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IL CAFFÈ 8 febbraio 2009<br />

10 ECONOMIA<br />

@<br />

www.ti.ch/CAN/<br />

www.amag.ch<br />

www.inps.it<br />

Ti-Press<br />

Il commercio<br />

Il mercato dell’auto<br />

ancora in crescita,<br />

sale anche a gennaio<br />

Sono aumentate dell’1.4% le immatricolazioni di<br />

nuove auto in Svizzera nel 2008 mentre in Europa<br />

sono andate in picchiata, con un calo medio<br />

del 9%.<br />

Per gennaio mancano ancora i dati ufficiali, ma<br />

da quanto indicato dai venditori di auto ticinesi<br />

contattati dal Caffè, sembra che anche l’ultimo<br />

mese sia positivo: “Negli ultimi tre mesi il mercato<br />

ha tenuto bene, siamo in linea con l’anno precedente”<br />

dice il titolare del garage Winteler di Bellinzona.<br />

Sulla stessa lunghezza d’onda anche i responsabili<br />

dell’Amag (che trattano le marche<br />

Audi, Vw, Skoda, Seat) di Bellinzona e del Sottoceneri,<br />

che rilevano per gennaio un volume di affari<br />

in linea con quello del 2008.<br />

La vendita di automobili è uno dei settori che, a<br />

livello internazionale, ha sentito maggiormente<br />

la crisi. Dagli Usa all’Europa, dove i risultati trimestrali<br />

sono andati di male in peggio durante<br />

l’anno: meno 2,7% nel secondo trimestre, meno<br />

12% nel terzo trimestre, e un tragico meno 24%<br />

nel quarto (dati dell’Associazione manifatturiera<br />

automobilistica europea sulla registrazione di veicoli<br />

commerciali).<br />

Il mercato svizzero era iniziato molto bene nei<br />

primi due mesi del 2008, con incrementi attorno<br />

A differenza di tutto Europa,<br />

nel 2008 registrato<br />

un incremento dell’1.4<br />

al 17% rispetto agli stessi mesi del 2007. In seguito,<br />

mentre in Europa si sentivano dei pesanti tonfi,<br />

la Svizzera segnava variazioni contenute, verso<br />

l’alto come verso il basso. Ad ottobre, mentre la<br />

crisi dell’auto nel Vecchio continente era conclamata,<br />

il nostro paese segnava più 0.1% rispetto<br />

allo stesso mese del 2007. In novembre si sono<br />

sentiti i contraccolpi anche su suolo (o meglio<br />

sulle strade) rossocrociate: meno 17.9% (sempre<br />

rispetto allo stesso mese dell’anno precedente),<br />

la maggiore regressione di tutto l’anno.<br />

Molti devono aver pensato che la crisi fosse implacabilmente<br />

arrivata anche in Svizzera, con un<br />

ritardo dovuto al fatto che nel nostro paese i tempi<br />

fra ordinazine di nuove vetture e la loro immatricolazione<br />

sono più lunghi rispetto agli altri paesi<br />

europei. In dicembre, però, mentre in Europa le<br />

registrazioni hanno continuato a precipitare nel<br />

vuoto, la Svizzera ha nuovamente segnato un incremento<br />

del 5.7% rispetto al dicembre dell’anno<br />

prima, delineandosi come un paese dove il mercato<br />

dell’auto risente solo parzialmente della crisi.<br />

Un mercato, quello svizzero, dove sono piuttosto<br />

le categorie più costose di vetture ad essere meno<br />

scelte, a tutto vantaggio di quelle di fascia media,<br />

come confermato al Caffè da diversi venditori.<br />

