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causato tan<strong>ti</strong> guai, non era <strong>il</strong> suo vero padre. Quella giornata è presentedavan<strong>ti</strong> a me come la pellicola di un f<strong>il</strong>m, solo che invece di muoversi nelproiettore è inchiodata su un muro. Conosco a memoria la sequenza dellescene, di ogni scena conosco <strong>il</strong> dettaglio. Non mi sfugge niente, sta tuttodentro di me, pulsa nei miei pensieri quando sono sveglia e quando dormo.Pulserà ancora dopo la mia morte.La merlotta si è svegliata, a intervalli regolari spunta con la testa dal foroed emette un pio deciso. «Ho fame», sembra dire, «cosa aspet<strong>ti</strong> a darmi damangiare?» Mi sono alzata, ho aperto <strong>il</strong> frigo, ho guardato se ci fossequalcosa che andava bene per lei. Visto che non c'era niente, ho preso <strong>il</strong>telefono per chiedere al signor Walter se avesse dei vermi. Mentre facevo<strong>il</strong> numero le ho detto: «Beata te, piccolotta, che sei nata da un uovo e dopo<strong>il</strong> primo volo hai scordato l'aspetto dei tuoi genitori».