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La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pregasso ... - Marone a Colori

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Confessionale in noceConfessionale in noce, realizzato entro laprima metà del ‘800 con uno stile che richiamachiaramente nella maggior partedelle sue linee un periodo molto precedenterisalente sicuramente alla prima metà del‘700.Lo si evince dall’andamento del fronte edella cimasa, <strong>di</strong> chiara ispirazione al Barocchettolombardo.Poco felice è la vista d’insieme, in cui ilfronte ornato è “ingabbiato” dalle spalle laterali,troppo rigide e squadrate.<strong>La</strong> cimasa non sporge a sufficienza soprail corpo del mobile e ne risulta un effettotarchiato, pesante, nonostante l’ornato a intagliosia gradevole e ben definito.Da quanto sopra esposto si comprende chei precetti decorativi <strong>di</strong> leggiadria del Rococòsono stati mescolati al gusto più rigido delsecolo successivo; un insieme molto particolare<strong>di</strong> interpretazione personale dell’artistache lo ha realizzato pur riuscendo acreare un manufatto <strong>di</strong> <strong>di</strong>screta importanza.Lo stato <strong>di</strong> conservazione è veramente buono;non necessita al momento <strong>di</strong> nessuntipo <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> restauro.Mobile da sagrestia (cassettone con alzata)in legno <strong>di</strong> noce*Si tratta <strong>di</strong> mobile composito, costituito dall’unione <strong>di</strong> due pezzi <strong>di</strong> epoca<strong>di</strong>versa.Il canterano, alla base, è <strong>di</strong> epoca Barocca (‘600) ed è sicuramente natoper l’utilizzo in una sagrestia: lo <strong>di</strong>mostra l’altezza modesta <strong>dei</strong> tre cassettiinferiori, consueta per i mobili da sagrestia che servivano a riporrele vesti da cerimonia stese, ma non <strong>di</strong>ffusa invece per i canterani coevi<strong>di</strong> uso laico che hanno invece cassetti sempre molto alti. Inoltre quelloche si presenta come il primo cassetto, più alto degli altri, in realtà ècomposto <strong>di</strong> due cassettini laterali e uno sportello centrale, anch’essi piùfunzionali all’utilizzo in una sagrestia per riporre gli oggetti del rito.*Gli spessori marcati, sia del tavolame siadelle modanature applicate che scan<strong>di</strong>sconola <strong>di</strong>visione del fronte, sono un chiaroelemento costruttivo del ‘600, così comela sagomatura a bugnato del fronte <strong>dei</strong>cassetti.<strong>La</strong> scansione frontale <strong>dei</strong> cassetti in tremoduli e non in due (quest’ultima tipicadell’artigianato ligneo lombardo del ‘600),potrebbe far pensare a una provenienza<strong>di</strong>versa, o almeno a un tipo <strong>di</strong> costruzioneche forse risente degli influssi <strong>di</strong> zone alpineanche bergamasche molto vicine allalocalità in cui il mobile è inserito.I fianchi lisci, la mancanza <strong>di</strong> sostegnivisibili e dello zoccolo modanato <strong>di</strong> baseavalla l’ipotesi che in origine questo mobilepotesse essere un modulo inseritoin un complesso più ampio, ipotesi daverificare con un’analisi approfon<strong>di</strong>ta delmanufatto.<strong>La</strong> parte superiore, invece, è lavorata inspessori meno pronunciati, le cornici modanateche riquadrano sono modeste perrilievo, piatte, e insieme alla ferramenta(serratura, car<strong>di</strong>ni) sono tutti segni <strong>di</strong> unarealizzazione settecentesca.<strong>La</strong> cimasa e i supporti inferiori presentano un intaglio senza rilievo, appenasgorbiato nello spessore della tavola, che non è consono all’epocaper tecnica, anche se è pertinente per <strong>di</strong>segno, suscitando il sospettoche siano stati realizzati appositamente per l’assemblaggio.E’ evidente lo stato <strong>di</strong> degrado cui è arrivato il manufatto ai giorni nostri;manca quasi la possibilità dell’uso essendo i cassetti <strong>di</strong> contenimento<strong>dei</strong> paramenti sacri ormai appoggiati uno sull’altro; necessita chiaramente<strong>di</strong> un pesante intervento <strong>di</strong> restauro conservativo e integrativo.Scheda catalogo generale 03/00068173 del Ministero della Pubblica Istruzione- Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti - Sovraintendenza alle Gallerie.MilanoIl banco è formato da cassettiera con quattro or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> cassetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa altezza, sud<strong>di</strong>visiin tre scomparti verticali <strong>di</strong> quattro cassetti ognuno, con grossa borchia lignea al centroe riquadrature <strong>di</strong> cornicette.L’alzata è a due sportelli, poggiante su supporti ad intaglio, con coronamento <strong>di</strong> lineemolto mosse.Il bancone con cassetti è evidentemente anteriore all’alzata che è facilmente databile alXVIII secolo per le linee del coronamento, come per il <strong>di</strong>segno delle specchiature.Il bancone invece potrebbe essere opera artigianale del XVII secolo.202 203

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