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@<br />

www.zadig.it<br />

www.sessoterapia.ch<br />

onlinelibrary.wiley.com<br />

C3SOCIETÀ E COSTUME<br />

IL CAFFÈ 10 aprile 2011<br />

43<br />

IL DIETISTA<br />

La bilancia è pronta per andare in pensione. Nel<br />

2011 la maggior parte delle persone è ancora<br />

convinta che il loro benessere possa passare<br />

da qualche chilogrammo in più o in meno sulla ormai<br />

“obsoleta” bilancia. Ma oggi la scienza ci dice<br />

che non è più così: il peso è un parametro troppo relativo<br />

e dipendente da molteplici fattori, ed acquista<br />

valore solo nel lungo periodo, ovvero almeno 1-<br />

3 mesi (ovviamente escludendo casi particolari).<br />

Non serve quindi assolutamente pesarsi tutti i<br />

giorni, proprio per l’estrema variabilità di questo<br />

dato, abitudine che potrebbe anzi avere l’effetto opposto,<br />

demoralizzante e disincentivante nei confronti<br />

del nostro obiettivo.<br />

Più della bilancia conta la pancia<br />

FABRIZIO VAGHI<br />

alimentazione@bluewin.ch<br />

Invece, acquista sempre più valore, sostituendo il<br />

peso e la bilancia, la misura della circonferenza addominale.<br />

Una misura indiretta del grasso viscerale,<br />

considerato la tipologia in grado di minacciare<br />

la nostra salute e l’apparato cardiovascolare a causa<br />

della produzione di pericolose molecole chiamate<br />

citochine infiammatorie. Queste, attraverso il circolo<br />

sanguineo arrivano poi a tutto l’organismo,<br />

pronte a far danni. Ma non solo, il grasso viscerale è<br />

anche responsabile di affaticarci maggiormente, oltre<br />

a impedirci di allacciare le scarpe con facilità,<br />

creando quindi un duplice problema: ormonale e<br />

meccanico.<br />

I parametri di riferimento in questo caso sono semplici<br />

e chiari: posizionando il metro a livello dell’ombelico<br />

e tenendolo parallelo al pavimento, un<br />

uomo dovrebbe avere, mantenendo l’addome rilassato,<br />

una circonferenza addominale inferiore ai 94<br />

centimetri, mentre la donna inferiore agli 80 centimentri.<br />

E attenzione: perdere peso non vuol dire<br />

automaticamente ridurre la circonferenza addominale.<br />

Viceversa, riducendo la circonferenza addominale,<br />

saremo sicuri di aver contemporaneamente<br />

ridotto il pericoloso grasso viscerale, metabolicamente<br />

attivo ed infiammatorio. Non vivremo<br />

così nell’indecisione di aver perso generico peso<br />

rappresentato da acqua, muscoli o ossa, ma saremo<br />

sicuri di aver perso grasso.<br />

Giovani sempre<br />

più inclini alle<br />

sbornie, soprattutto<br />

per stress.<br />

E uno studio online<br />

dimostra:<br />

le conseguenze<br />

sono gravi<br />

SESSO E AMORE<br />

LINDA ROSSI,<br />

psicoterapeuta e sessuologa<br />

ANTONINO MICHIENZI<br />

Le autorità mettono in<br />

guardia da tempo ormai:<br />

“il rapporto tra alcol<br />

e giovani sta diventando<br />

sempre più preoccupante.<br />

Si abbassa<br />

sempre di più l’età della prima<br />

sbornia. E le conseguenze potrebbero<br />

essere gravi”. Le rivela uno<br />

studio pubblicato on line sulla rivista<br />

Alcoholism: Clinical & Experimental<br />

Research. Quanto più<br />

presto avviene la prima sbornia,<br />

tanto più probabile sarà che in futuro,<br />

di fronte a eventi stressanti<br />

della vita, il giovane cerchi sollievo<br />

nell’alcol. “Si è creduto a lungo che<br />

iniziare presto a bere alcolici<br />

possa portare a un maggior consumo<br />