In totale nel nostro paese, nel 2008, sono state immatricolate<br />

287.971 auto nuove, ben 3.999 in più<br />

dell’anno precedente. La crisi dell’auto in Europa<br />

ha invece segnato pesantemente diverse industrie<br />

svizzere di parti di auto, che avendo il loro principale<br />

mercato nelle esportazioni europee, hanno<br />

incontrato evidenti difficoltà nell’ultima parte<br />

dell’anno.<br />

s.b.<br />

Dubbi e polemiche<br />

sull’ipotesi<br />

di un rincaro<br />

del 10% per risanare<br />

le finanze degli<br />

assicuratori malattia<br />

LIBERO D’AGOSTINO<br />

Un aumento dei premi del 10-<br />

12%? “Sarebbe uno scenario allucinante”.<br />

dice Bruno Cereghetti.<br />

Una gran botta per il Cantone che<br />

sussidia il pagamento delle casse<br />

malati per 100 mila persone e copre<br />

le spese di altre 13.800 che ormai<br />

non pagano più i premi. Ma<br />

per il responsabile dell’ufficio<br />

cantonale dell’assicurazione malattia,<br />

l’ipotesi ventilata nei giorni<br />

scorsi di un forte rialzo dei premi<br />

nel 2010 per risanare le finanze<br />

delle casse malati, almeno per il<br />

Ticino, non si giustifica affatto:<br />

“Hanno riserve più che consistenti”<br />

afferma.<br />

Secondo Cereghetti, il 2010 non<br />

sarà certamente un altro anno felix<br />

per il cantone, che nel 2008 ha<br />

avuto un aumento dei premi dello<br />

0,3 e dello 0,7 nel 2009, ma pensare<br />

ad un rialzo del 10%, è assurdo:<br />

“Sarebbe insopportabile<br />

per i cittadini - dice - e per le casse<br />

pubbliche che già spendono 240<br />

milioni di franchi in sussidi. Un<br />

aumento del genere significherebbe<br />

che altre migliaia di persone<br />

dovrebbero ricorrere all’aiuto<br />

dello Stato per pagare i premi”.<br />

Cereghetti ritiene, invece, plausibile<br />

questo aumento per alcuni<br />

cantoni, come Berna, Obwaldo,<br />

Argovia, Zugo e San Gallo, dove gli<br />

assicuratori malattia hanno ormai<br />

riserve sotto la media nazionale.<br />

Ma non in Ticino. “Qui nel 2007<br />

hanno registrato riserve per 91,5<br />

milioni di franchi - spiega - e nel<br />

2008 ci si sarà avvicinati ai cento<br />

milioni”. Né reggerebbe al rigore<br />

delle cifre la giustificazione che<br />

sono aumentati costi per le prestazioni,<br />

visto che in Ticino nel<br />

biennio 2006-2007 questo aumento<br />

è stato dell’1,13% e nel<br />

2008 di appena lo 0,9, mentre per<br />

questo stesso anno le casse malati<br />

avevano preventivato un incremento<br />

del 3,3%. “Quindi c’è un<br />

margine non indifferente - nota -<br />

tra crescita reale dei costi e quella<br />

invece preventivata dalle casse<br />

malati. Non c’è nessuna ragione,<br />

quindi, che giustifichi rialzi dei<br />

premi così sconvolgenti”. Tanto<br />

sconvolgenti, sia per il Cantone<br />

che dovrebbbe sborsare un pacco<br />

di milioni in più in sussidi, sia per<br />

quella non esigua fascia di cittadini<br />

che non ricevendo attual-<br />

Ti-Press<br />

Secondo Bruno Cereghetti le riserve accumulate non giustificano un rialzo dei premi<br />

