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La chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Pregasso ... - Marone a Colori

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Popolazione e proprietà tra 1500 e 1700<strong>La</strong> relazione del Rettore veneto in Terraferma al Senato, del gennaio1580, segnala bel 20000 morti per contagio nella sola città <strong>di</strong> Brescia: lapopolazione in tutta la provincia - 500000 abitanti stimati nel 1567 (magià contratti a 460000 nel 1572) - è ridotta “a non più <strong>di</strong> 300000 anime[…] la qual <strong>di</strong>minutione è causata da <strong>di</strong>versi accidenti, che sono occorsiet per la guerra passata, et per la peste, et per altre infirmità particolari […]per il che tutti si lamentano, che non si trovano lavoratori, che lavorinole possessioni” 63 .<strong>La</strong> demografia del Bresciano dal 1562 al 1733 - almeno per le stimeche ci consegnarono i funzionari dell’antico regime - mette in luce comele pestilenze fossero ricorrenti ed endemiche: 300000 abitanti stimati nel1562 (<strong>di</strong> cui 41000 della città capoluogo); 500000 del 1567, che rappresentanoin assoluto il picco demografico prima del 1745; ai 460000 del1572, ai 300000 del 1580 che si mantengono pressoché tali fino alla devastantepestilenza del 1630, che pesò a tal punto che nel 1650 l’interapopolazione bresciana si era ridotta a 164000 unità. Solo il 1733 segnerà,con la risalita della popolazione della provincia a 360000 unità, un lungoconsiderevole incremento in atto, che si può ritenere concluso nel 1745,anno per il quale il Rettore in Terraferma stima il totale <strong>dei</strong> “sud<strong>di</strong>ti” brescianiin 600000 unità 64 .Alle gravi cause endemiche (guerre e pestilenze) <strong>di</strong> questo irregolare(e negativo) andamento demografico va aggiunta la costante penuria <strong>di</strong>derrate e, soprattutto, <strong>di</strong> grani che caratterizzò tutto il periodo della dominazioneveneziana del Bresciano. Nel 1659 il Rettore Antonio Braga<strong>di</strong>nriferisce che “quantunque sia stato questo anno così penurioso che peròin quella Citta ho mantenuto per la gratia de Dio il Calmiero del Pane[…] Et delli primi della Città si hanno pigliato cura de nutrire li poveri delTerritorio in alcune case dove sin hora ghe hanno speso piu de sette milliascu<strong>di</strong>” 65 . Tra l’ultimo ventennio del XVI secolo al primo trentennio delXVII avvenne una tale contrazione <strong>di</strong> braccia utili al lavoro agricolo e unrialzo <strong>dei</strong> prezzi <strong>dei</strong> grani talmente enorme, che ne derivò una rivalutazioneeconomica <strong>di</strong> notevole rilievo delle terre arative e coltive, rivalutazioneche si tradusse in una corsa al loro accaparramento da parte <strong>dei</strong> ceti proprietari,in un progressivo esproprio <strong>dei</strong> piccoli conta<strong>di</strong>ni possidenti ed inuna accentuazione delle povertà, che andò traducendosi in reale miseria.Il “formar l’estimo” era un obiettivo che, in queste con<strong>di</strong>zioni, <strong>di</strong>ventavasempre più necessario per Venezia. I tentativi per raggiungerlo - a partire63C. Pasero, Relazioni <strong>dei</strong> Rettori veneti a Brescia durante il secolo XVI, Brescia, 1939, p. 169.64Ve<strong>di</strong> C. Pasero, Relazioni <strong>dei</strong> Rettori veneti… cit. e A. Tagliaferri, Relazioni <strong>dei</strong> Rettoriveneti in Terraferma. Potestaria e Capitanato <strong>di</strong> Brescia, Milano, 1978.65C. Pasero, Relazioni… cit., p. 114.85

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