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ANNO XXXIII / N. 10 / OTTOBRE 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE)<br />
POSTE ITALIANE TARIFFA PAGATA DCO/DCCentrale/D.E./3139/02 DEL 25.03.2002<br />
Mensile della Regione <strong>Sardegna</strong><br />
per gli emigrati<br />
POLITICA REGIONALE<br />
PASSI AVANTI<br />
PER L'ISTITUZIONE<br />
DELLE NUOVE PROVINCE<br />
SICCITA'<br />
ACQUA DALLE MINIERE<br />
PER FRONTEGGIARE<br />
LA GRANDE SETE<br />
EMIGRAZIONE / Convegno a Padova<br />
EMIGRAZIONE / Festeggiati i 35 snni del circolo<br />
IL RUOLO DEI CIRCOLI<br />
PER FAVORIRE<br />
L'INTEGRAZIONE<br />
SAPORI E COLORI<br />
DI SARDEGNA<br />
NEL CENTRO DI LOSANNA
IL MESSAGGERO SARDO 2<br />
OTTOBRE 2002<br />
Missionaria da 25 anni<br />
in Kenya chiede<br />
giornale<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
sono una suora Missionaria<br />
della Consolata residente in<br />
Kenya dal 1967! Una vita!<br />
Sono di Bonorva (Sassari) e<br />
sono sarda fino al midollo.<br />
Orgogliosa della mia terra da<br />
cui ereditai tanti valori spirituali<br />
e morali. Attualmente<br />
insegno in una Secondary<br />
School di ragazze, qui a<br />
Wamba in piena savana! Sono<br />
molto contenta del mio lavoro<br />
missionario fra le mie studentesse,<br />
la gioventù e gli altri<br />
insegnanti della Parrocchia.<br />
Vengo in <strong>Sardegna</strong> ogni cinque<br />
anni compatibilmente con<br />
il mio impegno di insegnamento.<br />
Sono felice di ritornare<br />
a casa e parlare il mio logudorese<br />
che qui, purtroppo, per<br />
ovvie ragioni, devo relegare<br />
solo nella memoria. Bene, tutta<br />
questa lunga storia è per<br />
chiedere gentilmente se fosse<br />
possibile ricevere il vostro<br />
“Messaggero Sardo”, mi porterebbe<br />
un’ondata sarda. Grazie.<br />
Suor Anna Lucia Piredda<br />
St. Theresa’s Sec. School,<br />
P.O. Box 5<br />
WAMBA (via Maralal) (Kenya)<br />
Cara Suor Anna Lucia,<br />
abbiamo trascritto il suo indirizzo<br />
e riceverà il giornale<br />
al più presto, come desidera.<br />
Approfittiamo dell’occasione<br />
per ringraziare lei e i tanti<br />
missionari per l’importante<br />
opera che svolgono nel mondo<br />
e rivolgiamo un saluto particolare<br />
alle ragazze della sua<br />
scuola con l’augurio che possano<br />
crescere con l’entusiasmo<br />
e la carica umana della<br />
loro insegnante.<br />
Cerca notizie parenti<br />
emigrati in Tunisia<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
mi chiamo Luciano Congiu,<br />
sono originario di Senorbì<br />
(Cagliari) e da 16 anni abito in<br />
Liguria, a La Spezia. Ti scrivo<br />
perché tu possa divulgare<br />
questa lettera, attraverso la<br />
pubblicazione sul giornale<br />
letto da tantissime persone<br />
anche all’estero. Vorrei, infatti,<br />
lanciare un appello per<br />
avere notizie di eventuali discendenti<br />
di parenti emigrati<br />
in Tunisia, precisamente a<br />
Tunisi, nel periodo 1920/<br />
1921. Il familiare cui mi riferisco<br />
è la sorella di mio nonno<br />
paterno che si chiamava Francesca<br />
Usai ed era nata a Senorbì<br />
(Cagliari) verso il 1877.<br />
Era emigrata in Tunisia con la<br />
sorella Marianna, deceduta in<br />
quel Paese, e con il fratello<br />
Mario, poi rientrato e successivamente<br />
morto in Italia.<br />
Dalle ultime notizie, risulta<br />
che Francesca Usai abbia sposato<br />
Louis Tandille dal quale<br />
ebbe due figli Giovannino e<br />
Maria Luigia o Luisa. Faccio<br />
presente che mia sorella ha<br />
scritto all’Ambasciata francese<br />
e ha saputo che l’ultimo indirizzo<br />
della famiglia si trova<br />
in una località vicina alla città<br />
di Mornag, non lontana da<br />
Tunisi.<br />
Luciano Congiu<br />
Viale G. Amendola, 40<br />
19121 La Spezia<br />
Caro Congiu,<br />
come vede abbiamo pubblicato<br />
il suo appello, anche se<br />
la invitiamo a non farsi illusioni<br />
perché quello che chiede<br />
ai lettori del giornale non è<br />
facile. Tuttavia speriamo che<br />
il suo desiderio di ritrovare i<br />
parenti possa essere soddisfatto<br />
con la passione e la solidarietà<br />
degli emigrati. Per<br />
quanto riguarda la sua richiesta<br />
del giornale per i suoi cari<br />
amici che vivono a Roma, siamo<br />
spiacenti di non poterla<br />
accontentare in quanto il<br />
mensile è inviato gratuitamente<br />
agli emigrati e ai loro<br />
familiari. Abbiamo, invece,<br />
registrato l’indirizzo di suo<br />
fratello che vive a Genova.<br />
Molti auguri.<br />
Chiarimenti<br />
a proposito<br />
di Puc e di Put<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
sono un gallurese residente<br />
in Francia da oltre 40 anni,<br />
naturalmente per motivi di lavoro,<br />
ora in pensione. Speravo<br />
tanto di tornare nella mia<br />
terra natia, ma il destino ha<br />
deciso altrimenti, pazienza!<br />
Comunque ogni volta che si<br />
presenta l’occasione ne approfitto<br />
per ritornare in <strong>Sardegna</strong>,<br />
se non altro per prendere<br />
una “boccata d’aria” e, credetemi,<br />
fa molto bene. Anche il<br />
giornale è un mezzo per non<br />
dimenticare la nostra cara<br />
<strong>Sardegna</strong> e tenerci uniti. Vi<br />
scrivo perché nel Messaggero<br />
del mese di febbraio 2001,<br />
avete dedicato una pagina intera<br />
(la n. 12) per esporre che<br />
la “Regione” aveva emanato<br />
un nuovo “Piano Regolatore”<br />
chiamato PUT – Piano Urbanistico<br />
Territoriale che avrebbe<br />
annullato tutti quelli precedenti,<br />
compreso il PUC (Piano<br />
Urbanistico Comunale).<br />
Purtroppo da allora il giornale<br />
non ha dato più notizie e<br />
all’Ufficio Tecnico del mio<br />
paese, Palau, non sono al corrente<br />
di questa legge. Se potete,<br />
datemi una risposta in merito.<br />
Tonino Orecchioni<br />
21, Rue Jean Borderei<br />
95100 Argenteuil<br />
(Francia)<br />
Caro Orecchioni,<br />
abbiamo sintetizzato la sua<br />
lettera, omettendo le informazioni<br />
private e i complimenti<br />
per la Redazione (che ovviamente<br />
apprezza e ringrazia),<br />
solo per motivi di spazio e siamo<br />
certi che ci perdonerà.<br />
Per dare una risposta al suo<br />
quesito, la informiamo che<br />
quella da lei indicata come<br />
“legge” è un “disegno di legge”,<br />
cioè prima che diventi<br />
normativa regionale deve essere<br />
approvata dall’Assemblea<br />
sarda. Troverà riscontro<br />
nell’articolo da lei citato di<br />
cui ci ha inviato la fotocopia.<br />
Ha, quindi, iniziato l’iter procedurale<br />
ed è stata trasmessa<br />
al Consiglio regionale che la<br />
esaminerà per la definitiva<br />
approvazione. Trattando un<br />
argomento molto delicato, in<br />
quanto riguarda l’assetto del<br />
territorio, la discussione non<br />
sarà semplice e richiederà del<br />
tempo. Stia certo che il Messaggero<br />
non ha dimenticato la<br />
questione e che lei sarà adeguatamente<br />
informato non<br />
appena la normativa verrà<br />
varata. Deve avere un po’ di<br />
pazienza! La salutiamo molto<br />
cordialmente.<br />
Chiede giornale<br />
ma non scrive nome<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
vi chiedo di farmi avere il<br />
giornale. Sono nato a Siniscola<br />
e vivo da anni in Inghilterra.<br />
Amo la storia, la poesia e<br />
l’arte della <strong>Sardegna</strong>. Vi mando<br />
sinceri saluti anche da parte<br />
dei miei familiari.<br />
1 Fairfield Avenue<br />
Tunbridge Wells<br />
TN2 3SD Kent<br />
(England)<br />
Caro lettore,<br />
speriamo che qualcuno dei<br />
suoi amici legga questo messaggio<br />
e così lei possa mandarci,<br />
oltre che l’indirizzo,<br />
anche il suo nominativo completo<br />
che ha dimenticato di<br />
scriverci. A presto.<br />
Ricerca circolo<br />
emigrati in zona<br />
Pirenei francesi<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
ricevo il giornale da molti<br />
anni e vorrei sapere se esiste<br />
un Circolo sardo nelle vicinanze<br />
della mia residenza<br />
cioè nelle Landes (40 chilometri)<br />
o nei Pirenées Atlantiques<br />
(64). Vorrei inoltre che<br />
inviaste il mensile a mia cugina<br />
che, nata come me a Orani,<br />
vive in Bretagna.<br />
Pascaline Cottu Wegner<br />
15 av. Jean Lartigan<br />
40530 Labenne<br />
Cara Cottu Wegner,<br />
la invitiamo a consultare<br />
l’elenco dei Circoli che trova<br />
nella seconda pagina del<br />
giornale e a scegliere quello<br />
che è più vicino alla sua residenza.<br />
Se, invece, la distanza<br />
è eccessiva e nella zona dove<br />
abita ci sono numerosi emigrati<br />
sardi potrebbe farsi promotrice<br />
di un’iniziativa per la<br />
costituzione di un nuovo Circolo.<br />
Per quanto riguarda sua<br />
cugina, abbiamo trascritto<br />
l’indirizzo e riceverà “Il Messaggero”<br />
al più presto. Cordialità.<br />
Bonorvese emigrata in<br />
Argentina chiede notizie<br />
su paese natale<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
vi scrivo per ringraziarvi<br />
per la vostra bella e gradita<br />
pubblicazione che ricevo, grazie<br />
all’abbonamento che ha<br />
fatto una mia cugina, Gabina<br />
Serra, che abita a Bonorva<br />
(Sassari). Sono emigrata dalla<br />
<strong>Sardegna</strong> 75 anni fa, proprio<br />
da Bonorva, ma sono nata a<br />
Bortigali. Abito a Leones, in<br />
provincia di Cordoba, in Argentina.<br />
Essendo venuta da<br />
piccolina, avevo due anni, e<br />
poiché mio padre è morto<br />
quando avevo 12 anni, a poco<br />
a poco ho perso la familiarità<br />
con la lingua sarda, ma capisco<br />
l’italiano e il dialetto piemontese,<br />
giacché mio marito<br />
discende da genitori di quella<br />
regione.<br />
Mi piacerebbe trovare nel<br />
giornale qualche nota su Bonorva<br />
e Bortigali, almeno così<br />
potrei conoscere qualcosa sulla<br />
mia terra di origine, dal momento<br />
che non sono mai ritornata<br />
in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Battistina Biosa Sachetto<br />
Dante Alighieri 748<br />
2594 Leones (Cordoba)<br />
Argentina<br />
Cara Biosa Sachetto,<br />
proprio per rispondere all’esigenza<br />
di molti emigrati<br />
che come lei non hanno avuto<br />
modo di tornare in <strong>Sardegna</strong>,<br />
ma anche per soddisfare la<br />
curiosità dei lettori sulle diverse<br />
località dell’isola, abbiamo<br />
promosso una nuova<br />
iniziativa dedicata ai paesi<br />
della <strong>Sardegna</strong>. Speriamo che<br />
al più presto possa trovare<br />
soddisfazione anche la sua richiesta.<br />
La ringraziamo per le<br />
gentili parole e per l’affetto<br />
che manifesta per il giornale.<br />
Cari saluti.<br />
Abbonato da oltre 30<br />
anni cambia indirizzo<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
da oltre 30 anni ricevo il<br />
“nostro” mensile, grazie anche<br />
al quale ho saputo tenermi<br />
informato su avvenimenti di<br />
primo piano della vita politica,<br />
sociale e di costume della<br />
nostra <strong>Sardegna</strong>, traendone<br />
sempre motivo di intima soddisfazione.<br />
Infatti, per chi<br />
come me è lontano dall’Isola<br />
da cinquant’anni, ricevere un<br />
così vasto sommario di notizie<br />
aggiornate, riportate e rappresentate<br />
con intelligente capacità<br />
da fornire un quadro<br />
vivo e immediato dei fatti, è<br />
molto importante in quanto<br />
tiene sempre vivace lo spirito<br />
e il ricordo della <strong>Sardegna</strong>.<br />
Desidero quindi esprimere un<br />
grazie affettuoso a quanti lavorano<br />
e collaborano a questo<br />
notiziario che, in qualche misura,<br />
ripaga chi lo riceve della<br />
nostalgia celata nel profondo<br />
dell’animo. L’età e gli acciacchi<br />
hanno suggerito di lasciare<br />
Roma e trasferirmi in<br />
Abruzzo dove vivono due figlie<br />
sposate, la cui vicinanza<br />
“dovrebbe” attenuare gli effetti<br />
delle primavere immagazzinate.<br />
È possibile avere il<br />
giornale al nuovo indirizzo?<br />
Bernardino Rais<br />
Via Arzuni, 11<br />
67054 Civitella Roveto<br />
Caro Rais,<br />
abbiamo in parte ridotto la<br />
sua lettera, per motivi di spazio,<br />
la ringraziamo molto per<br />
gli apprezzamenti rivolti alla<br />
testata e speriamo davvero di<br />
offrire un servizio sempre<br />
adeguato alle esigenze dei<br />
lettori. Per quanto riguarda<br />
la sua domanda conclusiva,<br />
come potevano negare una<br />
cortesia ad un così affezionato<br />
lettore? Vada quindi in<br />
Abruzzo a godere degli affetti<br />
familiari e delle cure che le<br />
sue figliole saranno ben liete<br />
di prodigarle, il Messaggero<br />
la seguirà. Auguri.<br />
Continuità territoriale<br />
solo per nati in <strong>Sardegna</strong><br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
sono figlio di genitori sardi.<br />
Per motivi di lavoro i miei si<br />
sono trasferiti in Germania<br />
nel 1969 ed io sono nato in<br />
Germania il 23 gennaio 1969.<br />
Nel dicembre di quell’anno<br />
siamo ritornati nell’isola e ho<br />
quindi vissuto in <strong>Sardegna</strong><br />
fino all’età di 21 anni. Successivamente<br />
mi sono trasferito<br />
a Bergamo dove risiedo e<br />
dove ho costruito la mia famiglia.<br />
Il problema è che fino ad<br />
oggi non ho mai usufruito delle<br />
agevolazioni per i residenti<br />
o nati in <strong>Sardegna</strong>, perché, in<br />
effetti, non lo sono! Ma sono<br />
sardo a tutti gli effetti, come<br />
posso dimostrarlo?<br />
Antonio Pes<br />
Via Papa Giovanni XXIII, 100<br />
24040 Madone (Bergamo)<br />
Caro Pes,<br />
cogliamo nelle sue parole,<br />
così come in quelle di tanti<br />
lettori che ci hanno rivolto lo<br />
stesso interrogativo, la duplice<br />
amarezza di aver pagato<br />
almeno due volte la condizione<br />
di emigrato, quella di chi è<br />
stato costretto ad abbandonare<br />
la propria terra, i familiari<br />
e gli amici per necessità di sopravvivenza<br />
e quella, ancora<br />
più paradossale, di chi come<br />
lei, pur con salde radici nell’isola<br />
e di fatto sardo, non<br />
può esibire o dimostrare le<br />
radici “autentiche” della sua<br />
storia personale. Non possiamo<br />
che confermarle ciò che<br />
lei ben conosce. Purtroppo, in<br />
questa fase della continuità<br />
territoriale, per usufruire delle<br />
agevolazioni non basta essere<br />
figli di emigrati sardi,<br />
occorre essere nati nell’isola.<br />
L’auspicio che formuliamo è<br />
che questa opportunità di<br />
avere consistenti sconti sui<br />
voli possa essere estesa anche<br />
ai figli degli emigrati e ai loro<br />
familiari, ma la realtà attuale<br />
è quella che sa. Ricambiamo<br />
gli affettuosi saluti.<br />
Lettore lamenta ritardo<br />
in pubblicazione poesie<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
nelle prime ore del mattino<br />
ripenso al tempo trascorso<br />
scrivendoti versi in lingua italiana<br />
e sarda dei quali però<br />
non ho avuto ancora modo di<br />
vederne la pubblicazione. Ora<br />
ti chiedo di tenere in considerazione<br />
anche me ed è per<br />
avere un piccolo spazio che ti<br />
scrivo. Mi domando se per<br />
caso non ho sbagliato nell’inviare<br />
i versi e non sono stati<br />
adeguatamente recapitati.<br />
Ringrazio tanto per il giornale<br />
che ogni mese mi tiene più<br />
vicino alla <strong>Sardegna</strong>.<br />
Gesuino Orrù<br />
Scheldestraat, 76<br />
6413XZ Heerlen (Olanda)<br />
Caro Orrù,<br />
abbiamo registrato l’indirizzo<br />
del suo caro amico trasferitosi<br />
in Belgio e riceverà<br />
al più presto il giornale. Per<br />
quanto riguarda la pubblicazione<br />
dei suoi testi in rima,<br />
stia tranquillo sono stati recapitati<br />
all’esatto indirizzo e<br />
consegnati al prof. Tola curatore<br />
dell’apposita rubrica dedicata<br />
alla poesia. Le chiediamo<br />
ancora un po’ di pazienza<br />
e vedrà che sarà accontentato.<br />
Cari saluti.<br />
Nuovo indirizzo<br />
per lettore “Scozzese”<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
vorrei subito ringraziare di<br />
cuore per la pubblicazione<br />
che ricevo da molti anni. Tro-
IL MESSAGGERO SARDO 3<br />
OTTOBRE 2002<br />
vo il giornale molto interessante<br />
con varie informazioni,<br />
apprezzo specialmente quelle<br />
che portano tanta nostalgia<br />
della <strong>Sardegna</strong>, nostra cara<br />
terra. Chiedo di registrare il<br />
mio nuovo indirizzo. Invio<br />
un piccolo omaggio della<br />
vecchia Glasgow: cartoline<br />
d’antiquariato di cui faccio<br />
collezione.<br />
Abele Murru<br />
2 Cementery Road - Dunblane<br />
Scotland FK15 ONT U. K.<br />
Caro Murru,<br />
abbiamo registrato il nuovo<br />
indirizzo e avrà il giornale<br />
nella nuova residenza. Le<br />
sue cartoline sono state molto<br />
apprezzate e la ringraziamo<br />
molto dell’omaggio sapendo<br />
bene il valore che hanno<br />
per un collezionista. Auguri.<br />
Dal Cile ricorda isola<br />
e abbraccia familiari<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
mi chiamo Silvia Pais Gerdes,<br />
sono nata a Santiago del<br />
Cile e ho sposato un cileno.<br />
Ho quattro figli, tre femmine<br />
(una delle quali è monaca) e<br />
un maschio. Sono figlia di un<br />
sardo, Giovanni Pais Bellu di<br />
Pozzomaggiore, che ha 92<br />
anni, e di una tedesca, che ha<br />
attualmente 88 anni. Mio padre<br />
è giunto in Cile nel 1927<br />
e qui ha sposato mia madre.<br />
Sono nate due figlie e sette<br />
nipoti. I miei genitori, che<br />
hanno festeggiato 60 anni di<br />
matrimonio, mi hanno insegnato<br />
ad amare la <strong>Sardegna</strong> e<br />
io non l’ho mai dimenticata.<br />
La famiglia è divisa tra l’isola,<br />
il Cile e la Francia. Ho<br />
avuto la fortuna di vedere la<br />
<strong>Sardegna</strong> due volte: la prima,<br />
nel 1970, con mio babbo, e la<br />
seconda, nel 2000, con mia<br />
figlia Rosina. Ho potuto così<br />
conoscere i familiari, il paese<br />
d’origine di mio padre e la<br />
terra dei miei antenati. È stata<br />
una grande emozione. Anche<br />
io ho trasmesso a mio<br />
marito e ai figli un grande<br />
amore per l’isola e il mio<br />
grande sogno è quello di potervi<br />
tornare insieme a loro<br />
per viverci. Ricevo costantemente<br />
il giornale e così sono<br />
sempre informata su quanto<br />
avviene nella mia cara <strong>Sardegna</strong>.<br />
Saluto tutti con mio marito<br />
Jesus e i figli Furica, Rosina,<br />
Renza e Silvio.<br />
Silvia Pais Barrera<br />
(posta elettronica)<br />
Cara Pais,<br />
la sua gentile lettera ci<br />
permette di ricordare e salutare<br />
i tantissimi emigrati e i<br />
figli di sardi che, nonostante<br />
il tempo, non dimenticano le<br />
più lontane radici. Cogliamo<br />
l’occasione per rivolgere<br />
tanti cari auguri ai suoi genitori<br />
che con 60 anni di matrimonio<br />
rappresentano un bellissimo<br />
esempio di longevità<br />
matrimoniale. A lei un abbraccio<br />
speciale dalla Redazione.<br />
Indirizzo e casa editrice<br />
libro Milia<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
gradirei conoscere il nome<br />
e l’indirizzo della Casa Editrice<br />
che ha pubblicato il libro<br />
“Dialogo sulla Nazione<br />
sarda” di Graziano Milia, da<br />
voi citato nel numero di gennaio<br />
del “Messaggero”. Non<br />
sono riuscito a trovarlo né<br />
nelle librerie né nella locale<br />
Associazione dei Sardi.<br />
Massimo Dorello<br />
Verona<br />
Caro Dorello,<br />
il testo di cui lei chiede notizie<br />
è stato pubblicato da<br />
“AM&D Edizioni” – Cagliari,<br />
via Aosta 3/5 – tel.<br />
070.309038; fax 070.345037<br />
Nuova lettrice esprime<br />
gradimento per giornale<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
da pochi mesi sono iscritta<br />
all’Associazione dei Sardi in<br />
Toscana, ricevo il vostro<br />
mensile e ve ne sono grata.<br />
Personalmente non sono<br />
un’emigrata in quanto nata in<br />
Toscana da madre pure Toscana,<br />
tuttavia mio padre è di<br />
Luras e questo basta a farmi<br />
sentire sarda. Trovo lodevole<br />
ciò che fate per i sardi che si<br />
trovano lontani dalla propria<br />
terra e che spesso devono affrontare<br />
molte difficoltà.<br />
Mio padre non ha mai trovato<br />
ostacoli, anzi è sempre<br />
stato indicato come esempio<br />
di onestà e senso del dovere,<br />
tuttavia l’integrazione non è<br />
affatto facile.<br />
Francesca Cabras<br />
Via del Tinto, 22<br />
56010 Vicopisano (Pisa)<br />
Cara Cabras,<br />
ci fa piacere sapere che il<br />
giornale è apprezzato, tuttavia<br />
non è noi che deve ringraziare<br />
ma la Regione <strong>Sardegna</strong><br />
che attraverso il Fondo<br />
Sociale sostiene la pubblicazione<br />
distribuita gratuitamente<br />
agli emigrati e ai loro<br />
familiari. Per la Cooperativa<br />
“Il Messaggero Sardo” è innanzitutto<br />
un valore dare<br />
voce e accompagnare la crescita<br />
dell’emigrazione nel<br />
mondo, ma non mancano le<br />
difficoltà, soprattutto in un<br />
momento in cui l’informazione<br />
“di servizio” è sempre<br />
meno diffusa e aumentano le<br />
spese per produrre giornali<br />
su carta. Seppure la Redazione<br />
faccia di tutto per essere<br />
“dalla parte dei lettori”, non<br />
sempre ci riesce e le parole<br />
di stima fanno piacere. Speriamo<br />
di continuare a meritarle.<br />
Emigrazione, viaggi,<br />
spese e disservizi<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
sono tanti anni che dalla<br />
Valle d’Aosta, regolarmente<br />
due volte all’anno, con immenso<br />
piacere, scendiamo in<br />
<strong>Sardegna</strong>. Mio marito è sardo,<br />
io “continentale”. La nota<br />
dolente di questi spostamenti<br />
sta nei viaggi. Con grande<br />
rammarico, nell’agosto scorso,<br />
con la Tirrenia, sulla rotta<br />
Genova-Porto Torres, abbiamo<br />
potuto usufruire solo<br />
di due navi? Perché? I prezzi<br />
sono lievitati, il servizio no.<br />
Perchè? Prenotiamo con netto<br />
anticipo, a marzo, per avere<br />
la cuccetta. Scopriamo, in<br />
nave, che alcuni nostri amici,<br />
che hanno prenotato a gennaio,<br />
viaggiano in ponte. Perché.<br />
Per non parlare delle<br />
“code”, all’imbarco, per ritirare<br />
l’apri cabina, per sbarcare…<br />
Perché? Nel dicembre<br />
2001 ci è toccata una “mini<br />
crociera” di tre giorni! Non si<br />
poteva attraccare a causa del<br />
vento di grecale. Una volta<br />
nei garages siamo stati sollecitati<br />
ad affrettare le operazioni<br />
di sbarco. Non era certo<br />
nostra intenzione rimanere<br />
ancora a bordo, dopo 40 ore<br />
di mare! Via “cielo”, non va<br />
meglio. Da Torino non c’è<br />
continuità territoriale e solo<br />
un volo Torino-Cagliari-Palermo…<br />
Perché? Con quello<br />
che costa il biglietto, riusciamo<br />
ad andare in Canada!<br />
Speriamo che in un futuro<br />
non troppo lontano, la nostra<br />
valigia di emigrati sia piena<br />
delle risposte a tutti i nostri<br />
perché.<br />
Noi in <strong>Sardegna</strong> ci torniamo,<br />
malgrado tutto, perché<br />
amiamo questa terra.<br />
Aiutateci però ad arrivare<br />
più dolcemente.<br />
A questo proposito c’è sicuramente,<br />
chi può fare qualcosa.<br />
Buon lavoro e grazie al<br />
giornale per i servizi che offre.<br />
Maria Fazari e Tiziano<br />
Cotza<br />
Fraz. Mazod, 46<br />
11020 Nus<br />
Cara Fazari Cotza,<br />
abbiamo pubblicato integralmente<br />
la sua lettera in<br />
quanto, con i ripetuti perché,<br />
ci è sembrata idonea ad<br />
esprimere il disappunto e<br />
l’educata rabbia di tantissimi<br />
viaggiatori, emigrati e<br />
non, che subiscono disservizi<br />
e disagi per poter tornare<br />
nella loro terra d’origine<br />
perfino per le vacanze. È evidente<br />
che il giornale non possa<br />
fare molto di più che registrare<br />
le situazioni segnalate<br />
dai lettori.<br />
È importante tuttavia anche<br />
dare spazio alle proteste<br />
e alla denuncia dei disagi<br />
con la certezza che “c’è sicuramente<br />
chi può fare qualcosa”.<br />
Bisogna tuttavia anche registrare<br />
qualche piccolo passo<br />
in avanti. Innanzitutto si è<br />
spezzato il monopolio delle<br />
Compagnie di Navigazione e<br />
nei collegamenti via mare<br />
qualcosa è cambiata, anche<br />
se ciò nulla toglie ai disagi<br />
da lei evidenziati.<br />
È stata inoltre avviata la<br />
richiesta di allargare anche<br />
alle vie marittime la continuità<br />
territoriale e si comincia<br />
a parlare dell’opportunità<br />
di ampliare le rotte aeree,<br />
per consentire di fruire degli<br />
sconti da qualunque aeroporto.<br />
Non è poco. E’ aumentato<br />
anche l’interesse a gestire<br />
flussi di traffico dall’estero<br />
da parte di compagnie aeree<br />
straniere. Certo la valigia<br />
dei perché è ancora molto<br />
pesante, ma c’è da ritenere<br />
che siano maturi i tempi per<br />
vivere esperienze diverse. Ce<br />
l’auguriamo per tutti i sardi<br />
nell’isola e nel mondo. Grazie<br />
per averci scritto.<br />
Chiede informazioni<br />
su poeta Luigi Cabras<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
ringrazio per l’invio del<br />
giornale di cui apprezzo in<br />
modo particolare la pagina<br />
dedicata alla poesia. Approfitto<br />
dell’occasione per chiedere<br />
informazioni sulle raccolte<br />
di componimenti in<br />
rima di Luigi Cabras. Nelle<br />
librerie e su internet non riesco<br />
a risalire all’Editore e ai<br />
titoli. Mi potreste aiutare?<br />
Maria Luisa Prette<br />
(posta elettronica)<br />
Cara Prette,<br />
abbiamo trasmesso la sua<br />
lettera al prof. Tola, curatore<br />
della rubrica che lei apprezza<br />
molto e stia certa che avrà al<br />
più presto le informazioni che<br />
desidera. Cari saluti.<br />
LE ORIGINI DEI COGNOMI<br />
Appello collezionista<br />
cartoline e francobolli<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
vivo a Torino dal 1978, ma<br />
sono originario di Uri, in provincia<br />
di Sassari, dove annualmente<br />
trascorro 15 giorni<br />
di vacanza.<br />
Sono un collezionista di<br />
cartoline antiche e moderne,<br />
buste e francobolli, chiedo<br />
pertanto se qualcuno dei numerosi<br />
lettori del giornale,<br />
anche residenti all’estero, abbia<br />
voglia di scrivermi e di<br />
promuovere scambi.<br />
Raimondo Masala<br />
Casella Postale, 48<br />
10093 Collegno<br />
(Torino)<br />
Caro Masala,<br />
abbiamo ridotto la sua lettera<br />
all’essenziale, rispettando<br />
la richiesta da lei formulata.<br />
Vedrà che le cartoline<br />
non tarderanno ad arrivare.<br />
Buon lavoro!<br />
Chiede invio giornale<br />
come dono per la<br />
mamma<br />
Caro Messaggero Sardo,<br />
sono figlia di un’emigrata<br />
originaria di Posada (Nuoro)<br />
che vive a Monterotondo, in<br />
provincia di Roma avendo<br />
sposato mio padre, nato a Latina.<br />
Vorrei fare una sorpresa<br />
alla mamma facendole recapitare<br />
il giornale.<br />
Vi sarei molto grata se poteste<br />
inviarlo.<br />
Laura Chiurato<br />
Via Pietro Nenni, 3<br />
00015 Monterotondo<br />
Cara Laura,<br />
abbiamo sintetizzato la sua<br />
lettera per motivi di spazio.<br />
Sarà però accontentata e sua<br />
mamma Aurelia avrà il giornale<br />
al più presto.<br />
Cordialità.<br />
Per poter rispondere alle domande degli emigrati sull'origine dei loro cognomi, tra le altre fonti, attingiamo<br />
anche dal prezioso volume del prof. Massimo Pittau “I Cognomi della <strong>Sardegna</strong> - significato e<br />
origine di 5.000 cognomi” (Carlo Delfino Editore, Sassari 1990).<br />
Per chi fosse interessato questo è l'indirizzo della casa editrice: Carlo Delfino editore, Regione Li Cadduffi,<br />
07100 Sassari.<br />
LAMPIS<br />
Caro Messaggero,<br />
oltre che comunicarvi il mio<br />
nuovo indirizzo, al quale spero<br />
continuerete a spedire l’amato<br />
giornale, approfitto per salutare<br />
da queste pagine il mio paesano<br />
scrittore Tiberio Vacca<br />
ed infine, che origine ha il mio<br />
cognome?<br />
Lampis Emilio<br />
Via Pettinengo, 5<br />
10149 Torino<br />
Caro Lampis,<br />
continuerà a leggere il Messaggero,<br />
speriamo che il signor<br />
Vacca possa mettersi in<br />
contatto con lei.<br />
Il suo cognome presenta il<br />
plurale di famiglia, di forma<br />
campidanese, e corrisponde al<br />
cognome medievale Alanpi<br />
(documentato nel Condaghe di<br />
Silki) corrispondente probabilmente<br />
al nome personale<br />
bizantino Eulampios.<br />
Compare in gran parte dei<br />
testi del XII e XIII secolo.<br />
CANI<br />
Caro Messaggero,<br />
cortesemente chiedo informazioni<br />
approfondite sulla<br />
storia del mio cognome.<br />
Nell’aspettare la vostra risposta,<br />
porgo i più cordiali saluti.<br />
Cani Fabio<br />
Via Cav. Vittorio Veneto, 20<br />
Saluzzo (CN)<br />
Caro Cani,<br />
l’ origine del suo cognome<br />
può corrispondere al campidanese<br />
cani “cane” che deriva<br />
dal sostantivo latino canis, o<br />
potrebbe originare da cognome<br />
propriamente italiano di<br />
significato ed origine uguale.<br />
Si registra come Cane del<br />
Condaghe di Silki e nel CDS II<br />
dei secoli XI e XII.<br />
FENU<br />
Caro Messaggero,<br />
avrei piacere correggeste il<br />
mio indirizzo in quanto è ormai<br />
da tanto che il giornale a<br />
me diretto arriva a mio omonimo,<br />
peraltro felice di ciò, che<br />
ho pregato per indicare l’indirizzo<br />
esatto, ma fino ad oggi<br />
nulla è cambiato. Mi raccomando!<br />
Avrei piacere sapere anche<br />
da cosa origina il mio cognome.<br />
Fenu Giuliano<br />
Via G. Puecher, 18<br />
Sovico (MI)<br />
Caro Fenu,<br />
siamo spiacenti del disguido<br />
che cercheremo di risolvere al<br />
più presto.<br />
L’origine di Fenu ci indirizza<br />
o al latino fenum da cui fenu<br />
“fieno”, oppure corrisponderebbe<br />
al nome di villaggio medievale<br />
Fenu, ormai scomparso,<br />
indicando naturalmente la<br />
nascita di individuo in quella<br />
località.<br />
Fanno parte di tale matrice<br />
anche i cognomi De Fenu o<br />
Deffenu, presenti nel Condaghe<br />
di Silki.<br />
MASCIA<br />
Caro Messaggero,<br />
sarei curioso di avere notizie<br />
circa l’origine del mio cognome<br />
e di quello di mia moglie<br />
che è Palmas.<br />
Mascia Attilio<br />
Via A. Mutti, 7<br />
25126 Brescia<br />
Caro Mascia,<br />
presto accontentata la sua<br />
curiosità.<br />
Palmas sarebbe originario<br />
dal singolare Palma, ovviamente<br />
inteso come pianta o indicante<br />
bella donna o palma<br />
della mano.<br />
Potrebbe essere originario<br />
dal paese di Palmas Arborea,<br />
nell’oristanese, o di altri cinque<br />
paesi omonimi, e quindi<br />
indicare individuo nato in tale<br />
luogo.<br />
Mascia, più usato in <strong>Sardegna</strong><br />
come Maxia, corrispondente<br />
all’omologo temine<br />
campidanese indicante “magia,<br />
stregoneria” derivante<br />
dal latino magia.<br />
In subordine può essere intesa<br />
come variante del cognome<br />
Masia.
Con l’autunno sono tornate<br />
le nuvole. C’è stato<br />
qualche temporale. Ma<br />
le piogge, tanto attese e invocate,<br />
hanno provocato, come<br />
sempre, anche danni. Comunque<br />
il beneficio per le campagne<br />
assetate, dopo la più torrida<br />
e secca estate che si ricordi,<br />
è stato innegabile. Così come<br />
l’apporto per gli invasi ormai<br />
quasi prosciugati dalla siccità.<br />
Ora c’è qualche settimana in<br />
più d’acqua garantita per le famiglie<br />
di Cagliari e di gran<br />
parte del Campidano, che non<br />
saranno costrette a subire ulteriori<br />
drammatici tagli all’erogazione<br />
idrica già limitata a sei<br />
ore giornaliere.<br />
Ma con l’autunno sono tornate<br />
ad addensarsi dense nubi<br />
anche sul governo della Regione.<br />
Con l’approssimarsi della<br />
presentazione e della discussione<br />
della manovra finanziaria,<br />
è ormai prassi pressoché<br />
consolidata, cominciano le frizioni<br />
tra le varie componenti<br />
della coalizione di maggioranza<br />
e anche all’interno delle<br />
stesse. E’ successo in passato,<br />
si è ripetuto di recente e si sta<br />
ripetendo ancora quest’ anno.<br />
Sembrava che il presidente<br />
Pili – dopo l’avvio drammatico<br />
del suo mandato: segnato da<br />
un numero rilevante di sconfitte<br />
al voto segreto nell’Aula del<br />
Consiglio regionale – fosse<br />
riuscito se non a pacificare almeno<br />
a placare le varie componenti<br />
del Centrodestra. E invece<br />
il fuoco covava sotto la<br />
cenere. A muovere critiche al<br />
presidente della Giunta con richiami<br />
espliciti anche in Aula<br />
non è stato solo il suo predecessore<br />
Mario Floris. Questa<br />
volta la voce grossa l’ha fatta<br />
Alleanza nazionale, il secondo<br />
partito della coalizione. Già<br />
alcuni mesi fa il Gruppo di An<br />
aveva minacciato di uscire dall’esecutivo<br />
e di dare solo l’appoggio<br />
esterno (un modo come<br />
un altro per sfiduciare il presidente).<br />
Ma ai primi d’ottobre<br />
EDITORIALE<br />
4<br />
OTTOBRE 2002<br />
CON L'AUTUNNO ARRIVANO<br />
DENSE NUBI DI CRISI<br />
SUL GOVERNO DELLA REGIONE<br />
la protesta di An è esplosa durante<br />
i lavori del Consiglio regionale.<br />
Per protesta, sentendosi<br />
emarginati e non considerati<br />
nelle scelte del presidente,<br />
tutti gli undici consiglieri del<br />
Gruppo hanno disertato l’Aula.<br />
Un fatto che non ha precedenti<br />
nella storia dell’Autonomia.<br />
Le opposizioni hanno giudicato<br />
il gesto come una esplicita<br />
sfiducia al presidente della<br />
Regione e hanno chiesto a Pili<br />
di trarne le conseguenze. La situazione<br />
non è precipitata perché<br />
l’uscita dall’Aula dei consiglieri<br />
di Forza Italia ha fatto<br />
mancare il numero legale e la<br />
seduta del Consiglio è stata<br />
sospesa.<br />
Il motivo scatenante della<br />
presa di posizione di An è stato<br />
la decisione di Pili di nominare<br />
commissario dell’Agenzia<br />
per l’ Ambiente l’ex assessore<br />
dell’Agricoltura, nonché<br />
esponente di primo piano dell’UDC,<br />
Antonello Usai.<br />
An che rivendicava quel posto<br />
e che non aveva gradito alcune<br />
precedenti scelte fatte in<br />
solitudine da Pili, ha rotto gli<br />
indugi.<br />
Per tentare di rasserenare gli<br />
animi sono intervenuti personalmente<br />
Berlusconi e Fini.<br />
Dopo giornate di convulse<br />
trattative e di pubbliche prese<br />
di posizione il gruppo consiliare<br />
di An, ha accolto un invito<br />
di Pili, e ha deciso – a maggioranza<br />
– di tornare in aula e<br />
di far rientrare la protesta in<br />
attesa di un chiarimento con<br />
gli alleati, che deve essere definitivo.<br />
Mauro Pili, alla vigilia<br />
della ripresa dei lavori dell’assemblea<br />
regionale ha scritto<br />
al coordinatore di An, Carmelo<br />
Porcu e al presidente del<br />
Gruppo, Bruno Murgia, spiegando<br />
che “alcuni atti compiuti<br />
in questi ultimi mesi possono<br />
aver suscitato la sensazione<br />
di un venir meno della collegialità<br />
del governo della Regione”<br />
ma che si è trattato di<br />
“atti indispensabili per salvare<br />
importanti risorse per la <strong>Sardegna</strong><br />
e la cui urgenza era assolutamente<br />
improcrastinabile”.<br />
Dopo aver ribadito la<br />
“centralità” di Alleanza nazionale,<br />
Pili riconosce che “è indispensabile<br />
maggior coesione,<br />
più determinazione, e aggiungo,<br />
maggiore collegialità”.<br />
A fine ottobre il Consiglio<br />
dovrà riunirsi per discutere<br />
una mozione di sfiducia presentata<br />
dal Centrosinistra. In<br />
quella circostanza si vedrà se il<br />
presidente Pili è riuscito a riportare<br />
serenità nei rapporti tra<br />
le varie forze della maggioranza.<br />
Perché la insoddisfazione<br />
per l’azione di governo della<br />
Regione non è solo di An. Anche<br />
i Riformatori di Massimo<br />
Fantola, dal loro congresso di<br />
Villasimius, già prima che la<br />
situazione precipitasse, e<br />
l’Udr a più riprese, avevano<br />
chiesto più collegialità e più<br />
incisività nell’attuazione del<br />
programma. Tutti sono consapevoli<br />
delle nefaste conseguenze<br />
di una crisi dallo sbocco<br />
imprevedibile, ma anche<br />
preoccupati della paralisi che<br />
provocherebbe una situazione<br />
di stallo.<br />
Pili sa bene che per accontentare<br />
un alleato non può<br />
scontentarne altri. E la lettera<br />
inviata a Porcu e Murgia, infatti,<br />
conclude con l’impegno a<br />
sottoporre alla maggioranza le<br />
questioni sollevate da An ma<br />
“tenendo ben conto che la nostra<br />
coalizione è articolata e<br />
necessita un atteggiamento di<br />
equilibrio che in questa fase<br />
deve prevalere”.<br />
EDITORIALE<br />
Con l'autunno arrivano<br />
dense nubi di crisi<br />
4 nel governo della Regione<br />
POLITICA REGIONALE<br />
Con la nomina dei commissari<br />
diventa operativa la legge<br />
6 sulle nuove Province sarde<br />
di Maria Grazia Caligaris<br />
Proposte di modifica della<br />
legge elettorale<br />
7 dell'UDR e “Democratzia”<br />
di Luigi Alfonso<br />
Un concorso di idee<br />
per il nuovo simbolo<br />
8 dell'UDR di Floris<br />
I riformatori sardi sollecitano<br />
il rilancio delle riforme<br />
9 istituzionali<br />
Nasce tra le polemiche<br />
l'agenzia regionale<br />
di protezione ambientale<br />
SERVIZI DALLA SARDEGNA<br />
L'acqua delle miniere per<br />
5 fronteggiare l'emergenza<br />
siccità<br />
di Gino Zasso<br />
Un osservatorio per controllare<br />
i prezzi nei mercati di Cagliari<br />
Un progetto di recupero<br />
dei detenuti sardi<br />
8 attraverso la formazione<br />
di Alessandro Zorco<br />
Il mondo del volontariato<br />
rivendica dalle istituzioni<br />
11 il rispetto dei diritti<br />
di Luigi Alfonso<br />
ECONOMIA<br />
La SFIRS abbandona<br />
la cordata Sardo-Veneta<br />
7 per la Costa Smeralda<br />
La chimica chiude:<br />
ciminiere spente nella<br />
10 piana di Ottana<br />
di Giuseppe Centore<br />
CULTURA<br />
Uno studio scientifico<br />
12 sulla produzione di coltelli sardi<br />
di Eugenia Da Bove<br />
SOMMARIO<br />
Concluso a Ozieri il corso<br />
per allievi del canto a chitarra<br />
di Gerolamo Squintu<br />
Si rinnova a Posada<br />
19 la festa dei poeti<br />
di Natalino Piras<br />
Le origini mitologiche<br />
20 a Silanus<br />
di Gianni Perrotti<br />
EMIGRAZIONE<br />
La storia della <strong>Sardegna</strong><br />
per le scuole curata<br />
21 da Manlio Brigaglia<br />
di Giovanni Mameli<br />
L'umanità dentro il lager<br />
diario di Pietro Tola<br />
di Natalino Piras<br />
Parlando in Poesia<br />
22 a cura di Salvatore Tola<br />
Eleonora d'Arborea storia<br />
minore del monumento<br />
32 di Oristano<br />
di Adriano Vargiu<br />
EMIGRAZIONE<br />
Un nuovo impegno<br />
per onorare il debito<br />
20 verso i padri emigrati<br />
Antonio Marredda acclamato<br />
presidente onorario<br />
della Federazione belga<br />
Il ruolo dell'associazionismo<br />
per favorire l'inserimento<br />
14 e l'integrazione degli emigrati<br />
di Gianni De Candia<br />
Per affrontare il presente<br />
15 non dimenticare la lezione<br />
del passato<br />
Quattro giorni con la <strong>Sardegna</strong>.<br />
16 I sapori e i colori dell'isola<br />
animano il centro di Losanna<br />
di Antonello De Candia<br />
“Su Nuraghe” festeggia<br />
17 35 anni di attività<br />
al servizio dei sardi<br />
SPORT<br />
Il Cagliari si affida<br />
30 a Ventura<br />
di Andrea Frigo<br />
Appena quattro punti<br />
dopo cinque giornate<br />
Licenziato Leonardi<br />
di Franco Ferrandu<br />
La <strong>Sardegna</strong> conferma<br />
la sua leadership<br />
31 nell'hockey su prato<br />
di Andrea Porcu<br />
Due squadre sarde<br />
al campionato di A/2<br />
di Volley<br />
di Liliana Fornasier<br />
RUBRICHE<br />
23 <strong>Sardegna</strong> notizie<br />
25 Emigrazione<br />
IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione <strong>Sardegna</strong> per gli emigrati e le loro famiglie<br />
Edito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. - Pres. Gianni De Candia<br />
Comitato di Direzione: Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia,<br />
Ezio Pirastu, Luigi Coppola<br />
Redazione e Amministrazione: Via Barcellona, 2 - 09124 Cagliari<br />
Tel. 070/664214 - Fax 070/664742<br />
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Iscritto al Registro Stampa n. 217<br />
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in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO - Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI<br />
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IL MESSAGGERO SARDO 5<br />
OTTOBRE 2002<br />
ACQUA / Bizzarrie del tempo: mai negli ultimi cento<br />
anni era piovuto così poco fino a luglio e mai così tanto<br />
in agosto e settembre. Dai pozzi dell'iglesiente le<br />
risorse idriche per Cagliari<br />
L'ACQUA DELLE MINIERE<br />
PER FRONTEGGIARE<br />
L'EMERGENZA SICCITA'<br />
Acqua, è stata l’annata dei<br />
record: mai, negli ultimi<br />
cento anni era piovuto,<br />
fino a luglio, così poco, mai in<br />
agosto e nei primi di settembre era<br />
piovuto tanto. E a record si aggiunge<br />
record: mai, in <strong>Sardegna</strong>,<br />
nel settore dei lavori pubblici, si<br />
era lavorato ininterrottamente per<br />
ventiquattr’ore al giorno, in tre<br />
turni massacranti, per addurre nell’area<br />
metropolitana di Cagliari<br />
l’acqua delle miniere dell’Iglesiente,<br />
come invece sta avvenendo<br />
ora.<br />
Per attenuare i disagi della siccità<br />
di un anno, hanno dato una<br />
poderosa mano prima Giove pluvio,<br />
poi la Regione. Rovinando le<br />
ferie a migliaia e migliaia di villeggianti<br />
(Ciampi, il turista per<br />
eccellenza, prima del diluvio aveva<br />
già lasciato, con tanto rimpianto,<br />
La Maddalena), a cavallo tra<br />
agosto e settembre è piovuto<br />
come rarissimamente è accaduto:<br />
gran parte delle precipitazioni è<br />
stata assorbita dal terreno riarso<br />
(portando comunque benefici effetti<br />
alle falde) ma anche i bacini<br />
se ne sono avvantaggiati.<br />
Si riteneva ci fosse acqua solo<br />
fino ad ottobre, invece la situazione<br />
è nettamente migliorata. In<br />
assenza di piogge, a fine ottobre si<br />
sarebbero dovute intaccare le cosiddette<br />
“acque morte”, cioé i fondali<br />
fangosi dei bacini, con grave<br />
impegno per la loro depurazione<br />
e con grosso pregiudizio per le<br />
specie ittiche che popolano i bassifondi.<br />
Fortunatamente l’acqua è<br />
arrivata e il pericolo è stato scongiurato:<br />
secondo calcoli dell’assessorato<br />
regionale dei lavori<br />
pubblici negli invasi dell’isola<br />
sarebbero finiti oltre 25 milioni di<br />
metri cubi di acqua il che ha scongiurato<br />
il pericolo di una crisi più<br />
nera. L’aumento di disponibilità<br />
non è stato uniforme: a trarre maggior<br />
vantaggio è stato il sistema<br />
Coghinas-Mannu-Temo, che ha<br />
incrementato le sue esigue risorse<br />
di oltre 21 milioni di metri cubi (a<br />
metà settembre erano invasati 85<br />
milioni di metri cubi), seguito dal<br />
sistema Flumendosa-Campidano-Cixerri<br />
con 3,2 milioni di metri<br />
cubi in più: la disponibilità attuale<br />
è stabilita in nove milioni e<br />
mezzo di metri cubi ma arriva a<br />
venticinque milioni con l’apporto<br />
dei bacini minori, Mulargia, Sa<br />
forada, Cixerri, Is barroccus). Nel<br />
Sassarese nel mese di agosto sono<br />
caduti 80 millimetri di acqua,<br />
contro i dodici della media climatologica:<br />
il Bidighinzu, tuttavia, è<br />
da mesi fermo a una disponibilità<br />
di quattro milioni di metri cubi.<br />
Pressoché stazionaria la situazione<br />
anche negli altri dei quaranta bacini<br />
dell’isola, dove, comunque, gli<br />
aumenti di livello hanno compensato<br />
i consumi, rilevantissimi,<br />
come sempre, nei mesi estivi.<br />
Nonostante il fortunato e in<br />
gran parte imprevisto aiuto di natura<br />
meteorologica, le restrizioni<br />
per città e campagne restano tutte:<br />
a Sassari l’acqua viene erogata<br />
soltanto nelle ore notturne, a Cagliari<br />
per sei ore al giorno, come<br />
nella maggior parte dei Comuni<br />
dell’isola. L’unica eccezione è<br />
rappresentata da Guspini che,<br />
grazie a un intelligente sfruttamento<br />
di pozzi e sorgenti, può<br />
permettersi il lusso di fornire acqua<br />
ventiquattr’ore al giorno.<br />
Altrove alla ferrea logica della<br />
limitazione delle forniture non si<br />
può derogare: è infatti maggiore<br />
la quantità di acqua che si perde<br />
negli impianti di adduzione che<br />
quella che si consuma. Secondo<br />
Sergio Marracini, presidente dell’Esaf,<br />
l’ente che gestisce le reti<br />
idriche dei comuni dell’isola, il<br />
sessanta per cento dell’acqua erogata<br />
(ma il dato è contestato dall’assessorato<br />
regionale dei lavori<br />
pubblici, che ritiene il fenomeno<br />
più contenuto) si perde per strada.<br />
Vi sarebbero paradossali situazioni-limite:<br />
a Olbia e a Carbonia le<br />
perdite arriverebbero addirittura<br />
all’ottanta per cento della quantità<br />
distribuita. Complessivamente<br />
si perdono oltre cento milioni di<br />
metri cubi di acqua e 150 milioni<br />
di euro.<br />
I dati hanno fatto gridare allo<br />
scandalo gli agricoltori della<br />
Gallura che, riuniti nel salone comunale<br />
di Tempio assieme ai<br />
sindaci e ai presidenti delle comunità<br />
montane, hanno elaborato<br />
un dettagliato documento che<br />
hanno inviato al presidente della<br />
Regione Mauro Pili, che è anche<br />
commissario per l’emergenza<br />
idrica. Chiedono, tra l’altro, la<br />
realizzazione di una condotta di<br />
collegamento tra gli invasi del<br />
Coghinas e del Liscia, il definitivo<br />
collaudo della diga sul Liscia,<br />
la ridiscussione della concessione<br />
del bacino del Coghinas all’Enel.<br />
«La priorità - ha detto<br />
Eugenio Maddalon, presidente<br />
di Confagricoltura - deve essere<br />
data agli usi civili, quali agricoltura,<br />
turismo e attività produttive,<br />
e non alle centrali idroelettriche,<br />
le cui esigenze costano dai<br />
100 ai 150 milioni di metri cubi<br />
all’anno».<br />
Il grave handicap dell’erogazione<br />
è comunque rappresentato<br />
di Gino Zasso<br />
UN OSSERVATORIO<br />
PER CONTROLLARE I PREZZI<br />
NEI MERCATI DI CAGLIARI<br />
Un Osservatorio controllera’<br />
i prezzi dei prodotti<br />
in vendita a Cagliari,<br />
in particolare nei Mercati<br />
Civici e contribuira’ con<br />
un’informazione costante a<br />
ristabilire un rapporto di fiducia<br />
tra commercianti e consumatori.<br />
E’ l’impegno assunto<br />
con un protocollo d’intesa tra il<br />
Comune di Cagliari, le associazioni<br />
dei commercianti Confesercenti<br />
e Confcommercio e<br />
quelle di tutela dei consumatori<br />
Cittadinanzattiva, Unione<br />
Nazionale Consumatori e Adiconsum.<br />
L’obiettivo e’ fronteggiare<br />
il carovita, dopo introduzione<br />
dell’euro coincisa con un<br />
aumento indiscriminato dei<br />
prezzi. L’iniziativa colloca Cagliari<br />
tra le prime citta’ in Italia<br />
a essersi dotata di uno strumento<br />
operativo cui potranno fare<br />
riferimento i cittadini. L’Osservatorio<br />
consentira’ all’assessorato<br />
delle Attivita’ produttive<br />
di assumere anche iniziative<br />
specifiche cui si affiancheranno<br />
quelle delle associazioni. Il<br />
dalle reti di distribuzione, obsolete<br />
e fatiscenti in tutta la <strong>Sardegna</strong>:<br />
secondo il presidente dell’Esaf<br />
con una spesa di 150 milioni<br />
di euro in due anni sarà<br />
possibile portare le perdite al limite<br />
fisiologico del 15 per cento.<br />
Nel frattempo non è andato in<br />
porto, per la netta opposizione<br />
del Consorzio di bonifica dell’Oristanese,<br />
il progetto della<br />
giunta regionale di prelevare acqua<br />
dal Tirso per destinarla ad<br />
altre zone della <strong>Sardegna</strong>, in particolare<br />
al Cagliaritano. «L’acqua<br />
di cui disponiamo non basta<br />
neanche a noi - ha detto Mario<br />
Comune procedera’ all’adegua<br />
mento del numero degli ispettori<br />
di vigilanza<br />
annonaria per monitorare i<br />
prezzi e sanzionare le violazioni<br />
alle norme sulla pubblicita’,<br />
sull’origine dei prodotti e sulle<br />
vendite.<br />
E’ prevista, inoltre, l’apertura<br />
al pubblico del Mercato Ortofrutticolo<br />
all’ingrosso almeno<br />
un giorno la settimana o tutti i<br />
giorni dopo le 11. I firmatari<br />
dell’accordo si sono impegnati<br />
a incontrarsi ogni mese per valutare<br />
la situazione, segnalando<br />
anomalie nei prezzi e proponendo<br />
e concordando strategie<br />
per combatterle. Le associazioni<br />
sono impegnate a coinvolgere<br />
gli aderenti per ottenere il miglior<br />
risultato in quanto, in regime<br />
di libero mercato, la collaborazione<br />
tra le parti e’ determinante.<br />
L’iniziativa, che si affianca<br />
all’Osservatorio Pubblici<br />
Esercizi, istituito in attuazione<br />
del Piano per le attivita’ di<br />
vendita, intende inoltre coinvolgere<br />
la Camera di Commercio<br />
per la diffusione dei dati.<br />
Nel protocollo d’intesa si ritiene<br />
determinante anche il supporto<br />
dei mass-media, che saranno<br />
tempestivamente informati<br />
con bollettini bisettimanali<br />
o mensili, per diffondere<br />
l’andamento dei<br />
prezzi e le iniziative per calmierarli.<br />
L’accordo e’ stato sottoscritto,<br />
alla presenza del sindaco<br />
Emilio Floris, dall’assessore<br />
delle attivita’ produttive<br />
Luciano Collu, da Puppo Mareddu<br />
di Confcommercio, Carlo<br />
Abis di Confesercenti, Romano<br />
Satolli per Adiconsum e<br />
Unione Nazionale Consumatori<br />
e Roberto Porcu di Cittadinanzattiva.<br />
“L’Osservatorio<br />
dei prezzi”, ha precisato Collu,<br />
sara’ a costo zero, in quanto si<br />
avvarra’ di personale e strutture<br />
dell’amministrazione e avra’<br />
sede in uno dei mercati civici.<br />
Per il funzionamento, i contraenti<br />
dell’intesa nomineranno<br />
ciascuno un rappresentante che<br />
partecipera’ agli incontri calendarizzati.<br />
Matta, presidente del Consorzio<br />
- Attualmente siamo in grado di<br />
irrigare soltanto il 30 per cento<br />
delle nostre colture e non siamo<br />
certo in grado di approvvigionare<br />
il Basso Campidano».<br />
Sulla base di queste considerazioni,<br />
il presidente Mauro Pili ha<br />
deciso di dare un’accelerazione<br />
ai lavori per la rete di adduzione<br />
dell’acqua delle miniere. Come<br />
già detto si lavora alacremente,<br />
con ritmi finora sconosciuti in<br />
<strong>Sardegna</strong>, anche di notte, alla<br />
luce delle fotoelettriche. Cento<br />
persone impiegate alternativamente<br />
in tre turni, un appalto di<br />
un milione e 667 mila euro, tempo<br />
concesso per concludere i lavori<br />
cinquanta giorni. Le imprese<br />
che hanno accettato questo<br />
singolare contratto sono l’Igea,<br />
che si occupa del pompaggio e<br />
della verifica delle qualità, la<br />
Opere pubbliche, che scava le<br />
gallerie e sistema i tubi e la Saint<br />
Gobain, che fornisce i materiali.<br />
Collaborano tecnici e operai del<br />
Consorzio di bonifica del Cixerri,<br />
dell’Esaf e dell’Eaf. Una scommessa,<br />
la cui verifica si avrà il 19<br />
ottobre, quando nel Cagliaritano<br />
dovrebbe riversarsi un fiume di<br />
dieci milioni di metri cubi l’anno,<br />
al ritmo di 300 litri al secondo.<br />
Per impiegarla negli usi civili,<br />
venti chilometri di scavi e altrettanti<br />
di tubi di ghisa del diametro<br />
di 60 centimetri preleveranno<br />
l’acqua dalle falde, a duecento<br />
metri di profondità, dei pozzi<br />
“Sella” e “T” della miniera di<br />
Monteponi. Sono luoghi della<br />
storia: in un secolo di sfruttamento<br />
industriale hanno prodotto<br />
tre milioni di tonnellate di zinco<br />
e piombo, ma nella notte dei<br />
tempi, erano già utilizzati da Fenici,<br />
Pisani e Aragonesi. Il 18 ottobre<br />
1985 c’era stata, in quei<br />
luoghi ormai in crisi irreversibile,<br />
l’indimenticabile visita di<br />
papa Wojtila, che aveva voluto<br />
abbracciare i minatori senza lavoro.<br />
Adesso i pozzi che non<br />
danno più minerali “produrranno”<br />
acqua: da Monteponi sarà<br />
portata a Campo Pisano, dove<br />
verrà convogliata, poi verso Villamassargia,<br />
per concludere il<br />
suo viaggio, costeggiando la<br />
strada provinciale, nell’invaso di<br />
Gennas is abis, in territorio di<br />
Uta. Dal bacino l’acqua proseguirà<br />
il suo cammino nelle già<br />
esistenti tubature dell’ente Flumendosa<br />
e placherà alfine la sete<br />
dei cagliaritani.<br />
Una scommessa, si è detto. Una<br />
scommessa per la quale il presidente<br />
Pili si è impegnato in prima<br />
persona, contagiando la sua<br />
frenesia e la sua voglia di concludere<br />
a tecnici e maestranze. Era<br />
sindaco di Iglesias quando, nel<br />
1997, aveva subìto la chiusura<br />
dell’impianto di pompaggio del<br />
pozzo Sella, decisa da altri per<br />
evitare che l’acqua finisse in<br />
mare e a per favorirne la risalita<br />
nei bacini sotterranei. Lui, il sindaco,<br />
quell’acqua avrebbe voluto<br />
governarla per migliorarne la<br />
qualità. Non c’è riuscito allora,<br />
lo sta facendo, in altra veste,<br />
adesso, con un’opera pubblica di<br />
eccezionale portata, destinata a<br />
restare memorabile.<br />
E in extremis, alla scadenza irrevocabile<br />
del 30 settembre, il<br />
presidente della Regione ha istituito<br />
l’Arpas, l’Agenzia regionale<br />
per la protezione dell’ambiente<br />
della <strong>Sardegna</strong> e ha emesso<br />
l’ordinanza per la creazione del<br />
Piano d’ambito, lo strumento che<br />
regolerà il governo delle acque<br />
per i prossimi vent’anni. La <strong>Sardegna</strong><br />
è arrivata ultima tra le regioni<br />
italiane, ma, avendolo comunque<br />
fatto entro il tempo limite,<br />
otterrà la bellezza di un miliardo<br />
di euro di fondi comunitari.<br />
Alla guida del nuovo, importantissimo<br />
organismo, Pili ha<br />
nominato, in qualità di commissario,<br />
l’ex assessore regionale<br />
Antonello Usai, segretario dell’Udc<br />
e direttore generale della<br />
sanità.<br />
La designazione è motivo di<br />
forti polemiche: l’opposizione<br />
parla di “golpe istituzionale”<br />
mentre si registrano forti tensioni<br />
anche nella coalizione di governo:<br />
anche per questo fatto An minaccia<br />
di uscire dalla maggioranza,<br />
provocando una crisi di non<br />
facile soluzione.
