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1 Collegio dei geometri della Provincia di Modena Associazione ...

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20comporterebbe il riconoscimento <strong>di</strong> un tertium genus contrario alla logica <strong>della</strong> norma,considerandosi altresì che l'e<strong>di</strong>ficabilità va identificata con l'e<strong>di</strong>lizia privata esprimibile dalproprietario dell'area, e non con gli interventi unicamente finalizzati alla realizzazione delloscopo pubblicistico" (Cass., n. 5106 del 2004; n. 19615 del 2005; n. 2812 del 2006). Non valeosservare in contrario, come suggerito dal ricorrente, che la zona "F" prevede la necessità <strong>di</strong>realizzazione <strong>di</strong> strutture funzionali al sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>dei</strong> bisogni collettivi cui sovrintendequella determinata destinazione urbanistica, alla quale non può non riconoscersi l'attributoe<strong>di</strong>lizio. L'orientamento largamente maggioritario <strong>della</strong> giurisprudenza <strong>di</strong> legittimità, incline,già prima dell'entrata in vigore dell'art. 5 bis, a identificare l'e<strong>di</strong>ficabilità, comeestrinsecazione dello ius ae<strong>di</strong>fican<strong>di</strong> connesso al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà, con l'e<strong>di</strong>lizia privataesprimibile dal proprietario dell'area (Cass., n. 4048 del 1983; n. 12035 del 1991), nega orarecisamente l'acquisizione <strong>della</strong> natura fabbricativa per effetto <strong>di</strong> interventi unicamentefinalizzati alla realizzazione dello scopo pubblico per cui si rende necessario l’esproprio(Cass. n. 7258 del 2001; n. 10073 del 2003; n. 11729 del 2003; n. 4732 del 2004; n. 11322del 2005; n. 24585 del 2006).”.Cassazione civile , sez. I, 14 giugno 2007, n. 13917“ove la zona sia stata concretamente vincolata ad un utilizzo meramente pubblicistico(verde pubblico, attrezzature pubbliche ecc.), la classificazione apporta un vincolo <strong>di</strong>destinazione che preclude ai privati tutte quelle forme <strong>di</strong> trasformazione del suolo che sonoriconducibili alla nozione tecnica <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione e che sono, come tali, soggette al regimeautorizzatorio previsto dalla vigente legislazione e<strong>di</strong>lizia; con la conseguenza che l'area vaqualificata come non e<strong>di</strong>ficabile. Vero è che anche le aree destinate ad impianti, servizi ed usi<strong>di</strong> interesse generale, come osservato dai ricorrenti, concorrendo a determinare l'in<strong>di</strong>cee<strong>di</strong>lizio territoriale <strong>della</strong> zona cui sono funzionali, sono pienamente partecipi <strong>di</strong> tutti iparametri e<strong>di</strong>ficatori che la caratterizzano ai fini dell'indennità <strong>di</strong> espropriazione; ma taleprincipio, dagli stessi non rettamente inteso, è applicabile all'interno <strong>di</strong> una zona omogeneagià classificata dagli strumenti urbanistici e<strong>di</strong>ficabile. E comporta: 1) che non si debba tenerconto sempre nell'ambito <strong>di</strong> essa, nè delle singole destinazioni <strong>di</strong> ciascuna area, nè <strong>dei</strong> vincolipreor<strong>di</strong>nati all'esproprio apposti su alcune <strong>di</strong> esse onde realizzare spazi pubblici, attrezzaturee servizi collettivi, sicchè in tal caso le aree interessate conservano natura e<strong>di</strong>ficatoria evengono indennizzate secondo la potenzialità e<strong>di</strong>ficatoria delle aree limitrofe: intervenendodette destinazioni in un momento logicamente successivo a quello <strong>della</strong> zonizzazione delterritorio e costituendo soltanto momento attuativo ed esecutivo del piano urbanisticogenerale sulle cui scelte non influiscono, incidendo esclusivamente nell'ambito delle singoleopere pubbliche da realizzare utilizzando alcuni fon<strong>di</strong> piuttosto che altri, egualmentecompresi nella medesima zona; 2) che nel calcolare il valore venale <strong>di</strong> ciascuna area ai fini<strong>della</strong> stima dell'indennità <strong>di</strong> espropriazione non deve tenersi conto <strong>della</strong> densità fon<strong>di</strong>aria chedefinisce il volume massimo consentito su <strong>di</strong> essa, e riferisce il relativo in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>fabbricabilità all'effettiva superficie suscettibile <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione, con esclusione delle areedestinate ad uso pubblico; ma <strong>della</strong> densità territoriale riferita, invece, a ciascuna zonaomogenea la quale definisce il complessivo carico <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione che può gravare sull'interazona. Con la conseguenza che il relativo in<strong>di</strong>ce è rapportato all'intera superficie <strong>della</strong> zona,ivi compresi gli spazi pubblici, quelli destinati alla viabilità e simili. Pertanto dette regolenon possono essere invocate al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ciascuna zona omogenea, nè tanto meno per

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