di alcol da adulti e creare<br />

problemi derivanti da questa abitudine”,<br />

ha spiegato la prima autrice<br />

dello studio, Dorothea Blomeyer,<br />

una ricercatrice del Central<br />

Institute of Mental Health di Mannheim,<br />

in Germania. “Inoltre - ha<br />

aggiunto il collega dell’Università<br />

di Heidelberg Rainer Spanagel -<br />

molti studi epidemiologici indicano<br />

che l’associazione tra consumo<br />

precoce di alcolici e la presenza<br />

di disordini connessi all’uso<br />

eccessivo di alcol da adulti possa<br />

essere rafforzata dal verificarsi di<br />

eventi stressanti nella vita”.<br />

Ed è questo che hanno cercato di<br />

capire i ricercatori: come possa<br />

crearsi questo triangolo pericoloso<br />

tra consumo<br />

precoce di<br />

alcol, stress e<br />

consumo problematico<br />

una<br />

volta cresciuti. Hanno perciò sottoposto<br />

a 306 volontari (166 donne<br />

e 140 uomini) un dettagliato questionario<br />

in cui si chiedeva a quale<br />

età avessero avuto la prima sbornia,<br />

eventuali eventi fortemente<br />

stressanti nella loro vita e quali<br />

fossero le loro “noie” quotidiane.<br />

Infine quale fosse il consumo abituale<br />

di alcol. “Abbiamo scoperto<br />

che l’impatto degli eventi stressanti<br />

che si verificano nel corso<br />

della vita è condizionato dall’età a<br />

cui si è cominciato a bere”, ha spiegato<br />

Blomeyer. In particolare,<br />

“quanto prima si comincia a bere,<br />

tanto più è forte l’associazione tra<br />

vita stressante e consumo elevato<br />

La chemioterapia<br />

Il nanodiamante rafforza la cura<br />

ALLA Northwestern University in<br />

Illinois alcuni ricercatori hanno<br />

sperimentato su animali da laboratorio<br />

l’utilizzo di minuscole<br />

sfere di carbonio per trasportare<br />

il farmaco antitumorale nella sua<br />

sede d’azione. Queste particelle,<br />

chiamate “nanodiamanti”, 10.000<br />

volte più sottili di un capello, si<br />

sono rivelate in grado di aumentare<br />

di 70 volte l’efficacia della<br />

chemioterapia tradizionale e<br />

quindi di ottenere lo stesso effetto<br />

riducendo al minimo, se<br />

non azzerando, gli effetti collaterali,<br />

rispetto a quando il farmaco<br />

Adolescenza e alcol trasformano il ragazzo in un adulto bevitore<br />

di alcol quando si è adulti”. Inoltre<br />

anche le modalità di consumo<br />

sono “particolari”: non aumenta il<br />

consumo abituale, magari a tavola<br />

durante i pasti, ma il numero di<br />

bevute singole in cui si assumono<br />

grandi quantità di alcolici. Certo,<br />

ha precisato il team, a scatenare<br />

queste bevute compulsive non<br />

sono le normali scocciature quotidiane,<br />

ma soltanto gli eventi fortemente<br />

stressanti, come seri problemi<br />

di lavoro. Inoltre, quando si<br />

parla di prima bevuta non ci si riferisce<br />

a qualche sorso assaggiato<br />

a tavola insieme ai genitori, ma<br />

alla prima volta in cui si è veramente<br />

esagerato con l’alcol.<br />

viene somministrato con le comuni<br />

modalità. Non solo. Dalla<br />

ricerca, pubblicata su Science<br />

Translational Medicine, è venuto<br />

fuori che non ci sono particolari<br />

effetti tossici riconducibili alla<br />

particelle e non si registrano<br />

nemmeno i tipici danni che la<br />

chemioterapia causa al sistema<br />

immunitario. Se questi dati saranno<br />

confermati, presto potremmo<br />

avere a disposizione un<br />

