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Beolco, Bilora in italiano - Letteratura Italiana

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vano-veneziano di Pitàro e ancora di Bilóra e di D<strong>in</strong>a.Insomma c’è il dialetto popolare che si parla <strong>in</strong> campagnae <strong>in</strong> città. C’è un altro dialetto, quello bergamascodel servo. C’è il dialetto veneziano di Andrónico,che per la sua complessità e per la sua articolazionesi avvic<strong>in</strong>a alla condizione di l<strong>in</strong>gua. Inf<strong>in</strong>e cisono reliquie di una l<strong>in</strong>gua morta, ma di grande importanzaculturale, il lat<strong>in</strong>o, che il veneziano recuperadai suoi studi giovanili o dai suoi contatti con il mondodelle lettere.F<strong>in</strong>ora si è parlato di l<strong>in</strong>guaggio, di l<strong>in</strong>gua e di dialetto.In realtà una commedia vive anche (o soprattutto)sulla mimica dei personaggi, e soprattutto sulla mimicadel protagonista (che Ruzante riservava a sé e <strong>in</strong>terpretavadi persona), che era normalmente il puntoforte della commedia. L’abilità dell’attore era semprepiù importante della qualità del testo. Egli doveva farsganasciare dalle risate i nobili spettatori. Che cosac’è di più ridicolo di un contad<strong>in</strong>o di campagna a cuiun nobile o un cittad<strong>in</strong>o veneziano ha portato via lamoglie? E chi assisteva allo spettacolo era nobile, veneziano,cittad<strong>in</strong>o, e andava di persona nei campidell’entroterra a riscuotere le tasse dai contad<strong>in</strong>i edaveva perciò esperienza diretta di quei tipi, di queglistereotipi che il commediografo era riuscito abilmentea portare <strong>in</strong> scena.Il l<strong>in</strong>guaggio di tutti i personaggi rivela l’orig<strong>in</strong>e diclasse anche agli altri livelli: la grammatica, la s<strong>in</strong>tassi,l’ampiezza del lessico, i contenuti ecc. Ma undiscorso anche su questi altri aspetti sarebbe troppolungo e non aggiungerebbe molto a quanto è stato f<strong>in</strong>oradetto. La conclusione è una sola, e tragica: il l<strong>in</strong>guaggioapprossimativo, la cultura <strong>in</strong>esistente, l’esperienza<strong>in</strong>significante della realtà si sovrappongono, sirafforzano reciprocamente e congiurano contro ilcontad<strong>in</strong>o, il cui dest<strong>in</strong>o è <strong>in</strong>evitabilmente quello diessere emarg<strong>in</strong>ato e sfruttato.7. Fame di cibo e fame di sessoCon questa come con le altre commedie Ruzante e-splora il mondo miserabile del contad<strong>in</strong>o pavano. Mai contad<strong>in</strong>i delle altre regioni d’Italia non erano dameno. La vita era durissima, il lavoro o il campicello<strong>in</strong>capace di sostenere la famiglia, la fame era la norma.Le case erano stamberghe di legno, che di tanto<strong>in</strong> tanto il fuoco ripuliva e dis<strong>in</strong>fettava f<strong>in</strong> dalle fondamenta.Gli eserciti al loro passaggio razziavano edistruggevano. E l’<strong>in</strong>verno mieteva <strong>in</strong>esorabilmente ipiù deboli. Era impossibile uscire da questo mondo.Chi abitava a Venezia o <strong>in</strong> città aveva qualche possibilità<strong>in</strong> più: l’aria della città rendeva liberi e capacidi pensare. Se non altro non si moriva di fame: qualcheelemos<strong>in</strong>a era sempre possibile e poi si potevacontare sull’assistenza religiosa e talvolta anche privata.Bilóra è dom<strong>in</strong>ato da due forze ist<strong>in</strong>tuali, la fame dicibo e la fame di sesso. La seconda può anche aspettare,la prima no. Così nel monologo <strong>in</strong>iziale riflette ecommenta su che cosa fa fare a lui e, <strong>in</strong> genere, agliuom<strong>in</strong>i, la forza vitale e ist<strong>in</strong>tuale dell’amore o delsesso. Ha perso la sua donna, e ha deciso di andarselaa riprendere. Nel seguito egli non fa alcuna riflessionesulle cause che hanno sp<strong>in</strong>to la donna a seguire ilvecchio veneziano; <strong>in</strong>vece confronta la sua potenzasessuale di rendere servizi alla donna con l’impotenzadel vecchio danaroso.Anche Pitàro <strong>in</strong>siste sulla dimensione del sesso: ilvecchio si è levata la voglia della ragazza, che la consegnial legittimo proprietario. Non è pentola per ilsuo mestolo.In un mondo ai limiti della sopravvivenza come quellodel contad<strong>in</strong>o pavano e del mediatore veneziano ilsesso è uno dei pochi valori ammissibili e praticabili.E la potenza sessuale era un elemento, una delle pochecose di cui ci si poteva vantare.La fame di sesso aveva un unico concorrente: la famedi cibo. I contad<strong>in</strong>i erano costantemente sottoalimentati,morti di fame. E, quando <strong>in</strong>contra D<strong>in</strong>a, Bilóra sipreoccupa sùbito di scroccarle un tozzo di pane (siaccontenta di poco). Fa anche le sue riflessioni: la fugadella moglie gli può ritornare utile, ci può scappareun qualche guadagno. E, quando riceve alcune monete,si mette a contare con avidità, decide qualespendere (una) e quali risparmiare (tutte le altre).Il denaro, la ricchezza, il possesso di qualcosa sono ilterzo valore che compare nella commedia. Un valoreperò che compare soltanto, che è desiderato, ma che ilprotagonista e il suo protettore non possono praticare.Bilóra non conosce nemmeno il denaro <strong>in</strong> corso e allaf<strong>in</strong>e della commedia fantastica sui vantaggi che glipuò portare la morte di Andrónico: un mantello, cheegli pensa di vendere per comperarsi un cavallo, ilmezzo di trasporto del tempo.8. Tre monologhiLa commedia presenta tre monologhi, disposti ord<strong>in</strong>atamenteagli <strong>in</strong>izi (Bilóra entra <strong>in</strong> scena, fa il monologoe, facendolo, <strong>in</strong>forma anche il pubblico dell’antefatto)(scenaprima), un altro all’entrata <strong>in</strong> scena diAndrónico che rivanga il suo passato e il presente(scena quarta), il terzo alla f<strong>in</strong>e (scena decima), quandoBilóra medita l’omicidio e lo mima.Il primo monologo celebra la potenza dell’amore. Èstato l’amore che ha sp<strong>in</strong>to Bilóra a Venezia, un postopericoloso e sconosciuto. È stata la volontà di ritrovarela sua cristiana che gli ha fatto superare ostacoli<strong>in</strong>enarrabili: tutto ieri, tutta la notte e tutta la matt<strong>in</strong>aè andato per boschi, per siepi e per sterpaglie. Insommal’amore tira più di un paio di buoi. L’amore ènei giovani, ma pizzica anche i vecchi, come quelvecchio di... (egli non ricorda il nome), che gli haportato via la sua donna. Voleva andare a tirare barche,e qualcuno gli ha tirato fuori di casa sua moglie.<strong>Beolco</strong>, Bilóra, a cura di P. Genes<strong>in</strong>i 11

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