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@ www.ti.ch<br />

www.bag.admin.ch/transplantation<br />

C1ATTUALITÀ<br />

IL CAFFÈ 10 aprile 2011<br />

13<br />

La prostituzione rende allo Stato<br />

dieci milioni di franchi in imposte<br />

Le stime del fisco sull’ingente giro di affari a luci rosse<br />

SIMONETTA CARATTI<br />

Al bar Oceano si organizza la<br />

tombola per calamitare più<br />

clienti, in premio una donna. Una<br />

trovata per raddrizzare incassi in<br />

calo nel maxi ritrovo a luci rosse,<br />

dove lavorano una sessantina di<br />

lucciole, tutte regolarmente<br />

iscritte al registro di polizia. Una<br />

miniera d’oro secondo alcuni<br />

bene informati. Ma come sta il<br />

business a luci rosse? Non è facile<br />

fotografare il mercato semi illegale<br />

del sesso in Ticino, ma una<br />

stima ben ponderata l’ha fatta il<br />

fisco nel 2008, basandosi su dati e<br />

proiezioni: il business del sesso<br />

vale in Ticino 140 milioni di franchi.<br />

Una buona fetta, almeno due<br />

terzi, è data dal giro d’affari delle<br />

“marchette”. In altri 10 milioni<br />

sono conteggiati i guadagni dei<br />

140milioni<br />

90-100<br />

il giro d’affari annuo<br />

della prostituzione in Ticino<br />

bar annessi ai ritrovi a luci rosse;<br />

ulteriori 30 milioni sono gli incassi<br />

per l’affitto delle camere.<br />

Ogni settore del mercato a luci<br />

rosse paga le imposte per un gettito<br />

fiscale stimato complessivamente<br />

attorno ai 10 milioni.<br />

Detto altrimenti, il sesso a pagamento<br />

in Ticino rende allo Stato<br />

dieci milioni di franchi, divisi tra<br />

Cantone, Comuni e Confederazione.<br />

Nelle casse cantonali entrano<br />

quasi 5 milioni. E’ tanto, è<br />

poco? Ci scappa del nero? Difficile<br />

dirlo. “Ci sono aziende che da<br />

sole arrivano a questi importi”,<br />

spiega al Caffè Roberto Baroni,<br />

vice direttore della Divisione contribuzioni.<br />

Il vero problema per le Contribuzioni<br />

è farsi pagare. Non tanto da<br />

bar e affittacamere, che non scappano<br />

alle maglie del fisco, ma soprattutto<br />

dalle professioniste,<br />

vere e proprie pendolari del<br />

sesso. Lavorano sei mesi in Ticino,<br />

poi tornano in patria, rientrano<br />

in Svizzera ed esercitano<br />

per un periodo a Zurigo, poi<br />

fanno tappa in Ticino. Un via vai<br />

La storia<br />

PATRIZIA GUENZI<br />

Ti-Press<br />

...dalle prostitute<br />

bar<br />

milioni<br />

10 milioni<br />

affittacamere<br />

30 milioni<br />

Anche il Ticino ha il suo Bunga Bunga.<br />

Niente a che fare, però, con le serate<br />

erotiche della premiata casa di Arcore,<br />

tra il premier Silvio Berlusconi, Ruby<br />

Rubacuori e altre donnine. Qui il “President<br />

club Bunga Bunga” è solo il<br />

nome di una società costituita recentemente,<br />

con sede a Cadempino, per la<br />

gestione di esercizi pubblici. Sopratutto<br />

a luci rosse, ovviamente.<br />

Anche se non esclusivo come quello<br />

consumato alla corte del capo del governo<br />

italiano, sempre di sesso si<br />

tratta, niente di meglio, quindi, che<br />

lanciare il President club con un nome<br />

che rende quasi “impossibile”<br />

una normale tassazione di anno<br />

in anno. Il rischio è di non trovare<br />

più nessuno. Le “marchette” dovrebbero<br />

generare, secondo i calcoli<br />

delle Contribuzioni, dai 6,3 ai<br />

7 milioni di introiti per Comuni,<br />

Cantone e Confederazione. “In<br />

realtà ne incassiamo meno. La<br />

mobilità di queste lavoratrici<br />

rende tutto difficile. Anche perchè<br />

diverse sono illegali. Una<br />

maggiore collaborazione da parte<br />

dei gestori dei ritrovi sarebbe di<br />

aiuto a tutti”, precisa Baroni.<br />

Una cosa dunque sono le proiezioni,<br />

i calcoli contabili, tutt’altro<br />

sono gli incassi. Alle Contribuzioni<br />

le hanno provate tutte per<br />

tassare in modo corretto le prostitute.<br />

Prima con un forfait da<br />

70mila franchi, poi abbassato a<br />

PENSIERI<br />

Nel quarto<br />

fascicolo, Pensieri,<br />

un dibattito<br />

su morale<br />

e prostituzione,<br />

con il parere<br />

di intellettuali<br />

