione<br />

in tempi brevi del comitato<br />

di gestione del parco<br />

(“quella di quest’anno e’ stata<br />

un’operazione di tampona mento”)<br />

e ha annunciato la prossima<br />

istituzione di una stazione della<br />

forestale a Molentargius e Santa<br />

Gilla (“la proposta e’ gia’ all’esame<br />

della Giunta regionale”).<br />

Soddisfazione per il successo<br />

dell’operazione e’ stata espressa<br />

dal presidente dell’Associazione<br />

del Parco di Molentargius Vincenzo<br />

Tiana. L’assessorato regionale<br />

all’Ambiente - ha detto -<br />

ha raccolto l’invito per creare un<br />

coordinamento per la vigilanza<br />

in un’area che, pur non essendo<br />

vasta, presenta problemi di rilievo<br />

a causa della vicinanza con i<br />

centri abitati. Ora occorre<br />

un’opera di prevenzione per impedire<br />

un aumento dei cani randagi.<br />

Il direttore dell’ispettorato<br />

forestale di Cagliari Paolo Floris<br />

ha sottolineato la difficoltà del<br />

servizio svolto in concomitanza<br />

con la campagna antincendi. È<br />

stato - ha concluso - un importante<br />

laboratorio per future collaborazioni<br />

tra gli enti coinvolti.


EMIGRAZIONE<br />

25<br />

OTTOBRE 2002<br />

CELEBRAZIONI A MELBOURNE<br />

PER RICORDARE LA FIGURA<br />

DI SANT'IGNAZIO DA LACONI<br />

Intensa vita culturale e sociale<br />

per la Sardinian Cultural<br />

Association di Melbourne,<br />

presieduta da Paolo Lostia. Il<br />

Circolo, che svolge un costante<br />

ruolo di sensibilizzazione e<br />

di integrazione delle tradizioni<br />

isolane, ha dedicato il mese di<br />

ottobre al ricordo e alla celebrazione<br />

di Sant’Ignazio da<br />

Laconi, grazie alla collaborazione<br />

con l’omonimo comitato<br />

sardo. Oltre a un pranzo sociale,<br />

all’insegna dell’arte culinaria<br />

dell’isola, la festa in onore<br />

di Sant’Ignazio si è svolta domenica<br />

13 ottobre, nel Santuario<br />

di Sant’Antonio di<br />

Hawthorn, con una solenne celebrazione<br />

eucaristica animata<br />

dai costumi e dagli stendardi<br />

della <strong>Sardegna</strong>.<br />

Il mese di novembre invece<br />

sarà all’insegna dello scambio<br />

culturale tra le due principali<br />

isole del Mediterraneo. In collaborazione<br />

con l’Istituto Italiano<br />

di Cultura e l’Alias, la<br />

Sardinian Cultural Association<br />

IL CIRCOLO DI AMBURGO<br />

DEVASTATO<br />

DALL'ALLUVIONE<br />

Si sono rivelati particolarmente<br />

consistenti i danni provocati<br />

alla sede del Centro<br />

Sardo Su Nuraghe di Amburgo<br />

dall’eccezionale ondata di<br />

maltempo che in agosto ha colpito<br />

l’Europa dell’Est facendo<br />

straripare di diversi fiumi. I<br />

dirigenti ed i soci del Circolo,<br />

guidati dalla Presidente Vincenza<br />

Fiorini, si sono messi al<br />

lavoro per restituire agibilita’<br />

e funzionalità ai locali della<br />

sede.<br />

È questa la quarta volta che<br />

le calamità naturali hanno<br />

coinvolto “Su Nuraghe” distruggendo,<br />

in un’ondata, i<br />

beni del sodalizio con riflessi<br />

negativi sullo svolgimento<br />

delle attività programmate.<br />

ha organizzato “Sicilia e <strong>Sardegna</strong>,<br />

le due isole si incontrano<br />

e si raccontano”. Protagonisti<br />

saranno gli scrittori Giovanna<br />

Guzzardi e Lino Concas.<br />

L’appuntamento è per<br />

mercoledì 13 novembre nella<br />

sede dell’Istituto. Con il coordinamento<br />

di Roberta Trape’,<br />

è previsto anche un intrattenimento<br />

musicale con Angelo e<br />

Dora Marchese, Tony Marchi,<br />

Anna Maria De Maria, Giovanni<br />

Portogallo che proporranno<br />

una selezione di balli<br />

sardi e canzoni popolari siciliane.<br />

La Sardinian Cultural Association<br />

di Melbourne non si è<br />

però limitata all’impegno culturale<br />

nel territorio australiano,<br />

ma ha anche promosso<br />

un’originale forma di promozione<br />

per far conoscere la realtà<br />

dell’isola. Tra le iniziative<br />

di maggior pregio una borsa di<br />

studio che ha consentito ad una<br />

studentessa dell’Università<br />

Monash Alison Close di trascorrere<br />

sei settimane in Italia<br />

e in <strong>Sardegna</strong>. Il progetto è<br />

nato da un accordo triennale<br />

con la Monash con cui la SCA<br />

di Melbourne si è impegnata a<br />

garantire un contributo di<br />

1.000 dollari nel 2002, 3.000<br />

nel 2003 e 5.000 nel 2005. La<br />

giovane universitaria, che sta<br />

realizzando una ricerca sull’emigrazione<br />

nel dopoguerra<br />

con particolare riferimento a<br />

quella femminile, ha potuto<br />

così raccogliere testimonianze<br />

dirette a Prato, in Toscana,<br />

sede di un Centro appartenente<br />

alla Monash, e in <strong>Sardegna</strong>.<br />

La studentessa, che ha fruito di<br />

un sussidio dell’Italian Australian<br />

Institut e dell’assistenza<br />

dell’ente “Monash Abroad”<br />

e del “Monash Research Graduate<br />

School, ha approfondito<br />

le tematiche inerenti l’esperienza<br />

degli emigrati sardi.<br />

Ho intenzione – ha detto Alison<br />

Close – specializzarmi in<br />

politica dell’emigrazione e la<br />

borsa di studio mi ha aiutato a<br />

vivere e viaggiare in <strong>Sardegna</strong><br />

dove sono venuta in contatto<br />

con una realta’ che ha sofferto<br />

per l’esodo forzato. Tante famiglie<br />

mi hanno raccontato<br />

quanto sia doloroso essere divisi<br />

e non poter condividere i<br />

momenti importanti della vita.<br />

La visita in <strong>Sardegna</strong> mi ha<br />

fatto capire in modo piu’ realistico<br />

e profondo il problema<br />

dell’emigrazione.<br />

Tra i progetti della Sardinian<br />

Cultural Association anche un<br />

accordo con l’Università di<br />

Cagliari per realizzare un lavoro<br />

di ricerca sull’emigrazione<br />

sarda e sui Circoli di emigrati<br />

in Australia anche con<br />

scambi di studenti. Sono previsti<br />

inoltre una visita del Centro<br />

Australiano Aborigeno e una<br />

serie di conferenze curate dal<br />

Centro Monash di Prato e dall’Ateneo<br />

sardo.<br />

Da sinistra: Salvatore Useli,<br />

Paolo Lostia, Loana Marino<br />

“IL MESSAGGERO”<br />

TRA I SOLDATI SARDI<br />

A SARAJEVO<br />

“Il Messaggero Sardo” è a<br />

disposizione, da luglio, nella<br />

sala riunioni del Reparto Alpini<br />

dell’Esercito impegnato<br />

a Sarajevo nella missione di<br />

pace in Bosnia. Accogliendo<br />

la richiesta del Sottufficiale<br />

Giorgio Sarais, residente a<br />

Feltre in provincia di Belluno<br />

abbiamo inserito nel fascettario<br />

del periodico, la cui pubblicazione<br />

è prevista dalla<br />

Regione con la legge sull’emigrazione,<br />

l’indirizzo<br />

dell’Esercito italiano in Bosnia.<br />

La risposta è stata graditissima<br />

e commovente. Abbiamo,<br />

infatti, ricevuto una<br />

cartolina da Serajevo sottoscritta<br />

da una cinquantina di<br />

sardi impegnati nella missione.<br />

Un “grazie” da parte di tutti<br />

– vi si legge – per l’invio del<br />

“Messaggero Sardo, un riverente<br />

saluto alla Nostra terra<br />

VISITA IN GERMANIA<br />

DI AMMINISTRATORI LOCALI<br />

DELLA SARDEGNA<br />

Una rappresentanza di<br />

amministratori locali sardi,<br />

guidati dal deputato<br />

Michele Cossa (Riformatori),<br />

presidente dell’Associazione<br />

Provinciale<br />

degli Enti Locali di Cagliari<br />

(APEL) ha effettuato<br />

un viaggio in Germania<br />

per una serie di incontri<br />

con i rappresentanti dei<br />

Circoli degli emigrati.<br />

Nel corso delle riunioni<br />

sono stati illustrati i contenuti<br />

della proposta di<br />

legge regionale che prevede<br />

il diritto di voto per i<br />

Sardi all’estero.<br />

Questa è solo la prima<br />

di una serie di iniziative –<br />

ha sottolineato Cossa –<br />

che abbiamo organizzato.<br />

FESTA SARDA IN LOMELLINA<br />

ORGANIZZATA DAL CIRCOLO<br />

“S'EMIGRADU“ DI VIGEVANO<br />

Cilavegna è un paese della<br />

Lomellina con meno di cinquemila<br />

abitanti in cui anche<br />

nel 2002, per il quarto anno<br />

consecutivo, il Circolo culturale<br />

sardo “S’Emigradu” di<br />

Vigevano, presieduto da Raimondo<br />

Cuccu, ha organizzato<br />

la festa “Sa Saldigna este a Cilavegna”.<br />

Nella strattura attrezzata del<br />

Parco Togliatti, il 30 e 31 agosto<br />

e domenica 1 settembre,<br />

sono stati serviti centinaia di<br />

piatti alla sarda, sia con carne<br />

(porcheddu arrostidu) che con<br />

pesce (calamari fritti e zuppa).<br />

Non sono mancati gli stand,<br />

molto frequentati, che hanno<br />

assicurato la possibilità di gustare<br />

ed acquistare i prodotti<br />

ed un arrivederci a presto.<br />

Un ringraziamento che, insieme<br />

a tutti gli altri che pervengono<br />

quotidianamente in<br />

redazione e per esigenze di<br />

spazio non possiamo pubblicare<br />

nella rubrica delle “lettere”,<br />

ci incoraggia a continuare<br />

con tenacia ed abnegazione<br />

il lavoro iniziato 33 anni<br />

fa con l’unico obiettivo di<br />

servire, in attuazione dello<br />

spirito informatore del legislatore,<br />

il mondo dell’emigrazione<br />

e di mantenere costante<br />

e vivo il legame che lo<br />

unisce alla <strong>Sardegna</strong>. Gli apprezzamenti<br />

dei lettori compensano<br />

le difficoltà ed anche<br />

le incomprensioni che<br />

spesso incontriamo nello<br />

svolgere da volontari la nostra<br />

attivita’. Di questo la Cooperativa,<br />

la Direzione e la<br />

Redazione sono grati.<br />

Intendiamo illustrare ai<br />

diretti interessati il contenuto<br />

di una proposta che<br />

ha raccolto il consenso<br />

della maggioranza delle<br />

forze politiche isolane.<br />

Speriamo che il Consiglio<br />

regionale riesca a superare<br />

le attuali conflittualità e<br />

sappia approvare in tempi<br />

rapidi un testo molto importante<br />

che garantisca a<br />

tutti gli emigrati una reale<br />

partecipazione alla vita<br />

democratica della nostra<br />

Regione.<br />

Anche sul nuovo assetto<br />

costituzionale della Regione<br />

– ha concluso Cossa<br />

– sentiremo l’autorevole<br />

opinione degli emigrati<br />

sardi.<br />

alimentari e quelli dell’artigianato<br />

artistico della <strong>Sardegna</strong>.<br />

Il folklore è stato rappresentato<br />

degnamente dal gruppo di<br />

ballo “P.Beccoi” dei Mamoiada.<br />

La festa del Circolo di Vigevano<br />

è stata patrocina dall’Amministrazione<br />

comunale<br />

di Cilavegna, dall’Assessorato<br />

al Lavoro della Regione e dalla<br />

FASI.<br />

Notevole è stato l’apporto<br />

organizzativo che è stato dato<br />

dagli amici lomellini. La collaborazione<br />

del giornalista-presentatore<br />

Bobo Bernardini ha<br />

sicuramente valorizzato l’offerta<br />

degli spettacoli di intrattenimento<br />

proposti nelle tre<br />

serate di festa.


