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@ www.ticinocycling.ch www.esthersuess.ch www.uci.ch C2IL PERSONAGGIO IL CAFFÈ 10 aprile 2011 23 ANNA OSTINI Alessandro Cedraschi Chi è Alessandro Cedraschi, classe 1961, simbolo della Federale che negli anni Settanta ha fatto conoscere il basket ticinese a livello internazionale, ha giocato fino a quarant’anni. È stato allenatore e dal 2006 è presidente dei Lugano Tigers. È agente generale di assicurazioni e vicesindaco di Origlio, dove abita con la famiglia. Alessandro Cedraschi e una vita con il basket. Dalle vittorie con la Federale nei mitici anni Settanta agli attuali successi con i Lugano Tigers, questa volta da presidente. “Sono cresciuto con la palla a spicchi, mi ha aiutato a farmi conoscere, nel lavoro e nelle amicizie. Mi ha accompagnato fra soddisfazioni e anche qualche stangata, ma a sessant’anni il bilancio è più che positivo”, racconta l’agente assicurativo. Alessandro Cedraschi, più emozione per la prima Coppa di Lega o per la Coppa Svizzera agguantata a 4’’ dalla fine? “Le metterei sullo stesso livello, sono stato felicissimo, anche perché ci erano già sfuggite per un soffio. Certo che è un’altra sensazione rispetto a quando le ho vinte da giocatore, in campo non hai tempo per riflettere, da tifoso soffro di più!”. Vincerete anche il campionato? “Siamo una squadra molto competitiva e il terzo trofeo in stagione è il nostro obiettivo. Non sarà facile riconfermarsi, valuteremo passo dopo passo”. Vi immaginavate di ben figurare anche in Eurochallenge? “Credo sia stato il giusto frutto di un lavoro iniziato nel 2005, ancora l’anno scorso ci siamo rinforzati, “Sessant’anni di vita con il basket” Il presidente guida il Lugano con la passione che aveva in campo una ricostru- zione lenta che da subito inaspettatamente ci ha NEI CLUB NELLE COPPE soddisfazioni!”. dato ottimi risultati”. Da giocatore Fra i vari ... come seguire i giovani. Dopo tutti questi successi a cosa ha vinto più successi ha “Sì, indipendentemente dai risultati è bello vedere che sta cre- si può guardare? volte tutti i titoli battuto “Dobbiamo consolidare l’ottenuto senza volare più in alto delle VITTORIE ogni categoria dei Campioni biamo molti ragazzi in gamba e cantonali e l’Olomuk e il Tel Le scendo qualcosa intorno a te. Ab- nazionali di Aviv in Coppa nostre possibilità, puntando in uno o due all’anno possono entrare nelle prime squadre. Ma non alto in Svizzera e a un buon livello IN NAZIONALE DA ALLENATORE in campo internazionale per portare alto il nome della Confedera- partite ed è riportato il Lugano vaio e rendere ancora più profes- Ha giocato 51 Nel 1992 Ha basta, dobbiamo ampliare il vizione e del nostro cantone”. stato eletto in serie A dopo 7 sionali i nostri allenatori. Per questo a livello svizzero le aziende de- Un altro progetto è il nuovo palazzetto... rossocrociato in B vono offrire più finanziamenti e lo miglior anni di purgatorio “Sì, vogliamo offrire ai giovani nel ‘76 e ‘81 Stato deve lasciare ai giovani più buone infrastrutture per avvicinarli al basket. I tempi politici sono troppo lunghi, per questo qualche chilometro in più”. di te, non era la solita coppa. tempo da dedicare allo sport”. Il vostro sponsor è parte integrante della società... vedo una soluzione integrata con i È cambiato il pubblico da Come “Pollicino” venivi sottovalutato, “Non solo, siamo tutti amici e conoscendo privati. Ci sono degli investitori interessati ad un centro sportivo nazionale in Ticino, ma bisogna aspettare la città di Lugano”. Come in altri sport il campanilismo non aiuta... “Dobbiamo guardare oltre, il cantone ha bisogno