nuovo strumento per la cura dei<br />

tumori più resistenti agli attuali<br />

trattamenti e che tendono a presentare<br />

recidive.<br />

Il momento clou<br />

che rende croniche<br />

queste abitudini tra i<br />

teenager è tra i dodici<br />

e i quindici anni<br />

Le cardiopatie<br />

Il cuore non va se il dente duole<br />

CHE C’ENTRANO i denti con il<br />

cuore? Apparentemente nulla. In<br />

realtà da anni i ricercatori sono<br />

insospettiti dalla frequenza con<br />

cui si manifestano malattie cardiache<br />

in persone che hanno disturbi<br />

dei denti e delle gengive.<br />

Ora, un articolo pubblicato sull’International<br />

Journal of Cardiology<br />

cerca di fare il punto sulle<br />

conoscenze finora acquisite su<br />

quest’insospettabile legame.<br />

Alla base della relazione, secondo<br />

i ricercatori c’è l’infiammazione<br />

cronica che è alla base,<br />

non solo delle infezioni dentarie<br />

123.704 ettolitri<br />

il consumo di<br />

bevande alcoliche<br />

in Svizzera nel 2008<br />

(in alcool puro)<br />

8,7litri<br />

la quantità di alcool<br />

(puro) pro capite<br />

consumata<br />

in Svizzera nel 2008<br />

È il primo bicchiere<br />

che può essere fatale<br />

Un momento fondamentale per il<br />

cristallizzarsi di queste abitudini è<br />

l’adolescenza: “crediamo - ha<br />

spiegato Blomeyer - che un consumo<br />

precoce di alcol ‘insegni’ a<br />

farne uso durante l’adolescenza,<br />

un periodo in cui bere è particolarmente<br />

gratificante in condizioni<br />

di stress”. E da quel momento,<br />

sbornia dopo sbornia, l’alcol<br />

rischia di diventare lo strumento<br />

con cui affrontare i dispiaceri.<br />

Fino a diventare esso stesso un serio<br />

problema. Se le ipotesi dei ricercatori<br />

sono esatte, allora diventano<br />

ancor più preoccupanti i dati<br />

epidemiologici che ormai da<br />

molto tempo indicano un costante<br />

abbassarsi dell’età in cui si ha la<br />

prima sbornia. “È un problema sociale<br />

che deve essere risolto”, ha<br />

avvertito Spanagel. “E il primo<br />

obiettivo di qualunque programma<br />

di prevenzione deve essere<br />

l’aumento dell’età a cui si ha la<br />

prima reale occasione di bere”.<br />

come la carie, ma anche degli altri<br />

tessuti della cavità orale, per<br />

esempio le periodontiti. E proprio<br />

l’infiammazione è causa di<br />

molte malattie cardiovascolari.<br />

Le prove sono ancora insufficienti,<br />

però, avvertono gli autori,<br />

“vorremmo incoraggiare una migliore<br />

ricerca in questo campo.<br />

Comprendere meglio il nesso tra<br />

infezioni dentali, infiammazione<br />

e rischio di malattie cardiovascolari<br />

sarebbe di grande interesse<br />

non soltanto da un punto di vista<br />

scientifico, ma anche in una prospettiva<br />

di salute pubblica”.<br />

La lettera<br />

Tra noi sempre poca passione<br />

ora un forte calo del desiderio<br />

La risposta<br />

Ho 36 anni. Sono sposata da 3 con un uomo che<br />

amo molto; stiamo insieme già da sette anni. Purtroppo<br />

negli ultimi tempi, e più lui di me, ci confrontiamo<br />

a un forte calo del desiderio sessuale. Sin dall’inizio,<br />

il sesso fra noi due non è mai stato molto passionale,<br />

ma non me ne sono preoccupata. Ora però inizio a<br />

soffrirne. Inoltre ci sono delle difficoltà nell’avere un figlio<br />

a causa della sua infertilità. Pensa che quest’ultimo<br />

problema possa avere un influsso sul desiderio sessuale?<br />