EMIGRAZIONE<br />

26<br />

OTTOBRE 2002<br />

La <strong>Sardegna</strong> è una terra di<br />

missionari. Sacerdoti, frati,<br />

suore, religiosi e laici sardi<br />

sono sparsi per il mondo, spesso<br />

nei luoghi più emarginati, a<br />

portare la parola di Dio e a<br />

dare con l’esempio e con l’impegno<br />

personale – a volte pagato<br />

anche a caro prezzo – testimonianza<br />

concreta e tangibile<br />

di solidarietà umana. Dalle<br />

regioni più povere e tormentate<br />

dall’Africa, a quelle del<br />

Centro e Sud America, all’<br />

Asia, ovunque sono presenti<br />

missionari sardi. In occasione<br />

dei recenti drammatici fatti del<br />

conflitto israelo-palestinese<br />

con il lungo assedio alla basilica<br />

della Natività abbiamo<br />

scoperto che molti religiosi e<br />

religiose sarde operano a Betlemme<br />

in condizioni spesso<br />

difficilissime.<br />

Una delle regioni dove massiccia<br />

e consolidata è la presenza<br />

di missionari sardi è il<br />

Madagascar, un’isola grande<br />

tre volte l’Italia, al largo delle<br />

coste africane, nell’ Oceano<br />

Indiano. Qui, fin dai primi<br />

anni Ottanta, operano un gruppo<br />

di sacerdoti, Salesiani di<br />

Don Bosco, che si prodigano a<br />

favore dei più poveri portando<br />

avanti numerose attività di<br />

istruzione e di formazione professionale<br />

per ragazzi e ragazze<br />

emarginati.<br />

Quando nel 1980 venne deciso<br />

di inviare missionari in<br />

Madagascar i sacerdoti sardi<br />

furono tra i primi a partire.<br />

Don Oreste Valle, di Arborea<br />

APPELLO DI UN MISSIONARIO SARDO<br />

PER COSTRUIRE UNA SCUOLA<br />

NELL'ISOLA DEL MADAGASCAR<br />

– che da pochi mesi è partito<br />

per l’ Albania – fu tra i primissimi.<br />

Oggi sono quasi una dozzina,<br />

sparsi nel vastissimo territorio:<br />

don Gian Marco Lai, di<br />

Perdasdefogu, don Piero Faret,<br />

di Cagliari, don Mario Prina,<br />

di Fonni, don Salvatorangelo<br />

Artizzu, di Cagliari, don Renato<br />

Pinna, di Sardara, don Giovanni<br />

Follese di Cagliari e don<br />

Sebastiano Campullu (ma tutti<br />

lo conoscono come Pere Tattano),<br />

di Santulussurgiu che arrivato<br />

nel 1985, oggi coordina il<br />

centro di Mahajanga, nel nord<br />

dell’Isola.<br />

Don Tattano si è rivolto al<br />

Messaggero Sardo per chiedere<br />

la solidarietà dei sardi per<br />

avere un aiuto, anche modesto,<br />

che possa permettere il completamento<br />

di due nuove aule<br />

dove far studiare i bambini<br />

malgasci della periferia di<br />

Mahajanga.<br />

Diventato sacerdote nel<br />

1980 don Campullu è stato tra<br />

i primi, nel 1985, a accettare<br />

l’invito a partire missionario<br />

in Madagascar. “Quella dei salesiani<br />

non è una congregazione<br />

missionaria – precisa – ma è<br />

quella che ha il maggior numero<br />

di missionari”. Prima di partire<br />

chiese e ottenne il consenso<br />

della madre, donna profondamente<br />

religiosa che ha assecondato<br />

la vocazione del figlio.<br />

Per sei mesi venne ospitato<br />

in un centro per apprendere<br />

la lingua malgascia e studiare<br />

la cultura di quel popolo (in<br />

Madagascar ci sono 18 differenti<br />

etnie). Fu mandato a Betafo,<br />

nel centro dell’isola dove<br />

con padre Lai e padre Faret,<br />

organizzò un oratorio e una<br />

scuola. C’erano 1600 allievi,<br />

dalle elementari al liceo. Fu<br />

istituita la parrocchia alla quale<br />

facevano capo ben 34 piccole<br />

chiese sparse in un territorio<br />

vastissimo, spesso raggiungibili<br />

solo dopo giornate di marcia<br />

o per via fluviale. Dopo<br />

otto anni a Betafo Pere Tattano<br />

fu mandato per quattro anni a<br />

Ivato e poi per due anni nella<br />

foresta a Bemaneviki, all’estremità<br />

nordoccidentale<br />

del Madagascar, una missione<br />

particolarmente disagiata con<br />

condizioni climatiche quasi<br />

insopportabili.<br />

Dal 2001 Pere Tattano è stato<br />

nominato coordinatore del<br />

centro di Mahajanga dove ha<br />

riattivato un centro professionale<br />

che è diventato il punto di<br />

aggregazione per i bambini e i<br />

giovani della periferia della<br />

città. Il Centro Professionale –<br />

dopo tre anni di lavori – ha potuto<br />

cominciare quest’anno l’<br />

attività didattica. Dotato di sei<br />

laboratori (meccanica, saldatura,<br />

elettromeccanica, frigoristi,<br />

muratura e falegnameria) il<br />

Centro “Don Bosco” avrebbe<br />

la capacità di accogliere 120<br />

allievi. Invece sono più di 300<br />

quelli che si sono iscritti. “Non<br />

ci sono aule – racconta don<br />

Campullu – e facciamo lezione<br />

all’aperto”. Chi può, e non<br />

sono molti, paga una retta di<br />

2,60 euro al mese. Una parte<br />

dei fondi necessari per pagare<br />

gli insegnanti provengono dalla<br />

vendita dei manufatti prodotti<br />

dagli allievi (circa il<br />

30%). Al resto – precisa don<br />

Campullu – ci ha sempre pensato<br />

la Provvidenza.<br />

La situazione politica – con<br />

il vecchio presidente che non<br />

voleva accettare la sconfitta<br />

elettorale – ha aggravato una<br />

situazione economica già precaria.<br />

Nonostante abbia un<br />

considerevole patrimonio zootecnico,<br />

una florida attività di<br />

pesca, coltivazioni di cacao,<br />

caffè, spezie varie e riso, il<br />

Madagascar è attanagliato da<br />

una drammatica crisi economica.<br />

L’opera dei salesiani che<br />

puntano sulla istruzione e sulla<br />

formazione professionale è<br />

importantissima per far sviluppare<br />

e crescere una classe di<br />

tecnici.<br />

Per aiutare don Sebastiano<br />

Campullu a realizzare almeno<br />

altre due aule a Mahajanga si<br />

possono inviare offerte al seguente<br />

indirizzo.<br />

Fondazione DON BOSCO<br />

NEL MONDO, via della Pisana<br />

1111 – 00163 ROMA<br />

Le offerte si possono fare<br />

con versamento in<br />

- Conto Corrente Postale n.<br />

36885028<br />

- Bonficio Bancario: sul c/c<br />

3263/1 presso la BANCA IN-<br />

TESA RETE CARIPLO, filiale<br />

12 di ROMA – cod ABI<br />

6070 – cod. CAB 03212<br />

Bonifico BancoPosta sul c/c<br />

postale n. 36885028 – ABI<br />

03069 – CAB 05064<br />

Accredito via Internet BancoPostaImpresaonline<br />

sito<br />

www.poste.it<br />

IMPORTANTE: In ogni versamento<br />

va indicata la seguente<br />

CAUSALE: “Don Campullu<br />

Sebastiano per scuola S. Domenico<br />

Savio MAHAJANGA –<br />

Madagascar”<br />

INIZIATIVA DEL CIRCOLO<br />

S. EFISIO DI TORINO<br />

CONTRO LA THALASSEMIA<br />

Informare e sensibilizzare<br />

non solo i sardi ma anche la<br />

popolazione locale su una malattia<br />

che colpisce l’Isola e anche<br />

altre aree del Mediterraneo.<br />

Da qui l’iniziativa dell’Associazione<br />

Sant’Efisio,<br />

circolo culturale sardo di Torino,<br />

per uno spettacolo di beneficenza<br />

che si è svolto il 29<br />

giugno scorso seguito il giorno<br />

dopo da un dibattito sulla thalassemia.<br />

“Non vi è luogo più adatto<br />

della Chiesa per rinsaldare e<br />

consacrare come in un patto i<br />

legami di amicizia, di solidarietà<br />

e di fratellanza fra gli uomini.<br />

Se poi ci si ritrova fra gente<br />

della stessa stirpe l’incontro<br />

assume un carattere particolare”,<br />

è quanto ha scritto il presidente<br />

del Circolo, Angelo<br />

Loddo, nel presentare l’incontro<br />

svoltosi nella Parrocchia<br />

San Giuseppe lavoratore. La<br />

messa cantata in sardo è stata<br />

celebrata da don Deiana, originario<br />

di Ardauli, un salesiano<br />

che svolge la sua missione nel<br />

Santuario di Castelnuovo Don<br />

Bosco, paese natale del Santo.<br />

Significativa la partecipazione,<br />

oltre che di tantissimi sardi,<br />

di rappresentanti locali: il<br />

presidente della VI Circoscrizione<br />

del Comune di Torino,<br />

Eleonora Artesio, Paola Taraglio<br />

degli Affari Comunitari<br />

della Regione Piemonte, il<br />

presidente dell’Associazione<br />

Piemontesi nel Mondo Michele<br />

Colombino, il presidente<br />

della fasi Tonino Mulas. Nel<br />

corso della cerimonia religiosa<br />

diversi i canti in sardo proposti<br />

anche dal Coro polifonico di<br />

Isili che, assieme al Gruppo di<br />

ballo S’Arramini e di Sant’Efisio,<br />

ha proposto in serata una<br />

serie di esibizioni.