di turismo e una struttura coperta che possa ospitare tutte le nostre squadre, come manifestazioni e convegni, non esiste, sarebbe un passo importante! I tifosi sarebbero disposti a quando era lei sotto canestro? “Non credo, le cifre sono sempre le stesse, indipendentemente che si vinca o si perda, in linea con la nostra realtà, 1.500-3.000 persone a partita. Quello che più è diverso è il gioco, anche grazie all’arrivo degli stranieri, ora è più fisico, si è velocizzato e specializzato”. Quali sono i suoi ricordi più belli da giocatore? “Le partite internazionali. Ti confrontavi con una realtà più grande invece facevi bella figura e anche se non vincevi, a Cantù, Tel Aviv o in Russia, uscivi dal campo soddisfatto”. Cedraschi: giocatore, allenatore o presidente? “Da giocatore ero aggressivo e generoso, da allenatore mi immedesimavo troppo, mentre da presidente ho fatto tanta gavetta fin da capitano e mi è venuto facile, anche se faccio fatica a stare fuori dal campo... Vi sono comunque altre pregi e difetti ci accet- tiamo più facilmente, come in un matrimonio. Gli obiettivi sono comuni”. Lavoro, basket e... “… stare con mia moglie Grazielle e i miei figli Gaja e Alessio e la politica, sono vicesindaco a Origlio, è un impegno diverso che mi distrae. Sono bravo a combinare tutto al meglio, non mi serve altro, non mi manca nulla!”. Ti-Press Ti-Press
@ www.eurofootplayers.com www.unil.ch www.unine.ch C2LA GEO DEL CALCIO 25 IL CAFFÈ 10 aprile 2011 In uno studio la vera geografia del dorato mondo del pallone MASSIMO SCHIRA Non è solo la situazione geopolitica di un mondo sempre più in subbuglio a cambiare. Anche la geografia del calcio subisce i cambiamenti economici, politici e sociali. Ne è testimone anche la nuova edizione del primo “Global Player migration report” stilato dall’istituto Eurofoot Players – l’osservatorio del calcio professionistico - del- Il Brasile rimane il maggior esportatore, ma la tendenza varia sempre più il luogo di destinazione finale Un calcio di emigranti La TOGNETTI AUTO di Gordola, concessionaria per il locarnese del marchio VW assume anche da subito UN CONSULENTE DI VENDITA Nell'ottica di un potenziamento della propria struttura, intende selezionare un/a candidato/a che sarà incaricato della gestione e del potenziamento del portafoglio clienti nel commercio di vetture nuove e d’occasione. Il candidato ideale possiede una solida esperienza nel campo della vendita, preferibilmente nel settore dell’auto. Deve inoltre avere - Un’adeguata conoscenza della lingua italiana e tedesca - spirito di iniziativa e capacità di persuasione - una spiccata disponibilità a alla formazione e all’aggiornamento professionali Gli interessati possono inviare il proprio curriculum vitae a e.soldati@chauto.ch o per posta al seguente indirizzo: Tognetti Auto SA Signor Enrico Soldati V. S. Gottardo 139, 6596 Gordola Per maggiori informazioni potete contattare il signor Enrico Soldati al numero di telefono 091 735 15 50. E’ GARANTITA LA MASSIMA DISCREZIONE E PROFESSIONALITÀ. Assicuriamo una risposta unicamente a coloro che corrispondono ai requisiti indicati. l’Università di Neuchâtel che il Caffè presenta in esclusiva assoluta. Dall’importante ricerca sui movimenti migratori nel mondo del pallone per il 2010 emergono diversi spunti di grande interesse. Sia a livello internazionale, sia a livello svizzero. A testimonianza di come il dorato mondo del pallone sia sempre più globalizzato. Uno dei capitoli più interessanti anche per i tifosi è sempre quello legato alle importazioni dei giocatori. Lo straniero in arrivo nella squadra del cuore è tradizionalmente carico