IL MESSAGGERO SARDO 6<br />
OTTOBRE 2002<br />
La legge regionale, che ha<br />
istituito quattro nuove<br />
Province, è divenuta<br />
concretamente esecutiva con<br />
l’operatività dei quattro Commissari,<br />
nominati dalla Giunta<br />
nei primi giorni di agosto e insediati<br />
dall’assessore degli Enti<br />
Locali Andrea Biancareddu il 5<br />
settembre. A conclusione dell’iter<br />
burocratico, in <strong>Sardegna</strong>,<br />
oltre a quelle “storiche” di Cagliari,<br />
Sassari, Nuoro ed Oristano,<br />
ci saranno altre quattro amministrazioni<br />
provinciali che<br />
gestiranno i territori di Medio<br />
Campidano, Ogliastra, Olbia-<br />
Tempio e Sulcis. Insomma<br />
l’isola assumera’ in tempi brevi<br />
una nuova fisionomia amministrativa<br />
con otto Enti Intermedi<br />
che, al pari delle Province di<br />
più antica istituzione, acquisiranno<br />
le relative competenze.<br />
Un delicato compito sarà<br />
svolto nelle prossime settimane<br />
dai quattro Commissari -<br />
Adamo Pili (Ogliastra), Gabriele<br />
Asunis (Sulcis), Peppino Burrai<br />
(Olbia-Tempio) e Giovanni<br />
Carta (Medio Campidano), tutti<br />
funzionari e direttori dei servizi<br />
dell’assessorato degli Enti Locali<br />
– ai quali spetta ora il compito<br />
di acquisire e gestire i beni<br />
patrimoniali, mobili e immobili,<br />
e il personale per dare gambe<br />
alle nuove Province.<br />
La strada per attuare la legge<br />
non è semplice. Basti pensare<br />
che per abolire la normativa regionale<br />
è stata promossa una<br />
raccolta di firme per indire un<br />
referendum abrogativo. Ci sono,<br />
inoltre, altri ostacoli come per<br />
esempio il personale che potrebbe<br />
non acconsentire al trasferimento<br />
dalla sede dove attualmente<br />
opera. Anche la cessione<br />
dei beni potrebbe determinare<br />
qualche “frizione” tra vecchi e<br />
nuovi “proprietari”. Sulla normativa<br />
pende, inoltre, un ricorso<br />
del Governo alla Corte Costituzionale<br />
per quanto riguarda il<br />
punto in cui si stabilisce la competenza<br />
della Regione nello<br />
scioglimento dei Consigli provinciali<br />
attuali.<br />
RIFORME<br />
Procede l'iter per<br />
l'attuazione dei<br />
nuovi enti<br />
intermedi.<br />
Polemiche sulla<br />
decisione della<br />
Giunta. Reazioni<br />
all'annuncio di<br />
voler sciogliere<br />
le Comunità<br />
montane<br />
CON LA NOMINA DEI COMMISSARI<br />
DIVENTA OPERATIVA LA LEGGE<br />
SULLE NUOVE PROVINCE SARDE<br />
Per i commissari azione<br />
concertata<br />
L’intento – hanno sottolineato<br />
unanimemente i Commissari<br />
alla conferenza stampa indetta<br />
dall’assessore Biancareddu in<br />
occasione dell’insediamento –<br />
è quello di operare in sintonia e<br />
collaborando con le Province.<br />
Siamo convinti che troveremo<br />
una mediazione corretta. Se,<br />
però, dovessero sorgere impedimenti<br />
insormontabili o si dovesse<br />
ravvisare un’opposizione<br />
netta, la legge regionale ha previsto<br />
la figura del “Commissario<br />
ad acta” un “attore” con pieni<br />
poteri in grado di procedere<br />
nell’attuazione del deliberato<br />
del Consiglio regionale.<br />
L’attuazione della legge ha<br />
anche provocato una serie di reazioni<br />
con riferimento alle spese<br />
da sostenere che determinerebbero<br />
un autentico salasso per le<br />
casse della Regione quantificato<br />
in 500 miliardi di vecchie<br />
lire. A controbattere le osservazioni<br />
critiche, emerse soprattutto<br />
dal fronte referendario, è stato<br />
l’assessore regionale Biancareddu<br />
che, nel corso dell’incontro<br />
con i giornalisti per presentare<br />
ed illustrare l’azione dei Commissari,<br />
ha annunciato la predisposizione<br />
di un disegno di legge<br />
con cui intende abolire le Comunità<br />
Montane.<br />
Biancareddu: abolire<br />
Comunità montane<br />
La soppressione degli Enti<br />
Montani – ha detto - completera’<br />
il quadro di riferimento amministrativo-finanziario<br />
per<br />
dare ulteriori risorse alle nuove<br />
quattro Province. In tempi brevi<br />
- ha precisato l’assessore - sottoporrò<br />
all’attenzione della Giunta<br />
un disegno di legge con cui<br />
verranno soppressi i 25 Enti<br />
montani esistenti, che contano<br />
oltre 200 persone negli organismi<br />
di rappresentanza. Le Comunità<br />
Montane, che costano<br />
oltre 20 milioni di euro all’anno,<br />
hanno dimostrato nel tempo<br />
l’incapacità di svolgere il ruolo<br />
per cui erano state istituite. Per<br />
esempio, non sono riuscite a<br />
contrastare lo spopolamento dei<br />
piccoli centri delle aree interne<br />
che, invece, e’ in netto aumento.<br />
I risparmi derivanti dalla soppressione<br />
delle Comunita’, che<br />
peraltro sono in contrasto con la<br />
legge che riconosce la Provincia<br />
quale unico Ente intermedio,<br />
consentiranno di disporre<br />
di finanziamenti aggiuntivi per<br />
la nascita delle nuove Province.<br />
Occorre tuttavia precisare, in<br />
contrasto con quanto affermano<br />
i sostenitori dei Referendum<br />
contro l’istituzione delle otto<br />
Province, che nessun aggravio<br />
ricadra’ - ha sottolineato Biancareddu<br />
che ha incontrato i<br />
giornalisti alla presenza, oltre<br />
che dei Commissari, di Enzo<br />
Satta, vice Presidente, e Giovanni<br />
Giovannelli, componente,<br />
della Commissione Autonomia<br />
del Consiglio regionale, eletti<br />
in Gallura - sui cittadini dalla<br />
nascita dei nuovi Enti. Per il<br />
funzionamento degli attuali organismi<br />
vengono spesi 300 miliardi<br />
di vecchie lire. La stessa<br />
cifra verrà d’ora in poi suddivisa,<br />
in base alla popolazione e<br />
alla superficie territoriale, tra le<br />
otto Province. È vero che aumenteranno<br />
le spese per gli organi<br />
istituzionali e per i dirigenti,<br />
ma anche nella peggiore delle<br />
ipotesi questa cifra non supererà<br />
i 10 milioni di euro, che<br />
potranno essere integralmente<br />
coperti con i fondi destinati alle<br />
Comunità Montane. Non solo,<br />
se dovessero verificarsi “ammutinamenti”<br />
di personale, potrebbero<br />
essere assunti ex novo fino<br />
a 200 persone, per un totale di 6<br />
milioni di euro, risparmiando<br />
ancora 4 milioni di euro e creando<br />
nuovi posti di lavoro. Siamo<br />
quindi ben lontani dalle cifre<br />
esorbitanti che vengono sbandierate.<br />
Non ha neppure fondatezza –<br />
ha osservato ancora l’assessore<br />
degli Enti Locali rivolgendosi<br />
alla platea dei giornalisti in cui<br />
sedevano, tra gli altri, anche il<br />
Capogruppo Giorgio Corona e<br />
il consigliere di Forza Italia Antonio<br />
Granara - il rilievo che con<br />
le nuove province si creeranno<br />
in <strong>Sardegna</strong> otto piccole realtà.<br />
La Provincia di Sassari è attualmente<br />
quella più estesa d’Italia,<br />
analogamente quella di Nuoro si<br />
colloca al terzo posto.Con questa<br />
nuova organizzazione territoriale<br />
le province sarde saranno<br />
nella media nazionale. È indispensabile<br />
infine chiarire che la<br />
legge è stata approvata a larga<br />
maggioranza dai rappresentanti<br />
CHE COSA PREVEDE IL RIASSETTO GENERALE DELLE PROVINCE<br />
di Maria Grazia Caligaris<br />
eletti dal popolo ed esprime<br />
un’esigenza di più ampia democrazia.<br />
È quasi certo che le elezioni<br />
per le nuove quattro province<br />
siano indette l’anno prossimo.<br />
Non è invece indispensabile<br />
che si voti contemporanemente<br />
in tutte, come avviene del<br />
resto nella maggior parte delle<br />
altre realtà della Penisola.<br />
L’assessore regionale degli<br />
Enti locali Andrea Biancareddu<br />
si è detto ottimista sull’esito del<br />
ricorso del Governo alla Corte<br />
Costituzionale che attiene la<br />
norma con cui si stabilisce la<br />
competenza della Regione nello<br />
scioglimento dei Consigli<br />
provinciali attuali. Ma se anche<br />
si dovesse dare torto alla Regione,<br />
la norma vigente - ha spiegato<br />
Biancareddu - stabilisce l’obbligo<br />
di indire le elezioni alla<br />
prima scadenza utile, così come<br />
avviene nel caso di commissariamento<br />
per i Comuni.<br />
Nell’esprimere soddisfazione<br />
per l’esito raggiunto, Enzo Satta<br />
ha sottolineato che sarà condotta<br />
qualunque battaglia contro<br />
chi non vuole l’attuazione della<br />
legge. Mi auguro - ha sottolineato<br />
invece Giovannelli - che i<br />
promotori dei Referendum riflettano<br />
e rivedano i propri convincimenti.<br />
Se invece c’è qualche<br />
forza politica che vuole assumere<br />
una posizione contraria<br />
alle nuove province è opportuno<br />
che palesi il punto di vista e<br />
lo discuta alla luce del sole.<br />
PROVINCIA N. COMUNI SUPERFICIE KMQ POPOLAZIONE 2001<br />
CAGLIARI 55 (14,59%) 3.612,82 (15%) 504.018 (31,51%)<br />
MEDIO CAMPIDANO 24 (6,37%) 2.062,15 (8,56%) 127.565 (7,98%)<br />
CARBONIA-IGLESIAS 41 (10,88%) 1.740,54 (7,23%) 136.164 (8,51%)<br />
ORISTANO 86 (22,81%) 2.972,31 (12,34%) 162.480 (10,16%)<br />
NUORO 55 (14,59%) 4.143,34 (17,20%) 165.188 (10,33%)<br />
OGLIASTRA 23 (6,10%) 1.854,24 (7,70%) 57.980 (3,62%)<br />
OLBIA-TEMPIO 25 (6,63%) 3.367,85 (13,98%) 128.580 (8,04%)<br />
SASSARI 68 (18,04%) 4.336,64 (18%) 317.536 (19,85%)<br />
TOTALI 377 24.089,89 1.599.511<br />
Le reazioni alla proposta<br />
Numerose e polemiche le reazioni<br />
alla proposta dell’assessore<br />
Biancareddu. In primo piano a<br />
protestare per la decisione assunta<br />
dall’Assessore Biancareddu,<br />
senza alcuna consultazione<br />
con gli organismi interessati,<br />
sono stati l’Unione Nazionale<br />
Comunità Montane (UNCEM)<br />
e l’Associazione dei Comuni<br />
Italiani (ANCI). Al loro fianco si<br />
sono schierati i Presidenti delle<br />
quattro province. Il sistema delle<br />
Autonomie Locali ha infatti<br />
sollecitato le forze politiche ad<br />
un’ampia riflessione sulla riorganizzazione<br />
degli enti territoriali<br />
nella fase di elaborazione<br />
della nuova Carta Costituzionale<br />
dei Sardi. Ha anche invitato<br />
l’Assemblea sarda ad approvare<br />
in tempi brevi la legge istitutiva<br />
del Consiglio regionale delle<br />
Autonomie Locali.<br />
Gli oppositori, tra i quali oltre<br />
ad amministratori provinciali e<br />
comunali numerosi esponenti<br />
politici, hanno sostenuto che le<br />
valutazioni a sostegno dell’iniziativa<br />
sono errate. Si parte – è<br />
stato precisato – da presupposti<br />
in contrasto con la Costituzione,<br />
con il Testo Unico sugli Enti<br />
Locali e con la legge sulla montagna.<br />
Il risparmio per la Regione<br />
sarebbe al massimo di 15 miliardi<br />
di vecchie lire e non di 40.<br />
I finanziamenti statali inoltre<br />
non possono essere diversamente<br />
destinati e quindi trasferiti<br />
alle Province.<br />
Gli Enti locali – hanno precisato<br />
i vertici dell’ANCI - non<br />
possono accettare colpi di mano<br />
che ne cancellino l’identita’, per<br />
di piu’ estraniandoli dalle scelte<br />
e dalle decisioni che direttamente<br />
li riguardano. La Regione ha<br />
l’obbligo l’obbligo politico e<br />
morale di confrontarsi con il sistema<br />
delle autonomie locali.<br />
Nuovo ruolo anche<br />
per i Cocico<br />
Nel programma dell’assessore<br />
Andrea Biancareddu vi è anche<br />
il progetto di ridefinire le funzioni<br />
dei CoCiCo assegnando nuovo<br />
ruoli e compiti ai Comitati<br />
Circoscrizionali di Controllo<br />
sugli atti degli Enti Locali dislocati<br />
nei quattro capoluoghi<br />
di provincia e a Iglesias, Lanusei<br />
e Tempio. Lo ha annunciato<br />
anticipando i contenuti di un disegno<br />
di legge che, recependo<br />
la modifica del Titolo V della<br />
Costituzione, approvata dal<br />
Parlamento della Repubblica,<br />
ha abolito il controllo sugli atti<br />
degli Enti Locali da parte delle<br />
Regioni. Innanzitutto – ha precisato<br />
Biancareddu – saranno investiti<br />
di nuove competenze<br />
come quella relativa al patrimonio<br />
e demanio. Affinché sia immediatamente<br />
chiaro il ruolo<br />
verranno chiamati “Servizi territoriali<br />
per i cittadini e gli Enti<br />
Locali”. Rappresenteranno,<br />
quindi, un punto di riferimento<br />
importante soprattutto per chi<br />
vive in periferia nell’ottica di un<br />
concreto decentramento, ma<br />
avranno anche funzione di supporto<br />
all’attività di chi opera<br />
negli Enti Locali. È in atto una<br />
rivoluzione nel sistema dei<br />
rapporti tra i diversi organismi<br />
che operano a livelli diversi<br />
del territorio e la ricon<strong>versione</strong><br />
dei COCICO è in linea con<br />
l’idea di una partecipazione<br />
sempre più diretta dei cittadini.<br />
È appena il caso di ricordare,<br />
specialmente a chi mi accusa<br />
di centralismo, che tra le<br />
iniziative assunte dall’assessorato<br />
– ha concluso Andrea<br />
Biancareddu - c’è stata, non<br />
più di quattro mesi fa, l’abolizione<br />
del CORECO (Comitato<br />
Regionale di Controllo).
IL MESSAGGERO SARDO 7<br />
OTTOBRE 2002<br />
La Sfirs abbandona la cordata<br />
sardo-veneta, ma<br />
l’operazione Costa Smeralda<br />
va avanti. È questa l’ultima<br />
(per ora) puntata della<br />
telenovela della compravendita<br />
dell’impero sardo della<br />
Starwood, un’operazione da<br />
350 milioni di Euro. In ballo,<br />
gli alberghi Pitrizza, Cala di<br />
Volpe, Romazzino e Cervo, il<br />
cantiere navale di Porto Cervo,<br />
il Pevero Golf Club e numerose<br />
altre proprietà immobiliari.<br />
Fra tutte, i 2400 ettari di<br />
terreno sui quali è stato progettato<br />
un Master Plan da oltre un<br />
milione e mezzo di metri cubi.<br />
La parte sarda della cordata<br />
risulta composta dalle società<br />
Iti ed Ifim, che fanno capo a<br />
vari imprenditori (Corbeddu,<br />
Loi, Paglietti), mentre la parte<br />
veneta è rappresentata dalla “2<br />
g properties” della famiglia<br />
Tabacchi, dai fratelli De Rigo<br />
e dalla “Forma Urbis” (Toffano,<br />
Salmaso e Gallina). In più,<br />
la Sfirs, con una partecipazione<br />
dell’8 per cento.<br />
Proprio sulla presenza della<br />
finanziaria sarda si è aperta<br />
una spinosa questione in Consiglio<br />
regionale, quando, alcuni<br />
consiglieri hanno denunciato<br />
in aula che la Sfirs aveva risposto<br />
picche alla richiesta di<br />
informazioni del suo azionista<br />
di maggioranza, vale a dire la<br />
Regione.<br />
Il presidente dell’unica finanziaria<br />
regionale italiana,<br />
Alberto Meconcelli, si era limitato<br />
a far sapere al Presidente<br />
della Giunta che aveva agito,<br />
secondo lo statuto, per<br />
“promuovere le iniziative economiche<br />
conformi ai piani ed<br />
ai programmi” previsti da una<br />
serie di leggi. Ma lo sgarbo di<br />
aver organizzato una cordata<br />
sardo-veneta senza averne informato<br />
ufficialmente il maggior<br />
azionista era troppo grande<br />
e Mauro Pili non ha mai nascosto<br />
il proprio disappunto.<br />
Ai primi di settembre, il presidente<br />
della Sfirs è stato sentito<br />
in audizione congiunta<br />
dalle Commissioni consiliari<br />
Programmazione ed Industria,<br />
presiedute rispettivamente da<br />
Dopo la proposta di legge<br />
dei Riformatori per disci<br />
plinare alle elezioni per il<br />
Consiglio regionale il diritto di<br />
voto ai sardi emigrati nel continente<br />
italiano ed all’estero, altre<br />
due iniziative legislative sono all’attenzione<br />
delle forze politiche<br />
che devono confrontarsi sui contenuti<br />
della nuova legge elettorale.<br />
Si tratta delle proposte avanzate<br />
dall’UDR (Unione Democratica<br />
della Repubblica), il partito di<br />
centro di cui e’ leader l’ex Presidente<br />
della Regione Mario Floris<br />
e dai quattro Consiglieri dissidenti<br />
dei DS – Ivana Dettori, Nazareno<br />
Pacifico, Giampiero Pinna<br />
e Pier Sandro Scano - appartenenti<br />
al movimento “Democratzia”.<br />
La proposta dell’UDR prevede<br />
l’elezione del 60% dei consiglieri<br />
(48 seggi) in collegi uninominali<br />
maggioritari a turno unico. Il<br />
restante 40% (32 seggi), tenuto<br />
conto dell’istituzione delle nuove<br />
province, sarà invece espressione<br />
del metodo proporzionale e<br />
con liste concorrenti a livello provinciale.<br />
Nello schema di ripartizione<br />
dei seggi, assegna, infatti,<br />
alle 8 circoscrizioni un numero di<br />
rappresentanti in Consiglio regionale<br />
in rapporto alla densita’<br />
di popolazione ricompresa nella<br />
provincia.<br />
La nuova legge, ha spiegato<br />
ECONOMIA<br />
LA SFIRS ABBANDONA<br />
LA CORDATA SARDO-VENETA<br />
PER LA COSTA SMERALDA<br />
Giorgio Balletto e Nicolò Rassu.<br />
“L’operazione – ha precisato<br />
Meconcelli – non è un semplice<br />
passaggio di mano di alberghi<br />
e terreni da una società<br />
ad un’altra, ma propone, per<br />
l’economia del territorio, un<br />
effetto moltiplicatore che dovrebbe<br />
suscitare sicuri benefici.<br />
L’iniziativa risponde alle<br />
finalità staturarie ed è stata<br />
condivisa dal collegio sindacale.<br />
Inoltre – ha assicurato il<br />
presidente della Sfirs – rientra<br />
nelle linee giuda tracciate dalla<br />
Regione per lo sviluppo della<br />
filiera del turismo”.<br />
Ai consiglieri che gli hanno<br />
rivolto numerose domande,<br />
Meconcelli ha risposto in maniera<br />
giudicata poco soddisfacente,<br />
soprattutto nei dettagli<br />
di natura finanziaria, qualificati<br />
“tabù” per motivi di “riservatezza<br />
legata alla natura<br />
commerciale dell’operazione”.<br />
Tempo venti giorni e si è<br />
sparsa la voce di un possibile<br />
ritiro della famiglia Tabacchi,<br />
subito smentita. “La compagine<br />
è integra e nessun socio intende<br />
andarsene” ha dichiarato<br />
il portavoce ufficiale del<br />
gruppo, l’avvocato romano<br />
Antonio Romei.<br />
La volontà ribadita, insomma,<br />
è stata quella di portare a<br />
termine il percorso avviato<br />
con la sottoscrizione della lettera<br />
di intenti che impegnava<br />
la Starwood ad una trattativa<br />
esclusiva per la cessione dell’ex<br />
regno dell’Aga Khan.<br />
Cammin facendo, però, qualche<br />
ostacolo ha costretto a rallentare<br />
il passo. Tant’è che l’affare<br />
(che doveva essere chiuso<br />
POLITICA REGIONALE / Dopo quella dei Riformatori<br />
PROPOSTE DI MODIFICA<br />
DELLA LEGGE ELETTORALE<br />
DELL'UDR E DEMOCRATZIA<br />
Mario Floris ai giornalisti, apporta<br />
correttivi al sistema elettorale<br />
proporzionale garantendo, al contempo,<br />
sia la più ampia partecipazione<br />
dei cittadini alla vita politica<br />
sia la specificità della <strong>Sardegna</strong><br />
dove il secco bipolarismo soffocherebbe<br />
esperienze politiche<br />
strettamente legate alla nostra<br />
cultura. Il disegno di legge introduce,<br />
inoltre, lo strumento della<br />
sfiducia costruttiva con il quale<br />
l’Assemblea regionale, una sola<br />
volta nel corso della legislatura,<br />
potrà salvaguardare il buon governo<br />
e la governabilità “evitando<br />
eccessivi trasformismi e frequenti<br />
ribaltoni. Tutelando il valore<br />
delle diversità, daremo vita a<br />
un presidenzialismo moderato<br />
che, nel rispetto delle competenze<br />
del presidente della Giunta, assicura<br />
però al Consiglio regionale<br />
la possibilita’ di esercitare un<br />
controllo sulla condotta politica<br />
del capo dell’esecutivo.<br />
Con la proposta di legge elettorale<br />
verrebbe, tra l’altro, istituzionalizzata<br />
la volontà di voto degli<br />
emigrati sardi. Un’apposita circoscrizione,<br />
denominata Estero, riserverà<br />
a 2 consiglieri l’elezione<br />
con il sistema proporzionale.<br />
Altra novità della proposta,<br />
l’incompatibilità fra consigliere e<br />
assessore, “per creare una netta,<br />
opportuna distinzione fra assemblea<br />
ed esecutivo”. Vigerà il sistema<br />
alla francese che prevede<br />
un’incompatibilità temporanea<br />
(il consigliere cessa nella carica, e<br />
viene sostituito dal primo dei<br />
non eletti, per tutta la durata del<br />
mandato assessoriale. Viene reintegrato<br />
al suo posto al termine<br />
dell’incarico).<br />
Il testo firmato da Piersandro<br />
Scano, Ivana Dettori, Giampiero<br />
Pinna e Nazareno Pacifico, con il<br />
contributo di Verdi, Comunisti<br />
Italiani e Italia dei Valori, è stato<br />
presentato alle segreterie dei partiti<br />
del centrosinistra. La proposta<br />
prevede l’elezione diretta del presidente<br />
della Regione con il ballottaggio<br />
nel caso al primo turno<br />
nessun candidato ottenga la maggioranza<br />
assoluta e l’abolizione<br />
del listino bloccato destinato a<br />
costituire premio di maggioranza<br />
in cui quasi un quarto dei consiglieri<br />
(16) viene scelto di fatto<br />
dalle segreterie dei partiti. La lista<br />
o il gruppo di liste collegate al<br />
candidato eletto avrà, invece, un<br />
premio di maggioranza pari al 55<br />
per cento dei seggi. Non sono previste<br />
soglie di sbarramento, gli<br />
emigrati potranno eleggere cinque<br />
consiglieri, con modalità stabilite<br />
da un successivo regolamento<br />
consiliare, mentre le liste<br />
entro settembre), sarà presumibilmente<br />
concluso alla fine<br />
dell’anno.<br />
Nel frattempo, si è delineato<br />
il quadro dei partner economici<br />
dell’operazione. Si tratta di<br />
tre banche, che garantiranno la<br />
copertura di 250 milioni di<br />
euro: Antonveneta (scesa in<br />
campo fin dall’inizio), Abaxbank<br />
(la merchant bank del<br />
Credito emiliano) ed Unicredit<br />
(attraverso la componente veneta<br />
di Cariverona).<br />
Negli stessi giorni di fine<br />
settembre, altro passo cruciale.<br />
È stato quello compiuto dai<br />
Ds, che col capogruppo Renato<br />
Cugini hanno avvertito il<br />
presidente Pili: “Non faccia<br />
scadere i termini per la comunicazione<br />
all’Unione europea<br />
della partecipazione Sfirs alla<br />
cordata sardo-veneta. L’assenso<br />
di Bruxelles è indispensabile.<br />
Non si può fare a meno della<br />
deroga della Commissione<br />
europea”.<br />
E la mossa di Pili non si è<br />
fatta attendere. Ha ingaggiato<br />
come consulente il legale cagliaritano<br />
Giulio Steri (avvocatura<br />
dello Stato) e spedito un<br />
corposo malloppo a Bruxelles,<br />
nel quale si sostiene che la finanziaria<br />
regionale avrebbe<br />
concesso un “aiuto di Stato”<br />
alla cordata sardo-veneta. Nel<br />
ricorso si definisce l’operazione<br />
della Sfirs “altamente onerosa<br />
e rischiosa”. Onerosa perché<br />
esistono “forti dubbi su<br />
una seria prospettiva di redditività:<br />
la gestione degli alberghi<br />
rimarrebbe infatti in mano<br />
alla Starwood. A ciò aggiungasi<br />
l’alto margine di rischio connesso<br />
alle difficoltà di edificare<br />
sui 2400 ettari di terreno<br />
acquistati. I vigenti strumenti<br />
urbanistici consentono solo<br />
un uso limitato di quelle aree e<br />
la loro modifica appare quanto<br />
mai aleatoria”. Per queste ragioni<br />
“il comportamento della<br />
Sfirs si pone in contrasto con<br />
le regole sulla trasparenza delle<br />
imprese pubbliche più volte<br />
dettata dalla Commissione europea.<br />
La Regione potrebbe<br />
vedersi esposta ad una procedura<br />
di incompatibilità dell’aiuto<br />
a seguito di esposti di<br />
imprese concorrenti e subire,<br />
indirettamente sul proprio bilancio,<br />
gli oneri conseguenti<br />
all’obbligo di restituire gli<br />
aiuti erogati”<br />
“Ho compiuto un atto obbligatorio<br />
– ha dichiarato Mauro<br />
Pili – al quale non deve essere<br />
data alcuna connotazione politica”.<br />
La risposta di Meconcelli,<br />
giunta il primo di ottobre, contenuta<br />
in una lettera di poche<br />
righe inviata ai Presidenti della<br />
Regione, del Consiglio regionale<br />
e delle Commissioni<br />
Programmazione ed Industria.<br />
“Comunico che la Sfirs non ha<br />
posto in essere alcun intervento<br />
che possa essere qualificato,<br />
sotto alcun profilo, aiuto di<br />
Stato e, comunque, ha sospeso<br />
ogni ulteriore attività inerente<br />
all’operazione di acquisto della<br />
proprietà Starwood”.<br />
Bisognerà partire da zero?<br />
“Nemmeno per sogno – sostengono<br />
gli imprenditori che hanno<br />
avuto l’esclusiva del negoziato<br />
– si va avanti senza tentennamenti<br />
ed il 31 dicembre<br />
si chiude definitivamente l’affare.<br />
Per quanto riguarda la Sfirs,<br />
se fosse costretta ad abbandonare,<br />
noi continueremo tranquilli<br />
sulla strada dell’acquisizione”.<br />
Insomma, l’uscita di<br />
scena del socio pubblico non<br />
pregiudicherebbe il buon andamento<br />
dell’affare, perché<br />
“ci sarebbero altri imprenditori<br />
pronti ad entrare in qualsiasi<br />
momento”.<br />
Malgrado le smentite, la battaglia<br />
si è ormai spostata sul<br />
fronte politico.<br />
elettorali dovranno essere formate<br />
per metà da donne, per garantire<br />
la parità d’accesso alle cariche<br />
elettive.<br />
La bozza attribuisce al presidente<br />
il potere di nominare la<br />
Giunta e di revocare e sostituire<br />
gli assessori e al Consiglio quello<br />
di cambiare il proprio presidente<br />
e l’ufficio di presidenza, qualora<br />
nel corso della legislatura non si<br />
sentisse più rappresentato. Prevista,<br />
infine, l’incompatibilità fra la<br />
carica di consigliere e quella di<br />
assessore, senza possibilita’ di ripescaggio<br />
in caso di uscita dall’esecutivo.<br />
Scartato perché contro<br />
lo Statuto il meccanismo della<br />
sfiducia costruttiva contenuto<br />
nella proposta di legge del leader<br />
dell’Udr Mario Floris. Se cade il<br />
presidente della Giunta, anche i<br />
consiglieri devono fare le valigie.<br />
Abbiamo molti dubbi – ha osservato<br />
Scano nel corso della conferenza<br />
stampa di presentazione<br />
dell’iniziativa - che Forza Italia e<br />
An vogliano davvero la riforma<br />
elettorale. Per loro conviene andare<br />
al voto con l’attuale sistema.<br />
L’urgenza sollecitata dai quattro<br />
consiglieri di Democratzia è<br />
giustificata anche dalla possibilità,<br />
prevista dallo Statuto, di ricorrere<br />
a un referendum entro tre mesi<br />
dall’approvazione della riforma<br />
elettorale.
IL MESSAGGERO SARDO 8<br />
OTTOBRE 2002<br />
Mettere una pietra sopra<br />
il passato e costruire un<br />
futuro da onesti lavoratori<br />
reinserendosi nella società<br />
dopo un lungo soggiorno in carcere.<br />
Magari aprendo una piccola<br />
bottega artigiana o imparando<br />
ad arare i campi. Oppure,<br />
perché no?, diventando esperti<br />
nel campo del turismo o dell’informatica.<br />
Un titolo professionale<br />
da spendere nel mondo civile<br />
ed un lavoro decoroso sono<br />
due tappe obbligatorie nel percorso<br />
di riabilitazione di chi ha<br />
pagato un conto salato alla Giustizia<br />
per i suoi errori ma è intenzionato<br />
a cambiare vita.<br />
Per questo le istituzioni isolane<br />
hanno deciso di credere nella<br />
formazione dei detenuti e creare<br />
i presupposti per facilitare il loro<br />
ingresso nel mondo del lavoro.<br />
Nei mesi scorsi la Regione e<br />
l’amministrazione penitenziaria<br />
hanno dato vita ad un progetto<br />
che cerca di tradurre compiutamente<br />
i dettami dell’articolo 27<br />
della Costituzione (“le pene<br />
non possono consistere in trattamenti<br />
contrari al senso di umanità<br />
e devono tendere alla rieducazione<br />
del condannato”). E, lo<br />
scorso 11 settembre, l’assessore<br />
regionale al Lavoro, Formazione<br />
professionale, Cooperazione<br />
e Sicurezza sociale Matteo Luridiana<br />
e il responsabile delle carceri<br />
isolane, il provveditore regionale<br />
del Dipartimento dell’amministrazione<br />
penitenziaria<br />
del Ministero della Giustizia<br />
Francesco Massidda, hanno sigillato<br />
il protocollo d’intesa che<br />
dà inizio ad un ambizioso programma<br />
di orientamento e formazione<br />
professionale all’interno<br />
degli istituti di pena finalizzato<br />
a favorire l’acquisizione di<br />
specifiche competenze tecniche<br />
e permettere il concreto inserimento<br />
dei detenuti nel mondo<br />
del lavoro.<br />
Il documento, a quanto hanno<br />
affermato i protagonisti dell’accordo,<br />
segna un notevole cambio<br />
di rotta rispetto al passato.<br />
Come ha spiegato l’assessore<br />
Luridiana, negli anni precedenti<br />
la Regione sarda aveva finanziato<br />
i progetti di orientamento<br />
professionale senza criteri omogenei<br />
ma sulla base dei rapporti<br />
con i singoli direttori delle carceri.<br />
«Finora - ha assicurato Luridiana<br />
- abbiamo finanziato<br />
corsi di formazione in quasi tutti<br />
gli istituti tranne che in quello<br />
di Buoncammino, per comprensibili<br />
problemi tecnici. Il<br />
nostro obiettivo – ha proseguito<br />
l’assessore - è sempre stato quello<br />
di reinserire i detenuti nel<br />
mondo civile. Negli anni passati<br />
siamo riusciti a dare una risposta<br />
a quasi tutte le domande ma<br />
oggi vogliamo allargare il campo<br />
e realizzare un progetto più<br />
capillare, pianificando le attività<br />
in base alle esigenze dell’intero<br />
sistema carcerario sardo».<br />
Il progetto prevede l’omogeneizzazione<br />
degli interventi secondo<br />
due linee guida: da un<br />
lato si tenderà ad assicurare la<br />
formazione e l’orientamento<br />
professionale a tutti i detenuti<br />
che ne facciano richiesta e, dall’altro,<br />
si mirerà alla ricerca di finanziamenti<br />
per la sperimentazione<br />
di progetti a più ampio<br />
respiro che favoriscano l’inserimento<br />
dei detenuti nel mondo<br />
del lavoro sfruttando le opportunità<br />
previste dalla normativa<br />
sulla cooperazione sociale. La<br />
legge, infatti, permette ad alcune<br />
categorie particolarmente<br />
svantaggiate di fare parte (come<br />
soci o come dipendenti) di imprese<br />
che per il loro carattere sociale<br />
hanno diritto a notevoli<br />
SOCIETA' / Accordo tra Regione e Amministrazione<br />
carceraria<br />
UN PROGETTO DI RECUPERO<br />
DEI DETENUTI SARDI<br />
ATTRAVERSO LA FORMAZIONE<br />
agevolazioni fiscali e contributive.<br />
In particolare, la vera scommessa<br />
della Regione e del Provveditorato<br />
è quella di rilanciare<br />
le colonie agricole di Mamone,<br />
Isili e Is Arenas. Queste, dopo<br />
essere state per anni completamente<br />
abbandonate a sé stesse,<br />
saranno valorizzate, rese produttive<br />
e gestite dalle cooperative<br />
sociali in cui, appunto, è destinata<br />
a lavorare la popolazione<br />
che attualmente dimora nelle tre<br />
case di reclusione.<br />
Un progetto ambizioso dunque,<br />
per realizzare il quale sarà<br />
necessario fare quadrato e coordinare<br />
gli interventi. In base all’accordo,<br />
l’istituto penitenziario<br />
dovrà fornire alla Regione un<br />
quadro che delinei le necessità<br />
formative dei detenuti sardi<br />
mentre l’assessorato regionale al<br />
Lavoro dovrà reperire la mappa<br />
delle cooperative sociali che<br />
operano nel settore agricolo.<br />
Anche per questi motivi la<br />
conferenza stampa che ha accompagnato<br />
la firma del protocollo<br />
d’intesa è stata lo spunto<br />
per gettare l’occhio al di là dei<br />
muri di cinta degli istituti di<br />
pena e per dare uno sguardo al<br />
complesso pianeta carcerario<br />
isolano, al centro delle polemiche<br />
in seguito alla recentissima<br />
visita della Commissione Giustizia<br />
del Senato.<br />
In <strong>Sardegna</strong> vi sono attualmente<br />
quattordici istituti penali<br />
(Alghero, Arbus-Is Arenas, Cagliari-Buoncammino,<br />
Quartucciu,<br />
Iglesias, Isili, Lanusei-San<br />
POLITICA<br />
UN CONCORSO D'IDEE<br />
PER IL NUOVO SIMBOLO<br />
DELL'UDR DI FLORIS<br />
L’UDR (l’Unione Democratica<br />
della Repubblica),<br />
il partito di centro<br />
fondato dal Presidente Emerito<br />
della Repubblica Francesco<br />
Cossiga, cambierà nome e simbolo<br />
in occasione del convegno<br />
regionale che si svolgerà<br />
entro l’anno. Lo ha annunciato<br />
il leader, l’ex presidente<br />
della Regione Mario Floris illustrando<br />
un bando di concorso<br />
per “un simbolo e un inno<br />
per i sardi” che - ha detto - sappiano<br />
interpretare i valori del<br />
sentimento nazionalitario del<br />
popolo isolano nei suoi aspetti<br />
storici, culturali, linguistici,<br />
antropologici e ambientali.<br />
Dovrà inoltre essere promossa<br />
l’identità della <strong>Sardegna</strong><br />
nella globalizzazione in modo<br />
da coniugare la sua specificità<br />
con la modernità e i processi di<br />
cambiamento che investono il<br />
mondo.<br />
Il concorso di idee servirà -<br />
ha sottolineato Floris ai giornalisti<br />
- a dare corpo visivo ed<br />
emotivo al progetto nazionalitario<br />
sardo, nuova era e dimensione<br />
dell’autonomia che finora<br />
non ha trovato una adeguata<br />
formulazione politica.<br />
Floris ha parlato del progetto<br />
nazionalitario come proposta<br />
aperta a tutti i sardi, alla<br />
società civile e ai partiti che<br />
se aderiranno dimostreranno<br />
di essere realmente indipendenti.<br />
Si tratta - ha aggiunto -<br />
di un processo culturale e politico<br />
che appartiene al sentimento<br />
di tutti i sardi, sia dei<br />
residenti che di quelli sparsi<br />
per il mondo.<br />
Il leader dell’UDR, nel rilanciare<br />
il progetto, ha auspicato<br />
un più ampio fronte nazionalistico<br />
sardo che comprenda chi<br />
la pensa come noi, di sinistra,<br />
di centro, di destra. Tutti uniti<br />
sotto la bandiera dei valori<br />
della sardità. Floris ha anche<br />
sottolineato la necessità di una<br />
concezione moderna dello<br />
di Alessandro Zorco<br />
Daniele, Lodè-Mamone-Lodè,<br />
Macomer, Nuoro, Oristano, Sassari,<br />
Sassari, Tempio Pausania)<br />
in cui dimorano complessivamente<br />
1820 detenuti. Per la<br />
maggior parte si tratta di carcerati<br />
di sesso maschile: gli uomini<br />
sono infatti 1758 contro 62 donne,<br />
per la gran parte (31) ospitate<br />
a Cagliari (le altre dimorano a<br />
Sassari, Nuoro e Oristano).<br />
I dati, che risalgono allo scorso<br />
9 settembre, segnalano però<br />
una situazione al limite della saturazione.<br />
In molti istituti la capienza<br />
regolamentare è stata<br />
ampiamente superata. Il caso<br />
lampante è quello di Buoncammino,<br />
in cui la capienza regolamentare<br />
è di 276 persone mentre<br />
il limite di tollerabilità di 403:<br />
attualmente nel carcere cagliaritano<br />
sono ospitati 410 detenuti<br />
con comprensibili problemi di<br />
spazio. A sentire chi c’è stato,<br />
infatti, mancano completamente<br />
le aree per le attività ricreative<br />
e gli impianti sportivi. Così<br />
come, purtroppo, accade in tante<br />
altre carceri isolane. Come ha<br />
sottolineato il provveditore regionale<br />
Francesco Massidda,<br />
una delle realtà più accettabili<br />
dell’intera <strong>Sardegna</strong> è il carcere<br />
di Alghero che, seppure abbia<br />
un numero di presenze superiore<br />
alla norma (160 detenuti contro<br />
i 136 regolamentari), è<br />
l’unico in cui i carcerati possono<br />
godere del “privilegio” di<br />
una doccia calda in camera.<br />
Per ovviare a questa cronica<br />
carenza di posti, le notizie dell’ultima<br />
ora parlano di due<br />
Stato nazionalitario sardo,<br />
non fondato sull’indipendentismo<br />
eroico e perdente, ma legato<br />
all’Italia, all’Europa, ai<br />
Paesi del Mediterraneo in forme<br />
nuove di partecipazione e<br />
integrazione economica e culturale.<br />
Questi principi - ha aggiunto<br />
- sono la “chiave di<br />
volta” del progetto di sviluppo<br />
fondato sulla soluzione<br />
dei problemi che hanno frenato<br />
la crescita economica dell’isola:<br />
acqua, energia, trasporti<br />
e infrastrutture. La <strong>Sardegna</strong><br />
- ha concluso l’ex Presidente<br />
della Regione - ha bisogno<br />
di una nuova stagione<br />
di lotte popolari. Tutto quello<br />
che abbiamo ottenuto in passato<br />
è stato infatti il frutto di<br />
un confronto deciso con lo<br />
Stato. Alla conferenza stampa<br />
erano presenti anche i consiglieri<br />
regionali Marco Fabrizio<br />
Tunis e Ettore Businco ed<br />
il Presidente dell’UDR Ennio<br />
Dalmasso.<br />
nuovi istituti in via di realizzazione,<br />
uno a Sassari e uno a<br />
Tempio Pausania. In particolare,<br />
nella sua recente visita nel<br />
Sassarese, il presidente della<br />
Commissione Giustizia al Senato<br />
Antonino Caruso ha annunciato<br />
l’imminente chiusura<br />
della Casa circondariale di<br />
Tempio (41 posti) e l’edificazione,<br />
alla periferia del centro<br />
gallurese, di un carcere di sicurezza<br />
destinato ai detenuti speciali,<br />
i cosiddetti 41 bis.<br />
Tornando alla conferenza<br />
stampa dell’11 settembre, il<br />
provveditore Massidda, pur<br />
non tacendo le molteplici difficoltà<br />
legate soprattutto al limitato<br />
numero di direttori impiegati<br />
stabilmente negli istituti<br />
(negli ultimi anni nel carcere di<br />
Nuoro si sono temporaneamente<br />
avvicendati ben quattordici<br />
direttori) ha evidenziato la disponibilità<br />
della Regione sarda<br />
nel risolvere i problemi del sistema<br />
carcerario isolano, specificando<br />
come lo scopo del<br />
progetto di formazione professionale<br />
sia quello di ottimizzare<br />
i pochi spazi a disposizione<br />
dei detenuti e consentire eventuali<br />
spostamenti da un carcere<br />
all’altro per completare i percorsi<br />
formativi.<br />
Il provveditore, in particolare,<br />
si è detto soddisfatto per la<br />
recente apertura da parte dell’assessorato<br />
regionale alla Sanità<br />
che nei mesi scorsi ha garantito<br />
la fornitura dei medicinali<br />
e l’assistenza sanitaria negli<br />
istituti penali sardi.<br />
I corsi di formazione professionale<br />
previsti dal protocollo<br />
d’intesa saranno finanziati con<br />
i fondi comunitari del Programma<br />
operativo plurifondo (Por)<br />
<strong>Sardegna</strong> 2000-2006. Il progetto,<br />
approvato dalla Giunta e ora<br />
al vaglio dell’ottava Commissione<br />
del Consilio regionale,<br />
stanzia esattamente 1.898 mila<br />
euro (circa 3miliardi e 600 milioni<br />
di vecchie lire) per l’organizzazione<br />
di 15 corsi di formazione<br />
destinati a 150 detenuti.<br />
«Pur essendo meno del 10<br />
per cento», ha assicurato l’assessore<br />
Luridiana, «150 detenuti<br />
sono sicuramente una<br />
quota rappresentativa dell’intera<br />
popolazione carceraria<br />
isolana».<br />
Quasi un miliardo di vecchie<br />
lire, esattamente 821 mila euro,<br />
saranno invece destinati ai corsi<br />
di formazione per i 25 minori<br />
detenuti nel carcere di Quartucciu,<br />
i quali – ha puntualizzato<br />
Pepe Deiala, consulente dell’assessore<br />
Luridiana – effettueranno<br />
inizialmente un percorso formativo<br />
all’interno del carcere e<br />
poi saranno accompagnati per<br />
mano in un percorso lavorativo<br />
all’esterno dell’istituto.<br />
L’avvio del progetto, ha assicurato<br />
l’assessore Luridiana, è<br />
imminente ed ora si aspetta<br />
solo l’esito del bando di gara.<br />
D’altronde, la somma destinata<br />
dal Por <strong>Sardegna</strong> 2000-2006<br />
alla formazione dei detenuti è<br />
più o meno in linea con la programmazione<br />
del Pop 1994/<br />
1999. Nel quinquennio precedente,<br />
infatti, erano stati finanziati<br />
complessivamente 94<br />
corsi di formazione rivolti a<br />
1060 utenti, tra carcerati ospiti<br />
degli istituti penitenziari sardi<br />
e tossicodipendenti che avevano<br />
in corso un trattamento di<br />
recupero presso le comunità terapeutiche<br />
dell’isola.<br />
Oggi, tuttavia, l’intervento<br />
sarà più capillare e, nelle intenzioni<br />
degli amministratori,<br />
consentirà di dare risposte più<br />
efficaci ai detenuti sardi.
