Campi di battaglia: il dibattito sugli OGM - Filosofia ambientale
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definite come “attribuzioni <strong>di</strong> significati usati cognitivamente come base dei<br />
nostri comportamenti”. In genere sono basate su teorie ingenue fatte <strong>di</strong><br />
prototipi, modelli, analogie: routine epistemiche che segnalano dei criteri <strong>di</strong><br />
r<strong>il</strong>evanza nelle euristiche o nelle immagini integrate della mentel. Su questa<br />
base si sv<strong>il</strong>uppano le questioni legate alla responsab<strong>il</strong>ità per la salute<br />
dell’in<strong>di</strong>viduo e della biosfera. Ci sono rischi sociali reali, che implicano delle<br />
deleghe alle autorità competenti ma anche delle scelte in<strong>di</strong>viduali, e rischi<br />
simbolici, che si traducono in paure legate al mito della Natura nelle sue<br />
molteplici valenze simboliche: la Natura come sapiente contrapposta ad una<br />
tecnologie che ne altera l’equ<strong>il</strong>ibrio, la Natura come Madre con una<br />
connotazione <strong>di</strong> sacralità.<br />
Di questi archetipi una grande famiglia è quella che fa riferimento al mito <strong>di</strong><br />
Prometeo e al sentimento <strong>di</strong> colpa che deriva dal trasgre<strong>di</strong>re gli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> una<br />
<strong>di</strong>vinità e subirne la punizione, topos presente in moltissime religioni,<br />
compresa la cattolica. Affine alla <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> una legge c’è <strong>il</strong> tentativo <strong>di</strong><br />
sostituirsi alla <strong>di</strong>vinità nella sua opera creatrice, da cui derivano i molteplici<br />
riferimenti alla storia <strong>di</strong> Mary Shelley, Frankstein. La <strong>di</strong>vinità è rappresentata<br />
dalla Natura che conosce in maniera insondab<strong>il</strong>e i tempi propri dell’esistente,<br />
benevola finchè l’uomo si conforma alle sue leggi ma potenzialmente terrib<strong>il</strong>e<br />
nel momento in cui queste vengano infrante. Proprio l’incognita <strong>di</strong> quello che<br />
seguirà allo sconvolgimento umano dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>vino, mitologicamente<br />
rappresentato dall’ apertura del vaso <strong>di</strong> Pandora, è <strong>il</strong> nodo della questione<br />
<strong>OGM</strong>, in termini archetipici piuttosto che scientifici, in quel piano profondo<br />
dell’immaginario collettivo su cui lavora la comunicazione.<br />
Le questioni centrali sono due a seconda che <strong>il</strong> <strong>di</strong>battito s’imperni su questioni<br />
<strong>di</strong> politica nazionale o internazionale. Nel primo caso la sicurezza del<br />
consumatore è al centro dell’attenzione, su cui poco possono le certezze, o<br />
presunte tali, della scienza, come anche la legislazione spora<strong>di</strong>ca e<br />
frammentaria. Si aggiunge la questione della scarsa qualità dei prodotti GM<br />
posti a confronto con i nostri tra<strong>di</strong>zionali, magari biologici o certificati, sentiti<br />
come una tra<strong>di</strong>zione da salvare <strong>di</strong> fronte all’avanzata del cibo industriale, frutto<br />
degli interessi delle multinazionali.<br />
Nel <strong>di</strong>battito a sfondo internazionale, invece, <strong>il</strong> nodo <strong>di</strong>venta quantitativo e non<br />
più qualitativo: possono gli alimenti biotech aumentare la produttività e<br />
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