alza solo da una parte, più che alzarsi esplode, la pasta si rompe e coladallo stampo come lava. Così è l'unicità della passione. Traborda.Avere un amante a quei tempi, e riuscire a vederlo, non era una cosamolto semplice. Per Ernesto certo era già più fac<strong>il</strong>e, essendo medicopoteva sempre inventare un convegno, un concorso, qualche caso urgente,ma per me che oltre a quella della cas<strong>ali</strong>nga non avevo nessun'altra at<strong>ti</strong>vitàera quasi impossib<strong>il</strong>e. Dovevo inventarmi un impegno, qualcosa che miconsen<strong>ti</strong>sse assenze di poche ore o anche di giorni senza destare nessunsospetto. Così prima di Pasqua mi iscrissi a una società di la<strong>ti</strong>nis<strong>ti</strong>d<strong>il</strong>ettan<strong>ti</strong>. Si riunivano una volta alla set<strong>ti</strong>mana e facevano frequen<strong>ti</strong> gitecultur<strong>ali</strong>. Conoscendo la mia passione per le lingue an<strong>ti</strong>che Augusto nonsospettò nulla né trovò niente da ridire, anzi era contento che riprendessigli interessi di una volta.L'estate quell'anno arrivò in un baleno. A fine giugno, come ogni anno,Ernesto partì per la stagione alle terme e io per <strong>il</strong> mare assieme a mio padree a mio marito. In quel mese riuscii a convincere Augusto che non avevosmesso di desiderare un figlio. Il trentun agosto di buon'ora, con la stessav<strong>ali</strong>gia e lo stesso ves<strong>ti</strong>to dell'anno precedente, mi accompagnò a prendere<strong>il</strong> treno per Porretta. Durante <strong>il</strong> viaggio per l'eccitazione non riuscii a stareferma un istante, dal finestrino vedevo lo stesso paesaggio che avevo vistol'anno prima eppure tutto mi sembrava diverso.Mi fermai alle terme tre set<strong>ti</strong>mane, in quelle tre set<strong>ti</strong>mane vissi di più epiù profondamente che in tutto <strong>il</strong> resto della mia vita. Un giorno, mentre
Ernesto era al lavoro, passeggiando per <strong>il</strong> parco pensai che la cosa piùbella in quell'istante sarebbe stata morire. Pare strano ma la felicitàmassima, coma la massima infelicità <strong>porta</strong> con sé sempre questo desideriocontraddittorio. Avevo la sensazione di essere in cammino da tanto tempo,di avere marciato per anni e anni per strade sterrate, per la boscaglia; perandare avan<strong>ti</strong> mi ero aperta un cunicolo con l'accetta, avanzavo e di quelloche mi stava intorno – oltre a ciò che stava davan<strong>ti</strong> ai miei piedi – nonavevo visto niente; non sapevo <strong>dove</strong> stavo andando, poteva esserci unbaratro davan<strong>ti</strong> a me, una forra, una grande città o <strong>il</strong> deserto; poi a un trattola boscaglia si era aperta, senza accorgermene ero s<strong>ali</strong>ta in alto.All'improvviso mi trovavo sulla cima di un monte, da poco era sorto <strong>il</strong> solee davan<strong>ti</strong> a me con sfumature diverse altri mon<strong>ti</strong> degradavano versol'orizzonte; tutto era blu azzurrino, una brezza leggera sfiorava la vetta, lavetta e la mia testa, la mia testa e i pensieri dentro. Ogni tanto da sottos<strong>ali</strong>va un rumore, l'abbaiare di un cane, lo scampanio di una chiesa. Ognicosa era a un tempo stranamente leggera e intensa. Dentro e fuori di metutto era diventato chiaro, niente più si sovrapponeva, niente si facevaombra, non avevo più voglia di scendere, di andare giù nella boscaglia;volevo tuffarmi in quell'azzurrino e restarci per sempre, lasciare la vita nelmomento più alto. Conservai quel pensiero fino alla sera, al momento dirivedere Ernesto. Durante la cena però non ebbi <strong>il</strong> coraggio di dirglielo,avevo paura che si sarebbe messo a ridere. Soltanto la sera tardi, quandomi raggiunse nella mia stanza, quando venne e mi abbracciò, avvicinai la
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Così quando dico che tra me e te
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con i cervi rossi e blu. L'immagine
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momento in cui ti ho detto che la v
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averlo letto una gran pace mi è sc
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all'ora di cena quando sei sbucata
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prestato molta attenzione alla cosa
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dolci ti riaccompagnavo nella tua.
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sue forze cerca di arrivarci. Spezz
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precipizi profondissimi. Mentre viv
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tavolo.Rimasta sola a casa feci que
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senza accorgertene, qualcun'altra n
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più di qualunque altra cosa, con l
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Forse non te l'ho mai detto, ma i p
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gli altri.È strano, ma rivivendo a
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parlare con tutti gli animali del m
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su queste cose, lo sai, vige il seg
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fossi stata al suo gioco, invece di
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Fino al giovedì seguente di lei no
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contrario? Se fosse questo eccesso
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causato tanti guai, non era il suo
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alle mie spalle in silenzio. «Sorp
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