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La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pregasso ... - Marone a Colori

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Tra Seicento e Settecento Venezia mostrò <strong>di</strong> voler ostacolare la crescitadelle proprietà ecclesiastiche. Nel corso del XVII secolo, e con una recrudescenzanegli anni Settanta del XVIII, si ripeterono misure legislative intesea limitare la <strong>di</strong>ffusione delle proprietà ecclesiastiche a scapito <strong>dei</strong> beniimmobili posseduti dalle famiglie. Si trattava <strong>di</strong> porre argine all’incresciosacon<strong>di</strong>zione per cui i beni della <strong>chiesa</strong> sfuggivano a ogni controllo statale.Si consideri che tutto l’apparato ecclesiastico, dalle massime <strong>di</strong>gnità sinoal più umile prete cui era affidata una <strong>chiesa</strong> o un oratorio, si reggeva sulsistema <strong>dei</strong> benefici, ovvero sulla concessione <strong>di</strong> beni, in genere immobili,da cui era tratta una ren<strong>di</strong>ta che doveva servire al sostentamento del clero.<strong>La</strong> gestione <strong>dei</strong> benefici, in particolare, rappresentava agli occhi dellaDominante un vulnus alla sua potestà sovrana. <strong>La</strong> facoltà <strong>di</strong> collazione,vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> concedere con atto ufficiale i benefici, era formalmente <strong>di</strong>pertinenza dell’or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong>ocesano; in realtà la scelta <strong>di</strong>pendeva dalle in<strong>di</strong>cazionidelle famiglie che avevano fondato e dotato il beneficio. <strong>La</strong> cosaera inoltre complicata dal fatto che intorno alla questione beneficiale siera andata organizzando una pratica <strong>di</strong> gestione economica da parte <strong>dei</strong>laici. <strong>La</strong> costituzione <strong>di</strong> un beneficio, curato o no 2 , si realizzava con l’investimento<strong>di</strong> un certo capitale presso un altare, una cappella, un e<strong>di</strong>ficiosacro. Tale investimento richiedeva che il capitale fosse separato dal restodel patrimonio familiare. <strong>La</strong> famiglia, detenendo il potere <strong>di</strong> presentareall’autorità <strong>di</strong>ocesana il can<strong>di</strong>dato al beneficio, perseguiva una propriastrategia, garantendo il collocamento <strong>dei</strong> figli maschi destinati al celibato,che godevano, in tal modo, <strong>di</strong> una ren<strong>di</strong>ta. Nel contempo, il gruppofamiliare si assicurava un ruolo più o meno rilevante sulla scena ritualedella comunità. Spesso la scelta <strong>dei</strong> beneficiari <strong>di</strong>pendeva dalle posizionioccupate all’interno delle curie locali ma anche in quella romana. Posizioni<strong>di</strong> potere entro la gerarchia ecclesiastica permettevano <strong>di</strong> influire sulladestinazione della massa beneficiale, dunque <strong>di</strong> costruire e/o consolidarele fortune proprie e <strong>dei</strong> clientes.Le implicazioni <strong>di</strong> tutto ciò sono rilevanti. <strong>La</strong> stessa definizione <strong>di</strong>Chiesa ne risulta caratterizzata 3 .2Si dava il caso <strong>di</strong> benefici che non richiedevano lo svolgimento <strong>di</strong> un officium, vale a <strong>di</strong>renon era richiesto alcun servizio.3Intorno alla questione dell’importanza <strong>dei</strong> benefici nella ricostruzione storica della <strong>chiesa</strong>me<strong>di</strong>evale moderna si è svolto un fondamentale <strong>di</strong>battito ospitato sulle colonne della rivista«Società e storia». E. Brambilla, Società ecclesiastica e società civile: aspetti della formazionedel clero dal Cinquecento alla Restaurazione, n. 12, 1981; reagiva polemicamente X. Toscani,Ecclesiastici e società civile nel ‘700: un problema <strong>di</strong> storia sociale e religiosa, n. 17, 1982; G.Greco, Or<strong>di</strong>nazioni sacre e istituzioni ecclesiastiche nell’età moderna, n. 21, 1983; <strong>di</strong> nuovoE. Brambilla, Per una storia materiale delle istituzioni ecclesiastiche, n. 24, 1984. Si segnalaquale ricerca