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Campi di battaglia: il dibattito sugli OGM - Filosofia ambientale

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vivente. Significa ammettere che esiste qualcosa che nasce, cresce, si riproduce<br />

(ancora) e muore, e qualcuno, non solo ne è <strong>il</strong> creatore, o meglio l’ ”inventore”<br />

(<strong>il</strong> che evidenzia l’atto <strong>di</strong> ingegno), ma anche <strong>il</strong> beneficiario economico della sua<br />

esistenza, e da questo si origina una subor<strong>di</strong>nazione tra chi ha prodotto una<br />

forma <strong>di</strong> vita e chi la lavora. Questi ultimi, pur essendo coloro che<br />

quoti<strong>di</strong>anamente hanno una relazione <strong>di</strong>retta con essa non hanno <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

intervenire sulle sue caratteristiche: <strong>il</strong> loro lavoro comincia dal seme ma non<br />

interviene più su <strong>di</strong> esso. Il modello generativo non è quello della creatività<br />

basata sull’esperienza del luogo, ma quello della creatività astratta che dal<br />

laboratorio crea un prodotto destinato a <strong>di</strong>ventare merce primariamente e che<br />

quin<strong>di</strong> non integra la ricchezza ecologica ma l’offerta del mercato.<br />

A confrontarsi sono dunque due contrapposte visioni del mondo, una<br />

ingegneristica e una ecologica, l’una adatta ai sistemi deterministici della<br />

scienza esatta, l’altra ai sistemi complessi della biologia.<br />

Inoltre per i paesi del Sud del mondo c’è un serio pericolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare luogo <strong>di</strong><br />

sperimentazione e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> veder <strong>di</strong>strutto l’equ<strong>il</strong>ibrio ecologico (fatto <strong>di</strong> erbe<br />

infestanti, insetti, semi molto produttivi o raccolti scarsi, ma anche conoscenze<br />

empiriche e socializzate, e secoli e secoli <strong>di</strong> incroci) in nome <strong>di</strong> una tecnologia<br />

che stab<strong>il</strong>isce un confine netto tra ciò che è ut<strong>il</strong>e e ciò che non lo è con <strong>il</strong><br />

risultato <strong>di</strong> creare uniformità e offerta monopolistica laddove era <strong>il</strong> regno della<br />

varietà, unica in grado <strong>di</strong> assicurare la sopravvivenza delle specie sul lungo<br />

periodo. Dunque proprietà privata contro patrimonio comune che significa, nelle<br />

logiche attuali del mercato internazionali anche minaccia dei sistemi culturali<br />

che non creano profitto, attraverso l’ingerenza degli istituzioni finanziarie<br />

internazionali nel determinare le politiche economiche (e non solo) dei singoli<br />

stati. Il brevetto è presentato come garanzia <strong>di</strong> trasparenza dal momento che<br />

deve garantire, per essere autorizzato, la riproducib<strong>il</strong>ità, ma d’altro canto<br />

questo sistema riconosce creatività solo la dove vi sia la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> richiedere<br />

un brevetto negando tra<strong>di</strong>zioni e saperi in<strong>di</strong>geni, e al contempo risultando<br />

l’unico mezzo efficace per lo sfruttamento commerciale.<br />

Pro e contro<br />

Il Rapporto sulle biotecnologie vegetali della Commissione mista delle<br />

Accademie Nazionali dei Lincei e delle Scienze (Accademie Nazionali dei Lincei e<br />

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