IL MESSAGGERO SARDO 9<br />
OTTOBRE 2002<br />
Messaggi forti sono stati lanciati<br />
da parte del leader dei Riformatori<br />
sardi, Massimo Fantola, al<br />
Congresso del partito (questo è il<br />
terzo) che si è tenuto al Tanka<br />
Village di Villasimius a fine settembre:<br />
“O si cambia rotta o non si<br />
va avanti” ha detto perentorio<br />
agli alleati della coalizione di<br />
centro destra che governa la Regione.<br />
“Una coalizione - ha aggiunto<br />
Fantola - che non è stata<br />
finora sufficientemente all’altezza<br />
delle aspettative, troppo distratta<br />
dai riti dalla vecchia politica<br />
(una verifica che non finisce<br />
mai!), e caratterizzata da personalismi<br />
esasperati, incapace di farla<br />
finita con l’assistenzialismo e soprattutto<br />
di avere una linea guida<br />
capace di rompere la ragnatela<br />
della conservazione”. “È arrivato<br />
il momento - ha detto Fantola - di<br />
buttare il cuore oltre l’ostacolo e<br />
di realizzare i programmi che abbiamo<br />
scritto”.<br />
E tra gli impegni assunti, secondo<br />
il leader dei Riformatori<br />
sardi, prioritario è quello della<br />
Costituente: “L’unica, vera, grande<br />
idea politica degli ultimi anni<br />
nell’Isola”.<br />
“Senza Costituente - ha ribadito<br />
il leader dei Riformisti sardi -<br />
non c’è coalizione. Siamo e rimaniamo<br />
fedeli all’alleanza di centro<br />
destra e alla Giunta di Mauro<br />
Pili - ha confermato - e siamo alternativi<br />
alla sinistra, ma se la destra<br />
non fa di più e la Costituente<br />
non passa, non ci sarà più maggioranza.<br />
Le forze politiche che hanno<br />
appoggiato la Costituente<br />
hanno il dovere della coerenza e<br />
della lealtà, e se il Parlamento non<br />
farà la sua parte - ha concluso Fantola<br />
- saremo noi, qui in <strong>Sardegna</strong><br />
ad Istituire l’Assemblea Costituente”.<br />
Dell’urgenza delle riforme ha<br />
parlato anche il deputato dei riformatori<br />
Michele Cossa, il quale<br />
ha denunciato le inefficienze della<br />
Pubblica Amministrazione che<br />
si ritorcono inevitabilmente sui<br />
più deboli.<br />
L’Assessore regionale al Turismo,<br />
Roberto Frongia, ha lanciato<br />
cinque grandi sfide per la <strong>Sardegna</strong><br />
del futuro: un piano della<br />
portualità, la valorizzazione del<br />
golf, l’autodromo, cinque grandi<br />
eventi internazionali da portare<br />
nell’Isola, e la formazione dei<br />
menager del Turismo.<br />
Il capogruppo al Consiglio regionale,<br />
Pier Paolo Vargiu, ha ribadito<br />
la lealtà alla Casa delle Libertà,<br />
“ma - ha detto - deve essere<br />
molto chiaro che lealtà non significa<br />
appiattimento al centro<br />
destra isolano che invece deve incarnare<br />
la forza del cambiamento,<br />
un cambiamento che i sardi chiedono<br />
a gran voce”.<br />
Il consigliere regionale Sergio<br />
Pisanu ha parlato della proposta<br />
di legge perché ci sia una rappresentanza<br />
del mondo dell’ emigrazione<br />
in Consiglio Regionale,<br />
mentre l’assessore del Lavoro<br />
Matteo Luridiana ha illustrato i<br />
notevoli passa avanti che il mondo<br />
dell’emigrazione ha fatto e ha<br />
sostenuto come esso sia un punto<br />
di riferimento in Europa e nel<br />
Mondo per lo sviluppo culturale,<br />
sociale ed economico della <strong>Sardegna</strong>.<br />
A chiusura del Congresso l’intervento<br />
di Mario Segni, leader<br />
storico dei Riformatori, il quale ha<br />
apprezzato l’iniziativa dei Riformatori<br />
sardi di proporsi come forza<br />
politica “liberale” alternativa alla<br />
sinistra, che sia diversa da quella<br />
portata avanti da Forza Italia.<br />
“C’è bisogno di noi in Italia - ha<br />
detto Mario Segni - e questa fiammella<br />
deve accendersi anche nel<br />
Paese”. Segni ha poi criticato Silvio<br />
Berlusconi (“il premier - ha<br />
POLITICA REGIONALE / Dal congresso di Villasimius<br />
I RIFORMATORI SARDI<br />
SOLLECITANO IL RILANCIO<br />
DELLE RIFORME ISTITUZIONALI<br />
detto - non mi convincerà che la<br />
battaglia contro il duopolio televisivo<br />
è una battaglia di sinistra”)<br />
e il leghista Umberto Bossi (“è dichiaratamente<br />
un antieuropeista”).<br />
“I Riformatori - ha ribadito<br />
Segni - non sono nella Casa delle<br />
Libertà. Ssiamo una cosa diversa,<br />
anche perché a dividerci ci sono<br />
due questioni di fondo, l’informazione,<br />
appunto, e la giustizia.<br />
E poi - ha aggiunto - il Governo<br />
non ha fatto tutto quello che doveva<br />
fare per far valere il principio<br />
dell’insularità, nei documenti italiani<br />
la questione dell’insularità è<br />
appena accennata. È arrivato il<br />
momento di scendere in campo.<br />
Quello del riconoscimento della<br />
questione dell’insularità è uno<br />
dei nostri obiettivi prioritari - ha<br />
concluso – e per realizzarlo andremo<br />
avanti anche a costo di<br />
mettere le tende a Roma!”.<br />
Al congresso dei Riformatori<br />
hanno partecipato in rappresentanza<br />
dell’ emigrazione organizzata,<br />
invitati dall’Assessore Luridiana,<br />
i presidenti delle Federazioni:<br />
Domenico Scala, della<br />
Svizzera, Mario Agus, Presidente<br />
dell’ Olanda, Francesco Laconi,<br />
POLITICA<br />
NASCE TRA LE POLEMICHE<br />
L'AGENZIA REGIONALE<br />
DI PROTEZIONE AMBIENTALE<br />
Sarà l’attuale direttore generale<br />
della Sanità Antonello<br />
Usai a guidare,<br />
come commissario straordinario,<br />
l’Agenzia regionale per la<br />
protezione dell’ambiente<br />
(ARPA) istituita con un’ordinanza<br />
dal presidente della Regione<br />
Mauro Pili che ha esercitato<br />
i poteri straordinari conferitigli<br />
dal Presidente del<br />
Consiglio Silvio Berlusconi. I<br />
poteri straordinari sono stati<br />
concessi in quanto la <strong>Sardegna</strong><br />
era l’unica regione dove, in<br />
assenza dell’apposita Legge,<br />
l’Agenzia non è ancora operativa.<br />
La gestione commissariale di<br />
Usai, che andrà in aspettativa<br />
dall’attuale incarico, non ha una<br />
durata predefinita. Spetterà alla<br />
Giunta nominare il direttore generale<br />
che in base all’ordinanza<br />
firmata da Pili reggerà l’Agenzia,<br />
a meno che nel frattempo il<br />
Consiglio regionale non approvi<br />
la legge istitutiva dell’Arpa,<br />
all’ordine del giorno.<br />
L’Agenzia doveva essere<br />
istituita otto anni fa, 180 giorni<br />
dopo l’entrata in vigore della<br />
legge nazionale n.61 del<br />
1994 istitutiva dell’Agenzia<br />
nazionale per la protezione<br />
dell’ambiente. L’ordinanza<br />
Berlusconi, che arriva (di fatto<br />
integrandola) dopo quella firmata<br />
il 12 aprile scorso dall’allora<br />
ministro dell’Interno<br />
Scajola per attribuire poteri<br />
straordinari a Pili in materia di<br />
gestione delle acque per attuare<br />
la legge Galli istituendo<br />
l’Autorita’ d’ambito, consente<br />
al Commissario anche di accedere<br />
a risorse stanziate per le<br />
aree depresse in deroga alle<br />
procedure previste dalle deliberazioni<br />
del Cipe (Comitato<br />
Interministeriale per la Programmazione<br />
Economica).<br />
Autorizza inoltre Pili a stipulare<br />
10 contratti di lavoro a tempo<br />
determinato per l’assunzione<br />
di personale tecnico e/o<br />
amministrativo.<br />
È “un testo ottimale”, secondo<br />
Pili e gli assessori all’Ambiente<br />
Emilio Pani e alla<br />
Sanità Giorgio Oppi, quello<br />
definito dopo lunghe trattative<br />
con il Ministero dell’Economia<br />
per cercare di far rientrare<br />
la <strong>Sardegna</strong> nella premialità<br />
dei fondi comunitari di sostegno.<br />
Rappresenta una sintesi<br />
della proposta di partenza<br />
della Giunta regionale e del<br />
testo esitato dalla Commissione<br />
consiliare.<br />
L’ARPA ha compiti in materia<br />
di tutela, controllo, recupero<br />
dell’ambiente, prevenzione<br />
e promozione della salute<br />
pubblica, attraverso l’utilizzo<br />
integrato e coordinato delle<br />
risorse e la rimozione dei fattori<br />
di rischio. La competenza<br />
della Francia, Telemaco Bundone,<br />
della Germania, Sandro Mameli<br />
del Belgio, e Filippo Soggiu,<br />
Presidente onorario della<br />
FASI la Federazione dei Circoli<br />
sardi in Italia, i quali hanno portato<br />
i saluti delle loro comunità, lasciando<br />
poi il compito a Domenico<br />
Scala, che è anche vice Presidente<br />
vicario della Consulta Regionale<br />
dell’Emigrazione, di<br />
svolgere un intervento unitario a<br />
nome delle Federazioni dei Circoli<br />
sardi nel mondo.<br />
Scala ha subito affrontato le tematiche<br />
di fondo che interessano<br />
il mondo dell’Emigrazione.<br />
“In questo mio intervento - ha<br />
esordito - mi propongo di correggere,<br />
o perlomeno tentare di correggere,<br />
il pensiero che l’opinione<br />
pubblica sarda ha degli emigrati<br />
sardi e delle loro organizzazioni,<br />
e di esprimere un giudizio su<br />
due iniziative dei Riformatori<br />
Sardi che sono state apprezzate<br />
dai Sardi fuori <strong>Sardegna</strong>: la Costituente<br />
per la revisione dello Statuto<br />
e l’elezione di una rappresentanza<br />
degli emigrati nel Consiglio<br />
Regionale della <strong>Sardegna</strong>.<br />
“È ormai tempo che siano denunciate<br />
e sfatate tutte quelle leggende<br />
e stereotipi, artatamente e lungamente<br />
propagandati, sull’emigrazione<br />
sarda ancora strettamente<br />
avvinta alla valigia di cartone<br />
legata con spago consumato, afflitta<br />
da un perenne mal di nostalgia<br />
per la terra madre e matrigna.<br />
Gli emigrati sardi hanno maturato<br />
esperienze importanti nel mondo<br />
della produzione, delle professioni,<br />
hanno raggiunto posizioni di<br />
prestigio in ambito sociale, politico<br />
e culturale nei luoghi di residenza.<br />
Le nuove generazioni dei<br />
sardi fuori <strong>Sardegna</strong> hanno studiato,<br />
conseguito titoli di studio<br />
accademici (lauree e dottorati) e<br />
sono oggi imprenditori, professionisti,<br />
docenti universitari perfettamente<br />
inseriti nei contesti<br />
sociali dei luoghi di residenza.<br />
Siamo oggi tutti convinti e desiderosi<br />
di poter operare, congiuntamente<br />
con i sardi residenti, per<br />
promuovere e conseguire lo sviluppo<br />
dell’Isola e raggiungere un<br />
maggior benessere. Offriamo questa<br />
totale disponibilità al popolo<br />
sardo e attendiamo che ci vengano<br />
riconosciuti gli strumenti per<br />
poter lavorare insieme”.<br />
dell’Agenzia si estende a acqua,<br />
aria (compreso inquinamento<br />
acustico ed elettromagnetico),<br />
suolo, rifiuti, radioattività<br />
e rischi di incidenti rilevanti<br />
connessi con determinate<br />
attività industriali. Ogni<br />
anno la Giunta dovrà approvare<br />
gli indirizzi strategici da<br />
sottoporre poi al futuro direttore<br />
generale che istituisce e<br />
presiede un comitato tecnico.<br />
Altro organo dell’Arpa è il<br />
collegio dei revisori, composto<br />
da tre membri e nominato<br />
con decreto del presidente della<br />
Regione previa deliberazione<br />
della Giunta su proposta<br />
degli assessori alla Sanità e all’Ambiente.<br />
Nella fase di avvio<br />
sarà il presidente Pili a a<br />
nominare direttamente il collegio<br />
entro 30 giorni come<br />
prevede l’ordinanza istitutiva.<br />
L’Agenzia opera attraverso<br />
una struttura centrale regionale<br />
e dipartimenti locali di ambito<br />
provinciale. Per ora l’Arpa<br />
svolgerà l’attivita’ in base a un<br />
programma valido fino al 31<br />
dicembre 2003, scadenza della<br />
gestione commissariale scattata<br />
nel dicembre 2001 con la<br />
proclamazione dello stato di<br />
emergenza idrica in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Con la nascita dell’Agenzia<br />
vengono provvisoriamente<br />
soppressi i presidi Multizonali<br />
di prevenzione (Pmp).<br />
Scala ha quindi affrontato il<br />
rapporto burocratico con le Istituzioni<br />
e in particolare con la Regione.<br />
“Un rapporto ormai datato<br />
e superato dagli eventi - ha sottolineato<br />
- un rapporto che si è instaurato<br />
sulla base delle leggi 10/<br />
65 e 7/91, e che si è sviluppato<br />
esclusivamente in un’ottica assistenziale<br />
e clientelare. Chiediamo<br />
pertanto che si provveda con<br />
sollecitudine ad una revisione<br />
della legge 7/91, prendendo atto<br />
dei cambiamenti intervenuti e<br />
degli sviluppi prevedibili a breve<br />
e medio termine. Chiediamo, nel<br />
quadro della programmazione regionale<br />
e delle compatibilità economiche<br />
e finanziarie, tenuto<br />
conto della capacità di autogoverno<br />
del mondo dell’emigrazione<br />
sopra ricordata, che la gestione del<br />
raccordo tra <strong>Sardegna</strong> e emigrati<br />
sardi venga affidata in toto agli<br />
emigrati. Ciò avrebbe tra l’altro la<br />
funzione di riconoscere e ulteriormente<br />
promuovere l’associazionismo<br />
sardo sia in termini qualitativi<br />
che quantitativi, con evidenti vantaggi<br />
per la propria capacità di rappresentanza<br />
degli interessi della<br />
<strong>Sardegna</strong> in contesti economici e<br />
sociali evoluti”.<br />
Soffermandosi sulla questione<br />
delle riforme Scala ha ricordato<br />
che la proposta di varo di una Assemblea<br />
Costituente, è stata salutata<br />
positivamente dal mondo<br />
dell’emigrazione come un esplicito<br />
atto del popolo sardo di voler<br />
riscrivere la propria Carta Statutaria.<br />
“Purtroppo - ha lamentato il<br />
rappresentante degli Emigrati -<br />
gli avvenimenti degli ultimi giorni<br />
nel Parlamento Italiano, con<br />
l’esclusione della questione dell’Assemblea<br />
Costituente dal calendario<br />
dei lavori della Commissione<br />
Affari Costituzionali su iniziativa<br />
di parlamentari sardi, è la<br />
prova della debolezza della classe<br />
politica sarda, della incapacità<br />
di capire che esistono momenti<br />
nella vita politica di un popolo in<br />
cui gli interessi supremi di quel<br />
popolo e la sua dignità prevalgono<br />
su qualsiasi interesse di parte.<br />
Il mondo dell’Emigrazione continuerà<br />
in ogni caso a rivendicare e<br />
sostenere il varo della Costituente<br />
- ha detto Scala - e chiederà che<br />
una sua delegazione faccia parte<br />
dell’Assemblea Costituente e che<br />
il nuovo Statuto sancisca il principio<br />
dell’unitarietà del popolo sardo,<br />
sia quello residente nell’Isola<br />
che quello fuori, con uguaglianza<br />
di diritti e doveri e di accesso al<br />
governo della <strong>Sardegna</strong> in tutte le<br />
sue articolazioni.”<br />
“C’è però un altro e decisivo<br />
passo che deve essere fatto affinché<br />
gli emigrati siano messi nelle<br />
condizioni di poter condividere<br />
con i Sardi residenti scelte e strategie<br />
per un futuro migliore - ha detto<br />
ancora Scala - ed è la presenza<br />
in Consiglio Regionale di una<br />
rappresentanza degli emigrati. E’<br />
stato pertanto accolto con estremo<br />
favore il disegno di legge, di<br />
iniziativa dei Riformatori Sardi”.<br />
“Le nostre braccia di uomini e<br />
donne emigrate – ha concluso<br />
Scala - hanno arricchito l` Italia ,<br />
il mondo, ma arricchiscono ancora<br />
la <strong>Sardegna</strong>, ne hanno ancora<br />
tutti bisogno, soprattutto la nostra<br />
Isola. Spetta pertanto a questo<br />
Congresso approvare una linea<br />
politica che tenga conto di questa<br />
grande riserva di energie, di intelligenze,<br />
di competenze, di esperienze<br />
espresse dal mondo dell’emigrazione.<br />
Con una sola riserva:<br />
le sole parole, per quanto lusinghiere,<br />
accattivanti ed elogiative<br />
non sono più sufficienti. Ci<br />
vogliono atti e fatti concreti e<br />
possibilmente in tempi ravvicinati”.<br />
A.D.C.
IL MESSAGGERO SARDO 10<br />
OTTOBRE 2002<br />
La vecchia chimica, quella<br />
di Stato o collegata ad<br />
essa è morta. Al suo fianco<br />
vive la chimica privata, legata<br />
più al profitto che alla politica.<br />
Tutt’intorno un panorama<br />
che doveva tornare a vivere<br />
con ingenti sostegni pubblici,<br />
ma che a dir poco stenta a<br />
decollare. L’industria, nell’area<br />
di Ottana, non c’è, e<br />
quando c’è fa salti mortali per<br />
sopravvivere. Del resto non ci<br />
si poteva aspettare alcun miracolo<br />
da un’area al centro della<br />
<strong>Sardegna</strong>, non direttamente<br />
servita dalla ferrovie,isolata<br />
nell’isola, con servizi mai nati<br />
e che ancora adesso stentano a<br />
decollare. La storia, quella<br />
quasi recente, si intreccia con<br />
il presente. Allora, erano gli<br />
anni Settanta, Ottana diventò<br />
per più di un anno il terreno di<br />
scontro della battaglia tra Sir<br />
ed Eni, con progetti fantasmagorici<br />
che si rincorrevano per<br />
strappare quanti pi— contributi<br />
possibile. Poi l’accordo<br />
tra i giganti (dai piedi d’argilla)<br />
della chimica, e la divisione<br />
dei ruoli. A Ottana sbarcò<br />
l’Eni, che diede via a un polo<br />
chimico dove le lavorazioni<br />
principali erano le fibre. Migliaia<br />
di persone varcarono i<br />
cancelli della fabbrica, nacque<br />
per la prima volta la figura dell’operaio<br />
industriale anche in<br />
provincia di Nuoro. Un mondo<br />
venne sconvolto, e con esse<br />
antiche consuetudini e perenni<br />
garanzie. La crisi della chimica,<br />
e del mercato delle fibre,<br />
oltre a un oggettivo sovradimensionamento<br />
(ai fini di una<br />
ricerca spasmodica del consenso),<br />
della manodopera, portò<br />
all’ingresso per anni, a Ottana<br />
dell’istituto della cassa integrazione,<br />
che accompagnò le<br />
stagioni della chimica, e dell’indotto,<br />
che naturalmente<br />
crebbe a fianco delle ciminiere.<br />
Il sistema impresa, a Ottana,<br />
e nella <strong>Sardegna</strong> centrale, non<br />
subì però importanti modifiche.<br />
I trasporti, la loro assenza<br />
e gli handicap che chiunque<br />
volesse produrre in quella valle<br />
doveva affrontare, rimasero<br />
e rimangono la vera palla al<br />
piede. Anche oggi i costi però<br />
uscire dalla <strong>Sardegna</strong> sono elevatissimi:<br />
un dato su tutti. Un<br />
container, non importa il suo<br />
contenuto, da Ottana a Livorno<br />
o Genova costa quanto lo<br />
stesso container, dagli scali<br />
della penisola a Hong-Kong.<br />
Con queste premesse essere<br />
concorrenziali, nel nuorese è<br />
più che un sogno.<br />
La storia degli anni<br />
recenti,únon ha visto però solo<br />
la lenta moria della chimica di<br />
Stato, ma anche l’affacciarsi di<br />
altre società chimiche e non<br />
che a poco a poco hanno rilevato<br />
le produzioni abbandonate<br />
da Enichem.Tra tutte la<br />
Montefibre del gruppo Orlandi,<br />
e la Inca del gruppo americano<br />
della Dow Chemical. A<br />
queste, da ultima la Aes, multinazionale<br />
dell’energia statunitense<br />
che ha acquistato la centrale<br />
elettrica dello stabilimento<br />
proprio da Enichem. La<br />
scomparsa della chimica pubblica,<br />
e la riduzione ai minimi<br />
termini degli addetti,non potevano<br />
però essere compensate<br />
solo dai nuovi soggetti privati,<br />
che non a caso hanno acquistato,<br />
con personale ridotto all’osso<br />
e per quattro soldi, impianti<br />
tecnologicamente non<br />
certo scadenti.<br />
Ci voleva qualcos’altro per<br />
dare speranza alla <strong>Sardegna</strong><br />
centrale, per non far disperdere<br />
INDUSTRIA<br />
Con il ritiro<br />
dell'intervento<br />
pubblico fallito il<br />
tentativo di far<br />
decollare il<br />
comparto.<br />
Stentato avvio<br />
delle nuove<br />
imprese<br />
LA CHIMICA CHIUDE:<br />
CIMINIERE SPENTE<br />
NELLA PIANA DI OTTANA<br />
un patrimonio di professionalità<br />
conquistato con fatica in<br />
tanti anni e per tornare, o meglio,<br />
per iniziare a produr<br />
re ricchezza. Il sistema utilizzato<br />
a OttaÄna, ma anche in<br />
decine di altre piccole e medie<br />
realtà del centro-sud, con maggiore<br />
fortuna, a dire il vero, era<br />
quello del contratto d’area. In<br />
sostanza si decise di utilizzare<br />
anche le agevolazioni dello<br />
Stato, a cui si sarebbero sommate<br />
quelle locali e regionali,<br />
questa volta concesse sulla<br />
base di progetti seri e selezionati<br />
in grado di attivare un arcipelago<br />
di piccole e medie<br />
imprese. Insomma, la via della<br />
cosiddetta programmazione<br />
negoziata. I primi a credere nel<br />
nuovo progetto furono le parti<br />
sociali. Sindacati e industriali<br />
sotterrarono l’ascia di guerra e<br />
cominciarono insieme a creare<br />
una nuova cultura del lavoro.<br />
A Roma trovarono interlocutori<br />
disponibili sul piano politico<br />
e operativo. La nuova geografia<br />
produttiva della <strong>Sardegna</strong><br />
centrale, disegnata dall’associazione<br />
industriali e da<br />
Cgil, Cisl e Uil, promotori e<br />
sostenitori sin da subito del<br />
contratto d’area, venneúsottoposta<br />
all’esame della task force<br />
governativa per l’occupazione.<br />
La procedura venne attivata<br />
nel luglio del 1997.<br />
Qualche mese prima, l’Enichem<br />
aveva annunciato la<br />
chiusura del fiocco-poliestere.<br />
Occorreva fare in fretta per non<br />
perdere il treno verso una nuova<br />
primavera industriale. Nell’agosto<br />
1997 venne costituita<br />
una società di gestione, la Ottana-sviluppo<br />
con il difficile<br />
compito, lo si capirà solo<br />
dopo, di far dialogare soggetti<br />
pubblici e privati e di accelerare<br />
i tempi per la nascita di nuove<br />
iniziative. Partì la ricerca di<br />
nuovi imprenditori anche fuori<br />
dall’Isola. Il 15 maggio del<br />
1998 il contratto d’ area venne<br />
firmato a palazzo Chigi dall’allora<br />
vice presidente del consiglio,<br />
Walter Veltroni,údai sindacati<br />
nuoresi, dagli imprenditori<br />
e dai comuni di Ottana e<br />
Bolotana. Nel pacchetto, oltre<br />
ai protocolli sulla flessibilità<br />
del costo del lavoro, (argomento<br />
chiave per attirare imprese)<br />
sulla procedura amministrativa<br />
(semplificata per non morire di<br />
burocrazia) e sulla sicurezza,<br />
(con un impegno del ministero<br />
degli interni che dotandosi di<br />
nuove tecnologie avrebbe<br />
monitorato l’intera area) c’erano<br />
62 progetti per 907 miliardi<br />
di investimenti e un’occupazione<br />
di tre mila e 500 addetti.<br />
Il compito di curarne l’istruttoria<br />
venne affidato a una autorevole<br />
società privata l’esame<br />
venne superato da 29 iniziative,<br />
per 343 miliardi di investimenti<br />
e 1184 addetti.<br />
Quasi il 50 per cento dei progetti<br />
ottenne il via libera ai finanziamenti<br />
agevolati del primo<br />
protocollo aggiuntivo.<br />
Oggi il contratto è nelle mani<br />
degli imprenditori e si vedono<br />
finalmente i primi passi, ma<br />
di Giuseppe Centore<br />
non tutto va bene. I problemi<br />
sono gli stessi, e si chiamano<br />
ritardi nell’allacciamento della<br />
corrente, e del telefono, assenza<br />
di strade, acqua col contagocce,<br />
fognature un miraggio,<br />
accesso al credito quasi<br />
impossibile, burocrazia che<br />
continua ad essere una croce<br />
più che una delizia. Si sta proponendo<br />
anche il secondo protocollo<br />
aggiuntivo, ma se le 29<br />
imprese del primo protocollo<br />
non sono operanti _ dicono diversi<br />
imprenditori _ non si possono<br />
chiedere altri finanziamenti.<br />
Le altre imprese non<br />
sono a regime per loro responsabilità,<br />
ma per ritardi oggettivi.<br />
Il vecchio tramonta a ritmi<br />
sostenuti, del nuovo non c’è<br />
quasi traccia. Lo scorso anno<br />
la centrale termoelettrica è stata<br />
ceduta alla multinazionale<br />
americana Aes, che ha preso in<br />
carico a Ottana 170 dipendenti.<br />
Anche il deposito costiero<br />
di Santa Giusta è stato ceduto<br />
alla societ… Sedem.úDei comparti<br />
produttivi, diúcui un<br />
tempo aveva il monopolio,<br />
nulla è rimasto nelle mani di<br />
Enichem. Oggi lo stabilimento<br />
è polverizzato in cinque<br />
aziende indipendenti fra loro.<br />
Rimangono in carico a Enichem<br />
ancora 200 lavoratori<br />
addetti alla manutenzione e ai<br />
servizi tecnici, amministrativi,<br />
generali e logistici. Per la società<br />
dell’Eni, liberarsi di questi<br />
è solo questione di tempo.<br />
La metà è già in cassa integrazione,<br />
poi arriverà la mobilità<br />
e poi, per i fortunati una leggera<br />
pensione o il nulla.<br />
Ma la cassa integrazione<br />
non colpisce solo i lavoratori<br />
dell’Enichem, ma anche quelli<br />
delle altre società chimiche,<br />
come la Montefibre, dove a<br />
ogni stornir di mercato (debole<br />
e molto competitivo, visto<br />
che le fibre nuoresi vanno nell’estremo<br />
oriente) la metà del<br />
personale va a casa, e persino<br />
le nuove attività nate pochi<br />
mesi fa, come la Ecoplast, una<br />
azienda di riciclaggio di materie<br />
plastiche, e poi la Plasteco.<br />
Queste due società fanno parte<br />
di un consorzio che avrebbe<br />
dovuto garantire a regime 112<br />
posti di lavoro per 23 milioni<br />
di euro di investimento. Ecoplast<br />
nasce ai primi del 2001,<br />
ma a fine anno gli stipendi non<br />
arrivano, per tre mesi di fila. In<br />
cambio, per 18 dei 112 operai<br />
arriva la cassa integrazione,<br />
per quattro mesi.<br />
Adesso è tempo di ripensare<br />
all’utilità e al senso delle intese<br />
siglate pochi anni fa. Da un<br />
lato l’Enichem, ha continuato<br />
in una strategica e ordinata riduzione<br />
di produzioni e personale<br />
(mille persone in meno in<br />
dieci anni, delle quali solo la<br />
metà riassorbite dalle altre iniziative);<br />
a nulla sono servite le<br />
sue promesse di investimenti<br />
in ambiente e sicurezza. Ottana<br />
è una piccola-grande pattumiera<br />
chimica, dove chi ha fatto<br />
danni e creato illusioni va<br />
via senza pagare alcun pegno.<br />
Dall’altro c’è l’inconsistenza,<br />
progettuale, se non culturale di<br />
un piano di reindustrializzazione<br />
che partendo dalla coda voleva<br />
far nascere un tessuto di<br />
piccole e medie imprese in una<br />
zona dove la cultura d’impresa<br />
è scarsa e dove manca quasi<br />
tutto. In mezzo un’area di centomila<br />
abitanti, sparpagliati in<br />
una trentina di comuni dove<br />
anche l’agricoltura stenta a<br />
conquistare nuovi mercati, e<br />
dove la sussistenza sembra<br />
l’unica strada percorribile.<br />
Ottana, una metafora della<br />
<strong>Sardegna</strong>, o del nuorese, non<br />
intende però arrendersi. Le imprese,<br />
che hanno avuto finanziamenti<br />
interessanti e che<br />
credevano nel progetto della<br />
<strong>Sardegna</strong> centrale, continuano<br />
a lavorare per creare sviluppo<br />
anche in quell’area. Hanno<br />
però bisogno di un sostegno<br />
doppio; non solo quello dei<br />
lavoratori, disposti anche a<br />
fare i salti mortali per non morire,<br />
ma anche quello di tutte<br />
le istituzioni. Non basta firmare<br />
un protocollo, e concedere<br />
dei finanziamenti per far decollare<br />
un’area industriale.<br />
Non basta promettere di accelerare<br />
le pratiche burocratiche<br />
se poi le linee telefoniche sono<br />
un miraggio. Non serve, se non a<br />
racimolare voti, assumere i giovani,<br />
se poi le produzioni sono<br />
fuori mercato. A Ottana si sta<br />
facendo tutto questo, ma quell’area<br />
industriale rimane forse la<br />
cenerentola rispetto a tutte le<br />
zone simili dell’isola. Questa<br />
volta la colpa non è di Enichem,<br />
nè del destino cinico e baro, ma<br />
di uomini, con nomi e cognomi,<br />
spesso sardi, che non hanno creduto<br />
sino in fondo ad una legge<br />
banale. E’ l’impresa che crea ricchezza,<br />
non i finanziamenti<br />
pubblici. Senza questa, qualsiasi<br />
cifra spesa è inutile. E per attirare<br />
imprenditori, nel centro<br />
<strong>Sardegna</strong> bisogna avere le carte<br />
in regola e offrire più di quelle<br />
che promettono, e danno, le<br />
altre aree industriali del Mezzogiorno.
IL MESSAGGERO SARDO 11<br />
OTTOBRE 2002<br />
Il mondo del volontariato<br />
sardo alza la voce, pretendendo<br />
il sacrosanto rispetto<br />
dei diritti da parte delle istituzioni.<br />
“Non vogliamo privilegi,<br />
solo il riconoscimento<br />
del lavoro di migliaia di persone<br />
a favore di chi soffre o è<br />
in condizioni svantaggiate”,<br />
ha tuonato Giampiero Farru,<br />
direttore del Centro di servizi<br />
‘<strong>Sardegna</strong> Solidale’, dal palco<br />
della prima Conferenza regionale<br />
del volontariato.<br />
L’appuntamento celebrato<br />
alla Fiera di Cagliari lo scorso<br />
21 settembre, ha registrato la<br />
presenza di mille delegati in<br />
rappresentanza delle 1.401 associazioni<br />
che operano nell’Isola:<br />
648 in provincia di<br />
Cagliari, 371 nel Sassarese,<br />
234 nel Nuorese e 148 in provincia<br />
di Oristano. Numeri importanti:<br />
sono 40 mila i volontari<br />
attivi, che diventano 100<br />
mila con quelli saltuari. “Ottocento<br />
delle associazioni iscritte<br />
all’Albo operano nei 22<br />
maggiori Comuni della <strong>Sardegna</strong><br />
– spiega Farru – che è la<br />
terza regione in Italia per numero<br />
di realtà operative in rapporto<br />
alla popolazione, dopo<br />
Valle d’Aosta e Toscana. Tutte<br />
e 1.400 sono impegnate per<br />
fare dell’Isola una terra di solidarietà,<br />
legalità e giustizia”.<br />
Forte dei numeri e del grande<br />
lavoro svolto dai volontari<br />
dal secondo Dopoguerra ad<br />
oggi, con un particolare incremento<br />
di iniziative negli ultimi<br />
25 anni, Farru si è lamentato<br />
della “colpevole assenza<br />
del presidente della Regione,<br />
Mauro Pili, o di un suo rappresentante”.<br />
Un disappunto sottolineato<br />
dai fischi dell’uditorio,<br />
per giunta alla presenza<br />
del Sottosegretario del Welfare,<br />
la senatrice Grazia Sestini.<br />
Il problema è che “Pili, per legge<br />
(in quanto presidente della<br />
Giunta regionale, ndr) presiede<br />
l’Osservatorio regionale del<br />
volontariato, ma non lo ha mai<br />
convocato. E i fondi per le attività<br />
restano bloccati”, sottolinea<br />
Farru.<br />
Applausi calorosi, invece,<br />
per l’ex presidente della Regione,<br />
Federico Palomba: nessuno<br />
ha dimenticato che fu lui,<br />
nel 1994, a promuovere la prima<br />
delle tre assemblee regionali<br />
del volontariato e due Osservatori,<br />
dando un forte impulso<br />
al settore. Non è una<br />
questione politica: le associazioni<br />
di volontariato, e soprattutto<br />
i loro assistiti, non possono<br />
pensare in questa chiave<br />
e non vogliono neppure cadere<br />
nella trappola vischiosa della<br />
logica di mercato, come in<br />
tanti hanno sottolineato nei<br />
loro interventi. “Ma il mio impegno<br />
– sottolinea Palomba –<br />
è sempre stato limpido ed è<br />
frutto della cultura di governo<br />
del Centrosinistra. La prima<br />
assemblea regionale fu pure il<br />
primo atto politico della<br />
Giunta da me guidata, potrei<br />
dimenticarmelo? Quel film ora<br />
si è interrotto, perché alla Regione<br />
oggi non c’è capacità o<br />
sensibilità di valutare certe tematiche”.<br />
L’appuntamento cagliaritano,<br />
come ha sottolineato Padre<br />
Salvatore Morittu, fondatore<br />
delle comunità di recupero<br />
‘Mondo X – <strong>Sardegna</strong>’, doveva<br />
servire a elaborare le proposte<br />
da portare in ottobre alla<br />
quarta Conferenza nazionale<br />
del volontariato, che si terrà ad<br />
Arezzo. Una parte del mondo<br />
politico isolano ha offerto un<br />
contributo concreto. Salvatore<br />
SOCIETA'<br />
Ferma presa di<br />
posizione alla<br />
Prima<br />
Conferenza<br />
Regionale.<br />
Non chiedono<br />
privilegi ma il<br />
riconoscimento<br />
del loro impegno<br />
IL MONDO DEL VOLONTARIATO<br />
RIVENDICA DALLE ISTITUZIONI<br />
IL RISPETTO DEI DIRITTI<br />
S'ISPERANTZIA SARDA<br />
IL SITO DEL PSD'AZ<br />
Far partecipare cittadini e<br />
partiti al progetto del<br />
PSDAZ per un nuovo governo<br />
regionale che rilanci lo<br />
sviluppo dell’isola. È l’obiettivo<br />
del sito internet (www.-<br />
progettosardista.net) aperto al<br />
contributo anche dei sardi all’estero,<br />
presentato ai giornalisti<br />
dal Capogruppo in Consiglio<br />
regionale del partito dei<br />
quattro mori Giacomo Sanna.<br />
Ci ammoderniamo - ha spiegato<br />
Sanna - utilizzando le nuove<br />
tecnologie mediatiche per<br />
chiedere alle forze politiche<br />
proposte sulle cose da fare e su<br />
di Luigi Alfonso<br />
Sanna, vicepresidente del<br />
Consiglio regionale, ha sottolineato<br />
che “la <strong>Sardegna</strong> si<br />
pone come modello a livello<br />
nazionale per i numeri e la<br />
qualità del lavoro svolto”. Poi<br />
ha ricordato che “le modifiche<br />
al Titolo V della Costituzione<br />
impongono alle istituzioni<br />
una particolare attenzione al<br />
mondo del volontariato”.<br />
Sanna ha parlato a lungo<br />
delle trasformazioni in atto in<br />
tutta l’Europa e della forza trascinatrice<br />
del terzo settore in<br />
economia. “Può diventare una<br />
straordinaria fonte di occupazione<br />
qualificata. Il Consiglio<br />
regionale deve peraltro discutere<br />
ben quattro proposte sulla<br />
valorizzazione del volontariato<br />
sociale e l’istituzioni di un<br />
Consorzio fidi per le organizzazioni<br />
no-profit”.<br />
Don Angelo Pittau, presidente<br />
del Comitato promotore<br />
del Centro servizi ‘<strong>Sardegna</strong><br />
Solidale’, non ha mancato di<br />
essere pungente: “Vogliamo<br />
che sia garantita l’indipendenza<br />
del volontariato dal potere<br />
politico e da quello economico,<br />
anche se concordo con il<br />
fatto che si stanno aprendo<br />
nuovi scenari. Vorremmo stimolare<br />
le istituzioni a costruire<br />
una politica di solidarietà e<br />
a dare ascolto ai bisogni altrui”.<br />
Isa Sarullo, volontaria vicenziana,<br />
ha ricordato che “è<br />
impossibile quantificare le dimensioni<br />
della povertà, soprattutto<br />
in una regione depressa<br />
come la <strong>Sardegna</strong>. In 106 Comuni<br />
isolani non sono state<br />
costituite associazioni di volontariato<br />
ma, per fortuna, non<br />
sono escluse altre forme di solidarietà.<br />
Occorre fare gioco di<br />
squadra, non è certo questo il<br />
luogo per personalismi o egoismi.<br />
Proponiamo l’istituzione<br />
di una cassa di solidarietà,<br />
con una parte dei fondi regionali<br />
da destinare a progetti di<br />
sostegno”.<br />
Il mondo delle donazioni,<br />
che nell’Isola conta un esercito<br />
di 65 mila iscritti, è stato<br />
rappresentato in blocco da<br />
Piergiorgio Deliperi, presidente<br />
dell’Avis <strong>Sardegna</strong>. “Nonostante<br />
la grande generosità dei<br />
Sardi – ha spiegato – nella nostra<br />
regione lamentiamo la<br />
mancanza di 40 mila unità di<br />
sangue all’anno per essere autosufficienti.<br />
Ne riceviamo 35<br />
mila dai nostri donatori, ma<br />
non bastano. Dal 1990 aspettiamo<br />
la legge regionale per la<br />
disciplina del settore, però<br />
manca la dovuta collaborazione<br />
delle strutture medicoospedaliere<br />
e della classe politica<br />
sarda”.<br />
Un richiamo ai politici è<br />
stato fatto anche dal rappresentante<br />
dell’handicap. “Le<br />
istituzioni regionali e locali –<br />
ha detto Sandrino Porru (Saspo)<br />
– devono prestare maggiore<br />
attenzione nella spendita<br />
dei fondi: talvolta non sono<br />
sfruttati a dovere. Capita anche<br />
che gli interventi non rispettino<br />
le nuove normative<br />
europee. Le famiglie vanno<br />
aiutate nel superamento delle<br />
enormi difficoltà quotidiane<br />
che affrontano con i disabili.<br />
In <strong>Sardegna</strong>, almeno il 6 per<br />
cento della popolazione ha<br />
problemi accertati a livello<br />
fisico o mentale (ufficialmente<br />
siamo nell’ordine delle 93<br />
mila persone, ma c’è ancora<br />
un sommerso da scoprire,<br />
ndr). Occorre una Consulta<br />
delle associazioni per dialogare<br />
proficuamente con gli<br />
amministratori pubblici. Spero<br />
che il 2003, Anno dei Disabili,<br />
porti un cambio culturale<br />
e di mentalità”.<br />
Gino Mereu, segretario generale<br />
regionale della Uil,<br />
parla a nome delle tre confederazioni:<br />
“Si può essere religiosi,<br />
laici o atei, ma nessuno<br />
può negare l’importanza del<br />
ruolo svolto dai volontari.<br />
Una realtà che in <strong>Sardegna</strong><br />
come portarle avanti. Il nostro<br />
non è infatti un “progetto<br />
chiuso” ma uno strumento che<br />
riteniamo “unico” per imprimere<br />
una svolta politica al governo<br />
della regione. Con il<br />
sito vogliamo anche verificare<br />
quanti intendono partecipare<br />
alla sua realizzazione. Il portale<br />
si articola in sei sezioni. La<br />
prima contiene una poesia di<br />
un vecchio sardista. Seguono<br />
le linee guida del documento<br />
programmatico per il governo<br />
regionale, la sezione proposte,<br />
quella dedicata a appuntamenti<br />
e iniziative, la rubrica “Scrivi<br />
al segretario” e il “Libro<br />
degli ospiti”. Il progetto<br />
“S’isperantzia Sarda”, denominato<br />
“La nuova stagione della<br />
non dipendenza” è articolato<br />
in otto brevi capitoli: il Sardismo<br />
ha vinto; il movimento<br />
per la Rinascita ha perso; la<br />
politica; i diritti del Popolo<br />
sardo; lo Statuto; l’Europa dei<br />
Popoli; l’economia e i saperi;<br />
la nuova Regione. Il Partito<br />
Sardo d’Azione – ha precisato<br />
Giacomo Sanna – si candida a<br />
governare la <strong>Sardegna</strong>, al di là<br />
della contingenza politica che<br />
lo vede all’opposizione.<br />
cozza con l’insensibilità delle<br />
istituzioni, confermata<br />
oggi dall’assenza dei rappresentanti<br />
della Regione e della<br />
Provincia di Cagliari. I sindacati<br />
vi sono vicini, perché capiscono<br />
che cosa significhi<br />
lavorare al fianco delle famiglie<br />
che vivono nel disagio<br />
sociale”.<br />
Numerosi anche gli ospiti<br />
giunti dalla penisola. Stefania<br />
Mancini, commissario dell’Agenzia<br />
per le Onlus (operativa<br />
dal febbraio 2002), sostiene<br />
che “il mondo del volontariato<br />
in Italia è diventato<br />
visibile politicamente. Altri<br />
Paesi sono molto più indietro,<br />
ed è forse per questo che<br />
l’Unione europea non ci riconosce<br />
fondi adeguati. Per<br />
giunta, nell’ambito del terzo<br />
settore, il volontariato è quello<br />
che fruisce del minor numero<br />
di interventi comunitari.<br />
Occorre impegnarsi per attivare<br />
una rete europea”.<br />
Punti in comune con <strong>Sardegna</strong><br />
Solidale sono stati individuati<br />
da Paolo Balli, direttore<br />
del Centro Servizio volontariato<br />
della Toscana. “Non è<br />
stato facile neppure per noi<br />
riunire le singole realtà e confrontarsi<br />
sulle tematiche comuni<br />
– ammette – Ma oggi<br />
contiamo 2.650 associazioni<br />
in una popolazione di 3 milioni<br />
e mezzo di abitanti. Anche<br />
noi chiediamo di accorciare<br />
le distanze tra istituzioni e<br />
volontari”. Emanuele Alecci,<br />
componente dell’Osservatorio<br />
nazionale del volontariato,<br />
ricorda che “non possiamo<br />
sostituirci allo Stato, ma è<br />
giusto veder riconosciuto il<br />
nostro ruolo nella società civile.<br />
Dobbiamo guardare al<br />
futuro più che al passato. Il<br />
volontariato autentico non<br />
sta morendo, solo bisogna<br />
avere gli occhi giusti per incontrarlo.<br />
Le motivazioni da<br />
sole non bastano più, occorre<br />
anche la formazione. La società<br />
però non può basarsi<br />
solo sulle regole dettate dall’economia<br />
di mercato. Attenzione<br />
a non mercificare la solidarietà,<br />
l’affarismo è dietro<br />
l’angolo. Il no-profit non è sinonimo<br />
di gratuità”.<br />
Il Sottosegretario Sestini ha<br />
voluto premiare la <strong>Sardegna</strong>:<br />
“Spettava alla vostra regione<br />
l’organizzazione della prossima<br />
Conferenza nazionale, ma<br />
i tagli alle spese non ce l’hanno<br />
permesso. Mi sentivo in debito<br />
con la vostra importante<br />
realtà, perciò ho voluto partecipare<br />
a questi lavori, unica<br />
occasione tra le conferenze regionali”.<br />
Poi parole di incoraggiamento:<br />
“Il governo non<br />
vuole creare nuovi intoppi<br />
burocratici, semmai si deve facilitare<br />
il rapporto con gli strumenti<br />
offerti dalle leggi esistenti.<br />
Il futuro è fatto di un<br />
welfare sempre più regionalizzato,<br />
per un moderno sistema<br />
realmente al servizio dei cittadini.<br />
Occorrono interventi mirati<br />
e non contributi a pioggia,<br />
peraltro mai richiesti dai volontari:<br />
di questo vi do atto”.<br />
Intanto si aprono le porte<br />
delle scuole sarde. In autunno<br />
sono previste due grandi manifestazioni<br />
nelle medie superiori<br />
delle province di Cagliari<br />
e Sassari. Nel 2001, i<br />
cinque camper della Carovana<br />
della solidarietà “Hajò” hanno<br />
toccato 254 centri della<br />
<strong>Sardegna</strong> e incontrato 220<br />
Consigli comunali, per promuovere<br />
l’educazione al volontariato.