di fascino, spesso di esotismo, forse anche di un’aura di mistero. Tra le 69 associazioni nazionali di calcio prese in considerazione dallo studio, è Cipro che – in termini assoluti e relativi – nel 2010 ha importato il maggior numero di giocatori dall’estero. E non è difficile da comprendere, viste le ridotte dimensioni del Paese, che conta comunque su un campionato molto “caldo”. In totale 219 giocatori hanno raggiunto lo scorso anno una squadra dell’isola nel Mediterraneo (mediamente 7,8 giocatori per squadra). Altro dato particolarmente interessante è quello che concerne la “Major League Soccer”, il campionato professionistico americano. Complice, forse, la crisi economica e il tentativo di dar lustro al torneo a stelle e strisce, la MLS è il primo campionato non-europeo a figurare nella speciale graduatoria dei maggiori importatori di professionisti del pallone. A testimonianza di un peso sempre maggiore sul mercato dei trasferimenti. Dalla Svizzera, ad esempio, hanno raggiunto recentemente gli Usa anche N’Kufo e Chiumento. A conferma delle difficoltà nella formazione dei giovani, il Paese che importa più giocatori di età media bassa (22,8 anni) è l’Italia, nello specifico per la Serie B. Un segnale chiaro e significativo sui problemi di reclutamento interno. Accanto agli arrivi, ci sono però anche i ritorni. Un settore di mercato che sembra andare sempre più di moda. Sono parecchi, infatti, i giocatori che – ad un certo punto della carriera – si riavvicinano o al campionato d’origine, oppure – più semplicemente – a casa. E in questo il “maestro” rimane il Brasile, che oltre ad essere il maggiore esportatore di calciatori nel Mondo è anche il Paese che ha registrato il maggior numero di rientri in patria: 135 nel 2010 tra prima e seconda divisione, con il Flamengo che ha reimportato addirittura 10 elementi, quasi una formazione titolare. D’altra parte le statistiche confermano con una media d’età di 29 anni che i giocatori reduci da esperienze all’estero tornano a casa nella fase finale della carriera. E la maggior parte dei giocatori reesportati partono dall’Inghilterra, che rappresenta pur sempre il cuore dell’economia calcistica internazionale. La passata stagione dalla Premier League sono partiti 5,5 stranieri per ogni club, per un totale di 111 giocatori su un totale di 241 comprendendo anche il Championship, la Serie B inglese. Se il Brasile rimane il maggior “fornitore” di giocatori in assoluto – nel solo 2010 sono partiti dal Paese sudamericano 280 elementi – l’Argentina conferma il suo solido secondo posto. Con 215 “Gauchos” esportati nel Mondo, di cui molti nei Paesi vicini come il Cile. Al terzo posto si classifica il primo dei Paesi europei, la Serbia, con 150 partenze verso l’estero per lo scorso anno. Ovviamente questo gran movimento di importazioni ed esportazioni permette di individuare delle “reti” dei trasferimenti. Dei mercati privilegiati attraverso cui si muove il mercato dei giocatori. Dalla ricerca di Eurofoot Players emerge infatti che i tre principali attori sono il “network” Brasile- Portogallo, quello Inghilterra-Scozia e quello tra Argentina e Cile. mschira@caffe.ch La Svizzera Dalla formazione elvetica la terza età più bassa al mondo di calciatori che scelgono di andare all’estero Svizzeri campioni nell’export di talenti sempre più ragazzini I numeri dello studio Numero di giocatori importati nei club 1. Cipro 219 2. Grecia 205 3. Portogallo 182 4. Inghilterra 143 5. Turchia 135 6. Russia 125 7. Ungheria 123 8. Romania 117 . Spagna 117 10. USA/Canada 116 11. Germania 113 12. Italia 112 13. Belgio 108 14. Cile 106 15. Israele 