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La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pregasso ... - Marone a Colori

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Il momento più solenne fu senz’altrola processione affollatissima chedalla parrocchiale condusse la Madonnaa San <strong>Pietro</strong>. Si legge nel bollettino:«<strong>Marone</strong> ci parve una grande <strong>chiesa</strong>tutta ornata <strong>di</strong> verde e <strong>di</strong> fiori per onorarela Madre Cele ste e lo snodarsi lentodella folla variopinta su per il colleuna vi sione para<strong>di</strong>siaca».Lungo il percorso la contra da <strong>di</strong> Vestoallestì un ospedale da campo militare,«Ci aveva organizzato MariettaMitèla» racconta Andrea Guerini «sot touna tenda della Croce Rossa io, ScaramuzzaStefano e Gianni del Guargìfacevamo i feriti, Giuseppe Zatti era ilte nente me<strong>di</strong>co e Bepe Barber fa ceva ilpicchetto fuori dalla tenda. In un angolo,sopra uno sgabello <strong>di</strong> legno MariaCristina, vestita <strong>di</strong> bianco con unafascia azzurra, faceva la Ma donna.Nella tenda c’erano zai ni, borracce,gavette e baionet te; noi stavamo sdraiati su <strong>dei</strong> pagliericci e leggevamole lette re che Angelo Ghitti (detto Fante) aveva spe<strong>di</strong>to alle sorel le durantela guerra. Mi ricordo che prima della processione è passato <strong>di</strong> lì il dottorFranzoni al quale abbiamo chiesto consigli per rendere più veritiera larap presentazione. <strong>La</strong> processione sembrava non finire mai: sia mo statinella tenda quasi tre ore».Durante la conclusione monsignor Moran<strong>di</strong>ni lanciò la pro posta <strong>di</strong>ripetere queste feste straor<strong>di</strong>narie ogni cinque anni e sic come «il paese<strong>di</strong> <strong>Pregasso</strong> volle festeggiare la Madonna ritornata», per l’occasione <strong>di</strong>edean che alle ragazze il permesso <strong>di</strong> ballare in uno spiazzo, dove erano statichiamati <strong>dei</strong> fisarmonici sti ad intrattenere la gente.Il bollettino chiude con rin graziamenti ed elogi «a tutti co loro che siprestarono per la riu scita delle solennità, ma in mo do particolare allaCommissio ne degli Ex Internati, la Com missione <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> e alle Autorità».Le prime e<strong>di</strong>zioni delle festività erano <strong>di</strong> segno molto semplice edaustero. Ermelina Borghesi ricorda che nel ‘55 la statua venne trasportatadalla <strong>chiesa</strong> sino alla contrada <strong>di</strong> <strong>Pregasso</strong> e da qui venne trasferita, perun intera settimana, alla <strong>chiesa</strong> parrocchiale <strong>di</strong> <strong>Marone</strong>. Allo scadere <strong>dei</strong>sette giorni la Madonna faceva ritorno nella sua sede naturale. <strong>La</strong> statuadella Madonna veniva condotta <strong>di</strong>rettamente a <strong>Marone</strong> e da qui, seguendoil percorso inverso, ancora a <strong>Pregasso</strong>. Non si compievano le tappeinterme<strong>di</strong>e per le vie del paese e attraverso le varie contrade, come inuso oggi. Gli ornamenti consistevano, perlopiù, in alcuni fiori realizzatiin carta con modalità più semplificatae ripetitiva rispetto all’oggi,e in fasce <strong>di</strong> carta con i coloribianco ed azzurro.«Si andava a prendere la Madonnaa San <strong>Pietro</strong>, - raccontaErmelina - si scendeva e la silasciava alla fon tana. Le donneandavano in piazza a pregaree se la statua rimaneva espostaanche la notte era compito degliuomini fare la veglia. Una voltasi prese un trattore, il più belloche c’era, e venne ricoperto <strong>di</strong> telirosa e bianchi e sopra venne postala statua per scendere in paese,con ai lati due bambine vestiteda angioletti. Il carro era bellissimo,abbellito con i colori dellaMadonna: sul trattore c’eranoanche due uomini che aiutavanole bambine a tener ferma lastatua. Non si faceva tutto il giro<strong>di</strong> adesso. In principio la celebrazione era molto più semplice. Dopo ottogiorni che la statua era venerata nella parrocchiale <strong>di</strong> <strong>Marone</strong>, i nostriuomini <strong>di</strong> <strong>Pregasso</strong> andavano a prenderla, la domenica dopo pranzo alletre, e salivano a pie<strong>di</strong> dalla vecchia strada mulat tiera, la portavano con laportantina, la si salutava alla fontana e il giorno seguente la si riportavaa San <strong>Pietro</strong>. Allora la statua era piena <strong>di</strong> gioielli che le donne le regalavanoo come offerta o per chiedere delle grazie. Ma quando la Madonnapartiva non aveva l’oro che riceveva dalle signore, le veniva lasciata solouna piccola collana mentre il resto veniva messo in cassaforte. In seguitotutto l’oro è stato venduto per avere il denaro che serviva per i restauri.Con don Gianni Albertelli avevamo cambiato il giorno che la Madonnascendeva da San <strong>Pietro</strong> e veniva las ciata alla fontana: mi ricordo che lasera andavamo a <strong>di</strong>re il rosario e poi la notte alcuni uomini si offrivano<strong>di</strong> stare svegli e <strong>di</strong> fare la veglia alla Madonna: non si poteva lasciarlaincusto<strong>di</strong>ta.Allora non si facevano festeggia menti o altro; è da pochi anni che la festaè vissuta in maniera cosi grande, ma i miei ricor<strong>di</strong> più belli sono quellidelle prime volte. Se rip enso a quel trattore, mi commuovo ancora oggi».Ad imprimere una svolta in senso più decorativo fu l’azione <strong>di</strong> donAlbertelli, che suggerì un maggior impegno per dare degna veste ad unafestività il cui senso, rispetto al passato, era meno sentito dalla popolazione.Ed ecco, dunque, i fiori <strong>di</strong> carta <strong>di</strong>venire sempre più variegati e <strong>di</strong>fattura più minuziosa sulle fronde <strong>di</strong> pino poggiate per le vie <strong>di</strong> <strong>Pregasso</strong>.226 227

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