Tengo molto al nostro rapporto e per uscire da questa insopportabile<br />

situazione sono disposta anche a fare una<br />

terapia. Se lei mi dice che questa sarebbe la strada per<br />

uscire da questo tunnel, quale tipo di terapia consiglia?<br />

Dovete rivedere il rapporto<br />

e confrontarvi seriamente<br />

Guarda<br />

il video<br />

SESSO E AMORE<br />

La nuova rubrica<br />

video di Linda<br />

Rossi per dialogare<br />

con i lettori del<br />

Caffè. Guarda il<br />

video su caffe.ch.<br />

Nella homepage<br />

clicca “WebTV”<br />

e poi seleziona<br />

“Sesso e amore”.<br />

O clicca<br />

il link in fondo<br />

all’articolo online<br />

In merito allo scarso desiderio sessuale, lei indica in<br />

particolare due aspetti che possono entrare in linea<br />

di conto. Mi riferisco al fatto che nella vostra coppia<br />

la passione sessuale non è mai stata il punto forte e alla<br />

difficoltà (o l’impossibilità) che lei ha evidenziato nell’avere<br />

figli. Il primo punto tocca all’attrazione fisica reciproca<br />

e/o alla rispettiva appropriazione della vostra<br />

dimensione sessuale, considerandola una parte interessante,<br />

per non dire indispensabile, della vita. Probabilmente<br />

nel vostro incontro sono prevalsi altri valori ed<br />

elementi di unione e di scambio che hanno costituito la<br />

vostra relazione amorosa e che vi ha portato fino al matrimonio.<br />

Su questa base la vostra unione può durare<br />

una vita intera, a meno che a un certo momento ponga<br />

un problema per uno di voi due e/o per entrambi.<br />

Se lei ora inizia a soffrirne, significa che l’equilibrio, che<br />

ha tenuto fino a quel momento, si è rotto. Si deve quindi<br />

andare a vedere dove non funziona più. In questo caso<br />

può essere utile l’aiuto di una persona esterna, meglio se<br />

uno specialista della coppia o un sessuologo formato<br />

alla terapia di coppia. Posso immaginare che prima di<br />

confrontarsi al problema di infertilità lei si sentiva sessualmente<br />

desiderata (e questo, come l’ho già più volte<br />

sottolineato, per una donna è molto importante). Scontrandosi<br />

a questa difficoltà o impossibilità nel concepire<br />

la situazione è probabilmente precipitata.<br />

Qui arrivo quindi al secondo punto da lei evidenziato. In<br />

particolare ci dice che la responsabilità sarebbe attribuibile<br />

a suo marito. Mi chiedo che impatto abbia avuto<br />

su di lui questa pesante diagnosi. Da un lato deve sentirsi<br />

colpevole di non poter avverare con lei un sogno<br />

che probabilmente faceva parte dei progetti della vostra<br />

relazione consolidata. Tale tipo di sentimento non è<br />

molto facile da sopportare. Ma a questo si aggiunge il<br />

vissuto che un uomo, suo marito, prova quando apprende<br />

di essere sterile, totalmente o parzialmente. Intacca<br />

al suo senso identitario, alla sua virilità, al suo sentirsi<br />

uomo in modo completo insomma. Non meno di<br />

una donna che, desiderando diventare madre, deve abbandonarne<br />

l’idea, poiché per ragioni diverse è impossibile<br />

da realizzare. Quindi entrambi, e insieme, se considerate<br />

gli aspetti problematici ai quali vi state confrontando,<br />

avete una seria necessità di rivisitare il significato<br />

del vostro rapporto. Se ci riuscite da soli bene, sennò<br />

chiedete aiuto.<br />

Posta:<br />

Linda Rossi<br />

Il Caffè – Via Luini 19 - 6600 Locarno<br />

E-mail:<br />

linda.rossi@bluewin.ch

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