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Autobiografia Incompiuta.pdf - Alice Bailey

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inglese: “Ascolta Missy Baba. Milioni qui. Milioni molto prima che voi inglesi veniste qui. Lostesso Dio ama me come voi”. Mi sono spesso domandata chi fosse, e se il Maestro K.H. loavesse usato per rompere la mia corazza di formalismo. Quel vecchio portatore sembrava unsanto e si comportava come tale, probabilmente era un discepolo. Era lo stesso problema cheJessie Duncan mi aveva fatto osservare — il problema dell’amore di Dio. Cosa aveva fattoDio dei milioni di uomini vissuti nel mondo prima della venuta di Cristo? Erano tutti mortisenza salvezza, e dunque andati all’inferno? Conoscevo l’argomento trito, che il Cristo nei tregiorni dopo la morte scese fra “gli spiriti imprigionati”, cioè all’inferno, ma non mi sembravagiusto. Perché dar loro quella breve occasione di tre giorni, dopo innumerevoli anni di inferno,solo perché toccò loro di vivere prima di Cristo? Queste domande interne strepitavano nel mioudito spirituale.84 Il terzo episodio avvenne a Quetta. Avevo deciso che, sia per la pace della mia mente cheper il bene dei soldati, era assolutamente necessario che io parlassi dell’inferno. In tutti i mieianni di evangelista non avevo mai fatto niente di simile. Avevo eluso il problema, restando aisuoi margini. Non avevo mai dichiarato in modo esplicito che l’inferno esiste e che ci credevo.Non ne ero del tutto convinta. La sola cosa di cui ero sicura era la mia salvezza e che non cisarei andata.Però se esisteva bisognava parlarne, soprattutto perché Dio usava molto l’inferno perdepositarvi gli indesiderabili. Così decisi di leggere e documentarmi meglio sull’argomento.Lo studiai per un mese e in particolare lessi le opere di uno sgradevole teologo, JonathanEdwards. Quanto sono abominevoli i suoi sermoni! Sono veramente atroci e dimostrano unanatura sadica. In uno, ad esempio, parla dei bambini morti senza battesimo e li chiama“piccole vipere” che finiscono arrostite nel fuoco infernale. Adesso mi sembra davverodisgustoso e ingiusto. Non avevano chiesto di nascere; non erano cresciuti abbastanza persapere di Gesù, e perché dovevano patire fra le fiamme per l’eternità? Ero satura del pensierodell’inferno e ardente d’informazioni e, senza pensare che nessuno tornò mai dall’inferno perdirci se esiste, salii quel pomeriggio sulla pedana davanti a 500 uomini, pronta a terrorizzarlisui tribunali del cielo.Era una stanza immensa, con grandi porte finestre che si aprivano su un giardino di rose inpiena fioritura. Versai a fiotti la mia lezione; declamai sbraitando; parlai e misi in rilievo ilpericolo spaventoso che correva ciascuno del pubblico. Mi lasciai portare dall’argomento, enel pensiero dell’inferno, dimenticai quanto mi circondava. D’un tratto, ma dopo mezz’ora, miresi conto che non avevo uditorio. Uno alla volta si erano defilati dalle vetrate. Avevanoascoltato fino a non poterne più e si erano poi radunati tra le rose per ridere alle spalle dellapovera sciocca.85 Ero rimasta con un gruppetto di mentalità religiosa (chiamati con irriverenza “i fissati dellaBibbia” dai loro camerati). Erano membri del gruppo che si riuniva per la preghiera esilenziosi, imperturbati e con rispetto aspettavano che io finissi. Una volta terminato, quandoebbi faticosamente concluso, un sergente, con uno sguardo di compatimento, mi disse:“Signorina, fin tanto che lei parla della verità ascoltiamo quanto ha da dire, lo sa bene, ma se simette a dire bugie, i più se ne vanno”. Fu una lezione drastica e violenta che in quel momentonon compresi. Ero convinta che la Bibbia insegnasse l’inferno e tutti i miei valori stavano percrollare. Se l’insegnamento sull’inferno non era vero, cos’altro c’era di falso?Questi tre episodi scatenarono nella mia mente violenti interrogativi e alla finecontribuirono a provocare un esaurimento nervoso. Avevo sempre sbagliato? C’era ancoraqualcosa da imparare? C’erano altri punti di vista altrettanto giusti? Sapevo che molte amabilipersone non la pensavano come me e mi dispiaceva per loro. Dio era proprio come Lo avevoimmaginato e (pensiero terribile) se veramente capivo Lui e ciò che voleva, non poteva essereDio — poiché era dovunque limitato come me. Se esisteva un inferno, perché Dio spedivamolti in quel luogo così sgradevole, se Dio è amore? Io non l’avrei fatto. Avrei detto “Se nonpotete credermi, mi dispiace, perché ne vale la pena, ma non posso né intendo punirvi solo per38

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