IL MESSAGGERO SARDO 12<br />
OTTOBRE 2002<br />
CULTURA<br />
Realizzato<br />
dall'economista<br />
Antonio Sassu<br />
Presidente del<br />
Banco di<br />
<strong>Sardegna</strong>.<br />
Le potenziali<br />
risorse di<br />
un'antica attività<br />
UNO STUDIO SCIENTIFICO<br />
SULLA PRODUZIONE<br />
DI COLTELLI SARDI<br />
di Eugenia Da Bove<br />
CONCLUSO A OZIERI<br />
IL CORSO PER ALLIEVI<br />
DEL CANTO A CHITARRA<br />
Dopo cinque intensi<br />
mesi di lavoro si è con<br />
cluso nel Centro culturale<br />
San Francesco di Ozieri il<br />
primo corso svolto a livello regionale<br />
sulla valorizzazione<br />
ed il rilancio in grande stile<br />
del canto sardo a chitarra.<br />
L’impegno della amministrazione<br />
comunale ozierese ed in<br />
particolare dell’assessore alla<br />
cultura signora Franca Cossu è<br />
stato premiato dagli ottimi risultati<br />
conseguiti in ciò favoriti<br />
anche dalla grande passione,<br />
competenza ed entusiasmo dei<br />
docenti, i notissimi cantadores<br />
Franco e Gianni Denanni, Salvatorangelo<br />
Salis, Franco Dessena,<br />
Franco Demuru , Daniele<br />
Giallara e del chitarrista Nino<br />
Manca; tutti facenti parte della<br />
cooperativa Bemintinde.<br />
Così venerdì 5 aprile, sul palco<br />
del Teatro Civico di Ozieri<br />
si sono potuti presentare gli allievi<br />
Walter Bittau (11 anni) e<br />
Gianpaolo Saba (entrambi di<br />
Ozieri, 17 anni appena compiuti<br />
ed i poco più anziani Costantino<br />
Piga (Sassari), Salvatore<br />
Spanu (Pozzomaggiore),<br />
Battista Murgia (Tula), Giovanni<br />
Tedde (Ardara), Gianni<br />
Salaris e Salvatore Camboni<br />
Depositari di un sapere antico,<br />
i maestri coltellinai<br />
della <strong>Sardegna</strong> sono oggi<br />
una ristretta cerchia di artigiani<br />
gelosa e consapevole del valore<br />
delle proprie creazioni. In La dinamica<br />
economica di un sapere<br />
locale. La coltelleria di <strong>Sardegna</strong><br />
(AM&D Edizioni, euro 25,00<br />
pagine 168) l’economista Antonio<br />
Sassu, attuale presidente del<br />
Banco di <strong>Sardegna</strong>, analizza un<br />
settore della produzione sarda<br />
poco studiato ma dalle grandi potenzialità<br />
sia dal punto di vista<br />
economico sia da quello dell’immagine<br />
dell’isola nel mondo. Pur<br />
avendo un impianto prettamente<br />
economico il saggio di Sassu dà<br />
conto anche della storia della coltelleria<br />
sarda e italiana, nella sezione<br />
affidata alla giovane studiosa<br />
Antonella Scalas, e dell’ambiente<br />
socio istituzionale nel quale<br />
operano i coltellinai sardi nel<br />
capitolo scritto da un altro allievo<br />
di Sassu, Simone Atzeni. Il libro<br />
si avvale inoltre di una nutrita sezione<br />
iconografica che illustra efficacemente<br />
la grande varietà di<br />
coltelli sardi e i diversi processi e<br />
tecniche di produzione. Emerge<br />
così un quadro del passato, del<br />
presente ma anche di quello che<br />
potrà essere il futuro di un comparto<br />
(la cui produzione ha un<br />
valore stimato intorno ai 3 miliardi<br />
di lire) finora rimasto legato a<br />
forme, sebbene alte, di artigianato.<br />
E che rischia di non riuscire<br />
più a tramandare il proprio knowhow<br />
mentre avrebbe tutte le caratteristiche<br />
per diventare una vera<br />
epropria industria.<br />
Secondo l’indagine condotta<br />
gli odierni produttori di coltelli<br />
tradizionali sono nell’isola 22 ai<br />
quali vanno aggiunti altri 166<br />
non ufficiali, hobbisti che comunque<br />
hanno una loro committenza<br />
spesso costituita da facoltosi<br />
collezionisti. Si tratta in entrambi<br />
i casi di piccole imprese con<br />
pochi addetti, più spesso individuali,<br />
sparse in alcuni centri dell’isola<br />
come Pattada, Arbus, Guspini<br />
e Santulussurgiu. Centri nei<br />
quali l’arte della coltelleria è stata<br />
tramandata di padre in figlio<br />
secondo tecniche ormai scomparse<br />
nel resto del mondo o dove la<br />
produzione del coltello è sorta<br />
solo dagli anni Settanta proprio<br />
per rispondere alle esigenze di<br />
una clientela diversa da quella<br />
tradizionale. Se infatti fino a pochi<br />
decenni orsono la produzione<br />
andava a soddisfare una domanda<br />
locale legata all’uso quotidiano<br />
che del coltello si faceva in una<br />
società agro pastorale, oggi l’offerta<br />
è rivolta principalmente al<br />
settore del turismo e al collezionismo.<br />
Ma la domanda di un oggetto<br />
che ormai può essere prodotto<br />
con tecniche industriali senza<br />
perdere troppo delle sue caratteristiche<br />
migliori è, secondo Sassu,<br />
potenzialmente molto più ampia.<br />
Lo dimostra anche il fatto che alcuni<br />
produttori italiani, in particolar<br />
modo toscani, si sono appropriati<br />
del marchio “Pattada” e fabbricano<br />
industrialmente, per poi<br />
vendere a prezzi sensibilmente<br />
più bassi, coltelli che gli acquirenti<br />
sono convinti vengano realizzati<br />
in <strong>Sardegna</strong>. La conclusione<br />
e il suggerimento dell’autore è<br />
perciò quello di non abbandonare<br />
la nicchia di mercato medio<br />
alta ma di ampliare il target attraverso<br />
una produzione industriale<br />
realizzata entro i confini dell’isola.<br />
Una strategia che porterebbe<br />
fra l’altro alla creazione di nuovi<br />
e numerosi posti di lavoro. A tale<br />
intrapresa, sottolinea, Sassu devono<br />
però collaborare le istituzioni<br />
politiche con la creazione<br />
di un marchio “Doc” per il coltello<br />
sardo e quelle creditizie con un<br />
supporto economico alle nuove<br />
imprese che decidessero di affacciarsi<br />
sul mercato. Un mercato che<br />
sarebbe ampio e internazionale e<br />
che darebbe nuovo smalto all’immagine<br />
e all’economia dell’isola.<br />
In occasione della presentazione<br />
del volume La dinamica economica<br />
di un sapere locale. La<br />
coltelleria di <strong>Sardegna</strong> (AM&D<br />
Edizioni, euro 25,00 pagine 168)<br />
abbiamo rivolto alcune domande<br />
all’autore, Antonio Sassu, professore<br />
ordinario di politica economica<br />
presso l’Università di Cagliari<br />
e attuale presidente del<br />
Banco di <strong>Sardegna</strong>.<br />
Come nasce l’idea di dedicare<br />
uno studio a un argomento così<br />
specifico come quello della coltelleria?<br />
«Da almeno cinque anni mi<br />
occupo di problemi relativi ai saperi<br />
locali. Infatti sono coordinatore<br />
di un progetto di ricerca finanziato<br />
dal ministero dell’Università<br />
a cui partecipano diverse<br />
università del Meridione. Si tratta<br />
di un progetto che ha come obiettivo<br />
lo studio e la valorizzazione<br />
dei saperi locali. Per quanto riguarda<br />
la <strong>Sardegna</strong> ci siamo occupati<br />
del pane, del miele, dei tessuti,<br />
dell’olio, del cuoio, cioè di tutti<br />
quei settori in cui abbiamo<br />
un’attività produttiva fortemente<br />
identitaria. Nel corso di questi<br />
studi ci siamo resi conto che il<br />
settore della produzione dei coltelli<br />
aveva la consistenza per essere<br />
studiata. In <strong>Sardegna</strong> esiste<br />
un grande numero di imprese che<br />
producono coltelli ma, mentre la<br />
produzione italiana del coltello si<br />
è saputa trasformare inserendo<br />
molti elementi tecnologici nuovi,<br />
gran parte dei produttori sardi<br />
di Gerolamo Squintu<br />
(Ozieri). Nella interpretazione<br />
dei vari stili e tecniche di canto<br />
essi sono stati accompagnati<br />
alla chitarra oltre che dal<br />
“maestro” Nino Manca dall’allievo<br />
Andrea Satta(Tula), che<br />
ha suonato all’“antica” e cioé<br />
senza l’uso del pennino.<br />
La sala era gremitissima ed il<br />
pubblico si è scatenato spesso<br />
in manifestazioni di tifo da stadio,<br />
segno che il canto sardo ad<br />
Ozieri, culla fra l’altro di numerose<br />
importanti espressioni<br />
culturali fra cui il tradizionale<br />
“Usignolo della <strong>Sardegna</strong>” e<br />
gli affermati Premio Letterario<br />
Ozieri e “Premio Logudoro di<br />
poesia in rima ed a tema imposto”,<br />
così come è stato rilevato<br />
dal brillante conduttore della<br />
riuscitissima serata il prof. Giovanni<br />
Perria, è sempre nell’interesse<br />
della gente che ha mostrato<br />
di aver “fame” di spettacoli<br />
simili. Per le premiazioni,<br />
sul palco, sono saliti il sindaco<br />
di Ozieri Dr. Vanni Fadda, l’assessore<br />
regionale alla cultura<br />
on. Beniamino Scarpa, la signora<br />
Franca Cossu ed il presidente<br />
della Cooperativa Remintinde<br />
Franceschino Dettori.<br />
Tutti hanno rilevato la importanza<br />
e la necessità di proseguire<br />
nella linea dell’approfondimento<br />
del perfezionamento affinché<br />
questi ed anche altri giovani<br />
sardi possano meglio impadronirsi<br />
delle varie tecniche,<br />
dal canto in re o a s’otieresa, ai<br />
muttos, a sa nuaresa, a sa corsicana,<br />
a sa tempiesina, a bogh’e<br />
carru, e così via.<br />
«Certo in questi mesi tanto<br />
si è fatto e già l’esser riusciti<br />
ad aver invogliato i ragazzi ad<br />
impegnarsi fattivamente in<br />
questo affascinante settore<br />
della cultura musicale isolana<br />
forse è la più viva espressione<br />
delle nostre più originali radici,<br />
è già per noi assai gratificante»<br />
hanno detto Giovanni<br />
Perria, Nino Manca e Gianni<br />
Denanni. Essi pertanto hanno<br />
richiesto ai programmatori regionali<br />
e locali ancora uno<br />
sforzo per proseguire in questa<br />
direzione, organizzando altri<br />
corsi di formazione, ampliando<br />
se possibile l’offerta e sostenendo<br />
magari i giovani nelle<br />
loro trasferte consentendo<br />
anche ai nostri fratelli residenti<br />
nella penisola o all’estero di<br />
poter godere della presenza fra<br />
loro dei nuovi cantanti, magari<br />
con al fianco i più affermati<br />
loro colleghi.<br />
ha mantenuto una produzione<br />
tradizionale».<br />
L’indicazione fondamentale<br />
che emerge dal suo studio sulla<br />
coltelleria sarda è sostanzialmente<br />
quella che si tratti di una produzione<br />
suscettibile di espandersi<br />
verso un target medio basso. Lei<br />
lo crede davvero possibile sia<br />
come economista che come uomo<br />
di banca?<br />
«Molti dei coltelli che vengono<br />
venduti in <strong>Sardegna</strong> sono realizzati<br />
fuori dall’isola e hanno un<br />
prezzo che si aggira sui 25-50<br />
euro, mentre il coltello prodotto<br />
in <strong>Sardegna</strong> ha prezzi sensibilmente<br />
più alti anche perché è realizzato<br />
in maniera diversa. Questa<br />
produzione che ha prezzi medio<br />
bassi e che si rivolge a una fascia<br />
più ampia di acquirenti potremmo<br />
farla noi o altrimenti questi<br />
coltelli verranno comunque offerti<br />
e venduti in <strong>Sardegna</strong>. Si tratta<br />
insomma di un prodotto che ha un<br />
mercato che oggi viene occupato<br />
da produttori non sardi: ecco, credo<br />
che sia possibile che i sardi si<br />
sostituiscano a questi. E dato che<br />
la <strong>Sardegna</strong> ha un’ottima reputazione<br />
in questo campo credo che<br />
sia possibile vendere anche fuori<br />
dell’isola facendo concorrenza<br />
direttamente agli altri con questo<br />
tipo di produzione».<br />
Lei sostiene anche la necessità<br />
di un supporto a questo settore da<br />
parte di Regione e istituti di credito.<br />
«Se vogliamo creare un distretto<br />
industriale di questo tipo si<br />
tratta di supporti necessari per fare<br />
emergere quel consistente numero<br />
di “hobbisti” - ne abbiamo<br />
contati 166- che porterebbe il settore<br />
a circa 200 aziende: neanche<br />
i produttori di pecorino sardo<br />
sono tanti».<br />
Una domanda più generale sull’economia<br />
sarda e sui saperi locali:<br />
perché la <strong>Sardegna</strong> che ha<br />
tante produzioni di qualità, che<br />
lei stesso ha già citato, e anche un<br />
patrimonio ambientale e archeologico<br />
unico al mondo, non riesce<br />
ad avere un decollo e uno sviluppo<br />
economico reale basato su<br />
queste sue peculiarità?<br />
«Indicherei due elementi: uno è<br />
la mancanza di conoscenze adeguate,<br />
cioè la mancanza di una<br />
evoluzione delle conoscenze,<br />
ovvero un’arretratezza delle tecnologie.<br />
Oggi ad esempio i produttori<br />
di pane carasau, che fino a<br />
vent’anni veniva fatto a mano<br />
con il forno a fuoco, producono<br />
un pane altrettanto buono con un<br />
processo in parte meccanizzato.<br />
Oltre a non perdere in qualità questo<br />
pane può quindi essere prodotto<br />
in grandi quantità e a costi<br />
più bassi cioè, come dicono gli<br />
economisti, con grandi economie<br />
di scala. In questo caso le macchine<br />
sostituiscono la manodopera<br />
che è molto costosa e ha una produttività<br />
più bassa. Come dimostra<br />
questo esempio, utilizzando<br />
una tecnica produttiva più avanzata<br />
si possono fare notevoli progressi.<br />
Ecco perché lo sviluppo<br />
locale non è andato particolarmente<br />
avanti. Ma vi è anche un<br />
problema di fiducia e di sicurezza<br />
in certe zone, perlopiù interne,<br />
dell’isola dove la criminalità è<br />
più diffusa e dove la diffidenza e<br />
la paura hanno finora impedito un<br />
vero e proprio sviluppo economico.<br />
D’altra parte ci sono dei segnali<br />
che inducono all’ottimismo:<br />
oggi si avverte una maggiore sensibilità<br />
da parte delle istituzioni<br />
pubbliche a questi problemi e,<br />
inoltre, i giovani che vanno a studiare<br />
e a lavorare fuori dell’isola<br />
quando ritornano portano nuove<br />
conoscenze e nuova voglia di<br />
fare. Insomma esistono fondate<br />
speranze che le cose possano cambiare».
IL MESSAGGERO SARDO 13<br />
OTTOBRE 2002<br />
EMIGRAZIONE<br />
Perché un<br />
giovane crede<br />
nel circolo?<br />
La risposta di<br />
Sandro Mameli<br />
presidente della<br />
Federazione dei<br />
circoli sardi in<br />
Belgio.<br />
L'impulso<br />
dall'incontro di<br />
Berlino con altri<br />
giovani dirigenti<br />
UN NUOVO IMPEGNO<br />
PER ONORARE IL DEBITO<br />
VERSO I PADRI EMIGRATI<br />
ANTONIO MARREDDA ACCLAMATO<br />
PRESIDENTE ONORARIO<br />
DELLA FEDERAZIONE BELGA<br />
La Federazione dei Circoli<br />
Sardi in Belgio ha conferito<br />
ad Antonio Marredda,<br />
una delle figure storiche<br />
dell’Emigrazione sarda in<br />
Belgio, il titolo di Presidente<br />
Onorario. Questa iniziativa,<br />
voluta in primo luogo dal giovane<br />
presidente della Federazione,<br />
Sandro Mameli, è soprattutto<br />
un segno di incoraggiamento<br />
per tiu Marredda, che<br />
per motivi di salute non ha potuto<br />
proseguire il suo impegno,<br />
lungo di 35 anni, in seno al suo<br />
Circolo ed alla Federazione.<br />
Antonio Marredda, originario<br />
di Benetutti, ha iniziato il<br />
suo impegno sociale in seno<br />
alle ACLI, per poi costituire<br />
insieme ad altri il Circolo dei<br />
Sardi del Borinage, nel 1966.<br />
La creazione del sodalizio è<br />
avvenuta in uno spirito di collaborazione<br />
con le altre comunità<br />
italiane e con il Consolato,<br />
ed era ben più che un punto<br />
di ritrovo nostalgico. Nella logica<br />
politica dei ‘blocchi’ che<br />
Sandro Mameli<br />
Antonio Marredda (in piedi) interviene a un congresso degli emigrati<br />
sardi in Belgio<br />
animava gli Italiani all’epoca,<br />
si voleva un foro di discussione<br />
culturale e politica, nonché<br />
un punto di riferimento per<br />
servizi sociali. L’esperienza di<br />
Marredda in seno alle ACLI ed<br />
il suo ruolo di corrispondente<br />
consolare gli permetteva di<br />
decentralizzare i servizi sociali<br />
in seno al circolo, offrendo<br />
la possibilità ai soci di sistemare<br />
numerosissime ‘pratiche’,<br />
dal passaporto al biglietto<br />
per la nave, e rispondendo<br />
cosi alle prime necessità della<br />
comunità sarda del Borinage<br />
(zona mineraria del sud del<br />
Belgio).<br />
E con il sorriso e lo sguardo<br />
di chi è cosciente di aver svolto<br />
un lavoro utile, ci racconta<br />
alcuni aneddoti per aiutare famiglie<br />
a disagio o per far capire<br />
alla Regione <strong>Sardegna</strong> la<br />
realtà dei suoi emigrati in Belgio<br />
e soprattutto nel Borinage.<br />
Ma già allora - ricorda Marredda<br />
- il Circolo era una vetrina<br />
della <strong>Sardegna</strong>, e numerosi<br />
– “Ciao, piacere, mi chiamo<br />
Telemaco Bundone, sono della<br />
Federazione tedesca”<br />
– “Piacere, sono Sandro Mameli,<br />
del Belgio”<br />
– “Simone, benn’inoche!, Ti<br />
presento Simone Pisano, della<br />
FASI”.<br />
È così che ricordo il mio incontro<br />
con due delegati giovani<br />
delle Federazioni dei Circoli Sardi<br />
nel Mondo, era metà Maggio<br />
del 2000. Tutti a Berlino per incontrare<br />
il nuovo Assessore Matteo<br />
Luridiana!<br />
Era la mia prima esperienza<br />
all’Estero in quanto membro di<br />
un direttivo della Federazione<br />
dei Circoli sardi in Belgio. Erano<br />
presenti tutti i Presidenti delle<br />
Federazioni e i delegati giovani.<br />
C’era molta tensione, non solo<br />
perché si cercava di capire di che<br />
pasta era fatto questo nuovo interlocutore<br />
politico (due anni<br />
dopo, posso dire che ha un pregio<br />
che pochi politici hanno : sa<br />
ascoltare), ma anche perché era<br />
palpabile in tutte le discussioni<br />
la necessità di un cambiamento,<br />
di ‘fare qualcosa’ per far uscire le<br />
strutture dell’Emigrazione da<br />
una serie di rapporti di forza sedimentati<br />
che non portavano a<br />
nulla di buono.<br />
È stata l’occasione di ascoltare,<br />
di capire quanto diversificato<br />
ed eterogeneo era il concetto<br />
‘Emigrazione’. Da questa presa<br />
di coscienza ho definito la mia<br />
‘visione’ dell’Emigrazione, ed<br />
in particolare del ruolo dei Circoli<br />
e delle Federazioni. Una visione<br />
che ha trovato un riscontro<br />
positivo nella mia Federazione,<br />
che ha deciso di affidarmi l’incarico<br />
di presidente un anno fa, il<br />
23 giugno 2002. Circoli forti, autonomi,<br />
responsabilizzati e che<br />
rispondano alle necessità ed<br />
aspirazioni delle proprie comunità,<br />
ma soprattutto che trovino il<br />
giusto equilibrio tra passato e<br />
futuro. Federazioni garanti del<br />
buon funzionamento dei Circoli<br />
e del collegamento con la Regione,<br />
fonti di idee e sempre più<br />
attori nei paesi di residenza.<br />
Ma torniamo a Berlino, e a<br />
Telemaco e Simone, oggi rispettivamente<br />
Presidente della Federazione<br />
dei Circoli Sardi in Germania<br />
e Vicepresidente della<br />
FASI. Che cambiamenti!<br />
La prima esperienza all’Estero,<br />
e la prima notte senza dormire.<br />
Tante cose da dirsi, tante idee,<br />
frustrazioni, progetti, storie de<br />
condividere. Assieme agli altri<br />
delegati, tra cui la Presidente del<br />
Circolo di Lausanne, Francesca<br />
Fais, abbiamo subito capito una<br />
cosa: il nostro futuro in quanto<br />
giovani sardi all’Estero sta nei<br />
circoli, non al di fuori. Sarà dura,<br />
talvolta scoraggiante, ma questo<br />
è il prezzo da pagare per chi vede<br />
nell’azione sociale e culturale un<br />
modo di conoscersi meglio, di<br />
capire da dove viene per meglio<br />
andare avanti.<br />
La nostra sacrosanta identità<br />
sarda! A noi giovani sardi, per la<br />
maggior parte nati all’Estero,<br />
nessuno può dettarci come e con<br />
quale intensità la dobbiamo sentire,<br />
coltivare, trasmettere. Siamo<br />
sardi, sardi dentro, e con la<br />
pazienza riusciremo a farlo capire<br />
a chi ha vissuto sulla propria<br />
pelle l’avventura, spesso drammatica<br />
dell’emigrazione. Ma<br />
non esiste un conflitto di generazione,<br />
esiste solo un momento di<br />
passaggio, un momento di dialogo<br />
a viso aperto.<br />
In questa occasione, anche su<br />
sollecitazione dell’Assessore,<br />
abbiamo gettato le basi di un<br />
progetto per realizzare un Congresso<br />
mondiale dei giovani. La<br />
critica principale rivolta alle sezioni<br />
giovanili è quella della<br />
continuità. Chi si ricorda l’incontro<br />
del 1999 a Mar del Plata in<br />
Argentina (dove non ero presente)<br />
sa benissimo che l’ormai defunto<br />
GISAM (giovani Sardi nel<br />
Mondo) non ha avuto nessun<br />
seguito concreto. Cosa pensare?<br />
Giovani di poca sostanza? Direi<br />
proprio di no. In seguito all’incontro<br />
di Berlino, i giovani presenti<br />
hanno dato la prova che<br />
non erano pecore smarrite, si<br />
sono rivelati pastori agguerriti<br />
che purtroppo si sono confrontati<br />
con Sardi sordi, e non c’è peggior<br />
sordo di chi non vuole sentire.<br />
Creazione di una mailing list,<br />
lavoro via internet, riunioni telefoniche<br />
hanno portato nel giro di<br />
sei mesi a presentare all’Assessorato<br />
al Lavoro un progetto concreto,<br />
reale e realizzabile di Congresso<br />
Mondiale dei Giovani<br />
erano i Belgi desiderosi di<br />
scoprire la nostra Isola, oggetto<br />
di un orgoglio che incuriosiva<br />
i nostri ospiti. Anche a<br />
loro erano offerti servizi di biglietteria<br />
ed informazioni turistiche<br />
sull’Isola.<br />
Certo, la salute non permette<br />
ancora al Presidente Onorario<br />
di impegnarsi quanto lo vorrebbe,<br />
ma Tiu Marredda ha le<br />
idee chiare, vuole rimanere informato<br />
e la sua visione dell’Emigrazione<br />
è impregnata di<br />
una modernità che può essere<br />
un punto di riferimento per le<br />
nuove generazioni di quadri<br />
dirigenti nei circoli.<br />
E in questo senso si è complimentato<br />
per l’elezione del<br />
giovane Presidente della Federazione,<br />
Sandro Mameli, e<br />
lo ha incoraggiato nel suo impegno.<br />
Per Marredda la Federazione<br />
ha saputo compiere un<br />
passo importante per non<br />
ghettizzare i giovani e sfruttare<br />
al meglio le capacità delle<br />
nuove generazioni.<br />
Sardi, da tenersi a Cagliari nel<br />
2001.<br />
Era inclusa nel progetto una<br />
serie di incontri con le realtà giovanili<br />
della <strong>Sardegna</strong>, con le Istituzioni<br />
politiche e con operatori<br />
commerciali per sponsorizzare<br />
l’evento.<br />
Una bozza di statuto di un comitato<br />
permanente dei Giovani<br />
Sardi Nel Mondo era stata dibattuta<br />
per un Week-end a Zurigo, a<br />
metà Ottobre del 2000, al fine di<br />
dare continuità a queste iniziative.<br />
Ne eravamo orgogliosi perché<br />
rappresentava il frutto di una sardità<br />
tutta nostra. E orgogliosi lo<br />
siamo ancora perché questo progetto<br />
andrà avanti, altrimenti si<br />
verificherà solo il fallimento della<br />
politica regionale nei confronti<br />
dell’Emigrazione.<br />
Ma in tutto questo ci sono dei<br />
punti positivi, e voglio insistere<br />
sulla necessità di questi incontri,<br />
perché la creazione di legami forti<br />
a livello giovanile permette<br />
oggi di concepire a livello internazionale<br />
una maggior cooperazione<br />
tra le Federazioni. E questo<br />
è un punto di forza sul quale<br />
oggi più che mai dobbiamo focalizzarci<br />
nel dibattito con la Regione<br />
<strong>Sardegna</strong>, che per troppi<br />
anni ha trovato nella litigiosità<br />
dei Sardi nel Mondo il suo più<br />
forte alleato per imporre dall’alto<br />
una visione riduttrice del suo<br />
ruolo e soprattutto delle sue responsabilità<br />
nei nostri confronti.<br />
Sono convinto che spetta a noi<br />
giovani sfruttare questi spazi per<br />
rafforzare la nostra collaborazione.<br />
Essere giovane socio di un<br />
Circolo vuol dire anche impegnarsi<br />
in questo processo di comunicazione<br />
e di collaborazione.<br />
Perché credo nei circoli? Perché<br />
credo nelle strutture dell’Emigrazione?<br />
Perché passo i<br />
miei week-end sui treni per andare<br />
nei Circoli? Mio padre, obiettivamente<br />
più sardo di me (?),<br />
non lo capisce nemmeno, mi dà<br />
del testardo che non vuol prendere<br />
la patente. Ma so che è orgoglioso<br />
di me, so che ripensa alle<br />
serate passate con la televisione<br />
spenta, a raccontarci com’era la<br />
vita laggiù, ad Ussana. E so che si<br />
ricorda che questo suo figlio gli<br />
chiedeva mille volte di raccontare<br />
le sue avventure al fiume, e<br />
anche se ne conosceva la fine,<br />
rideva come la prima volta. La<br />
solidarietà tra le generazioni non<br />
sempre si manifesta in modo plateale,<br />
ma c’è, e ne dobbiamo essere<br />
coscienti quando rivendichiamo<br />
più spazio.<br />
Abbiamo un debito verso chi<br />
se n’è andato per offrirci un futuro<br />
migliore, ma anche verso chi<br />
non conosce oggi in <strong>Sardegna</strong> le<br />
stesse opportunità di crescita personale,<br />
perché trovare un lavoro<br />
è duro, perché il mondo, più che<br />
globalizzarsi, è in verità un insieme<br />
di mondi che entrano ormai<br />
in collisione. E spetta ad<br />
ognuno di noi trarne i vantaggi.<br />
Ma non possiamo ignorare le difficoltà<br />
di chi non ha gli strumenti<br />
per sfruttare questo fenomeno e<br />
di chi oggi si deve confrontare<br />
con un altro fenomeno ben noto<br />
a noi dell’Emigrazione : la crisi<br />
d’identità.<br />
È in questo contesto che voglio<br />
lanciare un appello a tutti i<br />
giovani sardi nel mondo e nell’Isola.<br />
Non aspettate! Il futuro della<br />
<strong>Sardegna</strong> si decide oggi. E dall’esperienza<br />
dell’incontro che si<br />
può capire meglio chi siamo e<br />
che cosa vogliamo fare.<br />
Sandro Mameli<br />
Presidente della Federazione dei<br />
Circoli sardi in Belgio
IL MESSAGGERO SARDO 14<br />
OTTOBRE 2002<br />
EMIGRAZIONE<br />
Importanti<br />
indicazioni da un<br />
convegno<br />
organizzato nella<br />
Basilica del<br />
Santo a Padova<br />
dal Messaggero<br />
di S. Antonio con<br />
la partecipazione<br />
del circolo sardo<br />
e del sodalizio<br />
abruzzese e<br />
molisano<br />
IL RUOLO DELL'ASSOCIAZIONISMO<br />
PER FAVORIRE L'INSERIMENTO<br />
E L'INTEGRAZIONE DEGLI EMIGRATI<br />
Il “Messaggero di Sant’Antonio”,<br />
il giornale più attento<br />
ai mutamenti sociali<br />
(e non solo religiosi) delle comunità<br />
emigrate, ha promosso<br />
un interessante e intenso convegno<br />
sul tema “Associazionismo<br />
e Intercultura” che si è<br />
tenuto a Padova, nel Chiostro<br />
della Magnolia della Basilica<br />
del Santo, il 28 settembre. Il<br />
convegno, organizzato dal Sodalizio<br />
Abruzzese Molisano di<br />
Padova in collaborazione con<br />
il Circolo culturale sardo “Eleonora<br />
d’Arborea”, ha posto al<br />
centro del confronto tra studiosi<br />
e rappresentanti delle istituzioni,<br />
il ruolo delle associazioni.<br />
Si sono confrontate esperienze<br />
e proposte ed è stata<br />
confermata la tesi che il patrimonio<br />
di cultura e di identità<br />
di ciascuna comunità, se fatto<br />
interagire nel rispetto dei valori<br />
e delle reciproche tradizioni,<br />
rappresenta un arricchimento<br />
anche per le comunità<br />
di accoglienza.<br />
Al convegno, magistralmente<br />
coordinato da padre Luciano<br />
Segafreddo, inesauribile e<br />
instancabile direttore del<br />
“Messaggero di Sant’Antonio”,<br />
edizione italiana per<br />
l’estero, sono intervenuti tra<br />
gli altri due assessori della<br />
Regione Veneto, Antonio De<br />
Poli, delle Politiche Sociali, e<br />
Raffaele Zanon, dell’ Emigrazione,<br />
il segretario generale<br />
del Consiglio Nazionale degli<br />
Italiani all’Estero, Franco Narducci,<br />
il sociologo Sabino Acquaviva,<br />
il vicedirettore del<br />
Gazzettino, Edoardo Pittalis,<br />
“emigrato” da oltre 20 anni in<br />
Veneto ma sempre profondamente<br />
attaccato alla sua <strong>Sardegna</strong>,<br />
che ha moderato magistralmente<br />
una tavola rotonda<br />
sui problemi e le prospettive<br />
dell’ associazionismo in Italia<br />
e nel Mondo di fronte al cambio<br />
generazionale e alle “nuove<br />
famiglie”, al quale hanno<br />
partecipato il coordinatore<br />
della Fasi per il Nord Est, Gian<br />
Vittorio Masala, la presidente<br />
del circolo “E. D’Arborea”,<br />
Serafina Mascia, il presidente<br />
onorario del Sodalizio Abruzzese<br />
Molisano, Adriano Ciccotosto,<br />
Anita Correli, una<br />
giovane dirigente del circolo<br />
sardo, e Gianni Tosin esperto<br />
di problemi degli emigrati della<br />
Terza Età. I rappresentanti<br />
della Regione <strong>Sardegna</strong> che<br />
avrebbero dovuto partecipare<br />
alla tavola rotonda su come<br />
Regioni e Comuni rispondono<br />
alle attese delle associazioni,<br />
sono stati bloccati - così come<br />
altri ospiti - dallo sciopero dei<br />
controllori di volo che ha paralizzato<br />
il traffico aereo e non<br />
hanno potuto raggiungere per<br />
tempo Padova.<br />
Dal dibattito coordinato da<br />
padre Segafreddo sono emerse<br />
esperienze e testimonianze<br />
confortanti per il futuro dell’associazionismo.<br />
Particolarmente<br />
apprezzata l’opera della<br />
Regione sarda che tra le prime,<br />
fin dagli anni Sessanta –<br />
come ha ricordato Gianni De<br />
Candia, presidente della cooperativa<br />
di giornalisti che da<br />
circa 30 anni realizza “Il Messaggero<br />
Sardo”, mensile che<br />
tiene unita e in contatto la comunità<br />
sarda sparsa in ogni angolo<br />
del mondo – ha varato<br />
una politica di interventi a favore<br />
dell’emigrazione. Politica<br />
e interventi che in questi<br />
anni hanno subito modifiche e<br />
integrazioni, per rispondere<br />
alle esigenze mutate dei sardi<br />
fuori dall’Isola, ma che restano<br />
ancora fondamentali per tenere<br />
vivi i rapporti con i discendenti<br />
delle centinaia di migliaia<br />
di sardi emigrati. Anche<br />
se oggi ci sono regioni che destinano<br />
più risorse a sostegno<br />
dell’emigrazione, la <strong>Sardegna</strong><br />
è tra le più organizzate e strutturate.<br />
La organizzazione dei<br />
suoi circoli e presa ad esempio<br />
dai rappresentanti delle altre<br />
comunità.<br />
Aprendo il convegno Armando<br />
Traini, presidente del<br />
Sodalizio Abruzzese Molisano<br />
di Padova, ha rimarcato che<br />
Padre Segafreddo, Armando Traini e Sabino Acquaviva<br />
solo dall’ associazionismo e<br />
dell’ intercultura potranno venire<br />
i buoni frutti per la valorizzazione<br />
di quell’ esperienza<br />
straordinaria che è l’ emigrazione,<br />
coinvolgendo vecchie e<br />
nuove generazioni in un processo<br />
evolutivo e di integrazione<br />
ricco di creatività e di<br />
benessere.<br />
L’ assessore alla Cultura del<br />
comune di Padova, Giorgio<br />
Castellani, ha espresso apprezzamento<br />
e gratitudine per tutto<br />
quello che “sardi, abruzzesi<br />
e molisani hanno fatto per la<br />
nostra città”. Gente che pur essendo<br />
da considerare padovana<br />
a tutti gli effetti “conserva<br />
immutato l’amore per la propria<br />
terra e per la propria cultura”,<br />
e ha sottolineato che<br />
“Padova ha ricevuto molti benefici<br />
da queste presenze”.<br />
Nel suo intervento Sabino<br />
Acquaviva ha posto l’ accento<br />
sul fatto che sta nascendo una<br />
nuova civiltà, ha parlato della<br />
crisi demografica dell’ Occidente<br />
e ha riaffermato che<br />
“avremo bisogno sempre più<br />
di emigrati”.<br />
Acquaviva ha allargato<br />
l’orizzonte del suo intervento<br />
Servizio e foto dell'inviato Gianni De Candia<br />
al fatto che con la evoluzione<br />
degli Stati Nazione e con la<br />
nascita dell’Unione Europea,<br />
stanno riemergendo le culture<br />
regionali. “Bisogna aiutare le<br />
realtà regionali a salvarsi”, sul<br />
modello della Catalogna, che<br />
ha ricuperato la sua lingua. Per<br />
il sociologo gli Stati Uniti<br />
d’Europa sono il “nostro grande<br />
futuro”, ma - ha avvertito –<br />
anche la riscoperta e la valorizzazione<br />
delle culture regionali<br />
è una grande modernizzazione”.<br />
L’ assessore De Poli ha invitato<br />
a rivisitare ciò che è successo<br />
dal dopoguerra a oggi<br />
per capire cosa sta succedendo<br />
e cosa potrà ancora accadere in<br />
questi fenomeni sociali. Ha ricordato<br />
gli interventi della<br />
Regione a sostegno dell’ associazionismo,<br />
considerato lo<br />
strumento più efficace per l’integrazione<br />
e per evitare le discriminazioni.<br />
Raffaele Zanon è stato ancor<br />
più esplicito. “I popoli – ha<br />
detto - non si fermano. Le migrazioni<br />
ci sono sempre state e<br />
continueranno a esserci”.<br />
Dopo aver sostenuto che il futuro<br />
è l’Europa delle culture,<br />
l’assessore ha sottolineato<br />
l’esigenza di dare un ruolo ai<br />
giovani nell’ associazionismo.<br />
Ha concluso annunciando<br />
le iniziative dei giovani<br />
veneti a favore degli anziani<br />
d’Argentina.<br />
Franco Narducci ha ricordato<br />
a tutti che l’ ”emigrazione è<br />
frutto di condizioni disperate”,<br />
e che i flussi si dirigono dove<br />
ci sono opportunità di lavoro,<br />
“per svolgere mansioni che altri<br />
non vogliono svolgere”.<br />
TAVOLA ROTONDA<br />
La Tavola rotonda, introdotta<br />
da Edoardo Pittalis (pubblichiamo<br />
a parte il suo intervento),<br />
ha messo a confronto esperienze<br />
diverse. Gian Vittorio<br />
Masala ha spiegato che la Regione<br />
sarda riconosce i circoli<br />
e li sostiene nelle loro attività.<br />
Ha raccontato che il flusso più<br />
massiccio dalla <strong>Sardegna</strong> risale<br />
al periodo 1950-70 e concise<br />
con la crisi delle miniere e<br />
delle campagne, ma ha evidenziato<br />
che esiste anche un’emigrazione<br />
intellettuale. “La<br />
<strong>Sardegna</strong> - ha detto – resta<br />
sempre la terra d’origine e di<br />
riferimento culturale anche se<br />
con il passare del tempo anche<br />
i sardi si integrano nelle nuove<br />
realtà”. Masala ha riconosciuto<br />
che la classe politica sarda<br />
ha favorito la costituzione dei<br />
circoli e ha spiegato che ora la<br />
Regione si aspetta che i sardi<br />
emigrati apportino nell’Isola i<br />
loro patrimoni di con conoscenze<br />
e esperienze.<br />
Adriano Ciccotosto, un ex<br />
preside, ha posto l’accento sul<br />
problema scolastico e sulla tutela<br />
delle identità perché ci sia<br />
integrazione ma mai assimilazione.<br />
Serafina Mascia ha parlato<br />
della collaborazione tra le associazioni<br />
come occasione per<br />
mettere a confronto le diverse<br />
esperienze. Ha poi posto l’ accento<br />
sul ruolo della famiglia<br />
e della donna per favorire l’integrazione.<br />
I circoli – ha concluso<br />
– sono nati come luoghi<br />
di rifugio e di difesa ora invece<br />
abbiamo obiettivi nuovi e importanti,<br />
primo fra tutti la salvaguardia<br />
e la promozione<br />
della cultura e dei valori d’origine.<br />
Anita Curreli, unica voce<br />
giovane, ha ricordato che per il<br />
sardo “il mare segna una linea<br />
di demarcazione netta”. Ha poi<br />
ripercorso le tappe della sua<br />
presa di contatto con il circolo<br />
e ha valutato positivamente<br />
l’esperienza fatta in occasione<br />
di alcune iniziative della Regione<br />
sarda che ha favorito il<br />
contatto con altri giovani provenienti<br />
da realtà diverse,<br />
come positivo è stato il giudizio<br />
sui corsi di formazione per<br />
dirigenti di circoli fatti per i<br />
giovani. “Le nostre associazioni<br />
- ha detto – sono punti di<br />
incontro per i giovani perché<br />
portatori del senso di apparte-<br />
Le sorelle Elisa e Anita Curreli<br />
Adriano Ciccotosto, Edoardo Pittalis, Gianvittorio Masala, Serafina, Gianni Tosin
IL MESSAGGERO SARDO 15<br />
OTTOBRE 2002<br />
nenza e di identità”. Ha poi<br />
spiegato che per mantenere in<br />
collegamento la comunità sarda<br />
nel mondo oltre a internet<br />
c’è “Il Messaggero Sardo” che<br />
si occupa di veicolare e far circolare<br />
le nostre iniziative. Anita<br />
Correli ha quindi raccontato<br />
una sua esperienza che l’ ha<br />
messa in contatto con bambini<br />
figli di immigrati. “Io non<br />
posso fare a meno di dire a tutti<br />
che sono sarda, pur essendomi<br />
realizzata e integrata in<br />
Veneto, perché la mia famiglia<br />
mi ha fatto sentire forte il<br />
senso dell’appartenenza, molti<br />
di quei bambini invece non<br />
hanno avuto racconti e non<br />
hanno memoria”.<br />
Ha concluso gli interventi<br />
Gianni Tosin che si è soffermato<br />
sui problemi della Terza<br />
età e delle iniziative per<br />
favorire questo tipo di associazionismo.<br />
CONCLUSIONI<br />
Una delle caratteristiche<br />
dell’attività delle associazioni<br />
– ha detto padre Segafreddo<br />
concludendo il convegno<br />
– è di essere espressione<br />
della loro terra d’ origine.<br />
Il territorio - vale a dire<br />
le Regioni, i Comuni e le<br />
Province - è lo spazio privilegiato<br />
per rapporti di collaborazione,<br />
d’interscambio e<br />
di iniziative che le associazioni<br />
possono instaurare nel<br />
campo sociale, economico e<br />
culturale. Divengono così<br />
protagoniste di un processo<br />
d’attiva integrazione, trasformando<br />
il territonio in<br />
una “casa comune” dove persone<br />
provenienti da diverse<br />
regioni e città imparano a<br />
convivere e a relazionarsi.<br />
La sfida dell’ integrazione<br />
in un nuovo territorio con<br />
culture e tradizioni diverse –<br />
ha sottolineato padre Segafreddo<br />
- si supera nel riispetto<br />
e nella reciproca valorizzazione<br />
della propria identità.<br />
Le differenze culturali diventano<br />
motivo di reciproci<br />
arricchimenti.<br />
Le associazioni oggi sono<br />
chiamate non a difendere i<br />
loro privilegi e le loro conquiste<br />
ma a divenire dei “laboratori<br />
d’idee”, di cultura al<br />
dialogo e all’incontro. Sono<br />
spinte a porsi in rete, con la<br />
ricchezza della propria identità,<br />
cercando di ritrovare al<br />
fondo della loro storia e delle<br />
loro tradizioni radici e valori<br />
che legano insieme, che<br />
promuovano una cultura<br />
dell’ incontro. In tal modo,<br />
da ogni esperienza associazionistica<br />
se ne esce, nella<br />
maggioranza del casi, arricchiti.<br />
Con questo convegno – ha<br />
detto - abbiamo voluto suggerire<br />
alcuni obiettivi che<br />
l’associazionismo può oggi<br />
raggiungere. Innanzitutto<br />
quello di realizzare interscambi<br />
valorizzando anche i<br />
nuovi strumenti informatici<br />
della comunicazione; mantenere<br />
viva una fitta rete<br />
d’iniziative: formative, assistenziali<br />
e umanitarie, che<br />
Questa poesia è stata composta<br />
da Adriano Ciccotosto e ispirata<br />
dall'intervento di Anita<br />
Curreli<br />
Il mare da un oblò<br />
Là<br />
perduti nell'azzurro<br />
del cielo,<br />
con la tristezza<br />
dell'animo,<br />
con gli occhi<br />
che non vogliono<br />
vedere,<br />
con il cuore<br />
vicino ai ricordi,<br />
con la malinconia<br />
del pensiero,<br />
che non vuole accettare il futuro<br />
è la vita amara del presente,<br />
sostenuto solo dallo spirito,<br />
con un solo pensiero:<br />
«andare per ritornare»,<br />
ma poi?<br />
È cercare un'altra patria,<br />
senza dimenticare<br />
la propria.<br />
possono avere sviluppo anche<br />
nella promozione del turismo<br />
culturale e sociale,<br />
nel mondo dell’ economia e<br />
dell’ imprenditorialità; promuovere<br />
incontri e rapporti<br />
che rilancino l’offerta del<br />
patrimoni storici delle regioni<br />
e delle città italiane come<br />
valore aggiunto alle bellezze<br />
naturali e artistiche che<br />
già caratterizzano l’Italia<br />
nel mondo, richiamare all’attenzione<br />
dell’opinione pubblica<br />
i grandi temi e le attese<br />
delle comunità itallane all’estero:<br />
quali i valori della<br />
lingua, della cultura italiana<br />
e delle tradizioni legate alle<br />
nostre regioni, le richieste<br />
nel settori della formazione,<br />
dell’assistenza, della previdenza<br />
e dell’informazione di<br />
ritorno.<br />
Pensando all’epopea migratoria<br />
italiana, dagli ultimi<br />
decenni del 1800 fino al<br />
primi anni del secondo dopoguerra,<br />
emergono le immagini<br />
di folle di uomini e<br />
donne, obbligati a lasciare<br />
le loro case per trovare all’estero<br />
lavoro e migliori<br />
prospettive di vita per i loro<br />
figli.<br />
Ma queste milioni di persone,<br />
portarono nei vari Paesi<br />
europei e d’oltreoceano la<br />
loro laboriosità: costruirono<br />
strade, ferrovie, nuovi centri<br />
abitativi, oggi divenuti città.<br />
Trasmisero stilo di vita,<br />
patrimoni di memorie e di<br />
valori morali e religiosi; ebbero<br />
l’orgoglio e la capacità<br />
di indirizzare i loro figli<br />
allo studio, tanto che i loro<br />
discendenti sono divenuti<br />
protagonisti nelle scuole,<br />
nelle università, del centri di<br />
ricerca, nel mondo dell’imprenditoria<br />
e del commercio<br />
mondiale. Hanno costruito<br />
un’altra Italia che ora, nel<br />
processo di globalizzazione,<br />
non può perdere la sua identità<br />
e il suo ruolo.<br />
Edouard Glissant nel 1996<br />
scriveva: “Nel panorama attuale<br />
del mondo, si pone un<br />
grande interrogativo: come<br />
essere se stessi senza chiudersi<br />
agli altri e come aprirsi<br />
agli altri senza perdere se<br />
stessi?”.<br />
Noi – ha concluso padre<br />
Segafreddo - viviamo in un<br />
mondo divenuto villaggio<br />
globale, dove possiamo<br />
esprimere la nostra identità<br />
soprattutto nelle espressioni<br />
quotidiane della nostra cultura<br />
e delle nostre relazioni;<br />
ma più si accelera il processo<br />
di globalizzazione, più abbiamo<br />
bisogno di rafforzare<br />
la nostra identità, il nostro<br />
senso di appartenenza.<br />
Mio nonno paterno<br />
Giovanni Maria emigrò<br />
in Argentina nel<br />
1910. Dal suo paese, Cossoine,<br />
partirono in otto, avevano<br />
meno di vent’anni. Alcuni si<br />
sono sposati laggiù, hanno<br />
avuto figli e nipoti tra Rosario<br />
e Santa Fè.<br />
Cossoine è un paesino dell’interno,<br />
distante cinquanta<br />
chilometri da Sassari, una strada<br />
tortuosa che richiedeva allora<br />
molte ore di viaggio a cavallo.<br />
Non c’è mai stato un treno<br />
per Cossoine, la corriera è<br />
venuta dopo l’ultima guerra.<br />
Il nonno partì povero e rimpatriò<br />
povero nel 1915, quando<br />
si arruolò per combattere<br />
una guerra, talmente enorme e<br />
tragica da passare alla storia<br />
come la Grande Guerra. Era<br />
lanciafiamme del 151° reggimento<br />
fanteria della Brigata<br />
Sassari, è stato sulle trincee<br />
dell’Altopiano e poi in quelle<br />
del Carso. Il suo tenente era<br />
Emilio Lussu.<br />
L’intero fronte era nel Nordest<br />
dell’Italia, la città nella<br />
quale si svolge questo convegno<br />
sull’immigrazione, Padova,<br />
era allora presidio militare.<br />
Di più: dopo la rotta di Caporetto,<br />
divenne “capitale militare”,<br />
sede del Comando e residenza<br />
del re.<br />
Il nonno raccontava che gli<br />
anni da emigrante erano stati<br />
terribili come quelli in trincea.<br />
Nel lavoro e in guerra il senso<br />
della vita era precario. Quando<br />
il piroscafo che li portava<br />
in Argentina fu in vista delle<br />
coste, dove il Rio della Plata si<br />
getta nell’Atlantico, il comandante<br />
diede ordine di calare in<br />
mare le barche con i passeggeri<br />
irregolari, per farli sbarcare<br />
fuori dal controllo delle autorità.<br />
Ieri come oggi li chiamavano<br />
clandestini. Su quelle<br />
barche c’erano sardi, calabresi,<br />
campani, veneti. Molti erano<br />
nati nei villaggi dell’interno e<br />
non avevano mai visto il mare,<br />
pochissimi sapevano nuotare,<br />
qualcuno morì annegato alle<br />
prime ondate, trascinandosi sul<br />
EMIGRAZIONE<br />
PER AFFRONTARE IL PRESENTE<br />
NON DIMENTICARE<br />
LA LEZIONE DEL PASSATO<br />
Edoardo Pittalis, Anita Curreli, Serafina Mascia<br />
fondo, con la valigia, gli ultimi<br />
ricordi della patria. Quel punto<br />
dell’Oceano è sicuramente bagnato<br />
anche dalle lacrime e dal<br />
sangue di molti italiani.<br />
Qualche tempo fa in televisione<br />
è stato trasmesso un film<br />
a puntate sulla vita di Joe<br />
Bonanno, “padrino” famoso<br />
della mafia newyorkese dagli<br />
anni Trenta ai Sessanta, arricchitosi<br />
col proibizionismo,<br />
amico del vecchio Kennedy.<br />
Bonanno e decine di siciliani<br />
entrarono clandestini negli Usa<br />
da Cuba, attraverso le paludi<br />
della Louisiana. Una volta nella<br />
laguna, il comandante del<br />
battello diede ordine che i<br />
clandestini venissero gettati in<br />
acqua: “Arrangiatevi”. Molti<br />
toccarono terra, qualcuno morì<br />
annegato.<br />
Davvero, emigrare per gli italiani<br />
dell’inizio del Novecento<br />
significava rischiare la vita,<br />
come quando saranno fanti in<br />
trincea. “Si sta/ come d’autunno/<br />
sugli alberi/ le foglie”, scriveva<br />
il soldato Giuseppe Ungaretti<br />
in una trincea del Carso.<br />
Storie vecchie che assomigliano<br />
straordinariamente alla<br />
storia di questi mesi. Con una<br />
differenza: gli italiani di oggi<br />
spesso danno l’impressione di<br />
voler dimenticare ciò che sono<br />
stati, quasi vogliono scordare<br />
di essere stati poveri, emigranti,<br />
persino clandestini.<br />
L’emigrazione era allora la<br />
sola alternativa alla miseria in<br />
gran parte dell’Italia. Padova è<br />
oggi il cuore colto e agiato del<br />
ricco Nordest. Una città attenta<br />
alle trasformazioni e alle novità.<br />
A guardarlo adesso, sembra<br />
che il Veneto sia sempre stato<br />
così, ugualmente ricco, abbondante.<br />
Invece, cento anni fa era<br />
terra di emigranti, lo chiamavano<br />
la “Calabria del Nord”.<br />
Ci volevano quaranta giorni<br />
di nave a vapore per arrivare in<br />
America. “Merica”, dicevano<br />
gli emigranti veneti, e negli<br />
anni è stata la meta di milioni di<br />
veneti e di friulani. C’era miseria<br />
nera nei villaggi e nei paesi,<br />
la fame riduceva le speranze, la<br />
pellagra e la tubercolosi facevano<br />
il resto. Ogni piroscafo<br />
trasportava duemila persone<br />
per volta, due metri di spazio a<br />
testa, una latrina ogni venti<br />
passeggeri. Durante la navigazione<br />
si moriva di dissenteria,<br />
morbillo, scorbuto.<br />
Si moriva e si nasceva su quelle<br />
navi. Si spegnevano i sogni e<br />
si accendevano altri sogni.<br />
L’emigrazione era nel Veneto<br />
come al Sud la vera professione<br />
della maggioranza della popolazione<br />
maschile. Le rimesse degli<br />
emigrati erano la sola fonte<br />
di reddito di molti paesi.<br />
Oggi si tende a dimenticare il<br />
passato. Ricordare “come eravamo”<br />
provoca in molti la voglia<br />
di rimozione. Così la lezione<br />
del passato non aiuta a<br />
capire il grande problema del<br />
presente: l’immigrazione. E’ un<br />
esodo quasi epocale dai Paesi<br />
più poveri, una marcia disordinata<br />
e colossale che può sconvolgere<br />
l’Europa intera. Certo<br />
occorrono regole, il più possibili<br />
comuni, ma prima bisogna<br />
sforzarsi di capire. L’Europa<br />
deve adottare una legislazione<br />
efficace che valga nel Canale di<br />
Sicilia e nello Stretto della<br />
Manica, sotto le coste spagnole<br />
e nelle isole della Grecia. Una<br />
legislazione che capisca i diritti<br />
umani e che sappia distinguere<br />
tra profughi e clandestini,<br />
tra disperati e criminali.<br />
Questo convegno padovano<br />
punta molto sulla parola “intercultura”<br />
e si pone un obiettivo:<br />
scambiarsi le esperienze per arricchirsi<br />
e arricchire. Il sociologo<br />
veneto Ulderico Bernardi,<br />
uno degli studiosi più attenti<br />
dell’emigrazione a Nordest, ha<br />
coniato una fortunata definizione:<br />
“Chi scambia, cambia”.<br />
Gli incontri migliorano le società,<br />
le svecchiano, le preparano<br />
meglio al futuro, danno armi<br />
nuove per capire. La cosa peggiore<br />
che si possa fare è chiudersi<br />
agli altri.<br />
Sono stato chiamato a moderare<br />
una tavola rotonda che ha<br />
come tema il cambio generazionale<br />
all’interno dell’immigrazione.<br />
Dagli interventi sono<br />
emersi i ruoli della famiglia, della<br />
donna, dei giovani come interpreti<br />
della cultura della tolleranza,<br />
la sola che può arginare la<br />
deriva del razzismo. C’è spesso<br />
l’ignoranza alla base del rifiuto<br />
più volgare e umiliante degli altri.<br />
Come diceva Leonardo<br />
Sciascia: “C’è sempre un Sud<br />
più al Sud del Sud”. C’è sempre<br />
il pericolo del razzismo, spesso<br />
è nella nostra presunzione.<br />
Soprattutto è stato sottolineato<br />
il valore della memoria che<br />
collega il nostro passato al nostro<br />
presente. Tra quegli emigranti<br />
abbandonati nelle acque<br />
dell’Oceano o nelle paludi della<br />
Louisiana e gli immigrati abbandonati<br />
su vecchi canotti<br />
contro gli scogli della Sicilia c’è<br />
un legame molto più stretto di<br />
quanto sembri. C’è qualcosa di<br />
estremamente attuale che attraversa<br />
cento e più anni della storia<br />
di tutti. Se si spezza la memoria<br />
(che è fatta della nostra identità,<br />
ovunque ci troviamo, della<br />
nostra lingua, della nostra tradizione),<br />
si spezza la storia stessa.<br />