EMIGRAZIONE<br />

27<br />

OTTOBRE 2002<br />

RECORD DI VISITATORI<br />

ALLA RASSEGNA<br />

SARDEGNA A SARONNO<br />

Intensa la Settimana Sarda,<br />

denominata “<strong>Sardegna</strong> a Saronno<br />

2002”, che si è svolta a<br />

Saronno dal 14 al 23 giugno<br />

scorso. Si è trattato di un successo<br />

della manifestazione - ha<br />

sottolineato il presidente del<br />

Circolo culturale sardo Grazia<br />

Deledda di Saronno, Luciano<br />

Aru - ben meritato. È stato stimato<br />

che nei 10 giorni di esposizione<br />

i padiglioni siano stati<br />

visitati da non meno di 50.000<br />

persone.<br />

La manifestazione si è svolta<br />

con la collaborazione della<br />

FASI, Esit, e i Comuni di Tertenia,<br />

Escalaplano, Fluminimaggiore,<br />

Morgongiori, e di<br />

diversi artigiani ed artisti sardi<br />

nonché di associazioni provenienti<br />

dai comuni sardi e di associazioni<br />

di Saronno. L’Amministrazione<br />

comunale di Saronno<br />

ha preso parte attiva alla<br />

manifestazione mettendo a disposizione,<br />

gratuitamente,<br />

l’area in cui si è svolta la Settimana,<br />

le sale necessarie alle<br />

conferenze, contribuendo, tramite<br />

l’Assessorato agli Eventi<br />

Speciali e l’Assessorato della<br />

Cultura, a parte delle spese<br />

pubblicitarie e intervenendo in<br />

diverse forme.<br />

La “Settimana Sarda” è un<br />

appuntamento tradizionale per<br />

Saronno: con la cultura, la tradizione,<br />

la gastronomia e l’artigianato<br />

isolano, una manifestazione<br />

- come ha ricordato<br />

Aru - voluta fortemente dal direttivo<br />

del Circolo e da tutti i<br />

soci e che hanno lavorato per<br />

la sua buona riuscita. Per realizzare<br />

il progetto sono stati allestiti,<br />

in un’area centrale della<br />

città, due padiglioni: in uno<br />

è stato offerto al pubblico una<br />

degustazione dei piatti tipici<br />

della cucina sarda; nell’altro è<br />

stata allestita una mostra di artigianato,<br />

di ceramiche artistiche,<br />

di immagini fotografiche,<br />

di prodotti agroalimentari sardi.<br />

Il Folklore è stato rappresentato<br />

dai gruppi FoIk di<br />

Escalaplano e di Tertenia che<br />

sabato 15 giugno si sono esibiti<br />

nei balli tradizionali nella<br />

piazza principale della città e<br />

hanno sfilato per le vie centrali<br />

monopolizzando per l’intera<br />

serata l’attenzione dei saronnesi.<br />

L’inaugurazione ufficiale<br />

del padiglione espositivo è<br />

avvenuta domenica 16 giugno,<br />

un vero “momento di incontro”<br />

fra la comunità sarda del<br />

saronnese composta da circa<br />

3.000 famiglie e il mondo politico<br />

e culturale di Saronno e<br />

della provincia di Varese.<br />

Erano presenti, fra le diverse<br />

autorità, in rappresentanza<br />

della Città di Saronno il Sindaco,<br />

Avv. Pierluigi Gilli, tutta la<br />

Giunta Comunale, e il Presidente<br />

del Consiglio Comunale;<br />

mentre la provincia di Varese<br />

era rappresentata dall’Assessore<br />

dell’Ambiente senatore<br />

Pintus.<br />

Altro momento significativo<br />

della manifestazione è stato<br />

sabato 22 giugno con l’incontro,<br />

promosso dall’Associazione<br />

dei sardi, fra il gruppo speleologico<br />

“Grotte Su mannau”<br />

di Fluminimaggiore e il Gruppo<br />

speleologico di Saronno.<br />

L’incontro, un vero gemellaggio<br />

fra i due gruppi, è avvenuto<br />

alla presenza delle autorità<br />

comunali, ed è servito a cementare<br />

l’amicizia e a stipulare<br />

un accordo di collaborazione<br />

e scambio di conoscenze<br />

che porterà il gruppo di Saronno,<br />

composto di circa 50 persone,<br />

a restituire la visita a<br />

Fluminimaggiore paese che il<br />

Comune di Saronno ha voluto<br />

omaggiare accogliendo la sua<br />

banda musicale nel raduno<br />

delle bande musicali lombarde<br />

che si è svolto domenica 23<br />

giugno. Alla mamfestazione,<br />

denominata “Trenobanda” e<br />

promossa dal Comune, hanno<br />

partecipato una decina di bande<br />

Lombarde e la banda musicale<br />

di Fluminimaggiore, che<br />

ha ben figurato.<br />

IL CORO CITTA' DI OZIERI<br />

OSPITE D'ONORE<br />

A “BASSANO IN CANTO”<br />

Domenica 28 luglio a Bassano del Grappa si è svolta la manifestazione<br />

coristica “Bassano in canto”, a coronamento del<br />

ciclo di manifestazioni collegate al “Millennio di Bassano”.<br />

Ospite di rilievo della serata è stato il coro “Città di Ozieri”,<br />

che a settembre dello scorso anno aveva a sua volta ricevuto<br />

la visita del “Coro Bassano”, nello spirito di un gemellaggio<br />

fra i due cori. Il Circolo “<strong>Sardegna</strong> Nostra” invitato dal “Coro<br />

Bassano” ad essere protagonista non ha avuto tentennamenti<br />

- ha scritto al Messaggero Sardo Arianna Loi - e così rispettando<br />

il calendario predisposto dagli organizzatori sabato 27<br />

ci si è incontrati sul famoso “Ponte di Bassano” dove i rappresentanti<br />

di Ozieri hanno dato subito un saggio della loro bravura<br />

intonando “Dimonius” (inno della Brigata Sassari), fra lo<br />

stupore della gente. Dal ponte si è proseguito sino ad arrivare<br />

al palazzo municipale dove vi era l’assessore dello spettacolo<br />

L. Fabris, il presidente del “Coro Bassano” A. Zilio ed il coro<br />

rumeno Iom Vidu di Lugoj, anch’esso ospite della manifestazione.<br />

Il nostro circolo - ha sottolineato Arianna Loi - è stato protagonista<br />

l’indomani con la Santa Messa che ha aperto una giornata<br />

ricca di avvenimenti. Il coro “Città di Ozieri”, con i costumi<br />

tradizionali, ha proposto cinque brani durante la messa nella<br />

chiesa di S. Giacomo, a Romano d’Ezzelino.<br />

A due passi dalla parrocchia vi è la chiesetta di S.Giacomo di<br />

Torre, oggi sconsacrata e di proprietà del comune romanese e qui<br />

si è svolta una piccola cerimonia fra il Circolo, l’Amministrazione<br />

comunale e il Coro. Il vicepresidente del circolo “<strong>Sardegna</strong><br />

Nostra” D. Fadda ha detto che fra i sardi e i veneti residenti nel<br />

territorio è fondamentale il rapporto di amicizia e solidarietà, ha<br />

poi preso la parola il sindaco A. Zen per il quale i sardi residenti<br />

nel territorio sono un esempio di onestà e laboriosità, e si è auspicato<br />

in futuro un gemellaggio con la comunità ozierese. E’<br />

quindi intervenuto il coordinatore per i circoli del nord est, G.<br />

Vittorio Masala, il quale ha spiegato che l’emigrazione è un fenomeno<br />

in continua crescita, soprattutto per i giovani laureati, infine<br />

l’assessore per gli Affari sociali A. Baron e il presidente della<br />

Pro Loco S. Carlesso hanno consegnato dei doni all’assessore<br />

comunale di Ozieri O. Contu, e al Coro.<br />

La manifestazione si è chiusa con un pranzo sociale, preparato<br />

da alcuni volontari del Circolo e della Comunità parrocchiale,<br />

durante il quale il presidente del circolo “<strong>Sardegna</strong> Nostra”, G.<br />

Denti, ha ringraziato tutti i presenti e ha donato al Coro un piatto<br />

in ceramica bassanese. Infine alle 23 gli amici di Ozieri si sono<br />

esibiti fra gli applausi dei Bassanesi nella splendida cornice del<br />

Castello degli Ezzelini, eseguendo dieci canti che simboleggiano<br />

appunto dieci secoli di vita della città di Bassano (998/1998).<br />

L’indomani vi è stata una cerimonia al sacrario del Monte Grappa<br />

dove i sardi hanno festeggiato con gli altri cori.<br />

UN CONVEGNO SULLA DELEDDA<br />

CONCLUDE A CONCOREZZO<br />

LA SETTIMANA SARDA<br />

A coronamento della festa e<br />

delle manifestazioni organizzate<br />

dal Circolo culturale <strong>Sardegna</strong><br />

di Vimercate-Concorezzo-Monza<br />

nell’ambito del<br />

Giugno Concorezzese, che ha<br />

visto dal 7 al 16 giugno al Parco<br />

Zoja di Concorezzo una intensa<br />

partecipazione dei sardi<br />

assieme alla popolazione locale<br />

che hanno dato vita anche a<br />

un corteo storico che ha attraversato<br />

le vie del centro storico<br />

di Concorezzo con una rievocazione<br />

degli antici vestiti<br />

degli abitanti, si è svolto un<br />

convegno su Grazia Deledda.<br />

L’interessante appendice<br />

culturale alla intensa settimana<br />

sarda è stata, il 23 giugno<br />

scorso, la Conferenza, organizzata<br />

sempre dal Circolo<br />

<strong>Sardegna</strong> con il patrocinio della<br />

Città di Monza nell’ambito<br />

della sagra di San Giovanni, su<br />

“La donna della montagna,<br />

Grazia Deledda a 75 anni dal<br />

Nobel”. E’ stata ricordata la<br />

storia di una donna di montagna<br />

che da Nuoro, nelle montagne<br />

della Barbagia, è approdata<br />

a Stoccolma dove il 10<br />

dicembre 1927 (75 anni) ricevette<br />

il Premio Nobel per la<br />

Letteratura 1926, unica donna<br />

scrittrice italiana a riceverlo<br />

dopo il Nobel del Carducci assegnato<br />

20 anni prima. La Deledda<br />

ha dato lustro alla <strong>Sardegna</strong>,<br />

all’Italia e sarebbe auspicabile<br />

che anche la Regione<br />

sarda desse vita a iniziative<br />

che valorizzino la sua figura.<br />

A parlare della sua figura,<br />

della sua opera, del suo ruolo e<br />

del significato della donna della<br />

“montagna” sono stati Paolo<br />

Pulina, il presidente del Circolo<br />

Salvatore Carta, il sindaco<br />

di Monza Michele Faglia, e<br />

i prof. Francesco Dettori e<br />

Giuseppe Colombo, già direttore<br />

della Biblioteca di Monza,<br />

che si sono avvicendati per<br />

dare un quadro quanto più<br />

esaustivo sul Premio Nobel<br />

sardo che ha dato lustro non<br />

solo alla nostra Isola ma a tutta<br />

la letteratura mondiale. La<br />

Deledda ha ambientato la maggior<br />

parte delle sue opere (300<br />

novelle e 30 libri) nella <strong>Sardegna</strong><br />

intrisa della cultura nuorese<br />

e scrivendo della sua gente.<br />

A sottolineare la “sardità” della<br />

scrittrice anche i dipinti celebrativi<br />

per i 75 anni del Nobel<br />

realizzati da Janko (Gianni<br />

Colombo).