93 16. Azerbaijan 88 17. Scozia 87 18. Polonia 84 . Olanda 84 20. Svizzera 80 Quota stranieri secondo ruolo in campo e origine 100% 1,8 80% 60% 40% 20% 0% 17,1 46,7 Africa (CAF) 5,1 25,7 35,3 34,3 33,9 Sud America (CONMEBOL) Guarda tutti i dati Ottanta. Tanti sono i giocatori nuovi che hanno raggiunto la Svizzera per disputare i tornei di Super League e Challenge League nel corso del 2010. Parecchi, insomma, visto che la Svizzera si piazza al ventesimo posto assoluto nella graduatoria dei Paesi “importatori di calcio”. Un dato che conferma la vitalità della Swiss Football League, ma che va completato con altre cifre statistiche elaborate da Eurofoot Players. A confermare come la Svizzera sia vista anche come potenziale trampolino di lancio verso il “calcio che conta” arrivano in soccorso anche i dati relativi all’età media degli arrivi nel Paese. I calciatori entrati nelle rose di Challenge League, 37 elementi in totale lo scorso anno, all’anagrafe presentavano un età media di 24,4 anni. L’undicesima più bassa nella classifica mondiale capitanata dalla Serie B italiana con 22,79 anni. E anche la Super League non se la passa male, visto che anche il massimo campionato entra nella parte alta della graduatoria con una media di 25,1 anni per i 43 giocatori in entrata per l’anno 2010. Decisamente poco importanti, per contro, le reimportazioni, con un dato che si attesta tra lo 0 e lo 0,5 giocatori di ritorno per Club. Forse solo lo Young Boys con Neff entra in linea di conto per la stagione passata. Altre cifre interessanti emergono invece sotto il capitolo “esportazioni”. Innanzitutto va detto che 11 giocatori svizzeri hanno lasciato la Swiss Football League per impegnarsi all’estero. E non è una 11,8 25,0 35,3 27,9 Nord America (CAF) Quota di stranieri nei club 0.10 1.50 2.50 3.50 7.82 Paese non monitorato I giocatori stranieri che hanno abbandonato i club nazionali 6,3 8,3 7,1 34,9 32,3 29,4 33,3 25,4 Asia Oceania (AFC/OFC) 36,6 22,7 Europa (UEFA) 36,5 27,0 Totale LO SPORT Guarda tutti i dati dello studio di’Eurofoot Players in formato Pdf, con i numeri e i grafici della ricerca. Puoi anche cliccare il link riportato in fondo all’articolo online. cifra da sottovalutare per quanto concerne le dimensioni dei campionati elvetici. Anche perché si tratta di giocatori molto giovani, con la terza età media più bassa al mondo dietro Inghilterra e Montenegro. I giovani che lasciano la Svizzera lo fanno, mediamente, a 23,54 anni (contro i 21,81 degli inglesi e i 23,48 dei montenegrini). Da notare, a livello di “network” di trasferimenti, come l’asse della Svizzera si sia spostato verso Sud, verso l’Italia, Paese verso cui lo scorso anno sono partiti la maggior parte degli 11 calciatori svizzeri “in uscita”. Piuttosto significativo anche il dato concernente le ri-esportazioni, con 49 calciatori stranieri che hanno abbandonato la Svizzera nel corso del 2010. m.s. Portieri Difensori Centrocampisti Attaccanti Le squadre 1 50 170 241 Come si sceglie lo straniero giusto per la propria squadra? Ad esempio facendosi aiutare dalle statistiche. Anche nella costruzione di una squadra partendo dalla campagna acquisti, infatti, la montagna di dati raccolta dall’istituto Eurofoot Players offre un’interessante chiave di lettura. L’analisi del flusso migratorio dei calciatori presenta alcune caratteristiche che possono infatti essere applicate alla rosa delle squadre. Il primo “consiglio” è certamente quello di acquistare un centrocampista o un attaccante. Il 63,5% dei calciatori trasferiti, infatti, giocano in questa posizione. E arrivano o dall’Africa o dal Sudamerica. Ma entriamo nel