“Uno scenario allucinante<br />

l’aumento delle casse malati”<br />

mente l’aiuto dello Stato si troverebbe<br />

in grosse difficoltà. Ma, secondo<br />

Cereghetti, nel ragionamento<br />

degli assicuratori malattia,<br />

nell’allarme per i bilanci in rosso,<br />

c’è qualcosa che non torna. “Non<br />

credo nemmeno - osserva - che la<br />

loro, presunta, disastrosa situazione<br />

finanziaria sia dovuta agli<br />

investimenti in borsa. Ho letto recentemente<br />

che hanno perso<br />

LO SCENARIO<br />

Negli ultimi<br />

anni gli<br />

aumenti dei<br />

premi per<br />

il Ticino<br />

sono stati<br />

abbastanza<br />

bassi<br />

qualcosa come 600 milioni di<br />

franchi, ma gli assicuratori malattia<br />

nel 2007 hanno investito sul<br />

mercato dei capitali, qualcosa<br />

come 10,4 miliardi di franchi. Una<br />

perdita, quindi, di appena il 5,8%,<br />

che non può aver mandato a<br />

gambe per aria i loro bilanci al<br />

punto da invocare un simile rincaro<br />

dei premi”.<br />

ldagostino@caffe.ch<br />

Darwin Airlines<br />

“Abbiamo tolto a Malpensa<br />

ottantamila passeggeri”<br />

Mors tua vita mea. Il messaggio calza a pennello anche quando si<br />

parla di aeroporti. In particolare di Agno e Malpensa. Mentre i politici<br />

si sforzano di far credere che la collaborazione insubrica proceda<br />

tra baci e abbracci, anche in fatto di trasporti c’è una piccola,<br />

non dichiarata, battaglia in corso. Il bollettino di guerra parla da sé:<br />

nel 2008 il piccolo aeroporto ticinese, trascinato dalla compagnia<br />

rossoblu Darwin, è riuscito ad accaparrarsi 80 mila cittadini comaschi<br />

e varesotti, sottraendoli a Malpensa. E per il 2009 tutto fa prevedere<br />

che in Ticino si stiano già scaldando i motori. “Puntiamo<br />

molto sulla Regio Insubrica - spiega Massimo Boni, responsabile<br />

“Puntiamo molto sulla Regio Insubrica perché<br />

per chi vive a Como e nel Varesotto<br />

è decisamente più comodo puntare su Agno”<br />

della comunicazione di Darwin - perchè per chi vive a Como, e in<br />

alcune aree della provincia di Varese, è decisamente più comodo<br />

puntare su Agno rispetto a Malpensa”. Boni assicura infatti che oltre<br />

confine viene apprezzato poter fare il ceck in ad Agno solo mezz’ora<br />

prima della partenza, non trovare il traffico che caratterizza<br />

le arterie italiane e poter contare talvolta sul parcheggio gratuito.<br />

“Se ci aggiungiamo anche il prezzo della benzina sono molti i fattori<br />

che fanno la differenza”. La tratta più utilizzata da comaschi e<br />

varesotti è Roma, solitamente per viaggi d’affari. “È vero - prosegue.<br />

Si tratta di imprenditori, ma stiamo anche mettendo a punto<br />

una serie di pacchetti culturali in collaborazione col centro svizzero<br />

di Roma”.<br />

c.g.<br />

La polemica<br />

E l’Italia va<br />

all’assalto<br />

del tesoretto<br />

dei frontalieri<br />

È un tesoretto di circa 380 milioni<br />

di euro (circa 570 milioni<br />

di franchi) quello che fa gola<br />

allo Stato italiano. Si tratta dei<br />

fondi retrocessi all’Italia, all’Inps,<br />

per pagare le indennità<br />

di disoccupazione dei frontalieri.<br />

Sono in particolare alcuni<br />

senatori leghisti - notizia riportata<br />

da “La provincia di Como”<br />

– ad aver chiesto che tali fondi<br />

siano trasferiti alle province<br />

italiane per la realizzazione di<br />

“opere e interventi in campo<br />

formativo sociale, culturale”.<br />

Un assalto alla diligenza sulle<br />

“spalle” dei frontalieri, le cui<br />

trattenute salariali hanno costituito<br />

il “tesoretto” in mano<br />

all’Inps.<br />

Si tratta però di un fondo che a<br />

Roma apre<br />

un fondo<br />

di 570 milioni<br />

di franchi per chi<br />

resta disoccupato<br />

partire dal primo giugno di<br />

quest’anno non sarà più alimentato<br />

a causa dell’entrata in<br />

vigore di una clausola degli accordi<br />

bilaterali, che hanno recepito<br />

una normativa europea<br />

per cui le trattenute salariali<br />

contro la disoccupazione sono<br />

prelevati laddove uno lavora,<br />

ed erogati dallo Stato dove si risiede.<br />

“Come sindacato avevamo<br />

chiesto che i sussidi di disoccupazione<br />

fossero pagati in Svizzera<br />

e, secondo, che la Svizzera<br />

continuasse a riversare questi<br />

fondi all’Italia anche dopo il<br />

primo giugno 2009, ma non<br />

abbiamo ricevuto risposta –<br />

spiega Giancarlo Bosisio, sindacalista<br />

Ocst –. Ora abbiamo<br />

fatto pressione sui parlamentari<br />

italiani affinché questo<br />

fondo che ammonta a 370/380<br />

milioni di euro, sia utilizzato<br />

esclusivamente per pagare la<br />

disoccupazione ai frontalieri.<br />

Dobbiamo dare loro almeno<br />

questa certezza”.<br />

L’indennità di disoccupazione,<br />

stabilita dalla legge n. 147/78, è<br />

del resto l’unico ammortizzatore<br />

sociale a disposizione dei<br />

frontalieri, i quali, pur subendo<br />

in busta paga la stessa trattenuta<br />

dei loro colleghi di lavoro<br />

residenti in Svizzera, ricevono<br />

in Italia un indennizzo pari solamente<br />

al 50% del salario ricevuto<br />

nel corso dell’anno precedente<br />

al licenziamento. E per<br />

soli 360 giorni. Poi non c’è più<br />

nulla.<br />

c.m.<br />

La tariffa più conveniente con i migliori cellulari? Ovviamente.<br />

comparis.ch:<br />

Sunrise è campione dei prezzi.<br />

Un test condotto da comparis.ch, il servizio<br />

svizzero di confronto online indipendente,<br />

dimostra che in Svizzera gli abbonamenti<br />

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