EMIGRAZIONE<br />

28<br />

OTTOBRE 2002<br />

Si è svolto il XII Congresso<br />

Nazionale dei Giovani Italo-<br />

Argentini a Mendoza dal 17 al<br />

19 agosto scorso. Con il motto<br />

“Dos Culturas unidas en un<br />

mismo racimo de valores” si<br />

sono riuniti 600 giovani discendenti<br />

di italiani di tutto il<br />

Paese. Ha partecipato per prima<br />

volta, in rappresentanza<br />

del Cile, una delegazione di<br />

giovani dell’Associazione<br />

Giovanile Italo-Cilena (Agic).<br />

L’atto di apertura del Congresso<br />

si è svolto sotto la tenda<br />

istallata nei giardini del Centro<br />

Turistico Ejercito de los Andes<br />

di Guaymallén, a pochi chilometri<br />

da Mendoza. Fra le autorità:<br />

Rosanna Calabretto, presidente<br />

del Agia, il sindaco di<br />

Guaymallén Roberto Bianco,<br />

il console di Mendoza Paolo<br />

Campanini, il consigliere dell’Ambasciata<br />

Giorgio Gugliemino<br />

che ha portato il saluto<br />

dell’ambasciatore Roberto Nigido,<br />

l’ing. Enrique Pescarmona,<br />

il presidente del Comites di<br />

Mendoza Romanello.<br />

Il lavoro è stato suddiviso -<br />

ha fatto sapere Teresa Fantasia<br />

- fra 4 commissioni: Cultura e<br />

Educazione, Sport e Tempo libero<br />

e Salute, Economia, Associazionismo<br />

e partecipazione<br />

politica. È stata formata anche<br />

la Comissione Nazionale<br />

dei Giovani che rappresentarà<br />

per un anno la Gioventù Italo<br />

Argentina, sono stati nominati:<br />

I SARDI PROTAGONISTI<br />

AL CONGRESSO NAZIONALE<br />

DEI GIOVANI ITALO-ARGENTINI<br />

Franco Baldissare, Damian<br />

Palavecino, Marilina D’Astolfo,<br />

Antonio Pompillo, Viviana<br />

Furci, Mario Garzola, Marcello<br />

Carrara, Leandro lo Solfo,<br />

Maximiliano Napoli. La prossima<br />

sede per il Precongresso<br />

2003: Gruppo Giovanile di<br />

Maipù Buenos Aires; mentre<br />

sede del Congresso 2003 sarà<br />

Gioventù Siciliana di Tucuman.<br />

Durante il Congresso<br />

sono state realizzate anche attività<br />

sportive e ricreative. Al<br />

circuito Culturale hanno partecipato<br />

vari gruppi fra i quali<br />

Federazione Sarda con Mostra<br />

di pittura di Artisti Sardi e sardi-argentini.<br />

Hanno partecipato<br />

al Congresso giovani rapresentanti<br />

di tutti i Circoli sardi<br />

d’Argentina, fra i quali due<br />

delegati del Circolo <strong>Sardegna</strong><br />

di Moreno, Alejandra Karina<br />

Martinez Marras (commissione<br />

Educacion y Cultura), Diego<br />

Andria (Commissione<br />

Sport, Tempo Libero e Salute),<br />

inoltre il presidente del Circolo<br />

Sardo di Mendoza Pablo<br />

Fernandez Pira.<br />

Nell’ambito del XII Congresso<br />

dei giovani è stato presentato<br />

il 15 agosto in una conferenza<br />

nella Facoltà di Economia<br />

dell’Università dell’Aconcagua<br />

a Mendoza una<br />

analisi sul modello italiano dei<br />

consorzi export. “L’esperienza<br />

italiana nella formazione di<br />

consorzi export: la Regione<br />

<strong>Sardegna</strong> come punto di riferimento”<br />

è stato il tema di una<br />

relazione presentata da Pablo<br />

Fernandez Pira (ICE Buenos<br />

Aires, Circolo Sardo di Mendoza)<br />

che con Rosana Calabretto<br />

(Agia Mendoza) e Héctor<br />

Guerrero (Agrobusiness<br />

Consulting di Mendoza) sono<br />

stati i relatori della conferenza.<br />

Hanno spiegato il funzionamento<br />

dei consorzi in Italia<br />

e le esperienze di export in Italia<br />

di consorzi dell’agroalimentare<br />

di Mendoza, nei periodi<br />

di controstagione, situazione<br />

molto pregiata dai produttori<br />

locali e degli italiani.<br />

INTENSA ATTIVITA'<br />

AL CIRCOLO DI DOUAI<br />

NEL NORD DELLA FRANCIA<br />

Il Circolo sardo Associazione<br />

<strong>Sardegna</strong> di Douai, regione<br />

Nord della Francia, ha svolto,<br />

come ha informato il presidente<br />

Giovanni Caria, una intensa<br />

e variegata attività nel primo<br />

semestre dell’anno.<br />

L’Associazione <strong>Sardegna</strong> ha<br />

deciso di collaborare allo studio<br />

sulla sclerosi multipla. Un<br />

questionario è così stato preparato<br />

dai professori sardi e francesi<br />

(Maura Pugliatti di Sassari,<br />

Reis di Sarreguemines) per<br />

lo studio epidemiologico. Il<br />

Circolo ha inviato il questionario<br />

a quasi 1.000 famiglie di<br />

origine sarda stabilitesi nel<br />

Nord francese (dipartimenti<br />

del Nord, Pas-de-Calais, Aisne).<br />

Il progetto ha ottenuto il<br />

sostegno della Federazione dei<br />

Circoli Sardi in Francia (presieduta<br />

da Francesco Laconi) e<br />

del Comitato degli Italiani all’Estero<br />

di Lilla (presidente<br />

Bruno de Santis). Il questionario<br />

anonimo deve essere compilato<br />

dai Sardi colpiti o no<br />

dalla malattia e deve poi esser<br />

restituito. Quattro mesi dopo<br />

l’invio delle lettere solo 6%<br />

dei questionari (60 su 1000 inviati)<br />

sono stati restituiti ben<br />

compilati. Sempre per sensibilizzare<br />

i sardi della regione<br />

Nord francese, è stata organizzata<br />

a Douai, sabato 29 giugno,<br />

una conferenza sulla sclerosi<br />

multipla. Sono intervenuti<br />

il prof. Patrick Vermersch,<br />

del centro ospedaliero universitario<br />

di Lilla, e la prof. Maura<br />

Pugliatti, dell’Università di<br />

Sassari. Entrambi hanno ricordato<br />

che la sclerosi multipla<br />

colpisce essenzialmente gli individui<br />

caucasici e, in maggioranza,<br />

le donne. I fattori responsabili<br />

potrebbero essere di<br />

origine ambientale e genetica<br />

da qui l’idea di realizzare uno<br />

studio epidemiologico sui sardi<br />

che vivono in un ambiente<br />

completamente diverso dalla<br />

<strong>Sardegna</strong>. Per questo sarebbe<br />

opportuno che vengano restituiti<br />

compilati al più presto i<br />

questionari. Alla interessante<br />

conferenza hanno preso parte,<br />

fra le altre persone, anche Dominique<br />

Lambelin, assessore<br />

alla vita associativa di Donai,<br />

la Signora Matysiak, responsabile<br />

socio-medico del Centro<br />

di reeducazione di Raimbeaucourt,<br />

e Bruno De Santis,<br />

presidente del Comitato degli<br />

Italiani all’estero di Lilla.<br />

Un’altra iniziativa del Circolo<br />

è stata l’Esposizione dell’artigianato<br />

sardo in occasione<br />

della festa di Pasqua, nella sala<br />

“Halle aux draps” di Douai. Da<br />

sabato 30 marzo a lunedì 1 aprile,<br />

il pubblico ha potuto ammirare<br />

e comprare tappeti, ceramiche,<br />

strumenti musicali e diversi<br />

prodotti alimentari sardi. I<br />

prodotti artigianali sono stati<br />

forniti da Rita Marion-Masala,<br />

responsabile della società commerciale<br />

RM Sardomia di Ogy<br />

(Metz). L’esposizione è stata<br />

presentata alle personalità da<br />

Giovanni Caria, presidente del<br />

circolo, e da Dario Pilia, vice<br />

presidente. Un brindisi è stato<br />

offerto ai partecipanti che hanno<br />

potuto anche assaggiare i<br />

dolci sardi preparati dalle signore<br />

Giovanna Piras, Antonietta<br />

Usai, Suzanne Pilia e Teresa<br />

Coffin.<br />

L’Associazione <strong>Sardegna</strong> di<br />

Donai è stata sollecitata, inoltre,<br />

dall’assessore della cultura<br />

della città di Denain, Signora<br />

Tonini, e dalla responsabile<br />

dell’Ufficio culturale, Signora<br />

Pique, per proporre delle attività<br />

sul tema della <strong>Sardegna</strong> in<br />

occasione di una Manifestazione<br />

svoltasi sabato 11 e domenica<br />

12 maggio 2002 a Denain.<br />

Così il Circolo ha organizzato<br />

una bancarella di prodotti<br />

alimentari tipici della<br />

<strong>Sardegna</strong> e invitato il gruppo<br />

folcioristico sardo “Su Nuraghe”<br />

di Mons (Belgio) composto<br />

da bravi giovani sardi della<br />

seconda generazione.<br />

RINNOVATO<br />

IL DIRETTIVO<br />

DEL CIRCOLO<br />

DI COMO<br />

Il Circolo culturale ricreativo<br />

“<strong>Sardegna</strong>” di Como ha un nuovo<br />

Consiglio direttivo. Lo ha eletto,<br />

il 24 maggio scorso, l’assemblea<br />

generale dei soci, mentre gli incarichi<br />

esecutivi sono stati distribuiti<br />

il 7 giugno. Presieduto da Onorio<br />

Boi, l’esecutivo è composto<br />

dai Vice Presidenti Ovidio Aresu<br />

(vicario e tesoriere) e Gavino<br />

Rassu (con delega per il tesseramento)<br />

e dal segretario Paolo Cristin.<br />

Completano il direttivo Pietro<br />

Sanna, responsabile dei rapporti<br />

con le autorità locali; Antonio<br />

Cocco e Antonio Masia (rapporti<br />

sociali) e Giuseppina Pisu,<br />

coordinatrice donne. Delegato di<br />

base alla FASI è stato nominato<br />

Salvatore Lai.<br />

I Revisori sono Lorenzo Oggiano,<br />

presidente; Domenico Cittarella<br />

e Mario Podda, componenti.<br />

Il Collegio dei Probiviri, presieduto<br />

da Franco Padedda, è<br />

composto da Salvatore Canu e<br />

Francesco Piras.<br />

SEMPRE DRAMMATICA<br />

LA SITUAZIONE<br />

IN ARGENTINA<br />

In Argentina continua il<br />

“corralito” ossia il blocco dei<br />

conti bancari che interessa milioni<br />

di cittadini ed ha ridotto<br />

alla povertà moltissima gente<br />

della classe media. Lo ha ricordato<br />

in una nota all’Anfe<br />

don Andrea Buttu che vive nel<br />

Paese sudamericano. I conti in<br />

dollari sono stati congelati - ha<br />

sottolineato don Buttu - e se<br />

uno ha la fortuna di ritirare dal<br />

suo conto in dollari ritira a<br />

1,40 per dollaro, mentre il<br />

cambio corrente è di 3,50-<br />

3,60, ossia perde più dei 2/3<br />

del valore reale. I poveri, che<br />

erano circa 12 milioni fino al<br />

dicembre scorso sono attualmente<br />

circa 19 milioni, ossia<br />

più della metà della popolazione<br />

e sono ogni giorno in crescita<br />

perché: la disoccupazione<br />

si aggira intorno al 24%; la<br />

maggior parte di quelli che lavorano<br />

ha lo stipendio congelato<br />

a dicembre, prima della<br />

svalutazione; i prezzi crescono<br />

gran parte in base alla cresita<br />

del dollaro, il che significa che<br />

alcuni sono aumentati di tre<br />

volte e mezzo come, per esempio,<br />

tutto ciò§ che riguarda<br />

l’informatica, computer, ma<br />

anche benzina, nafta, olio, ferro,<br />

cemento e tutti i materiali<br />

da costruzione (mentre il costo<br />

della mano d’opera è rimasto<br />

uguale, in alcuni casi diminuito).<br />

Nelle grandi città, come<br />

Buenos Aires, è diventato impossibile<br />

vivere: si sequestrano<br />

le persone per pochi soldi,<br />

per esempio 300 pesos che corrispondono<br />

a circa 200.000 di<br />

vecchie lire o circa 100 euro.<br />

Vi è poi una forma di protesta<br />

che ormai si è estesa a tutta la<br />

nazione: il “corte de ruta” o<br />

blocco stradale. Chi blocca la<br />

strada si chiama “picchetero”,<br />

molti bloccano le strade e<br />

chiedono il pedaggio per poter<br />

passare, è una guerra fra poveri,<br />

i più danneggiati sono i camionisti<br />

che a volte sono costretti<br />

a giorni di sosta ed<br />

essi stessi si trasformano in<br />

“piccheteros” per reazione,<br />

mettendo di traverso camion<br />

con rimorchi. Potrei continuare<br />

nella descrizione fino<br />

all’infinito - ha aggiunto don<br />

Buttu - e in questa triste situazione<br />

i politici di sempre<br />

si stanno scannando per le<br />

prossime elezioni per eleggere<br />

il presidente (nel marzo<br />

prossimo). Ma ora di cosa si<br />

ha bisogno in Argentina? A<br />

parte i soldi che, forse, non<br />

saprebbero come spendere -<br />

ha risposto don Buttu - le<br />

cose più necessarie sono<br />

cibo e medicine (sono tra le<br />

cose che sono aumela ntate<br />

di più). Di recente la Spagna<br />

ha incomincito a mandare,<br />

tramite la Caritas una somma<br />

di danaro che si sta trasformando<br />

in cibo e medicine.<br />

Io ho speso per la mia<br />

diocesi - fa sapere don Andrea<br />

- 52 mila pesos che ci<br />

sono toccati (circa 15.000<br />

euro) comprando cibi di prima<br />

necessità da distribuire<br />

nelle famiglie più bisognose<br />

e per le refezioni per bambini<br />

e anziani. Anche il vestiario<br />

è necessario ma non è la<br />

cosa più importante. La metodologia<br />

migliore mi sembra<br />

quella adottata dalla<br />

Spagna: affidare alla Caritas<br />

i soldi che li utilizza per i bisognosi.