dettaglio. Iniziando dal portiere. Il 7,1% dei trasferimenti nel Mondo concerne proprio l’estremo difensore e la provenienza più probabile è europea o centro-nord americana (anche se i numeri assoluti sono più piccoli rispetto IL PORTIERE IKE SHORUNMU Il nigeriano Ike Shorunmu è uno dei pochi portieri africani ad aver giocato in Europa L’intervista “Più comodo importare che formare i giovani” Identikit di un mercato sempre più globalizzato NOSTRO SERVIZIO Di fronte ai numeri non si può “bluffare”. La quantità di giocatori esportati nei maggiori campionati di calcio è tale, che il fenomeno è ormai globale. Tanto da interessare da vicino anche i ricercatori. Come Raffaele Poli, geografo e sociologo di formazione, che collabora al programma di osservazione del calcio professionistico Eurofoot Players. “Che il mercato dei calciatori sia globale, appare chiaramente dalle cifre e dai Paesi coinvolti - osserva -. E il trend è chiaro: per sempre più realtà calcistiche è certamente più comodo importare giocatori che formare i giovani”. Non solo per ragioni economiche, però, perché gli stranieri costano! “È vero, ma non impongono programmi a lungo termine. Come gli investimenti sulle infrastrutture per avere una formazione ben organizzata”. Significa che c’è molta speculazione? “Moltissima. Lo dimostra l’iternazionalizzazione progressiva del mercato. Che vede entrare tra i protagonisti Paesi come Cipro, Turchia, Russia, Romania, Ungheria, Cile e perfino Stati Uniti”. In generale, Paesi non proprio “paradisi del calcio”… “In questo il mercato è davvero trasversale e la convergenza tra leghe più prestigiose e meno famose è palese. Vi è una banalizzazione vera e propria del ruolo della manodopera straniera. Un esempio? In Azerbaijan i 12 club del massimo campionato nel solo 2010 hanno importato 88 giocatori!” E in Svizzera come giudica la situazione? “Siamo nella media. Conside- Anche le statistiche aiutano a costruire la squadra giusta Dai numeri, come e dove comprare i giocatori migliori a quelli dell’Uefa). Quasi certamente, però, il portiere non arriverà dall’Africa. Discorso simile anche per quanto concerne i difensori, con la differenza dell’entrata nella classifica degli asiatici, che esportano il 34,9% dei loro giocatori proprio in quel ruolo. Ed è il settore statisticamente più importante per le società iscritte all’Afc/Ofc di Asia e Oceania. Sul fronte delle difese, spiccano invece danesi, italiani e belgi, che nel ruolo di stranieri occupano ruoli prevalentemente arretrati. Tutti con percentuali superiori al 50%, con la Danimarca 1. Inghilterra 241 2. Germania 168 3. Italia 145 4. Grecia 139 5. Francia 122 6. Spagna 119 7. Russia 118 8. Portogallo 109 9. Cipro 97 . Olanda 97 11. Belgio 93 12. Romania 91 13. Messico 71 14. Cile 68 15. Turchia 67 16. Norvegia 65 17. Arzebaijan 61 18. Ucraina 58 19. Israele 53 20. Svizzera 49 Età media dei giocatori che lasciano i club nazionali Età media Numero 1. Inghilterra 21,81 14 2. Montenegro 23,48 29 3. Svizzera 23,54 11 4. Macedonia 23,81 48 5. Israele 23,82 11 6. Ungheria 24,02 12 7. Messico 24,03 11 8. Belgio 24,07 17 9. Brasile 24,48 119 10. Danimarca 24,64 15 11. Australia 24,69 11 12. Grecia 24,88 14 13. Moldavia 24,90 20 14. Portogallo 24,98 31 15. Italia 25,01 15 16. Latvia 25,11 28 17. Croazia 25,12 41 18. Argentina 25,36 129 19. Georgia 25,37 32 20. Costa Rica 25,38 21 RICERCATORI AL LAVORO Raffaele Poli: “Si banalizza il ruolo della manodopera straniera anche nel calcio. E cresce la speculazione” LA CREAZIONE DI STRUTTURE “Costruire una struttura per la formazione non è facile contro i grandi specialisti Francia e