né lo farà, ma perché è ignorante e perché, anche sesapesse, non riuscirebbe a trovare una soluzione capacedi tirare né se stesso né Venezia fuori dei guai.Non ci sono riusciti neanche coloro che hanno fatto laserrata del 1297 né i loro successori.Così si può fare la bella vita, cont<strong>in</strong>uare a sfruttare icontad<strong>in</strong>i e a <strong>in</strong>sidiare le loro donne. Ma la sp<strong>in</strong>a nelfianco, la m<strong>in</strong>accia resta. Ci si può ubriacare di feste<strong>in</strong> villa o di spettacoli, ma la m<strong>in</strong>accia resta. E la mortearriverà repent<strong>in</strong>a e vergognosa.È ovvio: per darle un senso, basta riuscire a vedere lacommedia nella complessità che è presente <strong>in</strong> essa,voluta o non voluta dall’autore. Niente impedirebbedi leggerla con i quattro sensi delle scritture, con cuiDante e il Medio Evo leggeva la cultura antica. Nienteimpedirebbe di leggerla nel modo più recente e piùgrossolano attuato dagli umanisti e recepito da Machiavell<strong>in</strong>el Pr<strong>in</strong>cipe, che attribuivano agli antichi unparlar velato, un parlare per allegorie.L’opera di <strong>Beolco</strong>, come ogni opera, non vive <strong>in</strong> séma nell’<strong>in</strong>telligenza, nella sensibilità, nella malizia enell’accortezza del lettore o del pubblico.13. La versione <strong>in</strong> <strong>italiano</strong>La versione <strong>in</strong> <strong>italiano</strong> non deve stupire: si tratta deldialetto pavano del C<strong>in</strong>quecento, assolutamente <strong>in</strong>comprensibileanche per coloro che oggi parlano ildialetto patav<strong>in</strong>o.Qualche parola o qualche espressione dialettale è stata<strong>in</strong>tenzionalmente lasciata. Ad esempio: orbentena,barba, favellare. Il motivo è che non ci si deve maidimenticare il l<strong>in</strong>guaggio dei personaggi. Esso èl’<strong>in</strong>dicazione diretta e brutale delle orig<strong>in</strong>i di classedei quattro protagonisti. Inoltre l’autore, come i commediograficontemporanei, rivolge una particolarecura a costruire una l<strong>in</strong>gua specifica per le varie classisociali e per i vari personaggi che le costituiscono. Eproprio nel l<strong>in</strong>guaggio si vede l’appartenenza di Bilóra(e di Pitàro) ad una classe sociale <strong>in</strong>feriore: ess<strong>in</strong>on conoscono il l<strong>in</strong>guaggio, non conoscono né il pavanoné il l<strong>in</strong>guaggio ufficiale parlato da Andrónico.Essi non hanno mai imparato bene la l<strong>in</strong>gua, non sonomai riusciti a stabilire un rapporto diretto, esplicitoe univoco tra parola e oggetto (o relazione). Così essiusano molte espressioni che a loro avviso designanoqualcosa o vorrebbero designare qualcosa e che <strong>in</strong>vecenon dicono niente. Orbentena, cagasangue, cànchero,al sangue di..., potta di questo, potta di quelloe tutte le altre imprecazioni ne sono un esempio. Essi<strong>in</strong> molti casi usano espressioni o assemblano suonicredendo di poterlo correttamente fare e credendo chel’assemblaggio che hanno fatto abbia un significato edica qualcosa.La traduzione ha uniformato il l<strong>in</strong>guaggio dei personaggiche l’autore ha voluto diverso. Questo è ilsuo limite: la commedia è costruita e si apprezza soltantoascoltando i diversi l<strong>in</strong>guaggi parlati dai diversipersonaggi. Ciò vale per tutte le commedie del tempo,e vale soprattutto per una commedia che ha scelto ildialetto come l<strong>in</strong>guaggio ufficiale. Oltre a ciò il l<strong>in</strong>guaggionormale o normalizzato è un l<strong>in</strong>guaggio preciso,che del<strong>in</strong>ea sempre e <strong>in</strong> modo preciso sia i concettisia gli oggetti. È un l<strong>in</strong>guaggio proprio. Il l<strong>in</strong>guaggiodei vari personaggi popolari è costantementeun l<strong>in</strong>guaggio improprio, approssimativo, che nellaversione acquista le caratteristiche del l<strong>in</strong>guaggionormale o normalizzato. Ciò può portare al rischio difra<strong>in</strong>tendere i personaggi, il loro l<strong>in</strong>guaggio e la lorocultura.Ma il testo a fianco permette di cogliere immediatamenteil mondo l<strong>in</strong>guistico che caratterizza il riccocittad<strong>in</strong>o Andrónico, i tre popolani Bilóra, Pitàro eD<strong>in</strong>a, il servo semi straniero.Per altro all’<strong>in</strong>terno di questa gerarchia l<strong>in</strong>guistica(culturale e di carattere) ci sono altre gerarchie: Pitàrosi avvic<strong>in</strong>a al mondo di Andrónico (è cittad<strong>in</strong>o comelui), Bilóra si avvic<strong>in</strong>a alla moglie, e la moglie tendead abbassarsi al livello del servo.La traduzione <strong>in</strong> parte ha mantenuto le <strong>in</strong>tercalari senzasignificato, <strong>in</strong> parte le ha tradotte, nel tentativo didare un’idea, per quanto approssimativa, dell’orig<strong>in</strong>ale.La versione però si propone di essere un semplicestrumento per avvic<strong>in</strong>arsi all’orig<strong>in</strong>ale. E cometale va usata.Per un primo <strong>in</strong>contro con la commedia italiana delprimo C<strong>in</strong>quecento si può ricorrere a Il teatro <strong>italiano</strong>.II. La commedia del C<strong>in</strong>quecento, a cura di G.Davico Bon<strong>in</strong>o, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o 1977, tomo I, checontiene:Bernardo Dovizi da Bibiena, CalandriaNiccolò Machiavelli, MandragolaLudovico Ariosto, LenaRuzante, MoschetaAnonimo, VenexianaL’opera completa di Ruzante, con un’ampia <strong>in</strong>troduzionee bibliografia, è pubblicata <strong>in</strong> RUZANTE, Teatro.Prima edizione completa. Testo, traduzione afronte e note a cura di Ludovico Zorzi, E<strong>in</strong>audi, Tor<strong>in</strong>o1967, 1969 2 .<strong>Beolco</strong>, Bilóra, a cura di P. Genes<strong>in</strong>i 16
BILÓRAI PERSONAGGIBILÓRA, villanoPITÀRO, villanoDINA, moglie di BilóraMESSER ANDRÓNICO, [vecchio] veneziano,amante di D<strong>in</strong>aZANE [o TONIN], bergamasco, servo di Andrónico[La commedia si svolge a Venezia]<strong>Beolco</strong>, Bilóra, a cura di P. Genes<strong>in</strong>i 17
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