EMIGRAZIONE<br />

29<br />

OTTOBRE 2002<br />

CULTURA STORIA E AMBIENTE<br />

I TEMI DELLE “SETTIMANE SARDE”<br />

PROMOSSE DALLA FASI<br />

La Federazione delle Associazioni<br />

Sarde in Italia (FASI),<br />

presieduta da Tonino Mulas, è<br />

impegnata nell’ultima parte dell’anno<br />

a coordinare la realizzazione<br />

dei progetti regionali “Settimane<br />

Sarde 2002”, finanziati<br />

dalla Regione. Quattro manifestazioni<br />

sono state realizzate<br />

(“Suoni e colori di <strong>Sardegna</strong> –<br />

Isola solidale”, a cura del Circolo<br />

di Padova; convegno sulle lingue<br />

minoritarie, promosso dal<br />

Circolo “Khintales” di Torino;<br />

“<strong>Sardegna</strong>-Saronno 2002” organizzato<br />

dal sodalizio della cittadina<br />

della provincia di Varese;<br />

“Sandalia” per il ventennale dell’associazione<br />

culturale dei sardi<br />

in Toscana, svoltasi a Firenze).<br />

Si è inoltre svolta nelle scorse<br />

settimane (dal 10 al 13 ottobre)<br />

a Pavia, la rassegna “I tesori di<br />

un’isola e del suo sottosuolo” a<br />

cura del Circolo “Logudoro”,<br />

incentrata sulla storia e le prospettive<br />

delle miniere sarde, ma<br />

anche sulle vicende dimenticate<br />

di lavoratori e lavoratrici.<br />

Gli altri progetti da realizzare<br />

riguardano: un convegno sull’amicizia<br />

ventennale e sulla<br />

collaborazione tra Francesco<br />

Cocco Ortu (1842-1929) e Giuseppe<br />

Zanardelli (Presidente del<br />

Consiglio dal 1901 al 1903),<br />

promosso dal Circolo di Brescia;<br />

il settimo concorso di poesia<br />

sarda indetto dal centro sociale<br />

e culturale di Milano nonché<br />

il circuito per la rappresentazione<br />

teatrale di “Sos Sonnos”,<br />

dal romanzo di Michelangelo<br />

Pira allestito allestito da “Il<br />

Gremio” di Roma e dai Circoli<br />

di Civitavecchia e di Ostia. Infine<br />

un convegno su “Continuita’<br />

territoriale per mare, per cielo e<br />

per terra”.<br />

Nella riunione dell’Esecutivo<br />

della FASI del 13 luglio scorso,<br />

Tonino Mulas ha riferito sul<br />

congresso della Federazione<br />

della Germania svoltosi nel<br />

mese di giugno a Monaco, cui<br />

hanno partecipato i rappresentanti<br />

dei 17 Circoli e che ha eletto<br />

un Presidente molto giovane<br />

Telemaco Bundone. Si tratta – è<br />

stato sottolineato dall’esecutivo<br />

– di un positivo rinnovamento<br />

cui non è stato estraneo l’esempio<br />

dato dalla Federazione. Nel<br />

corso della riunione è stata anche<br />

sottolineata l’ottima accoglienza<br />

riservata dai congressisti al Presidente<br />

Mulas e a Giovanni Loi,<br />

coordinatore della Circoscrizione<br />

Centro/Nord in veste di accompagnatore<br />

ed interprete in<br />

quanto conoscitore della lingua e<br />

della cultura tedesche.<br />

Mulas ha quindi espresso un<br />

giudizio positivo, per le modalità<br />

di svolgimento e per l’ampia<br />

partecipazione, sul dibattito<br />

svoltosi a Cornaredo, domenica<br />

7 luglio, relativo al diritto di<br />

voto agli emigrati e all’Assemblea<br />

Costituente per il nuovo<br />

Statuto per la <strong>Sardegna</strong>.<br />

Il Presidente ha infine riferito<br />

sulla discussione svoltasi nell’Ufficio<br />

di Presidenza della<br />

Consulta per l’Emigrazione tenutasi<br />

a Monaco<br />

Nel corso della riunione sono<br />

stati stabiliti i criteri per il finanziamento<br />

dei Progetti Regionali.<br />

I Consultori Giulio Cesare<br />

Pittalis e Giampaolo Collu<br />

hanno dato informazioni sugli<br />

incontri cui hanno preso parte. Il<br />

primo si è soffermato sul lavoro<br />

della Commissione della Consulta<br />

per la valutazione delle<br />

proposte formulate dalle federazioni<br />

e per l’esame delle possibilità<br />

di acquisire risorse aggiuntive<br />

rispetto a quelle della<br />

Regione. Collu ha invece riferito<br />

sui lavori della “Commissione<br />

Legislativa” che sta esaminando<br />

la revisione della legge<br />

regionale sull’emigrazione.<br />

Il lavoro – ha detto – è stato<br />

completato ed è stata consegnata<br />

al Presidente della Consulta<br />

una bozza di proposta di legge<br />

che in pratica annulla l’attuale<br />

regolamento.<br />

MARCO LEDDA ELETTO<br />

PRESIDENTE DEL CIRCOLO<br />

DI FIORANO MODENESE<br />

Nuovi dirigenti al Circolo<br />

“Nuraghe” di Fiorano Modenese.<br />

L’Assemblea dei soci<br />

ha infatti rinnovato il Consiglio<br />

Direttivo e gli altri organismi.<br />

Presidente è stato eletto<br />

Mario Ledda che verrà affiancato,<br />

nell’esecutivo, dai<br />

Vice presidenti Mario Pinna<br />

e Giovanni Mela; dal Segretario<br />

Marcello Gallistu; dal<br />

Vice Segretario Flaviano<br />

NUOVA SEDE<br />

PER IL CIRCOLO<br />

DI MIRAMAR<br />

Curreli e dal Tesoriere Gian<br />

Marco Gallistu. Completano<br />

il Direttivo i consiglieri Giulio<br />

Cesare Pittalis, Antonello<br />

Murrutzu e Gian Mario Renga.<br />

Il Collegio dei Revisori è<br />

composto da Giovanni Becciu,<br />

Flavio Mizzon e Mario<br />

Niedda.<br />

A far parte del Collegio dei<br />

Probiviri sono stati chiamati<br />

Antonio Lai, Mauro Giorgi e<br />

Antonio Pittalis.<br />

Nuova sede sociale per il<br />

Centro Unione Regionale<br />

Sarda di Miramar, Buenos<br />

Aires in Argentina. Il Presidente<br />

Antonio Zidda e il<br />

Segretario Mario Sanna ci<br />

hanno scritto comunicandoci<br />

il nuovo indirizzo. Il<br />

sodalizio, che fa parte della<br />

Federazione dei Circoli<br />

Sardi in Agentina, è ubicato<br />

in Celle 26 n°345 C.P.<br />

7607 Miramar – Buenos<br />

Aires. I numeri telefonici<br />

sono:<br />

0054 (02291) 43-0601 e<br />

il fax 0054 (02291) 43-<br />

3619.<br />

Nelle foto.<br />

A sinistra: i soci<br />

del circolo “G.<br />

Dessì” con la<br />

cantante Elena<br />

Ledda, a destra<br />

Caterina Licciardi<br />

con il cuoco<br />

Salvatore Loi;<br />

sotto Caterina<br />

Licciardi con<br />

il governatore<br />

di S. Paolo Geraldo<br />

Alckimin<br />

e Sandra Rossi,<br />

socia del circolo<br />

“G. Dessi”<br />

Il 24 novembre 2002 a San<br />

Paolo verrà consegnato il Premio<br />

Ugo Licciardi al sardo (di<br />

Tempio Pausania) Salvatore<br />

Loi, prestigioso chef di cucina<br />

che lavora in Brasile e che ha<br />

ricevuto sinora numerosi premi<br />

come “migliore chef di cucina<br />

di San Paolo” dove lavora<br />

nel Ristorante Fasano uno<br />

dei piu importanti e conosciuti<br />

ristoranti italiani in Brasile. Lo<br />

ha comunicato al Messaggero<br />

Sardo la gentilissima Angela<br />

Licciardi che ha illustrato anche<br />

i più significativi eventi<br />

del Circolo Giuseppe Dessì.<br />

Nel maggio scorso la cantante<br />

Elena Ledda ed il suo gruppo<br />

ha dato “un regalo al cuore<br />

dei sardi” interpretando canzone<br />

tipiche sardi. Hanno partecipato<br />

alla serata molti sardi<br />

fra i quali anche i nuovi soci<br />

del Circolo, l’architetto Pier<br />

Paolo Cossu di Nuoro e la signora<br />

Lilian.<br />

In giugno, poi, vi è stato l’incontro<br />

con il Governatore di<br />

San Paolo, Geraldo Alckimin,<br />

A UN CUOCO SARDO<br />

IL PREMIO “LICCIARDI”<br />

DEL CIRCOLO DI SAN PAOLO<br />

al quale hanno preso parte<br />

diverse autorità locali<br />

italiane e brasiliane nonché<br />

imprenditori, nel<br />

Terrazzo Italia. “Abbiamo<br />

ripetuto il nostro invito<br />

a Lui e alla moglie<br />

amanti dell’Italia - ha ricordato<br />

Angela Licciardi<br />

- perché vadano in <strong>Sardegna</strong><br />

per conoscere la nostre<br />

bellezze”. Una serata<br />

speciale è stata quella<br />

(a cui si riferisce la foto)<br />

in cui il socio prof.<br />

Giampaolo Casula ha<br />

dato un importante contributo<br />

culturale facendo<br />

conoscere, ai sardi e ai<br />

tanti invitati autorità italiane<br />

e brasiliane, lo<br />

scrittore poeta Giuseppe<br />

Dessì. Il Presidente del Circolo<br />

Italiano Giuseppe Cappellano<br />

e tutti gli invitati hanno poi<br />

partecipato alla cena sociale.<br />

In agosto nuovo incontro<br />

speciale. Avere nuovi soci nel<br />

Circolo è sempre un piacere e<br />

così il nuovo socio Salvatore<br />

Loi è stato il benvenuto e<br />

a lui verrà consegnato il<br />

Premio Ugo Licciardi a<br />

novembre.<br />

Ma la gioia di trovare<br />

nuovi amici infonde<br />

sempre un “sapore speciale”<br />

fra i sardi e quando<br />

qualche familiare dei<br />

soci arriva in Brasile dalla<br />

<strong>Sardegna</strong> ci si riunisce<br />

per ascoltare qualcosa<br />

dell’Isola, lontana ma<br />

viva e presente nei cuori<br />

di chi è partito, come è<br />

avvenuto, ad esempio, di<br />

recente con la famiglia<br />

Tola, la giovane coppia<br />

Giampaolo Delogu, Rosalba<br />

Ledda e la signora<br />

Maria Antonietta Schintu<br />

di Sassari.