Serbia” rando Super League e Challenge League gli arrivi del 2010 non possono essere considerati pochi”. Però la Svizzera esporta anche. “Sì e i giocatori partono sempre più giovani, a conferma di una tendenza in atto ormai da qualche tempo”. Ma visto che sui trasferimenti si specula molto, perché non leader con il 69,6%. A conferma della prevalenza internazionale dei club Uefa nell’esportazione di difensori (portieri compresi). La riscossa del continente nero arriva però da metà terreno in su. In totale l’81% dei giocatori più offensivi arriva proprio dall’Africa, con il Ghana che guida la classifica offrendo il 79,2% dei suoi calciatori Pochi portieri africani entrano nei “transfer” mentre gli attaccanti del continente nero sono molto quotati d’esportazioni a centrocampo o all’attacco. A parte Austria e Ucraina – che hanno statistiche di poco inferiori al Ghana – solo l’Argentina tra i “grandi esportatori” regge il confronto degli africani con il 72,6% di centrocampisti e attaccanti che hanno lasciato il Paese nel 2010. Più in IL MERCATO DEI CALCIATORI In Italia, il centro delle trattative è in un albergo milanese insistere - in generale - sulla formazione? “Non è semplice far concorrenza a Paesi come, per restare in Europa, Francia o Serbia, che si sono letteralmente specializzati nel settore. Non è un progetto che può portare frutti dall’oggi al domani. Quindi piace poco”. E il Brasile? Che dire del maggior produttore di calciatori al Mondo? “Anche in questo caso la parola da usare è globalizzazione. Ormai i brasiliani giocano ovunque. Dal Giappone alla Romania, passando per Iran e Corea”. Poi, sul finale di carriera, sempre di più tornano in patria a giocare. Come mai si accentua questo fenomeno? “Per alcuni è un semplice rientro a casa. Per altri, quelli più famosi, è un’operazione di marketing. In Brasile si investe relativamente poco sulla formazione, molto di più sul rientro di questo o quel campione a fine carriera”. Con quale scopo? “Per la verità non se ne vedono altri, fuori dal marketing. Anche il grande Zico ha molto criticato queste scelte di recente. Si investono grandi cifre su questi rientri, ma giovani e infrastrutture pagano il prezzo. E l’età dei giocatori ne risente”. E torniamo agli affari. Basta osservare il flusso di brasiliani verso il Portogallo. Non tutti giocano nelle leghe lusitane… “…Anzi! Spesso vanno a finire in campionati molto meno prestigiosi e qualitativamente ben inferiori! Ma è il prezzo da pagare per scelte discutibili sotto il profilo del bene del giocatore”. Come userete tutti i dati che avete raccolto? “Si tratta di una base su cui lavorare. Dati raccolti con criterio scientifico che fino ad oggi non esistevano”. m.s. ritardo il Brasile, che si limita al 68,6%. Invertendo i ruoli – passando dall’ottica del club che vuole acquistare a quella del giocatore che… si fa acquistare – ci sono certamente società più adatte di altre a lanciare una carriera. Un giovane giocatore di talento dovrebbe scegliere, ad esempio, l’Udinese o il Benfica per sperare di mettersi in luce in Europa. O una tra River Plate e Boca Juniors per tentare il salto verso il vecchio continente dal Sudamerica. Sono questi, infatti, i club che statisticamente sono le migliori rampe di lancio a livello mondiale. Con l’Udinese indicato come esempio di strategia, visto che la famiglia Pozzo è anche proprietaria di un club in Spagna in cui fa confluire talenti da tutto il Sudamerica. Creando una catena considerata dall’osservatorio sul calcio professionistico come “la più consistente strategia globale”. m.s.
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