A quel punto davvero sarà come<br />
se non ci fossimo, come se non<br />
fossimo mai esistiti.<br />
Nel prossimo numero<br />
il servizio sulla «Settimana<br />
sarda» a Mestre-<br />
Venezia
IL MESSAGGERO SARDO 16<br />
OTTOBRE 2002<br />
EMIGRAZIONE<br />
Iniziativa della<br />
Federazione dei<br />
circoli sardi.<br />
Gli svizzeri<br />
impazziscono<br />
per il torrone.<br />
Esposizione di<br />
opere di artisti<br />
del legno e del<br />
granito.<br />
Anche<br />
l'assessore<br />
Luridiana alla<br />
festa del Circolo<br />
QUATTRO GIORNI CON LA SARDEGNA<br />
I SAPORI E I COLORI DELL'ISOLA<br />
ANIMANO IL CENTRO DI LOSANNA<br />
Un quintale di torrone che<br />
Mario Crobe di Buddusò aveva<br />
portato per la degustazione<br />
nella Place du marché di Renens<br />
è scomparso dal bancone<br />
nel giro di poco tempo con gli<br />
svizzeri in fila ad assaggiare<br />
quel dolce tanto gustoso fatto<br />
di miele e nocciole.<br />
In Svizzera, patria del cioccolato,<br />
il torrone è poco conosciuto<br />
e viene importato dalla<br />
Francia: ecco in parte spiegato<br />
il segreto di tanto successo,<br />
ma c’è da aggiungere che quel<br />
torrone andato a ruba era davvero<br />
buono e si squagliava in<br />
bocca.<br />
Sicuramente gli Svizzeri (e<br />
non solo loro!) se lo ricorderanno<br />
a lungo.<br />
Oltre che dal torrone l’interesse<br />
della grande folla presente<br />
sabato mattina nella<br />
piazza del mercato è stato catturato<br />
dai vini sardi, dai formaggi,<br />
dal pane, ma soprattutto<br />
hanno incuriosito la salsiccia<br />
e i prosciutti di capra e di<br />
pecora (per molti dei presenti<br />
una novità assoluta) offerti<br />
dall’ERSAT.<br />
Svizzeri presi per la gola,<br />
dunque - è il caso di dirlo - ma<br />
anche catturati dalle foto delle<br />
bellissime località della<br />
<strong>Sardegna</strong> e del suo mare, pubblicizzate<br />
dall’ ESIT, e interessati<br />
anche alle produzioni<br />
artigianali esposte da artisti<br />
del sughero, del granito e del<br />
legno, che operano a Buddusò,<br />
come Antonio Carta, Mastru<br />
Mimmiu e Mario Renzo<br />
Solinas, Giuseppe Satta, i fratelli<br />
Fumu e Francesco Fodde<br />
con i suoi violini.<br />
Dopo l’importante rassegna<br />
dello scorso anno a Ginevra,<br />
in occasione della “Vogue di<br />
Carouge”, quest’anno è stata<br />
Losanna ad organizzare una<br />
manifestazione per far conoscere<br />
ai Sardi-Svizzeri delle<br />
nuove generazioni, e ovviamente<br />
agli Italiani e agli<br />
Svizzeri, uno spaccato della<br />
nostra isola: oltre ai già citati<br />
prodotti alimentari, balli,<br />
canti, teatro dialettale, cultura<br />
e tradizioni della nostra terra.<br />
Il tutto racchiuso appunto<br />
in “4 Giorni con la <strong>Sardegna</strong>”,<br />
manifestazione che è stata il<br />
frutto della collaborazione tra<br />
la Federazione dei circoli Sardi<br />
in Svizzera e il circolo “Su<br />
Nuraghe” di Losanna, con il<br />
patrocinio della Regione <strong>Sardegna</strong><br />
e dell’Assessorato del<br />
Lavoro e il contributo dei comuni<br />
di Buddusò, Mores e<br />
Oschiri, ma più in generale di<br />
tutta la comunità del Monte<br />
Acuto (rappresentata dalla<br />
sua Presidente, Maria Antonietta<br />
Mazzone) che ha partecipato<br />
attivamente alla riuscita<br />
e al successo della manifestazione.<br />
L’apertura ufficiale, giovedì<br />
sera nella grande sala degli<br />
spettacoli di Renens, con il<br />
saluto di benvenuto a tutti gli<br />
ospiti da parte della giovane<br />
Presidente del circolo “Su<br />
Nuraghe”, Francesca Fais, cui<br />
è seguito l’intervento del rappresentante<br />
della Federazione<br />
dei Circoli sardi in Svizzera,<br />
Gigi Masia, il quale ha sottolineato<br />
l’importanza di queste<br />
manifestazioni. “Questo - ha<br />
detto - rappresenta il momento<br />
più importante del 2002 per<br />
la vita della nostra Associazione<br />
,perché ufficializza il<br />
lavoro che i nostri Circoli<br />
svolgono da sempre. È risaputo<br />
che chi va all’Estero porta<br />
con sé cultura, costumi modi<br />
di vestire e di mangiare. Questo<br />
copioso bagaglio va con il<br />
Servizi e foto di Antonello De Candia<br />
tempo integrandosi nella società<br />
ospitante entrando gradatamente<br />
a farne parte significativa.<br />
Ed è quanto è accaduto in<br />
Svizzera. E i Sardi emigrati -<br />
ha detto ancora Masia - rivendicano<br />
questo ruolo di interconnessione<br />
,perché sono nella<br />
condizione più appropriata<br />
per farlo , ma hanno bisogno<br />
di interlocutori che diano risposte<br />
chiare e in tempi ragionevolmente<br />
rapidi”.<br />
Al sindaco di Renens, madame<br />
Anne Marie Depoisier ,<br />
il compito di ricambiare e augurare<br />
la riuscita della manifestazione<br />
, alla quale ha dato<br />
entusiasta il suo contributo,<br />
concedendo spazi e strutture<br />
comunali .<br />
Renens è una cittadina di<br />
circa 20 mila abitanti ,un<br />
quartiere industriale di Losanna<br />
diventato comune autonomo<br />
negli anni ’60 .Ed è<br />
qui che la comunità sarda è la<br />
più numerosa per evidenti ragioni<br />
di lavoro.<br />
Al Console di Losanna, dottoressa<br />
Venerandi ,il compito<br />
di portare il saluto ufficiale<br />
dell’ambasciatore Lorenzo<br />
Ferrari e di sottolineare che<br />
“la <strong>Sardegna</strong> è una delle regioni<br />
più belle d’Italia. Io la<br />
conosco in parte - ha detto - e<br />
sono rimasta colpita dalle<br />
rocce imponenti della Gallura<br />
,delle vere sculture della natura”.<br />
Il Console ha poi sottolineato<br />
anch’egli l’importanza<br />
di queste manifestazioni ,<br />
di apertura verso l’esterno:<br />
avete capito lo spirito del futuro<br />
- ha concluso - che è<br />
quello appunto di mantenere<br />
la propria identità e nel contempo<br />
di aprirsi agli altri.”<br />
Dopo i saluti di rito, sul palco<br />
si sono alternati la fanfara<br />
“La clé d’argent” di Renens e<br />
il coro polifonico “Lachesos”<br />
di Mores, una formazione di<br />
25 elementi, fondato nel<br />
1978, che prende il nome dalla<br />
collina che sovrasta l’abitato.<br />
Il coro - presentato da Nino<br />
Virdis - sarà poi protagonista<br />
per tutta la<br />
manifestazione,che chiuderà<br />
con la messa cantata in sardo<br />
nella chiesetta di Renens.<br />
Un ricco buffet di prodotti<br />
sardi ha quindi consentito<br />
agli ospiti di far conoscenza e<br />
di familiarizzare e di scambiare<br />
impressioni e convenevoli.<br />
Per molti si è trattato di incontrare<br />
vecchi paesani, emigrati<br />
da tempo, com’è il caso<br />
di Salvatore Putzu di Oschiri,<br />
uno dei fondatori del circolo<br />
di Losanna, emigrato in Svizzera<br />
ormai da oltre 40 anni.<br />
“Sono ormai prossimo alla<br />
pensione - si è confidato – e<br />
pensavo di rientrare in <strong>Sardegna</strong><br />
dove ho acquistato una<br />
casetta , ma mia moglie non<br />
ne vuole sentire e ha detto<br />
che lei rimane qui con i nipotini<br />
!”<br />
La seconda giornata è stata<br />
caratterizzata dalle rappresentazioni<br />
teatrali della compagnia<br />
“Sos amigos de Anna”<br />
(in origine “Sos amigos de su<br />
teatru oschiresu”),così ribattezzata<br />
in onore della loro<br />
maestra recentemente scomparsa,<br />
Anna Ogano. Una insegnante<br />
elementare - ha ricordato<br />
Chicca Seu, responsabile<br />
del gruppo - che per oltre 40<br />
anni, anche dopo essere andata<br />
in pensione , ha voluto<br />
continuare a riunire i ragazzi<br />
del paese, trascorrendo con<br />
loro parte della giornata per<br />
insegnare, o meglio per non<br />
dimenticare, la lingua sarda e<br />
le tradizioni della nostra terra.<br />
Creata come associazione di<br />
volontariato nel 1997, la<br />
compagnia teatrale di Anna<br />
Ogano è composta quasi tutta<br />
da giovanissimi( e bravissimi<br />
) attori che vogliono continuare<br />
nel loro impegno culturale<br />
per non far morire una tradizione<br />
che rischia di scomparire<br />
con le nuove generazioni.<br />
E le due rappresentazioni proposte<br />
- opera della scrittrice<br />
di origine oschirese, Nanda<br />
Palmas - hanno offerto uno<br />
spaccato di vita paesana, viva<br />
e stimolante, fatta di pregiudizi<br />
e sentimenti che segnano<br />
un confine tra un tempo passato<br />
e una realtà in movimento a<br />
volte difficile da accettare,<br />
come quella del figlio che<br />
emigra in Germania e torna in<br />
paese con una moglie tedesca,<br />
biondissima e molto estrover-<br />
L'assessore del lavoro, Matteo Luridiana (al centro) durante la manifestazione<br />
Francesco Laconi, Domenico Scala, Mario Agus
IL MESSAGGERO SARDO 17<br />
OTTOBRE 2002<br />
EMIGRAZIONE<br />
“SU NURAGHE” FESTEGGIA<br />
35 ANNI DI ATTIVITA'<br />
AL SERVIZIO DEI SARDI<br />
L'Assessore Luridiana con Francesca Fais e i dirigenti del circolo<br />
sa la quale suscita simpatie e<br />
appetiti e quindi chiacchiere e<br />
dicerie che turbano la pace<br />
familiare, fino ad indurre la<br />
suocera sospettosa e bigotta a<br />
liberarsene facendola morire<br />
di spavento, considerato che<br />
la giovane sposina era malata<br />
di cuore. Insomma una commedia<br />
gustosa, ricca di sfumature<br />
e di sarcasmo, che ha riscosso<br />
successo e applausi, a<br />
testimonianza di un teatro<br />
dialettale sardo più che mai<br />
vivo e che meriterebbe maggiore<br />
attenzione e sostegno<br />
da chi è responsabile della<br />
cultura in <strong>Sardegna</strong> .<br />
Certo è che i Sardo-Svizzeri<br />
o se preferire gli Svizzero-Sardi<br />
hanno apprezzato molto,<br />
così come è stato importante<br />
per questi giovanissimi attori<br />
provenienti da un piccolo<br />
centro della <strong>Sardegna</strong> conoscere<br />
una realtà come quella<br />
dell’emigrazione in Svizzera<br />
e soprattutto avere una platea<br />
così numerosa che, forse, non<br />
immaginavano neppure di poter<br />
avere mai. Queste manifestazioni,<br />
dunque, ben vengano,<br />
se questi sono i risultati<br />
tangibili.<br />
E nell’incontro - seppure informale<br />
- che c’è stato tra la<br />
municipalità di Renens, con<br />
il sindaco madame Anne Marie<br />
Depoisier, e la delegazione<br />
sarda ,capeggiata dall’Assessore<br />
del lavoro Matteo Luridiana<br />
, con il sindaco di<br />
Buddusò, Giovanni Satta,<br />
l’assessore alla cultura di<br />
Oschiri ,Angelo Solinas, e il<br />
consigliere comunale di Mores,<br />
Francesco Sanna, e la presidente<br />
della Comunità Montana<br />
Monte Acuto Maria Antonietta<br />
Mazzone, si è andati<br />
oltre i convenevoli di circostanza<br />
con scambio di doni e<br />
gagliardetti, e si sono gettate<br />
le basi per un rapporto più<br />
stretto e più concreto, sia sul<br />
piano culturale che su quello<br />
commerciale, con la possibilità<br />
di un gemellaggio tra<br />
qualche comune della <strong>Sardegna</strong><br />
e la cittadina di Renens,<br />
famosa per la produzione di<br />
vini Doc, oltre che di componenti<br />
per l’industria della<br />
meccanica fine..<br />
Si è arrivati così al “clou”<br />
della serata con la grande<br />
cena sarda, a base di malloreddus<br />
e di arrosti di porcetto e<br />
agnello, in una sala affollatissima<br />
( che non ha potuto accogliere<br />
tutte le richieste ) mentre<br />
sul palco si sono alternati<br />
il gruppo folk “Santa Lucia<br />
“di Buddusò, i tenores di<br />
Buddusò e il Coro Lachesos di<br />
Mores, che hanno animato<br />
fino a tarda notte una serata<br />
indimenticabile.<br />
Ma prima di dare inizio alle<br />
libagioni e ai canti e ai balli,<br />
ci sono stati i discorsi ufficiali<br />
e lo scambio di doni .<br />
Ha cominciato Francesca<br />
Fais, presidentessa del circolo”<br />
Su Nuraghe “ di Losanna,<br />
la quale ha ringraziato tutti<br />
coloro che hanno dato un<br />
contributo alla riuscita della<br />
manifestazione:” Forse - ha<br />
detto - alcuni anni fa non<br />
avremmo pensato di poter fare<br />
questa manifestazione. E ciò<br />
dimostra - ha aggiunto con<br />
una punta polemica - che anche<br />
i giovani, quando viene<br />
dato loro lo spazio, riescono<br />
anche a fare qualcosa.”<br />
Domenico Scala, Presidente<br />
della Federazione dei Circoli<br />
sardi in Svizzera, si è detto orgoglioso<br />
di questa manifestazione<br />
ed ha auspicato che simili<br />
iniziative possano ripetersi.<br />
Scala ha quindi ringraziato<br />
la presidentessa del circolo<br />
di Losanna e tutti coloro<br />
che hanno dato un contributo<br />
per la riuscita della manifestazione,<br />
ed in particolare agli<br />
ospiti venuti dalla <strong>Sardegna</strong><br />
“che - ha detto Scala - ci hanno<br />
permesso di portare qui in<br />
Svizzera uno spaccato della<br />
nostra cultura e di aggiungere<br />
un altro anello, oltre ai già<br />
molti esistenti tra i nostri due<br />
Paesi e tra questa bella regione<br />
e la nostra cara terra, la <strong>Sardegna</strong>.”<br />
Il circolo sardo “Su Nuraghe”<br />
di Losanna è uno dei<br />
circoli “storici” dell’Emigrazione<br />
sarda in Svizzera, essendo<br />
stato fondato alla fine<br />
degli anni ’60 da un gruppo<br />
di “pionieri” ( tra i quali vanno<br />
ricordati, Antonio Sanna<br />
di Ozieri - che ne fu il primo<br />
Presidente - ,Salvatore Putzu<br />
di Oschiri e Pietro Meloni di<br />
Orgosolo) spinti dalla necessità<br />
di trovarsi tra loro dopo<br />
aver lasciato l’amata <strong>Sardegna</strong>.<br />
Vi si incontravano con le<br />
famiglie, con i figli, per ricreare<br />
un’atmosfera di calore<br />
umano, solidarietà e fratellanza<br />
in una Svizzera che all’epoca<br />
concedeva poco spazio<br />
agli emigrati.<br />
Ed è proprio ripensando a<br />
quei tempi che oggi si può capire<br />
veramente quanta strada<br />
sia stata fatta dai lavoratori<br />
sardi emigrati nel processo di<br />
integrazione nella comunità<br />
Svizzera e anche come sia<br />
cambiata la vita del circolo<br />
stesso, proiettato all’esterno,<br />
e impegnato a far conoscere la<br />
storia, la cultura e le tradizioni<br />
dell’Isola, oltre alle bellezze<br />
naturali, decantate ormai in<br />
tutto il mondo dagli operatori<br />
turistici.<br />
L’inaugurazione ufficiale<br />
della sede, che è sempre stata<br />
in av. de Morges, risale al<br />
1972, e quello che era un<br />
grande appartamento vuoto,<br />
con il tempo e con il lavoro<br />
dei soci, è diventato un angolo<br />
di <strong>Sardegna</strong>, con un nuraghe<br />
realizzato al suo interno,<br />
bandiere, quadri, libri e oggetti<br />
vari che ricordano inequivocabilmente<br />
la terra<br />
d’origine.<br />
La sede del Circolo è composta<br />
da un grande salone, al<br />
centro del quale c’è il bar, una<br />
biblioteca, una sala della Segreteria<br />
dotata di computer,<br />
una cucina e i servizi, e d anche<br />
un’ampia terrazza esterna.<br />
Per l’Assessore del lavoro<br />
Matteo Luridiana, presente a Losanna<br />
alla manifestazione “4<br />
giorni con la <strong>Sardegna</strong>”, la visita<br />
al Circolo è stata una tappa<br />
obbligatoria.<br />
Ad accoglierlo e a fare gli<br />
onori di casa, la giovane Presidente,<br />
Francesca Fais, e alcuni<br />
membri del Consiglio direttivo.<br />
Alle domande di prammatica<br />
dell’Assessore sul numero dei<br />
soci e sull’attività del Circolo,<br />
Francesca Fais risponde che “i<br />
soci sono oltre un centinaio, che<br />
sono calati rispetto al passato<br />
perché - spiega - i Sardi, figli ormai<br />
di 2° e 3° generazione, sono<br />
integrati nel sistema svizzero. E<br />
con la vita degli emigrati - aggiunge<br />
- è cambiata anche la vita<br />
del Circolo.<br />
“Il Circolo con la stessa struttura<br />
e gli stessi programmi di 30<br />
anni fa’ era destinato a morire -<br />
dice Francesca Fais - perché non<br />
corrispondeva più alle esigenze<br />
dei suoi soci. Per superare quindi<br />
questa situazione abbiamo<br />
semplicemente deciso di aprirci<br />
agli altri e piuttosto che cercare<br />
di portare nuovi soci nel Circolo,<br />
abbiamo deciso di uscire<br />
noi, in quanto Circolo, e di proporci<br />
non solo ai Sardi e più in<br />
particolare ai giovani, ma agli<br />
Italiani e soprattutto agli Svizzeri.”<br />
E la manifestazione “ 4<br />
jours avec la Sardaigne” a Renens<br />
- Losanna ne è la più tangibile<br />
delle prove.<br />
Quello de “Su Nuraghe” è un<br />
circolo quasi tutto “a trazione “<br />
femminile: oltre alla presidente<br />
Francesca Fais, sono donne la<br />
vicepresidente Josane Masala e<br />
la segretaria, Natascia Manca.<br />
“Siano diventati dei veri e<br />
propri ambasciatori della <strong>Sardegna</strong><br />
a Losanna e nel cantone di<br />
VAUD - dice ancora Francesca -<br />
e restarlo è il nostro obiettivo<br />
per il futuro”.<br />
E in questo spirito è nata<br />
Scala ha poi rivolto un ringraziamento<br />
particolare al<br />
sindaco di Renens, madame<br />
Depoisier , ai suoi cittadini e<br />
amministratori e al cantone di<br />
Vaud,” e non solo per l’attenzione<br />
e l’appoggio datoci in<br />
questa occasione, ma perché<br />
questo cantone lo sentiamo<br />
vicino a noi soprattutto per<br />
aver accolto migliaia di lavoratori<br />
e giovani che lasciavano<br />
la <strong>Sardegna</strong>, offrendo loro<br />
lavoro nell’industria meccanica<br />
fine, nel settore alberghiero<br />
e in quello dell’edilizia<br />
.”<br />
l’idea della manifestazione<br />
“4 giorni con la <strong>Sardegna</strong>”.<br />
“Già nel settembre del<br />
2001 - ricorda Francesca Fais<br />
- in occasione della Vogue di<br />
Carouge, la <strong>Sardegna</strong> era stata<br />
protagonista di una importante<br />
rassegna nel cantone di<br />
Ginevra, ora siamo noi di Losanna<br />
a dare risalto alle ricchezze<br />
e alle bellezze della<br />
nostra Isola. E l’aspetto più<br />
importante - sottolinea la Presidente<br />
del Circolo - è che la<br />
manifestazione ha ricevuto<br />
l’appoggio incondizionato e<br />
il contributo attivo dalle autorità<br />
di Renens - Losanna,<br />
con in testa il sindaco Anne<br />
Marie Depoisier, oltre ovviamente<br />
al patrocinio della Regione<br />
<strong>Sardegna</strong> tramite l’Assessorato<br />
del Lavoro.<br />
Così dall’idea originaria di<br />
promuovere un solo paese<br />
della <strong>Sardegna</strong>, si è pensato di<br />
coinvolgere una intera zona,<br />
che è quella del Monte Acuto,<br />
che comprende ben 11 paesi.<br />
L’obiettivo della manifestazione?<br />
Semplicemente ci<br />
siamo proposti di far conoscere<br />
la <strong>Sardegna</strong> per quello<br />
che è - dice Francesca - non<br />
solo quella dei Vip, della Costa<br />
Smeralda ( che peraltro<br />
non va disconosciuta ,perché<br />
per tanti anni è stato il nostro<br />
biglietto da visita, soprattutto<br />
per il turismo!), ma la vera <strong>Sardegna</strong>,<br />
quella delle tradizioni,<br />
della cultura, della eno-gastronomia,<br />
ma soprattutto del<br />
carattere del popolo sardo<br />
nella sua quotidianità. È questa<br />
<strong>Sardegna</strong> - conclude Francesca<br />
Fais - che abbiamo voluto<br />
presentare anche ai nostri<br />
giovani di 2° e 3° generazione,<br />
una <strong>Sardegna</strong> di valori<br />
che, nonostante il tempo trascorra,<br />
rimangono sempre radicati<br />
nelle nostre genti e nella<br />
nostra terra.”<br />
Un ringraziamento particolare<br />
Scala ha poi rivolto agli<br />
ospiti venuti dalla <strong>Sardegna</strong>:<br />
al Direttore Generale dell’Assessorato<br />
del Lavoro, dott.<br />
Roberto Neroni, alla signora<br />
Barbara Spignesi in rappresentanza<br />
della ATEM “Emilio<br />
Lussu e delle Associazioni<br />
di tutela, ai presidenti delle<br />
Federazioni dei Circoli<br />
Sardi della Francia e dell’Olanda,<br />
Francesco Laconi e<br />
Mario Agus, e quindi all’Assessore<br />
Matteo Luridiana<br />
“siamo onorati - ha concluso<br />
Scala - della sua qualificata e<br />
gradita partecipazione a questo<br />
importante avvenimento<br />
e per il prezioso aiuto datoci<br />
come assessore per la realizzazione<br />
di questa “Quattro<br />
giorni con la <strong>Sardegna</strong>” .<br />
Ancora ringraziamenti e<br />
scambio di doni ( tra gli altri,<br />
la consegna del gonfalone<br />
del Comune di Buddusò da<br />
parte del sindaco Giovanni<br />
Satta alla presidente del Circolo<br />
“Su Nuraghe”, Francesca<br />
Fais ) e il saluto portato<br />
da Maria Antonietta Mazzone,<br />
a nome dell’intero Consiglio<br />
dei circoli del territorio<br />
del Monte Acuto “con emozione<br />
e orgoglio” che si provano<br />
- ha detto - quando si incontrano<br />
persone della nostra<br />
terra che stanno così lontane<br />
e che ci fanno venire alla<br />
mente ricordi e pensieri di un<br />
passato molto duro e difficile.<br />
E l’orgoglio è tanto, perché<br />
vediamo che sono perfettamente<br />
integrati in questa<br />
realtà economica, ma soprattutto<br />
- ha concluso - sono orgogliosa<br />
perché in questa<br />
terra ricca c’è molto del lavoro<br />
dei nostri emigrati.<br />
E brava Francesca, per<br />
quello che hai fatto per la riuscita<br />
di questa manifestazione,<br />
perché sei giovane e perché<br />
sei donna ; e grazie a<br />
Domenico Scala per tutto<br />
quello che ha fatto e che sta<br />
facendo per gli emigrati sardi<br />
in Svizzera e per far conoscere<br />
questa realtà a noi Sardi residenti”.<br />
All’Assessore Matteo Luridiana<br />
il compito di chiudere<br />
gli interventi.<br />
“Porto il saluto del Presidente<br />
della Regione , Mauro<br />
Pili e del Presidente del Consiglio<br />
Regionale Efisio Serrenti<br />
- ha esordito - e saluto e<br />
ringrazio Domenico Scala e<br />
Francesca Fais e i soci dei<br />
Circoli che in questi anni<br />
hanno fatto tanto per far conoscere<br />
la <strong>Sardegna</strong> nel loro<br />
luogo di residenza e di lavoro,<br />
la Svizzera. La <strong>Sardegna</strong> -<br />
ha proseguito l’Assessore -<br />
ha cercato dal canto suo di<br />
mantenere i legami con i nostri<br />
figli costretti a cercare lavoro<br />
fuori dall’Isola, e se non<br />
fosse stato così - ha sottolineato<br />
l’Assessore - oggi questi<br />
avvenimenti, queste manifestazioni<br />
non sarebbero<br />
potute esistere.<br />
La <strong>Sardegna</strong> - ha proseguito<br />
Luridiana - ha bisogno di<br />
farsi conoscere nel mondo :<br />
abbiamo bellezze naturali<br />
straordinarie, produzioni<br />
d’élite nel settore agro - alimentare<br />
;abbiamo un mercato<br />
potenziale molto alto, ecco<br />
perché stiamo cercando di far<br />
diventare i nostri emigrati<br />
nostri ambasciatori, e questo<br />
progetto si sta realizzando.<br />
Non più serate che finiscono,<br />
ma che durano nel tempo.<br />
Come questa .Vorremmo che<br />
la Regione contasse per voi -<br />
ha concluso Luridiana - come<br />
voi contate per la Regione.<br />
Ringrazio infine tutti coloro<br />
che con impegno e sacrificio<br />
vi hanno permesso di conoscere<br />
la <strong>Sardegna</strong> e quel che<br />
può offrire.A kent’annos !”.<br />
E a conclusione di una manifestazione<br />
coinvolgente non<br />
poteva mancare un finale più<br />
emozionante come la messa celebrata<br />
da padre Luciano e cantata<br />
in sardo dal coro Lachesos<br />
di Mores nelle chiesetta di Renens<br />
affollata di gente e portata<br />
a un lungo applauso finale da<br />
una struggente “Ave Maria”.
IL MESSAGGERO SARDO 19<br />
OTTOBRE 2002<br />
Quest’anno è piovuto.<br />
Una pioggia torrenziale<br />
a pomeriggio<br />
appena iniziato e quando stava<br />
per terminare il pranzo<br />
collettivo consumato sulle<br />
tavole di pietra che circondano<br />
sa corte della chiesa di<br />
San Michele, Santu Migali.<br />
Non è che ci fosse tanta<br />
gente, solo un centinaio di<br />
persone tra sardi, continentali<br />
e stranieri che comunque<br />
hanno gustato l’antipasto di<br />
salsicce e olive, la pasta condita<br />
con ragù di carne, la pecora<br />
bollita, il porcetto arrosto<br />
e un tocco di formaggio.<br />
Acqua e vino.<br />
L’anguria è arrivata quando<br />
si era già in ordine sparso<br />
per la pioggia, riparati sotto<br />
le tettoie, un poco prima che<br />
servissero il caffè e l’acquavite.<br />
Qualcuno ha ricordato la<br />
magnificenza di altri anni<br />
con persone a gruppi, a folle,<br />
a continuare fino a sera il rito<br />
dello stare insieme. Stiamo<br />
parlando del Premio di poesia<br />
sarda di Posada giunto<br />
quest’anno alla ventunesima<br />
edizione. Una durata che è un<br />
buon segnale. Così come è<br />
segnale di grande serietà il<br />
fatto che quest’anno la giuria<br />
abbia deciso di non assegnare<br />
premi, solo menzioni e segnalazioni,<br />
per la poesia in<br />
rima. Troppe ripetizioni,<br />
inattuali arcadie e versi zoppi.<br />
La parola che stenta a farsi<br />
poesia e costituire senso.<br />
Perciò un messaggio da poeti<br />
a poeti: è necessario, per la<br />
sopravvivenza della poesia,<br />
uscire dagli schemi e pensare<br />
e sentire dentro il proprio<br />
tempo con la consapevolezza<br />
di utilizzare una lingua viva e<br />
vitale. Alcuni dei poeti, forse<br />
risentiti, non sono venuti alla<br />
festa. Altri invece si sono<br />
presentati e pure hanno letto<br />
i loro versi. Non la piazza<br />
quest’anno, un suggestivo<br />
scorcio sotto il castello della<br />
Fava, ma l’auditorium della<br />
scuole vicino alla Traversa.<br />
Cerimonia per forza di cose<br />
al chiuso: la pioggia seppur<br />
meno incessante ha continuato<br />
a battere.<br />
La festa dei poeti in limba,<br />
rimata e verso sciolto, si è<br />
consumata in questo lungo<br />
arco di tempo tra la fine del<br />
rito della mensa e la festa serale,<br />
con la recita dei testi<br />
premiati e segnalati da parte<br />
CULTURA<br />
SI RINNOVA A POSADA<br />
LA FESTA DEI POETI<br />
di Natalino Piras<br />
LA “VOCE DEL LOGUDORO”<br />
HA COMPIUTO 50 ANNI<br />
degli stessi poeti. Festa serale<br />
preceduta dal ballo dei ragazzi<br />
e dei grandi in costume,<br />
pitzinnos minores e mannos<br />
e da unu corfu de su tenore<br />
de Posada. Hanno letto i<br />
loro componimenti anche gli<br />
alunni delle scuola media. Ha<br />
presentato e condotto il sindaco<br />
Sebastiano Fiori alternato<br />
nella lettura di testi dei<br />
poeti assenti da Peppino Deledda,<br />
uno dei più anziani del<br />
Comitato.<br />
Il rito della parola poetica<br />
che segue il rito della mensa<br />
ha un suo significato.<br />
Il rito della mensa è cosa<br />
importante in una festa che<br />
come questa dei poeti a Posada<br />
si avvia a diventare tradizionale.<br />
Segna innanzitutto il<br />
benvenuto a s’istranzu e insieme<br />
esprime il grado di civiltà<br />
di una comunità: quest’anno<br />
turbata nel tempo immediatamente<br />
precedente la<br />
festa da cronache di incidenti<br />
mortali e da un assassinio<br />
capitato in paese, solo capitato,<br />
come può accadere. I Posadini,<br />
sindaco e organizzatori<br />
della festa, ci tengono e<br />
dire, e lo rimarcheranno pubblicamente<br />
nella cerimonia<br />
serale, di non essere comunità<br />
violenta. Si sentono bollati<br />
da un marchio che non è<br />
nella loro storia attuale. Insieme<br />
alla pioggia, comunque<br />
ben accetta, il tempo della<br />
festa è servito quest’anno a<br />
elaborare la notizia di una<br />
Posada che non si riconosce<br />
nelle notti dei balordi. Anche<br />
a questo serve la poesia: non<br />
solo a ripetere convenzioni<br />
ma a dare voce al vero dolore<br />
delle persone. Se anche il<br />
dolore diventa fatto identitario<br />
e perciò condivisibile da<br />
Posadini e istranzos che pure<br />
hanno messo la loro firma<br />
per protestare contro l’etichettatura<br />
di gente violenta.<br />
Dovrebbe ancora servire, la<br />
poesia, a riflettere perché comunque<br />
anche in questa civiltà<br />
si consumi a volte parte<br />
del nostro degrado, del nostro<br />
residuo di balentia, incomunicabilità<br />
e sedimentati<br />
rancori. Nel rito della mensa<br />
le voci a tratti indicano, a<br />
tratti cadono. Si inseguono,<br />
si accantonano e poi ritornano.<br />
Certo bisogna separare i<br />
fatti dalle responsabilità di<br />
ciascuno.<br />
Non c’erano tutti a Santu<br />
Migali ma comunque eravamo<br />
in molti. Gente comune e<br />
gente delle istituzioni. Parroci<br />
e viceparroci. E’ venuto<br />
anche il sindaco di Nuoro<br />
IN UN VOLUMETTO LE OPERE<br />
DEI VINCITORI DEL PREMIO<br />
DI POESIA SARDA<br />
Irisultati della 21 edizione<br />
del “Premiu ‘e poesia sarda<br />
Posada” sono leggibili nel<br />
volumetto che contiene i testi<br />
dei premiati, segnalati e menzionati.<br />
Cosa importante, che<br />
ogni anno venga prodotto questo<br />
libretto (l’anno scorso, per<br />
il ventennale, fu un librone).<br />
Questo del 21 è stato pubblicato<br />
con il contributo del Comune<br />
di Posada, della X Comunità<br />
Montana della Baronia ma<br />
anche di singoli cittadini.<br />
Due le sezioni del premio:<br />
poesia rimata e verso sciolto.<br />
Nella prima non è stato assegnato<br />
alcun premio in quanto<br />
la giuria ha riscontrato “temi<br />
triti, scontati, la rima spesso<br />
forzata, troppi gli italianismi”.<br />
Ci sono comunque state menzioni<br />
per Santino Marteddu di<br />
Siniscola per la poesia “Appo<br />
connottu”, Antonio Maria Pinna<br />
di Pozzomaggiore per<br />
“Notte ‘entosa”, Salvatore<br />
Murgia di Macomer per “Tempus<br />
fuidittu”. Segnalazioni per<br />
Salvatore Fancello di Dorgali<br />
con “S’andala ‘e s’allega”,<br />
Angelo Porcheddu di Banari<br />
per “Bentos” e Giulio Cossu di<br />
Tempio per “Vespari chjari”.<br />
Ammirevole il vecchio professore<br />
gallurese che continua a<br />
83 anni suonati a scommettere<br />
sulla poesia e sul suo valore,<br />
La “Voce del Logudoro”,<br />
settimanale cattolico di<br />
informazione locale diffuso<br />
nel Logudoro, Monte<br />
Acuto e Goceano, ha festeggiato<br />
i cinquant'anni.<br />
L’evento è stato celebrato<br />
anche con la pubblicazione,<br />
per i tipi delle Edizioni Diocesi<br />
di Ozieri, di un volume intitolato<br />
“Una Voce” per il Logudoro<br />
e il Goceano 1952-2002,<br />
curato sapientemente da monsignor<br />
Tonino Cabizzosu.<br />
Il libro sottolinea ed evidenzia<br />
il percorso storico della<br />
Voce del Logudoro ed il continuo<br />
confronto che ha consentito<br />
tra la Chiesa e le problematiche<br />
del territorio.<br />
Nelle pagine di “Una Voce”<br />
si snoda una puntuale rievocazione<br />
dei primi cinquanta anni,<br />
la significativa sintonia e operatività<br />
dell’associazionismo<br />
cattolico; la pastorale e lo<br />
spirito missionario (si veda il<br />
caso di don Nanni Carta la<br />
cui storia è stata rievocata recentemente<br />
anche nelle pagine<br />
del Messaggero Sardo); le<br />
realtà locali e le problematiche<br />
del mondo agro pastorale;<br />
l’anticomunismo militante<br />
che caratterizza i primi due<br />
decenni e più della “Voce” e il<br />
collateralismo con la Democrazia<br />
Cristiana; l’evoluzione<br />
lenta sul piano sociale nello<br />
spirito nuovo e innovativo del<br />
Concilio con istanze consiliari<br />
a stimolare partecipazione e<br />
rinnovamento secondo progetti<br />
pastorali mirati alle nuove<br />
problematiche familiari,<br />
sociali e di identità culturale.<br />
Secondo lo spirito della<br />
Costituzione Pastorale Gaudium<br />
e Spes si rileva un sensibile<br />
interessamento alle<br />
specificità del territorio e alla<br />
povertà delle zone del Centro<br />
sulle possibilità di una lingua.<br />
Ammirevole anche per come<br />
ha accettato, motivandolo con<br />
la sua presenza, il verdetto della<br />
giuria, lui poeta pluripremiato<br />
e certo tutt’altro che mestierante.<br />
Nella sezione verso sciolto il<br />
primo premio è andato a Giuseppe<br />
Tirotto di Castelsardo<br />
per la poesia “Che brusta buffadda”.<br />
Seconda piazza al dorgalese<br />
Gonario Carta Brocca<br />
per “Andalas de sonnios” e terzo<br />
posto per Domenico Battaglia<br />
di La Maddalena con<br />
“Passi di carrulanti”.<br />
Le menzioni a Peppino Fogaritzu<br />
di Pattada per “Dolu e<br />
interru de su printzipale”, Antonellu<br />
Bazzu di Sassari per<br />
“Carrasegare”, Antonio Maria<br />
Pala di Torpè per “Melios de<br />
ispera”, Antonietta Demurtas,<br />
bittese trapiantata a Olbia, per<br />
“Sa limba urata” e Domenico<br />
Uccheddu , un ragazzino di<br />
Muravera, per “Apu pensai a<br />
tui”.<br />
Presieduta da Giacomino Zirottu<br />
la giuria era composta da<br />
Gianni Pititu, Sebastiano Pilosu,<br />
Paolo Porru, Ignazio Porcheddu<br />
(che è anche presidente<br />
del Comitato organizzatore),<br />
Pinuccio Giudice Marras,<br />
Paolo Russu, Peppino Deledda,<br />
Giovanni Piga e chi scrive.<br />
mentre quello di Posada serviva<br />
a tavola insieme agli altri<br />
componenti del Comitato.<br />
Un certo effetto faceva sentire<br />
la voce di un continentale,<br />
un lumbard, un padano imparentato<br />
qui a Posada, che,<br />
mestolo in mano, girava per i<br />
tavoli a chiedere se tutto fosse<br />
a posto.<br />
Il rito della mensa collettiva<br />
abolisce i ruoli e insieme<br />
li rafforza, in quello che è ancora<br />
oggi una proponibile recita<br />
dello scambio, una interpretazione<br />
del lavare i piedi<br />
ai pellegrini che arrivavano<br />
al santuario. Così come la<br />
qualità del cibo indica la qualità<br />
del dono, la volontà di<br />
continuare a sorprendere<br />
compaesani e turisti. italiani<br />
e no. Un poco ricorda questo<br />
pranzo dei poeti il pranzo di<br />
Babette dell’omonimo film<br />
dove le pietanze raffinate<br />
servite da una straniera servono<br />
a far parlare la gente di<br />
una comunità chiusa. Parlare<br />
è importante.<br />
Dopo il pranzo c’è stato un<br />
fuori programma. Mentre<br />
quelli del Comitato sparecchiavano,<br />
un gruppo di pattadesi,<br />
tra di loro anche uno dei<br />
poeti menzionati, ha provocato<br />
a cantare un altro gruppo<br />
di persone da loro credute<br />
posadine. La provocazione è<br />
stata fatta in maniera tradizionale,<br />
partendo dal fatto<br />
che i pattadesi avevano sentito<br />
cenni di un canto che sembrava<br />
di Limbudu, loro compaesano.<br />
Solito scambio di ammiccamenti<br />
e contrasti e alla<br />
fine, accordati gli strumenti,<br />
il gruppo dei provocati ha<br />
dato il via a una straordinaria<br />
performance sotto la pioggia.<br />
Solo che non erano posadini<br />
ma di Torpè: Sebastiano<br />
Pilosu, uno dei giurati, Antonio<br />
Maria Pala, un altro dei<br />
menzionati, sa oche Tore<br />
Chessa e alle launeddas Giulio<br />
Pala. Pilosu ha cantato e<br />
suonato la chitarra e sa zampurra,<br />
così a Torpé chiamano<br />
lo scacciapensieri.<br />
Così come la chitarra ha<br />
suonato alternandola su pipiarolu,<br />
lo zufolo di canna,<br />
Antonio Maria Pala. Repertorio<br />
che ha messo insieme<br />
barones sa tirannia, gosos sacri<br />
e profani, convincendo a<br />
muovere qualche passo di<br />
ballo alcuni tra spettatori e<br />
spettatrici.<br />
Poco discosto, Salvatore<br />
Sanna, del comitato organizzatore,<br />
torpeino anche lui, intagliava<br />
zufoli per i bambini.<br />
Se questo non è fare poesia<br />
dite voi.<br />
Se questo non è scommessa<br />
per continuare a mostrare<br />
quanto si è civiltà contemporanea,<br />
cos’altro si può proporre.<br />
Ci sono sempre segnali<br />
e richiami all’ordine per<br />
continuare a credere nella<br />
poesia e in quello che la fa diventare<br />
moneta di scambio,<br />
“monida de alma”.<br />
Nord della <strong>Sardegna</strong> con riferimenti<br />
specifici al “Caso<br />
Goceano” ed alla “Vertenza<br />
Logudoro”.<br />
Docente di Storia della<br />
Chiesa Moderna e Contemporanea,<br />
di Archivistica ed<br />
Ecclesiastica nella Facoltà<br />
Teologica della <strong>Sardegna</strong> e<br />
direttore dell’Archivio Arcivescovile<br />
di Cagliari, monsignor<br />
Tonino Cabizzosu vanta<br />
numerose pubblicazioni<br />
sulla storia ecclesiastica sarda<br />
dell’Ottocento e del Novecento.<br />
A lui, nel suo paese natale<br />
di Illorai, si deve una ricca e<br />
prestigiosa biblioteca attualmente<br />
in fase di catalogazione.<br />
Nel panorama dell’informazione<br />
cattolica in <strong>Sardegna</strong>,<br />
la Voce del Logudoro<br />
affianca per importanza i fogli<br />
“Libertà” e l’”Ortobene”,<br />
rispettivamente di Sassari e<br />
Nuoro.<br />
Dal settembre del 1999<br />
Voce del Logudoro è diretta<br />
da Don Gavino Leone che,<br />
forte delle esperienze maturate<br />
nei primi 50 anni, intende<br />
proiettare il giornale verso<br />
significative e nuove sfide pastorali<br />
e culturali.<br />
Cristoforo Puddu
IL MESSAGGERO SARDO 20<br />
OTTOBRE 2002<br />
Silvano, il dio romano dei<br />
boschi, oppure Caio Silanus,<br />
luogotenente di Cesare? Quale<br />
personaggio della mitologia o<br />
della storia ha alimentato le<br />
leggende sulle origini di Silanus?<br />
Non si può escludere che il<br />
fedelissimo del condottiero romano<br />
possa avere, rispetto alla<br />
divinità, qualche chance in più<br />
«perché Cesare ricompensava i<br />
suoi fedeli cedendo loro la terra.<br />
Però non lo sappiamo con esattezza».<br />
Per Giuseppe Runchina,<br />
docente di matematica all’istituto<br />
tecnico di Macomer, le ipotesi<br />
sono tante ma solo alcune suffragate<br />
da riscontri obiettivi.<br />
Come, ad esempio, quando si<br />
sostiene che inizialmente Silanus<br />
fosse posta verso Bortigali.<br />
Una tesi non del tutto campata<br />
in aria e suffragata dalla scoperta<br />
di una necropoli durante i lavori<br />
di realizzazione della strada<br />
ferrata Macomer-Nuoro. Importanti<br />
resti archeologici che<br />
avrebbero potuto aprire un capitolo<br />
nella storia di Silanus ma<br />
che qualche irresponsabile fece<br />
distruggere. Poi, in seguito a<br />
una pestilenza, Silanus si trasferì<br />
più a monte, a sinistra dell’attuale<br />
cava; lì sono state trovate<br />
monete romane.<br />
Silanus aveva un’economia<br />
agropastorale; c’erano boschi<br />
con alberi giganteschi i cui tronchi<br />
potevano essere abbracciati<br />
da una catena umana formata da<br />
molte decine di persone. Di certo,<br />
pastorizia e allevamento di<br />
suini erano voci importanti per<br />
la sopravvivenza del paese, tanto<br />
che i bambini avevano il compito<br />
di raccogliere nel bosco le<br />
ghiande per i numerosi maiali. E<br />
inoltre la coltivazione del grano.<br />
Che spesso provocava qualche<br />
contrasto fra agricoltori e pastori<br />
i quali erano circondati dai<br />
campi coltivati e dovevano stare<br />
giorno e notte a sorvegliare il<br />
bestiame. Da qui, piccoli screzi<br />
che alcune volte sono sfociati in<br />
atti non certamente edificanti.<br />
I contadini di Silanus coltivavano<br />
anche fave, ceci, fagioli e<br />
orzo. «Quando era il periodo<br />
delle aie –racconta Giuseppe<br />
Runchina-, noi ragazzi eravamo<br />
addetti a seguire il giogo che trascinava<br />
una pietra che serviva<br />
per aprire il chicco. E su questa<br />
fase del lavoro c’è un anédotto:<br />
PAESI DI SARDEGNA (3)<br />
LE ORIGINI<br />
MITOLOGICHE<br />
DI SILANUS<br />
un vecchio fattore della vigna di<br />
mia suocera, Costantino Cappai,<br />
figura molto caratteristica,<br />
uomo alto, bel paio di baffi, mi<br />
raccontava che prima del ‘900 i<br />
ragazzi, dopo il lavoro nell’aia,<br />
dovevano portare i buoi al pascolo<br />
mentre le donne preparavano<br />
la pastasciutta. Raccontava<br />
che prima di portare i buoi al<br />
pascolo si riempiva le tasche di<br />
maccheroni, ovviamente conditi<br />
non solo con il formaggio, non<br />
solo con il sugo ma anche con<br />
abbondante polvere. E, diceva<br />
lui, erano molto buoni. Questo<br />
per inquadrare l’ambiente e le<br />
condizioni di vita, quando vi<br />
erano grossissimi problemi di<br />
sopravvivenza». Agli inizi del<br />
Novecento, gli abitanti di Silanus<br />
e della maggioranza dei paesi<br />
della <strong>Sardegna</strong> non se la passavano<br />
molto bene. L’economia<br />
era in mano a poche persone.<br />
Chi per eredità o chi perché aveva<br />
fatto affari. E i più erano<br />
di Gianni Perrotti<br />
“servi della gleba” che spesso<br />
per sfamarsi utilizzavano i semi<br />
conservati per la semina. Poi c’è<br />
stato un fenomeno che ha cambiato<br />
il paese: l’emigrazione. La<br />
prima, che ha preceduto la prima<br />
guerra mondiale, con tendenza<br />
verso l’America del Sud,<br />
quando un giovane di Silanus<br />
finì addirittura nella Terra del<br />
Fuoco. Da che cosa ha avuto origine<br />
l’emigrazione? Di certo<br />
dalla necessità, dalla fame.<br />
C’era una mortalità e una morbilità<br />
infantile eccezionalmente<br />
alte. «Il nonno di mia moglie –<br />
ricorda Runchina- era medico<br />
condotto, prima a Sarule, poi a<br />
Silanus. E teneva le schede dei<br />
pazienti: sarebbe interessante<br />
fare una ricerca sulle cause di<br />
morte in quel periodo. Una seconda<br />
corrente migratoria, dopo<br />
la grande guerra, si diresse verso<br />
il Nord America, l’Australia e<br />
molti nel bacino mediterraneo:<br />
Libia, Tunisia. La terza corrente<br />
migratoria dopo la seconda<br />
guerra mondiale, in Italia settentrionale<br />
e in Europa».<br />
Le migrazioni, tutte indistintamente,<br />
hanno inciso profondamente<br />
nel tessuto sociale di Silanus.<br />
E soprattutto nell’economia<br />
del paese che iniziò a reggersi<br />
sulle rimesse degli emigrati.<br />
Quelli che rientravano avevano<br />
acquisito una mentalità nuova,<br />
diversa. Si verificò la tendenza a<br />
modificare le case, oppure all’acquisto<br />
di vecchi edifici che cercavano<br />
di riattare. Iniziò a prosperare<br />
l’attività edilizia. E non fu un<br />
avvenimento di poco conto. Vicino<br />
a Silanus, a Codes, c’erano<br />
le cave di basalto, utilizzato prevalentemente<br />
per costruzione. In<br />
più con l’amministrazione Aielli<br />
ci fu l’espansione del paese.<br />
Ecco, le rimesse degli emigrati<br />
fecero tutto questo. Ma c’è anche<br />
l’aspetto sociale: l’emigrante che<br />
rientrava e vedeva come si continuava<br />
a vivere faceva i confronti<br />
con il paese che lo aveva ospitato<br />
e si impegnava per modificare<br />
le cose. Oggi Silanus ha avuto,<br />
come tutti i paesi della zona, la<br />
fortuna e la sfortuna di essere vicino<br />
a Ottana. «Non voglio fare<br />
polemiche –dice Giuseppe Runchina-<br />
sappiamo come è nata e<br />
purtroppo stiamo assistendo a<br />
come muore. Probabilmente se<br />
anziché costruire tutta quella<br />
roba, avessero costruito piccoli<br />
invasi e irrigato bene tutta la piana,<br />
la situazione sarebbe diversa.<br />
Anche perché, e questo mi addolora<br />
dirlo, i nostri pastori non<br />
sempre colgono l’occasione propizia<br />
per migliorarsi. Non c’è cooperazione,<br />
siamo troppo individualisti.<br />
Forse è l’isolamento? La<br />
risposta la lasciamo ai sociologi.<br />
Prospettive di sviluppo? O nel<br />
terziario o nelle industrie di manufatti<br />
edili, ma sono attività di<br />
poco conto».<br />
Né si può dire che Silanus abbia<br />
un artigianato tradizionale.<br />
Le donne tessevano ma non tanto<br />
da creare un’industria come è<br />
stato, e forse lo è ancora, a Nule.<br />
Il pane si faceva in casa ma per le<br />
sole esigenze e necessità domestiche.<br />
A Silanus qualcuno faceva<br />
il carbone ma i carbonai non<br />
erano di Silanus. Il paese aveva<br />
tutti gli artigiani ma servivano<br />
per il fabbisogno della comunità.<br />
La principale attività del paese<br />
era legata al mondo agropastorale.<br />
Attività che oggi rappresenta<br />
più un handicap che una base imprenditoriale.<br />
L’unica che continui<br />
è la pastorizia perché l’agricoltura<br />
è scomparsa. Ma purtroppo<br />
Silanus è un paese di vecchi;<br />
ha quasi tremila abitanti. «Non si<br />
può –conclude amaramente<br />
Runchina- far scomparire un paese<br />
e la sua storia: ogni pietra ha<br />
la sua storia. E non possiamo<br />
cancellarla: chi rinnega la storia,<br />
rinnega se stesso. Ed è tragico. Il<br />
fatto che molti giovani non parlino<br />
il dialetto è una cosa che grida<br />
vendetta. Io non sono per l’indipendenza.<br />
Me ne guardo bene,<br />
noi sardi faremmo ridere i polli<br />
se con l’economia che tende a diventare<br />
globale restiamo nel particolare.<br />
Però devo tenere viva la<br />
mia identità, la mia cultura, le<br />
mie origini. Questo sì. E noi in<br />
fatto di cultura non penso che<br />
siamo secondi a tante regioni<br />
italiane».<br />
PAESI DI SARDEGNA (4)<br />
ARBOREA UN ANGOLO<br />
DI VENETO<br />
IN SARDEGNA<br />
Quando ci fermiamo nella<br />
piazza principale di<br />
Arborea, nel viaggio da<br />
Oristano verso Terralba e il<br />
Medio Campidano, viene<br />
spontaneo chiedersi se non siamo<br />
per caso capitati in un paese<br />
del continente: dall’aspetto<br />
stesso della piazza, occupata<br />
quasi per intero da un giardino<br />
sempre fiorito, ai lineamenti<br />
degli edifici, con i tetti spioventi<br />
come in montagna, tutto<br />
indica che non ci troviamo in<br />
uno dei soliti villaggi dell’isola,<br />
sorti con povere case nel<br />
periodo medioevale. E poi<br />
quella scritta sul campanile, a<br />
prima vista misteriosa, Resurgo<br />
(“Risorgo”, “Torno a vivere”),<br />
che poi torna anche nello<br />
stemma del comune.<br />
In realtà nell’isola tutti sanno,<br />
almeno genericamente,<br />
che la vicenda di Arborea è<br />
molto diversa, e tutta racchiusa<br />
in un arco di tempo molto<br />
più breve di un secolo.<br />
La prima data da citare è il<br />
1918, quando venne costituita a<br />
Milano la Società Bonifiche<br />
Sarde, con l’intento di riportare<br />
alla luce tutto questo territorio,<br />
ricoperto da epoca immemorabile<br />
da una distesa di acque paludose.<br />
Gli studi accertarono<br />
che provenivano dal rio Mogoro,<br />
che discende dal monte<br />
Arci, e fu ben presto costruita<br />
una diga per regolamentarle;<br />
ma non bastava, perché buona<br />
parte delle terre sono sotto il livello<br />
del mare: per questo fu installata<br />
una potente idrovora,<br />
che da allora getta nel mare le<br />
acque, raccolte in un razionale<br />
sistema di canali.<br />
Quindi i campi furono suddivisi<br />
in poderi, affidati ad assegnatari<br />
giunti quasi tutti dal<br />
Veneto, furono impiantate lunghe<br />
file di eucalipti per proteggere<br />
le colture; e vennero erette<br />
le cascine, mentre nel luogo<br />
scelto come centro sorgevano<br />
soltanto i locali di aggregazione<br />
ed i servizi; il tutto in modo<br />
da indurre i contadini – al contrario<br />
di quanto avviene solitamente<br />
in <strong>Sardegna</strong> – a risiedere<br />
sul luogo del loro lavoro.<br />
Nel 1931 Arborea fu fatta<br />
comune autonomo, ma in un<br />
primo tempo col nome di Mussolinia,<br />
che avrebbe sostituito<br />
nel dopoguerra; ed ebbe inizio<br />
la sua vicenda fortunata, grazie<br />
a una serie di elementi favorevoli:<br />
la fertilità delle terre<br />
e la laboriosità dei coloni, soprattutto.<br />
Nel giro di pochi decenni<br />
di Salvatore Tola<br />
queste terre hanno raggiunto<br />
tutta una serie di primati, sia<br />
nell’allevamento bovino che<br />
nelle coltivazioni. Nelle stalle<br />
di Arborea crescono dei capi<br />
vaccini dalla grande produttività,<br />
anche 30 e persino 50 litri<br />
di latte al giorno, tanto che<br />
la Latteria Sociale 3A distribuisce<br />
i suoi prodotti in tutta<br />
l’isola. Il territorio è diventato<br />
famoso per la produzione non<br />
solo dell’erba medica, dei pomodori<br />
(sino a 1200 quintali<br />
ad ettaro) e di altri ortaggi, ma<br />
anche e in particolare delle fragole<br />
e delle angurie.<br />
Per questi prodotti, in particolare<br />
per gli ultimi due, vengono<br />
organizzate delle sagre<br />
che attirano molti visitatori,<br />
come accade anche per la fiera<br />
annuale del bestiame e per una<br />
celebrazione invernale che<br />
viene dedicata giustamente, in<br />
una zona abitata per il 75% da<br />
veneti, alla polenta.<br />
In queste occasioni vengono<br />
esposte alcune delle macchine<br />
che furono usate per la bonifica<br />
e per le prime coltivazioni.<br />
Anche Arborea sente infatti il<br />
bisogno di tornare indietro<br />
lungo la sua vicenda storica,<br />
anche se così breve.<br />
Ma il territorio era stato abitato<br />
anche nelle epoche più<br />
lontane, prima che le acque<br />
paludose lo ricoprissero; per<br />
rendersene conto basta recarsi<br />
al Comune, dove in alcune vetrine<br />
al primo piano sono conservati<br />
i reperti archeologici<br />
rinvenuti durante i lavori di<br />
bonifica.<br />
Sono oggetti in metallo, vetro<br />
e ceramica, per i quali si<br />
renderebbe necessaria la sistemazione<br />
in un locale apposito.<br />
Il “pezzo” di spicco è un<br />
askos, ossia un piccolo vaso<br />
per contenere liquidi, che raffigura<br />
il volto di una ragazza.