IL MESSAGGERO SARDO 30<br />

OTTOBRE 2002<br />

CAGLIARI<br />

Cambio di<br />

allenatore alla<br />

vigilia dell'avvio<br />

del campionato.<br />

Esonerato<br />

Sonetti.<br />

La squadra<br />

reagisce<br />

positivamente<br />

IL CAGLIARI<br />

SI AFFIDA<br />

A VENTURA<br />

Doveva essere l’anno<br />

della programmazione,<br />

il 2002, cominciato con<br />

Nedo Sonetti in panchina, subentrato<br />

poco prima di Natale<br />

al tandem Nuciari-Matteoli.<br />

Doveva essere una stagione nel<br />

segno della continuità: dopo la<br />

salvezza, ottenuta all’ultima<br />

giornata a conclusione di un<br />

campionato irto di ostacoli, era<br />

giunto il momento di programmare<br />

nuovi e più importanti<br />

traguardi, con lo stesso allenatore<br />

e il medesimo gruppo di<br />

giocatori.<br />

Ed invece, a 48 ore dall’inizio<br />

del campionato (slittato di<br />

due settimane per le note vicende<br />

dei diritti televisivi), il<br />

presidente Massimo Cellino,<br />

con una decisione che ha sorpreso<br />

un po’ tutti, ha esonerato<br />

Sonetti e richiamato sulla panchina<br />

rossoblù Giampiero Ventura.<br />

Sì, proprio il tecnico più<br />

amato dai tifosi nella storia recente<br />

del Cagliari, colui che è<br />

riuscito a regalare le ultime<br />

soddisfazione a questa piazza,<br />

con la promozione dalla serie B<br />

alla serie A nel 1998 e la meritata<br />

salvezza l’anno successivo,<br />

in un campionato che, soprattutto<br />

nelle partite interne,<br />

ha visto il Cagliari nel ruolo di<br />

grande protagonista (chi mai si<br />

scorderà le emozionanti vittorie<br />

al Sant’Elia contro Juventus,<br />

Milan, Roma e Parma?).<br />

Di un probabile ritorno di<br />

Ventura, si era parlato tanto in<br />

questi ultimi tre anni. In pratica,<br />

ogni qualvolta il presidente<br />

Cellino si apprestava ad allontare<br />

un allenatore (consuetudine<br />

che purtroppo non ha abbandonato),<br />

ecco che saltava<br />

fuori il nome del solito ex che<br />

tanti bei ricordi aveva lasciato<br />

nell’isola. Anche questa volta,<br />

sembrava la solita sparata proveniente<br />

da radiomercato, ed<br />

invece, le strade del Cagliari e<br />

di Ventura si sono nuovamente<br />

incrociate. Forse perché lo stesso<br />

tecnico, nato a Genova 54<br />

anni fa, si è reso conto che lontano<br />

dalla <strong>Sardegna</strong> anche lui<br />

non ha ottenuti quei grandi risultati<br />

che sognava. Una mancata<br />

promozione in A alla guida<br />

della Sampdoria (con conseguente<br />

licenziamento a fine<br />

stagione) ed una salvezza conquistata<br />

all’ultimo respiro con<br />

l’Udinese, dov’era subentrato<br />

in corso di stagione a Roy Hodgson.<br />

Un vero e proprio ritorno di<br />

fiamma, quello tra Cellino e<br />

Ventura, che tre anni fa si separarono<br />

senza un apparente perché<br />

(e molti tifosi si chiedono<br />

ancora il motivo di quel divorzio).<br />

Il Cagliari aveva già ingaggiato,<br />

forse con troppa fretta,<br />

Oscar Washington Tabarez,<br />

mentre il tecnico ligure non vedeva<br />

l’ora di coronare il sogno<br />

della carriera: allenare la Sampdoria,<br />

la squadra del cuore.<br />

Un altro clamoroso ritorno,<br />

dopo quello di Fabian O’Neill,<br />

rientrato a Cagliari dopo i due<br />

anni non proprio felici passati<br />

con le maglie di Juventus e Perugia.<br />

E proprio il fantasista<br />

uruguiano rappresenta il vero<br />

colpo di mercato della società<br />

rossoblù che, dopo aver perso<br />

per sei mesi l’infortunato Conti,<br />

aspetta con trepidazione la<br />

completa guarigione di<br />

O’Neill, giunto nell’isola a fine<br />

agosto ancora reduce dall’infortunio<br />

al tendine d’Achille.<br />

Ventura, dal canto suo, ha fatto<br />

giusto in tempo, prima della<br />

chiusura del mercato, a portarsi<br />

dietro da Udine il fluidificante<br />

argentino Mauricio Hector Pineda,<br />

in un ruolo già coperto,<br />

peraltro, da Manighetti (a sua<br />

volta voluto da Sonetti per<br />

rimpiazzare il partente Sulcis,<br />

ceduto al Perugia).<br />

Proprio l’impossibilità di fare<br />

una squadra “a sua immagine e<br />

di Andrea Frigo<br />

somiglianza”, è stato uno dei<br />

principali problemi che Ventura<br />

ha dovuto incontrare al suo<br />

ritorno a Cagliari. Lui che è<br />

sempre stato abituato a portarsi<br />

dietro quei tre, quattro giocatori<br />

che “fanno spogliatoio”<br />

(come si dice in gergo calcistico),<br />

quegli uomini di fiducia<br />

che fanno la fortuna degli allenatori,<br />

in qualunque piazza<br />

questi vadano ad allenare.<br />

Nell’attesa di vedere se e<br />

come cambierà il Cagliari, alla<br />

riapertura del mercato di gennaio<br />

(siamo certi che Ventura<br />

ha già consegnato a Cellino la<br />

“lista della spesa”), la squadra<br />

rossoblù, contro ogni pronostico,<br />

ha cominciato alla grande il<br />

campionato, posizionandosi<br />

subito nelle zone alte della classifica.<br />

E anche se lo stesso Ventura<br />

continua a predicare umiltà<br />

dichiarando che la classifica<br />

in questo momento della stagione<br />

non gli interessa, non<br />

può che far piacere constatare<br />

che, non solo il Cagliari non ha<br />

pagato lo scotto del cambio<br />

dell’allenatore a poche ore dall’inizio<br />

del campionato, ma sta<br />

riuscendo ad ottenere risultanti<br />

anche in presenza di prestazioni<br />

non proprio esaltanti. Un<br />

buon segno.<br />

Ventura, che ha subito inculcato<br />

nei giocatori una nuova<br />

mentalità (dal 4-4-2 di Sonetti<br />

si è passato al 3-5-2, che poi un<br />

vero e proprio 3-5-2 non è in<br />

quanto Esposito, di fatto, agisce<br />

da terza punta e Cudini gioca<br />

più staccato rispetto agli altri<br />

due marcatori; sarebbe meglio<br />

parlare di 1-3-3-3) si gode<br />

il buon momento della squadra<br />

ma evita, giustamente, di fare<br />

inutili proclami e getta acqua<br />

sul fuoco dell’entusiasmo ricordando<br />

che il torneo cadetto<br />

è lungo e pieno di difficoltà.<br />

Non bisogna dimenticare, d’altronde,<br />

che questa è la stessa<br />

squadra che lo scorso anno si è<br />

salvata per un punto all’ultima<br />

giornata.<br />

I più ottimisti, però, hanno<br />

già incominciato a sognare: se<br />

il Cagliari, nelle prime cinque<br />

partite, ha perso solo a Siena (e<br />

in modo rocambolesco) conquistando<br />

la bellezza di 10<br />

punti e tenendo il passo delle<br />

superfavorite Sampdoria e Lecce,<br />

senza l’infortunato Conti e<br />

sempre in attesa di O’Neill, allora<br />

quando torneranno questi<br />

due la musica sarà ancora migliore.<br />

Non sempre nel calcio,<br />

però, due più due fa quattro, ed<br />

ecco che Ventura continua a<br />

puntare il dito sul lavoro del<br />

gruppo, giudicando la prestazione<br />

complessiva della squadra,<br />

senza mai parlare di singoli<br />

episodi o episodi dei singoli.<br />

Il campionato, insomma, è appena<br />

cominciato e il lavoro di<br />

Ventura sarà lungo e non semplice.<br />

Ben vengano, comunque, le<br />

vittorie che fanno classifica e<br />

sollevano il morale. Nessuno<br />

ha chiesto al Cagliari di tornare<br />

immediatamente in serie A,<br />

ma sognare non è peccato.<br />

Per festeggiare i cento<br />

anni di storia hanno chiamato<br />

l’allenatore cui<br />

sono legate alcune delle vittorie<br />

più belle, quel Lamberto<br />

Leonardi capace di regalare<br />

alla Torres due promozioni in<br />

C1 e il sogno dei play off per la<br />

serie B, svanito due anni fa ad<br />

Ascoli all’ultima giornata di<br />

campionato. Quasi un vecchio<br />

parente con cui condividere la<br />

festa più bella, prevista nel<br />

2003, sembra con un’amichevole<br />

con la Juventus. Ma, come<br />

si sa, spesso sono proprio i rapporti<br />

con i “parenti” quelli che<br />

si logorano prima, a volte per<br />

troppo affetto.<br />

Così, bruscamente, dopo appena<br />

cinque giornate in cui la<br />

Torres aveva incamerato appena<br />

4 punti (sconfitte con Chieti,<br />

Avellino e Crotone, vittoria con<br />

il Benevento, pari con il Paternò),<br />

le strade tra la Torres e Leonardisi<br />

sono divise, probabilmente<br />

per sempre.<br />

L’esonero ha colto di sorpresa<br />

il mister romano, sassarese<br />

d’adozione, visto che ha trascorso<br />

otto anni alla guida della<br />

Torres. «Mi sento come<br />

se mi avessero pugnalato alle<br />

TORRES<br />

APPENA QUATTRO PUNTI<br />

DOPO CINQUE GIORNATE<br />

LICENZIATO LEONARDI<br />

di Franco Ferrandu<br />

spalle», si è sfogato Leonardi<br />

nelle interviste.<br />

«A Sassari non tornerò più»,<br />

ha ribadito. Il mister più volte<br />

aveva segnalato la debolezza di<br />

una squadra, stravolta rispetto<br />

all’ultima stagione. Della vecchia<br />

guardia sono rimasti il portiere<br />

Pinna, il bomber Udassi, i<br />

difensori Panetto, Chechi e Castagna.<br />

Tra i nuovi, si sperava<br />

nella potenza del sassarese ex<br />

Cagliari e Toro Marco Sanna,<br />

nell’estro dell’ex romanista<br />

Alessandro Frau.<br />

Inoltre, si contava sulla voglia<br />

di emergere di una pattuglia di<br />

giovani giocatori provenienti<br />

dalle giovanili di formazioni di<br />

serie A, e dalle squadre sarde dei<br />

campionati minori.<br />

L’impatto con la C1 è stato<br />

invece traumatizzante. La Torres<br />

non era più la macchina<br />

schiacciasassi vista nelle ultime<br />

stagioni al Vanni Sanna.<br />

In trasferta per due volte in<br />

vantaggio, si è fatta riacciuffare,<br />

o battere.<br />

Problemi di gioco, secondo<br />

alcuni, mancanza di qualità, secondo<br />

altri.<br />

Intanto alla corte dei dirigenti<br />

rossoblù è arrivato un mister<br />

tutto sardo, Bernardo Mereu,<br />

originario di Alghero, trasferito<br />

nel sud dell’isola per lavoro,<br />

con all’attivo sei promozioni<br />

nelle serie minori, con La Palma,<br />

Nuorese, Villacidrese. Per<br />

lui subito un compito difficilissimo:<br />

ridare prospettive ad un<br />

gruppo di giocatori sfiduciato,<br />

apparso fragile tecnicamente e<br />

psicologicamente.<br />

Il cambio di panchina però<br />

non sembra aver portato benefici<br />

sostanziali: due gare fuori<br />

casa (Martinafranca e L’Aquila,<br />

due sconfitte). La Torres è ultima<br />

in classifica. I tifosi infuriati.<br />

A questo punto, una salvezza<br />

sarebbe già una grande conquista,<br />

per i primicento anni dei rossoblù<br />

di Sassari.


