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Autobiografia Incompiuta.pdf - Alice Bailey

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gli tenevo la mano. Ho imparato una cosa importante mentre sedevo al loro capezzale e livedevo passare dall’altra parte: la natura, o Dio, si prende cura di noi in quei momenti, inmodo che normalmente si muore senza paura e talvolta in letizia. Nel caso contrario, per ilcoma, si è fisicamente incoscienti. Solo due di coloro che ho assistito alla morte si sonocomportati in modo diverso. Uno a Lucknow, morì maledicendo Dio e la madre, e imprecandocontro la vita; l’altro era un orribile caso di idrofobia. La morte non è poi così terribile quandole si è faccia a faccia. Spesso mi appariva come un’amica e non ho mai avuto l’impressioneche qualcosa di reale e vitale fosse terminato. Non sapevo niente di ricerche psichiche né dellarinascita, però, anche in quei giorni di ortodossia, ero sicura che si trattava solo di passare aun’altra occupazione. Nel subconscio non ho mai creduto all’inferno e penso che moltiortodossi cristiani avrebbero dovuto andarci.Non intendo dissertare sulla morte, ma vorrei darne una definizione che mi sembraadeguata. La morte è “un tocco dell’Anima troppo forte per il corpo”; è un appello delladivinità che non tollera rifiuto; è la voce dell’Identità interiore Spirituale che invita a tornare alcentro, o alla sorgente, a riflettere un po’ sulle esperienze e sulle lezioni imparate, finchè nongiunge il momento di ritornare sulla terra per un altro ciclo di apprendimento, progresso,arricchimento.79 Il ritmo e l’interesse per il lavoro mi presero in modo tale che ne amavo ogni minuto,anche se la mia salute era malferma e soffrivo di terribili emicranie. Queste mi abbattevanoper giorni interi, ma riuscivo sempre a reggermi in piedi e a fare ciò che si doveva. Avevoproblemi per i quali (come ho detto) non ero preparata e alcuni veramente tragici. Avevo cosìpoca esperienza di vita che quando prendevo una decisione non ero mai sicura se era giusta.Dovevo affrontare situazioni che non vorrei neppure oggi. Una volta un assassino venne anascondersi da me dopo aver sparato al suo amico e, quando la polizia m’ingiunse di portarlofuori, dovetti consegnarlo. Un’altra volta uno dei nostri direttori fuggì con la cassa e passai lanotte inseguendolo lungo la ferrovia. Vi ricordo che queste cose non si facevano ai miei tempie la mia condotta era oltremodo discutibile dal punto di vista comune.Una volta a Lucknow mi svegliai con la netta impressione di dover partire immediatamenteper Meerut. Avevo una tessera di prima classe delle Ferrovie Indiane, e potevo andare e veniregratis e come mi piaceva per tutta l’India settentrionale. La mia collega cercò di persuadermi anon andare, ma sentivo che c’era bisogno di me. Quando arrivai a Meerut trovai che uno deidirettori aveva preso un colpo di sole, battuto la testa contro un trave ed era impazzito. Trovaila giovane moglie e il bambino in condizioni penose. Egli era posseduto da mania suicida e ildottore m’informò che poteva conseguire una tendenza omicida. Con la giovane moglie neebbi cura per dieci giorni, fino a quando riuscii a farlo trasferire in Gran Bretagna, dove infineguarì.80 Un altro direttore, in stato di depressione, minacciava il suicidio. Lo osservai per un certotempo e mi stancai delle sue continue minacce; così un giorno afferrai un coltello e lo pregai dismettere di parlare, e di farlo. Quando vide il coltello s’impaurì e allora gli presentai unbiglietto per l’Inghilterra. Alcuni soccombevano al clima, alla solitudine e al disagio generaledella vita in India a quei tempi. Si sapeva poco di psicologia e non si faceva molto per trattarei problemi mentali. Ecco alcune delle situazioni che dovevo affrontare e per le quali eroimpreparata. Questo flusso costante di emergenze alla fine mi fece crollare. Ma c’erano anchedei momenti molto belli. Riuscivo a trattenere gli uomini nelle Case e a tenerli fuori dai cattiviambienti. Imputavo ciò al mio profondo potere spirituale e alla mia eloquenza. Ora invecepenso che il fatto di essere giovane, allegra e senza concorrenti abbia avuto il suo peso. Nonc’erano altri con cui gli uomini potessero parlare, eccetto noi. Ritengo anche di aver saputo farsentire loro che mi erano simpatici, il che era vero.Durante la mia vita in India tornai in Inghilterra tre volte, poiché si pensava che il lungoviaggio per mare, di tre settimane, mi facesse bene alla salute. Amo il mare come un marinaio,e mi ci trovo bene. Una volta, sbarcata in Inghilterra, passai una settimana in Irlanda, una in36

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