esemplare alla luce della considerazione della rilevanza del sistema beneficiale,il lavoro <strong>di</strong> C. Fantappié, Strutture ecclesiastiche e vita religiosa a Prato alla fine dell’«ancienrégime», in «Archivio storico pratese», Anno LV (1979), I-II. Una messa a punto del temain G. Greco, I giuspatronati laicali nell’età moderna, in G. Chittolini, G. Miccoli, Storia d’talia.Annali 9. <strong>La</strong> Chiesa e il potere politico dal Me<strong>di</strong>oevo all’età contemporanea, Torino 1986.Non è possibile comparare quella situazione con i nostri schemi mentali<strong>di</strong> matrice liberale che <strong>di</strong>stinguono tra libera Chiesa e libero Stato, in<strong>di</strong>pendentie sovrani. <strong>La</strong> struttura ecclesiastica si articolava in una connessionesociale ed economica e, inevitabilmente, anche ideologica tra laicie chierici. Paradossalmente la <strong>di</strong>mensione del sacro, della separazione eintangibilità della casta sacerdotale tipica della mentalità <strong>di</strong> antico regime,si collocava entro una compenetrazione, anche fisica, tra spazio sacro eprofano, come si cercherà <strong>di</strong> esemplificare.Le ragioni della sua longevità risiedono nel fatto che esso offriva delleopportunità alle società d’antico regime. Garantiva l’allocazione dellerisorse anche <strong>di</strong> quei nuclei familiari non eccessivamente ricchi. Il go<strong>di</strong>mentodelle ren<strong>di</strong>te consentiva il sostentamento <strong>dei</strong> rampolli che eranostati avviati al sacerdozio. Inoltre, i benefici ecclesiastici permettevano anchea non nobili, alle classi <strong>di</strong>rigenti della comunità, <strong>di</strong> assumere posizionieminenti in sede locale. Non stupisce, allora, che il sistema beneficiale,pur essendo sottoposto a forti critiche dai pensatori del Settecento riformatoreraramente venisse messo in <strong>di</strong>scussione quanto alla sua esistenza.Non si deve tuttavia pensare che non vi fosse consapevolezza <strong>dei</strong>limiti insiti nel sistema. Infatti, era <strong>di</strong>ffusa la considerazione degli abusiche spesso si verificavano. Anzi, si può <strong>di</strong>re che tale consapevolezza fosseuna delle componenti <strong>di</strong> quello che nella società italiana d’antico regimeera un vero e proprio anticlericalismo 4 . In particolare si tendeva a metterein risalto abusi e malversazioni. Ciò, come s’è detto, senza giungerea mettere in <strong>di</strong>scussione il beneficio in quanto istituto giuri<strong>di</strong>co. Proprionella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Brescia, il vescovo Domenico Bollani, una delle figure <strong>di</strong>rilievo del riformismo cattolico, prese un’iniziativa significativa <strong>di</strong> per sé,in<strong>di</strong>pendentemente dai suoi esiti concreti.Desiderando [il vescovo <strong>di</strong> Brescia] che li Beni della Chiesa, e Beneficijsiano con ogni sicurezza conservati, affine chè in ogni tempo sipossa per gloria del Nostro Signore Id<strong>di</strong>o, e spirituale consolazionedelli <strong>di</strong>letti popoli nostri convenientemente provvedere alli bisogni,del culto Divino, et al bene generale delle Anime coman<strong>di</strong>amo atutti, e ciascuno <strong>di</strong> voi Rettori, e Beneficiati, chè per debita esecuzionedell’or<strong>di</strong>ne da Noi statuito nella nostra precedente SinodoDiocesana abbiate in virtù si S[an]ta ubbe<strong>di</strong>enza, e sotto pena dosospensione dell’Officio vostro [oltre che <strong>di</strong> un’ammenda <strong>di</strong> 25 ducati,si entro sei mesi non fosse stato pre<strong>di</strong>sposto ] il designamento,et Inventario <strong>di</strong> tutti, e qualunque <strong>di</strong> Mobili come stabili raggioniet azioni, pertinenti alle Chiese, e Beneficij vostri con farne essadescrizione a cosa per cosa <strong>di</strong>stintamente […] ed il tutto appariscaper pubblico Istrumento fatto a spese vostre per mano <strong>di</strong> Notarolegale, e sia <strong>di</strong> poi per voi consegnate [alla cancelleria episcopale] 5 .4Cfr. O. Niccoli, Rinascimento anticlericale, Roma-Bari 2005.110 111

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