come misero sostegno per la pianta rampicante.Dopo la sua tragica scomparsa, per diversi anni non ho più pensato a lei.Alle volte mi rendevo conto di averla dimen<strong>ti</strong>cata e mi accusavo dicrudeltà. C'eri tu da seguire, è vero, ma non credo fosse questo <strong>il</strong> veromo<strong>ti</strong>vo, o forse lo era in parte. Il senso di sconfitta era troppo grande perpoterlo ammettere. Soltanto negli ul<strong>ti</strong>mi anni, quando tu hai cominciato adallontanar<strong>ti</strong>, a cercare la tua strada, <strong>il</strong> pensiero di tua madre mi è tornato inmente, ha preso a ossessionarmi. Il rimorso più grande è quello di nonavere mai avuto <strong>il</strong> coraggio di contrastarla, di non averle mai detto: «Haitorto marcio, stai commettendo una sciocchezza». Sen<strong>ti</strong>vo che nei suoidiscorsi c'erano degli slogan pericolosissimi, cose che, per <strong>il</strong> suo bene,avrei dovuto stroncare immediatamente e tuttavia mi astenevodall'intervenire. Non c'entrava l'indolenza in questo. Le cose di cui sidiscuteva erano essenzi<strong>ali</strong>. A farmi agire – o meglio non agire – eral'atteggiamento insegnatomi da mia madre. Per essere amata <strong>dove</strong>voevitare lo scontro, fingere di essere quella che non ero. Ilaria eranaturalmente prepotente, aveva più carattere e io temevo lo scontro aperto,avevo paura di oppormi. Se l'avessi amata davvero, avrei dovutoindignarmi, trattarla con durezza; avrei dovuto costringerla a fare dellecose o a non farle affatto. Forse era proprio questo che lei voleva, ciò dicui aveva bisogno.Chissà perché le verità elementari sono le più diffic<strong>il</strong>i da comprendere?Se io avessi capito allora che la prima qu<strong>ali</strong>tà dell'amore è la forza, gli
even<strong>ti</strong> probab<strong>il</strong>mente si sarebbero svol<strong>ti</strong> in modo diverso. Ma per esserefor<strong>ti</strong> bisogna amare se stessi; per amare se stessi bisogna conoscersi inprofondità, sapere tutto di sé, anche le cose più nascoste, le più diffic<strong>il</strong>i daaccettare. Come si fa a compiere un processo del genere mentre la vita con<strong>il</strong> suo rumore <strong>ti</strong> trascina avan<strong>ti</strong>? Lo può fare fin dall'inizio soltanto chi ètoccato da do<strong>ti</strong> straordinarie. Ai comuni mort<strong>ali</strong>, alle persone come me,come tua madre, non resta altro che <strong>il</strong> des<strong>ti</strong>no dei rami e delle bot<strong>ti</strong>glie diplas<strong>ti</strong>ca. Qualcuno – o <strong>il</strong> vento – a un tratto <strong>ti</strong> butta nel corso di un fiume,grazie alla materia di cui sei fatto invece di andare a fondo galleggi; giàquesto <strong>ti</strong> sembra una vittoria e così, subito, cominci a correre; scivolisvelto nella direzione in cui <strong>ti</strong> <strong>porta</strong> la corrente; ogni tanto, per un nodo diradici o qualche sasso, sei costretto a una sosta; stai lì per un po'sbatacchiato dall'acqua poi l'acqua sale e <strong>ti</strong> liberi, vai ancora avan<strong>ti</strong>;quando <strong>il</strong> corso è tranqu<strong>il</strong>lo stai sopra, quando ci sono le rapide vienisommerso; non sai <strong>dove</strong> stai andando né mai te lo sei chiesto; nei trat<strong>ti</strong> piùquie<strong>ti</strong> hai modo di vedere <strong>il</strong> paesaggio, gli argini, i cespugli; più che idettagli, vedi le forme, <strong>il</strong> <strong>ti</strong>po di colore, vai troppo svelto per vedere altro;poi con <strong>il</strong> tempo e i ch<strong>il</strong>ometri, gli argini si abbassano, <strong>il</strong> fiume si allarga,ha ancora i bordi ma per poco. «Dove sto andando?» <strong>ti</strong> domandi allora e inquell'istante davan<strong>ti</strong> a te si apre <strong>il</strong> mare.Gran parte della mia vita è stata così. Più che nuotare ho annaspato. Conges<strong>ti</strong> insicuri e confusi, senza eleganza né gioia, sono riuscita soltanto atenermi a galla.
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questione, l'unica cosa di cui sono
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la prima persona che ho amato, potr
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alza solo da una parte, più che al
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coinvolgere.Dopo un mese era ormai
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ambino nasceva, cresceva uguale agl
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fare e tu no, così quando non ci s
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da fare è quella dentro se stessi,