Nei libri di testo adottati<br />
nelle scuole dell’obbligo<br />
e alle medie superiori<br />
la realtà storica della nostra<br />
isola è quasi del tutto cancellata.<br />
Basta sfogliare i manuali<br />
delle discipline preposte per<br />
verificare come le vicende riguardanti<br />
la seconda isola del<br />
Mediterraneo non abbiano il<br />
minimo risalto (a parte qualche<br />
riferimento marginale trattato<br />
in poche righe). Per ovviare<br />
a queste lacune, già a partire<br />
dagli anni Trenta, sono state<br />
scritte opere da studiosi isolani<br />
con lo scopo di proporre ai<br />
giovani diversi aspetti della<br />
loro terra. Ma non sempre gli<br />
insegnanti hanno abbinato ai<br />
testi nazionali quelli regionali,<br />
anche perchè i programmi ministeriali<br />
non lo imponevano.<br />
Solo in tempi recenti, la legislazione<br />
scolastica, dalle elementari<br />
ai licei, ha espressamente<br />
invitato i docenti a portare<br />
in primo piano la storia,<br />
l’ambiente, l’arte della regione<br />
di appartenenza. Sensibili, a<br />
questo richiamo, diverse case<br />
editrici hanno varato opere affidate<br />
a esperti di quella che i<br />
Francesi hanno chiamato microstoria.<br />
L’ultima ad averlo<br />
fatto è la Laterza di Bari, che<br />
ha proposto dei volumetti –<br />
uno per ciascuna classe delle<br />
superiori – incentrati sulle vicende<br />
delle regioni d’Italia.<br />
Per la <strong>Sardegna</strong> questo incarico<br />
è stato affidato a Manlio<br />
Brigaglia, che con la collaborazione<br />
di Attilio Mastino e<br />
Gian Giacomo Ortu ha approntato<br />
cinque agili testi dal titolo<br />
Storia della <strong>Sardegna</strong>, i quali<br />
abbracciano un arco di tempo<br />
compreso tra la Preistoria e i<br />
giorni nostri. Per attuare questa<br />
iniziativa sono stati coinvolti<br />
parecchi specialisti – per<br />
lo più docenti delle Università<br />
di Cagliari e Sassari – ognuno<br />
dei quali ha tracciato il profilo<br />
di un periodo storico diverso.<br />
PARLIAMO DELLA SARDEGNA<br />
CULTURA<br />
Iniziativa<br />
della Laterza<br />
per colmare un<br />
vuoto sulle<br />
vicende<br />
dell'Isola<br />
OTTOBRE 2002<br />
a cura di Manlio Brigaglia<br />
LA STORIA DELLA SARDEGNA<br />
PER LE SCUOLE<br />
CURATA DA MANLIO BRIGAGLIA<br />
di Giovanni Mameli<br />
Ma c’è di più: per offrire ai<br />
giovani un panorama ampio si<br />
è dato risalto anche alle vicende<br />
letterarie e a quelle della<br />
storia dell’arte, al dibattito politico<br />
sull’autonomia e al nodo<br />
irrisolto della lingua sarda.<br />
Insomma, l’immagine globale<br />
che si è voluta proporre<br />
presenta una <strong>Sardegna</strong> a tutto<br />
tondo, nella quale interagiscono<br />
politica e cultura, economia<br />
e ambiente naturale. Al riguardo<br />
Brigaglia scrive nel capitolo<br />
Cronache nel secondo Novecento:<br />
«Anche per la <strong>Sardegna</strong><br />
l’evento più importante<br />
del decennio finale del secolo<br />
è la nascita dell’Unione europea.<br />
Il processo di centralizzazione<br />
verso Strasburgo e Bruxelles<br />
di molta parte delle decisioni<br />
fondamentali per lo<br />
sviluppo del Continente pone<br />
molti interrogativi non solo<br />
sullo sviluppo dell’autonomia<br />
regionale sarda, ma anche su<br />
quello della stessa <strong>Sardegna</strong>,<br />
tanto più che a questo processo<br />
di centralizzazione “europeo”<br />
si accompagna quello<br />
della globalizzazione dell’economia<br />
su scala planetaria».<br />
In queste affermazioni conclusive<br />
è contenuto il senso di<br />
un processo storico millenario<br />
che ha portato la <strong>Sardegna</strong>,<br />
nelle varie epoche, da un ruolo<br />
subalterno (frutto di diverse<br />
dominazioni straniere) a una<br />
piena indipendenza politica e<br />
amministrativa, sia pure condizionata<br />
da rapporti di interazione<br />
con l’Italia e la Comunità<br />
europea. In altre parole la<br />
nostra isola, grazie allo statuto<br />
speciale, è diventata una piccola<br />
patria libera di legiferare<br />
in tanti settori dell’economia,<br />
dell’ambiente e della cultura.<br />
21<br />
Si è fatto un buon uso o un<br />
cattivo uso di questi strumenti,<br />
supportati da contributi dello<br />
Stato e della Comunità europea?<br />
A una simile domanda gli<br />
storici non danno risposte definitive,<br />
dal momento che si<br />
tratta di questioni aperte, suscettibili<br />
di svolte in positivo o<br />
in negativo. Ripercorrendo le<br />
vicende storiche del passato –<br />
raccontate da Alberto Moravetti,<br />
Raimondo Zucca, Pier<br />
Giorgio Spanu, Giuseppe Meloni,<br />
Giulio Paulis, Giovanni<br />
Lupinu, Roberto Coroneo,<br />
Bruno Anatra, Gianfranco<br />
Tore, Giovanni Murgia, Francesco<br />
Manconi, Luciano Carta,<br />
Luisa Maria Plaisant, Raimondo<br />
Turtas, Luciano Marrocu,<br />
Simone Sechi, Sandro<br />
Ruju, Paola Pittalis, Salvatore<br />
Tola, Manlio Brigaglia, Attilio<br />
Mastino e Gian Giacomo Ortu<br />
– si ha la percezione di uno<br />
sviluppo di eventi contrassegnati<br />
da un intreccio quanto<br />
mai ricco di fermenti. Da un<br />
lato c’è stata un’apertura verso<br />
il mondo esterno (specie nelle<br />
fasce costiere dell’isola) per<br />
un altro verso si è conservato<br />
un patrimonio culturale dai<br />
tratti fortemente autoctoni, che<br />
resiste e rende la <strong>Sardegna</strong> –<br />
agli occhi dei visitatori – diversa<br />
da tutte le altre isole del<br />
Mediterraneo. Questa dialettica<br />
ancora oggi attiva, anche<br />
nel campo letterario e delle arti<br />
visive, costituisce un contrassegno<br />
del quale bisogna tener<br />
conto quando ci si addentra in<br />
questioni centrali che coivolgono<br />
studiosi dei diversi<br />
aspetti della realtà isolana.<br />
Ma anche insegnanti e studenti<br />
dovrebbero essere consapevoli<br />
di una simile articolazione<br />
per evitare stereotipi o<br />
semplificazioni che rischiano<br />
di distorcere una memoria<br />
storica con la quale bisogna<br />
fare i conti, se si vuole capire<br />
meglio il presente.<br />
CULTURA<br />
L'UMANITÀ DENTRO IL LAGER<br />
DIARIO DI PIETRO TOLA<br />
di Natalino Piras<br />
Cosa c’è di meglio, per un<br />
figlio, che sottrarre alla<br />
dimenticanza chi fu il<br />
padre e quanto seppe, in tempi<br />
bui, essere uomo pieno di umanità.<br />
Qui i figli sono due, Giovanni<br />
e, firma molto conosciuta<br />
anche in questo giornale,<br />
Salvatore Tola. Il togliere dalla<br />
dimenticanza lo hanno fatto<br />
curando il diario del padre Pietro,<br />
da poco pubblicato dalla<br />
Cuec nella collana Storie di<br />
vita in collaborazione con<br />
l’Istituto sardo per la Storia<br />
della Resistenza e dell’Autonomia.<br />
Titolo-guida del libro:<br />
Il lager nel bosco. Due anni di<br />
lavoro forzato nei campi di<br />
concentramento tedeschi (157<br />
pagine, euro 10,50). Dice<br />
Manlio Brigaglia nella prefazione,<br />
in qualche maniera capovolgendo<br />
il famoso se questo<br />
è un uomo di Primo Levi,<br />
autobiografia dell’orrore di<br />
Auschwitz, che Pietro Tola<br />
“sì, questo è un uomo”. Lo<br />
dice al presente, nonostante il<br />
protagonista della vicenda narrata<br />
in questo libro sia scomparso<br />
nel 1979 e nonostante<br />
l’arco di narrazione vada dal<br />
1943 al 1945. Pietro Tola, allora<br />
trentottenne, guardia di finanza,<br />
attraversa in toto la tragedia<br />
della seconda guerra<br />
mondiale.<br />
Da militare fa in tempo a<br />
conoscere di quanta cialtrona<br />
inconsistenza fossero fatti gli<br />
eserciti di Mussolini (altro<br />
che dichiarare guerra a Francia<br />
e Inghilterra e minacciare<br />
di spezzare le reni alla Grecia!)<br />
e poi dopo l’8 settembre<br />
finisce insieme a molti altri<br />
italiani nella rete dei tedeschi,<br />
alleati fino al 25 luglio del<br />
1943, giorno della caduta del<br />
fascismo. Pietro Tola è uno<br />
dei 600 mila IMI, Internati<br />
Militari Italiani, avviati ai<br />
campi di prigionia e di lavoro<br />
della Germania nazista. Il popolo<br />
tedesco sente di aver<br />
perduto la guerra eppure è<br />
ancora succube e esecutore<br />
dei piani di dominio e di sterminio<br />
di Hitler. Con inumana<br />
ferocia lega a questa sua sorte<br />
di “resistenza” centinaia di<br />
migliaia di ostaggi provenienti<br />
da diversi paesi dell’Europa<br />
da loro occupata.<br />
Pietro Tola, pastore-contadino<br />
thiesino trapiantato in Romagna<br />
dove si è sposato con<br />
Laura Magnani, è in questa<br />
moltitudine di perduta gente.<br />
Si salverà e tornerà a casa per<br />
riabbracciare la moglie e il<br />
piccolo Salvatore, perché<br />
sorretto da una forza d’animo<br />
e da una fede, in Dio e nella<br />
Madonnina di Montenero,<br />
che gli fanno attraversare il<br />
campo di Homburg e il bosco<br />
di Musbach ridotto da uomo a<br />
schiavo, forza-lavoro, solo<br />
per questo sostentato, dei tedeschi<br />
che vogliono continuare<br />
la guerra e con questa<br />
rendersi vieppiù fautori di distruzione<br />
e di stermini. A differenza<br />
dei campi di concentramento<br />
per ebrei, zingari e<br />
oppositori politici, luoghi<br />
chiusi e di soluzione finale, il<br />
lager dove Pietro Tola visse<br />
principalmente dall’autunno<br />
del 43 ai primi mesi del 1945<br />
è un bosco della Renania<br />
dove insieme ad altri commilitoni<br />
come lui prigionieri abbatte<br />
alberi dal giorno alla<br />
notte. L’alternativa sono la<br />
fabbrica e lavori di manutenzione<br />
di strade e fognature<br />
dei paesi circostanti, con i<br />
“civili” che li osservano ostili<br />
e diffidenti. Certo c’è più<br />
“libertà” rispetto ad Auschwitz<br />
e Dachau ma come in<br />
quei luoghi diventati simbolo<br />
globale dell’abominio anche<br />
in questi campi attraversati<br />
da Pietro Tola ci sono la<br />
fame, gli stenti, il pericolo e<br />
la tema delle malattie.<br />
Ci sono la disumanità delle<br />
sentinelle e degli stessi compagni<br />
di prigionia cui si contrappone,<br />
giorno dopo giorno,<br />
la capacità di credere nella<br />
fine della guerra, come esito<br />
naturale. È questo credito<br />
alla speranza, documentato<br />
in fogli di quaderno scritti a<br />
penna e in mancanza, a matita,<br />
che mette Pietro Tola<br />
come referente per i compagni<br />
che con lui vissero l’nferno<br />
e per i figli che quelle pagine<br />
mettono insieme, molti<br />
anni dopo. La tecnica di costruzione<br />
di questo libro è appunto<br />
quella di seguire il racconto<br />
del protagonista,<br />
l’estenuazione e l’attesa, alternandola<br />
con ricuciture di<br />
carattere storico: a dire dei<br />
fatti grandi, pure avvertiti nel<br />
lager, che contengono il terribile<br />
quotidiano che vissero<br />
Pietro e tanti altri come lui e<br />
da lui, pure italiani, distanti.<br />
Un fatto rivela questa differenza<br />
di sentire umanità dell’inferno:<br />
Pietro Tola, lo testimonia<br />
il commilitone e sodale<br />
Paolo Bianco, era l’unico<br />
a dividere il contenuto dei<br />
pacchi, ogni ben di Dio, se e<br />
quando arrivavano da casa.<br />
Altra erano l’educazione e la<br />
caratura, lui continuamente<br />
disilluso dalla disumanità.<br />
Elemento importante di<br />
questo diario, che è anche un<br />
libro di viaggio, sono i treni.<br />
Segno di invagonamento ma<br />
anche di ritorno. Per ricostruire<br />
quanto in sua assenza è<br />
stato completamente distrutta,<br />
la Ca’ Rossa minata dai<br />
tedeschi.<br />
E molto altro c’è in questo<br />
libro che come dice Brigaglia<br />
è di “educazione insieme civica<br />
e morale”. Un libro di<br />
testo. Per il contenuto e per<br />
lo stile, un dato che la dice<br />
lunga sulla capacità dei padri<br />
di insegnare ai figli.
Ci è arrivata da Asti una<br />
simpatica lettera della signora<br />
Anna Asciutto, appassionata<br />
di poesia come il marito, che<br />
di cognome di chiama Longu<br />
ed appartiene ad una famiglia<br />
di poeti di Bolotana; purtroppo<br />
non ha conservato nessuna<br />
composizione di suo pare,<br />
mentre quelle di un suo zio,<br />
Costantino, sono state raccolte<br />
in un volume a cura dei figli,<br />
che lo hanno presentato<br />
nel luglio del 2000 con una<br />
grande festa alla quale hanno<br />
chiamato amici e parenti. Il<br />
volume si intitola Rimas mias,<br />
conta 156 pagine, costa<br />
20.000 lire e può essere richiesto<br />
a Vittorio Longu, via<br />
Stazione 64, 08011 Bolotana (Nuoro),<br />
telefono 339.1081274.<br />
È stato curato da Giovanni Piga, il<br />
noto poeta nuorese, che in una bella<br />
prefazione in sardo racconta tra l’altro<br />
chi era Costantino Longu. Nato<br />
nel 1904, aveva frequentato poche<br />
scuole e poi era dovuto andare a lavorare:<br />
«Dae minoreddu at comintzadu<br />
a facher su pastore in sos sartos<br />
PARLANDO IN POESIA<br />
OTTOBRE 2002<br />
LE<br />
ULTIME<br />
RIME<br />
de Bolotana»; ed aveva poi conosciuto<br />
vari mestieri, sempre attaccato<br />
al lavoro, come dice in alcuni versi:<br />
«Est su tribagliu fecundu e costante<br />
/ fonte de bene pro s’umanidade;<br />
/ est dae su bratzu de su tribagliantre<br />
/ chi dipendet sa prosperidade».<br />
Aveva avvertito sin da giovane la<br />
passione per la poesia, e si era dato<br />
a cura di Salvatore Tola<br />
22<br />
allo studio per conoscere meglio la<br />
storia, la mitologia, la letteratura;<br />
aveva così maturato le competenze<br />
necessarie per poter salire sul palco<br />
insieme ai migliori improvvisatori<br />
del suo tempo, Tucconi, Piras, Piredda,<br />
Sassu, Sotgiu. Allo stesso<br />
tempo mandava avanti una produzione<br />
“a tavolino” composta di modas<br />
e altre retrogas, e poi sonetti, ottave,<br />
gosos. Opere in cui, scrive<br />
Piga, esprimeva il proprio<br />
cuore, «unu coro apertu, solianu,<br />
prenu de amore, de pache<br />
e affettu pro sa famillia,<br />
pro sa bidda, pro sa natura».<br />
Dopo la sua morte, avvenuta<br />
nel 1978, i figli hanno coltivato<br />
l’idea di raccogliere in un<br />
volume questo patrimonio di<br />
versi, e il progetto è giunto a<br />
compimento, dicevamo, nel<br />
2000.<br />
Dal libro la nostra lettrice<br />
ha trascritto nella sua lettera<br />
due testi; infatti, come ci racconta,<br />
è anche lei molto appassionata<br />
di poesia sarda, per<br />
quanto sia siciliana: «So leggere<br />
le vostre poesie e mi<br />
piacciono tanto».<br />
Pubblichiamo quasi per intero la<br />
seconda delle composizioni, quella<br />
che il poeta aveva scritto negli ultimi<br />
anni di vita per dire della vecchiaia<br />
e della malattia; e la facciamo<br />
seguire da altri versi nei quali i nostri<br />
lettori ci dicono di sé, dei propri<br />
sentimenti e ricordi, della propria<br />
biografia.<br />
SAS URTIMAS RIMAS<br />
Sunu settantachimbe sos Nadales<br />
cun custu sos chi deo apo connotu:<br />
primma solennes mi parian totu<br />
cando sa gioventude possedia,<br />
como so ’ezzu e non bezzu ebbia<br />
ma ’ezzu so e garrigu de males!<br />
Sunu battordigh’annos chi resisto<br />
a custu male chi non tenet cura<br />
ma como, cando penso a coment’isto,<br />
non nego, m’aumentat sa paura;<br />
e nde tenzo resone si m’attristo,<br />
ca so seguru ch’in sa sepoltura<br />
che poto ruer dae ora in ora<br />
mentres disizo de viver ancora.<br />
Non poto fagher peruna faina,<br />
so passande sas dies troppu malas;<br />
sa vida mia la passo in coghina<br />
e a inzottu che pigo in sas iscalas.<br />
Cando su male mi ’enit de s’angina<br />
dae pettorras che passat a sas palas:<br />
cand’istat su dolore a si che franghere<br />
che pitzinneddu mi faghet pianghere.<br />
Costantino Longu<br />
FATTU SOS MASONES<br />
Da minore in campagna so istadu<br />
pastorighende fattu sos masones,<br />
giogaia cun canes e anzones,<br />
che anzone m’aiana istittadu,<br />
poi leggia sas cantones<br />
de Padre Luca Cubeddu giamadu,<br />
pro me non b’aiat mezus cosa<br />
intitulada Gerusalemme vittoriosa.<br />
Pietrino Canu<br />
SA PASSENTZIA ’E MAMA<br />
Cando appo a pagare su dolore,<br />
cando appo a pagare cussa pena,<br />
cando appo assuttare su sudore,<br />
cando la torro a bier cussa vena,<br />
cando at a torrare cuss’amore<br />
cando cantaias a boghe serena.<br />
Ca non bastat dinari ne perdonu<br />
de custa vida chi m’as dau in donu.<br />
Francesco Soru<br />
IL GIARDINO CHIUSO<br />
NEL CUORE<br />
Un vento d’amore sfoglia all’indietro<br />
pagine di diario scritte tra solitudini<br />
calcinate in un sud di assetati silenzi.<br />
La speranza, ebbra d’illusione, cerca<br />
smarriti feticci di felicità, l’immagine<br />
che gli occhi giurano di riconoscere<br />
sotto il tulle livido della realtà.<br />
È il piccolo giardino chiuso nel cuore,<br />
con gigli e gerani, cespugli di rose,<br />
alberelli di cedrina e melograno.<br />
Ma gracchiano corvi di magie dileguate<br />
tra rami di un presente che non perdona.<br />
Luigi Cabras<br />
BALENTE IN GIOVENTUDE<br />
Mi che so imbetzande lente lente<br />
e de sos annos intendo su pesu,<br />
como appo sa fortza mesu mesu,<br />
m’est mancande de sa vista sa currente.<br />
In gioventude ja fippo balente<br />
e non timia de leare pesu,<br />
so chena fune ja mi parzo presu,<br />
custu lu naro e non lu cret sa zente!<br />
Gai est sa vida ’e s’omine antzianu,<br />
a sa etzesa est una cumbatta,<br />
est finidu pro tottu su ’eranu!<br />
Ca paret custa una cosa fatta<br />
e su destinu de s’essere umanu,<br />
ca de pagare ch’at s’ultima rata!<br />
Micheli Morittu<br />
SA VIDA MIA<br />
Nadala, Capodannu e Epifania<br />
passad’appo faghinde su pastore,<br />
parte allegru e in malumore,<br />
oramai cust’est sa vida mia;<br />
e fra gioia e tribulia<br />
appo a su mistieri tantu amore,<br />
a sos tempos cando fia minore<br />
atter’iscelta fagher non podia.<br />
Po passatempus calchi poesia<br />
fatto cuntentu e cun lamentos<br />
in settantabattor annos ch’app’in manu.<br />
Sas tempestas mi ana postu energia<br />
e ancora sa muida de sos bentos<br />
non timo ca m’agatto fort’e sanu.<br />
Pasquale Corrias<br />
UNA MARIPOSA<br />
Appo sedalzadu annos e annos<br />
su riu de sa vida<br />
morighende abbas fungudas,<br />
grogads de limu,<br />
chilchende filos de oro,<br />
colende tra-e sas manos boidas<br />
isperantzias faulalzas.<br />
Mi so frimmadu como,<br />
istraccu mortu,<br />
a mirare una mariposa<br />
cun sas alas pintadas<br />
cun piughere de oro,<br />
bolende tra-e sos rattos<br />
de una fozagra.<br />
Franco Emanuel Solinas<br />
SU CADDITTU DE CANNA<br />
So pensende a cando pitzinnu fia,<br />
chi fia che a tantos poverittu,<br />
sa notte subra s’istoja drommia<br />
e pro mi sere bi fit su banchittu.<br />
E pro zogare babbu mi faghia’<br />
de ferula sos boeddos, su carrittu,<br />
e de canna mi faghia su caddittu<br />
e poi cun sos pes meos lu curria.<br />
E tenia de canna su fusileddu,<br />
sas truveddas cun su pippiriolu,<br />
poi sa matraccula cun su riu rau.<br />
Sa bardufula ballaia cun s’ispau,<br />
a lunamonta brincaia che crabolu,<br />
custos fin zogos de s’antigu piseddu.<br />
Berteddu Craba<br />
SU SAMBEN DE SAS VENAS<br />
A bortas non cherio esser sardu<br />
ne esser fizu a sa terra isolana,<br />
però in cherbeddos mi daet mattana<br />
ca so fieru e soe testardu.<br />
In sas venas iscurret samben sardu,<br />
babbu oroteddesu e mamma ’e Ottana;<br />
e barant’annos mancari a mala gana<br />
so fora ’e domo che fizu bastardu.<br />
Da duos annos ti appo imbiadu<br />
un’istoria iscritta a manu mia,<br />
e so arrennegadu de abberu:<br />
in carchi cuzone est abbandonadu,<br />
manc’una riga in su “Messaggeru”,<br />
forsis perdidu s’est in mesu ’ia.<br />
Luigi Zoroddu<br />
SU CAMPUZZARE<br />
Sos annos bellos de sa pitzinnia<br />
mi sun bolados sena m’abizare,<br />
sempre troppu accossadu a mattanare<br />
in gherras, faghe faghe e tribulia.<br />
Itte giuesit cussa marrania,<br />
s’isfida de su duru campuzzare<br />
ninnende sonnios mortos conc’a pare<br />
cubinde tragos, dolu e angustia.<br />
S’est sa bella istajone isfiorida,<br />
su currer s’est mustradu una pelea<br />
chi m’at lassadu s’anima artturdida;<br />
ma fissu unu disizu appo in idea:<br />
mai connosca sa ’ezzesa in vida,<br />
e mai ’ida sa morte cant’est fea!<br />
Vittorio Falchi<br />
MONZAS E RETTORE<br />
Tiberio mi giamana dae pitzinnia,<br />
faghia binzatteri e agricoltore,<br />
babbu si naresit Vacca Salvatore<br />
e mamma mia Maccioni Lughia,<br />
chi fin disizosos de m’ider rettore,<br />
monzas sorres mias de clausoria.<br />
Genitores, frade e sorre in eternos bolos<br />
nos an lassadu totos ammantad’e dolos.<br />
Tiberio Vacca<br />
FIORI DI CARTA<br />
Primavere lontane,<br />
profumo di fiori,<br />
rugiade mattutine<br />
e tramonti di fuoco:<br />
son ricordi che vagano<br />
per poi svanire<br />
come è svanita<br />
la mia gioventù.<br />
Qui vedo solo<br />
fiori di carta e panno<br />
con profumo e colore<br />
di nebbie artificiali;<br />
e tramonti grigi<br />
che mi fan rimpiangere<br />
la tua bellezza, terra mia.<br />
Costantino Mele<br />
TUCCARU E AMENTA<br />
A s’iscurtza currende falaia<br />
in s’impedradu, mancari metzanu,<br />
pro comporare zigarru toscanu<br />
in domo ’e tia Paula Maria.<br />
A sa pigada s’andadura lenta<br />
no la faghia, ca fia impressadu<br />
pensende a su regalu preparadu:<br />
unu quadu ’e tuccaru e amenta.<br />
E cando a Tattari andaimis<br />
in barroccio male covaccadu,<br />
ie su caddu lanzu fadigadu,<br />
a pè pro su piusu ch’arrivimis.<br />
Poveru caddu cun paga proenda<br />
e i sa zente pagu consolada,<br />
sa vida de cuss’epoca passada<br />
est pro sos de oe una lezzenda.<br />
Giovanni Francesco Soletta<br />
SU MASTRU SILANOS<br />
In quinta già fia preparadu<br />
comente tantos bravos iscolanos,<br />
deo tenia su mastru Silanos,<br />
già fit severu ma puru istimadu;<br />
a sa fine manc’unu nd’at bocciadu,<br />
votos bellos li essiat de manos,<br />
lu trattaimis cun grande rispettu,<br />
comente preparare fit perfettu.<br />
Giuliano Meazza<br />
S’ESORDIU IN SA PINNETTA<br />
Si mi ponzo un’ora ’e bonumore<br />
già cheria cantare che poeta,<br />
non mi trattenzo pius de un’oretta<br />
pro narrer cosas de pagu valore.<br />
M’ammento cando faghia su pastore<br />
chi faghimis s’esordiu in sa pinnetta<br />
e altzaimis su cantigu a sas istellas<br />
e cantu a nois nos parian bellas!<br />
Medas de nois sun in terra istraniera<br />
e iscriimus a su caru “Messaggeru”,<br />
medas fuidos sun pro disisperu<br />
e atteros pro fagher carriera,<br />
e a sa Sardigna nobile e fiera<br />
mandan saludos de coro sintzeru,<br />
sentza rancore e sentza rimpiantu<br />
a sa patria chi ancora istiman tantu.<br />
Frantziscu Ledda
SARDEGNA NOTIZIE<br />
23<br />
OTTOBRE 2002<br />
LO STEMMA DEI 4 MORI<br />
NELLO SPAZIO<br />
CON LA MISSIONE COSMIC<br />
NEL NUORESE<br />
PRIMATO<br />
DI PENSIONATI<br />
Ci sarà anche lo stemma dei<br />
Quattro Mori nella missione<br />
spaziale COSMIC (Combustion<br />
Synthesis Under Microgravità<br />
Conditions). Il progetto<br />
di ricerca su nuovi materiali,<br />
che partirà nello spazio a<br />
novembre, e’ stato elaborato<br />
dall’Universita’ di Cagliari e<br />
dal Centro di Ricerca Sviluppo<br />
e Studi Superiori in <strong>Sardegna</strong>.<br />
Recepito dall’Agenzia Spaziale<br />
Europea (ESA), collocandosi<br />
al primo posto tra quelli coordinati<br />
da ricercatori italiani e<br />
settimo al mondo, tra i 117<br />
presentati, dopo quelli della<br />
NASA e dell’agenzia spaziale<br />
giapponese, COSMIC ha superato<br />
la prima fase sperimentale.<br />
Obiettivo della missione e’<br />
lo studio di materiali innovativi<br />
su sistema ceramico a matrice<br />
intermetallica che potranno<br />
essere utilizzati per la costruzione<br />
di pezzi impiegati nel<br />
settore aerospaziale e per l’ottimizzazione<br />
del trattamento<br />
di inertizzazione dei rifiuti e<br />
scarti tossici. Una volta conclusi<br />
con esito positivo i test con i<br />
voli parabolici che hanno consentito<br />
di studiare le reazioni<br />
dei materiali in condizioni di<br />
microgravita’, nella stazione<br />
spaziale orbitante ISS (International<br />
Space Station) saranno<br />
trasferite le apparecchiature<br />
che permetteranno di effettuare<br />
i successivi esperimenti. Un<br />
astronauta belga, in un taxi-flight<br />
a mezzo Shuttle raggiungera’<br />
la stazione orbitante ISS ed<br />
eseguira’ i nuovi test.<br />
Il team di progetto, coordinato<br />
dall’ingegner Giacomo<br />
Cao ordinario del Dipartimento<br />
di Ingegneria Chimica e dei<br />
Materiali dell’ateneo sardo,<br />
vede impegnati studiosi dell’Universita’<br />
di Lovanio, in<br />
Belgio, dei Centri di Ricerca<br />
Inasmet (Spagna) e Astrium<br />
(Germania), dell’Istituto di<br />
macrocinetica strutturale dell’Accademia<br />
delle Scienze<br />
(Russia) e, per l’Italia, del<br />
CNR di Milano “Tempe”. I<br />
test effettuati con i voli parabolici<br />
in diverse giornate - ha<br />
spiegato all’AGI Giacomo<br />
Cao - hanno dato risultati soddisfacenti.<br />
L’equipe, costituita<br />
da ricercatori russi e belgi e in<br />
cui ha operato anche una giovane<br />
studiosa sarda, ha testato<br />
i materiali in microgravita’.<br />
Queste condizioni, con i voli,<br />
sono tuttavia conseguibili per<br />
un tempo molto ristretto, circa<br />
20 secondi. Nella fase di sperimentazione<br />
spaziale, invece,<br />
sara’ possibile effettuare lo<br />
studio senza limiti temporali,<br />
verificando le diverse reazioni<br />
grazie alla presenza di una “camera<br />
a guanti” di fabbricazione<br />
NASA. Si tratta di materiali<br />
compositi che uniscono le<br />
proprieta’ dei metalli con<br />
quelle della ceramica le cui peculiarita’<br />
possono offrire garanzie<br />
di impiego in settori delicati.<br />
“MANOS DE ORO” UN VOLUME<br />
PER VALORIZZARE I TESORI<br />
DELL'ARTIGIANATO SARDO<br />
I più bei tesori dell’artigianato<br />
sardo sapientemente descritti<br />
da Manlio Brigaglia<br />
hanno fatto la loro comparsa<br />
in una “vetrina” di carta patinata<br />
nelle librerie e in alcuni<br />
punti vendita selezionati di<br />
tutta Italia con il volume<br />
«Manos de oro. Curata dalla<br />
casa editrice specializzata<br />
«Italia turistica» di Padova in<br />
collaborazione con l’ISOLA<br />
(Istituto sardo per l’organizzazione<br />
del lavoro artigiano),<br />
la pubblicazione in tre lingue<br />
- inglese e tedesco oltre all’italiano<br />
– illustra, attraverso<br />
le foto di Federico Meneghetti,<br />
gli aspetti piu’ suggestivi<br />
del lavoro di ceramisti,<br />
tessitori, orafi e artigiani della<br />
pelle, del legno, dei metalli<br />
e della pietra.<br />
L’ISOLA ha acquistato<br />
3.000 delle 6.000 copie stampate,<br />
che saranno distribuite<br />
per valorizzare l’immagine<br />
della <strong>Sardegna</strong> in tutte le manifestazioni<br />
di settore -nazionali<br />
e internazionali- assieme<br />
a 30.000 depliant che riproducono<br />
uno speciale sull’artigianato<br />
sardo, sempre dal<br />
titolo “Manos de Oro”, apparso<br />
sul numero di maggio<br />
del magazine “Italia Turistica”.<br />
Il 30 per cento delle<br />
146.000 copie della rivista,<br />
diffusa esclusivamente per<br />
abbonamento, è spedita all’Estero,<br />
in particolare in<br />
Germania, Gran Bretagna,<br />
Stati Uniti e Giappone. Una<br />
parte dei depliant personalizzati<br />
commissionati dall’ISO-<br />
LA - che nell’operazione ha<br />
investito circa 100.000 euroriporta<br />
anche la traduzione in<br />
giapponese.<br />
“Manos de oro vuol essere<br />
un segnale di cambiamento,<br />
il primo momento del piano<br />
di rilancio dell’ISOLA presentato<br />
ai primi del mese”, ha<br />
dichiarato Giuseppe Ventura,<br />
presidente dell’ente strumentale<br />
della Regione che da 40<br />
anni promuove le produzioni<br />
artistiche dell’artigianato<br />
sardo.<br />
“La fase attuativa del piano<br />
sara’ presentata nelle prossime<br />
settimane”. Ai primi di<br />
UN PROGETTO<br />
PER RECUPERARE E TRASFORMARE<br />
LE ALGHE MARINE<br />
agosto l’Isola ha pubblicato i<br />
bandi di concorso per l’organizzazione<br />
della biennale<br />
dell’Artigianato artistico di<br />
Sassari.<br />
La preparazione della pubblicazione,<br />
costata nel complesso<br />
270.000 euro, e messa<br />
in vendita da Italia Turistica<br />
a 51,65 euro, è durata circa<br />
sei mesi, con un lavoro di ricerca<br />
fotografica - ha spiegato<br />
lo scrittore Manlio Brigaglia<br />
- in archivi ricchi di decine<br />
di migliaia di immagini.<br />
Con l’intento di valutare<br />
l’opportunità di presentare al<br />
“programma Life Ambiente” il<br />
progetto per il recupero ed utilizzo<br />
delle alghe marine, l’assessore<br />
provinciale dell’Ambiente<br />
Gianluca Grosso ha convocato<br />
una conferenza dei servizi<br />
dei Comuni costieri che si<br />
è svolta nei giorni scorsi nell’aula<br />
consiliare di via Giudice<br />
Guglielmo.<br />
Il deposito delle alghe lungo<br />
le spiagge ed i litorali (nel 2001<br />
circa 65.000 tonnellate) rappresenta<br />
per i Comuni costieri - ha<br />
detto Grosso - un problema rilevante<br />
per quanto riguarda lo<br />
smaltimento. Le alghe, classificate<br />
come rifiuti solidi urbani,<br />
non possono essere trattate secondo<br />
i normali metodi di eliminazione,<br />
quali ad esempio<br />
l’incenerimento, in quanto il<br />
materiale che le costituisce e’<br />
un cattivo combustibile. Devono<br />
percio’ essere conferite in<br />
discarica con notevoli costi e<br />
dispendio di tempo. Con il<br />
“Programma Life Ambiente”<br />
saranno selezionate le proposte<br />
di finanziamento a sostegno di<br />
iniziative dirette alla riduzione<br />
della produzione di rifiuti e alle<br />
relative operazioni di recupero<br />
e trattamento, attraverso dotazioni<br />
impiantistiche anche innovative<br />
finalizzate al recupero<br />
di materia dai rifiuti. Il progetto<br />
di trasformazione delle alghe,<br />
brevettato da una societa’<br />
sarda, prevede una procedura di<br />
raccolta sull’arenile con degli<br />
appositi mezzi ed il successivo<br />
Nel 76% dei Comuni della provincia di Nuoro, oltre un terzo<br />
della popolazione beneficia di trattamento pensionistico. E’<br />
quanto emerge dal rapporto Aspen sull’economia della provincia<br />
di Nuoro, che per la prima volta presenta una ricognizione sul<br />
sistema pensionistico su dati Inps e Inpdap. Il 46% dei Comuni<br />
della provincia hanno una pencentuale di pensionati che varia dal<br />
30,1% al 40% della popolazione residente. Il 30% dei Comuni ha<br />
una popolazione di pensionati Inps che supera il 40%. Record a<br />
Sagama, con il 54,55%. AI 31 dicembre 2001 sono state erogate<br />
nella provincia 93.136 pensioni di cui 81.741 dall’Inps e 11.935<br />
dall’Inpdap. Il valore totale delle pensioni erogate è di 590 milioni<br />
88.397,09 euro, di cui circa 441 milioni euro dall’lnps e<br />
149.888.397 dall’lnpdap. Il 45% delle pensioni Inps è destinato<br />
all’invalidità, il 39% alla vecchiaia, il 16% alla reversibilità.<br />
Quanto all’lnpdap, il 70% è assegnato ai dipendenti dello Stato<br />
ed il restante 30% al personale degli enti locali.<br />
IN UN SITO WEB<br />
I PRODOTTI LAPIDEI<br />
DELLA SARDEGNA<br />
trasporto in un centro di trasformazione<br />
industriale.<br />
Un metodo di smaltimento<br />
alternativo all’ammasso in discarica<br />
- ha sottolineato l’assessore<br />
all’Ambiente - che consente<br />
di valorizzare le qualita’<br />
di non deperibilita’ e di resistenza<br />
al fuoco e di individuare<br />
un adeguato settore di impiego<br />
delle alghe recuperate, nonche’<br />
di risolvere il problema della<br />
pulizia dei litorali. Infatti, con<br />
una tecnologia altamente innovativa<br />
si potranno ottenere, tra<br />
le altre cose, pannelli di elevata<br />
resistenza meccanica utilizzati<br />
nell’edilizia. Percio’, valutata<br />
l’adesione al progetto dei<br />
Comuni costieri, la Provincia<br />
decidera l’entita’ dell’intervento.<br />
Realizzati nell’ambito di un<br />
progetto pilota promosso dal<br />
Consorzio Ventuno e cofinanziato<br />
dall’Unione Europea e dalla<br />
Regione <strong>Sardegna</strong> (POP <strong>Sardegna</strong>),<br />
sono stati presentati a Nuoro<br />
un manuale tecnico sul tema<br />
“Lapidei omamentali della <strong>Sardegna</strong>”<br />
e il sito web “www.lapidei<br />
sardi.it. Alla presentazione, avvenuta<br />
nella sede del Consorzio Vent u -<br />
no, sono intervenuti Carlo Marini,<br />
Docente di Georisorse all’Università<br />
di Cagliari, Sergio<br />
Russo, presidente dell’Ailun, Alberto<br />
Meconcelli, presidente della<br />
SFIRS e l’assessore regionale<br />
dell’Industria Giorgio La Spisa.<br />
L’obiettivo tanto del manuale<br />
quanto del sito è quello di dotare<br />
di strumenti informativi e promozionali<br />
le aziende del comparto<br />
isolano delle pietre ornamentali.<br />
Il progetto ha coinvolto nove imprese<br />
del settore e i due principali<br />
consorzi sardi: la societa’ consorti<br />
le “Graniti e Marmi di <strong>Sardegna</strong>”<br />
e il “Consorzio marmi e graniti.<br />
Il manuale tecnico e il sito web<br />
costituiscono gli strumenti promozionali<br />
e gli archivi informativi<br />
del progetto. In essi e’ catalogata<br />
l’offerta merceologica delle<br />
principali pietre ornamentali della<br />
<strong>Sardegna</strong>: granito, marmo, basalto<br />
e trachite. Con il manuale le<br />
aziende sarde del settore potranno<br />
promuovere i loro prodotti presso<br />
i progettisti (architetti, ingegneri,<br />
arredatori, uffici tecnici, artigiani,<br />
etc.) e i clienti (imprese di costruzione<br />
e committenti pubblici e<br />
privati). Il manuale è valorizzato<br />
da un ricco corredo fotografico ed<br />
è completato da un CD-Rom contenente<br />
un software applicativo<br />
appositamente elaborato. Il sito è<br />
accessibile dal 13 settembre e offre<br />
la possibilità di consultare il<br />
manuale con gli ultimi aggiornamenti,<br />
di leggere le notizie sul<br />
comparto e i comunicati delle<br />
aziende, di scaricare software tecnico<br />
e aggiornamenti.<br />
Il comparto dei lapidei della<br />
<strong>Sardegna</strong> - ha spiegato Antonello<br />
Fonnesu, presidente del Consorzio<br />
Ventuno - è il risultato di un<br />
processo di formazione spontanea<br />
di una molteplicità di piccole<br />
e medie imprese che estraggono e<br />
lavorano materiali ornamentali<br />
secondo un’antica tradizione<br />
d’uso della pietra. Nel comparto,<br />
che conta al suo intemo due importanti<br />
distretti industriali, quello<br />
del granito in Gallura e quello<br />
del marmo di Orosei, sono attualmente<br />
attive circa 230 cave. Le<br />
principali tra queste si occupano<br />
anche dei processo di trasformazione<br />
della materia prima in semi<br />
lavorato e prodotto finito. Il Consorzio<br />
Ventuno, ente regionale<br />
per l’assistenza alle piccole e medie<br />
imprese, esercita la sua attivita’<br />
in favore del sistema produttivo<br />
regionale promuovendo azioni<br />
volte al rafforzarne la competitività<br />
in ambito nazionale ed internazionale.<br />
Tale obiettivo è perseguito con<br />
l’erogazione di servizi diretti alle<br />
singole imprese e l’avvio di programmi<br />
sperimentali e progetti<br />
pilota su gruppi di imprese omogenee,<br />
secondo una logica che<br />
mira a sostenere lo sviluppo dei<br />
distretti industriali e dei sistemi<br />
produttivi territoriali.
