gaetano_salvemini_le_origini_del_fascismo_in_itabookzz-org
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Modern History" offre uno dei punti di vista <strong>del</strong><strong>le</strong> cose italiane più deformati e<br />
libellistici.»<br />
Dopo l'avvento di Mussol<strong>in</strong>i, Okey mi riferì di essere rimasto colpito dall'<strong>in</strong>aspettata<br />
<strong>in</strong>tensità di vendita di "Italy To-Day". Ricercando la causa di questa r<strong>in</strong>novata<br />
richiesta, trovò che i propagandisti fascisti <strong>in</strong> Inghilterra e <strong>in</strong> America<br />
raccomandavano il libro a quanti vo<strong>le</strong>vano formarsi un'idea sull'Italia prefascista. Nel<br />
suo libro "The Fascist Experiment", Villari scriveva:<br />
«Quando, specialmente da parte di osservatori stranieri, si parla <strong>del</strong>la pretesa<br />
distruzione da parte di Mussol<strong>in</strong>i <strong>del</strong>la 'libertà costituziona<strong>le</strong>' <strong>in</strong> Italia, si dimentica <strong>del</strong><br />
tutto quanto succedeva prima. Due scrittori <strong>in</strong>g<strong>le</strong>si, Bolton K<strong>in</strong>g e Thomas Okey, nel<br />
volume "Italy To-Day", pubblicato nel 1901, danno nel capitolo 1 un quadro di quella<br />
che era l'Italia sotto i cosiddetti governi liberali (pag. 89).»<br />
Sarebbe lo stesso che, a quanti si vogliono render conto di cosa fosse la storia degli<br />
Stati Uniti durante il diciannovesimo secolo, si consigliasse un libro sugli stati <strong>del</strong> Sud<br />
all'<strong>in</strong>domani <strong>del</strong>la Guerra Civi<strong>le</strong>.<br />
C. E. McGuire, "Italy's International Economic Position", New York, MacMillan, 1926,<br />
non ha mai sentito parlare di un periodo di prosperità f<strong>in</strong>anziaria <strong>in</strong> Italia tra il 1900 e<br />
il 1914, e afferma qu<strong>in</strong>di (pag<strong>in</strong>e 52-71) che tutta la storia d'Italia, dal 1860 al 1925,<br />
fu una serie di deficit, e che solo con la venuta <strong>del</strong> <strong>fascismo</strong> il bilancio italiano si<br />
presentò <strong>in</strong> avanzo. Vedremo che sotto il <strong>fascismo</strong> avanzi non ce ne sono mai stati.<br />
Dopo l'annuncio, dato da Mussol<strong>in</strong>i nel dicembre 1928, <strong>del</strong> suo proposito di bonificare<br />
tutte <strong>le</strong> terre <strong>in</strong>colte, è venuto di moda parlare <strong>del</strong>la bonifica <strong>in</strong> Italia, come se questa<br />
fosse stata <strong>in</strong>ventata da Mussol<strong>in</strong>i. Villari, ad esempio ("Italy", pag<strong>in</strong>e 13, 263, 264),<br />
a proposito di quanto era stato fatto <strong>in</strong> questo campo prima <strong>del</strong> 1922, dice soltanto<br />
che gli sforzi per prosciugare <strong>le</strong> paludi e migliorare l'agricoltura erano sfumati nel<br />
nulla per gli <strong>in</strong>trighi parlamentari e per la mancanza di cooperazione, da parte <strong>del</strong><br />
governo e <strong>del</strong><strong>le</strong> autorità locali, con <strong>le</strong> <strong>in</strong>iziative private: "'durante e dopo la guerra' (il<br />
corsivo è nostro), quando <strong>le</strong> misure contro la malaria subirono una battuta d'arresto e<br />
i lavori di bonifica furono sospesi, ci fu anche nel Veneto una ripresa <strong>del</strong>la malaria'<br />
(pag. 11).<br />
La verità è che, dal 1882 al 1915, 332000 ettari di terra vennero comp<strong>le</strong>tamente<br />
prosciugati e bonificati e resi <strong>in</strong> tal modo coltivabili; 416000 ettari di terra erano già<br />
stati bonificati, ma appartenevano a zone nel<strong>le</strong> quali i lavori di bonifica <strong>in</strong> corso non<br />
erano stati ancora f<strong>in</strong>iti; e si erano già <strong>in</strong>iziati i lavori <strong>in</strong> altri 440000 ettari di terra.<br />
Dal 1900 al 1914, il governo spese 390 milioni di lire-oro per la bonifica <strong>del</strong><strong>le</strong> terre, e<br />
si calcolò che per term<strong>in</strong>are i lavori già <strong>in</strong>iziati sarebbero stati necessari altri 353<br />
milioni di lire-oro (1).<br />
La guerra fece sospendere queste opere e tutti quei lavori che non avevano carattere<br />
di urgenza immediata. Ma non appena la guerra fu f<strong>in</strong>ita, si riprese a lavorare <strong>in</strong><br />
pieno. Il 17 ottobre 1919, l'addetto commercia<strong>le</strong> americano a Roma scriveva nel<br />
"Commerce Reports": 'Il governo sta facendo ogni sforzo non soltanto per imporre<br />
l'obbligo di coltivare tutte <strong>le</strong> aree disponibili, ma anche per <strong>in</strong>coraggiare l'<strong>in</strong>troduzione<br />
di moderni metodi di colture <strong>in</strong>tensive.' A questo scopo, nei quattro anni dal 1 luglio<br />
1918 al 30 giugno 1922, furono spesi 664 milioni di lire (2).<br />
Le opere di bonifica erano l'<strong>org</strong>oglio degli agricoltori italiani. In prov<strong>in</strong>cia di Ferrara,<br />
dal 1862 al 1912, la superficie <strong>del</strong><strong>le</strong> terre coltivate aumentò da 100000 a 200000<br />
ettari, e la produzione di grano da 500000 qu<strong>in</strong>tali passò a 1.200.000 (3). La bonifica<br />
<strong>del</strong>l'isola di Ariano, di 12000 ettari, term<strong>in</strong>ata nel 1906, costò da sola allo stato<br />
2.829.722 lire, e nel 1922 lo stato tra imposte dirette e <strong>in</strong>dirette, diritti doganali e<br />
altre imposte addizionali <strong>in</strong>cassò una somma superiore di c<strong>in</strong>que volte. La popolazione