e filosofi<br />

A PAGINA 56<br />

50mila per adeguarsi al mercato<br />

in affanno. Oggi si tent acon la<br />

classica dichiarazione di redditi<br />

inseguendo le professioniste da<br />

un capo all’altro del mondo. Sul<br />

tavolo c’è anche la proposta di<br />

una tassazione alla fonte. Paga il<br />

datore di lavoro. Ma non è semplice<br />

definire chi è il capo senza<br />

incorrere in problemi penali.<br />

scaratti@caffe.ch<br />

La curiosità<br />

Il nome del sex scandalo italiano ad una società di ritrovi hard<br />

Nasce un “Bunga Bunga” in salsa ticinese<br />

che è ormai un marchio nel mondo<br />

delle marchette di alto o basso bordo<br />

che siano. Ma a chi poteva venire<br />

l’idea di sfruttare il celebre brand del<br />

Bunga Bunga, se non ad Ulisse Albertalli,<br />

il gran cerimoniere del bordellume<br />

cantonticinese. È lui, difatti,<br />

l’amministratore unico, con firma individuale,<br />

della nuova società che,<br />

come certifica il Registro di commercio,<br />

si occupa pure della gestione di<br />

case d’appuntamenti, locali etnici,<br />

erotici e di tendenza, sia in Svizzera<br />

che all’estero. Sì, anche all’estero perché<br />

il sesso non conosce frontiere e Albertalli<br />

si è ormai abituato a pianificare<br />

in grande stile il business del meretricio<br />

legale. Ma Bunga Bunga Sa<br />

non si occupa soltanto di affari da<br />

basso ventre, pensa anche a riempire<br />

la pancia ed elenca nei suoi scopi societari<br />

“la conduzione, la compravendita<br />

e la consulenza nel settore food &<br />

beverage e del turismo”. Che detto altrimenti<br />

è il rifornimento di cibi e bevande<br />

per i ritrovi a luci rosse. Insomma<br />

letto e tavola, sesso e pancia,<br />

per un Ticino insuperabile terra di “artiste”<br />

e più che mai competitivo anche<br />

in gastrosensualità.<br />

l.d.a.<br />

Il dramma<br />

Recluta di 19 anni<br />

muore durante l’appello<br />

Dovevano essere congedati<br />

sabato mattina per la libera<br />

uscita del fine settimana, ma<br />

durante l’appello, un militare<br />

si è accasciato a terra, sotto lo<br />

gli occhi attoniti dell’intera<br />

scuola reclute di Bière, nel<br />

canton Vaud. Per il giovane<br />

19enne non c’è stato più nulla<br />

da fare. E’ stato subito soccorso,<br />

rianimato e trasportato<br />

in ospedale, ma tutto è stato<br />

vano. Dopo la colazione in<br />

comune, a stroncare il giovane,<br />

ormai alla quarta settimana<br />

in grigioverde, sarebbe<br />

stato un arresto cardiaco,<br />

come anticipato da “Radio<br />

Top”. Sui motivi della morte<br />

della recluta, ed eventuali responsabilità,<br />

è stata avviata<br />

un’inchiesta condotta dalla<br />

giustizia militare.<br />

La fuga<br />

Forza posto di blocco<br />

con l’auto piena di droga<br />

Appena avvistato il posto di<br />

blocco delle Guardie di confine<br />

a Ligornetto, nei pressi del<br />

museo Vela, ha cercato di fuggire.<br />

Un’automobilista a bordo<br />

di una Polo con targa italiana,<br />

ieri pomeriggio, sabato, ha<br />

premuto sull’acceleratore invece<br />

di frenare, rischiando di<br />

travolgere una delle guardie.<br />

Sull’auto è stato poi trovato un<br />

notevole quantitativo di droga.<br />

La folle corsa è continuata in<br />

direzione di un cantiere stradale<br />

con il senso unico alternato.<br />

Il fuggitivo si è infilato<br />

nella corsia contromano scontrandosi<br />

con una Fiat Punto<br />

che poi è stata tamponata da<br />

una terza auto.<br />

Non potendo più proseguire la<br />

corsa in auto, l’uomo è sceso<br />

dalla Polo e si è dato alla fuga a<br />

piedi attraverso i campi, verso<br />

l’Italia. Sul posto sono accorsi<br />

gli agenti della polizia cantonale,<br />

comunale di Mendrisio e<br />

delle Guardie di confine. Le ricerche,<br />

tuttuavia, non hanno<br />

dato nessun esito. La ragione<br />

della rocambolesca fuga si è<br />

spiegata appena controllata<br />

l’auto, dentro c’era un ingente<br />

quantitativo di stupefacenti.<br />

v.car.<br />

Un linfoma sta uccidendo Sanaë, 23 anni. Ha bisogno di un trapianto di midollo osseo. Intanto è partita una colletta per aiutarla a pagare le cure<br />