SARDEGNA NOTIZIE<br />
24<br />
OTTOBRE 2002<br />
SI CERCA NEL DNA DI UN SARDO<br />
L'ANTIDOTO PER DEBELLARE<br />
IL VIRUS DELL'AIDS<br />
ACCORDO STATO-REGIONE<br />
PER POTENZIARE<br />
LA CASERMA DI MACOMER<br />
Potrebbe essere racchiuso<br />
nel DNA di un 81enne sardo<br />
l’antidoto per debellare il male<br />
del secolo. Sieropositivo al virus<br />
HIV da 18 anni, l’anziano,<br />
che vive in un paese dell’Ogliastra,<br />
gode tuttora di ottima<br />
salute senza essersi mai<br />
sottoposto a terapie antivirali.<br />
A suscitare l’interesse del<br />
mondo scientifico è, tra l’altro,<br />
la resistenza all’infezione in<br />
un’eta’ in cui, solitamente, il<br />
decorso della malattia è piuttosto<br />
rapido. L’uomo ha contratto<br />
l’infezione nel 1985 a Milano,<br />
dove lavorava come operaio,<br />
dopo un rapporto sessuale<br />
con una prostituta.<br />
“Lo straordinario potere immunitario<br />
del paziente - ha<br />
spiegato il medico patologo<br />
Efisio Sulis che, insieme al genetista<br />
Licinio Contu, ha seguito<br />
il caso per anni nella clinica<br />
Tommasini di lerzu - è<br />
frutto di una scoperta casuale<br />
in seguito ad un banale prelievo<br />
effettuato nel 1992. Da allora,<br />
il paziente esegue controlli<br />
ogni sei mesi e la sua è<br />
una normalissima cartella clinica.<br />
Nessun sintomo dell’Aids,<br />
ma solo qualche lieve acciacco<br />
imputabile alla vecchiaia.<br />
Dotato di un’eccezionale<br />
capacita’ di risposta immunitaria,<br />
l’anziano appartiene<br />
a quel 5% di popolazione<br />
sieropositiva mondiale classificata<br />
dagli scienziati come<br />
“long term non progressor”<br />
ovvero portatore sano di aids.<br />
“Nessun gene difettoso o malformazione<br />
nella struttura del<br />
DNA”, ha assicurato il professor<br />
Sulis, “quanto, invece,<br />
un’ottima qualità della vita”.<br />
Una delle ipotesi più accreditate<br />
per spiegare il blocco dello<br />
sviluppo del virus pone in<br />
stretta correlazione la capacità<br />
immunitaria del soggetto con<br />
il territorio. Fino al Dopoguerra<br />
- ha aggiunto - malaria, tubercolosi<br />
e altre patologie infettive,<br />
tipiche del continente<br />
africano, hanno falcidiato<br />
l’Ogliastra, innescando un<br />
meccanismo di selezione, cosicché<br />
i più forti sono sopravvissuti<br />
ai più deboli. Al di là<br />
delle probabili teorie evoluzionistiche,<br />
la zona costiera del<br />
Nuorese non è comunque nuova<br />
a scoperte di alto rilievo<br />
scientifico. Terra di ultracentenari,<br />
è stata più volte oggetto<br />
di studi e ricerche su fattori<br />
di invecchiamento della popolazione.<br />
Ma l’osservazione dei<br />
medici sardi, fra i quali il genetista<br />
Licinio Contu, pubblicata<br />
sull’autorevole rivista intemazionale<br />
“New Ingland<br />
Jurnal of medicine”, potrebbe<br />
aprire prospettive per la sperimentazione<br />
del vaccino contro<br />
l’Aids. In <strong>Sardegna</strong> si contano<br />
1.523 casi, in Italia sono oltre<br />
50.000.<br />
Un accordo di programma<br />
tra il ministero della Difesa<br />
ed il Comune di Macomer è<br />
stato siglato nei giorni scorsi<br />
con l’obbiettivo di potenziare<br />
le caserme della zona. Il progetto-pilota<br />
verrà predisposto<br />
dal Comando militare autonomo<br />
d’intesa con la Regione<br />
<strong>Sardegna</strong>.<br />
I dettagli dell’importante<br />
intervento sono stati discussi<br />
nel corso di un incontro a<br />
Villa Devoto fra il presidente<br />
della Giunta Mauro Pili,<br />
il sottosegretario alla Difesa,<br />
Salvatore Cicu, e il sindaco<br />
Giuseppe Ledda. È<br />
prevista la realizzazione di<br />
impianti sportivi, la ristrutturazione<br />
e l’ampliamento<br />
della stazione ferroviaria,<br />
oltre alla costruzione di alloggi<br />
di servizio e di strutture<br />
per il tempo libero e attività<br />
culturali.<br />
Alla riunione hanno partecipato<br />
anche gli assessori regionali<br />
Silvestro Ladu (Lavori<br />
pubblici), Pietro Fois (Affari<br />
generali) e Salvatore<br />
Amadu (Trasporti). Il presidente<br />
Pili ha ipotizzato anche<br />
un Piano integrato d’Area, a<br />
sostegno dell’iniziativa.<br />
Secondo le stime del ministero,<br />
entro un anno nelle caserme<br />
di Macomer potranno<br />
essere alloggiati 400 volontari.<br />
Piu’ in la’ potranno diventare<br />
un migliaio, come ha sottolineato<br />
Cicu.<br />
Il progetto “caserme-aperte”<br />
era stato piu’ volte illustrato<br />
nei mesi scorsi dai vertici<br />
dell’Esercito, che propongono<br />
un’integrazione fra<br />
militari e popolazione civile<br />
anche attraverso la promozione<br />
di percorsi formativi<br />
universitari aperti ai giovani<br />
del posto.<br />
LA SARDEGNA AL SALONE<br />
DELL'ALIMENTAZIONE<br />
BIOLOGICA E NATURALE<br />
Con uno stand di 16 metri<br />
quadrati all’intemo dell’area<br />
collettiva AIAB, destinato a<br />
promuovere le attivita’ dell’associazione,<br />
anche l’ARPA-<br />
AIAB <strong>Sardegna</strong> onlus ha partecipato<br />
nelle scorse settimane<br />
al Salone Internazionale dell’Alimentazione<br />
Naturale, Salute<br />
e Ambiente (SANA) di<br />
Bologna.<br />
Si tratta del principale appuntamento<br />
per “il mondo del<br />
naturale”, la vetrina internazionale<br />
piu’ completa e aggiomata<br />
di prodotti, tecnologie ed<br />
eventi culturali nei settori dell’alimentazione,<br />
della salute e<br />
dell’ambiente.<br />
I numeri delle ultime edizioni<br />
ne sono una conferma. Oltre<br />
90.000 metri quadrati di superficie<br />
espositiva distribuiti in<br />
16 padiglioni. 1.600 espositori<br />
provenienti da tutto il mondo<br />
che ogni anno presentano le<br />
loro novita’ a 80mila visitatori<br />
circa, il 70% dei quali e’<br />
composto da operatori di settore.<br />
In crescita anche la presenza<br />
di operatori esteri, a conferma<br />
della valenza internazionale<br />
del Salone.<br />
L’ARPA-AIAB <strong>Sardegna</strong><br />
onlus ha organizzato la propria<br />
area espositiva per favorire il<br />
contatto tra i soggetti che operano<br />
nel settore della trasformazione<br />
e commercializzazione<br />
delle produzioni biologiche<br />
e le aziende sarde associate.<br />
Alcune di queste erano presenti<br />
nello stand con i loro prodotti<br />
e materiali pubblicitari<br />
L’area delle aziende socie<br />
AIAB comprendeva: il “Bar<br />
dell’olio”, la piu’ importante<br />
manifestazione internazionale<br />
nella quale vengono premiati i<br />
migliori olii extravergine<br />
d’oliva biologici; il “Bio di<br />
vino”, una vera e propria enoteca<br />
dove si potevano degustare<br />
i migliori vini bio, in collaborazione<br />
con AIAB Piemonte,<br />
Biobacchus e Bio Slow.<br />
Sono previsti, inoltre, uno spazio<br />
riservato ai Marchi AIAB,<br />
partendo da quello alimentare<br />
“Garanzia AIAB” e quelli “no<br />
food” con particolare attenzione<br />
agli agriturismi bio e ai tessuti<br />
e cosmetici bioecologici;<br />
lo spazio riservato all’Editoria<br />
AIAB, con la rivista Bioagricoltura,<br />
la newsletter<br />
Bio@gricultura Notizie e il<br />
nuovo sito internet dell’associazione<br />
presentato per l’occasione;<br />
e lo spazio delle Campagne,<br />
con la presentazione della<br />
Biodomenica (6 ottobre),<br />
della Primavera Biologica del<br />
prossimo anno e della nuova<br />
iniziativa in collaborazione<br />
con Greenpeace: GODO<br />
(Gruppi Organizzati Domanda<br />
e Offerta), per contribuire alla<br />
CAMBIANO I VERTICI<br />
DELLE FERROVIE DELL'ISOLA<br />
Importanti novità ai vertici<br />
delle Ferrovie della <strong>Sardegna</strong><br />
(FdS) e delle Ferrovie Meridionali<br />
Sarde (FMS).<br />
Entrambe in gestione governativa<br />
in attesa del trasferimento<br />
alla Regione, hanno due<br />
nuovi Commissari nominati<br />
dal ministro dei Trasporti Pietro<br />
Lunardi su indicazione della<br />
Giunta regionale.<br />
Nella delicata fase di passaggio<br />
alle competenze regionali,<br />
a gestire le Ferrovie della<br />
costruzione di una rete nazionale<br />
di vendita diretta.<br />
Lo stand ICEA era presente<br />
al SANA per la seconda volta,<br />
ma quest’anno con una novita’<br />
di grande rilievo, il riconoscimento<br />
del ministero delle Politiche<br />
Agricole e Forestali<br />
giunto con decreto del 18 agosto<br />
2002, che le ha consentito<br />
di rilevare definitivamente le<br />
attivita’ di controllo di AIAB.<br />
Nello stand, condiviso con<br />
Banca Popolare Etica, uno dei<br />
soci fondatori di ICEA, si potevano<br />
ricevere tutte le informazioni<br />
utili, sull’attivita’ di<br />
controllo e di certificazione.<br />
E’ stato infine allestito l’angolo<br />
dedicato all’Osservatorio<br />
Nazionale dei Prezzi dei Prodotti<br />
Biologici<br />
(www.prezzibio.it), nato dalla<br />
collaborazione tra l’Azienda<br />
Romana per i Mercati della<br />
Camera di Commercio di<br />
Roma e l’AIAB.<br />
<strong>Sardegna</strong> e le Ferrovie Meridionali<br />
Sarde saranno, rispettivamente,<br />
l’avvocato Marco<br />
Tedde, attuale Sindaco di Alghero,<br />
e l’ingegnere Marco<br />
Carboni ex assessore regionale<br />
dei Trasporti. Sostituiscono<br />
il commissario governativo<br />
Orlando Bufaritti.<br />
Le Ferrovie governative, in<br />
attuazione della riforma del<br />
trasporto pubblico locale, sono<br />
rimaste operative solo in tre<br />
Regioni speciali (oltre alla<br />
I FENICOTTERI<br />
SONO TORNATI<br />
A NIDIFICARE<br />
Dopo la fuga dello scorso<br />
anno provocata dalle incursioni<br />
dei cani randagi, i fenicotteri<br />
sono tornati a nidificare sulle<br />
rive dello stagno di Molentargius.<br />
Nei due siti di Bellarosa e<br />
vicino all’asse mediano sono<br />
nati oltre 2.500 pulli. L’importante<br />
avvenimento è il risultato<br />
del servizio di vigilanza coordinato<br />
dal corpo forestale in collaborazione<br />
con l’associazione di<br />
volontariato Paff convenzionata<br />
con Provincia, l’Associazione<br />
del Parco, la ASL e i Comuni di<br />
Cagliari e Quartu Sant’Elena. In<br />
particolare, dal 10 maggio a ferragosto,<br />
480 forestali sono stati<br />
impegnati in 260 turni che hanno<br />
consentito di effettuare la<br />
sorveglianza 24 ore su 24. Il<br />
consuntivo del servizio e’ stato<br />
fatto dal comandante del Corpo<br />
Forestale e di Vigilanza Ambientale<br />
della Regione Carlo<br />
Boni che ha sottolineato il successo<br />
dell’operazione. “Con un<br />
<strong>Sardegna</strong>, in Sicilia e nel Friuli<br />
Venezia Giulia) in attesa<br />
della definizione dei rapporti<br />
di trasferimento alla Regione<br />
delle competenze e delle funzioni<br />
operative.<br />
Perché ciò avvenga è necessaria<br />
l’approvazione di una<br />
legge regionale che recepisca<br />
il provvedimento quadro nazionale.<br />
Nelle Regioni a statuto ordinario<br />
il passaggio è stato definito<br />
l’anno scorso.<br />
servizio mirato siamo riusciti a<br />
fare in modo che la nidificazione<br />
andasse a buon fine. In due<br />
mesi e mezzo sono stati catturati<br />
otto cani randagi”. Boni ha<br />
quindi messo in evidenza la<br />
“piena collaborazione” con i<br />
volontari, l’Associazione del<br />
Parco e la ASL. E’ stata invece<br />
“saltuaria” quella con i Comuni<br />
ai quali ha chiesto una maggiore<br />
sensibilizzazione dei proprietari<br />
dei cani che vagano nei<br />
pressi dell’area protetta e l’istituzione<br />
dell’anagrafe canina.<br />
Finora - ha precisato - le nostre<br />
sollecitazioni non hanno ricevuto<br />
risposte adeguate.<br />
Il comandante del Corpo forestale<br />
ha anche auspicato la costituzione<br />
in tempi brevi del comitato<br />
di gestione del parco<br />
(“quella di quest’anno e’ stata<br />
un’operazione di tampona mento”)<br />
e ha annunciato la prossima<br />
istituzione di una stazione della<br />
forestale a Molentargius e Santa<br />
Gilla (“la proposta e’ gia’ all’esame<br />
della Giunta regionale”).<br />
Soddisfazione per il successo<br />
dell’operazione e’ stata espressa<br />
dal presidente dell’Associazione<br />
del Parco di Molentargius Vincenzo<br />
Tiana. L’assessorato regionale<br />
all’Ambiente - ha detto -<br />
ha raccolto l’invito per creare un<br />
coordinamento per la vigilanza<br />
in un’area che, pur non essendo<br />
vasta, presenta problemi di rilievo<br />
a causa della vicinanza con i<br />
centri abitati. Ora occorre<br />
un’opera di prevenzione per impedire<br />
un aumento dei cani randagi.<br />
Il direttore dell’ispettorato<br />
forestale di Cagliari Paolo Floris<br />
ha sottolineato la difficoltà del<br />
servizio svolto in concomitanza<br />
con la campagna antincendi. È<br />
stato - ha concluso - un importante<br />
laboratorio per future collaborazioni<br />
tra gli enti coinvolti.
EMIGRAZIONE<br />
25<br />
OTTOBRE 2002<br />
CELEBRAZIONI A MELBOURNE<br />
PER RICORDARE LA FIGURA<br />
DI SANT'IGNAZIO DA LACONI<br />
Intensa vita culturale e sociale<br />
per la Sardinian Cultural<br />
Association di Melbourne,<br />
presieduta da Paolo Lostia. Il<br />
Circolo, che svolge un costante<br />
ruolo di sensibilizzazione e<br />
di integrazione delle tradizioni<br />
isolane, ha dedicato il mese di<br />
ottobre al ricordo e alla celebrazione<br />
di Sant’Ignazio da<br />
Laconi, grazie alla collaborazione<br />
con l’omonimo comitato<br />
sardo. Oltre a un pranzo sociale,<br />
all’insegna dell’arte culinaria<br />
dell’isola, la festa in onore<br />
di Sant’Ignazio si è svolta domenica<br />
13 ottobre, nel Santuario<br />
di Sant’Antonio di<br />
Hawthorn, con una solenne celebrazione<br />
eucaristica animata<br />
dai costumi e dagli stendardi<br />
della <strong>Sardegna</strong>.<br />
Il mese di novembre invece<br />
sarà all’insegna dello scambio<br />
culturale tra le due principali<br />
isole del Mediterraneo. In collaborazione<br />
con l’Istituto Italiano<br />
di Cultura e l’Alias, la<br />
Sardinian Cultural Association<br />
IL CIRCOLO DI AMBURGO<br />
DEVASTATO<br />
DALL'ALLUVIONE<br />
Si sono rivelati particolarmente<br />
consistenti i danni provocati<br />
alla sede del Centro<br />
Sardo Su Nuraghe di Amburgo<br />
dall’eccezionale ondata di<br />
maltempo che in agosto ha colpito<br />
l’Europa dell’Est facendo<br />
straripare di diversi fiumi. I<br />
dirigenti ed i soci del Circolo,<br />
guidati dalla Presidente Vincenza<br />
Fiorini, si sono messi al<br />
lavoro per restituire agibilita’<br />
e funzionalità ai locali della<br />
sede.<br />
È questa la quarta volta che<br />
le calamità naturali hanno<br />
coinvolto “Su Nuraghe” distruggendo,<br />
in un’ondata, i<br />
beni del sodalizio con riflessi<br />
negativi sullo svolgimento<br />
delle attività programmate.<br />
ha organizzato “Sicilia e <strong>Sardegna</strong>,<br />
le due isole si incontrano<br />
e si raccontano”. Protagonisti<br />
saranno gli scrittori Giovanna<br />
Guzzardi e Lino Concas.<br />
L’appuntamento è per<br />
mercoledì 13 novembre nella<br />
sede dell’Istituto. Con il coordinamento<br />
di Roberta Trape’,<br />
è previsto anche un intrattenimento<br />
musicale con Angelo e<br />
Dora Marchese, Tony Marchi,<br />
Anna Maria De Maria, Giovanni<br />
Portogallo che proporranno<br />
una selezione di balli<br />
sardi e canzoni popolari siciliane.<br />
La Sardinian Cultural Association<br />
di Melbourne non si è<br />
però limitata all’impegno culturale<br />
nel territorio australiano,<br />
ma ha anche promosso<br />
un’originale forma di promozione<br />
per far conoscere la realtà<br />
dell’isola. Tra le iniziative<br />
di maggior pregio una borsa di<br />
studio che ha consentito ad una<br />
studentessa dell’Università<br />
Monash Alison Close di trascorrere<br />
sei settimane in Italia<br />
e in <strong>Sardegna</strong>. Il progetto è<br />
nato da un accordo triennale<br />
con la Monash con cui la SCA<br />
di Melbourne si è impegnata a<br />
garantire un contributo di<br />
1.000 dollari nel 2002, 3.000<br />
nel 2003 e 5.000 nel 2005. La<br />
giovane universitaria, che sta<br />
realizzando una ricerca sull’emigrazione<br />
nel dopoguerra<br />
con particolare riferimento a<br />
quella femminile, ha potuto<br />
così raccogliere testimonianze<br />
dirette a Prato, in Toscana,<br />
sede di un Centro appartenente<br />
alla Monash, e in <strong>Sardegna</strong>.<br />
La studentessa, che ha fruito di<br />
un sussidio dell’Italian Australian<br />
Institut e dell’assistenza<br />
dell’ente “Monash Abroad”<br />
e del “Monash Research Graduate<br />
School, ha approfondito<br />
le tematiche inerenti l’esperienza<br />
degli emigrati sardi.<br />
Ho intenzione – ha detto Alison<br />
Close – specializzarmi in<br />
politica dell’emigrazione e la<br />
borsa di studio mi ha aiutato a<br />
vivere e viaggiare in <strong>Sardegna</strong><br />
dove sono venuta in contatto<br />
con una realta’ che ha sofferto<br />
per l’esodo forzato. Tante famiglie<br />
mi hanno raccontato<br />
quanto sia doloroso essere divisi<br />
e non poter condividere i<br />
momenti importanti della vita.<br />
La visita in <strong>Sardegna</strong> mi ha<br />
fatto capire in modo piu’ realistico<br />
e profondo il problema<br />
dell’emigrazione.<br />
Tra i progetti della Sardinian<br />
Cultural Association anche un<br />
accordo con l’Università di<br />
Cagliari per realizzare un lavoro<br />
di ricerca sull’emigrazione<br />
sarda e sui Circoli di emigrati<br />
in Australia anche con<br />
scambi di studenti. Sono previsti<br />
inoltre una visita del Centro<br />
Australiano Aborigeno e una<br />
serie di conferenze curate dal<br />
Centro Monash di Prato e dall’Ateneo<br />
sardo.<br />
Da sinistra: Salvatore Useli,<br />
Paolo Lostia, Loana Marino<br />
“IL MESSAGGERO”<br />
TRA I SOLDATI SARDI<br />
A SARAJEVO<br />
“Il Messaggero Sardo” è a<br />
disposizione, da luglio, nella<br />
sala riunioni del Reparto Alpini<br />
dell’Esercito impegnato<br />
a Sarajevo nella missione di<br />
pace in Bosnia. Accogliendo<br />
la richiesta del Sottufficiale<br />
Giorgio Sarais, residente a<br />
Feltre in provincia di Belluno<br />
abbiamo inserito nel fascettario<br />
del periodico, la cui pubblicazione<br />
è prevista dalla<br />
Regione con la legge sull’emigrazione,<br />
l’indirizzo<br />
dell’Esercito italiano in Bosnia.<br />
La risposta è stata graditissima<br />
e commovente. Abbiamo,<br />
infatti, ricevuto una<br />
cartolina da Serajevo sottoscritta<br />
da una cinquantina di<br />
sardi impegnati nella missione.<br />
Un “grazie” da parte di tutti<br />
– vi si legge – per l’invio del<br />
“Messaggero Sardo, un riverente<br />
saluto alla Nostra terra<br />
VISITA IN GERMANIA<br />
DI AMMINISTRATORI LOCALI<br />
DELLA SARDEGNA<br />
Una rappresentanza di<br />
amministratori locali sardi,<br />
guidati dal deputato<br />
Michele Cossa (Riformatori),<br />
presidente dell’Associazione<br />
Provinciale<br />
degli Enti Locali di Cagliari<br />
(APEL) ha effettuato<br />
un viaggio in Germania<br />
per una serie di incontri<br />
con i rappresentanti dei<br />
Circoli degli emigrati.<br />
Nel corso delle riunioni<br />
sono stati illustrati i contenuti<br />
della proposta di<br />
legge regionale che prevede<br />
il diritto di voto per i<br />
Sardi all’estero.<br />
Questa è solo la prima<br />
di una serie di iniziative –<br />
ha sottolineato Cossa –<br />
che abbiamo organizzato.<br />
FESTA SARDA IN LOMELLINA<br />
ORGANIZZATA DAL CIRCOLO<br />
“S'EMIGRADU“ DI VIGEVANO<br />
Cilavegna è un paese della<br />
Lomellina con meno di cinquemila<br />
abitanti in cui anche<br />
nel 2002, per il quarto anno<br />
consecutivo, il Circolo culturale<br />
sardo “S’Emigradu” di<br />
Vigevano, presieduto da Raimondo<br />
Cuccu, ha organizzato<br />
la festa “Sa Saldigna este a Cilavegna”.<br />
Nella strattura attrezzata del<br />
Parco Togliatti, il 30 e 31 agosto<br />
e domenica 1 settembre,<br />
sono stati serviti centinaia di<br />
piatti alla sarda, sia con carne<br />
(porcheddu arrostidu) che con<br />
pesce (calamari fritti e zuppa).<br />
Non sono mancati gli stand,<br />
molto frequentati, che hanno<br />
assicurato la possibilità di gustare<br />
ed acquistare i prodotti<br />
ed un arrivederci a presto.<br />
Un ringraziamento che, insieme<br />
a tutti gli altri che pervengono<br />
quotidianamente in<br />
redazione e per esigenze di<br />
spazio non possiamo pubblicare<br />
nella rubrica delle “lettere”,<br />
ci incoraggia a continuare<br />
con tenacia ed abnegazione<br />
il lavoro iniziato 33 anni<br />
fa con l’unico obiettivo di<br />
servire, in attuazione dello<br />
spirito informatore del legislatore,<br />
il mondo dell’emigrazione<br />
e di mantenere costante<br />
e vivo il legame che lo<br />
unisce alla <strong>Sardegna</strong>. Gli apprezzamenti<br />
dei lettori compensano<br />
le difficoltà ed anche<br />
le incomprensioni che<br />
spesso incontriamo nello<br />
svolgere da volontari la nostra<br />
attivita’. Di questo la Cooperativa,<br />
la Direzione e la<br />
Redazione sono grati.<br />
Intendiamo illustrare ai<br />
diretti interessati il contenuto<br />
di una proposta che<br />
ha raccolto il consenso<br />
della maggioranza delle<br />
forze politiche isolane.<br />
Speriamo che il Consiglio<br />
regionale riesca a superare<br />
le attuali conflittualità e<br />
sappia approvare in tempi<br />
rapidi un testo molto importante<br />
che garantisca a<br />
tutti gli emigrati una reale<br />
partecipazione alla vita<br />
democratica della nostra<br />
Regione.<br />
Anche sul nuovo assetto<br />
costituzionale della Regione<br />
– ha concluso Cossa<br />
– sentiremo l’autorevole<br />
opinione degli emigrati<br />
sardi.<br />
alimentari e quelli dell’artigianato<br />
artistico della <strong>Sardegna</strong>.<br />
Il folklore è stato rappresentato<br />
degnamente dal gruppo di<br />
ballo “P.Beccoi” dei Mamoiada.<br />
La festa del Circolo di Vigevano<br />
è stata patrocina dall’Amministrazione<br />
comunale<br />
di Cilavegna, dall’Assessorato<br />
al Lavoro della Regione e dalla<br />
FASI.<br />
Notevole è stato l’apporto<br />
organizzativo che è stato dato<br />
dagli amici lomellini. La collaborazione<br />
del giornalista-presentatore<br />
Bobo Bernardini ha<br />
sicuramente valorizzato l’offerta<br />
degli spettacoli di intrattenimento<br />
proposti nelle tre<br />
serate di festa.
EMIGRAZIONE<br />
26<br />
OTTOBRE 2002<br />
La <strong>Sardegna</strong> è una terra di<br />
missionari. Sacerdoti, frati,<br />
suore, religiosi e laici sardi<br />
sono sparsi per il mondo, spesso<br />
nei luoghi più emarginati, a<br />
portare la parola di Dio e a<br />
dare con l’esempio e con l’impegno<br />
personale – a volte pagato<br />
anche a caro prezzo – testimonianza<br />
concreta e tangibile<br />
di solidarietà umana. Dalle<br />
regioni più povere e tormentate<br />
dall’Africa, a quelle del<br />
Centro e Sud America, all’<br />
Asia, ovunque sono presenti<br />
missionari sardi. In occasione<br />
dei recenti drammatici fatti del<br />
conflitto israelo-palestinese<br />
con il lungo assedio alla basilica<br />
della Natività abbiamo<br />
scoperto che molti religiosi e<br />
religiose sarde operano a Betlemme<br />
in condizioni spesso<br />
difficilissime.<br />
Una delle regioni dove massiccia<br />
e consolidata è la presenza<br />
di missionari sardi è il<br />
Madagascar, un’isola grande<br />
tre volte l’Italia, al largo delle<br />
coste africane, nell’ Oceano<br />
Indiano. Qui, fin dai primi<br />
anni Ottanta, operano un gruppo<br />
di sacerdoti, Salesiani di<br />
Don Bosco, che si prodigano a<br />
favore dei più poveri portando<br />
avanti numerose attività di<br />
istruzione e di formazione professionale<br />
per ragazzi e ragazze<br />
emarginati.<br />
Quando nel 1980 venne deciso<br />
di inviare missionari in<br />
Madagascar i sacerdoti sardi<br />
furono tra i primi a partire.<br />
Don Oreste Valle, di Arborea<br />
APPELLO DI UN MISSIONARIO SARDO<br />
PER COSTRUIRE UNA SCUOLA<br />
NELL'ISOLA DEL MADAGASCAR<br />
– che da pochi mesi è partito<br />
per l’ Albania – fu tra i primissimi.<br />
Oggi sono quasi una dozzina,<br />
sparsi nel vastissimo territorio:<br />
don Gian Marco Lai, di<br />
Perdasdefogu, don Piero Faret,<br />
di Cagliari, don Mario Prina,<br />
di Fonni, don Salvatorangelo<br />
Artizzu, di Cagliari, don Renato<br />
Pinna, di Sardara, don Giovanni<br />
Follese di Cagliari e don<br />
Sebastiano Campullu (ma tutti<br />
lo conoscono come Pere Tattano),<br />
di Santulussurgiu che arrivato<br />
nel 1985, oggi coordina il<br />
centro di Mahajanga, nel nord<br />
dell’Isola.<br />
Don Tattano si è rivolto al<br />
Messaggero Sardo per chiedere<br />
la solidarietà dei sardi per<br />
avere un aiuto, anche modesto,<br />
che possa permettere il completamento<br />
di due nuove aule<br />
dove far studiare i bambini<br />
malgasci della periferia di<br />
Mahajanga.<br />
Diventato sacerdote nel<br />
1980 don Campullu è stato tra<br />
i primi, nel 1985, a accettare<br />
l’invito a partire missionario<br />
in Madagascar. “Quella dei salesiani<br />
non è una congregazione<br />
missionaria – precisa – ma è<br />
quella che ha il maggior numero<br />
di missionari”. Prima di partire<br />
chiese e ottenne il consenso<br />
della madre, donna profondamente<br />
religiosa che ha assecondato<br />
la vocazione del figlio.<br />
Per sei mesi venne ospitato<br />
in un centro per apprendere<br />
la lingua malgascia e studiare<br />
la cultura di quel popolo (in<br />
Madagascar ci sono 18 differenti<br />
etnie). Fu mandato a Betafo,<br />
nel centro dell’isola dove<br />
con padre Lai e padre Faret,<br />
organizzò un oratorio e una<br />
scuola. C’erano 1600 allievi,<br />
dalle elementari al liceo. Fu<br />
istituita la parrocchia alla quale<br />
facevano capo ben 34 piccole<br />
chiese sparse in un territorio<br />
vastissimo, spesso raggiungibili<br />
solo dopo giornate di marcia<br />
o per via fluviale. Dopo<br />
otto anni a Betafo Pere Tattano<br />
fu mandato per quattro anni a<br />
Ivato e poi per due anni nella<br />
foresta a Bemaneviki, all’estremità<br />
nordoccidentale<br />
del Madagascar, una missione<br />
particolarmente disagiata con<br />
condizioni climatiche quasi<br />
insopportabili.<br />
Dal 2001 Pere Tattano è stato<br />
nominato coordinatore del<br />
centro di Mahajanga dove ha<br />
riattivato un centro professionale<br />
che è diventato il punto di<br />
aggregazione per i bambini e i<br />
giovani della periferia della<br />
città. Il Centro Professionale –<br />
dopo tre anni di lavori – ha potuto<br />
cominciare quest’anno l’<br />
attività didattica. Dotato di sei<br />
laboratori (meccanica, saldatura,<br />
elettromeccanica, frigoristi,<br />
muratura e falegnameria) il<br />
Centro “Don Bosco” avrebbe<br />
la capacità di accogliere 120<br />
allievi. Invece sono più di 300<br />
quelli che si sono iscritti. “Non<br />
ci sono aule – racconta don<br />
Campullu – e facciamo lezione<br />
all’aperto”. Chi può, e non<br />
sono molti, paga una retta di<br />
2,60 euro al mese. Una parte<br />
dei fondi necessari per pagare<br />
gli insegnanti provengono dalla<br />
vendita dei manufatti prodotti<br />
dagli allievi (circa il<br />
30%). Al resto – precisa don<br />
Campullu – ci ha sempre pensato<br />
la Provvidenza.<br />
La situazione politica – con<br />
il vecchio presidente che non<br />
voleva accettare la sconfitta<br />
elettorale – ha aggravato una<br />
situazione economica già precaria.<br />
Nonostante abbia un<br />
considerevole patrimonio zootecnico,<br />
una florida attività di<br />
pesca, coltivazioni di cacao,<br />
caffè, spezie varie e riso, il<br />
Madagascar è attanagliato da<br />
una drammatica crisi economica.<br />
L’opera dei salesiani che<br />
puntano sulla istruzione e sulla<br />
formazione professionale è<br />
importantissima per far sviluppare<br />
e crescere una classe di<br />
tecnici.<br />
Per aiutare don Sebastiano<br />
Campullu a realizzare almeno<br />
altre due aule a Mahajanga si<br />
possono inviare offerte al seguente<br />
indirizzo.<br />
Fondazione DON BOSCO<br />
NEL MONDO, via della Pisana<br />
1111 – 00163 ROMA<br />
Le offerte si possono fare<br />
con versamento in<br />
- Conto Corrente Postale n.<br />
36885028<br />
- Bonficio Bancario: sul c/c<br />
3263/1 presso la BANCA IN-<br />
TESA RETE CARIPLO, filiale<br />
12 di ROMA – cod ABI<br />
6070 – cod. CAB 03212<br />
Bonifico BancoPosta sul c/c<br />
postale n. 36885028 – ABI<br />
03069 – CAB 05064<br />
Accredito via Internet BancoPostaImpresaonline<br />
sito<br />
www.poste.it<br />
IMPORTANTE: In ogni versamento<br />
va indicata la seguente<br />
CAUSALE: “Don Campullu<br />
Sebastiano per scuola S. Domenico<br />
Savio MAHAJANGA –<br />
Madagascar”<br />
INIZIATIVA DEL CIRCOLO<br />
S. EFISIO DI TORINO<br />
CONTRO LA THALASSEMIA<br />
Informare e sensibilizzare<br />
non solo i sardi ma anche la<br />
popolazione locale su una malattia<br />
che colpisce l’Isola e anche<br />
altre aree del Mediterraneo.<br />
Da qui l’iniziativa dell’Associazione<br />
Sant’Efisio,<br />
circolo culturale sardo di Torino,<br />
per uno spettacolo di beneficenza<br />
che si è svolto il 29<br />
giugno scorso seguito il giorno<br />
dopo da un dibattito sulla thalassemia.<br />
“Non vi è luogo più adatto<br />
della Chiesa per rinsaldare e<br />
consacrare come in un patto i<br />
legami di amicizia, di solidarietà<br />
e di fratellanza fra gli uomini.<br />
Se poi ci si ritrova fra gente<br />
della stessa stirpe l’incontro<br />
assume un carattere particolare”,<br />
è quanto ha scritto il presidente<br />
del Circolo, Angelo<br />
Loddo, nel presentare l’incontro<br />
svoltosi nella Parrocchia<br />
San Giuseppe lavoratore. La<br />
messa cantata in sardo è stata<br />
celebrata da don Deiana, originario<br />
di Ardauli, un salesiano<br />
che svolge la sua missione nel<br />
Santuario di Castelnuovo Don<br />
Bosco, paese natale del Santo.<br />
Significativa la partecipazione,<br />
oltre che di tantissimi sardi,<br />
di rappresentanti locali: il<br />
presidente della VI Circoscrizione<br />
del Comune di Torino,<br />
Eleonora Artesio, Paola Taraglio<br />
degli Affari Comunitari<br />
della Regione Piemonte, il<br />
presidente dell’Associazione<br />
Piemontesi nel Mondo Michele<br />
Colombino, il presidente<br />
della fasi Tonino Mulas. Nel<br />
corso della cerimonia religiosa<br />
diversi i canti in sardo proposti<br />
anche dal Coro polifonico di<br />
Isili che, assieme al Gruppo di<br />
ballo S’Arramini e di Sant’Efisio,<br />
ha proposto in serata una<br />
serie di esibizioni.
EMIGRAZIONE<br />
27<br />
OTTOBRE 2002<br />
RECORD DI VISITATORI<br />
ALLA RASSEGNA<br />
SARDEGNA A SARONNO<br />
Intensa la Settimana Sarda,<br />
denominata “<strong>Sardegna</strong> a Saronno<br />
2002”, che si è svolta a<br />
Saronno dal 14 al 23 giugno<br />
scorso. Si è trattato di un successo<br />
della manifestazione - ha<br />
sottolineato il presidente del<br />
Circolo culturale sardo Grazia<br />
Deledda di Saronno, Luciano<br />
Aru - ben meritato. È stato stimato<br />
che nei 10 giorni di esposizione<br />
i padiglioni siano stati<br />
visitati da non meno di 50.000<br />
persone.<br />
La manifestazione si è svolta<br />
con la collaborazione della<br />
FASI, Esit, e i Comuni di Tertenia,<br />
Escalaplano, Fluminimaggiore,<br />
Morgongiori, e di<br />
diversi artigiani ed artisti sardi<br />
nonché di associazioni provenienti<br />
dai comuni sardi e di associazioni<br />
di Saronno. L’Amministrazione<br />
comunale di Saronno<br />
ha preso parte attiva alla<br />
manifestazione mettendo a disposizione,<br />
gratuitamente,<br />
l’area in cui si è svolta la Settimana,<br />
le sale necessarie alle<br />
conferenze, contribuendo, tramite<br />
l’Assessorato agli Eventi<br />
Speciali e l’Assessorato della<br />
Cultura, a parte delle spese<br />
pubblicitarie e intervenendo in<br />
diverse forme.<br />
La “Settimana Sarda” è un<br />
appuntamento tradizionale per<br />
Saronno: con la cultura, la tradizione,<br />
la gastronomia e l’artigianato<br />
isolano, una manifestazione<br />
- come ha ricordato<br />
Aru - voluta fortemente dal direttivo<br />
del Circolo e da tutti i<br />
soci e che hanno lavorato per<br />
la sua buona riuscita. Per realizzare<br />
il progetto sono stati allestiti,<br />
in un’area centrale della<br />
città, due padiglioni: in uno<br />
è stato offerto al pubblico una<br />
degustazione dei piatti tipici<br />
della cucina sarda; nell’altro è<br />
stata allestita una mostra di artigianato,<br />
di ceramiche artistiche,<br />
di immagini fotografiche,<br />
di prodotti agroalimentari sardi.<br />
Il Folklore è stato rappresentato<br />
dai gruppi FoIk di<br />
Escalaplano e di Tertenia che<br />
sabato 15 giugno si sono esibiti<br />
nei balli tradizionali nella<br />
piazza principale della città e<br />
hanno sfilato per le vie centrali<br />
monopolizzando per l’intera<br />
serata l’attenzione dei saronnesi.<br />
L’inaugurazione ufficiale<br />
del padiglione espositivo è<br />
avvenuta domenica 16 giugno,<br />
un vero “momento di incontro”<br />
fra la comunità sarda del<br />
saronnese composta da circa<br />
3.000 famiglie e il mondo politico<br />
e culturale di Saronno e<br />
della provincia di Varese.<br />
Erano presenti, fra le diverse<br />
autorità, in rappresentanza<br />
della Città di Saronno il Sindaco,<br />
Avv. Pierluigi Gilli, tutta la<br />
Giunta Comunale, e il Presidente<br />
del Consiglio Comunale;<br />
mentre la provincia di Varese<br />
era rappresentata dall’Assessore<br />
dell’Ambiente senatore<br />
Pintus.<br />
Altro momento significativo<br />
della manifestazione è stato<br />
sabato 22 giugno con l’incontro,<br />
promosso dall’Associazione<br />
dei sardi, fra il gruppo speleologico<br />
“Grotte Su mannau”<br />
di Fluminimaggiore e il Gruppo<br />
speleologico di Saronno.<br />
L’incontro, un vero gemellaggio<br />
fra i due gruppi, è avvenuto<br />
alla presenza delle autorità<br />
comunali, ed è servito a cementare<br />
l’amicizia e a stipulare<br />
un accordo di collaborazione<br />
e scambio di conoscenze<br />
che porterà il gruppo di Saronno,<br />
composto di circa 50 persone,<br />
a restituire la visita a<br />
Fluminimaggiore paese che il<br />
Comune di Saronno ha voluto<br />
omaggiare accogliendo la sua<br />
banda musicale nel raduno<br />
delle bande musicali lombarde<br />
che si è svolto domenica 23<br />
giugno. Alla mamfestazione,<br />
denominata “Trenobanda” e<br />
promossa dal Comune, hanno<br />
partecipato una decina di bande<br />
Lombarde e la banda musicale<br />
di Fluminimaggiore, che<br />
ha ben figurato.<br />
IL CORO CITTA' DI OZIERI<br />
OSPITE D'ONORE<br />
A “BASSANO IN CANTO”<br />
Domenica 28 luglio a Bassano del Grappa si è svolta la manifestazione<br />
coristica “Bassano in canto”, a coronamento del<br />
ciclo di manifestazioni collegate al “Millennio di Bassano”.<br />
Ospite di rilievo della serata è stato il coro “Città di Ozieri”,<br />
che a settembre dello scorso anno aveva a sua volta ricevuto<br />
la visita del “Coro Bassano”, nello spirito di un gemellaggio<br />
fra i due cori. Il Circolo “<strong>Sardegna</strong> Nostra” invitato dal “Coro<br />
Bassano” ad essere protagonista non ha avuto tentennamenti<br />
- ha scritto al Messaggero Sardo Arianna Loi - e così rispettando<br />
il calendario predisposto dagli organizzatori sabato 27<br />
ci si è incontrati sul famoso “Ponte di Bassano” dove i rappresentanti<br />
di Ozieri hanno dato subito un saggio della loro bravura<br />
intonando “Dimonius” (inno della Brigata Sassari), fra lo<br />
stupore della gente. Dal ponte si è proseguito sino ad arrivare<br />
al palazzo municipale dove vi era l’assessore dello spettacolo<br />
L. Fabris, il presidente del “Coro Bassano” A. Zilio ed il coro<br />
rumeno Iom Vidu di Lugoj, anch’esso ospite della manifestazione.<br />
Il nostro circolo - ha sottolineato Arianna Loi - è stato protagonista<br />
l’indomani con la Santa Messa che ha aperto una giornata<br />
ricca di avvenimenti. Il coro “Città di Ozieri”, con i costumi<br />
tradizionali, ha proposto cinque brani durante la messa nella<br />
chiesa di S. Giacomo, a Romano d’Ezzelino.<br />
A due passi dalla parrocchia vi è la chiesetta di S.Giacomo di<br />
Torre, oggi sconsacrata e di proprietà del comune romanese e qui<br />
si è svolta una piccola cerimonia fra il Circolo, l’Amministrazione<br />
comunale e il Coro. Il vicepresidente del circolo “<strong>Sardegna</strong><br />
Nostra” D. Fadda ha detto che fra i sardi e i veneti residenti nel<br />
territorio è fondamentale il rapporto di amicizia e solidarietà, ha<br />
poi preso la parola il sindaco A. Zen per il quale i sardi residenti<br />
nel territorio sono un esempio di onestà e laboriosità, e si è auspicato<br />
in futuro un gemellaggio con la comunità ozierese. E’<br />
quindi intervenuto il coordinatore per i circoli del nord est, G.<br />
Vittorio Masala, il quale ha spiegato che l’emigrazione è un fenomeno<br />
in continua crescita, soprattutto per i giovani laureati, infine<br />
l’assessore per gli Affari sociali A. Baron e il presidente della<br />
Pro Loco S. Carlesso hanno consegnato dei doni all’assessore<br />
comunale di Ozieri O. Contu, e al Coro.<br />
La manifestazione si è chiusa con un pranzo sociale, preparato<br />
da alcuni volontari del Circolo e della Comunità parrocchiale,<br />
durante il quale il presidente del circolo “<strong>Sardegna</strong> Nostra”, G.<br />
Denti, ha ringraziato tutti i presenti e ha donato al Coro un piatto<br />
in ceramica bassanese. Infine alle 23 gli amici di Ozieri si sono<br />
esibiti fra gli applausi dei Bassanesi nella splendida cornice del<br />
Castello degli Ezzelini, eseguendo dieci canti che simboleggiano<br />
appunto dieci secoli di vita della città di Bassano (998/1998).<br />
L’indomani vi è stata una cerimonia al sacrario del Monte Grappa<br />
dove i sardi hanno festeggiato con gli altri cori.<br />
UN CONVEGNO SULLA DELEDDA<br />
CONCLUDE A CONCOREZZO<br />
LA SETTIMANA SARDA<br />
A coronamento della festa e<br />
delle manifestazioni organizzate<br />
dal Circolo culturale <strong>Sardegna</strong><br />
di Vimercate-Concorezzo-Monza<br />
nell’ambito del<br />
Giugno Concorezzese, che ha<br />
visto dal 7 al 16 giugno al Parco<br />
Zoja di Concorezzo una intensa<br />
partecipazione dei sardi<br />
assieme alla popolazione locale<br />
che hanno dato vita anche a<br />
un corteo storico che ha attraversato<br />
le vie del centro storico<br />
di Concorezzo con una rievocazione<br />
degli antici vestiti<br />
degli abitanti, si è svolto un<br />
convegno su Grazia Deledda.<br />
L’interessante appendice<br />
culturale alla intensa settimana<br />
sarda è stata, il 23 giugno<br />
scorso, la Conferenza, organizzata<br />
sempre dal Circolo<br />
<strong>Sardegna</strong> con il patrocinio della<br />
Città di Monza nell’ambito<br />
della sagra di San Giovanni, su<br />
“La donna della montagna,<br />
Grazia Deledda a 75 anni dal<br />
Nobel”. E’ stata ricordata la<br />
storia di una donna di montagna<br />
che da Nuoro, nelle montagne<br />
della Barbagia, è approdata<br />
a Stoccolma dove il 10<br />
dicembre 1927 (75 anni) ricevette<br />
il Premio Nobel per la<br />
Letteratura 1926, unica donna<br />
scrittrice italiana a riceverlo<br />
dopo il Nobel del Carducci assegnato<br />
20 anni prima. La Deledda<br />
ha dato lustro alla <strong>Sardegna</strong>,<br />
all’Italia e sarebbe auspicabile<br />
che anche la Regione<br />
sarda desse vita a iniziative<br />
che valorizzino la sua figura.<br />
A parlare della sua figura,<br />
della sua opera, del suo ruolo e<br />
del significato della donna della<br />
“montagna” sono stati Paolo<br />
Pulina, il presidente del Circolo<br />
Salvatore Carta, il sindaco<br />
di Monza Michele Faglia, e<br />
i prof. Francesco Dettori e<br />
Giuseppe Colombo, già direttore<br />
della Biblioteca di Monza,<br />
che si sono avvicendati per<br />
dare un quadro quanto più<br />
esaustivo sul Premio Nobel<br />
sardo che ha dato lustro non<br />
solo alla nostra Isola ma a tutta<br />
la letteratura mondiale. La<br />
Deledda ha ambientato la maggior<br />
parte delle sue opere (300<br />
novelle e 30 libri) nella <strong>Sardegna</strong><br />
intrisa della cultura nuorese<br />
e scrivendo della sua gente.<br />
A sottolineare la “sardità” della<br />
scrittrice anche i dipinti celebrativi<br />
per i 75 anni del Nobel<br />
realizzati da Janko (Gianni<br />
Colombo).
EMIGRAZIONE<br />
28<br />
OTTOBRE 2002<br />
Si è svolto il XII Congresso<br />
Nazionale dei Giovani Italo-<br />
Argentini a Mendoza dal 17 al<br />
19 agosto scorso. Con il motto<br />
“Dos Culturas unidas en un<br />
mismo racimo de valores” si<br />
sono riuniti 600 giovani discendenti<br />
di italiani di tutto il<br />
Paese. Ha partecipato per prima<br />
volta, in rappresentanza<br />
del Cile, una delegazione di<br />
giovani dell’Associazione<br />
Giovanile Italo-Cilena (Agic).<br />
L’atto di apertura del Congresso<br />
si è svolto sotto la tenda<br />
istallata nei giardini del Centro<br />
Turistico Ejercito de los Andes<br />
di Guaymallén, a pochi chilometri<br />
da Mendoza. Fra le autorità:<br />
Rosanna Calabretto, presidente<br />
del Agia, il sindaco di<br />
Guaymallén Roberto Bianco,<br />
il console di Mendoza Paolo<br />
Campanini, il consigliere dell’Ambasciata<br />
Giorgio Gugliemino<br />
che ha portato il saluto<br />
dell’ambasciatore Roberto Nigido,<br />
l’ing. Enrique Pescarmona,<br />
il presidente del Comites di<br />
Mendoza Romanello.<br />
Il lavoro è stato suddiviso -<br />
ha fatto sapere Teresa Fantasia<br />
- fra 4 commissioni: Cultura e<br />
Educazione, Sport e Tempo libero<br />
e Salute, Economia, Associazionismo<br />
e partecipazione<br />
politica. È stata formata anche<br />
la Comissione Nazionale<br />
dei Giovani che rappresentarà<br />
per un anno la Gioventù Italo<br />
Argentina, sono stati nominati:<br />
I SARDI PROTAGONISTI<br />
AL CONGRESSO NAZIONALE<br />
DEI GIOVANI ITALO-ARGENTINI<br />
Franco Baldissare, Damian<br />
Palavecino, Marilina D’Astolfo,<br />
Antonio Pompillo, Viviana<br />
Furci, Mario Garzola, Marcello<br />
Carrara, Leandro lo Solfo,<br />
Maximiliano Napoli. La prossima<br />
sede per il Precongresso<br />
2003: Gruppo Giovanile di<br />
Maipù Buenos Aires; mentre<br />
sede del Congresso 2003 sarà<br />
Gioventù Siciliana di Tucuman.<br />
Durante il Congresso<br />
sono state realizzate anche attività<br />
sportive e ricreative. Al<br />
circuito Culturale hanno partecipato<br />
vari gruppi fra i quali<br />
Federazione Sarda con Mostra<br />
di pittura di Artisti Sardi e sardi-argentini.<br />
Hanno partecipato<br />
al Congresso giovani rapresentanti<br />
di tutti i Circoli sardi<br />
d’Argentina, fra i quali due<br />
delegati del Circolo <strong>Sardegna</strong><br />
di Moreno, Alejandra Karina<br />
Martinez Marras (commissione<br />
Educacion y Cultura), Diego<br />
Andria (Commissione<br />
Sport, Tempo Libero e Salute),<br />
inoltre il presidente del Circolo<br />
Sardo di Mendoza Pablo<br />
Fernandez Pira.<br />
Nell’ambito del XII Congresso<br />
dei giovani è stato presentato<br />
il 15 agosto in una conferenza<br />
nella Facoltà di Economia<br />
dell’Università dell’Aconcagua<br />
a Mendoza una<br />
analisi sul modello italiano dei<br />
consorzi export. “L’esperienza<br />
italiana nella formazione di<br />
consorzi export: la Regione<br />
<strong>Sardegna</strong> come punto di riferimento”<br />
è stato il tema di una<br />
relazione presentata da Pablo<br />
Fernandez Pira (ICE Buenos<br />
Aires, Circolo Sardo di Mendoza)<br />
che con Rosana Calabretto<br />
(Agia Mendoza) e Héctor<br />
Guerrero (Agrobusiness<br />
Consulting di Mendoza) sono<br />
stati i relatori della conferenza.<br />
Hanno spiegato il funzionamento<br />
dei consorzi in Italia<br />
e le esperienze di export in Italia<br />
di consorzi dell’agroalimentare<br />
di Mendoza, nei periodi<br />
di controstagione, situazione<br />
molto pregiata dai produttori<br />
locali e degli italiani.<br />
INTENSA ATTIVITA'<br />
AL CIRCOLO DI DOUAI<br />
NEL NORD DELLA FRANCIA<br />
Il Circolo sardo Associazione<br />
<strong>Sardegna</strong> di Douai, regione<br />
Nord della Francia, ha svolto,<br />
come ha informato il presidente<br />
Giovanni Caria, una intensa<br />
e variegata attività nel primo<br />
semestre dell’anno.<br />
L’Associazione <strong>Sardegna</strong> ha<br />
deciso di collaborare allo studio<br />
sulla sclerosi multipla. Un<br />
questionario è così stato preparato<br />
dai professori sardi e francesi<br />
(Maura Pugliatti di Sassari,<br />
Reis di Sarreguemines) per<br />
lo studio epidemiologico. Il<br />
Circolo ha inviato il questionario<br />
a quasi 1.000 famiglie di<br />
origine sarda stabilitesi nel<br />
Nord francese (dipartimenti<br />
del Nord, Pas-de-Calais, Aisne).<br />
Il progetto ha ottenuto il<br />
sostegno della Federazione dei<br />
Circoli Sardi in Francia (presieduta<br />
da Francesco Laconi) e<br />
del Comitato degli Italiani all’Estero<br />
di Lilla (presidente<br />
Bruno de Santis). Il questionario<br />
anonimo deve essere compilato<br />
dai Sardi colpiti o no<br />
dalla malattia e deve poi esser<br />
restituito. Quattro mesi dopo<br />
l’invio delle lettere solo 6%<br />
dei questionari (60 su 1000 inviati)<br />
sono stati restituiti ben<br />
compilati. Sempre per sensibilizzare<br />
i sardi della regione<br />
Nord francese, è stata organizzata<br />
a Douai, sabato 29 giugno,<br />
una conferenza sulla sclerosi<br />
multipla. Sono intervenuti<br />
il prof. Patrick Vermersch,<br />
del centro ospedaliero universitario<br />
di Lilla, e la prof. Maura<br />
Pugliatti, dell’Università di<br />
Sassari. Entrambi hanno ricordato<br />
che la sclerosi multipla<br />
colpisce essenzialmente gli individui<br />
caucasici e, in maggioranza,<br />
le donne. I fattori responsabili<br />
potrebbero essere di<br />
origine ambientale e genetica<br />
da qui l’idea di realizzare uno<br />
studio epidemiologico sui sardi<br />
che vivono in un ambiente<br />
completamente diverso dalla<br />
<strong>Sardegna</strong>. Per questo sarebbe<br />
opportuno che vengano restituiti<br />
compilati al più presto i<br />
questionari. Alla interessante<br />
conferenza hanno preso parte,<br />
fra le altre persone, anche Dominique<br />
Lambelin, assessore<br />
alla vita associativa di Donai,<br />
la Signora Matysiak, responsabile<br />
socio-medico del Centro<br />
di reeducazione di Raimbeaucourt,<br />
e Bruno De Santis,<br />
presidente del Comitato degli<br />
Italiani all’estero di Lilla.<br />
Un’altra iniziativa del Circolo<br />
è stata l’Esposizione dell’artigianato<br />
sardo in occasione<br />
della festa di Pasqua, nella sala<br />
“Halle aux draps” di Douai. Da<br />
sabato 30 marzo a lunedì 1 aprile,<br />
il pubblico ha potuto ammirare<br />
e comprare tappeti, ceramiche,<br />
strumenti musicali e diversi<br />
prodotti alimentari sardi. I<br />
prodotti artigianali sono stati<br />
forniti da Rita Marion-Masala,<br />
responsabile della società commerciale<br />
RM Sardomia di Ogy<br />
(Metz). L’esposizione è stata<br />
presentata alle personalità da<br />
Giovanni Caria, presidente del<br />
circolo, e da Dario Pilia, vice<br />
presidente. Un brindisi è stato<br />
offerto ai partecipanti che hanno<br />
potuto anche assaggiare i<br />
dolci sardi preparati dalle signore<br />
Giovanna Piras, Antonietta<br />
Usai, Suzanne Pilia e Teresa<br />
Coffin.<br />
L’Associazione <strong>Sardegna</strong> di<br />
Donai è stata sollecitata, inoltre,<br />
dall’assessore della cultura<br />
della città di Denain, Signora<br />
Tonini, e dalla responsabile<br />
dell’Ufficio culturale, Signora<br />
Pique, per proporre delle attività<br />
sul tema della <strong>Sardegna</strong> in<br />
occasione di una Manifestazione<br />
svoltasi sabato 11 e domenica<br />
12 maggio 2002 a Denain.<br />
Così il Circolo ha organizzato<br />
una bancarella di prodotti<br />
alimentari tipici della<br />
<strong>Sardegna</strong> e invitato il gruppo<br />
folcioristico sardo “Su Nuraghe”<br />
di Mons (Belgio) composto<br />
da bravi giovani sardi della<br />
seconda generazione.<br />
RINNOVATO<br />
IL DIRETTIVO<br />
DEL CIRCOLO<br />
DI COMO<br />
Il Circolo culturale ricreativo<br />
“<strong>Sardegna</strong>” di Como ha un nuovo<br />
Consiglio direttivo. Lo ha eletto,<br />
il 24 maggio scorso, l’assemblea<br />
generale dei soci, mentre gli incarichi<br />
esecutivi sono stati distribuiti<br />
il 7 giugno. Presieduto da Onorio<br />
Boi, l’esecutivo è composto<br />
dai Vice Presidenti Ovidio Aresu<br />
(vicario e tesoriere) e Gavino<br />
Rassu (con delega per il tesseramento)<br />
e dal segretario Paolo Cristin.<br />
Completano il direttivo Pietro<br />
Sanna, responsabile dei rapporti<br />
con le autorità locali; Antonio<br />
Cocco e Antonio Masia (rapporti<br />
sociali) e Giuseppina Pisu,<br />
coordinatrice donne. Delegato di<br />
base alla FASI è stato nominato<br />
Salvatore Lai.<br />
I Revisori sono Lorenzo Oggiano,<br />
presidente; Domenico Cittarella<br />
e Mario Podda, componenti.<br />
Il Collegio dei Probiviri, presieduto<br />
da Franco Padedda, è<br />
composto da Salvatore Canu e<br />
Francesco Piras.<br />
SEMPRE DRAMMATICA<br />
LA SITUAZIONE<br />
IN ARGENTINA<br />
In Argentina continua il<br />
“corralito” ossia il blocco dei<br />
conti bancari che interessa milioni<br />
di cittadini ed ha ridotto<br />
alla povertà moltissima gente<br />
della classe media. Lo ha ricordato<br />
in una nota all’Anfe<br />
don Andrea Buttu che vive nel<br />
Paese sudamericano. I conti in<br />
dollari sono stati congelati - ha<br />
sottolineato don Buttu - e se<br />
uno ha la fortuna di ritirare dal<br />
suo conto in dollari ritira a<br />
1,40 per dollaro, mentre il<br />
cambio corrente è di 3,50-<br />
3,60, ossia perde più dei 2/3<br />
del valore reale. I poveri, che<br />
erano circa 12 milioni fino al<br />
dicembre scorso sono attualmente<br />
circa 19 milioni, ossia<br />
più della metà della popolazione<br />
e sono ogni giorno in crescita<br />
perché: la disoccupazione<br />
si aggira intorno al 24%; la<br />
maggior parte di quelli che lavorano<br />
ha lo stipendio congelato<br />
a dicembre, prima della<br />
svalutazione; i prezzi crescono<br />
gran parte in base alla cresita<br />
del dollaro, il che significa che<br />
alcuni sono aumentati di tre<br />
volte e mezzo come, per esempio,<br />
tutto ciò§ che riguarda<br />
l’informatica, computer, ma<br />
anche benzina, nafta, olio, ferro,<br />
cemento e tutti i materiali<br />
da costruzione (mentre il costo<br />
della mano d’opera è rimasto<br />
uguale, in alcuni casi diminuito).<br />
Nelle grandi città, come<br />
Buenos Aires, è diventato impossibile<br />
vivere: si sequestrano<br />
le persone per pochi soldi,<br />
per esempio 300 pesos che corrispondono<br />
a circa 200.000 di<br />
vecchie lire o circa 100 euro.<br />
Vi è poi una forma di protesta<br />
che ormai si è estesa a tutta la<br />
nazione: il “corte de ruta” o<br />
blocco stradale. Chi blocca la<br />
strada si chiama “picchetero”,<br />
molti bloccano le strade e<br />
chiedono il pedaggio per poter<br />
passare, è una guerra fra poveri,<br />
i più danneggiati sono i camionisti<br />
che a volte sono costretti<br />
a giorni di sosta ed<br />
essi stessi si trasformano in<br />
“piccheteros” per reazione,<br />
mettendo di traverso camion<br />
con rimorchi. Potrei continuare<br />
nella descrizione fino<br />
all’infinito - ha aggiunto don<br />
Buttu - e in questa triste situazione<br />
i politici di sempre<br />
si stanno scannando per le<br />
prossime elezioni per eleggere<br />
il presidente (nel marzo<br />
prossimo). Ma ora di cosa si<br />
ha bisogno in Argentina? A<br />
parte i soldi che, forse, non<br />
saprebbero come spendere -<br />
ha risposto don Buttu - le<br />
cose più necessarie sono<br />
cibo e medicine (sono tra le<br />
cose che sono aumela ntate<br />
di più). Di recente la Spagna<br />
ha incomincito a mandare,<br />
tramite la Caritas una somma<br />
di danaro che si sta trasformando<br />
in cibo e medicine.<br />
Io ho speso per la mia<br />
diocesi - fa sapere don Andrea<br />
- 52 mila pesos che ci<br />
sono toccati (circa 15.000<br />
euro) comprando cibi di prima<br />
necessità da distribuire<br />
nelle famiglie più bisognose<br />
e per le refezioni per bambini<br />
e anziani. Anche il vestiario<br />
è necessario ma non è la<br />
cosa più importante. La metodologia<br />
migliore mi sembra<br />
quella adottata dalla<br />
Spagna: affidare alla Caritas<br />
i soldi che li utilizza per i bisognosi.
