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@<br />

www.corriere.it/Piccoli<br />

www.fumetti.org<br />

www.designnetwork.ch<br />

CULTURA<br />

IL DIARIO<br />

di GIUSEPPE ZOIS<br />

DAVANTI<br />

AL DOLORE<br />

POSTO SOLO<br />

ALLA PIETÀ<br />

Caro Diario, questi<br />

sono giorni di domande<br />

più che di risposte,<br />

di dubbi e di angosce<br />

più che di serenità, alla<br />

quale si aspira ogni mattina,<br />

quando apriamo la finestra<br />

sul mondo e su ciò che andremo<br />

a vivere. C’è una<br />

breve parola che ci accompagna<br />

spesso: “perché”? Perché<br />

l’ingiustizia, la prepotenza,<br />

la povertà, il dolore?<br />

Imbattendomi in molte storie<br />

da raccontare, ho imparato<br />

che con i malati le parole<br />

devono essere accompagnate<br />

dai gesti. C’è bisogno<br />

di ascolto - e ci avvitiamo<br />

quasi tutti nella spirale perversa<br />

del “non ho tempo” - e<br />

più ancora c’è necessità di<br />

vicinanza, di calore, di<br />

strette di mano e di sguardi.<br />

***<br />

DA MESI nei titoli di apertura<br />

dei notiziari italiani e<br />

sulle prime pagine dei giornali<br />

ha tenuto banco il calvario<br />

di Eluana Englaro.<br />

Tutti, anche da noi, siamo<br />

stati costretti per non so<br />

quante volte a fissare gli occhi<br />

su quel volto di ragazza<br />

luminosa, piena di vita.<br />

Sempre le stesse due o tre immagini,<br />

ripetute, insistite,<br />

alla fine irrispettose, fino a<br />

creare un senso di ribellione<br />

a tanta invasività in una<br />

sofferenza personale e familiare.<br />

Solito fronte, solito<br />

scontro tra chi invoca il<br />

mantenimento in vita e di<br />

chi supplica “sorella morte”<br />

liberatrice. Al dolore si addice<br />

il silenzio. Di tutti.<br />

Penso allo strazio di un padre<br />

che non regge più la devastazione<br />

di una figlia inchiodata<br />

in coma vegetativo<br />

da 17 anni.<br />

***<br />

TUTTI PROVEREMMO<br />

strappi di smarrimento. Al<br />

di là delle sentenze, c’è urgenza<br />

di pietà. Si preghi, si<br />

vegli, ciascuno in coscienza<br />

si assuma le sue responsabilità.<br />

Ma trovo fuori luogo i<br />

toni ultimativi, le rappresaglie<br />

morali o moralistiche e<br />

le interviste disinvolte, ammantate<br />

di buonismo. Sto<br />

con Sebastiano Vassalli e i<br />

suoi dubbi: “come si fa ad<br />

avere certezze in un senso o<br />

nell’altro? Ci vuole l’umiltà<br />

di fermarsi”. La vita non è<br />

preziosa se non diventa una<br />

stella, mi ha confidato una<br />

poetessa. Eluana lo è già.<br />

***<br />

A CHI NON CAPITA, talora,<br />

di essere sopra pensiero? Il<br />

consigliere nazionale Ignazio<br />

Cassis, di ritorno dal<br />

congresso del suo partito, è<br />

stato beccato dal radar a 171<br />

km in autostrada. Non ha<br />

fatto il piangina ma il pentito,<br />

da automobilista e ancor<br />

più da politico, con proposito<br />

diriscatto nei fatti.<br />

Compostezza esemplare,<br />

questa è maturità. Lo stile è<br />

l’uomo, quanto diverso<br />

dall’atteggiamento e dalle<br />

sceneggiate di certi Peter Pan<br />

del volante!<br />

***<br />

L’ULTIMO VIAGGIO di Werther<br />

Futterlieb è stato verso<br />

Villa Bedretto. Si è fatto seppellire<br />

in quel camposanto<br />

in cima al Ticino, avvolto<br />

dalla neve e dalle cime dei<br />

monti. Una scelta d’affetto<br />

per quel paese. Ho lavorato<br />

con lui per dieci anni. Un signore<br />

sempre. Umanizzava<br />

la politica accostandola dai<br />

corridoi. Non era comunque<br />

una comunicazione semplificata.<br />

Il mestiere gli ha tenuto<br />

sempre compagnia.<br />

Era il suo sogno, lo ha vissuto.<br />

Nato cent’anni fa come supplemento del Corriere della sera il settimanale<br />

di più generazioni di lettori mette in mostra un monumentale archivio storico<br />