Una giovane mamma chiede aiuto ai lettori<br />

per trovare un donatore e salvarsi dal cancro<br />

TRAGEDIA<br />

IN CASERMA<br />

Milite<br />

stroncato<br />

da arresto<br />

cardiaco a<br />

Bière<br />

STRADA<br />

CHIUSA<br />

Forzato il<br />

bosto di<br />

blocco, la<br />

corsa è<br />

finita in un<br />

cantiere<br />

stradale<br />

Solo 23 anni e una malattia incurabile.<br />

Un bimbo ancora da crescere,<br />

un marito e la speranza – ormai<br />

solo quella le è rimasta – di riuscire<br />

a trovare presto un donatore di midollo<br />

osseo compatibile. Sanaë<br />

abita a Nyon. Due anni e mezzo fa,<br />

sei mesi dopo la nascita di suo figlio<br />

Logan, si è ammalata di un<br />

cancro linfatico, detto anche linfoma<br />

di Hodgkin. La sua storia sta<br />

commuovendo la Svizzera. L’Illustré<br />

ha lanciato un appello a tutti i<br />

lettori per un “gesto di generosità”.<br />

Intanto, la giovane segue una terapia<br />

costosissima - 21 compresse<br />

9mila franchi - non riconosciuta<br />

dall’assicurazione malattia che ha<br />

già detto no alla copertura. Ecco<br />

perché è stata costituita l’ “Associazione<br />

di aiuto per Sanaë” ( ccp<br />

12-519060-8). La giovane, con<br />

voce rotta, lancia un appello: “Ho<br />

bisogno di un donatore per poter<br />

guarire completamente”.<br />

Il linfoma di Hodgkin nell’85% dei<br />

casi si cura relativamente bene.<br />

Quello di Sanaë è resistente alle terapie.<br />

Inoltre, il donatore dev’essere<br />

compatibile al 100%, per evitare<br />

il rischio di rigetto, elevato nel<br />

caso di un trapianto di tessuto cellulare.<br />

Sanaë, malgrado il fisico<br />

provato dalle terapie, resiste. “Lo<br />

Il calvario<br />

LA MALATTIA<br />

Poco più di 2<br />

anni fa, sei mesi<br />

dopo la nascita<br />

del figlio, Sanaë<br />

scopre il<br />

tumore: linfoma<br />

di Hodgkin<br />

LE CURE<br />

Chemio, raggi,<br />

un autotrapianto<br />

di midollo osseo<br />

e ora pasticche<br />

costosissime.<br />

Sino adesso<br />

tutto inutile<br />

LA SPERANZA<br />

Solo un trapianto<br />

di midollo osseo<br />

salverà Sanaë.<br />

La difficoltà è<br />

trovarlo<br />

compatibile<br />

al 100%<br />

devo fare soprattutto per mio figlio<br />

– confida al Caffè -. È troppo piccolo<br />

per perdere la mamma”. Da<br />

qualche mese lei è sulla lista d’attesa,<br />

assieme ad altre 70 persone.<br />

Oggi la Svizzera conta 31mila potenziali<br />

