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1 Collegio dei geometri della Provincia di Modena Associazione ...

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9sganciati da tale dato, concepiti in modo tale da lasciare alle spalle la valutazione iniziale,per attingere risultati marcatamente lontani da essa. Mentre il red<strong>di</strong>to dominicale mantieneun sia pur flebile legame con il valore <strong>di</strong> mercato (con il risultato pratico però <strong>di</strong> <strong>di</strong>mezzare,il più delle volte, l'indennità), l'ulteriore detrazione del 40 per cento è priva <strong>di</strong> qualsiasiriferimento, non puramente aritmetico, al valore del bene. D'altronde tale decurtazione vieneesclusa in caso <strong>di</strong> cessione volontaria e quin<strong>di</strong> risulta essere non un criterio, per quanto"me<strong>di</strong>ato", <strong>di</strong> valutazione del bene, ma l'effetto <strong>di</strong> un comportamento dell'espropriato.”.Da quanto sopra, la Corte Costituzionale ha tratto la conclusione “che la normacensurata - la quale prevede un'indennità oscillante, nella pratica, tra il 50 ed il 30 per centodel valore <strong>di</strong> mercato del bene - non supera il controllo <strong>di</strong> costituzionalità in rapporto al«ragionevole legame» con il valore venale, prescritto dalla giurisprudenza <strong>della</strong> Corte <strong>di</strong>Strasburgo e coerente, del resto, con il «serio ristoro» richiesto dalla giurisprudenzaconsolidata <strong>di</strong> questa Corte. La suddetta indennità è inferiore alla soglia minima accettabile<strong>di</strong> riparazione dovuta ai proprietari espropriati, anche in considerazione del fatto che la purridotta somma spettante ai proprietari viene ulteriormente falci<strong>di</strong>ata dall'imposizione fiscale,la quale - come rileva il rimettente - si attesta su valori <strong>di</strong> circa il 20 per cento. Il legittimosacrificio che può essere imposto in nome dell'interesse pubblico non può giungere sino allapratica vanificazione dell'oggetto del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà ”.Si deve tuttavia riaffermare (ha aggiunto la Corte Costituzionale) “che il legislatorenon ha il dovere <strong>di</strong> commisurare integralmente l'indennità <strong>di</strong> espropriazione al valore <strong>di</strong>mercato del bene ablato. L'art. 42 Cost. prescrive alla legge <strong>di</strong> riconoscere e garantire il<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietà, ma ne mette in risalto la «funzione sociale». Quest'ultima deve essereposta dal legislatore e dagli interpreti in stretta relazione all'art. 2 Cost., che richiede a tutti icitta<strong>di</strong>ni l'adempimento <strong>dei</strong> doveri inderogabili <strong>di</strong> solidarietà economica e sociale. Livellitroppo elevati <strong>di</strong> spesa per l'espropriazione <strong>di</strong> aree e<strong>di</strong>ficabili destinate ad essere utilizzateper fini <strong>di</strong> pubblico interesse potrebbero pregiu<strong>di</strong>care la tutela effettiva <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti fondamentaliprevisti dalla Costituzione (salute, istruzione, casa, tra gli altri) e potrebbero essere <strong>di</strong> frenoeccessivo alla realizzazione delle infrastrutture necessarie per un più efficiente eserciziodell'iniziativa economica privata. Valuterà il legislatore se l'equilibrio tra l'interessein<strong>di</strong>viduale <strong>dei</strong> proprietari e la funzione sociale <strong>della</strong> proprietà debba essere fisso e uniforme,oppure, in conformità all'orientamento <strong>della</strong> Corte europea, debba essere realizzato in modo<strong>di</strong>fferenziato, in rapporto alla qualità <strong>dei</strong> fini <strong>di</strong> utilità pubblica perseguiti. Certamente nonsono assimilabili singoli espropri per finalità limitate a piani <strong>di</strong> esproprio volti a renderepossibili interventi programmati <strong>di</strong> riforma economica o migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> giustiziasociale. Infatti, l'eccessivo livello <strong>della</strong> spesa per espropriazioni renderebbe impossibili otroppo onerose iniziative <strong>di</strong> questo tipo; tale effetto non deriverebbe invece da unariparazione, ancorché più consistente, per gli «espropri isolati», <strong>di</strong> cui parla la Corte <strong>di</strong>Strasburgo. Esiste la possibilità <strong>di</strong> arrivare ad un giusto mezzo, che possa rientrare in quel«margine <strong>di</strong> apprezzamento», all'interno del quale è legittimo, secondo la costantegiurisprudenza <strong>della</strong> Corte <strong>di</strong> Strasburgo, che il singolo Stato si <strong>di</strong>scosti dagli standardprevisti in via generale dalle norme CEDU, così come interpretate dalle decisioni <strong>della</strong> stessaCorte. Ciò è conforme peraltro a quella «relatività <strong>dei</strong> valori» affermata, come ricordatosopra, dalla Corte costituzionale italiana. Criteri <strong>di</strong> calcolo fissi e in<strong>di</strong>fferenziati rischiano <strong>di</strong>trattare allo stesso modo situazioni <strong>di</strong>verse, rispetto alle quali il bilanciamento deve essere

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