IL MESSAGGERO SARDO 31<br />

OTTOBRE 2002<br />

La pattuglia sarda nella<br />

serie A-1 di hockey su<br />

prato si è arricchita di<br />

un’altra formazione sarda, la<br />

Ferrini. E così sono tre le formazioni<br />

isolane che partecipano<br />

al massimo campionato,<br />

edizione 2002-03.<br />

Oltre la già citata Ferrini,<br />

neopromossa, ci sono I’Amsicora,<br />

18 volte campione d’Italia<br />

e il Suelli, lo scorso anno la<br />

vera sorpresa del torneo.<br />

Le ambizioni delle tre squadre<br />

sono naturalmente diverse.<br />

L’Amsicora, guidata dal giocatore-allenatore<br />

Fernando<br />

Ferrara, punta alla conquista<br />

del diciannovesimo scudetto e<br />

le premesse iniziali della stagione<br />

dicono che l’undici cagliaritano<br />

ha tutte le credenziali<br />

per centrare l’obiettivo.<br />

Tra le novità il gradito ritorno<br />

del “vecchio”, si fa per dire,<br />

Roberto Giuliani, già capitano<br />

della nazionale e dei verdi,<br />

nonché allenatore nella prima<br />

fase dello scorso campionato.<br />

Un contributo importante, il<br />

suo, perché la squadra ha sempre<br />

bisogno di giocatori di<br />

esperienza, che facciano soprattutto<br />

“spogliatoio”.<br />

Giuliani d’altronde ha dichiarato<br />

fedeltà all’Amsicora e<br />

ha voluto rimettersi le scarpette,<br />

dopo aver smesso per un<br />

anno l’attività. Oltre a Giuliani,<br />

da segnalare anche il ritorno<br />

di Pucci, un altro grande<br />

protagonista delI’Amsicora<br />

più volte campione d’Italia.<br />

Anche lui in grado di dare un<br />

supporto prezioso nella costruzione<br />

di una squadra vincente.<br />

Tra i punti di forza già collaudati,<br />

Dubois, Zilio e il<br />

pakistano Asim.<br />

Ma l’Amsicora non trascura i<br />

Una è alla sua quarta<br />

esperienza consecutiva<br />

in A2, l’altra vi si affaccia<br />

per la prima volta nella sua<br />

storia ventennale. Sono due le<br />

squadre isolane che quest’anno<br />

rappresenteranno la <strong>Sardegna</strong><br />

nel mondo del grande volley:<br />

i ragazzi del Cagliari e le<br />

ragazze dell’Airone Tortolì. E<br />

la novità più grossa riguarda<br />

proprio la formazione ogliastrina.<br />

Arrivata lo scorso anno<br />

sino ai playoff promozione,<br />

non ha raggiunto l’ambito traguardo<br />

per un pelo, ma la fortuna<br />

le ha dato una mano e a<br />

giugno è stata ripescata. La<br />

società del presidente Nieddu<br />

non si è fatta certo trovare impreparata:<br />

riconfermate cinque<br />

delle protagoniste dei playoff<br />

(la palleggiatrice Betas, l’italo-bulgara<br />

Doukova, la centrale<br />

Salvini e le giovani Mulas e<br />

Matterazzi) si è buttata a capofitto<br />

nel mercato riuscendo a<br />

portare a Tortolì alcuni pezzi<br />

da novanta. Su tutte le straniere.<br />

La punta di diamante dovrebbe<br />

essere la bulgara Sokolova,<br />

che a settembre in Germania<br />

ha giocato con la sua<br />

nazionale i campionati del<br />

mondo che hanno visto la storica<br />

affermazione dell’Italia.<br />

La Bulgaria si è classificata ottava<br />

ma il braccio della Sokolova<br />

si è fatto sentire parecchio;<br />

e Tortolì ne avrà più che<br />

mai bisogno per tenere ben<br />

stretta l’A2 appena conquistata.<br />

La seconda straniera è<br />

un’altra attaccante di peso: la<br />

brasiliana Marques con la quale<br />

sono arrivate Torri (una lunga<br />

carriera tra Al e A2), Arimattei<br />

(già.in A2 a Roma), Casuscelli,<br />

altra giocatrice di espe-<br />

SPORT / Tra<br />

e compagini<br />

isolane al via<br />

del campionato<br />

di serie A:<br />

con l'Amsicora<br />

anche il Suelli e<br />

la neopromossa<br />

Ferrini<br />

LA SARDEGNA CONFERMA<br />

LA SUA LEADERSHIP<br />

NELL'HOCKEY SU PRATO<br />

di Andrea Porcu<br />

SPORT / Con il Cagliari anche le ragazze dell'Airone<br />

di Tortolì<br />

DUE SQUADRE SARDE<br />

AL CAMPIONATO<br />

DI A/2 DI VOLLEY<br />

rienza visto che negli ultimi<br />

otto anni si è divisa tra Al e A2<br />

e infine Menin (ex Casale<br />

Monferrato), terzo centrale<br />

pronto a dare una mano in caso<br />

di necessità. Il libero è De<br />

Liso, che garantisce ricezione<br />

e difesa. In panchina è stato<br />

giovani. Tra i più promettenti<br />

il diciassettenne Fabio Mureddu<br />

che Ferrara ha già utilizzato<br />

in questo primo scorcio di stagione.<br />

E poi non dimentichiamo<br />

che i cagliaritani hanno un<br />

asso nella manica che si chiama<br />

Fernando Ferrara.<br />

Allenatore dai buoni propositi,<br />

ma soprattutto ancora uno<br />

che si diverte in campo e che va<br />

a segno con straordinaria regolarità.<br />

L’italo-argentino è sicuramente<br />

una garanzia. Il<br />

Suelli, dal suo canto, si affida<br />

come sempre alla guida del<br />

duo Spitoni-Pisano e intende<br />

fare un ulteriore salto di qualità<br />

nel gioco e possibilmente in<br />

graduatoria. Formazione abbastanza<br />

collaudata e che si ispira<br />

ai vari Cirina, Zedda, Tronci<br />

e Caria per continuare sulla<br />

scia dei brillanti risultati ottenuti<br />

negli ultimi anni.<br />

confermato Salvatore Brancato,<br />

che l’anno scorso ha portato<br />

la squadra sino agli spareggi<br />

promozione.<br />

Per prepararsi nel miglior<br />

modo possibile al difficile<br />

esordio la squadra si è trasferita<br />

al completo per una settimana in<br />

A rinforzare l’organico, quest’anno,<br />

è arrivato un nuovo<br />

giocatore straniero, Brian<br />

Aduda, che sembra in grado di<br />

garantire un certo numero di<br />

gol. Lo si è visto dalle prime<br />

gare.<br />

Ma Pisano e Spitoni puntano<br />

ovviamente anche sull’entusiasmo<br />

di un gruppo che<br />

vuole togliersi parecchie soddisfazioni<br />

e di una tifoseria<br />

che segue da anni passo dopo<br />

di Liliana Fornasier<br />

Emilia Romagna dove ha disputato<br />

una serie di amichevoli con<br />

Modena e Novara (Al), Soliera<br />

(che si ritroverà di fronte in A2) e<br />

Rivergaro (Bl). L’obiettivo ovviamente<br />

è la salvezza e per raggiungerla<br />

Tortolì farà grande affidamento<br />

sul fattore campo. La<br />

palestra dell’Istituto Tecnico<br />

Gramsci è stata adeguata alla serie<br />

A2 (sono state ampliate le tribune,<br />

messi a posto spogliatoi e<br />

luci) e il tutto esaurito è sin d’ora<br />

garantito, così come l’anno scorso.<br />

L’Ogliastra non ha mai avuto<br />

una squadra nell’A2 di volley e<br />

le ragazze del Tortolì sono già<br />

diventate le beniamine degli<br />

sportivi locali.<br />

“Sappiamo che andiamo incontro<br />

a una grande avventura”, ha<br />

spiegato il presidente Antonello<br />

Nieddu, “ma non abbiamo paura.<br />

L’anno scorso, all’esordio in B1,la<br />

nostra è stata la squadra rivelazione<br />

del campionato, giocando una<br />

stagione memorabile. Il gruppo<br />

compatto e un tifo da stadio sono<br />

stati i nostri punti di forza.<br />

Faremo ancora di questi due<br />

elementi un’arma vincente. Sappiamo<br />

che affronteremo squadre<br />

passo l’escalation della squadra<br />

trexentina.<br />

Pensate, Suelli ha poco più<br />

di mille abitanti e il paese vive<br />

tutto attorno alle prodezze<br />

dell’undici di hockey.<br />

Torna nella massima serie la<br />

Ferrini che ha come obiettivo<br />

la salvezza. La squadra cagliaritana<br />

non vuole ripetere l’ultima<br />

sfortunata parentesi in A-1,<br />

subito retrocessa, e gioca le<br />

carte dell’umiltà e dell’esperienza<br />

di alcuni giocatori.<br />

Le novità sono rappresentate<br />

dall’allenatore argentino<br />

Jorge e dall’attaccante Paco<br />

Whelan.<br />

Arrivi che dovrebbero assicurare<br />

punti e spettacolo per<br />

restare in A-1 anche nella stagione<br />

successiva. Ma non bisogna<br />

trascurare il peso che<br />

hanno nella squadra giocatori<br />

del calibro di Andrea Sirigu e<br />

della vecchia guardia. Dai maschietti<br />

alle femminucce.<br />

Nella serie A sono presenti<br />

due squadre cagliaritane:<br />

l’Amsicora e la neopromossa<br />

Ferrini.<br />

Le “verdi” hanno nell’argentina<br />

Lucia Ana Antona una<br />

bomber di lusso che già nelle<br />

prime giornate ha messo in<br />

luce qualità, sostanza e concretezza.<br />

Come dire che se “il<br />

buongiorno si vede dal mattino”<br />

I’Amsicora allenata da<br />

Roberto Carta può compiere<br />

quest’anno il tanto atteso salto<br />

di qualità e puntare al vertice,<br />

soprattutto quando l’undici<br />

cagliaritano sarà al completo.<br />

Discorso inverso per la Ferrini,<br />

con atlete quasi tutte al debutto<br />

nella massima serie.<br />

L’unico obiettivo possibile appare<br />

la salvezza. L’importante<br />

sarà crederci fino in fondo.<br />

navigate, esperte, dotate di budget<br />

per la campagna acquisti per<br />

noi impensabili. Ma sono sicuro<br />

che tutte, anche le più forti, ricorderanno<br />

la trasferta in <strong>Sardegna</strong>”.<br />

Completamente rifatto anche<br />

il Cagliari Pallavolo: retrocesso<br />

l’estate scorsa dopo una stagione<br />

sfortunatissima, è stato ripescato<br />

e i dirigenti hanno voltato decisamente<br />

pagina.<br />

Del vecchio organico sono rimasti<br />

solo Scilì, Mascia, Cabras e<br />

il giovane Francesconi. Nuovi<br />

tutti gli altri giocatori ed anche<br />

l’allenatore (Flavio Gulinelli da<br />

Asti). Sono così arrivati due stranieri<br />

(il portoricano Soto e il brasiliano<br />

Oro), il palleggiatore<br />

Masini (da Brescia), il centrale<br />

Parma (ex Asti), l’attaccante di<br />

banda Zampetti (ex Perugia) e il<br />

libero padovano Pagotto. Tra le<br />

seconde linee sono rientrati il secondo<br />

palleggiatore Tiddia, il<br />

centrale Gabriele Cristiano e da<br />

Sant’Antioco è arrivato il giovane<br />

Bernardi.<br />

Dopo i patemi della passata<br />

stagione il traguardo è una salvezza<br />

da mettere in tasca al più<br />

presto possibile, anche se il coach<br />

ha maggiori ambizioni. La<br />

squadra è giovane e Gulinelli ha<br />

tutto il tempo per farne un gruppo<br />

omogeneo.<br />

Il campionato infatti inizierà<br />

più tardi del solito, dopo i campionati<br />

del mondo maschili, in<br />

programma in Argentina, il via è<br />

previsto per il 27 ottobre e la formula<br />

dà una mano ai rossoblù:<br />

quest’anno le retrocessioni non<br />

saranno quattro come l’anno<br />

scorso ma soltanto due. Il campionato<br />

è infatti passato da 16 a<br />

14 squadre e il Cagliari, promette<br />

Gulinelli, non sarà tra quelle in<br />

lizza per la salvezza.