donatori. Ne occorrerebbero<br />

70mila! Ecco perché un malato<br />

ha solo il 5% di chance di trovare<br />

un donatore compatibile nel<br />

nostro Paese.<br />

Intanto, l’ennesima cura, costosissima,<br />

di Sanaë non sta dando i risultati<br />

sperati: “Ho sempre la febbre<br />

e non mi sento bene -. Ormai<br />

conosco bene il mio cancro. Si abitua<br />

alla cura e, nel giro di tre mesi,<br />

c’è la ricaduta”. Anche i genitori di<br />

Sanaë si sono messi in lista per salvare<br />

la figlia. Malgrado il padre,<br />

christophe chammartin<br />

TUTTI UNITI<br />

NELLA LOTTA<br />

Sanaë<br />

con il piccolo<br />

Logan,<br />

la mamma<br />

Geneviève<br />

e il papà<br />

Motoo<br />

giapponese, non abbia lo stesso<br />

tessuto cellulare degli europei,<br />

quindi difficilmente compatibile,<br />

e la madre, qualche tempo fa, abbia<br />

avuto un cancro del sangue.<br />

“Loro entrerebbero in gioco solo<br />

se entro un paio di mesi sarò ancora<br />

in questa situazione”, precisa<br />

Sanaë. C’è anche un fratello, purtroppo<br />

non compatibile.<br />

In questi lunghi trenta mesi, malgrado<br />

le chemioterapie, i raggi, i<br />

pensanti trattamenti, un autotrapianto<br />

di midollo osseo il risultato<br />

è stato deludente. Anche una terapia<br />

sperimentale a cui si è sottoposta<br />

in Germania, con un farmaco<br />

americano, che ha comportato un<br />

via vai di parecchi mesi da Nyon a<br />

Colonia ogni tre settimane, ha fallito.<br />

Oggettivamente, riuscire a trovare<br />

il donatore “giusto” per Sanaë<br />

sarà arduo. L’anno scorso, su 91<br />

pazienti trapiantati, 87 ce l’hanno<br />

fatta grazie alla generosità straniera,<br />

tramite una banca internazionale<br />

ricca di 14 milioni di nomi<br />

di donatori. Ma per ora nessuno di<br />

loro pare avere il profilo adatto al<br />

caso di Sanaë.<br />

Ecco perché aumentare il numero<br />

dei donatori svizzeri non è solo vitale<br />

per la sopravvivenza dei pazienti,<br />

ma costituisce un atto di solidarietà<br />

internazionale. Basta inscriversi<br />

e sottoporsi a un test del<br />

sangue. Gli specialisti hanno già<br />

fatto qualche calcolo: se tutta la<br />

popolazione tra i 18 e i 60 anni<br />

fosse potenziale donatrice le possibilità<br />

di trovare un donatore raddoppierebbero,<br />

dal 20 al 40%. E in<br />

tanti potrebbero salvarsi.<br />

pguenzi@caffe.ch

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