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Happenings - Zanotta SpA

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<strong>Happenings</strong><br />

n.6/11 p.4<br />

Le qualità di un oggetto possono<br />

derivare da parametri molto<br />

diversi: l’arte, il linguaggio, la<br />

tecnologia, la funzione, la storia,<br />

l’emotività… Credo che la cura, la<br />

serenità e l’amore con cui si<br />

progetta facciano la differenza.<br />

Macaone. Ne è contento?<br />

R. Il tavolo Macaone è uno dei mobili<br />

della collezione Zabro 1985 cui sono<br />

più affezionato. Quando progettavo<br />

quei mobili e oggetti per Aurelio<br />

<strong>Zanotta</strong> e per la Nuova Alchimia,<br />

l’idea era di interpretare e dare una<br />

vita diversa agli stilemi degli<br />

anni ’50, tipici di quell’arredamento<br />

italiano. Perciò il Macaone simula<br />

delle gambe ispirate a Carlo Mollino,<br />

o comunque a quelle poetiche<br />

atmosfere borghesi e italiane. Il<br />

Macaone fu fatto in alcune versioni,<br />

quadrato e rotondo. Quello più<br />

espressivo è quadrato diviso sul<br />

piano in quattro colori forti che<br />

proseguono sulle gambe. È quello che<br />

m’interessa di più, e sono contento<br />

che venga riproposto oggi da <strong>Zanotta</strong>.<br />

D. Quali oggetti salva nel panorama<br />

del design odierno?<br />

R. In occasione della mostra “Magico<br />

Mendini” a Milano e St. Moritz<br />

dell’autunno 2010, ho avuto modo di<br />

affermare che nel terzo millennio<br />

possono entrare solo quegli oggetti<br />

che hanno un’anima. Va recuperata e<br />

approfondita, nel design<br />

contemporaneo, quell’antica matrice<br />

che fa rivivere gli oggetti attraverso<br />

atteggiamenti spirituali.<br />

D. Arte, artigianato, design e industria:<br />

nuove sinergie?<br />

R. Oggi non vale la formula della sintesi<br />

delle arti, e nemmeno quella “dal<br />

cucchiaio alla città”. Siamo nell'epoca<br />

del collage e dell'assemblaggio di<br />

spezzoni scenografici, grandi o piccoli,<br />

non importa. Le qualità di un oggetto<br />

possono derivare da parametri molto<br />

diversi: l’arte, il linguaggio, la<br />

tecnologia, la funzione, la storia,<br />

l’emotività. E questi parametri a loro<br />

volta possono essere intrecciati. Credo<br />

che la cura, la serenità e l’amore con<br />

cui si progetta facciano la differenza.<br />

D. Ci sono modelli utili nella<br />

comunicazione contemporanea?<br />

R. Le nuove mille attività virtuali<br />

ridondano di azioni prive di obiettivi.<br />

L’aberrazione quantitativa dell’accesso<br />

alle notizie e alla conoscenza, unita<br />

all’astrattezza iper-terziaria delle<br />

professioni crepuscolari, rende piatta<br />

la linea energetica delle creazioni.<br />

Lavoro uguale gadget, uguale<br />

mancanza di responsabilità.<br />

Dentro questo spensierato (o cinico)<br />

modello di riferimento si devono però<br />

cercare, trovare e agire delle prese<br />

di responsabilità. E precisamente:<br />

estetiche, umanistiche,<br />

antropologiche, sociali.<br />

D. “Quali Cose Siamo”, terza<br />

interpretazione del Triennale Design<br />

Museum da lei concepita e curata,<br />

è stata definita come la migliore<br />

mostra del 2010 dal New York Times.<br />

I motivi del successo?<br />

R. Il design di oggi è violentemente<br />

realistico, l’innovazione è diventata un<br />

trend, perfino l’ecologia è ridotta a<br />

moda. È un design appiattito su un<br />

edonismo e un eclettismo stilistico<br />

senz’anima. Lo stile ha perso il suo<br />

significato più profondo e si è<br />

trasformato in styling superficiale, un<br />

gioco di segni stupido e vacuo…<br />

Abbiamo bisogno di credere in una<br />

nuova qualità, in una nuova<br />

generosità, in una nuova poesia. Nella<br />

mostra della Triennale non ho<br />

selezionato oggetti di design ma cose.<br />

Ho pensato agli incontri della mia vita,<br />

sono storie raccontate attraverso gli<br />

oggetti. È un processo che ciascuno<br />

può replicare nel suo personale museo<br />

domandandosi “quali cose sono?”.<br />

D. Il design <strong>Zanotta</strong>: annotazioni<br />

tra passato e presente.<br />

R. <strong>Zanotta</strong>, come altre industrie del<br />

design italiano, ha compiuto<br />

positivamente il suo salto<br />

generazionale. Esiste allora oggi una<br />

<strong>Zanotta</strong> giovane e aggiornata, ed<br />

esiste una <strong>Zanotta</strong> storica ed eroica,<br />

quella di Aurelio. Le forme oggi<br />

corrispondono ai nuovi designer, ai<br />

nuovi materiali e nuovi trend.<br />

E questo rinnovo mi sembra essere<br />

ben radicato e collegato alla grande<br />

tradizione dell’azienda, in un’ideale<br />

continuità di stile e di metodo.<br />

A sinistra,<br />

cassettone Cetonia<br />

(1984); qui accanto,<br />

tavolino Sirfo<br />

(1986). Entrambi<br />

disegnati da<br />

Mendini, sono<br />

esemplari firmati di<br />

<strong>Zanotta</strong> Edizioni.

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