IL MESSAGGERO SARDO 32<br />

OTTOBRE 2002<br />

Oristano, monumento a Eleonora<br />

d’Arborea, opera dello<br />

scultore fiorentino Ulisse<br />

Cambi. Festa grande per l’inaugurazione,<br />

nel 1881, bande<br />

musicali, discorsi e inni: «eseguito<br />

da 35 studenti vestiti in<br />

elegantissimo costume sardo,<br />

quello appositamente scritto<br />

dalla forbita penna dell’avv.<br />

Fara Musio e musicato dall’egregio<br />

maestro E. Lario». E<br />

poiché l’uomo mangia, pranzo<br />

di gala con 142 coperti, ricco<br />

il menu, a cura del ristorante<br />

Scala di Ferro di Cagliari:<br />

«Consumè alla tapioca. Granelli<br />

di montone e zucchette.<br />

Aragosta con la maionese. Filetto<br />

di bue alla Madera con<br />

purè. Vulvas di piccioni. Lumbo<br />

di vitella d’Oristano. Asparagi<br />

alla graten. Ciliegie allo<br />

spirito. Poncio alla romana.<br />

Gelati. Gatòs e dolci assortiti,<br />

Frutta e formaggio. Vini diversi<br />

e liquori».<br />

Sul monumento sono stati<br />

scritti diversi libri e molti articoli.<br />

Sorse grazie «a iniziativa<br />

e impulso di diversi comitati,<br />

sottocomitati e patronati», a<br />

partire dal 1862. Da Oristano a<br />

Cagliari, da Sassari a Iglesias e<br />

Bosa, da Venezia a Trieste «fu<br />

tutta una gara per raccogliere<br />

fondi ed elargire di più». La<br />

poetessa lodigiana Carlotta<br />

Ferrari pubblicò a Torino (Tipografia<br />

Teatrale B. Sour,<br />

1870), il dramma lirico in<br />

quattro atti Eleonora d ‘Arborea,<br />

«da rappresentarsi al teatro<br />

lirico di Cagliari l’autunno<br />

del 1870», come si legge nel<br />

frontespizio. Ma non venne<br />

rappresentato.<br />

Al Teatro Civico di Cagliari,<br />

nel Carnevale del 1869 - il 6<br />

febbraio - andò in scena in prima<br />

assoluta il melodramma in<br />

tre atti Eleonora d’Arborea alla<br />

battaglia di Sanluri, libretto di<br />

Gavino Nino, musica di Enrico<br />

Gabriele Costa. Il libretto fu<br />

stampato dalla Tipografia del<br />

Corriere di <strong>Sardegna</strong>, a Cagliari,<br />

nel 1868, «a beneficio del<br />

monumento a Eleonora giudicessa<br />

d’Arborea, ed era<br />

d’esclusiva proprietà del comitato<br />

all’uopo costituito».<br />

Quattro recite. L’opera fu accolta<br />

«pare non troppo fortunatamente»,<br />

secondo Guido<br />

Giacomelli (1896). Fra gli interpreti,<br />

il tenore debuttante<br />

Angelo Masini. Uno dei migliori<br />

tenori di grazia del tempo,<br />

bella voce morbida e perfetta<br />

tecnica di emissione.<br />

«Gli si attribuiscono - si legge<br />

nella Garzantina Musica - sette<br />

variazioni per concludere La<br />

donna è mobile». Erano altri<br />

tempi, dominava il divismo<br />

dei cantanti, «che troppo spesso<br />

si allontanavano dalla lettera<br />

e dallo spirito delle partiture<br />

per ragioni esclusivamente<br />

virtuosistiche». Per chi naviga<br />

in Internet, il tenore è presente<br />

anche in un sito australiano.<br />

Ben sei furono le opere che<br />

Angelo Masini cantò al Civico.<br />

Compresa quella del Costa:<br />

due di Giuseppe Verdi (La<br />

Traviata ed Ernani), due di Errico<br />

Petrella (La contessa<br />

d’Amalfi e Morosina) e una di<br />

Giuseppe Apolloni (L’Ebreo).<br />

Una leggenda urbana narra<br />

del tenore fischiato al suo debutto:<br />

colto dal panico, avrebbe<br />

cantato male. Chiese scusa<br />

al pubblico, con una lettera affissa<br />

nella bacheca del teatro,<br />

e fu un trionfo. Le pubblicazioni<br />

oristanesi - libri e opuscoli<br />

sulla raccolta di fondi<br />

per il monumento «a colei che<br />

CULTURA<br />

I luoghi comuni<br />

della religiosità<br />

popolare della<br />

<strong>Sardegna</strong><br />

ELEONORA D'ARBOREA<br />

STORIA MINORE<br />

DEL MONUMENTO DI ORISTANO<br />

dal 1383 al 1404 fu l’anima<br />

della <strong>Sardegna</strong>» - riportano<br />

«grande successo».<br />

L’opera - grazie al Masini - è<br />

citata nei testi di storia della<br />

musica, ma con un contorno di<br />

inesattezze. A cominciare dal<br />

musicista: non Enrico Costa<br />

confuso con l’omonimo scrittore,<br />

narratore ecc. sassarese<br />

(1841- 1909), ma Enrico Gabriele<br />

Costa. Perché nel libretto<br />

figura con un solo nome,<br />

Enrico? Il libretto fu stampato<br />

a spese del comitato pro monumento,<br />

potrebbe essere stata<br />

una dimenticanza o una scelta.<br />

A prescindere: nei testi di storiografia<br />

musicale - quella minore,<br />

dell’estrema periferia - figura<br />

con i nomi di Enrico Gabriele.<br />

Non sardo, ma napoletano:<br />

nella città natale studiò<br />

composizione e arrivò a Oristano<br />

in cerca di gloria, finendo a<br />

insegnare musica alle figlie<br />

dei benestanti.<br />

Il librettista Gavino Nino:<br />

nativo di Bosa, non avv., ma<br />

sacerdote, padre scolopio,<br />

professore universitario, deputato<br />

al Parlamento Subalpino,<br />

autore di «opere teatrali dalle<br />

roboanti pagine», nel giudizio<br />

di Francesco Alziator (1954).<br />

Fondò - assieme a Salvator Angelo<br />

De Castro - e diresse il<br />

giornale sardo La Meteora,<br />

quindicinale di scienze, lettere,<br />

arti e varietà. Primo numero<br />

il 14 gennaio 1843, ultimo il<br />

14 dicembre 1845: cessò le<br />

pubblicazioni costretto dalla<br />

regia censura. Storico, strenuo<br />

difensore delle Carte d’Arborea,<br />

«al punto da essere ritenuto,<br />

dagli avversari, uno dei falsari».<br />

Le Carte d’Arborea: un insieme<br />

di abilissimi falsi che<br />

cercavano di accreditare l’immagine<br />

d’una <strong>Sardegna</strong> già civilissima<br />

- e in maniera autonoma,<br />

originale - negli anni tra<br />

il VI e il X sec. Sono la più avventurosa<br />

espressione d’un<br />

amore per la <strong>Sardegna</strong>, cui<br />

l’anonimo autore delle carte<br />

voleva offrire una patente di<br />

nobiltà che l’isola madre, egli<br />

sentiva, meritava.<br />

Un altro suo dramma di cinque<br />

atti in versi, Ugone d’Arborea,<br />

ampolloso e farraginoso,<br />

«ricucito - secondo Francesco<br />

Masala (1993) - sui modelli<br />

delle tragedie alfieriane», fu<br />

stampato nel 1881 a Cagliari<br />

dalla Tipografia Felice Muscas,<br />

in occasione dell’inaugurazione<br />

del monumento oristanese.<br />

Personaggi e interpreti della<br />

prima dell’Eleonora d’Arborea<br />

alla battaglia di Sanluri (nel<br />

libretto non sono indicate le<br />

voci): Eleonora, giudicessa<br />

d’Arborea, Clotilde Rosasvalle;<br />

Tomaso Bruch, gentiluomo<br />

inglese, Angelo Masini; Michele<br />

Gallo, ufficiale di campo,<br />

Augusto Piferi. Sconosciuti<br />

gli interpreti di Corelio Branca,<br />

altro ufficiale di campo e di<br />

Elena, damigella d’Eleonora.<br />

Coro d’uomini. Coro di donne.<br />

Popolo e seguito di guerrieri.<br />

La scena, durante l’atto<br />

primo, ha luogo nel campo militare<br />

degli Arborensi presso il<br />

Castello di Sanluri, durante<br />

l’atto secondo e terzo nella città<br />

d’Oristano.<br />

Scena IV, Eleonora a Bruch:<br />

«Ah! tu non sai - Qual sia tremendo<br />

immenso nel cuor mio -<br />

Mortale affanno!<br />

- E che sperar di lieti - Mi resta<br />

ormai se pria - Al suol prostrato<br />

non abbia io l’orgoglio -<br />

di Adriano Vargiu<br />

Di chi ci opprime, e vinto - Le<br />

antiche, infami sempre, - Arti<br />

ond’ei volle questa - Terra<br />

contaminar che lui straniero -<br />

Signore aborre? E quali - E<br />

quante ai miei non fece ingiurie<br />

e danni? - Segno ne fu sì<br />

spesso il padre mio, - L’invitto<br />

Mariano, che tornare - Sua<br />

gente in piena libertà s’accinse.<br />

- Per mano or dei suoi vili<br />

assassini - Cadde il misero<br />

Ugone, il fratel mio - Il fratel<br />

mio che Ascanio egli parea...».<br />

Della musica, niente si conosce.<br />

Ipotesi meglio non farne.<br />

Per il monumento a Eleonora<br />

andava bene tutto.<br />

Nella storia di <strong>Sardegna</strong> è un<br />

succedersi di lotte per la libertà<br />

e l’indipendenza. Tutti i popoli<br />

più potenti che nel corso<br />

della storia si avvicendarono<br />

nel dominio dell’Europa, tentarono<br />

la conquista della <strong>Sardegna</strong>.<br />

«In ogni tempo - così<br />

Giovanni Lilliu (1971), padre<br />

della civiltà nuragica - ha avuto<br />

uno strano marchio storico:<br />

quello di essere stata sempre<br />

dominata (in qualche modo<br />

ancora oggi), ma di avere sempre<br />

resistito. Un’isola sulla<br />

quale è calata per i secoli la<br />

mano oppressiva del colonizzatore,<br />

a cui ha opposto sistematicamente<br />

il graffio della<br />

resistenza.<br />

Perciò i sardi hanno avuto<br />

l’aggressione d’integrazioni<br />

d’ogni specie, ma nonostante<br />

ciò sono riusciti a conservarsi<br />

sempre se stessi. Nella confusione<br />

etnica e culturale che li<br />

ha inondati per millenni, sono<br />

riemersi costantemente nella<br />

fedeltà alle origini autentiche<br />

e pure».<br />

In altre parole: abbiamo un<br />

nostro marchio, conserviamolo.<br />

Smettiamola di dare alle<br />

nostre tradizioni origini di<br />

questo o di quel popolo. Diversamente<br />

- per dirla con lo<br />

scrittore ecc. Enrico Costa<br />

(1897) - «che qualcuno chiarisca<br />

d’onde vennero e qual sia<br />

la vera patria delle prime formiche,<br />

delle prime lucertole e<br />

dei primi mufloni arrivati nell’isola».<br />

A Pasqua, tornano tutti i luoghi<br />

comuni della religiosità<br />

popolare riferita agli spagnoli.<br />

Smettiamola. Nel nostro viaggiare,<br />

abbiamo trovato usanze<br />

simili alle nostre in regioni<br />

dove gli spagnoli non sono<br />

mai passati. Nella chiesa di San<br />

Michele Arcangelo, a Bevagna,<br />

in Umbria, la domenica di<br />

Pasqua, al Gloria, quattro confratelli<br />

corrono lungo la navata<br />

centrale portando sulle spalle<br />

la statua del Cristo risorto.<br />

Nella Collegiata di Castiglion<br />

Fiorentino, in Toscana, la notte<br />

del Sabato Santo, la Compagnia<br />

di Gesù celebra la Risurrezione<br />

con la Volata, portando<br />

di corsa fino all’altare il<br />

Cristo risorto. Esattamente<br />

come in <strong>Sardegna</strong>: a Cagliari,<br />

nella chiesa di San Giacomo,<br />

al Gloria della veglia pasquale,<br />

otto confratelli dell’Arciconfratemita<br />

del SS. Crocifisso<br />

percorrono la navata centrale<br />

con il Cristo risorto. A Sestu,<br />

nella parrocchiale, sono le<br />

donne che portano la statua,<br />

correndo, dall’ingresso della<br />

chiesa all’altare.<br />

Venerdì Santo a San Marco<br />

in Lamis, nel versante occidentale<br />

del Gargano: gli altari<br />

della reposizione (non deposizione!),<br />

popolarmente detti<br />

sepolcri, sono simili a quelli<br />

allestiti in <strong>Sardegna</strong>. A San<br />

Marco in Lamis vengono chiamati<br />

sabbuleche (sepolcri), a<br />

Cagliari monumentus (monumenti<br />

funebri).<br />

Caratteristica dei sepolcri<br />

sardi sono is nenniris: steli di<br />

cereali, soprattutto grano, pallidi<br />

ed esili perché germogliati<br />

al buio, legati con nastri rossi<br />

e dorati, impreziositi con<br />

anemoni e botton d’oro o fiorranci<br />

(caraganzu). Per via della<br />

funzione clorofilliana, nella<br />

religiosità popolare simboleggiano<br />

la risurrezione. Dal buio<br />

della morte alla luce della<br />

vita: il pallore che scompare<br />

con la luce.<br />

Nenniri - o nenneru, a seconda<br />

del luogo - per il glottologo<br />

Max Leopold Wagner (1921),<br />

è parola preromana. Is nenniris<br />

sono un avanzo dei giardini di<br />

Adone, simboli della vegetazione.<br />

Costituiscono un esempio<br />

di sopravvivenza e di adattamento<br />

del culto pagano a<br />

nuove forme di religiosità.<br />

Sono presenti anche in Calabria<br />

(samburchi, sepolcri) e in<br />

Sicilia (lauru, grano seminato).<br />

A Sulmona, in Abruzzo, nelle<br />

processioni pomeridiane e<br />

serali del venerdì e sabato santi,<br />

l’Addolorata segue il Figlio<br />

morto: come nelle città e nei<br />

paesi della <strong>Sardegna</strong>.<br />

E cosa dire de S’Incontru,<br />

dell’Incontro, quando la Madonna<br />

non più addolorata, levati<br />

i segni del lutto, la domenica<br />

di Pasqua incontra il Figlio<br />

risorto? A Sulmona l’incontro<br />

è detto della Madonna<br />

che scappa, perché la Madre<br />

alla vista del Figlio scappa, gli<br />

corre incontro, lasciando cadere<br />

i segni del lutto. A Montedoro,<br />

in Sicilia, l’Incontro è<br />

Lu ‘ncuntru.<br />

E si potrebbe continuare.

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