EMIGRAZIONE<br />
29<br />
OTTOBRE 2002<br />
CULTURA STORIA E AMBIENTE<br />
I TEMI DELLE “SETTIMANE SARDE”<br />
PROMOSSE DALLA FASI<br />
La Federazione delle Associazioni<br />
Sarde in Italia (FASI),<br />
presieduta da Tonino Mulas, è<br />
impegnata nell’ultima parte dell’anno<br />
a coordinare la realizzazione<br />
dei progetti regionali “Settimane<br />
Sarde 2002”, finanziati<br />
dalla Regione. Quattro manifestazioni<br />
sono state realizzate<br />
(“Suoni e colori di <strong>Sardegna</strong> –<br />
Isola solidale”, a cura del Circolo<br />
di Padova; convegno sulle lingue<br />
minoritarie, promosso dal<br />
Circolo “Khintales” di Torino;<br />
“<strong>Sardegna</strong>-Saronno 2002” organizzato<br />
dal sodalizio della cittadina<br />
della provincia di Varese;<br />
“Sandalia” per il ventennale dell’associazione<br />
culturale dei sardi<br />
in Toscana, svoltasi a Firenze).<br />
Si è inoltre svolta nelle scorse<br />
settimane (dal 10 al 13 ottobre)<br />
a Pavia, la rassegna “I tesori di<br />
un’isola e del suo sottosuolo” a<br />
cura del Circolo “Logudoro”,<br />
incentrata sulla storia e le prospettive<br />
delle miniere sarde, ma<br />
anche sulle vicende dimenticate<br />
di lavoratori e lavoratrici.<br />
Gli altri progetti da realizzare<br />
riguardano: un convegno sull’amicizia<br />
ventennale e sulla<br />
collaborazione tra Francesco<br />
Cocco Ortu (1842-1929) e Giuseppe<br />
Zanardelli (Presidente del<br />
Consiglio dal 1901 al 1903),<br />
promosso dal Circolo di Brescia;<br />
il settimo concorso di poesia<br />
sarda indetto dal centro sociale<br />
e culturale di Milano nonché<br />
il circuito per la rappresentazione<br />
teatrale di “Sos Sonnos”,<br />
dal romanzo di Michelangelo<br />
Pira allestito allestito da “Il<br />
Gremio” di Roma e dai Circoli<br />
di Civitavecchia e di Ostia. Infine<br />
un convegno su “Continuita’<br />
territoriale per mare, per cielo e<br />
per terra”.<br />
Nella riunione dell’Esecutivo<br />
della FASI del 13 luglio scorso,<br />
Tonino Mulas ha riferito sul<br />
congresso della Federazione<br />
della Germania svoltosi nel<br />
mese di giugno a Monaco, cui<br />
hanno partecipato i rappresentanti<br />
dei 17 Circoli e che ha eletto<br />
un Presidente molto giovane<br />
Telemaco Bundone. Si tratta – è<br />
stato sottolineato dall’esecutivo<br />
– di un positivo rinnovamento<br />
cui non è stato estraneo l’esempio<br />
dato dalla Federazione. Nel<br />
corso della riunione è stata anche<br />
sottolineata l’ottima accoglienza<br />
riservata dai congressisti al Presidente<br />
Mulas e a Giovanni Loi,<br />
coordinatore della Circoscrizione<br />
Centro/Nord in veste di accompagnatore<br />
ed interprete in<br />
quanto conoscitore della lingua e<br />
della cultura tedesche.<br />
Mulas ha quindi espresso un<br />
giudizio positivo, per le modalità<br />
di svolgimento e per l’ampia<br />
partecipazione, sul dibattito<br />
svoltosi a Cornaredo, domenica<br />
7 luglio, relativo al diritto di<br />
voto agli emigrati e all’Assemblea<br />
Costituente per il nuovo<br />
Statuto per la <strong>Sardegna</strong>.<br />
Il Presidente ha infine riferito<br />
sulla discussione svoltasi nell’Ufficio<br />
di Presidenza della<br />
Consulta per l’Emigrazione tenutasi<br />
a Monaco<br />
Nel corso della riunione sono<br />
stati stabiliti i criteri per il finanziamento<br />
dei Progetti Regionali.<br />
I Consultori Giulio Cesare<br />
Pittalis e Giampaolo Collu<br />
hanno dato informazioni sugli<br />
incontri cui hanno preso parte. Il<br />
primo si è soffermato sul lavoro<br />
della Commissione della Consulta<br />
per la valutazione delle<br />
proposte formulate dalle federazioni<br />
e per l’esame delle possibilità<br />
di acquisire risorse aggiuntive<br />
rispetto a quelle della<br />
Regione. Collu ha invece riferito<br />
sui lavori della “Commissione<br />
Legislativa” che sta esaminando<br />
la revisione della legge<br />
regionale sull’emigrazione.<br />
Il lavoro – ha detto – è stato<br />
completato ed è stata consegnata<br />
al Presidente della Consulta<br />
una bozza di proposta di legge<br />
che in pratica annulla l’attuale<br />
regolamento.<br />
MARCO LEDDA ELETTO<br />
PRESIDENTE DEL CIRCOLO<br />
DI FIORANO MODENESE<br />
Nuovi dirigenti al Circolo<br />
“Nuraghe” di Fiorano Modenese.<br />
L’Assemblea dei soci<br />
ha infatti rinnovato il Consiglio<br />
Direttivo e gli altri organismi.<br />
Presidente è stato eletto<br />
Mario Ledda che verrà affiancato,<br />
nell’esecutivo, dai<br />
Vice presidenti Mario Pinna<br />
e Giovanni Mela; dal Segretario<br />
Marcello Gallistu; dal<br />
Vice Segretario Flaviano<br />
NUOVA SEDE<br />
PER IL CIRCOLO<br />
DI MIRAMAR<br />
Curreli e dal Tesoriere Gian<br />
Marco Gallistu. Completano<br />
il Direttivo i consiglieri Giulio<br />
Cesare Pittalis, Antonello<br />
Murrutzu e Gian Mario Renga.<br />
Il Collegio dei Revisori è<br />
composto da Giovanni Becciu,<br />
Flavio Mizzon e Mario<br />
Niedda.<br />
A far parte del Collegio dei<br />
Probiviri sono stati chiamati<br />
Antonio Lai, Mauro Giorgi e<br />
Antonio Pittalis.<br />
Nuova sede sociale per il<br />
Centro Unione Regionale<br />
Sarda di Miramar, Buenos<br />
Aires in Argentina. Il Presidente<br />
Antonio Zidda e il<br />
Segretario Mario Sanna ci<br />
hanno scritto comunicandoci<br />
il nuovo indirizzo. Il<br />
sodalizio, che fa parte della<br />
Federazione dei Circoli<br />
Sardi in Agentina, è ubicato<br />
in Celle 26 n°345 C.P.<br />
7607 Miramar – Buenos<br />
Aires. I numeri telefonici<br />
sono:<br />
0054 (02291) 43-0601 e<br />
il fax 0054 (02291) 43-<br />
3619.<br />
Nelle foto.<br />
A sinistra: i soci<br />
del circolo “G.<br />
Dessì” con la<br />
cantante Elena<br />
Ledda, a destra<br />
Caterina Licciardi<br />
con il cuoco<br />
Salvatore Loi;<br />
sotto Caterina<br />
Licciardi con<br />
il governatore<br />
di S. Paolo Geraldo<br />
Alckimin<br />
e Sandra Rossi,<br />
socia del circolo<br />
“G. Dessi”<br />
Il 24 novembre 2002 a San<br />
Paolo verrà consegnato il Premio<br />
Ugo Licciardi al sardo (di<br />
Tempio Pausania) Salvatore<br />
Loi, prestigioso chef di cucina<br />
che lavora in Brasile e che ha<br />
ricevuto sinora numerosi premi<br />
come “migliore chef di cucina<br />
di San Paolo” dove lavora<br />
nel Ristorante Fasano uno<br />
dei piu importanti e conosciuti<br />
ristoranti italiani in Brasile. Lo<br />
ha comunicato al Messaggero<br />
Sardo la gentilissima Angela<br />
Licciardi che ha illustrato anche<br />
i più significativi eventi<br />
del Circolo Giuseppe Dessì.<br />
Nel maggio scorso la cantante<br />
Elena Ledda ed il suo gruppo<br />
ha dato “un regalo al cuore<br />
dei sardi” interpretando canzone<br />
tipiche sardi. Hanno partecipato<br />
alla serata molti sardi<br />
fra i quali anche i nuovi soci<br />
del Circolo, l’architetto Pier<br />
Paolo Cossu di Nuoro e la signora<br />
Lilian.<br />
In giugno, poi, vi è stato l’incontro<br />
con il Governatore di<br />
San Paolo, Geraldo Alckimin,<br />
A UN CUOCO SARDO<br />
IL PREMIO “LICCIARDI”<br />
DEL CIRCOLO DI SAN PAOLO<br />
al quale hanno preso parte<br />
diverse autorità locali<br />
italiane e brasiliane nonché<br />
imprenditori, nel<br />
Terrazzo Italia. “Abbiamo<br />
ripetuto il nostro invito<br />
a Lui e alla moglie<br />
amanti dell’Italia - ha ricordato<br />
Angela Licciardi<br />
- perché vadano in <strong>Sardegna</strong><br />
per conoscere la nostre<br />
bellezze”. Una serata<br />
speciale è stata quella<br />
(a cui si riferisce la foto)<br />
in cui il socio prof.<br />
Giampaolo Casula ha<br />
dato un importante contributo<br />
culturale facendo<br />
conoscere, ai sardi e ai<br />
tanti invitati autorità italiane<br />
e brasiliane, lo<br />
scrittore poeta Giuseppe<br />
Dessì. Il Presidente del Circolo<br />
Italiano Giuseppe Cappellano<br />
e tutti gli invitati hanno poi<br />
partecipato alla cena sociale.<br />
In agosto nuovo incontro<br />
speciale. Avere nuovi soci nel<br />
Circolo è sempre un piacere e<br />
così il nuovo socio Salvatore<br />
Loi è stato il benvenuto e<br />
a lui verrà consegnato il<br />
Premio Ugo Licciardi a<br />
novembre.<br />
Ma la gioia di trovare<br />
nuovi amici infonde<br />
sempre un “sapore speciale”<br />
fra i sardi e quando<br />
qualche familiare dei<br />
soci arriva in Brasile dalla<br />
<strong>Sardegna</strong> ci si riunisce<br />
per ascoltare qualcosa<br />
dell’Isola, lontana ma<br />
viva e presente nei cuori<br />
di chi è partito, come è<br />
avvenuto, ad esempio, di<br />
recente con la famiglia<br />
Tola, la giovane coppia<br />
Giampaolo Delogu, Rosalba<br />
Ledda e la signora<br />
Maria Antonietta Schintu<br />
di Sassari.
IL MESSAGGERO SARDO 30<br />
OTTOBRE 2002<br />
CAGLIARI<br />
Cambio di<br />
allenatore alla<br />
vigilia dell'avvio<br />
del campionato.<br />
Esonerato<br />
Sonetti.<br />
La squadra<br />
reagisce<br />
positivamente<br />
IL CAGLIARI<br />
SI AFFIDA<br />
A VENTURA<br />
Doveva essere l’anno<br />
della programmazione,<br />
il 2002, cominciato con<br />
Nedo Sonetti in panchina, subentrato<br />
poco prima di Natale<br />
al tandem Nuciari-Matteoli.<br />
Doveva essere una stagione nel<br />
segno della continuità: dopo la<br />
salvezza, ottenuta all’ultima<br />
giornata a conclusione di un<br />
campionato irto di ostacoli, era<br />
giunto il momento di programmare<br />
nuovi e più importanti<br />
traguardi, con lo stesso allenatore<br />
e il medesimo gruppo di<br />
giocatori.<br />
Ed invece, a 48 ore dall’inizio<br />
del campionato (slittato di<br />
due settimane per le note vicende<br />
dei diritti televisivi), il<br />
presidente Massimo Cellino,<br />
con una decisione che ha sorpreso<br />
un po’ tutti, ha esonerato<br />
Sonetti e richiamato sulla panchina<br />
rossoblù Giampiero Ventura.<br />
Sì, proprio il tecnico più<br />
amato dai tifosi nella storia recente<br />
del Cagliari, colui che è<br />
riuscito a regalare le ultime<br />
soddisfazione a questa piazza,<br />
con la promozione dalla serie B<br />
alla serie A nel 1998 e la meritata<br />
salvezza l’anno successivo,<br />
in un campionato che, soprattutto<br />
nelle partite interne,<br />
ha visto il Cagliari nel ruolo di<br />
grande protagonista (chi mai si<br />
scorderà le emozionanti vittorie<br />
al Sant’Elia contro Juventus,<br />
Milan, Roma e Parma?).<br />
Di un probabile ritorno di<br />
Ventura, si era parlato tanto in<br />
questi ultimi tre anni. In pratica,<br />
ogni qualvolta il presidente<br />
Cellino si apprestava ad allontare<br />
un allenatore (consuetudine<br />
che purtroppo non ha abbandonato),<br />
ecco che saltava<br />
fuori il nome del solito ex che<br />
tanti bei ricordi aveva lasciato<br />
nell’isola. Anche questa volta,<br />
sembrava la solita sparata proveniente<br />
da radiomercato, ed<br />
invece, le strade del Cagliari e<br />
di Ventura si sono nuovamente<br />
incrociate. Forse perché lo stesso<br />
tecnico, nato a Genova 54<br />
anni fa, si è reso conto che lontano<br />
dalla <strong>Sardegna</strong> anche lui<br />
non ha ottenuti quei grandi risultati<br />
che sognava. Una mancata<br />
promozione in A alla guida<br />
della Sampdoria (con conseguente<br />
licenziamento a fine<br />
stagione) ed una salvezza conquistata<br />
all’ultimo respiro con<br />
l’Udinese, dov’era subentrato<br />
in corso di stagione a Roy Hodgson.<br />
Un vero e proprio ritorno di<br />
fiamma, quello tra Cellino e<br />
Ventura, che tre anni fa si separarono<br />
senza un apparente perché<br />
(e molti tifosi si chiedono<br />
ancora il motivo di quel divorzio).<br />
Il Cagliari aveva già ingaggiato,<br />
forse con troppa fretta,<br />
Oscar Washington Tabarez,<br />
mentre il tecnico ligure non vedeva<br />
l’ora di coronare il sogno<br />
della carriera: allenare la Sampdoria,<br />
la squadra del cuore.<br />
Un altro clamoroso ritorno,<br />
dopo quello di Fabian O’Neill,<br />
rientrato a Cagliari dopo i due<br />
anni non proprio felici passati<br />
con le maglie di Juventus e Perugia.<br />
E proprio il fantasista<br />
uruguiano rappresenta il vero<br />
colpo di mercato della società<br />
rossoblù che, dopo aver perso<br />
per sei mesi l’infortunato Conti,<br />
aspetta con trepidazione la<br />
completa guarigione di<br />
O’Neill, giunto nell’isola a fine<br />
agosto ancora reduce dall’infortunio<br />
al tendine d’Achille.<br />
Ventura, dal canto suo, ha fatto<br />
giusto in tempo, prima della<br />
chiusura del mercato, a portarsi<br />
dietro da Udine il fluidificante<br />
argentino Mauricio Hector Pineda,<br />
in un ruolo già coperto,<br />
peraltro, da Manighetti (a sua<br />
volta voluto da Sonetti per<br />
rimpiazzare il partente Sulcis,<br />
ceduto al Perugia).<br />
Proprio l’impossibilità di fare<br />
una squadra “a sua immagine e<br />
di Andrea Frigo<br />
somiglianza”, è stato uno dei<br />
principali problemi che Ventura<br />
ha dovuto incontrare al suo<br />
ritorno a Cagliari. Lui che è<br />
sempre stato abituato a portarsi<br />
dietro quei tre, quattro giocatori<br />
che “fanno spogliatoio”<br />
(come si dice in gergo calcistico),<br />
quegli uomini di fiducia<br />
che fanno la fortuna degli allenatori,<br />
in qualunque piazza<br />
questi vadano ad allenare.<br />
Nell’attesa di vedere se e<br />
come cambierà il Cagliari, alla<br />
riapertura del mercato di gennaio<br />
(siamo certi che Ventura<br />
ha già consegnato a Cellino la<br />
“lista della spesa”), la squadra<br />
rossoblù, contro ogni pronostico,<br />
ha cominciato alla grande il<br />
campionato, posizionandosi<br />
subito nelle zone alte della classifica.<br />
E anche se lo stesso Ventura<br />
continua a predicare umiltà<br />
dichiarando che la classifica<br />
in questo momento della stagione<br />
non gli interessa, non<br />
può che far piacere constatare<br />
che, non solo il Cagliari non ha<br />
pagato lo scotto del cambio<br />
dell’allenatore a poche ore dall’inizio<br />
del campionato, ma sta<br />
riuscendo ad ottenere risultanti<br />
anche in presenza di prestazioni<br />
non proprio esaltanti. Un<br />
buon segno.<br />
Ventura, che ha subito inculcato<br />
nei giocatori una nuova<br />
mentalità (dal 4-4-2 di Sonetti<br />
si è passato al 3-5-2, che poi un<br />
vero e proprio 3-5-2 non è in<br />
quanto Esposito, di fatto, agisce<br />
da terza punta e Cudini gioca<br />
più staccato rispetto agli altri<br />
due marcatori; sarebbe meglio<br />
parlare di 1-3-3-3) si gode<br />
il buon momento della squadra<br />
ma evita, giustamente, di fare<br />
inutili proclami e getta acqua<br />
sul fuoco dell’entusiasmo ricordando<br />
che il torneo cadetto<br />
è lungo e pieno di difficoltà.<br />
Non bisogna dimenticare, d’altronde,<br />
che questa è la stessa<br />
squadra che lo scorso anno si è<br />
salvata per un punto all’ultima<br />
giornata.<br />
I più ottimisti, però, hanno<br />
già incominciato a sognare: se<br />
il Cagliari, nelle prime cinque<br />
partite, ha perso solo a Siena (e<br />
in modo rocambolesco) conquistando<br />
la bellezza di 10<br />
punti e tenendo il passo delle<br />
superfavorite Sampdoria e Lecce,<br />
senza l’infortunato Conti e<br />
sempre in attesa di O’Neill, allora<br />
quando torneranno questi<br />
due la musica sarà ancora migliore.<br />
Non sempre nel calcio,<br />
però, due più due fa quattro, ed<br />
ecco che Ventura continua a<br />
puntare il dito sul lavoro del<br />
gruppo, giudicando la prestazione<br />
complessiva della squadra,<br />
senza mai parlare di singoli<br />
episodi o episodi dei singoli.<br />
Il campionato, insomma, è appena<br />
cominciato e il lavoro di<br />
Ventura sarà lungo e non semplice.<br />
Ben vengano, comunque, le<br />
vittorie che fanno classifica e<br />
sollevano il morale. Nessuno<br />
ha chiesto al Cagliari di tornare<br />
immediatamente in serie A,<br />
ma sognare non è peccato.<br />
Per festeggiare i cento<br />
anni di storia hanno chiamato<br />
l’allenatore cui<br />
sono legate alcune delle vittorie<br />
più belle, quel Lamberto<br />
Leonardi capace di regalare<br />
alla Torres due promozioni in<br />
C1 e il sogno dei play off per la<br />
serie B, svanito due anni fa ad<br />
Ascoli all’ultima giornata di<br />
campionato. Quasi un vecchio<br />
parente con cui condividere la<br />
festa più bella, prevista nel<br />
2003, sembra con un’amichevole<br />
con la Juventus. Ma, come<br />
si sa, spesso sono proprio i rapporti<br />
con i “parenti” quelli che<br />
si logorano prima, a volte per<br />
troppo affetto.<br />
Così, bruscamente, dopo appena<br />
cinque giornate in cui la<br />
Torres aveva incamerato appena<br />
4 punti (sconfitte con Chieti,<br />
Avellino e Crotone, vittoria con<br />
il Benevento, pari con il Paternò),<br />
le strade tra la Torres e Leonardisi<br />
sono divise, probabilmente<br />
per sempre.<br />
L’esonero ha colto di sorpresa<br />
il mister romano, sassarese<br />
d’adozione, visto che ha trascorso<br />
otto anni alla guida della<br />
Torres. «Mi sento come<br />
se mi avessero pugnalato alle<br />
TORRES<br />
APPENA QUATTRO PUNTI<br />
DOPO CINQUE GIORNATE<br />
LICENZIATO LEONARDI<br />
di Franco Ferrandu<br />
spalle», si è sfogato Leonardi<br />
nelle interviste.<br />
«A Sassari non tornerò più»,<br />
ha ribadito. Il mister più volte<br />
aveva segnalato la debolezza di<br />
una squadra, stravolta rispetto<br />
all’ultima stagione. Della vecchia<br />
guardia sono rimasti il portiere<br />
Pinna, il bomber Udassi, i<br />
difensori Panetto, Chechi e Castagna.<br />
Tra i nuovi, si sperava<br />
nella potenza del sassarese ex<br />
Cagliari e Toro Marco Sanna,<br />
nell’estro dell’ex romanista<br />
Alessandro Frau.<br />
Inoltre, si contava sulla voglia<br />
di emergere di una pattuglia di<br />
giovani giocatori provenienti<br />
dalle giovanili di formazioni di<br />
serie A, e dalle squadre sarde dei<br />
campionati minori.<br />
L’impatto con la C1 è stato<br />
invece traumatizzante. La Torres<br />
non era più la macchina<br />
schiacciasassi vista nelle ultime<br />
stagioni al Vanni Sanna.<br />
In trasferta per due volte in<br />
vantaggio, si è fatta riacciuffare,<br />
o battere.<br />
Problemi di gioco, secondo<br />
alcuni, mancanza di qualità, secondo<br />
altri.<br />
Intanto alla corte dei dirigenti<br />
rossoblù è arrivato un mister<br />
tutto sardo, Bernardo Mereu,<br />
originario di Alghero, trasferito<br />
nel sud dell’isola per lavoro,<br />
con all’attivo sei promozioni<br />
nelle serie minori, con La Palma,<br />
Nuorese, Villacidrese. Per<br />
lui subito un compito difficilissimo:<br />
ridare prospettive ad un<br />
gruppo di giocatori sfiduciato,<br />
apparso fragile tecnicamente e<br />
psicologicamente.<br />
Il cambio di panchina però<br />
non sembra aver portato benefici<br />
sostanziali: due gare fuori<br />
casa (Martinafranca e L’Aquila,<br />
due sconfitte). La Torres è ultima<br />
in classifica. I tifosi infuriati.<br />
A questo punto, una salvezza<br />
sarebbe già una grande conquista,<br />
per i primicento anni dei rossoblù<br />
di Sassari.
IL MESSAGGERO SARDO 31<br />
OTTOBRE 2002<br />
La pattuglia sarda nella<br />
serie A-1 di hockey su<br />
prato si è arricchita di<br />
un’altra formazione sarda, la<br />
Ferrini. E così sono tre le formazioni<br />
isolane che partecipano<br />
al massimo campionato,<br />
edizione 2002-03.<br />
Oltre la già citata Ferrini,<br />
neopromossa, ci sono I’Amsicora,<br />
18 volte campione d’Italia<br />
e il Suelli, lo scorso anno la<br />
vera sorpresa del torneo.<br />
Le ambizioni delle tre squadre<br />
sono naturalmente diverse.<br />
L’Amsicora, guidata dal giocatore-allenatore<br />
Fernando<br />
Ferrara, punta alla conquista<br />
del diciannovesimo scudetto e<br />
le premesse iniziali della stagione<br />
dicono che l’undici cagliaritano<br />
ha tutte le credenziali<br />
per centrare l’obiettivo.<br />
Tra le novità il gradito ritorno<br />
del “vecchio”, si fa per dire,<br />
Roberto Giuliani, già capitano<br />
della nazionale e dei verdi,<br />
nonché allenatore nella prima<br />
fase dello scorso campionato.<br />
Un contributo importante, il<br />
suo, perché la squadra ha sempre<br />
bisogno di giocatori di<br />
esperienza, che facciano soprattutto<br />
“spogliatoio”.<br />
Giuliani d’altronde ha dichiarato<br />
fedeltà all’Amsicora e<br />
ha voluto rimettersi le scarpette,<br />
dopo aver smesso per un<br />
anno l’attività. Oltre a Giuliani,<br />
da segnalare anche il ritorno<br />
di Pucci, un altro grande<br />
protagonista delI’Amsicora<br />
più volte campione d’Italia.<br />
Anche lui in grado di dare un<br />
supporto prezioso nella costruzione<br />
di una squadra vincente.<br />
Tra i punti di forza già collaudati,<br />
Dubois, Zilio e il<br />
pakistano Asim.<br />
Ma l’Amsicora non trascura i<br />
Una è alla sua quarta<br />
esperienza consecutiva<br />
in A2, l’altra vi si affaccia<br />
per la prima volta nella sua<br />
storia ventennale. Sono due le<br />
squadre isolane che quest’anno<br />
rappresenteranno la <strong>Sardegna</strong><br />
nel mondo del grande volley:<br />
i ragazzi del Cagliari e le<br />
ragazze dell’Airone Tortolì. E<br />
la novità più grossa riguarda<br />
proprio la formazione ogliastrina.<br />
Arrivata lo scorso anno<br />
sino ai playoff promozione,<br />
non ha raggiunto l’ambito traguardo<br />
per un pelo, ma la fortuna<br />
le ha dato una mano e a<br />
giugno è stata ripescata. La<br />
società del presidente Nieddu<br />
non si è fatta certo trovare impreparata:<br />
riconfermate cinque<br />
delle protagoniste dei playoff<br />
(la palleggiatrice Betas, l’italo-bulgara<br />
Doukova, la centrale<br />
Salvini e le giovani Mulas e<br />
Matterazzi) si è buttata a capofitto<br />
nel mercato riuscendo a<br />
portare a Tortolì alcuni pezzi<br />
da novanta. Su tutte le straniere.<br />
La punta di diamante dovrebbe<br />
essere la bulgara Sokolova,<br />
che a settembre in Germania<br />
ha giocato con la sua<br />
nazionale i campionati del<br />
mondo che hanno visto la storica<br />
affermazione dell’Italia.<br />
La Bulgaria si è classificata ottava<br />
ma il braccio della Sokolova<br />
si è fatto sentire parecchio;<br />
e Tortolì ne avrà più che<br />
mai bisogno per tenere ben<br />
stretta l’A2 appena conquistata.<br />
La seconda straniera è<br />
un’altra attaccante di peso: la<br />
brasiliana Marques con la quale<br />
sono arrivate Torri (una lunga<br />
carriera tra Al e A2), Arimattei<br />
(già.in A2 a Roma), Casuscelli,<br />
altra giocatrice di espe-<br />
SPORT / Tra<br />
e compagini<br />
isolane al via<br />
del campionato<br />
di serie A:<br />
con l'Amsicora<br />
anche il Suelli e<br />
la neopromossa<br />
Ferrini<br />
LA SARDEGNA CONFERMA<br />
LA SUA LEADERSHIP<br />
NELL'HOCKEY SU PRATO<br />
di Andrea Porcu<br />
SPORT / Con il Cagliari anche le ragazze dell'Airone<br />
di Tortolì<br />
DUE SQUADRE SARDE<br />
AL CAMPIONATO<br />
DI A/2 DI VOLLEY<br />
rienza visto che negli ultimi<br />
otto anni si è divisa tra Al e A2<br />
e infine Menin (ex Casale<br />
Monferrato), terzo centrale<br />
pronto a dare una mano in caso<br />
di necessità. Il libero è De<br />
Liso, che garantisce ricezione<br />
e difesa. In panchina è stato<br />
giovani. Tra i più promettenti<br />
il diciassettenne Fabio Mureddu<br />
che Ferrara ha già utilizzato<br />
in questo primo scorcio di stagione.<br />
E poi non dimentichiamo<br />
che i cagliaritani hanno un<br />
asso nella manica che si chiama<br />
Fernando Ferrara.<br />
Allenatore dai buoni propositi,<br />
ma soprattutto ancora uno<br />
che si diverte in campo e che va<br />
a segno con straordinaria regolarità.<br />
L’italo-argentino è sicuramente<br />
una garanzia. Il<br />
Suelli, dal suo canto, si affida<br />
come sempre alla guida del<br />
duo Spitoni-Pisano e intende<br />
fare un ulteriore salto di qualità<br />
nel gioco e possibilmente in<br />
graduatoria. Formazione abbastanza<br />
collaudata e che si ispira<br />
ai vari Cirina, Zedda, Tronci<br />
e Caria per continuare sulla<br />
scia dei brillanti risultati ottenuti<br />
negli ultimi anni.<br />
confermato Salvatore Brancato,<br />
che l’anno scorso ha portato<br />
la squadra sino agli spareggi<br />
promozione.<br />
Per prepararsi nel miglior<br />
modo possibile al difficile<br />
esordio la squadra si è trasferita<br />
al completo per una settimana in<br />
A rinforzare l’organico, quest’anno,<br />
è arrivato un nuovo<br />
giocatore straniero, Brian<br />
Aduda, che sembra in grado di<br />
garantire un certo numero di<br />
gol. Lo si è visto dalle prime<br />
gare.<br />
Ma Pisano e Spitoni puntano<br />
ovviamente anche sull’entusiasmo<br />
di un gruppo che<br />
vuole togliersi parecchie soddisfazioni<br />
e di una tifoseria<br />
che segue da anni passo dopo<br />
di Liliana Fornasier<br />
Emilia Romagna dove ha disputato<br />
una serie di amichevoli con<br />
Modena e Novara (Al), Soliera<br />
(che si ritroverà di fronte in A2) e<br />
Rivergaro (Bl). L’obiettivo ovviamente<br />
è la salvezza e per raggiungerla<br />
Tortolì farà grande affidamento<br />
sul fattore campo. La<br />
palestra dell’Istituto Tecnico<br />
Gramsci è stata adeguata alla serie<br />
A2 (sono state ampliate le tribune,<br />
messi a posto spogliatoi e<br />
luci) e il tutto esaurito è sin d’ora<br />
garantito, così come l’anno scorso.<br />
L’Ogliastra non ha mai avuto<br />
una squadra nell’A2 di volley e<br />
le ragazze del Tortolì sono già<br />
diventate le beniamine degli<br />
sportivi locali.<br />
“Sappiamo che andiamo incontro<br />
a una grande avventura”, ha<br />
spiegato il presidente Antonello<br />
Nieddu, “ma non abbiamo paura.<br />
L’anno scorso, all’esordio in B1,la<br />
nostra è stata la squadra rivelazione<br />
del campionato, giocando una<br />
stagione memorabile. Il gruppo<br />
compatto e un tifo da stadio sono<br />
stati i nostri punti di forza.<br />
Faremo ancora di questi due<br />
elementi un’arma vincente. Sappiamo<br />
che affronteremo squadre<br />
passo l’escalation della squadra<br />
trexentina.<br />
Pensate, Suelli ha poco più<br />
di mille abitanti e il paese vive<br />
tutto attorno alle prodezze<br />
dell’undici di hockey.<br />
Torna nella massima serie la<br />
Ferrini che ha come obiettivo<br />
la salvezza. La squadra cagliaritana<br />
non vuole ripetere l’ultima<br />
sfortunata parentesi in A-1,<br />
subito retrocessa, e gioca le<br />
carte dell’umiltà e dell’esperienza<br />
di alcuni giocatori.<br />
Le novità sono rappresentate<br />
dall’allenatore argentino<br />
Jorge e dall’attaccante Paco<br />
Whelan.<br />
Arrivi che dovrebbero assicurare<br />
punti e spettacolo per<br />
restare in A-1 anche nella stagione<br />
successiva. Ma non bisogna<br />
trascurare il peso che<br />
hanno nella squadra giocatori<br />
del calibro di Andrea Sirigu e<br />
della vecchia guardia. Dai maschietti<br />
alle femminucce.<br />
Nella serie A sono presenti<br />
due squadre cagliaritane:<br />
l’Amsicora e la neopromossa<br />
Ferrini.<br />
Le “verdi” hanno nell’argentina<br />
Lucia Ana Antona una<br />
bomber di lusso che già nelle<br />
prime giornate ha messo in<br />
luce qualità, sostanza e concretezza.<br />
Come dire che se “il<br />
buongiorno si vede dal mattino”<br />
I’Amsicora allenata da<br />
Roberto Carta può compiere<br />
quest’anno il tanto atteso salto<br />
di qualità e puntare al vertice,<br />
soprattutto quando l’undici<br />
cagliaritano sarà al completo.<br />
Discorso inverso per la Ferrini,<br />
con atlete quasi tutte al debutto<br />
nella massima serie.<br />
L’unico obiettivo possibile appare<br />
la salvezza. L’importante<br />
sarà crederci fino in fondo.<br />
navigate, esperte, dotate di budget<br />
per la campagna acquisti per<br />
noi impensabili. Ma sono sicuro<br />
che tutte, anche le più forti, ricorderanno<br />
la trasferta in <strong>Sardegna</strong>”.<br />
Completamente rifatto anche<br />
il Cagliari Pallavolo: retrocesso<br />
l’estate scorsa dopo una stagione<br />
sfortunatissima, è stato ripescato<br />
e i dirigenti hanno voltato decisamente<br />
pagina.<br />
Del vecchio organico sono rimasti<br />
solo Scilì, Mascia, Cabras e<br />
il giovane Francesconi. Nuovi<br />
tutti gli altri giocatori ed anche<br />
l’allenatore (Flavio Gulinelli da<br />
Asti). Sono così arrivati due stranieri<br />
(il portoricano Soto e il brasiliano<br />
Oro), il palleggiatore<br />
Masini (da Brescia), il centrale<br />
Parma (ex Asti), l’attaccante di<br />
banda Zampetti (ex Perugia) e il<br />
libero padovano Pagotto. Tra le<br />
seconde linee sono rientrati il secondo<br />
palleggiatore Tiddia, il<br />
centrale Gabriele Cristiano e da<br />
Sant’Antioco è arrivato il giovane<br />
Bernardi.<br />
Dopo i patemi della passata<br />
stagione il traguardo è una salvezza<br />
da mettere in tasca al più<br />
presto possibile, anche se il coach<br />
ha maggiori ambizioni. La<br />
squadra è giovane e Gulinelli ha<br />
tutto il tempo per farne un gruppo<br />
omogeneo.<br />
Il campionato infatti inizierà<br />
più tardi del solito, dopo i campionati<br />
del mondo maschili, in<br />
programma in Argentina, il via è<br />
previsto per il 27 ottobre e la formula<br />
dà una mano ai rossoblù:<br />
quest’anno le retrocessioni non<br />
saranno quattro come l’anno<br />
scorso ma soltanto due. Il campionato<br />
è infatti passato da 16 a<br />
14 squadre e il Cagliari, promette<br />
Gulinelli, non sarà tra quelle in<br />
lizza per la salvezza.
IL MESSAGGERO SARDO 32<br />
OTTOBRE 2002<br />
Oristano, monumento a Eleonora<br />
d’Arborea, opera dello<br />
scultore fiorentino Ulisse<br />
Cambi. Festa grande per l’inaugurazione,<br />
nel 1881, bande<br />
musicali, discorsi e inni: «eseguito<br />
da 35 studenti vestiti in<br />
elegantissimo costume sardo,<br />
quello appositamente scritto<br />
dalla forbita penna dell’avv.<br />
Fara Musio e musicato dall’egregio<br />
maestro E. Lario». E<br />
poiché l’uomo mangia, pranzo<br />
di gala con 142 coperti, ricco<br />
il menu, a cura del ristorante<br />
Scala di Ferro di Cagliari:<br />
«Consumè alla tapioca. Granelli<br />
di montone e zucchette.<br />
Aragosta con la maionese. Filetto<br />
di bue alla Madera con<br />
purè. Vulvas di piccioni. Lumbo<br />
di vitella d’Oristano. Asparagi<br />
alla graten. Ciliegie allo<br />
spirito. Poncio alla romana.<br />
Gelati. Gatòs e dolci assortiti,<br />
Frutta e formaggio. Vini diversi<br />
e liquori».<br />
Sul monumento sono stati<br />
scritti diversi libri e molti articoli.<br />
Sorse grazie «a iniziativa<br />
e impulso di diversi comitati,<br />
sottocomitati e patronati», a<br />
partire dal 1862. Da Oristano a<br />
Cagliari, da Sassari a Iglesias e<br />
Bosa, da Venezia a Trieste «fu<br />
tutta una gara per raccogliere<br />
fondi ed elargire di più». La<br />
poetessa lodigiana Carlotta<br />
Ferrari pubblicò a Torino (Tipografia<br />
Teatrale B. Sour,<br />
1870), il dramma lirico in<br />
quattro atti Eleonora d ‘Arborea,<br />
«da rappresentarsi al teatro<br />
lirico di Cagliari l’autunno<br />
del 1870», come si legge nel<br />
frontespizio. Ma non venne<br />
rappresentato.<br />
Al Teatro Civico di Cagliari,<br />
nel Carnevale del 1869 - il 6<br />
febbraio - andò in scena in prima<br />
assoluta il melodramma in<br />
tre atti Eleonora d’Arborea alla<br />
battaglia di Sanluri, libretto di<br />
Gavino Nino, musica di Enrico<br />
Gabriele Costa. Il libretto fu<br />
stampato dalla Tipografia del<br />
Corriere di <strong>Sardegna</strong>, a Cagliari,<br />
nel 1868, «a beneficio del<br />
monumento a Eleonora giudicessa<br />
d’Arborea, ed era<br />
d’esclusiva proprietà del comitato<br />
all’uopo costituito».<br />
Quattro recite. L’opera fu accolta<br />
«pare non troppo fortunatamente»,<br />
secondo Guido<br />
Giacomelli (1896). Fra gli interpreti,<br />
il tenore debuttante<br />
Angelo Masini. Uno dei migliori<br />
tenori di grazia del tempo,<br />
bella voce morbida e perfetta<br />
tecnica di emissione.<br />
«Gli si attribuiscono - si legge<br />
nella Garzantina Musica - sette<br />
variazioni per concludere La<br />
donna è mobile». Erano altri<br />
tempi, dominava il divismo<br />
dei cantanti, «che troppo spesso<br />
si allontanavano dalla lettera<br />
e dallo spirito delle partiture<br />
per ragioni esclusivamente<br />
virtuosistiche». Per chi naviga<br />
in Internet, il tenore è presente<br />
anche in un sito australiano.<br />
Ben sei furono le opere che<br />
Angelo Masini cantò al Civico.<br />
Compresa quella del Costa:<br />
due di Giuseppe Verdi (La<br />
Traviata ed Ernani), due di Errico<br />
Petrella (La contessa<br />
d’Amalfi e Morosina) e una di<br />
Giuseppe Apolloni (L’Ebreo).<br />
Una leggenda urbana narra<br />
del tenore fischiato al suo debutto:<br />
colto dal panico, avrebbe<br />
cantato male. Chiese scusa<br />
al pubblico, con una lettera affissa<br />
nella bacheca del teatro,<br />
e fu un trionfo. Le pubblicazioni<br />
oristanesi - libri e opuscoli<br />
sulla raccolta di fondi<br />
per il monumento «a colei che<br />
CULTURA<br />
I luoghi comuni<br />
della religiosità<br />
popolare della<br />
<strong>Sardegna</strong><br />
ELEONORA D'ARBOREA<br />
STORIA MINORE<br />
DEL MONUMENTO DI ORISTANO<br />
dal 1383 al 1404 fu l’anima<br />
della <strong>Sardegna</strong>» - riportano<br />
«grande successo».<br />
L’opera - grazie al Masini - è<br />
citata nei testi di storia della<br />
musica, ma con un contorno di<br />
inesattezze. A cominciare dal<br />
musicista: non Enrico Costa<br />
confuso con l’omonimo scrittore,<br />
narratore ecc. sassarese<br />
(1841- 1909), ma Enrico Gabriele<br />
Costa. Perché nel libretto<br />
figura con un solo nome,<br />
Enrico? Il libretto fu stampato<br />
a spese del comitato pro monumento,<br />
potrebbe essere stata<br />
una dimenticanza o una scelta.<br />
A prescindere: nei testi di storiografia<br />
musicale - quella minore,<br />
dell’estrema periferia - figura<br />
con i nomi di Enrico Gabriele.<br />
Non sardo, ma napoletano:<br />
nella città natale studiò<br />
composizione e arrivò a Oristano<br />
in cerca di gloria, finendo a<br />
insegnare musica alle figlie<br />
dei benestanti.<br />
Il librettista Gavino Nino:<br />
nativo di Bosa, non avv., ma<br />
sacerdote, padre scolopio,<br />
professore universitario, deputato<br />
al Parlamento Subalpino,<br />
autore di «opere teatrali dalle<br />
roboanti pagine», nel giudizio<br />
di Francesco Alziator (1954).<br />
Fondò - assieme a Salvator Angelo<br />
De Castro - e diresse il<br />
giornale sardo La Meteora,<br />
quindicinale di scienze, lettere,<br />
arti e varietà. Primo numero<br />
il 14 gennaio 1843, ultimo il<br />
14 dicembre 1845: cessò le<br />
pubblicazioni costretto dalla<br />
regia censura. Storico, strenuo<br />
difensore delle Carte d’Arborea,<br />
«al punto da essere ritenuto,<br />
dagli avversari, uno dei falsari».<br />
Le Carte d’Arborea: un insieme<br />
di abilissimi falsi che<br />
cercavano di accreditare l’immagine<br />
d’una <strong>Sardegna</strong> già civilissima<br />
- e in maniera autonoma,<br />
originale - negli anni tra<br />
il VI e il X sec. Sono la più avventurosa<br />
espressione d’un<br />
amore per la <strong>Sardegna</strong>, cui<br />
l’anonimo autore delle carte<br />
voleva offrire una patente di<br />
nobiltà che l’isola madre, egli<br />
sentiva, meritava.<br />
Un altro suo dramma di cinque<br />
atti in versi, Ugone d’Arborea,<br />
ampolloso e farraginoso,<br />
«ricucito - secondo Francesco<br />
Masala (1993) - sui modelli<br />
delle tragedie alfieriane», fu<br />
stampato nel 1881 a Cagliari<br />
dalla Tipografia Felice Muscas,<br />
in occasione dell’inaugurazione<br />
del monumento oristanese.<br />
Personaggi e interpreti della<br />
prima dell’Eleonora d’Arborea<br />
alla battaglia di Sanluri (nel<br />
libretto non sono indicate le<br />
voci): Eleonora, giudicessa<br />
d’Arborea, Clotilde Rosasvalle;<br />
Tomaso Bruch, gentiluomo<br />
inglese, Angelo Masini; Michele<br />
Gallo, ufficiale di campo,<br />
Augusto Piferi. Sconosciuti<br />
gli interpreti di Corelio Branca,<br />
altro ufficiale di campo e di<br />
Elena, damigella d’Eleonora.<br />
Coro d’uomini. Coro di donne.<br />
Popolo e seguito di guerrieri.<br />
La scena, durante l’atto<br />
primo, ha luogo nel campo militare<br />
degli Arborensi presso il<br />
Castello di Sanluri, durante<br />
l’atto secondo e terzo nella città<br />
d’Oristano.<br />
Scena IV, Eleonora a Bruch:<br />
«Ah! tu non sai - Qual sia tremendo<br />
immenso nel cuor mio -<br />
Mortale affanno!<br />
- E che sperar di lieti - Mi resta<br />
ormai se pria - Al suol prostrato<br />
non abbia io l’orgoglio -<br />
di Adriano Vargiu<br />
Di chi ci opprime, e vinto - Le<br />
antiche, infami sempre, - Arti<br />
ond’ei volle questa - Terra<br />
contaminar che lui straniero -<br />
Signore aborre? E quali - E<br />
quante ai miei non fece ingiurie<br />
e danni? - Segno ne fu sì<br />
spesso il padre mio, - L’invitto<br />
Mariano, che tornare - Sua<br />
gente in piena libertà s’accinse.<br />
- Per mano or dei suoi vili<br />
assassini - Cadde il misero<br />
Ugone, il fratel mio - Il fratel<br />
mio che Ascanio egli parea...».<br />
Della musica, niente si conosce.<br />
Ipotesi meglio non farne.<br />
Per il monumento a Eleonora<br />
andava bene tutto.<br />
Nella storia di <strong>Sardegna</strong> è un<br />
succedersi di lotte per la libertà<br />
e l’indipendenza. Tutti i popoli<br />
più potenti che nel corso<br />
della storia si avvicendarono<br />
nel dominio dell’Europa, tentarono<br />
la conquista della <strong>Sardegna</strong>.<br />
«In ogni tempo - così<br />
Giovanni Lilliu (1971), padre<br />
della civiltà nuragica - ha avuto<br />
uno strano marchio storico:<br />
quello di essere stata sempre<br />
dominata (in qualche modo<br />
ancora oggi), ma di avere sempre<br />
resistito. Un’isola sulla<br />
quale è calata per i secoli la<br />
mano oppressiva del colonizzatore,<br />
a cui ha opposto sistematicamente<br />
il graffio della<br />
resistenza.<br />
Perciò i sardi hanno avuto<br />
l’aggressione d’integrazioni<br />
d’ogni specie, ma nonostante<br />
ciò sono riusciti a conservarsi<br />
sempre se stessi. Nella confusione<br />
etnica e culturale che li<br />
ha inondati per millenni, sono<br />
riemersi costantemente nella<br />
fedeltà alle origini autentiche<br />
e pure».<br />
In altre parole: abbiamo un<br />
nostro marchio, conserviamolo.<br />
Smettiamola di dare alle<br />
nostre tradizioni origini di<br />
questo o di quel popolo. Diversamente<br />
- per dirla con lo<br />
scrittore ecc. Enrico Costa<br />
(1897) - «che qualcuno chiarisca<br />
d’onde vennero e qual sia<br />
la vera patria delle prime formiche,<br />
delle prime lucertole e<br />
dei primi mufloni arrivati nell’isola».<br />
A Pasqua, tornano tutti i luoghi<br />
comuni della religiosità<br />
popolare riferita agli spagnoli.<br />
Smettiamola. Nel nostro viaggiare,<br />
abbiamo trovato usanze<br />
simili alle nostre in regioni<br />
dove gli spagnoli non sono<br />
mai passati. Nella chiesa di San<br />
Michele Arcangelo, a Bevagna,<br />
in Umbria, la domenica di<br />
Pasqua, al Gloria, quattro confratelli<br />
corrono lungo la navata<br />
centrale portando sulle spalle<br />
la statua del Cristo risorto.<br />
Nella Collegiata di Castiglion<br />
Fiorentino, in Toscana, la notte<br />
del Sabato Santo, la Compagnia<br />
di Gesù celebra la Risurrezione<br />
con la Volata, portando<br />
di corsa fino all’altare il<br />
Cristo risorto. Esattamente<br />
come in <strong>Sardegna</strong>: a Cagliari,<br />
nella chiesa di San Giacomo,<br />
al Gloria della veglia pasquale,<br />
otto confratelli dell’Arciconfratemita<br />
del SS. Crocifisso<br />
percorrono la navata centrale<br />
con il Cristo risorto. A Sestu,<br />
nella parrocchiale, sono le<br />
donne che portano la statua,<br />
correndo, dall’ingresso della<br />
chiesa all’altare.<br />
Venerdì Santo a San Marco<br />
in Lamis, nel versante occidentale<br />
del Gargano: gli altari<br />
della reposizione (non deposizione!),<br />
popolarmente detti<br />
sepolcri, sono simili a quelli<br />
allestiti in <strong>Sardegna</strong>. A San<br />
Marco in Lamis vengono chiamati<br />
sabbuleche (sepolcri), a<br />
Cagliari monumentus (monumenti<br />
funebri).<br />
Caratteristica dei sepolcri<br />
sardi sono is nenniris: steli di<br />
cereali, soprattutto grano, pallidi<br />
ed esili perché germogliati<br />
al buio, legati con nastri rossi<br />
e dorati, impreziositi con<br />
anemoni e botton d’oro o fiorranci<br />
(caraganzu). Per via della<br />
funzione clorofilliana, nella<br />
religiosità popolare simboleggiano<br />
la risurrezione. Dal buio<br />
della morte alla luce della<br />
vita: il pallore che scompare<br />
con la luce.<br />
Nenniri - o nenneru, a seconda<br />
del luogo - per il glottologo<br />
Max Leopold Wagner (1921),<br />
è parola preromana. Is nenniris<br />
sono un avanzo dei giardini di<br />
Adone, simboli della vegetazione.<br />
Costituiscono un esempio<br />
di sopravvivenza e di adattamento<br />
del culto pagano a<br />
nuove forme di religiosità.<br />
Sono presenti anche in Calabria<br />
(samburchi, sepolcri) e in<br />
Sicilia (lauru, grano seminato).<br />
A Sulmona, in Abruzzo, nelle<br />
processioni pomeridiane e<br />
serali del venerdì e sabato santi,<br />
l’Addolorata segue il Figlio<br />
morto: come nelle città e nei<br />
paesi della <strong>Sardegna</strong>.<br />
E cosa dire de S’Incontru,<br />
dell’Incontro, quando la Madonna<br />
non più addolorata, levati<br />
i segni del lutto, la domenica<br />
di Pasqua incontra il Figlio<br />
risorto? A Sulmona l’incontro<br />
è detto della Madonna<br />
che scappa, perché la Madre<br />
alla vista del Figlio scappa, gli<br />
corre incontro, lasciando cadere<br />
i segni del lutto. A Montedoro,<br />
in Sicilia, l’Incontro è<br />
Lu ‘ncuntru.<br />
E si potrebbe continuare.