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La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pregasso ... - Marone a Colori

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Il primo è un santo <strong>di</strong> probabile origine bergamasca e martirizzatoall’epoca <strong>di</strong> Massimino, nonché protettore <strong>dei</strong> conta<strong>di</strong>ni, e viene ricordatoil 9 agosto, in funzione propiziatoria per i raccolti dell’anno a venire. Ilsanto è qui rappresentato nella sua iconografia tra<strong>di</strong>zionale, in veste damilitare e il volto imberbe 14 .<strong>La</strong> Vergine con il Bimbo, opera <strong>di</strong> uno scultore della Val Gardena, èoriginata da un unico tronco <strong>di</strong> pianta <strong>di</strong> fico e fu donata nel 1930 dauna famiglia <strong>di</strong> fedeli alla <strong>chiesa</strong>. <strong>La</strong> grazia della Madonna e il volto commoventedel Bimbo, che allarga le braccia in un gesto <strong>di</strong> accoglimentouniversale, sono cari agli abitanti <strong>di</strong> <strong>Pregasso</strong>, ma anche <strong>di</strong> tutta la popolazionemaronese, che le rendono grazie accompagnandola in pellegrinaggionelle <strong>di</strong>verse località del comune, per ottemperare un antico voto.Tra i due altari è collocato un pulpito ligneo settecentesco, adornatocon le tipiche cromie dell’epoca.Sul fondo dell’aula un arco acuto introduce alla zona absidale, la cuisagoma è sottolineata da una fascia <strong>di</strong>pinta che reca la scritta: PONAMSPIRITUM MEUM SUPER PETRI VICARIOS 15 . <strong>La</strong> parete soprastante è decoratacon una serie <strong>di</strong> affreschi, sud<strong>di</strong>visi me<strong>di</strong>ante cornici <strong>di</strong>pinte, chenarrano le vicende significative <strong>di</strong> alcuni tra i papi che più hanno incisosulla storia del cristianesimo. <strong>La</strong> scena saliente raffigura Pio XII nell’atto<strong>di</strong> in<strong>di</strong>care il Vangelo come sommo esempio dell’agire umano e imperituromonito a evitare comportamenti forieri <strong>di</strong> morte e <strong>di</strong>struzione, qualiquelli dell’appena concluso secondo conflitto mon<strong>di</strong>ale. Infatti, l’anno <strong>di</strong>realizzazione è il 1946 e gli autori sono G. Casari e il cremonese ErnestoPiroli, apprezzato artista del quale alcuni lavori sono conservati presso ilMuseo Civico Ala Ponzone. Entrambi si cimentarono nell’esecuzione <strong>di</strong>affreschi e qui collaborarono accordando stilisticamente le scene <strong>di</strong>pinte,che hanno un sapore quasi <strong>di</strong> pittura primitiva, ai ton<strong>di</strong> che si snodanolungo il perimetro dell’e<strong>di</strong>ficio, in alto, contenenti i busti degli apostoli 16 .L’abside è strutturata con volta a crociera, allietata dal volo <strong>di</strong> alcuniangioletti che fanno capolino dalle nubi, affreschi affini stilisticamente aquelli, sulle pareti <strong>di</strong> destra e <strong>di</strong> sinistra, dati per seicenteschi 17 , ma che aun più attento esame si rivelano <strong>di</strong> recente ri<strong>di</strong>pintura.Nel primo è raffigurata la Consegna delle chiavi a <strong>Pietro</strong>, con un richiamopaesaggistico che riprende lo scorcio del lago d’Iseo, me<strong>di</strong>ante il<strong>di</strong>gradare sullo sfondo del colle <strong>di</strong> San <strong>Pietro</strong>, mentre l’altro verte sull’UltimaCena, strutturata sulla forma trasversale del tavolo, intorno al qualeGli affreschi delle pareti laterali del presbiteriosi <strong>di</strong>spongono gli apostoli (tra i due, è quello in cui ancora si riconoscel’impianto seicentesco) 18 .<strong>La</strong> parete del fondo absidale ospita la pala d’altare, raffigurante <strong>La</strong>Vergine tra gli angeli, con San Martino vescovo e i <strong>Santi</strong> <strong>Pietro</strong> e <strong>Paolo</strong>,opera <strong>di</strong> Francesco Giugno 19 .Notevole è la seicentesca cornice <strong>di</strong> stucchi, dove dominano il bianco,l’azzurro e l’oro, <strong>di</strong> recente restaurata e contrappuntata <strong>di</strong> figure, tra lequali spiccano i delicati angeli reggicornice, colti nell’atto <strong>di</strong> inginocchiarsiin preghiera. <strong>La</strong> sommità della decorazione sottolinea la presenza <strong>di</strong><strong>Pietro</strong>, che pervade la <strong>chiesa</strong> a lui de<strong>di</strong>cata, con l’apposizione del simbolosupremo dello stesso, le chiavi argentee e dorate (in Matteo 16,19 Gesù<strong>di</strong>ce a <strong>Pietro</strong>: “A te darò le chiavi del regno <strong>dei</strong> cieli”).L’altar maggiore settecentesco è leggermente rialzato su due gra<strong>di</strong>ni edecorato con intarsi in scagliola dalla resa simile a quelli marmorei, confondo nero contro il quale si stagliano i decori, tripartiti entro corniciprofilate <strong>di</strong> bianco 20 .Da un’apertura sul lato destro dell’abside si giunge alla piccola sagrestia,un ambiente raccolto che, purtroppo, ha subito il furto <strong>di</strong> preziosiarma<strong>di</strong> antichi.14San Fermo era una figura molto amata dalle popolazioni locali, che gli de<strong>di</strong>carono anche<strong>dei</strong> santuari, quali quello <strong>di</strong> San Fermo a Pilzone. G. Motta, Le semplici devozioni… cit., p. 24.15“Manderò il mio Spirito sui vicari <strong>di</strong> <strong>Pietro</strong>”.16E’ da ricordare la presenza, lungo le pareti perimetrali dell’e<strong>di</strong>ficio sacro, <strong>di</strong> un’antica epreziosa serie <strong>di</strong> tele raffiguranti la Via Crucis, vigliaccamente derubate.17L’eremo <strong>di</strong> San <strong>Pietro</strong> cit., p. 22; S. Buila, G. Tognazzi [a cura <strong>di</strong>], Itinerari… cit., p. 109.18Nell’affresco è ben riconoscibile la fisionomia <strong>di</strong> <strong>Pietro</strong>, con i medesimi vestimenti dellascena <strong>di</strong> fronte.19Altri <strong>di</strong>pinti sono presenti i controfacciata e sulla parete sinistra dell’e<strong>di</strong>ficio. Li analizzaFiorella Frisoni in questo volume, riservandoci piacevoli sorprese attributive.20Ve<strong>di</strong> l’articolo <strong>di</strong> A. Burlotti in questo volume. Sui solai attigui all’e<strong>di</strong>ficio sono stati ritrovatialcuni arre<strong>di</strong> sacri: un altare, un leggio, due se<strong>di</strong>e, due colonnine tortili reggi-cero, tuttilignei e <strong>di</strong> pregevole fattura, poi restaurati e trasferiti nella <strong>chiesa</strong> parrocchiale <strong>di</strong> <strong>Marone</strong>.152 153

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