12.07.2015 Views

Certosa di Vigodarze - Giuliocesaro.it

Certosa di Vigodarze - Giuliocesaro.it

Certosa di Vigodarze - Giuliocesaro.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Or dunque che la storia c'inv<strong>it</strong>a ad osservare gli e<strong>di</strong>fici che in Padova sorsero contemporaneio <strong>di</strong> poco posteriori al vicentino V<strong>it</strong>ruvio, non g<strong>it</strong>tiamo su d'essi sdegnoso sguardoperché talvolta quel tal modello segu<strong>it</strong>arono servilmente; ma porgiamo invece grazie alla sortese concesso <strong>di</strong> annoverarne in questa c<strong>it</strong>tà parecchi, e fra questi uno che a buon <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to puòcollocarsi fra le arch<strong>it</strong>etture che più onorano in questo secolo la veneta contrada.E' desso la <strong>Certosa</strong> che vicino a <strong>Vigodarze</strong>re sorge, la quale conservata un tempo ad accogliereausteri cenob<strong>it</strong>i, ora è rivolta ad uso <strong>di</strong> ridente villeggiatura. Quel buon Fossati chein tutte maniere adoperossi per far dono a Padova <strong>di</strong> qualche gemma del Palla<strong>di</strong>o, pubblicòquest'e<strong>di</strong>fizio fra gli ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> quell'ingegno bellissimo. E a <strong>di</strong>r vero in questo caso non fecetorto al grand'uomo perché la fabbrica <strong>di</strong> cui parlo và ricca <strong>di</strong> tutte le veneri palla<strong>di</strong>ane.La pianta non offre quella eur<strong>it</strong>mica regolar<strong>it</strong>à la quale fa palese il concetto <strong>di</strong> un soloessere stato condotto a fine senza tramutamento, o interruzioni. Le monacali cellette stannoda un lato; a poca <strong>di</strong>stanza ma senza legame veruno, vedesi peristilio non compiuro, il qualeconsta <strong>di</strong> se<strong>di</strong>ci arcate per ogni laro, sorrette da piè dr<strong>it</strong>ti poggianti su un continuato basamento.Da presso sorge altro elegante peristilio <strong>di</strong> toscane colonne bugnate, su' cui cap<strong>it</strong>elliimpongono archi emisferici. A questo si congiunge la chiesetta <strong>di</strong>nanzi alla quale apresi cortiletto<strong>di</strong> leggiadrissime proporzioni. Distendesi poi tutto il resto d.i quell'ampio e<strong>di</strong>fizio nudod'ogni ornamento che arrestar possa il riguardante. Non è dunque nella <strong>di</strong>stribuzione e nelleinterne proporzioni che devonsi ricercare i pregi <strong>di</strong> esso j ma sibbene nelle parti ornamentaliquasi tutte molto leggiadre.E per parlare dapprima del peristilio che sta al lato sinistro della chiesa, il quale, come<strong>di</strong>ssi, consta <strong>di</strong> colonne toscane, presenta rapporti all'osservatore gradevolissimi. Senonché equagli che si fa puntello, e del paro chi va tenero dal filosofare in arch<strong>it</strong>ettura, vorrà censuratiquegli archi imme<strong>di</strong>atamente involtati sul cap<strong>it</strong>ello delle colonne. E <strong>di</strong> vero pugnano controogni ragione, perché poggiano coi peduci angolati in falso sopra i fusti roton<strong>di</strong> delle colonne.Ma riguardati rispetto all'utile, ed al commodo, si mer<strong>it</strong>ano anzi che altro un encomio,imperoché giovano a procurare al portico maggior luce che in rutta altra maniera, e <strong>di</strong> più,danno alle arcate certa sveltezza <strong>di</strong> proporzioni, che non è facile in altra guisa ad ottenere.Le chiese <strong>di</strong> S. Spir<strong>it</strong>o, e <strong>di</strong> S. Lorenzo in Firenze, non devono forse alle arcate imme<strong>di</strong>a~tamente sovrapposte alle colonne la leggiadra loro sveltezza e quel variato movimento <strong>di</strong> lineeche tanto sorprende chi si fa a riguardarle? E non è forse da questo part<strong>it</strong>o medesimoche risulta elegante leggerezza del portico <strong>di</strong> S. Giacomo in Bologna, ornato <strong>di</strong> tante graziedal suo arch<strong>it</strong>etto Gaspare Nar<strong>di</strong>. Perché tanta luce si <strong>di</strong>ffonde sotto i gran<strong>di</strong>osi portici <strong>di</strong>quella magnifica c<strong>it</strong>tà, perché appaiono sÌ luminosi tanti chiostri lunghissimi <strong>di</strong> conventi? Ciòsi dee solo agli archi involtati sulle colonne isolate, le quali poco spazio occupando, lascianolibero campo alla lucej né affaticano l'occhio <strong>di</strong> troppo grevi masse. In luogo <strong>di</strong> quelle gentilicolonne si suppongano larghi piedr<strong>it</strong>ti sorreggenti archi ed in mezzo a quei piedr<strong>it</strong>ti postemezze colonne su cui il cornicione ricorra. Ne andranno vaghi coloro che domandano nellearch<strong>it</strong>etture la ragione e l'esempio, ma non quelli che, fatti accesi dall'alto nume del bello,vi ricercano invece lo effetto prospettico.Da queste brevi osservazioni parmi dunque si possa concludere che se l'uso degli archigirati sulle colonne può talvolta portare bellezza e commodo, non è poi da proscriversi sì fieramentecome finora si fece. lo porto speranza che se verrà giorno in cui non più si vogliafarneticare a cercar le origini dell'arch<strong>it</strong>ettura nelle grotte e nelle capanne, ma si derivi jnvece- come pensò assennatamente il Durand - dalle necessarie maniere <strong>di</strong> costruire con pietre,anche il sistema <strong>di</strong> cui finora parlai, avrà degno posto fra quelli che fanno varia e bellissimaquell'arte consecrata ad esser teatro delle nostre costumanze ed a farci più bello e più caroil vivere civile.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!