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Campi di battaglia: il dibattito sugli OGM - Filosofia ambientale

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Il cambiamento delle pratiche agricole dovrebbe portare vantaggi per l’ambiente e<br />

l’ecosistema, soprattutto per quanto riguarda le colture tolleranti ad erbici<strong>di</strong>, gestite secondo<br />

modelli conservativi, prevenendo l’erosione del suolo e dunque migliorando la qualità delle<br />

acque e dell’aria grazie alla <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> CO2 dovuta all’attività agricola e,<br />

fornendo agli animali un riparo costante e sicuro, dovrebbero incrementare la bio<strong>di</strong>versità<br />

dell’agroecosistema. Molti <strong>di</strong> questi benefici, però, non risultano avere luogo nella realtà e <strong>il</strong><br />

consumo <strong>di</strong> erbici<strong>di</strong>, come nel caso dell’Argentina, grande produttrice <strong>di</strong> soia trangenica, può<br />

aumentare tanto da produrre un inquinamento maggiore <strong>di</strong> quello prodotto con sistemi<br />

convenzionali. Ma <strong>il</strong> problema ecologico maggiore consiste nel fatto che gli <strong>OGM</strong> sono organismi<br />

viventi e come tali una volta r<strong>il</strong>asciati nell’ambiente possono riprodursi e <strong>di</strong>ffondersi<br />

autonomamente, dando luogo a squ<strong>il</strong>ibri irreversib<strong>il</strong>i, soprattutto in un arco temporale<br />

abbastanza lungo. La maggior parte degli esperimenti sono condotti in laboratori o in piccoli<br />

campi sperimentali dove è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire gli effetti su larga scala. I rischi maggiori sono<br />

dunque dati dalla possib<strong>il</strong>ità che la pianta <strong>di</strong>venti infestante o invasiva oppure possa inquinare<br />

geneticamente altre cultivar della stessa specie, essendo interfecon<strong>di</strong>, o piante selvatiche<br />

sessualmente compatib<strong>il</strong>i, dando origine a nuovi organismi vitali. A questo si aggiunge la<br />

possib<strong>il</strong>ità, molto frequente nei batteri, <strong>di</strong> trasferimento orizzontale <strong>di</strong> frammenti <strong>di</strong> DNA tra<br />

in<strong>di</strong>vidui appartenenti a specie <strong>di</strong>verse e così è possib<strong>il</strong>e che batteri patogeni per l’uomo o gli<br />

animali acquistino resistenza agli antibiotici impiegati per combatterli. E’ possib<strong>il</strong>e inoltre, dato<br />

che la pianta si trova al centro <strong>di</strong> un complesso sistema <strong>di</strong> relazioni biotiche e abiotiche, che<br />

l’introduzione <strong>di</strong> specie GM possa portare danni a specie non-target (organismi del suolo, insetti<br />

non nocivi, uccelli, e altri animali), mentre la popolazione target, sottoposta a pressione<br />

selettiva su pochi fattori ma con costanza nel tempo, potrebbe indurre a sv<strong>il</strong>uppare<br />

meccanismi <strong>di</strong> resistenza o tolleranza.<br />

Lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> colture transgeniche inoltre può provocare la per<strong>di</strong>ta o la <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong><br />

bio<strong>di</strong>versità con cambiamenti irreparab<strong>il</strong>i nella <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> specie e nella <strong>di</strong>versità genetica<br />

all’interno delle specie, oltre che nell’ecosistema tutto. Questo significherebbe perdere la<br />

capacità <strong>di</strong> adattamento dei biosistemi alle perturbazioni climatiche o ai fattori abiotici, finora<br />

alimentata dal vasto serbatoio genetico. Inoltre si aggiungano gli effetti sull’equ<strong>il</strong>ibrio edafico<br />

che potrebbero influenzare, tra l’altro, le funzioni <strong>di</strong> depurazione delle acque.<br />

Per quanto riguarda la salute umana ed animale, non costituisce un obiettivo primario<br />

dell’attuale ricerca agrobiotecnologica e i benefici possono dunque essere in<strong>di</strong>retti e riguardare<br />

la riduzione dell’uso e della presenza <strong>di</strong> fitofarmaci, con minor contenuto nel prodotto finale, la<br />

<strong>di</strong>minuzione delle micotossine (tossine naturali) e maggiori controlli sul prodotto. A questo<br />

proposito molti sollevano dubbi sulla sicurezza degli <strong>OGM</strong>, dal momento che allo stato attuale<br />

delle conoscenze non è possib<strong>il</strong>e dare una risposta definitiva, e inoltre l’ampliamento della<br />

gamma e la qualità delle mo<strong>di</strong>ficazioni genetiche (magari con l’introduzione o <strong>il</strong> potenziamento<br />

<strong>di</strong> un particolare nutriente in un alimento) amplia ulteriormente <strong>il</strong> quadro del problema.<br />

Comprensib<strong>il</strong>e quin<strong>di</strong> la costante richiesta <strong>di</strong> maggiore documentazione prodotta con<br />

metodologie <strong>di</strong> valutazione scientificamente valide. Tra i rischi maggiormente temuti vi è la<br />

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