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La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pregasso ... - Marone a Colori

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scheda, ribadendo i riferimenti palmeschi e veneti in genere, suggeriscecon molta cautela che l’autore possa in<strong>di</strong>viduarsi nell’ambito <strong>di</strong> FrancescoGiugno, pittore bresciano attivo nella propria città dopo una formazioneavvenuta in Venezia nella bottega del Negretti.Pur non negando che sui lineamenti drammaticamente segnati delCristo abbia inciso la conoscenza <strong>dei</strong> modelli devozionali <strong>di</strong> Palma, devo<strong>di</strong>re <strong>di</strong> aver pensato, nel momento in cui Antonio Burlotti mi ha segnalatoil <strong>di</strong>pinto, che esso andasse avvicinato piuttosto alla produzione <strong>di</strong> un altrobresciano, Ottavio Amigoni (1606-1661). È questi un singolare pittore,attivo anche nell’area sebina (a Siviano, a Zone, nella stessa <strong>Marone</strong>, dovesue opere si conservano nella <strong>chiesa</strong> <strong>di</strong> San Bernardo, nella canonica e inSant’Eufemia <strong>di</strong> Vello) e oggetto in tempi recenti <strong>di</strong> una importante anchese sintetica monografia (G. Fusari, Ottavio Amigoni, un piccolo e oziosoritardatario provinciale. Vita e opere <strong>di</strong> un pittore bresciano (1606-1661),Roccafranca, Bs, 2006), la cui formazione chiede ancora <strong>di</strong> essere rime<strong>di</strong>tata,<strong>di</strong>versa com’è la sua espressione <strong>di</strong> stile rispetto agli orientamentiveronesiani, palmeschi e in qualche caso barocceschi <strong>dei</strong> coevi artisti suoiconterranei. Si tratta, infatti, <strong>di</strong> uno stile le cui ra<strong>di</strong>ci andrebbero, a miogiu<strong>di</strong>zio, rintracciate in altre zone, da Mantova all’Emilia, e forse anchenella Lombar<strong>di</strong>a occidentale. Mi inducevano a pensare ad Amigoni i lineamenti<strong>di</strong> Dio Padre, quella leggera untuosità dell’epidermide che traspareancora malgrado le superfici siano smagrite, le nubi rotondeggianti e ferrignee, soprattutto, l’accostamento cromatico <strong>di</strong> rosso e verde bosco presentein molte opere <strong>di</strong> Ottavio. Lo si in<strong>di</strong>vidua, infatti, nella figura <strong>di</strong> unapostolo al centro de <strong>La</strong> tempesta sedata, conservato nella sacrestia dellaparrocchiale <strong>di</strong> Pontevico, nel Mosè a sinistra <strong>di</strong> Cristo nella Trasfigurazionenell’Oratorio già Schillini a Calvisano, nella veste della Vergine dellaFuga in Egitto nel Santuario <strong>di</strong> Paitone, che si possono vedere riprodottinella monografia sopra ricordata.Devo <strong>di</strong>re, però, che non consuonano del tutto con i morbi<strong>di</strong> contorni<strong>di</strong> quel pittore la sdutta figura del Cristo e soprattutto i suoi lineamentipuntuti, mentre la fascia sui fianchi, che sembra quasi fissata con una spilla,non convince, per una certa fissità e pesantezza dello schiocco dellastoffa per un vento ideale.Conviene, quin<strong>di</strong>, in attesa <strong>di</strong> una più approfon<strong>di</strong>ta conoscenza <strong>di</strong> tuttele fasi produttive dell’artista, sospendere il giu<strong>di</strong>zio e concentrarsi sull’interessedell’iconografia e sulla qualità dell’invenzione, tradotta in pittura,per quanto consentono <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care le pregresse vicende conservative,con rara abilità. E vale la pena <strong>di</strong> riprendere la bellissima espressione <strong>di</strong>Milena Zanotti, quando, me<strong>di</strong>tando sul ruolo devozionale e <strong>di</strong>dattico del<strong>di</strong>pinto, osserva che: “l’assoluta drammaticità della Crocifissione ha il suounico intenso rispecchiamento in quel cielo plumbeo, dove il tempo si èfermato per farci riflettere”.BibliografiaA. Moretti, M. Zanotti, <strong>La</strong> “Trinità” della Chiesa <strong>di</strong> S. <strong>Pietro</strong> in <strong>Pregasso</strong> <strong>di</strong> <strong>Marone</strong>, 1999.172 173

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