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Documento PDF - OPAR L'Orientale Open Archive - Università degli ...

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decidevano di trasferirsi. Italiani e Spagnoli furono ancora una volta i piùnumerosi in quest’area dell’Atlantico, insediandosi soprattutto a Buenos Aires.5. Quarta fase: Europa […] Mundo Novísimo 20 o l’inversione dei flussiSubito dopo la seconda Guerra Mondiale i paesi latinoamericani furono meta diuna nuova onda migratoria transoceanica, conseguenza non solo della situazionedell’Europa in fase di ricostruzione, ma anche di un periodo di espansionedell’economia latinoamericana tra il 1945 e il 1955, caratterizzato dalla crescitadelle esportazioni e dall’aumento del prodotto nazionale. A partire dalla metà<strong>degli</strong> anni Cinquanta, però, il prezzo delle esportazioni, fattore da cuidipendevano le economie dei paesi latinoamericani, non aumentava più e losforzo verso il settore dell’industria, rivolto essenzialmente al mercato interno,non riusciva a dare buoni risultati. La crescita economica dell’immediatodopoguerra si rivelò, dunque, effimera. Le ragioni della crisi vanno ricercatenell’arretratezza dei sistemi e della tecnologia utilizzata in agricoltura; nelpredominio della città sulla campagna, che per altro non riusciva a dare lavoro atutte le persone che continuavano a riversarvisi, e nel perdurare di elevati tassi dicrescita demografica; nella mancanza di investimenti privati nell’industria,cresciuta fino ad allora solo grazie all’intervento dello Stato (tra l’altro impegnatonel pagamento del debito estero contratto con banche e organismi internazionalie non più in grado di investire) e di capitali esteri. Intanto, mentre il contestointernazionale era caratterizzato da una contrapposizione tra Stati Uniti e UnioneSovietica che intensificavano le loro aree di influenza, quello regionale eracontrassegnato dal conflitto tra gli interessi nazionali latinoamericani e gliinteressi strategici nordamericani.La crisi si accentuò lungo il corso <strong>degli</strong> anni Sessanta. Molti governilatinoamericani, soprattutto quelli dei paesi del Cono Sud, non liberalizzarono gliscambi, piuttosto perseverarono nel creare un’industria nazionale in grado diprodurre gran parte dei beni destinati alla popolazione locale riducendo lapresenza nel mercato internazionale. Si credeva che un ampliamento della baseindustriale, consentendo di elevare i livelli occupazionali e di allargare gli spazidel mercato interno, avrebbe contribuito alla stabilità politica e assicurato lariduzione dei conflitti sociali (Castronovo, 2007). In molti paesi, al crescere delmalessere per l’aggravarsi del processo di impoverimento dei ceti popolari, siaurbani che rurali, del bisogno di maggiori redistribuzioni economiche e di unariorganizzazione <strong>degli</strong> equilibri democratici, si opponevano antichi interessi delleelite latifondiste e capitaliste che, col sostegno <strong>degli</strong> interessi del capitaleinternazionale investito, promossero la drammatica stagione dei regimi militari.20Ortiz, 1978, 94.- 41 -

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