gaetano_salvemini_le_origini_del_fascismo_in_itabookzz-org
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CAPITOLO SECONDO.<br />
LA CRISI DEL DOPOGUERRA.<br />
La prima guerra mondia<strong>le</strong>, <strong>in</strong> Italia come <strong>in</strong> tutti gli altri paesi neutrali e belligeranti,<br />
produsse profondi mutamenti nella vita economica. (1) Rami <strong>del</strong>la produzione che<br />
prima <strong>del</strong>la guerra erano ad uno stadio rudimenta<strong>le</strong> raggiunsero proporzioni enormi,<br />
mentre altri che erano stati fiorenti cessarono di esistere. Industrie che si erano<br />
trasformate per adattarsi ai bisogni <strong>del</strong>la guerra dovevano, a guerra f<strong>in</strong>ita, essere<br />
riconvertite per i bisogni <strong>del</strong> tempo di pace. Molte imprese che erano fiorite come<br />
funghi occorreva che fossero ridotte o elim<strong>in</strong>ate addirittura. L'<strong>in</strong>tero sistema<br />
commercia<strong>le</strong> doveva essere rimesso <strong>in</strong> piedi. Nuove fonti di materie prime e nuovi<br />
mercati dovevano essere conquistati <strong>in</strong> concorrenza con nazioni assai più<br />
favorevolmente dotate, impegnandosi con <strong>le</strong> loro <strong>in</strong>dustrie e i loro commerci <strong>in</strong> un<br />
duello animato per il controllo dei mercati e dei prodotti.<br />
Le ferrovie e il materia<strong>le</strong> rotabi<strong>le</strong> erano stati sottoposti ad un logoramento<br />
ecceziona<strong>le</strong>. Uno degli ostacoli pr<strong>in</strong>cipali alla ripresa <strong>del</strong><strong>le</strong> attività <strong>in</strong>dustriali e al<br />
norma<strong>le</strong> funzionamento <strong>del</strong><strong>le</strong> ferrovie era costituito dalla scarsità di carbone, che per<br />
lo più doveva essere importato dall'Inghilterra ad assai caro prezzo. Nel 1919, il suo<br />
costo arrivò a toccare i 56 dollari per tonnellata, e spesso, a causa degli scioperi tra<br />
m<strong>in</strong>atori, portuali e marittimi <strong>in</strong>g<strong>le</strong>si, non se ne trovava affatto.<br />
Le classi agrico<strong>le</strong> - vecchi, donne e bamb<strong>in</strong>i - erano riuscite durante la guerra, a<br />
prezzo di fatiche enormi, a mantenere la produzione ad un livello non molto <strong>in</strong>feriore<br />
a quello prebellico ma il terreno si era impoverito. Molto bestiame era stato macellato,<br />
senza che poi si fosse provveduto a sostituirlo. Il patrimonio foresta<strong>le</strong> era stato<br />
manomesso, sia per esigenze militari, sia perché <strong>in</strong> molte <strong>in</strong>dustrie la <strong>le</strong>gna aveva<br />
sostituito il carbone. Le zone adiacenti al vecchio conf<strong>in</strong>e austro-ungarico, che erano<br />
state il teatro <strong>del</strong><strong>le</strong> operazioni militari, erano <strong>in</strong> uno stato di rov<strong>in</strong>a: 163000 case di<br />
abitazione, 435 municipi, 255 ospedali, 1156 edifici scolastici, 1000 chiese, 1222<br />
cimiteri erano stati distrutti o danneggiati; 80 imprese di bonifica agraria <strong>in</strong>teressanti<br />
un'area di circa 120000 ettari erano andate <strong>in</strong> rov<strong>in</strong>a; 350 chilometri di strade erano<br />
fuori uso; 450000 capi di bestiame erano andati perduti. Fertilizzanti, macch<strong>in</strong>e e<br />
mezzi di trasporto erano, alla f<strong>in</strong>e <strong>del</strong>la guerra, generi piuttosto rari.<br />
Durante la guerra <strong>le</strong> importazioni avevano superato <strong>le</strong> esportazioni per un ammontare<br />
medio annuo di 1,1 miliardo di dollari, e <strong>le</strong> esportazioni <strong>in</strong>visibili erano venute quasi<br />
<strong>del</strong> tutto a cessare. A questo deficit <strong>del</strong>la bilancia commercia<strong>le</strong> si era provveduto<br />
mediante prestiti all'estero. Allo stesso modo, fu mediante prestiti ottenuti dai governi<br />
al<strong>le</strong>ati che la lira aveva potuto mantenere il proprio corso sia durante la guerra che<br />
nei primi mesi <strong>del</strong> dopoguerra. Nella seconda metà <strong>del</strong> 1919, il governo italiano<br />
dovette di nuovo far conto esclusivamente sul<strong>le</strong> proprie risorse. Si doveva far fronte<br />
ai debiti straord<strong>in</strong>ari di guerra, di cui si approssimava la scadenza, e il cui importo, dal<br />
luglio 1918 al luglio 1922, ammontò a 4 miliardi di dollari. Per un paese come l'Italia,<br />
ta<strong>le</strong> cifra rappresentava una somma enorme, che non poteva ricavarsi esclusivamente<br />
dal gettito fisca<strong>le</strong>, sebbene <strong>le</strong> tasse avessero subìto un aumento fortissimo. Il Tesoro<br />
dovette aumentare il debito pubblico e moltiplicare la carta moneta; sicché il tota<strong>le</strong><br />
<strong>del</strong> circolante e il debito pubblico aumentarono secondo quanto è mostrato nella<br />
seguente tabella (2).<br />
TABELLA.<br />
[Nell'ord<strong>in</strong>e: anno - circolante <strong>in</strong> milioni - debito <strong>in</strong>terno <strong>in</strong> milioni].<br />
1914, 30 giugno - 2764 - 15765 lire oro.<br />
1918, 30 giugno - 12183 - 48402 lire carta.