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gaetano_salvemini_le_origini_del_fascismo_in_itabookzz-org

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«Quando il regime fascista venne al potere, verso la f<strong>in</strong>e <strong>del</strong> 1922, l'Italia sembrava<br />

barcollare sull'orlo <strong>del</strong> comunismo e <strong>del</strong> bolscevismo.( ...) Le f<strong>in</strong>anze <strong>del</strong> governo<br />

centra<strong>le</strong> erano malsane; i debiti si accumulavano. (...) I disavanzi <strong>del</strong> bilancio<br />

avevano raggiunto proporzioni allarmanti, sebbene i precedenti governi li avessero già<br />

largamente ridotti. Nell'anno fisca<strong>le</strong> 1920-21, due anni prima che l'attua<strong>le</strong> governo<br />

entrasse <strong>in</strong> carica, il deficit aveva superato i 17 miliardi. Grazie ad un rigido controllo<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> spese e ad un coraggioso programma di tassazione, ta<strong>le</strong> situazione venne posta<br />

sotto controllo. Il deficit <strong>del</strong> 1922-23, anno <strong>in</strong> cui entrò <strong>in</strong> carica l'attua<strong>le</strong> governo,<br />

venne ridotto a circa tre miliardi di lire» (9).<br />

In altre paro<strong>le</strong>, il signor Lamont ignorò <strong>le</strong> spese straord<strong>in</strong>arie prodotte dalla guerra <strong>del</strong><br />

1915-18 e che si erano dovute pagare, e decise che prima <strong>del</strong>la marcia su Roma il<br />

debito pubblico si andava accumulando per il fatto che <strong>le</strong> f<strong>in</strong>anze italiane erano<br />

malsane.<br />

Nel 1927, Mademoisel<strong>le</strong> Lion scrisse:<br />

«Il deficit di bilancio che era di circa 160 milioni di lire nell'anno fisca<strong>le</strong> 1914 era salito<br />

a circa 23 miliardi nel 1918-19. Le previsioni erano così tetre che De Nava, m<strong>in</strong>istro<br />

<strong>del</strong> Tesoro, il 26 luglio 1921 annunciò un "ulteriore" deficit per circa 5 miliardi. I vuoti<br />

spaventosi, che <strong>le</strong> amm<strong>in</strong>istrazioni avevano prodotto nell'apparato f<strong>in</strong>anziario, erano<br />

dovuti alla pressione dei bolscevichi, <strong>in</strong>tenti alla distruzione <strong>del</strong> capita<strong>le</strong>» (10).<br />

Mademoisel<strong>le</strong> Lion fu la prima a scoprire che il deficit <strong>del</strong> 1918-19 era arrivato a quasi<br />

23 miliardi, e che la 'pressione bolscevica' si era fatta sentire sul governo italiano<br />

proprio nell'anno fisca<strong>le</strong> <strong>in</strong> cui era al potere un gab<strong>in</strong>etto conservatore, che aveva<br />

Sonn<strong>in</strong>o per m<strong>in</strong>istro degli Esteri.<br />

Dall'articolo <strong>del</strong> signor Lamont, nel 1928 il '<strong>le</strong>ader <strong>del</strong> partito al potere' passò nella<br />

pseudo-autobiografia di Mussol<strong>in</strong>i.<br />

«Osserviamo ora la <strong>in</strong>credibi<strong>le</strong> e drammatica situazione f<strong>in</strong>anziaria. Un <strong>le</strong>ader <strong>del</strong><br />

partito libera<strong>le</strong> al Parlamento, Peano, sei mesi prima <strong>del</strong>la marcia su Roma, calcolò il<br />

disavanzo <strong>del</strong> nostro bilancio a oltre sei miliardi! La situazione f<strong>in</strong>anziaria era allora,<br />

anche secondo <strong>le</strong> dichiarazioni dei nostri avversari, disperatamente grave. Io so qua<strong>le</strong><br />

diffici<strong>le</strong> eredità ricevetti; mi era toccata <strong>in</strong> sorte per gli errori e la debo<strong>le</strong>zza di chi mi<br />

aveva preceduto» (11).<br />

Il "London Times" <strong>del</strong> 22 dicembre 1927 ammise che lo sforzo per elim<strong>in</strong>are il deficit<br />

risultante dalla guerra aveva già avuto molto successo prima che i fascisti andassero<br />

al potere: "'Non appena la guerra f<strong>in</strong>ì', il governo italiano si dedicò al diffici<strong>le</strong> compito<br />

di mettere la casa <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e, e quando Mussol<strong>in</strong>i andò al potere, l'eccesso <strong>del</strong><strong>le</strong> spese<br />

sul<strong>le</strong> entrate era stato ridotto 'a una somma relativamente modesta'. Con ammirevo<strong>le</strong><br />

coraggio, il signor De Stefani e il suo successore, conte Volpi, 'cont<strong>in</strong>uarono l'opera<br />

dei loro predecessori' e ottennero un equilibrio che è stato costantemente<br />

mantenuto." Ammirando il coraggio di coloro che 'cont<strong>in</strong>uarono' l'opera dei loro<br />

predecessori, il "Times" si risparmiò di ammirare il coraggio di coloro che avevano<br />

ridotto il deficit a una somma relativamente modesta. La stampa italiana fece ancora<br />

un passo avanti. Ecco come venne data notizia <strong>del</strong>l'articolo <strong>del</strong> "Times": "'Il Times'<br />

r<strong>in</strong>traccia la storia <strong>del</strong><strong>le</strong> fasi <strong>del</strong>la restaurazione f<strong>in</strong>anziaria italiana: <strong>in</strong>nanzitutto il<br />

pareggio <strong>del</strong> bilancio <strong>in</strong>iziato 'con mirabi<strong>le</strong> coraggio <strong>del</strong>l'on. De Stefani' e cont<strong>in</strong>uato<br />

dal suo successore Volpi" (12).<br />

Se la storia f<strong>in</strong>anziaria fu maltrattata così spietatamente nonostante che essa potesse<br />

essere ricostruita con l'aiuto di dati facilmente accessibili e controllabili, ci si può<br />

immag<strong>in</strong>are che cosa avvenne con la storia economica, assai più comp<strong>le</strong>ssa e diffici<strong>le</strong>

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