EZIO ROCCHI BALBI<br />

Arcibaldo e Petronilla,<br />

Bibì e Bibò, il Signor<br />

Bonaventura e il suo<br />

milione, Anna nella<br />

jungla disegnata<br />

dallo sconosciuto<br />

(allora) Pratt... Ci sono i ricordi di<br />

più generazioni nelle tavole e<br />

nelle copertine che tappezzano la<br />

Rotonda della Besana, a Milano,<br />

per la mostra dedicata al compleanno<br />

dell’indimenticabile “Corriere<br />

dei Piccoli”. Sino al prossimo<br />

17 maggio una cavalcata che con<br />

trecento opere, tra disegni e bozzetti<br />

originali, pagine inavvicinabili<br />

ai collezionisti più feroci e burattini<br />

della compagnia dei Colla,<br />

raccontano dal 1908 al 1995 novant’anni<br />

di una storia tutta italiana.<br />

E non solo italiana, visto<br />

che il “Corrierino”, come veniva<br />

chiamato dai nostri progenitori,<br />

rappresentò la scoperta del<br />

mondo a fumetti anche in Ticino.<br />

“Certo che era conosciutissimo<br />

anche nel cantone, sia che si trovasse<br />

nelle edicole del tempo sia<br />

in quelle di oltre confine – ricorda<br />

Antonio Carboni, fondatore e curatore<br />

storico di ManorFumetto -<br />

. Il Corriere dei piccoli era già distribuito<br />

e noto già nell’anteguerra,<br />

e fu il primo contatto per<br />

un’intera generazione di bambini<br />

con il fumetto, anche per il suo<br />

carattere ‘educativo’. Altrettanto<br />

diffuso e conosciuto, del resto, fu<br />

l’Avventuroso, nato nel 1937 per<br />

opera dell’Azione cattolica che<br />

seppe ben sfruttare la distribuzione<br />

capillare che avveniva allora<br />

negli oratori”.<br />

Tutti ricordano il “Corrierino”,<br />

edito e distribuito dal Corriere<br />

della sera come supplemento settimanale<br />

del quotidiano, naturalmente<br />

destinato ai figli dei lettori,<br />

come il padre del fumetto italiano,<br />

ma in realtà il termine<br />

Il mitico<br />

Corrierino<br />

disegnato<br />

con le rime<br />

Il termine fumetti,<br />

i balloon nati<br />

negli Stati Uniti,<br />

venne epurato<br />

dal primo numero<br />

Illustratore<br />

e grafico<br />

o soltanto<br />

“Lulo”<br />

ORIGINALE<br />

Un frammento<br />

di una strisca<br />

dell’originale<br />

personaggio<br />

“Tonino<br />

Quadratino”<br />

del Corriere<br />

dei Piccoli<br />

stesso di “fumetto” venne epurato<br />

fin dal primo numero. con le avventure<br />

di Mimmo, ovvero Buster<br />

Brown. La prima copia (presente<br />

alla mostra curata dalla storica<br />

dell’arte Giovanna Ginex ) costava<br />

10 centesimi e ospitava le<br />

avventure di Buster Brown, alias<br />

Mimmo come era stato italianicaamente<br />

ribattezzato. Quello<br />

che mancava erano proprio i fumetti,<br />

cioè gli originali “balloon”<br />

della versione originale americana.<br />

Sì, perchè, per anni, la versione<br />

italiana dei comics – consapevole<br />

della non abitudine dei<br />

Si definisce semplicemente<br />

“grafico e illustratore” Lulo Tognola<br />

nel presentare fino al 28<br />

febbraio i suoi lavori alla Biblioteca<br />

cantonale di Bellinzona. In realtà,<br />

per capire la versatilità e la voragine<br />

di fantasia affidata alla sua<br />

penna può bastare uno dei suoi<br />

spartani libricini, della serie “intonso”,<br />

arrivati alla quattordicesima<br />

versione.<br />

È lui stesso, numerando la serie che<br />

ogni anno distribuisce a mo’ di biglietto<br />

da visita, a preconizzarne<br />

l’esito scrivendo, sul retro di copertina,<br />

che “continuerà fino alla dipartita<br />

mentale dell’autore. Amen”.<br />

Una presenza ingombrante la sua,<br />

e basta notare il sottotitolo della<br />

mostra bellinzonese, “Lavori<br />

1965/2009” per comprendere che<br />

quasi mezzo secolo di disegni e illustrazioni<br />

non possono essere<br />

condensati in nessuna scheda o catalogo<br />

(per quanto quello curato da<br />

Jean Soldini, con testi anche in tedesco<br />

e romancio rendano esaustiva<br />

l’idea). Anche perchè Tognola,<br />

classe 1947, formato come grafico<br />

lettori a quelle scritte inserite in<br />

nuvolette - preferì adottare un sistema<br />

di lettura più tradizionale:<br />

ovvero poetici versi ottonari che<br />

in rima accompagnavano le storie.<br />

E questo valeva per personaggi<br />

come Arcibaldo e Petronilla<br />

(“Jiggs and Maggie” nell’originale<br />

creato da George McManus), ma<br />

anche per la mula Checca e<br />

quelle di Bonaventura, che in sagoma<br />

gigante accoglierà i visitatori<br />

della mostra fino al 17 maggio.<br />

Alle rime baciate che accompagnavano<br />

le vignette si prestarono,<br />

coinvolti, anche i migliori<br />

I lavori del graffiante autore mesolcinese Tognola dal 1965 ad oggi alla Biblioteca di Bellinzona<br />

al Csia di Lugano con “perfezionamento”<br />

a Basilea, si è ritrovato nella<br />

stessa scuola luganese ad insegnare,<br />

per ben 35 anni, nella sezione<br />

grafica. Forse, in tanto tempo<br />

passato dall’altra parte della cattedra,<br />

o in veste d’esperto per gli<br />

esami federali dei grafici, o come<br />

Versatilità e fantasia condensate in poster<br />

e copertine, ma anche in libricini “intonsi”<br />

arrivati alla quattordicesima edizione<br />

insegnante Supsi di comunicazione<br />

visiva, il suo cruccio è di non aver<br />

trovato tra gli studenti un altro<br />

“Lulo”. Non tanto per aver pubblicato<br />

suoi lavori su praticamente<br />

tutte le testate disponibili (o quasi)<br />

ma per quella serie di premi che, in

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