A destra, Brachiphyllum sp. LaboratorioGeopaleontologico di Bassiano (LT).In basso, disegno <strong>del</strong> Teropode(da “I Dinosauri dalla A alla Z” di D. Lambert,modificato da Geos - Studio Associato di <strong>Geologi</strong>a).pesci ascrivibili al genere Pleuropholis ecrostacei Decapodi Macruri; sono inoltrepresenti valve isolate di bivalvi bissati, tracui Catella sp., superfici con impronte dipiccoli bivalvi a valve aperte ma ancoraarticolate e abbondanti Coproliti (Bravi,1996; Dalla Vecchia, Morgante & Raponi,2003).Horst: laboratoriointerattivo di geologiaIl Laboratorio di Bassiano vuole essere unesempio di struttura museale moderna einnovativa, in grado di attrarre edentusiasmare i visitatori di ogni età, grazieall’utilizzo di tecnologia multimediale, siaanalogica che informatica.L’idea di fondo che ha animato larealizzazione <strong>del</strong>la struttura è stata quella dicreare un luogo in cui i visitatori possanointeragire attivamente con i macchinari e,attraverso l’esperienza diretta, possanocomprendere le tematiche che riguardanolo studio <strong>del</strong>le Scienze <strong>del</strong>la Terra.Il fruente è stimolato ad utilizzare, oltre allavista e all’udito, anche il senso <strong>del</strong> tatto, chesoprat<strong>tutto</strong> nelle persone più giovani,riveste una notevole importanza neiprocessi di assimilazione culturale.In questo particolarissimo caso il visitatorenon è semplice spettatore di vetrine epannelli, ma diventa attore protagonistafacendo funzionare le apparecchiature cheillustrano i vari processi geologici.Il risultato è quello di suscitare un vivoentusiasmo in coloro che fruiscono <strong>del</strong>lastruttura, entusiasmo che èper ovvie ragionimassimo nei piùpiccoli.tecnologia multimediale, attraverso la qualei visitatori potranno interagire direttamentecon gli argomenti trattati.L’esperienza diretta non si ferma peròall’utilizzo di sistemi informatici, ma vieneaffiancata da alcune esperienze dirette inun vero e proprio laboratorio didattico.Sarà possibile, grazie ad una serie di piccoliesperimenti, simulare in scala quello che igeologi realmente fanno.È importante sottolineare come sia diprimaria importanza nella filosofia diquesto tipo di laboratorio, l’attività praticasvolta dai ragazzi, che in questo modoimparano divertendosi, non vivendo quindil’apprendimento come una imposizionenoiosa e pedante.Questo tipo di strutture quindi servononon solo da un punto di vista <strong>del</strong>ladivulgazione <strong>del</strong>le Scienze <strong>del</strong>la Terra, macontribuiscono in maniera decisa allosviluppo <strong>del</strong>l’amore per la conoscenza,soprat<strong>tutto</strong> nei più giovani.Il laboratorio è diviso in vari settori,ognuno <strong>dei</strong> quali rappresenta una tematicaparticolare legata alla geologia epaleontologia, corredato di pannelliesplicativi in grado di fornire tutte leinformazioni necessarie alla comprensione<strong>del</strong>l’argomento trattato. Il laboratorio èinoltre arricchito di fossili provenienti daiMonti Lepini ed Ausoni, alcuni <strong>dei</strong> qualihanno un rilevante valore scientifico.internazionale per invogliare, armonizzare,sviluppare e integrare il turismo ecologicoe quello naturale, ovvero, preservativo <strong>del</strong>lanatura. Questo piano è stato concepitosulla base <strong>del</strong>le molteplici attrazioni dinatura geologica e paesaggistica <strong>dei</strong> diversipaesi europei. I punti fulcro di questainiziativa sono i seguenti: proteggere econservare i paesaggi per le generazionifuture ed invogliare il turismo a direttocontatto con la natura, ed in particolare,invogliare la conoscenza <strong>del</strong>le Scienze<strong>del</strong>la Terra con azioni culturali verso imass media, per far conoscere le diverseregioni appartenenti all’EuroGeoParknell’ambito internazionale.I Geopark locali, come potrebbe esserequello <strong>dei</strong> Lepini, devono essere legati daun concetto generale che deve esserecontinuamente aggiornato e sponsorizzatoglobalmente. Il progetto EuroGeoPark siprefigge infatti di raggiungere le seguentimete principali:• invogliare il lavoro nell’ambito turistico,sia nazionale che internazionale, con unconcetto chiaro e unitario dipresentazione e sponsorizzazione;• invogliare i punti di attrazione <strong>del</strong>lerispettive regioni (GeoPark) conl’integrazione <strong>del</strong>la natura e <strong>del</strong> paesaggio;• invogliare l’interesse nella <strong>Geologi</strong>a, ilpaesaggio e la protezione <strong>del</strong>la natura;• sviluppare iniziative culturali di <strong>Geologi</strong>a,Durante ilpercorsosonopresenti apiù riprese giochi multimediali chefanno scatenare la fantasia e il desideriodi scoperta <strong>dei</strong> ragazzi e <strong>dei</strong> bambini.Nonostante questo particolare tipo diapproccio, si è tentato di non tralasciaremai la precisione scientifica. L’esperienzadiretta avviene grazie all’utilizzo diUn’ideaper i Lepini: unGeopark UnescoL’idea di unEuroGeoPark <strong>dei</strong>Monti Lepini segue lafilosofia natanell’ambito di unprogrammastoria <strong>del</strong> paesaggio e <strong>del</strong>laprotezione <strong>del</strong>la natura per bambini in etàscolastica fino ai pensionati.La presente proposta di un GeoParkUnesco <strong>dei</strong> Lepini sarà presentata nellaprossima primavera a Latina in occasionedi una mostra sulle impronte fossili diDinosauro, con la speranza di sensibilizzarele Amministrazioni pubbliche locali perun’azione politica finalizzata a tal fine.professioneGeologo 11-2006 19
L’argomentoI geositi <strong>del</strong> <strong>Lazio</strong>dal censimentoalla valorizzazioneL’Assessorato alla Cultura<strong>del</strong>la Regione <strong>Lazio</strong> pubblicaun altro volume <strong>del</strong>la collanasui Beni Culturali <strong>Geologi</strong>ci.Nuovi geositi e controllo <strong>del</strong>lostato di conservazionedi quelli già censiti.Lucrezia CastoFunzionario <strong>del</strong> C.R.D. Regione <strong>Lazio</strong>lcasto@regione.lazio.itIBeni Culturali a carattere geologico <strong>del</strong><strong>Lazio</strong>: i Monti Lepini,Ausoni ed Aurunciè il quarto volume <strong>del</strong>la collana sui Benigeologici che il Centro Regionale per laDocumentazione <strong>dei</strong> Beni Culturali edAmbientali (C.R.D.), Ufficio afferenteall’Assessorato alla Cultura, Spettacolo eSport <strong>del</strong>la Regione <strong>Lazio</strong>, pubblica daquando nel 1985 ha intrapreso l’attività dicensimento <strong>del</strong> patrimonio culturale nelterritorio regionale.L’elemento geologico, il sito geologicoindividuato sul territorio che diventa beneculturale: è questa la trasformazione checostituisce da oltre vent’anni l’impegno <strong>del</strong>C.R.D., quando nel 1979 il ConsiglioRegionale, su proposta <strong>del</strong>lo stessoAssessorato alla Cultura, ha adottato undocumento programmatico (1) , dove per laprima volta in Italia si <strong>del</strong>ineavano evenivano per così dire spiegate lecaratteristiche “primitive” di questa nuovacategoria di bene culturale: il bene geologico.Le caratteristiche “primitive” eranoincentrate essenzialmente sulla promozionedi una innovativa conoscenza <strong>del</strong> territorio,inteso come spazio reale su cui lepopolazioni vivono e operano, mediante le loropotenzialità culturali, in intimo rapporto conl’ambiente naturale e antropico.Veniva pertanto sancita l’unità <strong>del</strong> concetto<strong>del</strong> Bene Culturale, al posto <strong>del</strong>latradizionale divisione tra beni umanistici ebeni ambientali, precorrendo pertanto lelinee guida <strong>del</strong> sostrato normativo, adottatesuccessivamente in ambito nazionale con ilCodice Urbani.Gli strumenti di questa innovativaconoscenza <strong>del</strong> territorio erano individuatinel censimento e nella successivacatalogazione.Il censimento e lacatalogazione <strong>dei</strong> geositinell’Assessorato allaCultura <strong>del</strong>la Regione <strong>Lazio</strong>Con l’istituzione nel 1979 (2) <strong>del</strong> CentroRegionale per la Documentazione <strong>dei</strong>Beni Culturali ed Ambientali (poiriorganizzato con la Legge regionale 26luglio 1991, n. 31), inizia nel 1985 lasistematica catalogazione <strong>dei</strong> Beni Culturalisul territorio regionale.Tale attivitàrelativamente ai Beni Culturali geologici(geositi) può essere suddivisa in due fasi: laprima compresa tra il 1986 ed il 1996; laseconda iniziata nello stesso 1996 e ancorain corso di svolgimento.Il lavoro all’inizio fu intrapreso un po’ insordina, in uno scenario in ambitonazionale privo di iniziative, ad eccezione<strong>del</strong>l’attività svolta nella Regione EmiliaRomagna riguardante peròspecificatamente beni a caratteregeomorfologico.Durante la prima fase, il censimento è statocondotto, con rilievi puntuali direttamentesul territorio, da Lucrezia Casto,20 professioneGeologo 11-2006